Lasciate che maledica, poiché gliel’ha ordinato il Signore (2 Sam 16, 11).
Le spiegazioni bibliche degli avvenimenti, di primo acchito, possono scandalizzarci. Trascurandone infatti le cause seconde, esse risalgono immediatamente a Dio, al quale attribuiscono tutto ciò che accade. Pur essendo la causa prima di quanto esiste, tuttavia, Egli non è per questo considerato autore del male: sebbene sia origine della libertà delle creature fatte a Sua immagine, non è certo responsabile del loro agire. Eppure anche i fatti negativi, nei disegni dell’eterna Sapienza, sono da Lui ordinati a un bene maggiore; per questo la Sacra Scrittura, omettendone gli agenti naturali, li riconduce a Colui che, pur non potendo volere direttamente atti contrari alla Sua essenza di bene infinito, tuttavia li permette per la realizzazione dei Suoi piani.
Il re Davide stava fuggendo da Gerusalemme a causa della congiura ordita contro di lui da uno dei suoi figli, Assalonne. Mentre, circondato dai prodi e dalla corte, si allontanava precipitosamente a piedi, un uomo della famiglia di Saul si era messo a inveire contro di lui accusandolo ingiustamente della rovina del casato del suo predecessore, il quale, rigettato da Dio, si era accanito a perseguitare l’eletto del Cielo. Quest’ultimo, pur avendo avuto più volte l’opportunità di ucciderlo, lo aveva sempre risparmiato in considerazione della consacrazione regale: il timore di Dio aveva prevalso sull’interesse personale. L’empio Simei, con la sua odiosa recriminazione, si illudeva di interpretare la volontà divina, che stava sì punendo Davide per mano del figlio, ma non per il motivo da lui addotto: in realtà si trattava del castigo preannunciato dal profeta Natan in seguito al gravissimo peccato contro il fedele soldato Uria (cf. 2 Sam 12, 10-11).
Nella sua umiltà, congiunta al rimorso della colpa, Davide redarguisce uno dei suoi ufficiali, che si è fatto avanti per uccidere Simei, e lascia che quell’uomo continui a maledirlo come un inviato del Signore. L’antenato del Messia non dubitava affatto della fedeltà di Dio alle Sue promesse, che garantivano una discendenza regale e un regno imperituro (cf. 2 Sam 7, 12-16); era quindi certo di un prossimo ristabilimento, ma accettava in pari tempo la necessaria purificazione. In modo analogo il Cristo accetterà la Passione e il momentaneo trionfo dei Suoi nemici: «Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre» (Lc 22, 53). Proprio quell’ora doveva compiersi per la redenzione del genere umano: la responsabilità morale di chi commise il peggiore delitto della storia resta intatta, ma, per la smisurata misericordia del Padre, esso fu il fulcro del piano di salvezza universale. Questo non tolse nulla alla drammaticità di quell’evento, ma gli conferì il valore del supremo atto d’amore mai realizzatosi al mondo.
Anche Gesù, al momento dell’arresto, rimproverò san Pietro di aver usato una violenza inopportuna (cf. Mt 26, 51-54; Gv 18, 10-11): il Salvatore doveva bere il calice dell’ingiusta condanna così da adempiere le Scritture; Egli sapeva bene di dover cadere in terra come il chicco di grano che rinasce moltiplicato (cf. Gv 12, 24). L’ardore della Roccia andava purificato e differito: una volta passato nel crogiuolo del pentimento e riacceso dallo Spirito Santo, si sarebbe manifestato nel giorno di Pentecoste, completamente trasformato. Mosso invece da una passione umana, per quanto sincera, quello stesso ardore avrebbe spinto l’Apostolo alla catastrofe; chi avrebbe poi guidato la Chiesa nascente? Ecco allora perché, in qualsiasi battaglia apostolica condotta dai cristiani, è indispensabile ricorrere alla saggezza e alla moderazione di una Madre: non per spuntare le armi, ma per avere il tempo di affilarle bene in attesa di usarle al momento opportuno.
Quell’ora di tenebre vissuta individualmente dal Capo è ormai arrivata per il resto del Corpo: le condizioni della Chiesa terrena, umanamente parlando, sono disperate. Accanirsi a urlare anatemi scagliando pietre può risultare, a questo punto, non solo inutile, ma anche dannoso, se non altro a chi, in questo modo, si rovina la salute – non certo a chi finge di non sentir nulla e reagisce a qualsiasi obiezione come un muro di gomma. Non diciamo questo perché ci siano pervenute delle minacce, bensì perché riconosciamo che il disegno divino comprende anche questa fase: «Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici!”» (2 Sam 16, 10). Chi dice male dell’unico Salvatore (e di chi Gli è fedele) coopera in realtà, suo malgrado, alla realizzazione di quel piano a cui cerca di opporsi. Se la situazione sta precipitando, è perché Dio accelera gli eventi in risposta alle preghiere dei giusti. Con questa certezza, evitiamo di farci risucchiare dal vortice nel tentativo impossibile di fermare la sua furia travolgente.
Dobbiamo forse rimanere allora a guardare con le braccia in grembo lo sfacelo che avanza? No: chi ha compiuto in modo irrevocabile la sua scelta di campo deve tenersi pronto come un soldato tra i ranghi di un esercito schierato in battaglia in attesa dell’ordine di attacco. Come ci si mantiene, nel nostro caso, all’erta e atti al combattimento? Con la preghiera e la penitenza: tanti rosari, veglie, digiuni e mortificazioni. Non lasciamoci consumare dallo sdegno e dalla riprovazione, per quanto giusti e doverosi: guardiamo oltre le tenebre e prepariamoci alla riscossa. Se molti ministri di Dio, a cominciare dal primo, delirano come folli e profanano le cose più sante, benedicendo abominevoli “unioni” tra pervertiti o recitando una parodia di unità fra cristiani, distogliamone lo sguardo con compassione e timore, pensando al terribile castigo che li attende, qualora non si ravvedano, e chiedendo la forza di superare la prova che ci sta dinanzi. Non permettiamo al male di guastare anche chi lo rifiuta.
Non potendo fermare l’invasione napoleonica, i Russi subirono dapprima ripetute sconfitte e lasciarono che l’immane esercito nemico giungesse fino a Mosca, evacuata e sprovvista del necessario per mantenerlo; poi ci pensò l’inverno. Una volta costretto l’imbattibile aggressore a una disastrosa ritirata, l’attaccarono ed ebbero ragione di lui, provocandone il declino. L’imponente cattedrale del Santissimo Salvatore, eretta a memoria e ringraziamento dell’evento, poi abbattuta dai sovietici nel 1931, è di recente risorta identica nello stesso luogo. Tutti i nemici di Dio sono destinati alla sconfitta e all’esecrazione dei posteri – ben poca cosa rispetto alla dannazione eterna, che rischia chi non si vuol convertire. Napoleone morì infine con i sacramenti; il trionfo della grazia fu completo. Oggi c’è invece chi abusa di essi con una falsa fiducia: motivo di più per pregare per lui, specie se parente o amico. Quando, inatteso, arriverà l’inverno del castigo, bisognerà tendere la mano a quanti si ravvedranno in extremis: anche per questo chiediamo al Cuore immacolato della Madre di comunicarci i giusti sentimenti, insegnandoci ciò che piace al Figlio.
42 commenti:
Articolo ispiratissimo! Grazie!
San Carlo (il controriformatore del quale ieri era la festa) consigliava di tenere tra le mani il crocifisso e di contemplarlo. Il cristianesimo è comunione con quel sacrificio.
L'attuale marketing cerca di presentarne solo il binomio "gioia&misericordia" ritenendo sconveniente l'indistinguibile corollario di "dolore&giustizia"...
PS il virus influenzale proveniente quest'anno dal vaticano è particolarmente attivo verso i portatori sani di catechismo... Per chi si esponga incautamente non c'è misericordia, persino per Padre Livio, che pure aveva "bonificato" la sua radio di tante voci scomode...
Bec(t)ciu!
Salute!
Grazie a don Elia per quello che ci svela e suggerisce. E di grande sollievo, conforto e incoraggiamento......Dio la Benedica sempre....
Sono d'accordo su un salutare distacco emotivo che però non deve far venir meno la condivisione dei nostri crucci come si fa qui. Da aggiungere ad un rinsaldamento dei rapporti tra chi è rimasto fedele al cattolicesimo dei millenni e ad aiuto concreto che va dato a chi resiste e distolto dai dissolutori conformi al Potere del Mondo.
Miles
Memoráre, o piíssima Virgo María,
non esse auditum a sǽculo,
quemquam ad tua curréntem præsidia,
tua implorántem auxilia,
tua peténtem suffrágia, esse derelíctum.
Ego tali animátus confidéntia, ad te,
Virgo Virginum, Mater, curro, ad te vénio,
coram te gemens peccator assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despícere;
sed áudi propitia et exáudi.
Amen.
@ Sant'Atanasio non "distolse lo sguardo" e Giona poi fece il suo dovere
Di fronte all'eresia ariana che dilagava nella Chiesa con la complicita' piu' o meno consapevole del Papa regnante, sant'Atanasio che fece, "distolse lo sguardo" pensanso al castigo che sarebbe sopravvenuto, concentrandosi nella preghiera e nelle mortificazioni?
Certamente, continuo' a pregare come prima ed anzi piu' di prima ma cio' non gli impedi' di prendere posizione pubblica e motivata contro l'errore dilagante, tanto da esser scomunicato due volte, se non erro. E le scomuniche giustamente gli fecero un baffo, come si suol dire. Il grande difensore della fede non si sottrasse al dibattito dottrinale, anzi, ci si getto' a capofitto. Forse, anche per questo suo coraggio nella controversia, per altro indispensabile, Dio premio' alla fine la sua azione con la vittoria, cioe' con il ritorno della Gerarchia alla vera fede.
Vorremmo tutti un S. Atanasio, di questo ha bisogno oggi la Chiesa, non di incitamenti a rinchiudersi in conventicole dedite alla preghiera e alle mortificazioni, che restino mute sulle ragioni della crisi della Chiesa, in attesa dell'ora del (supposto) intervento divino che rimettera' le cose a posto, con un castigo apocalittico. (Chi ragiona cosi' e magari attende con impazienza il castigo supposto liberatore a mio avviso non sa quello che fa).
E se non basta l'esempio di S.Atanasio pensiamo a quello del profeta Giona. All'inizio non voleva ma poi ando' a predicare agli abitanti di Ninive, che si convertirono salvandosi dal castigo preparato per loro. Non e' il momento della conventicola ma della predicazione pubblica contro l'errore, della controversia argomentata in difesa della vera fede. PP
Grazie don elia
Caro PP,
sono perfettamente d'accordo sulla necessità della predicazione pubblica, oltre che della preghiera e dell'offerta. Non penso che don Elia la escluda, ma che la sottoponga ad un vaglio di prudente discernimento per non bruciarsi le opportunità che non possono essere estemporanee, pena l'inefficacia. Questo, ovviamente, dal nostro punto di vista di laici non indifferenti guidati da sacerdoti non sviati.
Di fatto ci aspetteremmo interventi eclatanti e certamente più efficaci per la risonanza pubblica, ma anche per l'impatto di autorevolezza, da parte dei nostri pastori di riferimento, i quali tuttavia non mancano di parlar chiaro in diverse occasioni rese pubbliche dai canali mediatici: sia il card. Burke che mons. Schneider non hanno mancato di esprimersi sulle storture del pontificato attuale, compreso il recente scempio di Lund.
Il canale mediatico ovviamente raggiunge solo chi vuol ascoltare, anche con l'aiuto dato da chi come noi ci mette l'impegno e la buona volontà di tradurre dalle fonti estere e purtroppo non incide in alcun modo su chi non se ne cura se non per sferzare.
C'è da dire che non sono mancati anche documentati interventi collettivi di un certo spessore. Ma purtroppo essi vengono ignorati e così silenziati e destinati a quella inesorabile damnatio mamoriae che ha accomunato tutti i teologi e studiosi sia chierici che laici che hanno dato i loro articolati contributi critici e propositivi nel corso degli ultimi 50 e passa anni.
A questo punto continuiamo nella nostra "resistenza" prudente, ma non passiva, intensificando la preghiera e preparando il nostro prossimo incontro orante e formativo del quale abbiamo lanciato le basi il 4 giugno a San Pietro e il 22 ottobre a San Clemente al Laterano, iniziando con la celebrazione di una indimenticabile Santa Messa (e relativa toccante omelia che presto pubblicherò insieme ad altri dettagli) dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Aggiungo che se ci saranno altri sacerdoti che ci accompagneranno spiritualmente nell'atteggiamento di preghiera suggerito da don Elia - che sostanzialmente aiuta ad uscire da un possibile zelo amaro o a dimenticare che siamo servi inutili - e offriranno sull'Altare il Santo Sacrificio per le nostre intenzioni di "rimanere" nel Signore per fare la Sua volontà, l'efficacia non sarà quella che noi ci aspettiamo ma quella che il Signore vorrà.
Il dolore è domanda.
Accettare il dolore è accettare di domandare che attraverso di esso cresca l'identificazione a Cristo, il Tu che muore per risorgere.
Muore per essere la singolare consistenza di tutte le cose.
Il dolore è stare con Lui, nascosti, alla radice dell'essere.
Per portare l'obbrobrio del mondo dentro una culla di speranza.
Perché di noi abbia pietà.
(Franca Negri)
Cara Mic,
Grazie della gentile risposta. Il mio intervento era dettato da un'impressione non limitata all'articolo di don Elia, l'impressione che si stesse diffondendo una tendenza a gettare acqua sul fuoco, per cosi' dire: tutti questi inviti alla preghiera, all'umilta' e a non metter bocca nelle spinose questioni dottrinali connesse all'attuale crisi della Chiesa. Non metter bocca per lasciarle risolvere a chi, ai teologi che ci hanno portato all'attuale situazione? Ai prelati con la bocca cucita a doppia mandata? La prudenza e' ottima cosa e va bene, ci mancherebbe. E' un fatto, tuttavia, che a forza di una "prudenza" mal riposta in tutti questi anni, passo dopo passo, si e' arrivati alla presente disastrosa situazione.
La colpa principale e' del sacerdozio, sbaglierebbe tuttavia chi ritenesse il laicato totalmente innocente. Questa e'almeno la mia opinione e ti ringrazio per ospitarla nel tuo blog. In corde Mariae, PP (Paolo Pasqualucci)
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/sisma_colpa_delle_unioni_civili_vaticano_radio_maria_vergognosa-2062212.html
Corrispondenza romana › Terremoti e castighi divini .
A me sembra che qui ci sia un invito a tornare a Dio , alla conversione e alla penitenza...
"Come un'aquila che desta la sua nidiata,
volteggia sopra i suoi piccini,
spiega le sue ali, li prende
e li porta sulle penne." (Deuteronomio 32:11)
Oggi ho respirato aria pura grazie al suo discorso parenetico.
Questa la sintesi che ho incorniciato: Nell'ora di tenebre, raccolti in luoghi sicuri (es. questo Blog) tutti noi che abbiamo compiuto in modo irrevocabile questa scelta di campo manteniamoci all’erta e atti al combattimento con la preghiera, la penitenza e la parenesi. Ognuno sia pronto, come un soldato tra i ranghi di un esercito schierato in battaglia, a combattere appena sia lanciato l’ordine di attacco. Nel tempo di attesa affiliamo bene le armi.
Concordo:
E' un fatto, tuttavia, che a forza di una "prudenza" mal riposta in tutti questi anni, passo dopo passo, si e' arrivati alla presente disastrosa situazione.
La colpa principale e' del sacerdozio, sbaglierebbe tuttavia chi ritenesse il laicato totalmente innocente. Questa e'almeno la mia opinione e ti ringrazio per ospitarla nel tuo blog. In corde Mariae, PP (Paolo Pasqualucci)
Grazie a te per i tuoi sempre preziosi contributi e riflessioni ulteriori.
Sono anch`io assai perplessa su questi inviti rivolti ai laici, inviti più o meno diretti o suggeriti ad una prudenza silenziosa da parte di sacerdoti dai quali mi aspetterei piuttosto un sostegno e un incoraggiamento ai laici che si esprimono sulla grave crisi che la Chiesa sta attraversando, crisi che chi parla e molto, e ha tutte le tribune a sua disposizione, vede al contrario come una nuova primavera della chiesa... della chiesa della misericordia, della tenerezza, di "Francesco", ecc. ecc.
A proposito della chiesa della misericordia, della tenerezza, la "chiesa di Francesco" insomma, ecco i fatti, padre Cavalcoli gettato fuori da Radio Maria in obbedienza a quella misericordia tutta Bergoglio-conforme:
https://www.avvenire.it/attualita/Pagine/radio-maria-smentisce-le-frasi-su-sisma-e-giudizio-divino
Non credo che le due cose siano in contraddizione. Personalmente, faccio mio il punto di Pasqualucci e Luisa: mi sento sempre più spinto a parlare e pubblicamente, per il milionesimo che posso contare, essendo un fedele e basta. Ma non trovo contraddizioni con il post di Don Elia, il quale semmai ci fa presente che la situazione - se deve compararsi alla Passione di Cristo - non vedrà inversioni di tendenza se non quando il Padreterno avrà deciso che i tempi sono compiuti. Inoltre mic ha ragione quando parla di fare attenzione agli "sprechi". Pensate ad un esercito in battaglia: non si butta tutto intero nello stesso momento contro il nemico e con le stesse armi. Ci sono certi in prima linea che, probabilmente, sono destinati ad essere sacrificati (pensate a come avvenivano le battaglie sul campo quando i soldati avevano armi che sparavano un solo proiettile, richiedendo una lunga ricarica); eppure danno il loro contributo. Le seconde file, se si sacrificassero nello stesso momento, non potrebbero intervenire successivamente.
--
Fabrizio Giudici
Ancora su Radio Maria e Padre Cavalcoli, l`ultima persona non grata su quelle antenna, ancora sul clima dittatoriale che pesa su questa chiesa sedicente misericordiosa, diktat presentati così:
"«Radio Maria deve correggere i toni del suo linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato"
Lo sapevate che Cavalcoli è un ultrareazionario?
Sapete che Oltretevere si domandano chi gli hanno dato un microfono?
Quanto è bella e luminosa e trasparente questa chiesa della tenerezza!
http://ilsismografo.blogspot.ch/2016/11/italia-l-ira-del-vaticano-da-radio.html
Resta solo che il vaticano,dopo averlo tolto nelle esequie, non proibisca anche nei concerti il dies irae, perché non in linea con la misericordia di Francesco e con il comune linguaggio dell'ecclesialese!!
http://www.radiospada.org/2016/10/guelfismo-nero-tre-anni-di-una-casa-editrice-cattolica/comment-page-1/#comment-32839
SULL'AVVENTURA CAVALCOLI FANZAGA NE PARLA IL TG IERI E OGGI.... si è rotta l'omertà giornalistica? Il terremoto fa effetto?
Una volta tanto che Padre Cavalcoli dice una cosa giusta, perchè su altre "tematiche" di fede è meglio stendere un velo pietoso, Radio Maria ed il Vaticano lo silurano. Faccio inoltre notare che sempre il suddetto Padre è uno tra i più assidui difensori di Bergoglio, nonostate si arrampichi sui vetri per difendere l'indifendibile.
"Faccio inoltre notare che sempre il suddetto Padre è uno tra i più assidui difensori di Bergoglio, nonostate si arrampichi sui vetri per difendere l'indifendibile."
Sì, lo sappiamo. Ma si vaglia ciò che c'è di buono e in questo caso il padre ha ripetuto la sana dottrina, e merita il sostegno. Inoltre, proprio il fatto che si sparino bordate così pesanti su uno che non può essere certo indicato come "oppositore" di Bergoglio è un argomento molto forte che abbiamo per persuadere i dubbiosi di quale piega hanno preso le cose Oltretevere.
Padre Cavalcoli ha anche scritto critiche molto ben documentate e circostanziate sui modernisti, sulla deriva dei gesuiti, su Rahner, Schillebeeckx, eccetera.
Può essere che queste nuove persecuzioni servano anche a serrare i nostri ranghi: non lasciamoci sfuggire l'occasione.
--
Fabrizio Giudici
anche il TG3 delle 14 ha parlato del fatto di P.Cavalcoli e di Radio Maria.
Forse i media si stanno svegliando; forse hanno capito che così non può andare più.
Forse hanno capito la frase sui migranti, dove bergoglio (forse) ha capito che è arrivato al capolinea, che la gente non è proprio come pensa lui, è stanca di sentire in ogni momento lo stesso tiritera e forse ora è anche impaurita del troppo.
Una volta tanto che Padre Cavalcoli dice una cosa giusta, perchè su altre "tematiche" di fede è meglio stendere un velo pietoso, Radio Maria ed il Vaticano lo silurano
Anche fondamentalisti islamici silurano i loro correligionari cosiddetti moderati, anzi, se la prendono dapprima con loro.
A Winterthur un imam è stato arrestato per aver predicato di uccidere gli islamici moderati.
L'intervento del sig. Pasqualucci è da incorniciare e da affiggere nelle bacheche delle chiese.
Questo stato di "eccesso di prudenza" ha tre origini diverse:
- davvero c'è gente (anche laica) che sacrificando la propria vita nella preghiera ottiene grazie e riparazioni presso Dio ed è coerente con la propria missione;
- la seconda categoria è quella che con il mantra della preghiera trova ogni scusa per non esporsi mai in prima persona e demotivare anche tanti altri fedeli, più o meno usando la stessa tattica dei peccatori che per invidia e mal comune, trascinano anche il prossimo nel vizio;
- poi ci sono i subdoli fedeli aziendalisti che adattano la dottrina e il catechismo ai desideri del loro datore di lavoro per mantenere la propria visibilità e il proprio centro di potere.
Mi sembra di ricordare che durante la battaglia di Lepanto i marinai cristiani pregassero il S. Rosario ma non abbiano mai smesso di vogare!
Padre Cavalcoli è, sostanzialmente, un progressista moderato, conciliatorista e papista. Ma sul tema in questione ha perfettamente ragione. Che Domine Iddio possa punirci per i nostri peccati anche quaggiù è verità di fede. E che le oscene leggi pro-sodomiti siano un peccato sociale è evidente a tutti. Quindi non è affatto da escludere il rapporto peccato-punizione adombrato da Cavalcoli. Qualche anno fa, anche il bravo de Mattei aveva avanzato una tesi analoga.
Padre Fanzaga ha ancora una volta dimostrato la sua miseria intellettuale e la sua viltà: noi non ci dimentichiamo delle sue ignobili censure a Palmaro, Gnocchi, de Mattei, Barra e altri. Radio Maria è ormai un organo ultra-modernista. Ignoriamolo, non ascoltiamolo, boicottiamolo, scoraggiamo l'ascolto da parte di chi conosciamo.
E le violentissime condanne del vaticano nei confronti di Cavalcoli dimostrano quanto miserrimo sia ormai il rispetto della Dottrina e della Verità cristiana da parte da chi dovrebbe difenderle.
Infine, un'ultima considerazione: la Chiesa tollera al suo interno ogni espressione eretica, ogni pensiero socialmente malvagio: l'immigrazionismo, il pacifismo, l'antirazzismo, l'omosessualismo, il genderismo, il socialismo, il pauperismo, il democraticismo, l'egualitarismo. Ma se qualcuno si azzarda a parlare richiamandosi alla teologia della storia, alla dottrina di sempre, a una Provvidenza "retributiva", ecco che la ferocia modernista dell'ormai invasato e indemoniato vaticano si scatena con violenza stalinista.
Ormai, credo che ciò che primariamente e prioritariamente serva a certi prelati vaticani o a responsabili di organizzazioni come Radio Maria sia un esorcismo, seguito da una lettura obbligatoria del Quanta Cura - Sillabo di Pio IX e del Catechismo di San Pio X.
Parole sante quelle di don Elia.
E' cosa giusta temere i castighi divini, secondo il Timor di Dio, visto che anche Gesù dice: "Se non vi convertirete perirete tutti",
...e l'atto di Dolore costoro non lo ricordano ? "Mio Dio mi pento....perchè PECCANDO ho meritato i tuoi castighi..."
Radio Maria dunque subisce l'anatema (ironia dei nostri tempi) dai prelati catto-buonisti del Vaticano, sol perchè padre Cavalcoli si è permesso di ribadire (come fece già il prof. De Mattei) che i terremoti sono castighi divini per i nostri peccati, specialmente oggi per le scandalose nuove leggi che approvano le unioni civili.
v. Repubblica:
Dura presa di posizione della segreteria di Stato dopo le affermazioni andate in onda che parlavano del sisma come "castigo divino" per le unioni civili:
"Chiediamo perdono" è una affermazione pagana, non cristiana. [!!] L'emittente corregga i toni del suo linguaggio e si conformi di più al Vangelo". Ma il conduttore radiofonico conferma tutto evoca "Sodoma e Gommora" e ribatte: "Ripassi il catechismo"!
http://www.repubblica.it/cronaca/2016/11/04/news/terremoto_radio_maria_vaticano-151323845/
e ancora:
reazioni indignate del vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili che le ha bollate come "scempiaggini blasfeme".
e del vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, che ha preso posizione con un post su Facebook intitolato: "Non nominare il nome di Dio invano".
Cioè ricordando Sodoma e Gomorra p. Cavalcoli avrebbe detto blasfemie ?!?
questi sciagurati pastori mistificatori vogliono farsi un Vangelo indulgente con tutti i peccati anche gravissimi (loro e nostri)!
cioè secondo loro l'Atto di dolore sarebbe pagano ?
Questa sembra la riprova di come la gramigna sia così proliferata , tanto da cercare di soffocare anche qualche sparuta buona spiga . Nella reazione della radio forse si ravvisa qualche elemento di paura , di pavidita' ( e' esterno , parla a suo titolo ) oppure e' solo piuccheprudenza affinche' la Radio Maria continui la sua opera ? Se anche fossero azzerati i vertici della radio sicuramente il Vaticano provvederebbe con altri responsabili , dunque leggano /iamo in questo fatto l' occasione per scandagliare la propria coscienza : e' FEDELE a Dio , amministra le Sue anime , pascola le Sue pecorelle , oppure si e' persa nell'erba alta , tra gli altri pascoli ? E' il momento opportuno per le buone spighe di rispolverare i NOVISSIMI , anzi , acquistiamo quelli di Padre Stefano Maria Manelli e regaliamone a piu' parrocchie :
Casa Mariana Editrice
Via Piano della Croce , 6
83040 Frigento (AV)
tel./fax 0825 - 444415
Bellissimo articolo di don Elia, linea che ho sempre condiviso.
Sbaglia chi confonde la prudenza con la vigliaccheria, e di grosso.
Innanzitutto, recitare Rosari, fare veglie e digiuni non è vigliaccheria, ma la vera arma del cristiano, e un arma potente.
Poi, basti pensare che Gesù stesso ha comandato agli apostoli di essere prudenti e accorti, che non significava rinunciare alla predicazione e ai grossi rischi che comportava, ovviamente.
Così don Elia, conforme all'insegnamento della Chiesa, non ci sta incitando a chiuderci in noi stessi, ma ad evitare scontri inutili che, talvolta, sono addirittura
controproducenti e STERILI.
L'ho provato in prima persona con parenti e conoscenti in stato di avanzata metastasi modernista, che piu' ci discuti e più rimangono rinsaldati nelle loro eresie, difendendole all'inverosimile.
Ormai conoscono la mia posizione, se capita la ribadisco con poche parole, caustico, ma non vado oltre, perché peggiorerei la loro già compromessa spiritualità.
Quindi, preghiere e digiuni, gioia di vivere da cristiano, poche e centrate parole sfuggendo polemiche inutili.
A maggior ragione un Sacerdote, che pur non nascondendo la sua posizione contraria alla new age bergogliana, pur scrivendo e agendo nel suo ambito, senza nascondersi, deve evitare di finire sospeso e non poter più amministrare.
Pensate che non sarebbero capaci di sospendere un sacerdote troppo fastidioso?
Non basta l'esempio di Radio Maria?
Quindi è piu' intelligente operare allo scoperto, senza timori ma senza dare pretesti al nemico.
Come osservato da Maria, non mancano voci critiche tra i cardinali, non dimentichiamo il documento dei 45, e sono convinto che stiano adottando la linea di don Elia.
Lotta prudente e intelligente, preghiera intensa e costante.
"Ormai, credo che ciò che primariamente e prioritariamente serva a certi prelati vaticani o a responsabili di organizzazioni come Radio Maria sia un esorcismo...."
Condivido in pieno con Silente (anche sul resto dell'intervento).
Ma servirebbe un battaglione di esorcisti in piazza San Pietro, perche' il numero dei prelati bisognosi di esorcismo credo sia molto elevato.
Purtroppo sappiamo che gli esorcisti sono pochissimi, perché uno dei settori in cui si tocca con mano 'la grande apostasia' è proprio l'esistenza del diavolo.
La maggior parte dei vescovi non ci crede, ma sono loro, se non sbaglio, ad avere il potere di formare e nominare gli esorcisti.
Quindi questa categoria di importantissimi sacerdoti e' quasi estinta perché e' apertamente ostacolata.
Non vanno più di moda, fanno parte della Chiesa pre-conciliare, non sono più trendy, non piacciono alla gente e ai prelati che adorano la gente.
Stessa considerazione per chi osa parlare di punizione divina, che deve pentirsi e chiedere scusa a tutti, soprattutto terremotati e gay.
A proposito di omosessualità, ecco l'effetto Bergoglio, che per le suore lesbiche che si sono sposate.
http://www.repubblica.it/cronaca/2016/10/07/news/suore_spose_papa-149301485/
"Il nostro amore - hanno confidato nell'intervista - è un dono di Dio: nessuno può impedirlo".
"Ci siamo sentite sole, di più, abbandonate. Ma qualche consorella ci ha incoraggiato: 'Se avessi la vostra età lo farei anch'io'".
Ma chi ha dato loro questo coraggio?
"nell'intervista, infatti, avevano chiamato in causa Papa Francesco, confidando nella sua comprensione. "Il Papa ha detto: 'Chi sono io per giudicare?'. Ecco: nessuno dovrebbe permettersi di giudicare. Quella frase ci ha aperto il cuore", avevano sottolineato con speranza le due spose."
E invece mons Becciu dice che il papa "si è pure tanto rattristato"
P.Amorth affermò anni fa che gli esorcista in Vaticano non li volevano già da tempo per non inquietare i demoni che l'avevano invaso!
Quanto alla prudenza: è una virtù e occorre pregare per ben conservarla ma l'inerzia e chiudersi dentro le mura di casa o della propria parrocchia quando bisogna agire o perlomeno non tacere, resta una grave inerzia allo stato puro di matrice protestante!
Sarebbe questo il tempo della prudenza?
mah !!!
A dire il vero finora non ho mai visto neppure la minima parvenza di temerarietà da parte degli alti prelati che vestono la porpora.
Il massimo che ho constatato è la proclamazione della verità cattolica in un certo contesto di errore, detta in modo che si capisse a chi ci si riferisse, ma sempre facendo bene attenzione a non nominarne l'autore.
Un po' come quando si denuncia il terrorismo guardandosi bene dall'aggiungere l'aggettivo qualificativo "islamico".
Se S.Atanasio fosse stato anzitutto prudente che ne sarebbe stato?
Se S.Paolo, invece di rivolgersi frontalmente a Pietro, avesse solo affermato i principi giusti su come comportarsi verso i gentili, cosa sarebbe passato?
Hanno forse temuto lo scisma? Non avrebbero potuto ragionevolmente temerlo?
Certo, ognuno deve saggiamente valutare nella sua esperienza personale e nelle sue varie evenienze cosa sia più opportuno fare, ma a livello ecclesiale globale non penso si possa affermare che questo sia il tempo della prudenza privilegiando la pratiche pie a discapito dell'azione. E questo soprattutto da parte di chi si assunse l'impegno di imporporar la porpora col proprio sangue.
Scusate, senza presunzione, ma io m'aspetto qualcosa in più da dei cardinali.
Non basta ancora quanto è successo finora?
Sacramenti compromessi, l'ok alla "giustificazione" luterana... cosa attendono?
Che, con buona pace di don Curzio, Bergoglio dica ex cathedra che non esiste più la cathedra?
Segnalo,
"PAPA E MIGRANTI: IL DOPPIO AVVITAMENTO DI 'SISMOGRAFO' e 'AVVENIRE'"
http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/640-papa-e-migranti-il-doppio-avvitamento-di-sismografo-e-avvenire.html
Ma non è finita, perchè anche i Domenicani, che la teologia la conoscono, scaricano il loro confratello.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dalli-al-padre-cavalcoli-17939.htm
Beh , desidero manifestare la mia vicinanza a Padre Cavalcoli e ringraziarlo per averci ricordato di ripassare il Catechismo della Chiesa Cattolica .
Caro PP,
Un'altro avvenimento storico che se somiglia alla situazione attuale è quello accaduto nel tempo del proprio profeta Elia. In quello tempo Israele aveva caduto nell'idolatria e il profeta che gli aveva combatutto al punto di sfidare e sconfiggere i profeti di Baal, fugge della cativa regina Gezabele (che voleva ucciderlo dopo la sconfitta dei suoi profeti) e trova rifugio in una caverna dove dice al Signore:
"Ardo di tanto zelo per il Signore, Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato la tua alleanza, hanno distrutto i tuoi altari e ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo, eppure essi cercano di togliermi la vita". 1 Re 19, 10
La situazione era così grave che Lei pensava di essere l'unico fedele a Dio che aveva rimasto dell'alleanza di Dio fatta con Israele. Però, Dio gli dice:
"Io poi mi serberò in Israele settemila uomini: tutte le ginocchia che non si sono piegate davanti a Baal e tutte le bocche che non lo hanno baciato". 1 Re 19, 18
Se può pensare che queste settemila uomini pregavano in quanto il profeta compia la sua missione. Quindi, la posizione di coloro che pregano e di coloro che agiscono, non sono escludente, perchè esiste una disuguaglianza naturale nella Chiesa. Lei è un maestro e Don Elia un sacerdote, la loro posizione può e deve essere pubblica, ma penso che non se può sostenere la posizione dell'azione o della preghiera come se una fosse valida e l'altra no, perchè non tutti hanno la stessa capacità e, se non sbaglio, la stessa responsabilità (che sono delle caratteristiche della detta naturale disugualianza che esiste nella Chiesa). La posizione di Sant'Atanasio non era quella di formare un esercito. Lei non ha predicato che tutti i Vescovi e laici avevano di prendere la sua posizione (in quelli tempo avevano tanti Vescovi Santi), come se la sua fosse l'unica valida. Per me ciò che ha fatto Sant’Atanasio è paragonabile a ciò che il re Davide ha fatto con Golia (il Santo diceva “se il mondo è contro la verità, Atanasio è contro il mondo” e è stato così di fatto). È stato sufficiente un vescovo per sconfiggere praticamente un esercito. Ma fare la predica di che la sua posizione sarebbe l’unica valida, il Santo, non gli ha fatto. Perchè sarebbe aprire una seconda lotta contro il nemico reale e i loro fratelli vescovi, come chiamare alla lotta quelli che non avevano questa responsabilità o la minima capacità di lottare. Questo se osserva nella pratica dell’attuale contesto che viviamo dove esistono persone che non hanno la capacità di prendere una posizione pubblica contro l’autorità e la prendono. Per altro lato ci sono quelli, come i sedevacantisti, che non hanno deciso se il nemico è il modernismo o il tradizionalismo. Infatti dopo dichiariare la sede vacante resta ai sedevacantisti solo aspettare la sua occupazione per qualcuno e combattere il tradizionalismo che c’e una posizione diversa da loro posizione (in questo senso non se combatte più il nemico reale, e la predicazione della sede vacante e la preghiera diventano l'unica posizione valida). Così se osserva che la questione principale diventa il modo di lottare contro il nemico e non lo se combatte. Penso che il pastore deve guidare le sue pecore, non può chiamare tutte le peccore alla lotta, questo non ha fatto nemmeno Sant’Atanasio, in questo senso l’orientazione di Don Elia è perfetta, perchè riconosce la naturale disuguaglianza nella Chiesa, il valore delle due posizione e è un contributo sul modo di lottare contro il nemico.
Parlando di preghiera, in generale lei deve essere privata ma ci sono alcuni casi, come quando Israele è stato schiavo in Egito, che lei ha diventato pubblica. Forse abbiamo bisogno che tutti i cattolici se uniscano pubblicamente in preghiera contro la situazione attuale (contro il Concilio Vaticano II e contro Jorge Maria Bergoglio). Ricordo che nel caso degli Ebrei nell'Egito la preghiera pubblica ha unito tutto il popolo ebreu intorno ad una speranza che è stata accettata per Dio. La risposta del Signore è stata quella di inviare un liberatore: Mosè.
Un caro saluto dal Brasile
@ Postilla a Gederson Falcometa da PP
Vorrei chiarire un equivoco, che sembra esserci, a proposito di quanto ho detto. Forse mi sono espresso male. Non sono contro il pregare, i gruppi di preghiera, Rosari, Novene e quant'altro. Non ho mai detto che non bisogna pregare affinche' la crisi della Chiesa si risolva. Ho sempre detto (non e' la prima volta che si parla di questo) che oggi "pregare non basta". Oltre alle preghiere occorre anche un impegno pubblico, una polemica aperta sulla crisi dottrinale, una discussione sul Concilio etc. Come sta facendo MG con il suo blog, che mette generosamente a disposizione e fanno anche altri. Impegno, da parte di chi? Anche da parte di chi prega solamente, perche' questo e' il suo munus? Non l'ho mai detto. C'e' chi prega solamente e chi invece discute e si impegna nella controversia teologico-politica; ognuno, come ricorda giustamente lei, ha le sue capacita' e i suoi limiti.
Quello che non accetto e' invece l'atteggiamento, che mi sembra presente nelle dichiarazioni di pur stimatissimi chierici, secondo il quale pregare oggi e' l'unica cosa da fare, come se fosse i n u t i l e cercare di condurre anche un minimo confronto dottrinale con l'eversione dominante nella Chiesa. Bisogna pregare, esser umili, stare zitti e attendere con fiducia l'intervento divino, per esser "pronti a scattare all'attacco". Quale "attacco"? E non solo inutile, sarebbe, ma persino controproducente! E perche'? Non lo accetto perche', oltre ad essere sbagliato, questo atteggiamento non tiene a mio avviso conto anche di un altro fatto: uno si impegna nella battaglia dottrinale anche per vendicare l'onore di Nostro Signore, la purezza della verita' da Lui insegnata, lordata oggi in tutti i modi dai suoi stessi ministri. E' il sacro furore che ci invade per l'offesa fatta a Dio, prima che agli uomini, quando per esempio un Romano Pontefice (un Papa!) va a Lund a render omaggio all'errore, all'eresia, allo scisma, alla superbia fatta persona nell'eresiarca Lutero. O fa l'elogio della religione di Maometto!
Ricordiamoci della parabola dei Talenti. Percio': ad ognuno il suo, e che lo amministri nel modo che piace a Dio, per la salvezza della sua anima. Ma non si vengano ad impartire lezioni di umilta'. PP
@ PP
ben detto.
Grazie.
Sottoscrivo anch`io il commento di PP, avevo già espresso più sopra la mia perplessità su questi inviti ad un prudente silenzio che mi sembra si stiano moltiplicando da parte di chierici dai quali mi aspetterei un altro tipo di presenza e aiuto.
E non c`è solo l`invito al ritiro nella preghiera ma anche una critica senza sfumature a chi si serve pure di mezzi come questo spazio per condurre la "buona battaglia", per esprimersi, informare, condividere e testimoniare.
Quei chierici che criticano chi ricorre al web dovrebbero essere i primi a sapere che nel regno del pensiero unico, dove anche i media laicisti così pronti ad aprire le loro pagine a chi criticava Benedetto XVI sono oggi diventati i primi fans del papa argentino, la rete è restata praticamente il solo spazio a disposizione di chi non condivide sempre ed in ogni circostanza quel fervore idolatrico, di chi desidera anche solo informare, ripresentare, o presentare, la retta Dottrina, gli eventi, gli incontri, offrire riflessioni e approfondimenti ecc.
Sottoscrivo anch`io il commento di PP, avevo già espresso più sopra la mia perplessità su questi inviti ad un prudente silenzio che mi sembra si stiano moltiplicando da parte di chierici dai quali mi aspetterei un altro tipo di presenza e aiuto.
Mi spiace dover tornare a precisare che quello di don Elia non è un invito al silenzio in assoluto, nel senso che sostituisca una possibile azione. E' un invito innanzitutto alla preghiera e all'offerta particolare che la presente temperie richiede e, poi, ad un "estote parati" che riguarda azioni non reattive ma da calibrare con discernimento; il che ne stabilisce sia il tempo che la portata.
Tutto ciò (e l'ho già detto ma vedo che non 'passa') sia per evitare lo zelo amaro che per non 'bruciare' le opportunità e quindi compromettere l'efficacia di possibili iniziative. E' ovvio che l'aiuto di Dio presuppone anche il nostro impegno (sia a livello personale, graduato a seconda delle possibilità di ognuno, che collettivo o comunitario che dir si voglia); ma secondo la sua volontà e non velleitariamente.
Per quanto riguarda noi, stiamo preparando un prossimo incontro formativo-informativo. I tempi e i modi stanno maturando.
Il mio non era certo un invito al silenzio o all'attesa passiva di eventi imponderabili, ma a riconoscere le fasi del disegno divino per cooperarvi nel modo più efficace. Predicare contro l'errore e difendere la verità con argomentate controversie è sempre doveroso; è ciò che si è sempre fatto su queste colonne e si continuerà a fare. Ma bisogna tener conto del fatto che, dall'altra parte, ci sono persone per le quali la dottrina e il ragionamento non valgono più e che sono capaci solo di zittire i difensori della verità con la brutalità, ma senza argomenti. Oltre alle armi naturali, ci vogliono quindi anche armi soprannaturali, perché la lotta supera le nostre possibilità umane.
# Notazione di PP, non polemica
Diciamo allora che il titolo dell'intervento di don Elia, contenente un invito alla "Santa Rassegnazione", alla "rassegnazione", non era felice. E anche l'articolo sembrava, in qualche punto, spingere nella direzione della "rassegnazione" e pertanto di un atteggiamento passivo. Quindi la critica all'articolo non era contro l'invocazione alle armi "sovrannaturali" (preghiera, mortificazioni etc.) ma contro quella che sembrava una ripulsa per inutilita' delle armi "naturali" rappresentate dalla faticosa ed interminabile contestazione dottrinale degli errori presenti e dilaganti. Di "queste" armi, in quanto tali, che sarebbero inefficaci nella presente situazione.
Questa l'impressione suscitata dall'articolo. Sappiamo bene quanto sia difficile ai sacerdoti esporsi oggi in una battaglia di questo tipo. Tocca quindi a quei laici che se la sentano di fare i "teologi di complemento" e di schierarsi in prima linea. Questi laici non rischiano quello che rischiano i semplici sacerdoti, possono quindi impegnarsi. Al massimo potrebbe arrivar loro qualche censura o fors'anche (un domani) qualche scomunica. Che a me personalmente farebbe un baffo, per dirla alla romanesca! Anche gli Apostoli, non sono tutti morti "scomunicati" dalla Sinagoga? Pero' che non si dica che il lavoro di questi laici e' "controproducente", che almeno si affermi spontaneamente che questo "impegno" e' in se' giusto e necessario, nella presente situazione, a prescindere da chi lo faccia. PP
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