Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 12 ottobre 2015

La mancanza di unità nella Chiesa è pericolosa. L'arcivescovo Chaput mette in guardia al Sinodo

L'arcivescovo Charles Chaput di Filadelfia, nel suo intervento di ieri 10 ottobre al Sinodo, ha detto che «Un linguaggio impreciso produce un pensiero confuso» e ha portato «due esempi che dovrebbero causare qualche preoccupazione»: 'unità nella diversità' e 'inclusivo'. Inoltre ha fatto esplicito riferimento a Erasmo da Rotterdam, il sacerdote d'inizio Secolo XVI che perorava la riforma della Chiesa, ma che si è opposto alla Riforma protestante di Martin Lutero.


Città del Vaticano, 11 Ottobre, 2015 / 10:02 (CNA / EWTN Notizie) - [...]
Testo integrale dell'intervento dell'arcivescovo Chaput del 10 ottobre, al Sinodo sulla Famiglia, «Linguaggio e sue implicazioni»
Fratelli,
il Santo Padre ci ha saggiamente incoraggiati ad esprimere fraternamente e sinceramente i nostri pensieri durante questo Sinodo.
Proprio come i nostri pensieri plasmano il linguaggio che usiamo, così anche il linguaggio che usiamo forma il nostro pensiero e il contenuto delle nostre discussioni. Un linguaggio impreciso induce un pensiero confuso e che a volte può portare a risultati infelici. Voglio condividere con voi due esempi che ci dovrebbero causare qualche preoccupazione, almeno nel mondo anglofono.

Il primo esempio è la parola inclusivo. Abbiamo sentito molte volte che la Chiesa dovrebbe essere inclusiva. E se per «inclusivo» si intende una Chiesa paziente e umile, misericordioso e accogliente - tutti noi qui saremo d'accordo. Ma è molto difficile includere coloro che non vogliono essere inclusi, o insistono per essere inclusi alle loro condizioni.
Per dirla in altro modo: posso invitare qualcuno a casa mia, e posso rendere la mia casa il più possibile calda e ospitale. Ma la persona fuori dalla mia porta deve ancora scegliere di entrare. Se rimodello la mia casa secondo il progetto del visitatore o dello straniero, la mia famiglia si accollerà il costo, e la mia casa non sarà più la sua casa.
La morale è semplice. Dobbiamo essere una Chiesa accogliente che offre rifugio a tutti coloro che sono in sincera ricerca di Dio. Ma dobbiamo rimanere una Chiesa fondata sulla Parola di Dio, fedele alla saggezza della tradizione cristiana, e che predica la verità di Gesù Cristo.

Il secondo esempio è l'espressione unità nella diversità. La Chiesa è «cattolica» cioè universale. Dobbiamo accettare le numerose differenze di personalità e cultura che esistono tra i fedeli. Ma viviamo in un momento di intenso cambiamento globale, confusione e agitazione. Il nostro bisogno più urgente è l'unità, e il nostro maggior pericolo è la frammentazione. Fratelli, dobbiamo essere molto cauti nel delegare importanti questioni disciplinari e dottrinali a conferenze episcopali nazionali e regionali, soprattutto quando la pressione in questa direzione è accompagnata da uno spirito implicito di autoaffermazione e di resistenza.

Cinquecento anni fa, in un momento molto simile al nostro, Erasmo da Rotterdam ha scritto che l'unità della Chiesa è il più importante dei suoi attributi. Possiamo discutere su ciò che realmente credeva Erasmo, e ciò che egli intendeva con i suoi scritti. Ma non possiamo discutere sulle conseguenze di quando la necessità di unità della Chiesa è stata ignorata. Nei prossimi giorni del nostro Sinodo, potremmo utilmente ricordare l'importanza della nostra unità, ciò che essa richiede, e ciò che comporta la disunione su questioni sostanziali.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

19 commenti:

irina ha detto...

Se i cattolici, nel privato e nel pubblico, dicessero solo sì sì, no no da imitatori di Cristo, i guai della Chiesa in poco finirebbero. Loro infatti sanno bene da chi viene il di più.

hr ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli--il-sinodo-pare-un-concilio-vaticano-iii-a-pezzi-tutto-e-in-discussione-e-allora-che-fare-14084.htm

Enrico Cattaneo si domanda: e allora che fare?
Esultano "quasi tutti":progressisti, tradizionalisti, protestanti, ortodossi...

E i poveri cristiani comuni? Si rifugiano nella preghiera, dicono il rosario, vanno nei santuari mariani, confessano i loro peccati, ma per il resto soffrono e tacciono.

hr ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-preti-gay-sonoun-problemalo-dice-la-chiesa-14081.htm

er ha detto...

http://rorate-caeli.blogspot.com/2015/10/synod-manipulators-reach-new-low.html

http://www.corrispondenzaromana.it/sinodo-card-de-paolis-oggi-parliamo-tanto-di-compassione-di-amore-e-di-misericordia-ma-senza-verita-siamo-fuoristrada/

hr ha detto...

http://www.ncregister.com/daily-news/family-synod-2015-an-uncertain-process-with-an-unknown-outcome/

Anonimo ha detto...

Chaput è stato piuttosto chiaro: certi prelati cedono alle lusinghe del mondo e usano la loro medesima cretinissima e subdola neolingua. Questa storia dell'all inclusive, in effetti, fa molto villaggio turistico (omofilo) e poco Chiesa.
E ha adombrato il pericolo di scisma, anche senza bisogno di usare la parola (se no sai come s'inalberano i Baldisseri e gli anticomplottisti). Non so quanto abbia fatto bene a tirare in ballo Erasmo, ma se non altro risulta chiaro che vede il momento presente come quello del Cinquecento, sull'orlo dello strappo luterano.
Father Z (sì lo so, Raoul, lei non lo ama, ma val sempre la pena di leggere i suoi commenti - tranne quelli troppo gastronomici, un pochino stucchevoli -) annuncia questo simpatico tema, per oggi:
http://wdtprs.com/blog/2015/10/synod-note-monday-will-bring-interventions-on-instrumentum-laboris-130/
Come d'uopo, invita a preghiera e digiuno. Mi sembra che almeno questo lo possiamo fare tutti (anzi, credo che molti tra noi già lo facciano).
humilitas

Bernardo ha detto...

Discorso da tiepido, senza coraggio di difendere la dottrina.

Maurizio ha detto...

E' lampante che la Chiesa Cattolica NON e' unita MA e' anche vero, purtroppo, che i gruppi piu' tradizionali, quelli che piu' tengono a mantenere gli insegnamenti della Chiesa di sempre, sono anch'essi divisi :( ed io non smetto mai di ricordarvi, cari fratelli, che l'unione fa la forza - che noi stiamo crescendo a vista d'occhio e che ... please, please, let's stop the bickering between our orders!

T. ha detto...

Santa Maria dell'Equilibrio ( pensaci Tu )
... della cui festa non esiste data,
perchè da mane a sera va invocata.

https://www.flickr.com/photos/immaculata/167030771

Josh ha detto...

A me sembra che il discorso di Chaput dica cose chiare e riferite a vizi ben precisi; non c'entra nulla ora la divisione del mondo tradizionalista nè che non abbia difeso la dottrina, (di fatto l'ha difesa), bisogna saper leggere.

_"Un linguaggio impreciso produce un pensiero confuso" è una verità, e vale per molti vescovi, cardinali, vdr in testa.
Il linguaggio ecclesialese e sociologista sentito durante tutto l'anno, e per gli ultimi quasi 3 anni, direi che è messo sotto accusa giustamente. Dietro ai calembours di parte della gerarchia modernista, sta sempre l'incapacità (e la non volontà) di ribadire che è necessario volgersi al bene secondo l'ottica divina e di condannare il male, cosa che non si fa più; l'accusa è quindi di venire a patti col male, e infatti tante uscite sinodali kasper, marx, forte & co dicono in soldoni di tenersi l'uomo com'è.

_l'ideologia dell'inclusività, con la condanna di esser 'divisivi' a chi non si allinea, è un altro gioco di parole degli eretizzanti per dire che in chiesa dobbiamo accogliere tutti. E con la "misericordia" che include, includiamo tutti (da sempre) ma ora non gli chiediamo più di convertirsi nè di pentirsi dei peccati.
Lo dimostra anche l'andamento della trattazione del falso prolema, inventato all'uopo, della Comunione agli adulteri, cui si vuole dare un premio senza avere regolarizzato la propria posizione; ribadendo la "dottrina" dei comodi dell'uomo così com'è, ma non la dottrina di Dio.

_la scusa dell'unità nella diversità. Non si tratta qui della unione o disunione tra gruppi di diversa sensibilità. Si cita invece il caso del "delegare importanti questioni disciplinari e dottrinali a conferenze episcopali nazionali e regionali, soprattutto quando la pressione in questa direzione è accompagnata da uno spirito implicito di autoaffermazione e di resistenza." Giorni fa si è parlato di pastorale latitudinaria, di far decidere al vescovo o alla "comunità" del luogo su qustioni dottrinali e teologiche gravi: la pastorale del qui e là. Ciò che in materia sacra è valido ovunque e in ogni tempo, ora lo si vuole (per spezzettare e in fondo distruggere la Chiesa) misurare a seconda delle regioni: in Alaska diamo la comunione ai divorziati, in Africa no, in Germania al primo che passa per strada, in Francia dipende. Questi sono temi raccapriccianti usciti nel periodo, e questo è un buon intervento.

Certo, per chi vuole di più, poteva alzarsi e dire: siete quasi tutti eretici e brucerete all'inferno, spero presto, il pesce puzza dalla testa, e via così, ma non so se sia la via più opportuna.

Anonimo ha detto...

Segnalo un bel video,un po' lunghetto, 45'sottotitolato in spagnolo ma anche in inglese, da Adelantelafe.com/video-exclusivo-sobre-el-sinodo-cardenal-burke-mons-schneider-lenga. imperdibile. Anonymous.

Anonimo ha detto...

Segnalo il nuovo articolo di Sandro Magister:

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351154

Josh ha detto...

http://www.antoniosocci.com/il-bergoglismo-sta-affondando-al-sinodo-e-non-solo-imporra-il-diktat-alla-maniera-argentina/

mic ha detto...

Come ho già detto nell'altra discussione, un papa è tenuto a rispondere ai vescovi, ancor più a dei cardinali che lo interpellano su questione basilari.
Magister segnala la lettera di 13 cardinali, che contiene rilevanti appunti in corso d'opera su contenuti (instrumentum laboris) e dinamiche (manipolatorie) sinodali. Ma il "manovratore" li ignora e procede oltre. Non so se anche questo comportamento inedito e anomalo non possa esser formalmente impugnato. Ricordate le parole di Benedetto XVI?
"ll Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo.” [Benedetto XVI – Omelia nella Celebrazione Eucaristica e insediamento sulla Cathedra Romana del vescovo di Roma, 7 maggio 2005]

Sono noti i limiti del potere papale. Il papa è sì un monarca, arbitro e domino, ma non assoluto. I suoi limiti sono nel diritto divino e nel depositum fidei che è tenuto a custodire e garantire non a sovvertire.
Ricordo anche le parole del Card. Burke a France2: «In questo bisogna essere attenti e guardare al potere del papa. La frase classica è che il papa ha la pienezza del potere, questo è vero, ma non è un potere assoluto. È al servizio della dottrina della fede. Non ha il potere di cambiare l’insegnamento, la dottrina... Nella nostra fede è la verità della dottrina che ci guida». C’è dunque una responsabilità – del papa e della Gerarchia ecclesiale in primis, senza escludere quella di ogni battezzato – innanzitutto di fronte a Dio e poi anche di fronte agli uomini di questa generazione e di quelle che verranno.

Anonimo ha detto...

La situazione non è allegra. Leggevo adesso Magister sulla questione dei 13 cardinali che han scritto al vdR.
Concordo con Mic. La citazione di B16 è perfetta.
Mi viene da dire che il Papa deve imporsi nonostante i vescovi, per esempio, se è in pericolo la dottrina. Del tipo, se anche tutti scalpitassero per un sovvertimento, il Papa, dopo ave ascoltato e valutato, non può però - anzi DEVE - riaffermarla in modo chiaro, mediante la forza di atti magisteriali solenni etc etc.
Ma il contrario, misericordia... Un Papa non può fare una roba del genere. Il vdR invece può? La domanda mi mette addosso un'inquietudine estrema.
humilitas

mic ha detto...

Ho pubblicato il testo della lettera con alcune osservazioni.

Anonimo ha detto...

L'Eglise c'est moi, et aprés de moi le déluge, le pape(?) soleil a dit et honni soit qui mal y pense.

Catholicus SSM ha detto...

Sono d'accordo con Maurizio, e lo vado ripetendo sui blog da un pezzo: le divisioni tra cattolici amanti della Tradizione bimillenaria sono perniciose, pericolose, portano acqua al mulino del diavolo, bisogna proprio essere ostinati per non volerlo capire. C'è in atto quella che io amo definire la Resistenza Cattolica Antimodernista (fondatore Mons. Léfèbvre), e come lo fu per quella antifascista, bisogna unirsi tutti insieme per dare una spallata e disarcionare il nemico, cioè i modernisti, che ci odiano a morte, alla faccia della loro falsa ed ipocrita misericordia, del loro dialogo a senso unico, della loro accoglienza evangelica rivola solamente ai nemici di Cristo. Fare le pulci alla FSSPX, all'IMBC, a Radio Spada, ecc., è autolesionismo suicida, amici carissimi. Questo, almeno, è il mio pensiero, da povero peccatore, servo inutile, ma deciso a fare il possibile per anticipare il ritorno alla Vera Chiesa Cattolica. Pace e bene.

Josh ha detto...

Catholicus, sicuramente è vero che un fronte Tradizione compatto sarebbe migliore.
Un conto però è una realtà come la FSSPX, un conto l'IMBC, un conto gli originari FFI, un conto chi aderisce al Summorum e basta, un conto quei cardinali che sono conservatori, sì, ma conservatori "conciliari"...ci sono delle differenze innegabili.

Comunque il mio intervento sopra 12 ottobre 2015 10:41 non è, evidentemente, per dire che non servirebbe un fronte Tradizione compatto,

ma per ribadire sia a Maurizio sia a Bernardo che le parole dette da Chaput hanno un altro significato.

Quando Chaput critica gli abusi del modo in cui è intesa e strmentalizzata l'espressione "unità nella diversità" sottintende sia l'abuso dell'espressione da parte del vdr che parve indicare la teoria di Oskar Cullmann, protestante (unità nella diversità come se lo SS. fosse stato lui a dividere le stesse "chiese", viste ora tutte sullo stesso piano, Cattolica, Ortodossa, protestanti, evangelicals....);

Sia il modo stiracchiato in cui negli ultimi giorni è inteso 'unità nella diversità' ovvero la pastorale latitudinaria che vorrebbe dire che una verità di fede è valida diversamente, o anche per nulla, a seconda del luogo.

Ripeto, bene un fronte Tradizionale compatto, magari....ma Chaput sta puntando il dito su altro, e comunque con ragione.