Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 6 novembre 2016

Legem credendi lex statuat supplicandi... anche a proposito di terremoti?

Della vexata queastio all'ordine del giorno, abbiamo parlato qui (vi rimandiamo, oltre che all'articolo, alla discussione che ha suscitato). Di seguito esponiamo le preghiere In tempore terremotus del Messale Romano riprese da Cantuale Antonianum.
...obsecrationum quoque sacerdotalium sacramenta respiciamus, quae ab apostolis tradita, in toto mundo atque in omni catholica Ecclesia uniformiter celebrantur, ut legem credendi lex statuat supplicandi. (Noi vediamo anche nelle preghiere sacerdotali quelle cose che, tramandate dagli apostoli, in tutto il mondo e in ogni chiesa cattolica sono uniformemente celebrate come se la legge del credere fosse stabilita dalla legge del pregare”. (Prospero di Aquitania, De gratia Dei et libero arbitrium contra collactiones)

Preghiere del Messale (inserite da Clemente XI dopo il terremoto del centro Italia del 1703) che i cattolici hanno usato per secoli, senza che nessuno dal Vaticano o altrove obiettasse alcunché a proposito della loro correttezza o ortodossia.

Preghiere presenti perfino nel Messale approvato nel 1962 da Giovanni XXIII. Dovrebbero far riflettere e almeno fermare il montare di polemiche suscitate ad arte da chi vuol mettere l'un contro l'altro i fedeli di Cristo....

Ecco dunque come suonano le preghiere "In tempore terraemotus" cioè in tempo di terremoti. La traduzione è quella approvata dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1965:




Oratio
Omnipotens sempiterne Deus, qui respicis terram et facis eam tremere: parce metuentibus, propitiare supplicibus; ut cuius iram terrae fundamenta concutientem expavimus clementiam contritiones eius sanantem iugiter sentiamus . Per Dominum nostrum Iesum Christum filium tuum. Amen.
Secreta
Deus qui fundasti terram super stabilitatem suam, suspice oblationes et preces populi tui: ac trementis terrae periculis penitus amotis divinae tuae iracundiae terrores in humanae salutis remedia converte; ut, qui de terra sunt et in terram revertentur, gaudeant se fieri sancta conversatione caelestes. Per Dominum nostrum Iesum Christum, filium tuum. Amen. Postcommunio
Tuere nos, Domine quaesumus, tua sancta sumentes: et terram, quam vidimus nostris iniquitatibus trementem, superno munere firma; ut mortalium corda cognoscant et te indignante talia flagella prodire et te miserante cessare. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum. Amen.

O Dio onnipotente ed eterno tu guardi la terra ed essa trema; perdona chi ti teme, risparmia chi supplica, e, dopo aver temuto il tuo sdegno che scuoteva i cardini della terra, possiamo a lungo esperimentare la tua clemenza che ne ripara le rovine. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

O Dio che hai fondato e reso stabile la terra, accogli le offerte e le preghiere del tuo popolo; rimosso completamente il pericolo del terremoto, muta la paura del tuo giusto sdegno in rimedio per la salvezza degli uomini; ed essi che vengono dalla terra e alla terra ritorneranno, si allietino al pensiero che con una vita santa diventeranno cittadini del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

Proteggi, o Signore, chi si ciba dei santi misteri; e la grazia celeste renda stabile la terra che, a cagione dei nostri peccati, abbiamo visto sussultare; e sappiano gli uomini che dal tuo sdegno nascono questi flagelli e per la tua misericordia hanno fine. Per il nostro signore Gesù Cristo. Amen.

9 commenti:

testo integrale delle litanie rogazionali ha detto...

A damnatione perpetua, Libera nos domine.
A subitanea et improvvisa morte, Libera nos domine.
Ab imminentibus peccatorum nostrorum periculis, Libera nos domine.
Ab infestationibus daemonum, Libera nos domine.
Ab omni immunditia mentis et corporis, Libera nos domine.
Ab ira, et odio, et omni mala voluntate, Libera nos domine.
Ab immundis cogitationibus, Libera nos domine.
A coecitate cordis, Libera nos domine.
A fulgure, et tempestate, Libera nos domine.
A peste, fame, et bello, Libera nos domine.
A flagello terrae motus, Libera nos domine.
A omni malo, Libera nos domine.
Per mysterium sanctae incarnationis tuae, Libera nos domine.
Per passionem et crucem tuam, Libera nos domine.
Per gloriosam resurrectionem tuam, Libera nos domine.
Per admirabilem ascentionem tuam, Libera nos domine.
Per gratiam sancti Spiritus Paracliti, Libera nos domine.
In die judicii, Libera nos domine.
Peccatores, Te rogamus audi nos.
Ut pacem nobis dones, te rogamus audi nos.
Ut misericordia et pietas tua nos custodiat, te rogamus audi nos.
Ut Ecclesiam tuam sanctam redigiri, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut domnum Apostolicum, et omnes gradus Ecclesiae in sancta religione conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut Episcopos et Praelatos nostros, et cunctas congregationes illis commissas in tuo sancto servitio conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus audi nos.
Ut regibus et principibus nostris pacem et veram concordiam, atque victoriam donare digneris, te rogamus audi nos.
Ut cunctum populum christianum pretioso tuo sanguine redemptum conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnibus benefactoribus nostris sempiterna bona retribuas, te rogamus audi nos.
Ut animas nostras, et parentum nostrorum ab aeterna damnatione eripias, te rogamus audi nos.
Ut fructus terrae dare, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut oculos misericordiae tuae super nos reducere digneris, te rogamus audi nos.
Ut obsequium servitutis nostrae , te rogamus audi nos.
Ut obsequium servitutis nostrae , te rogamus audi nos.
Ut pacem nobis dones, te rogamus audi nos.
Ut loca nostra et omnes abitantes in eis visitare et consolari digneris, te rogamus audi nos.
Ut civitatem istam, et omnem populum ejus protegere, et conservare digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnes fideles navigantes et itinerantes ad portum salutis perducere digneris, te rogamus audi nos.
Ut regolarisbus disciplinis nos instruere digneris, te rogamus audi nos.
Ut omnibus fidélibus defunctis requiem aeternam dones, te rogamus audi nos.
Ut nos exaudií dignéris, te rogamus audi nos.
Fili Dei te rogamus audi nos. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi. Parce nobis, Domine.

Sacerdos quidam ha detto...

Appunto: la Divina Liturgia è parte integrante della Tradizione, ossia di una delle due Fonti della Rivelazione (l'altra, come si sa, è la Sacra Scrittura).
Anzi, don Prosper Guéranger ricordava che la Liturgia "è la Tradizione alla sua massima potenza" ('Institutions Liturgiques' t.I, c.XIV,397).

Insomma, chi nega le verità di fede che la Liturgia ci presenta (ad esempio la verità che Dio può castigare gli uomini, anche con i terremoti come nel caso delle orazione su riportate), nega la Divina Rivelazione.
Che ci dicono i postmodernisti incistati in Vaticano?

Latinista ha detto...

Mi chiedo - e forse è questo il punto - quanto ormai si possano considerare veritiere e pertinenti queste parole:

ab apostolis tradita, in toto mundo atque in omni catholica Ecclesia uniformiter celebrantur"

[[P. S.: La frase di S. Prospero la tradurrei piuttosto così: "Guardiamo [è un'esortazione] anche le formule sacre delle preghiere sacerdotali, che, tramandate fin dagli apostoli, si recitano uniformemente in tutto il mondo e nell'intera Chiesa cattolica, cosicché la norma del pregare stabilisca la norma del credere". Il senso è abbastanza diverso.]]

Luisa ha detto...


Al linciaggio di padre Cavalcoli contribuisce pure la Provincia domenicana, decisamente la misericordia e la solidarietà, in questa chiesa 2.0, sono a senso unico, spettacolo sempre più pietoso e deprecabile:

"CAVALCOLI, I TERREMOTI, MONS.GALANTINO E LA BIBBIA. UN TESTO PAGANO?"

http://www.marcotosatti.com/2016/11/06/cavalcoli-i-terremoti-mons-galantino-e-la-bibbia-un-testo-pagano/

Anonimo ha detto...

Solo un commento qui:

http://traditioliturgica.blogspot.it/2016/11/maledizioni-peccati-e-terremoti-una.html

Grazie!

Anonimo ha detto...

Mic,
il NO non ha preghiere simili?

mic ha detto...

Il NO sembra abbia eliminato del tutto il senso del castigo e della purificazione e comunque quello della conversione legata anche alla precarietà e ai pericoli che certe esperienze squassanti legate ad eventi naturali ed alla caducità dell'uomo e della natura:

IN TEMPO DI TERREMOTO

COLLETTA
Dio creatore,
che reggi con la tua sapienza l’armonia dell’universo,
abbi pietà di noi tuoi fedeli, sconvolti dai cataclismi
che scuotono le profondità della terra;
vegli a sull’incolumità delle nostre famiglie,
perché, anche nella sventura,
sentiamo su di noi la tua mano di Padre,
e, liberati dal pericolo, possiamo cantare la tua lode.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

mic ha detto...

Il NO sembra abbia eliminato del tutto il senso del castigo e della purificazione e comunque quello della conversione legata anche alla precarietà e ai pericoli che certe esperienze squassanti legate ad eventi naturali ed alla caducità dell'uomo e della natura:

Chi rimane in superficie o conosce solo la Messa riformata di Paolo VI non se ne rende conto. Ma partecipando ai due riti e confrontando i due Messali, il NO
- ha sostituito il sacerdote, celebrante in persona Christi (rivolto ad orientem cioè a Dio), in presidente (rivolto al popolo) di un'Assemblea celebrante. Il che ha trasformato l'Actio di Cristo in azione dell'Assemblea
- ha trasformato l'offertorio oblativo in berakà ebraica,
- ha operato tagli significativi nel canone Romano che risale all'età apostolica
- ha trasformato l'altare in mensa,
- il Sacrificio in cena,
- ha eliminato i riferimenti alla Vergine a San Michele Arcangelo e alla Comunione dei Santi,
- ha sostituito la lingua sacra col volgare e, approfittando delle traduzioni, ha operato tagli che nel tempo opereranno l'oblio delle verità corrispondenti (il discorso dei castighi è solo un esempio se ne potrebbero fare molti altri) e sostituzioni semantiche operando un'ermeneutica nuova dei testi sacri di riferimento,
- ha distrutto la musica sacra,
- ha ritoccato perfino la formula di Consacrazione
- aumentano esponenzialmente sacerdoti e fedeli che non credono più nella "transustanziazione". Del resto oggi è difficile far accogliere a menti non più allenate dal pensiero metafisico il concetto di "sostanza" e di "soprannaturale"...
- ...
- ...

Sembra sempre più un sofisma continuare a parlare di "due forme dello stesso rito".

Sacerdos quidam ha detto...

Ciò di cui soprattutto i fedeli, ma anche non pochi sacerdoti, non si rendono conto è che la cosiddetta riforma liturgica operata dal duo Paolo VI/Bugnini, e che si è poi concretizzata nel Messale del 1969/70, è stata portata avanti da specialisti in liturgia con il preciso, freddo e - almeno oggettivamente - criminale obiettivo di de-cattolicizzare la S. Messa per renderla 'ecumenica' nei confronti del mondo protestante.
Ci sono del resto esplicite dichiarazioni del Bugnini su questo criminale intento che la Commissione da lui diretta si prefiggeva di attuare, dichiarazioni rilasciate, per così dire, in corso d'opera.
Nulla è stato lasciato al caso, hanno operato con la fredda determinazione di un chirurgo.
Il risultato, come nota Mic, è stato perfetto: preti senza più fede, laici protestantizzati, sacrilegi a iosa.
Quando preti e fedeli apriranno gli occhi?