Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 8 novembre 2016

Clamorose dichiarazioni del card. Müller

Antonio Socci attribuisce le clamorose dichiarazioni del card. Müller a: Grandi manovre per evitare i deragliamenti di Bergoglio e scongiurare lo scisma.

Nel mio articolo del 28 ottobre (che potete rileggere QUI) segnalavo la clamorosa intervista del card. Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, alla Radio vaticana in lingua tedesca.
Un vaticanista (sebbene molto felpato e non molto ardimentoso), dovendo intervistare lo stesso cardinal Müller, è partito dalle stesse mie conclusioni [Aldo Maria Valli qui]. E scrive: “Sembra quindi di capire che anche per il cardinale Müller siamo di fronte, per usare le categorie a cui ha fatto ricorso tempo fa monsignor Georg Gänswein, a una sorta di «ministero comune», «collegiale» o «sinodale», all’interno del quale ognuno porta un contributo specifico” 
La sua prima domanda ripropone al cardinale proprio quelle sue dichiarazioni (che io avevo segnalato e rilanciato).
E il card. Muller risponde: “In effetti stiamo vivendo una fase molto speciale nella storia della Chiesa: abbiamo il Papa, ma anche il Papa emerito”.
Inoltre nell’ultima risposta poi aggiunge:
Benedetto e Francesco (…) si dedicano pienamente alla missione del successore di Pietro, e questa è una grande ricchezza per la Chiesa”. 
Non so se l’intervistatore abbia afferrato la portata di questa risposta. Ma affermare che entrambi i papi “si dedicano” (verbo al tempo presente) “alla missione del successore di Pietro” è una risposta clamorosa (sottolineata dal “pienamente”).
A rigor di logica significa che entrambi stanno svolgendo il ministero petrino.
Ѐ una risposta che conferma quanto precedentemente dichiarato dallo stesso Müller e da mons. Gänswein. [Vedi, nel blog: quiqui - qui - qui - qui]
Solo che è una risposta rivoluzionaria perché finora è stato detto che il papato non può essere un “ministero condiviso” da due papi, né risulta che papa Bergoglio abbia accettato tale “condivisione”.
Il giallo dunque s’infittisce, perché riaccende i riflettori sulla strana “rinuncia” di Benedetto XVI. Che rinuncia è se lui resta papa, un papa che continua a svolgere “pienamente” il ministero petrino?
Antonio Socci - Lo Straniero, 7 novembre 2016

45 commenti:

Anonimo ha detto...

ennesima frustrazine

Anonimo ha detto...

Ma se entrambi stanno svolgendo il ministero petrino come concilia Socci i festeggiamenti di Lund, la demolizione del matrimonio cattolico, i raduni terzomondisti, lo stravolgimento dell' Istituto per la famiglia di GPII, la creazione di cardinali impresentabili ( vedi quello di Brusselles), l'enciclica new age, ecc, ecc con Benedetto ??? i fatti ci dicono che c'è un solo papa regnante, poi uno arrampicandosi agli specchi e ai suoi pii desideri può dire di tutto

antonino

Anonimo ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/11/08/due-profezie-di-paolo-vi-il-papa-piu-amato-da-bergoglio-entrambe-avverate/

Anonimo ha detto...


In queste dichiarazioni cosa dice di nuovo il card. Mueller?
Niente, secondo me. Si adegua all'interpretazione della figura
insolita del "Papa Emerito" che lo stesso Ratzinger e il suo
segretario hanno voluto dare o far capire. Che tutto cio'
sia un modo di "bloccare" Bergoglio ed evitare scismi (ma dove
sono?) non si vede come. IL Papa Emerito appare finora del
tutto allineato rispetto alla politica del Regnante. La sua supposta,
"collaborazione" istituzionale col Regnante (esercizio collettivo del Papato, una
mostruosita') caso mai rafforza quest'ultimo. Se le dimissioni di Ratzinger
hanno voluto avere un significato nuovo, questo sembra caso mai esser quello
di instradare in qualche modo il Papato verso una gestione collettiva dello
esercizio della somma potesta' di giurisdizione su tutta la Chiesa. Di instradare
il Papato verso il superamento del primato di Pietro, in quanto istituto monarchico,
il cui potere di giuris. deriva da Dio non dagli uomini (concetto che non si ritrova in
modo chiaro nel nuovo Codice di Diritto Canonico, del 1983).
A. P.

Anonimo ha detto...

Appreso che si tratta di "ministero comune" sono sollevato.bobo

Anonimo ha detto...

Lessi tempo fa (2-3 anni or sono) un commento su papale papale che diceva sommariamente "..all'epoca Ratzinger era intento solo alla lettura di C.Emmerick... " . Mi si impresse tale commento di un frequentatore abituale degli intrighi vaticani. E guarda caso abbiamo avuto 2 papi come profetizzato dalla Emmerick dopo quella "lettura" di decenni or sono quando lo stesso, stando alle testimonianze del rev.Kramer, studioso di Fatima, combatteva a tutto spiano Fatima. Poi si arrivò a una divulgazione "strana " nel 2000 di un segreto che soddisfò pochi, un segreto che pare essere la descrizione di una visione (tipo quella sull'inferno avuta dai pastorelli) che comunque parla di morte del papato e dei cattolici, con sembrerebbe omissione del segreto detto a parole da Maria SS.. E anche lì si sarebbe giustificato tale morte con l'attentato a GPII che non morì. Sembrerebbe che si voglia strumentalizzare profezie e Fatima ai propri scopi? D'altronde in vaticano ci sono 2 partiti, i conservatoristi e i modernisti totali.

irina ha detto...

Ipotesi: hanno diviso in due l'ufficio, uno fa il vescovo di Roma,l'altro il papa; questo vicario di Gesù Cristo, quello successore di Pietro. Chi è che divide?

Felice ha detto...

Una rinuncia parziale al Pontificato è certamente invalida. Ognuno tiri le conclusioni che crede giuste....

Luisa ha detto...

Paolo VI, Bouyer, Bugnini e Marini, laddove Bouyer afferma che Paolo VI era convinto, perchè così gli riportava Bugnini, che tutto quel che la riforma nel Consilium stava modificando, sopprimendo e inventando, era voluto da tutti all`unanimità, mentre lo stesso Bugnini al Consilium diceva: lo vuole il Papa... menzogne e ancora menzogne, e non s un punto secondario ma su quel che è stato definito come la fonte e il culmine della nostra fede, evidentemente il popolo non sa tutte queste cose perchè quella riforma liturgica, piombata dall`alto e imposta con violenza, è stata presentata come voluta come un grande progresso e voluta dal Papa e a leggere le udienze in cui egli presentava il nuovo Messale (in particolare la prima versione del 1969 con il tristemente famoso paragrafo7)) stento a credere che non fosse di suo gradimento:

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/09/16/le-fiammeggianti-memorie-del-convertito-che-paolo-vi-voleva-far-cardinale/

mic ha detto...

Canonisticamente e teologicamente non esiste la "rinuncia parziale". Dovremmo considerarla "rinuncia" tout court a meno che non emergano altri elementi che non siano indizi ma prove certe fatte valere da chi di dovere...

Anonimo ha detto...

"E guarda caso abbiamo avuto 2 papi come profetizzato dalla Emmerick"

Credo che quella lettura della Emmerick è errata per come viene riportata quasi sempre. È stata ripetuta mille volte da vari commentatori, ma mi pare che non si riferisce a due papi in contemporanea. La Emmerick ebbe la visione di un papa del passato, caratterizzato dal buon governo e dalla difesa della fede, e quella di un papa futuro, caratterizzato da un governo caotico e dal montare delle eresie. In tal senso sono in "opposizione". Lo spiegò Ester Ledda nella rubrica "Strega cacciatrice" di PapalePapale, dopo che anche lei aveva commentato l'interpretazione errata. Purtroppo quella rubrica è sparita e non ho un'edizione elettronica delle profezie della Emmerich dove cercare velocemente.

Quindi, sempre se ricordo bene, la profezia è certamente valida e riferibile all'epoca presente, perché c'è il caos, ma non per quanto riguarda il dettaglio dei due "papi" in contemporanea.

Detto questo, le dichiarazioni di Mueller non sono niente di nuovo, ma ribadiscono un punto che nessun è capace di spiegare. Il teologo Inos Biffi, pochi giorni fa, ha detto proprio il contrario:

«Intanto non è preciso parlare di Papa emerito. Più esattamente si dovrebbe dire: “già papa”. Per esempio se si parla di professore emerito, si indica chi per sè è ancora professore, anche se non insegna più».

--
Fabrizio Giudici

Maurizio ha detto...

Beh, non ci scervelliamo e non ci irritiamo ... i Papi passano, prima o poi, tutti ... ma la Sposa di Cristo rimane!

tralcio ha detto...

Si può girarla come si vuole, ma la frittata resta tale...

Benedetto XVI non comanda, ma è rimasto Papa, vestito da Papa e Papa "per sempre".
Francesco si dice Vescovo di Roma e comanda (eccome, se comanda: spadroneggia!).

Sappiamo che ci sono due partiti e uno si autodefinisce "mafia" (sia pur svizzera...).

Paolo VI, come riporta Magister, intuì perfettamente quale fosse il vero problema di ogni bene intenzionato nel "semplificare": non la poca ragione, ma la poca fede.

La Chiesa che sta emergendo da queste tristissime vicende è caratterizzata per una scarsissima fede in Dio. Idolatra l'uomo, al punto che la liturgia somiglia a “una danza vuota intorno al vitello d’oro che siamo noi stessi. Celebrare se stessi senza neanche rendersi conto di Lui” ("introduzione allo spirito della liturgia" e IX stazione della via Crucis 2005).

E' la Chiesa vista misticamente (tra il 1820 e il 1823) da una monaca agostiniana tedesca, Anna Katharina Emmerick. Lei vide i "due papi", la setta segreta all'opera, la "strana chiesa costruita contro ogni regola", "qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento", tutto "fatto meccanicamente, secondo la ragione umana", la "falsa chiesa delle tenebre che faceva progressi e la tremenda influenza sulla gente", "i sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza", e "tutto ciò che riguardava il protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza"; "la maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti"... "molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione".

Così doveva essere la nuova Chiesa...
Ma Dio aveva altri progetti.

Impressionante. Ma è tutto sotto il controllo di Dio! A noi è chiesto di fidarci.

Cesare Baronio ha detto...

@ Anonimo delle 9:23

"Come concilia Socci i festeggiamenti di Lund, la demolizione del matrimonio cattolico, i raduni terzomondisti, lo stravolgimento dell' Istituto per la famiglia di GPII, la creazione di cardinali impresentabili ( vedi quello di Brusselles), l'enciclica new age, ecc, ecc con Benedetto ???"

Il fatto è, caro anonimo, che Benedetto XVI è l'alter ego di Bergoglio, o meglio - per esser più precisi - egli rappresenta lo stadio precedente di quel processo inarrestabile inaugurato dal Vaticano II, che ebbe in Giovanni XXIII il suo primo esponente, e dopo di lui tutti i suoi successori. Giovanni XXIII non avrebbe mai fatto l'incontro di Assisi, ma già Paolo VI si adoperò per il dialogo ecumenico con gli scismatici d'Oriente ed i seguaci di Lutero; Giovanni Paolo II non avrebbe forse scritto l'Amor laetitiae, ma baciò il Corano e si fece segnare col marchio di Shiva. Benedetto XVI non affermò mai che il proselitismo è "una solenne sciocchezza", eppure affermò che la laicità dello stato è una cosa positiva, e continuò gli incontri ecumenici di Assisi.

Ciò che accomuna tutti questi papi fu lo spirito del Concilio, interpretato secondo utilità talvolta in senso più largo, talaltra in chiave più letterale. Ma nessuno di essi mise mai - MAI - in dubbio la validità di quell'assise, né rettificò le deviazioni che essa veicolò, né osò mai mettere in dubbio l'ecumenismo. Tutti furono, ciascuno nella propria epoca, dei rivoluzionari. E se qualche concessione fu accordata alla Tradizione, essa rimase ciononostante una rara avis, un'eccezione alla norma invalsa e mai contestata. Al punto che lo stesso Motu Proprio con cui venne "liberalizzata" la Liturgia Cattolica si limitò ad affiancarla, come forma straordinaria alla prassi del rito riformato, e di fatto - lungi dal liberalizzare effettivamente il venerando rito preconciliare, alla prova dei fatti ottenne la mera esecuzione del precedente Indulto di Giovanni Paolo II: una chiesa per città (a malapena) in cui confinare quanti volevano quella liturgia. Che ne è dell'insegnamento della liturgia tridentina nei Seminari, tanto per fare un esempio? che ne è del diritto di tutti i sacerdoti - secolari e regolari - di celebrare liberamente secondo il Messale di Giovanni XXIII?

Anche Bergoglio, nonostante la sua vistosa insofferenza verso la dignità e la sacralità dei riti, concede riserve indiane ai pochi tradizionalisti. Ma non si sentirà mai da un pulpito delle chiese che si avvalgono del Motu Proprio una sola critica del Vaticano II, una messa in discussione del rito ordinario - che è l'applicazione pedissequa della riforma prima di Lutero e poi di Kranmer - o del laicismo. Et pour cause: l'averli sotto controllo, pur con alcune concessioni, fa di essi dei sudditi riconoscenti, anziché dei soggetti liberi di esprimersi, di criticare e di agire secondo coscienza. Si veda il caso emblematico dei FFI...

Gli unici ancora liberi - quantomeno per ora - sono i membri della Fraternità San Pio X, almeno fino a che non verrà loro offerta un'appetitosa controparte, sia essa una Prelatura personale o un'altra forma di presunta autonomia.

Ecco perché, con o senza mozzetta d'ermellino, Benedetto XVI e Francesco sono perfettamente coerenti con il Concilio e con le sue deviazioni. Finché non si vorrà riconoscere in esso la causa prima di tutte le sciagure attuali, anche l'elezione al Soglio del Card. Burke non cambierebbe nulla della situazione presente, se non forse solo in superficie.

Luisa ha detto...

Beh il dramma che apre la decisione di Benedetto XVI è, a mio unile avviso, che costituisce un precedente ormai banalizzato, avremo un papa, due papi, perchè no tre papi, uno in carica gli altri emeriti o ritirati qualche parte, visto che il loro mandato non può che essere PER SEMPRE, e tutto sarà normale, ci sarà sempre chi giustificherà e anche applaudirà questa svolta che fa del papato un job come un altro a tempo determinato o indeterminato a secondo della volontà del papa in esercizio attivo...ci sarà il papa stanco, quello che è stufo, quello che stimerà di aver compiuto quel che voleva compiere, quello che avrà la nostalgia del suo Paese, quello che non sopporterà più le lotte interne e le opposizioni, ecc. ecc.
Tutto oramai è possibile e questo è, sempre a mio avviso, gravissimo, purtroppo Benedetto XVI ha aperto una porta che avrebbe dovuto restare chiusa.
E non entro nelle polemiche dei sue papi, visto che per me abbiamo sì due papi, uno in preghiera e in esercizio passivo, e l`altro Bergoglio che è il solo papa con tutto il potere nelle mani, nu potere di cui non esita a servirsi.

Anonimo ha detto...

@Luisa

Dov'è che trova nelle Sacre Scritture o nella Tradizione che si possono avere due Pontefici?

Anonimo ha detto...

Bella definizione di Veneziani, che peraltro si schiera, "E' un papa che invece di essere in odore di santità è in odore di pubblicità".....a voi trarne le conclusioni. Restando seri c'è da chiedersi il perché di questa insistenza nel puntualizzare, non voglio ricorrere ai soliti fatimisti, millenaristi, e cassandre dell'ultima ora, ma il 2017 si avvicina a grandi passi e sono convinto che il III segreto di Fatima non sia del tutto palesato, lo stesso Papa Benedetto in Portogallo, nel 2007, disse che sbagliava chi credeva che tutto fosse compiuto, c'è una strana risposta a Seewald nell'ultimo libro, al giornalista che gli chiedeva di rivedersi nel 2017 per il 90° compleanno , lui ha risposto secco "Speriamo di no".....Anonymous.

La piccolezza e' necessaria alla Chiesa ha detto...

In difesa della Fede .
( una preghiera sublime della durata di 41:26')

http://www.stellamatutina.eu/san-bernardo-chiaravalle-2/

Memoráre, o piíssima Virgo María, non esse audìtum a sǽculo, quémquam ad tua curréntem præsìdia, tua implorántem auxìlia, tua peténtem suffrágia, esse derelíctum.
Ego tali animátus confidéntia, ad te, Virgo Vìrginum, Màter, curro, ad te vénio, còram te gémens peccàtor assisto.
Noli, Màter Verbi, verba mea despícere; sed áudi propìtia et exáudi.
Amen.

Anonimo ha detto...

A caccia di Dio
L’uomo contemporaneo può riconoscere il Mistero dai segni visibili. Il bisogno di nuovi profeti
http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2016/11/07/cantagalli-a-caccia-di-dio-libri-teologia-religione___1-v-150619-rubriche_c394.htm

mic ha detto...

Dov'è che trova nelle Sacre Scritture o nella Tradizione che si possono avere due Pontefici?

C'è un problema di cui prendere atto: diverse (oggi fin troppe) innovazioni non si trovano né nelle Sacre Scritture né nella Tradizione, ma risultano applicate e inverate attraverso una prassi che ha trasformato la tradizione in senso storicista e la lega soggettivamente alle tendenze dei vari momenti storici anziché all'oggettività della Rivelazione.

Finché non se ne prende atto, non si potrà interrompere la 'pastorale' anomala ed inedita o mettere in campo la sana 'pastorale' alternativa e il problema non potrà trovare soluzione.

Anonimo ha detto...

E diventato ormai insopportabile leggere dichiarazioni sempre più confuse, che lasciano più domande che certezze su due papi, un papa, papa sì , papa no! Nessuno che spieghi chiaramente cosa sta succedendo. Le interpretazioni si sprecano ma qui non stiamo giocando, sono in ballo questioni vitali.
Viene voglia di chiudersi in un eremo ad aspettare che Dio decida di intervenire. Interverrà di sicuro, non posso credere che ci lasci in questa melma. Spero solo che lo faccia presto.

Anonimo ha detto...

@mic

Si, ma la interpretazione storicista non può arrivare fino al punto di dire che nella Chiesa vi possono essere due Pontefici, perchè questa non è "interpretazione storicista", questa è semplice e chiara contraddizione al volere di Cristo in merito al Suo unico Vicario.

pinco ha detto...


Riprendo da Mic:

"C'è un problema di cui prendere atto : diverse (oggi fin troppe ) innovazioni non si trovano né nelle Sacre Scritture né nella Tradizione, ma risultano applicate e inverate attraverso una prassi che ha trasformato....."

Questa prassi è seguita alla " TATTICA DI ADOTTARE IL METODO DISCORSIVO IN CONTRAPPOSIZIONE ALLE PRPOSIZIONI DOGMATICHE DI AFFERMAZIONE O DI CONDANNA."

Tattiche studiate da alcuni vescovi e teologi tedeschi (tra cui Ratzinger ) appena dopo l'apertura del concilio per vanificare gli schemi della Commissione teologica.

Anonimo ha detto...

Sarò tonto, ma continuo a non considerare un male lo scisma. Siamo già de facto divisi. Abbiamo già due papi. E detto fuori dai denti i seguaci di Bergoglio perseguitano quelli di Benedetto, basta entrare in parrocchia e vedere chi comanda. a questo punto che facciano tutto quello che gli pare e lascino noi esser cattolici!
MD

mic ha detto...

MD
la Chiesa non è divisa tra seguaci di Bergoglio e seguaci di Ratzinger, è divisa tra modernisti e fedeli.

mic ha detto...

Anonimo 14:47
perchè questa non è "interpretazione storicista", questa è semplice e chiara contraddizione al volere di Cristo in merito al Suo unico Vicario.

Ho forse detto che tutte le interpretazioni storiciste siano conformi al volere di Cristo Signore?
Se dico che è questo il problema, di cosa stiamo parlando, se non del fatto che sia fin troppo possibile uscire dalla Via Maestra?

Stefano78 ha detto...

@Mic
Canonisticamente e teologicamente non esiste la "rinuncia parziale". Dovremmo considerarla "rinuncia" tout court a meno che non emergano altri elementi che non siano indizi ma prove certe fatte valere da chi di dovere...

C'è un problema di cui prendere atto: diverse (oggi fin troppe) innovazioni non si trovano né nelle Sacre Scritture né nella Tradizione, ma risultano applicate e inverate attraverso una prassi che ha trasformato la tradizione in senso storicista

Per punti.

1. Invece esiste. Primo, perchè è stata messa in atto per la prima volta in assoluto da Benedetto XVI, quindi è un "fatto" (ricollegandomi al tuo secondo punto). Poi, perchè ha un fondamento teologico: http://disputationes-theologicae.blogspot.it/2016/06/che-tipo-di-dimissioni-sono-quelle-di.html
Prima don Violi, poi lo studio che ti ho linkato ora, a tacer di altri esponenti laici o religiosi Cattolici, hanno evidenziato un fatto: la rinuncia è possibile a chi ha il potere di attuarla. E chi ha il potere di attuarla, ha il potere anche di dire SE RINUNCIA A TUTTO O A UNA PARTE. Questo è anche parte della logica teologica Tradizionale. Infatti, se dobbiamo usare questa logica, e non possiamo usarne altre, come la Comunità San Gregorio Magno ci ricorda, allora dobbiamo comprendere che Ratzinger non ha rinunciato al Papato, ma alla facoltà di governo. Il motivo per cui l'ha fatto, lo si può dedurre. Non è una ipotesi, non sono discettazioni, non è una probabilità. Ma è una deduzione dai FATTI. Ratzinger è COME GREGORIO VII. L'accostamento è stato fatto VOLUTAMENTE, ed è espresso dal suo segretario in modo UFFICIALE. Ciò che dobbiamo considerare ufficiale, è quello che Ratzinger stesso dichiara UFFICIALMENTE. Sono ufficiali anche le contraddizioni; dichiarazioni a lui attribuite e non smentite. E anche le contraddizioni sono ELEMENTI DI FATTO, che rendono paradossalmente più chiaro il quadro.

Stefano78 ha detto...

2.Continuare a considerare i fatti come irrefutabili, per il solo fatto che sono IMPOSTI e attuati, è accettare anche lo storicismo. E' chiaro che esiste una regia unica per lo sfacelo attuale. E' chiaro pure che sia la stessa che ha prima preparato e poi concluso il Vaticano II. Ed è anche chiaro con NON E' una regia incarnata da una sola figura, o anche più di una. La regia è il Modernismo, sostenuto via via da più figure e gruppi, anche e soprattutto extra-ecclesiali. Massonici e politici. Poi vi è chi, nella Chiesa, ha collaborato a vari livelli e in vari modi. Vi è anche chi, nella Chiesa, ha pensato di poter "imbrigliare" tale marea. E chi, pensandolo, ha operato incautamente. Definire tutti i papati post-conciliari come uguali e unicamente tendenti alla attuazione completa del modernismo, differenziandoli solo a riguardo della "moderazione" o "mimetizzazione", è, l'ho detto più volte, quanto meno superficiale. Quando non palesemente falso. E', a mio avviso, PALESE, che nella Chiesa, durante i pontificati post-conciliari, si sia svolto un combattimento interno. Una chiara lotta intestina. I pontefici non hanno attuato sic et simpliciter l'agenda modernista, e non hanno semplicemente preparato il terreno a ciò che vediamo oggi. Se Ratzinger avesse voluto semplicemente arrivare al tempo attuale, non avrebbe dovuto far altro che ARRIVARCI! Le operazioni di governo a riguardo della critica al Vaticano II, a riguardo della Messa Tradizionale e della Liturgia Tradizionale, a riguardo di Ratisbona, a riguardo della critica al Vaticano II, a riguardo della remissione della scomunica alla SPX, a riguardo di tutta una serie di altri atti, NON HANNO UN SENSO LOGICO MODERNISTICO. E non si possono spiegare sic et simpliciter con la "mimetizzazione" o moderazione. Per distruggere la Tradizione, la Liturgia Tradizionale o la Dottrina Tradizionale, basta IGNORARE, e/o attaccare la Tradizione. Lo si può fare anche "moderatamente" e "mimetizzandosi", ma non "liberalizzandola". A prescindere dai vincoli o i legacci (ovvi) che si inseriscono. Giovanni Paolo II prima (prima di cessare di governare attivamente a causa della malattia), e Ratzinger poi, hanno PALESEMENTE messo in opera una certamente insufficiente e non risolutiva, inversione di tendenza. Questo non consente di definire i loro pontificati sic et simpliciter come "preparazione" di quello attuale. Poi, se si vuole ignorare la realtà, la storia e la cronaca, lo si può fare, facendo una reductio ad unum: Concilio=Modernismo. E' chiaro che il Concilio non ci doveva essere, e che i problemi derivano da quel Concilio. Ma allora si dica chiaramente che NULLA che non CANCELLI il Concilio può essere considerato come valido. E a questo punto si dica anche chiaramente che posizione assumere davanti questa negazione, che si dovrebbe fare in modo netto.

Io credo che la rinuncia di Ratzinger non sia da considerare una valida rinuncia al Papato. Del resto il segretario lo ha detto chiaro: non ha fatto come Celestino. Se non ha fatto come Celestino, non ha rinunciato al papato. Questo risulta LAMPANTE. Se non ha rinunciato al Papato, il VDR non è Papa nel senso pieno che questo termine significa. Egli è un "Super Vescovo", esattamente come descritto dalla analisi della Comunità San Gregorio. E' un "Vescovo con poteri di governo papali". Una specie di "facente funzioni". Di "vicario papale". Il fatto che nessuno abbia alzato il ditino per mettere in discussione tutto queste assurdità, non LE NEGA. Non è perchè nessuno denuncia un fatto, che il fatto cessa di esistere!
Dunque: a mio parere, Ratzinger voleva cambiare rotta. Non ha avuto il polso per farlo e ha costantemente operato sotto minaccia grave. Tale minaccia lo ha portato alla "rinuncia", ovvero alla PRIGIONE. Tale mia affermazione non è frutto di una ipotesi, ma di una lettura consequenziale di fatti PALESI, quindi una deduzione logica.

irina ha detto...

Ma non è neanche così facile: Bergoglio cattivo, Ratzinger buono; nè Bergoglio e Ratzinger modernisti, noi cattolici doc. Magari fosse una delle due ipotesi, non è così. Le anime sono frammentate in loro stesse, dubbi, ipotesi, domande, di certo più nulla; parli con il tradizionalista e di punto in bianco esce il mondano e modernista, parli col modernista ed esce fuori la tradizione mai spenta.E questo in una varietà infinita di possibilità. Le anime sono diventate paludi, acquitrini dove non c'è sicurezza della terra ferma nè di acqua fresca. Questa realtà chiede di essere detta in modo circostanziato e messa sotto il naso dei riformatori.

Anonimo ha detto...

@Stefano78

L'analisi fatta da Stefano78 è molto obiettiva ed è la più completa per comprendere tutto ciò che stà accadendo. Vorrei aggiungere però che nel potere del Pontefice non vi è quello di disgiungere la potestà papale dall'esercizio e ministero di questa potestà ma vi è invece quello di poter disgiungere, questo sì,il Papato dal munus di Vescovo di Roma. Ed è quello infatti ciò che si è verificato con l'atto di rinuncia del 11 febbraio 2013 in cui Il Papa BXVI ha fatto sì una rinuncia, ma non quella del Papato, ma al solo munus di Vescovo di Roma. Ecco quindi spiegato il motivo dell'importantissima affermazione del Segretario il Vescovo Geinswain il quale afferma che non si è trattato della medesima rinuncia di Celestino V. Infatti confrontando gli atti di rinuncia di Celestino V e Benedetto XVI risulta che il primo abdica dal Papato inequivocabilmente, tanto è vero che si allontana da Roma e si sveste delle insegne Pontificie.

Anonimo ha detto...

Ma il Papa è Papa in quanto vescovo di Roma o vescovo di Roma in quanto Papa?

pinco ha detto...


cara Irina,

questa realtà non è necessario metterla sotto il naso dei riformatori perché è quello che volevano!

Cosa andavano a fare nelle loro manfrine con il consiglio ecumenico delle chiese per non dire di altro?

Anonimo ha detto...

No. il Papa non è tale in quanto vescovo di Roma.
ma vescovo di Roma in quanto Papa.

Anonimo ha detto...

@Stefano 19.15

Non basta avere "polso", ci vuole tutto il corpo...
Che, in larga misura, umanamente l'ha mollato (e pure minacciato). Sai che supporto...
Il Capo no, non l'ha mai mollato. E lui, servo inutile e umile operaio, si è fidato.
In fondo siamo noi ad aver fatto del Papa una specie di rambo o a credere un uomo così decisivo.
Non è così, pur restando Papa. Malato e "brutto a vedersi" (Giovanni Paolo II) o "rinunciatario".
Il Modernismo è un problema chiaro almeno dal 1907.
Dio permette certi passaggi. Ma non è uno spettatore della storia. Ci vaglia e ci purifica.
Ecco perchè, alla fine, i conti torneranno.

Anonimo ha detto...

Scusate... io non sono in grado di esprimere alcuna opinione, ma di fare domande. Se Ratzinger è Papa e Bergoglio è Vescovo di Roma: a) perché Bergoglio veste di bianco? b) che valore magisteriale hanno i suoi documenti, fuori dalla diocesi di Roma?

--
Fabrizio Giudici

Rr ha detto...

In pratica, uno è vescovo diRoma, ma si occupa di tutto, fuorché dei Romani, l'altro è papa, ma non si occupa più dei fedeli urbis et orbis. Che sono quindi abbandonati a se stessi, o meglio, direttamente alla Provvidenza. Ed allora che ci stanno entrambi a fare ?

carlo zorzoli ha detto...

Riallaciandomi alle domande più che sensate del sig FABRIZIO io mi stupisco come sia possibile ancora portare avanti il discorso dei due papi:è canonicamente impossibile e anche inconcepibile una tale coesistenza,tanto che la stessa Chiesa di Cristo si trova tuttoggi divisa in cattolici e ortodossi proprio sulla figura dell'unicità della SUCCESIONE PIETRINA e della giusta sottomissione a tale figura perchè voluta da Dio ed illuminata dallo Spirito Santo che ne garantisce l'infallibilità per ciò che concerne fede e morale.Concludendo,uno dei due"papi"non l'è affatto,è un usurpatore di titolo e occupa una posizione non voluta da Dio.Mi dispiace per il sig Socci e per tutti coloro che pensano di cavarsela con dei voli pindarici delle due figure che si compensano...purtroppo essendo evidente che le "dimissioni"di Sua Santità Benedetto XVI sono state un maledetto imbroglio,chi occupa oggi il soglio pontificio
NON E'IN CONTINUITA' CON LA SUCCESSIONE PIETRINA,non ha la garanzia di essere stato eletto sotto la guida dello Spirito Santo e guida una chiesa lontana dal volere di Dio su cui le porte deggi inferi non solo hanno prevalso,ma ne hanno fatto la loro dimora.A ciascun cristiano la scelta:stare con la Verità e sottoporsi al calvario di Cristo o stare con la neochiesa Bergogliana ed esser applauditi dal mondo.Ma attenzione:è in gioco la salvezza della propria anima!!!

Luisa ha detto...

Sarò semplicista o limitatissima ma con queste cervellotiche discussioni mi sembra si rifiuti di vedere una realtà che è sotto i nostri occhi, una realtà, un cambiamento epocale, una novità dirompente ahinoi permessa dalla rinuncia di Benedetto XVI, e cioè che nel futuro avremo un papa attivo, il solo ed unico Successore di Pietro, e la possibilità di averne uno, due o tre...ritirati dall`esercizio attivo ma che sono stati papi e che lo restano ma ad un altro livello, un livello "interiore" perchè sanno di non potere restituire al Signore il mandato ricevuto, e OGGI il solo papa in esercizio con tutti i poteri legati al suo ministero è Jorge Bergoglio.
Quando dico che abbiamo due papi non intendo dire che la chiesa è governata da due papi ma che abbiano IN VITA due papi, uno attivo e l`altro ritirato, situazione anomala e sconvolgente, che apre su altri scenari ancor più inquietanti.
Che ci piaccia o meno, che lo si consideri una calamità per la Chiesa o che lo si idolatri, il papa è argentino e si chiama Jorge Bergoglio.

Anonimo ha detto...

@Luisa

Dire che "abbiamo due papi" è un'eresia e significa negare la Verità di Cristo. Persone che si accaniscono, contro ogni evidenza, ad affermare che Bergoglio è Pontefice è giocoforza che cadano in queste eresie molto pericolose anche per la salvezza eterna.

Luisa ha detto...

"Persone che si accaniscono, contro ogni evidenza, ad affermare che Bergoglio è Pontefice "

!?!
Perchè per lei non lo è?
Allora chi è il papa secondo lei?

E poi devo scrivere in ostrogoto visto che mi si attribuisce un pensiero che non è mio, mi sembra di essere stata abbastanza chiara, negare che la Chiesa ha oggi IN VITA due papi, uno attivo e solo papa, l`altro ritirato, mi sembra essere un negare la realtà, ma vi lascio alle dispute cervellotiche ed equilibrismi mentali sui due papi, credo che ci siano ben altre urgenze nel presente di questa chiesa.

Anonimo ha detto...


@ L'affare si ingrossa, avrebbe detto Petrolini, ovvero "la confusione aumenta"

Aumenta si', da certi interventi qui presenti. Adesso avremmo anche due vescovi di Roma oltre a due Papi, uno attivo e uno...contemplativo. Perche' i sedevacantisti (sempre loro) ci ammorbano con queste discussioni inutili?
Si e' gia' detto piu' volte che non ha senso affermare che Ratzinger non ha rinunciato al papato ma solo alla "potesta' di governo", restando pertanto ancora Papa. La potesta' di governo su tutta la Chiesa e' proprio cio' che costituisce il Papato, in quanto istituzione di origine divina ("pasci le mie pecore", cioe' governale). In quanto sacerdote il Papa ha la potesta' d'ordine, che, nelle sue funzioni essenziali, non e' diversa da quelle di un qualsiasi sacerdote: non e' che un'assoluzione ricevuta in confessione dal Papa valga piu' di quella impartita da un parroco. SE quindi un Papa rinuncia di sua spontanea volonta' alla potesta' di governo su tutta la Chiesa, rinuncia al Papato e, come ha precisato lo stesso Benedetto XVI, lascia la sede vacante, il trono vuoto. Cosa c'e' da discutere? Si potrebbe discutere se ci fossero prove di una sua rinuncia imposta con la forza. Ma non ci sono, non c'e' stata nessuna violenza.
Paragonare poi Benedetto XVI a Gregorio VII e' quasi offensivo per la memoria di quest'ultimo. Un grande lottatore, che avra' fatto anche degli errori, ma che si e' battuto come un leone per la liberta' della Chiesa contro l'abbraccio diventato soffocante e quasi mortale dell'imperatore e dei suoi. Non certo un desistente, come si e', purtroppo, alla fine dimostrato l'insicuro e introverso Ratzinger. A. R.

Stefano78 ha detto...

@Luisa.

Carissima. Io posso comprendere il tuo "rifiuto" a considerare una eventualità diversa da quella che dovrebbe essere: ovvero la rinuncia valida di Benedetto, e l'investitura valida di Francesco. E capisco anche il tuo rifiuto a veder discutere dell'argomento. Ma non capisco la tua reazione e la tua squalificazione del discorso. Il discorso, secondo me, è scarsamente affrontato. Per l'importanza che ha. E se lo hanno affrontato (scarsamente), anche in Vaticano, evidentemente non è nè cervellotico nè bizantino. Lo hanno affrontato anche coloro che sono strettamente deputati a farlo (canonisti). Io non capisco cosa tu possa trovare di cervellotico in questo probabile (direi CERTO, visti i fatti) scenario: Ratzinger, che ha la POtestà Piena pontificale, ha rinunciato ad una parte delle sue attitudine: ha rinunciato a GOVERNARE direttamente e attivamente la Chiesa "di Roma" (su questo c'è un approfondimento importante, ma lo evito). Questo è quanto. Ma questo lo ha detto anche lui. Non è una discettazione cervellotica. Tale "scenario", espresso nella sua Declaratio, quindi più ufficiale di così si muore, rende evidente la situazione successiva: il "successore", succede alla potestà immediata di Governo che è "vacante". E' la sede della diocesi di Roma che è vacante. E per questo, il successore, ha detto in modo corretto che Roma ha il suo Vescovo. Questo Vescovo, è un "vicario" per la parte di governo, che non è più esercitata dal PAPA. Tale è la situazione, abnorme e gravissima, che viviamo. Discuterne, e risolverla, dovrebbe essere il pensiero fisso di tutti. A iniziare di chi ha responsabilità.

@Anonimo 22.31

San Pietro Papa è stato privato della potestà diretta di governo quando è stato arrestato e internato. Ma non per questo ha smesso di essere Papa. La differenza tra questa situazione e quella attuale, sta nella ufficializzazione della impossibilità a proseguire a governare che in questo caso è stata dichiarata dall'interessato. E non subita direttamente e palesemente come nel caso di San Pietro. Del resto se la scelta di Ratzinger fosse stata provocata solo "dall'età anziana", non c'era nulla che lo obbligava moralmente a "stare in croce sul monte"! Che ci stai a fare "in croce sul monte"? Stai in "Pensione" e basta, non in croce sul monte! A maggior ragione se sei una vecchia volpe modernista. Il paragone con Gregorio VII è stato fatto, a prescindere se ti piaccia o no. Ed è stato fatto non a caso. Questo è quanto.

Consiglio di leggere anche questo post di Padre Scalese, che ribadisce quello che dicevo sopra riguardo le "faide" interne alla Chiesa, gestite malamente dai Papi post-conciliari: http://querculanus.blogspot.it/2016/11/revanscismi-ecclesiastici.html

Anonimo ha detto...


@ stefano 78

Ma che risposta e'? Non si capisce niente. A. R.

Stefano78 ha detto...

@AR

La sede "vacante" è quella "di Roma". Il Papa non è Papa perchè Vescovo di Roma ma il contrario. San Pietro apostolo ha avuto la Sede Impedita, non esercitava il ministero "attivo", ma era e rimaneva Papa. Ratzinger è stato paragonato ufficialmente a un Papa IN PRIGIONE. La situazione attuale è di sede impedita. E' PIU' CHIARO?

Anonimo ha detto...


@ Piu' chiaro? Mica tanto

Ma chi e' che puo' paragonare un Papa tranquillamente in pensione, che passa le sue giornate a studiare, meditare e suonare Mozart (se ancora ce la fa, a suonare, poiche'ha quasi 90 anni), a S. Pietro messo in una vera prigione con tanto di catene, catenacci e guardie all'esterno? Se qualcuno lo ha visto come un Papa "in prigione", deve aver inteso la cosa in senso puramente simbolico. E anche in senso puramente simbolico si tratta di cosa del tutto assurda, gia' per il fatto che un Papa che abbia espressamente e liberamente abdicato al potere di governo su tutta la Chiesa, non e' piu' Papa. Se si continua a voler ignorare questo dato elementare, e' inutile continuare a discutere. A. R.