Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 19 marzo 2017

Atenei "cattolici" a scuola di "genere" - Cristiano Lugli

All'accorato appello omosessualista non manca ormai di rispondere nessuno, men che meno le scuole cosiddette "cattoliche", qualifica che ormai fa solamente ridere visto che, di fatto, sono le peggiori di tutte. Forse persino peggio di quelle statali. Lo diceva già il compianto Mario Palmaro, che un mattino alle 8:45 si trovò sul piazzale dell’asilo delle suore dove ha portato la sua ultima figlia e sente che da dentro arrivano le note di 'Imagine', di John Lennon; dopo aver dato priorità alla bambina, va chiedere alla Madre superiora se invece che recitare il breviario si è fumata marijuana, visto che nella suddetta canzone è palesemente detto che un mondo migliore si avrà solo senza la religione... "and no religion too". Ma d'altronde la Madre superiora, ignara e incapace di tradurre l'inglese, dice che la canzone le era stata consigliata dal giovanissimo vice parroco, insigne conoscitore dell'inglese invece.

Questo il punto delle scuole "cattoliche" le quali, oltre al "logorio del laicismo moderno" (sempre per citare M. Palmaro insieme ad A. Gnocchi ) hanno assunto anche il "logorio del modernismo imperante" che tutto fa passare, piano piano, come un veleno che uccide in modo lento.
Se qualche buon tempone poteva ancora sperare di essere in una roccaforte sicura depositando il figlio nella scuola cattolica - dall'asilo fino all'università - aveva sbagliato tutti i suoi conti.
Il gender ad esempio, da cui tutti tentano di sfuggire ritirandosi nella scuola diocesana o negli istituti privati a fior fiori di quattrini, spopola ovunque e anzi, sotto il garbo di Amoris lætitia ha preso grande quota checché ne dicano i difensori dell'ermeneutica della continuità.

L'ultimo caso riguarda un'università che fu cattolica, di nome e di fatto. Mi riferisco all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in passato punto di riferimento e formazione per tanti amici e intellettuali del mondo cattolico.

Da quest'anno l'Università - oltre ad essere già allineata da gran tempo con il modernismo imperante - si è allineata con il comun denominatore del gender, promuovendo un progetto proprio sulla 'identità di genere' che parte da un percorso di formazione triennale proposto dalla Cisl al Liceo delle Scienze umane "Colombini" di Piacenza.

La sigla sindacale, in collaborazione con l'Ateneo, ha effettuato negli anni scorsi una ricerca da cui emergevano alcuni fattori “di rischio” soprattutto sulla fascia giovanile, spesso incline ad assumere atteggiamenti "discriminanti" verso donne, stranieri, e in generale chi ricopre il ruolo di "diverso" nella società.
Da questa demenziale idea, fondata su di una ricerca ancor più demenziale, si è pensato di proporre un progetto formativo di alternanza scuola-lavoro dal titolo “Giovani e Genere”, con lo scopo di far conoscere alle nuove generazioni il proprio e altrui "genere”nelle sue diversità, per prevenire così le "ingiustizie e disparità sociali". 

Ad essere chiamata in causa per questo percorso di destrutturazione dell'uomo e della donna è  la professoressa Elisabetta Musi, pedagogista della facoltà di Scienze della Formazione, la quale ha spalmato il programma lungo tre anni scolastici, dividendolo in due temi: “genere e famiglia” e “genere e lavoro”, così illustrati dall'insigne professoressa:
«Il percorso di quest’anno, che ha puntato l’attenzione sulla differenza di genere in famiglia, si è articolato in tre segmenti formativi: alcuni incontri sono stati dedicati a esplorare il tema “La disparità tra uomini e donne, stereotipi e pregiudizi e il compito dell’educazione”. In seguito ragazzi e ragazze sono stati invitati a svolgere una ricerca bibliografica sul tema presso la biblioteca cittadina Passerini Landi. Infine si è discusso di cosa può succedere quando non si è disposti ad accogliere le differenze e i vissuti altrui attraverso due cineforum».
Ad aiutare la Musi nel coordinamento delle lezioni rivolte a ragazzi e ragazze del Colombini, sono state alcune studentesse della laurea magistrale in Progettazione pedagogica per i minori, occupandosi prevalentemente dei lavori di gruppo aventi scopo di calare fin da subito le sollecitazioni teoriche all'interno della quotidianità.

La professoressa Musi ha spiegato come
"questa vicinanza di età ha facilitato da subito narrazioni e affondi autobiografici (...) I ragazzi e le ragazze hanno raccontato di incontrare spesso stereotipi e pregiudizi che limitano la conoscenza reciproca. Nei luoghi comuni, nelle aspettative dei genitori, nelle relazioni tra amici, persistono vecchi, limitanti luoghi comuni: ci si aspetta e si concede a un ragazzo di essere sportivo, razionale, persino ‘rude’, mentre le ragazze possono essere sentimentali, sensibili e in genere più complesse; un ragazzo che frequenta un corso di ginnastica ritmica viene guardato con stupore e curiosità, mentre a fatica si accetta che una ragazza possa desiderare di giocare a calcio o a rugby. Sono alcuni degli esempi portati dai liceali e che mostrano come vecchie rappresentazioni continuino ad abitare l’immaginario collettivo".
A conferma che questa carrellata di scemenze abbia presto attecchito sulle giovani leve sono ancora le parole della coordinatrice del progetto:
 "I ragazzi hanno notato poi come non solo le pubblicità, ma anche i cartoni animati ricalchino spesso stereotipi e pregiudizi: dalla Disney alla Pixar, i personaggi femminili interpretano per lo più un medesimo copione. Anche i giochi vengono divisi in due categorie: quelli “da maschi” e quelli “da femmine”. Tutto questo, se riflette la realtà in cui da adulti ci si troverà a vivere, ne limita però anche le possibilità di cambiamento. In famiglia, hanno poi raccontato, i figli maschi godono di maggiore libertà e sono meno coinvolti nei lavori di casa. Gli studenti hanno colto un’interessante corrispondenza tra i comportamenti vissuti in famiglia e quelli che vedono in coppie di giovani e adulti: le ragazze sono più protette, seguite con maggior apprensione e forse per questo nei rapporti di coppia accettano maggiormente atteggiamenti possessivi e ossessivi, che a volte possono poi degenerare"
 "In fondo – ha poi ribadito la professoressa Musi – la trascuratezza per le differenze, in casa, come a scuola o sul lavoro, non si esprime solo attraverso clamorose scorrettezze né si manifesta in eclatanti ingiustizie, ma si insinua nelle relazioni attraverso quotidiani sguardi che umiliano, mezze frasi, allusioni o silenzi discriminanti che corrodono gli scambi fino a intaccare la percezione di sé, a inquinare le reazioni, ad abbassare il livello di sensibilità e accettazione. È lì: nell’implicito nascosto nella normalità che deve concentrarsi l’educazione".
Dinanzi a queste parole non si può far altro che prendere atto dell'uniforme volontà depauperante messa in piedi con il beneplacito di eminenti università "cattoliche". Volontà emotivamente carica di grandi paroloni in grado di far crescere soggetti amorfi e privi di spina dorsale, vittime altresì di un pensiero comune che non vuol più sentir parlare di maschio e di femmina per un'unica e precisa ragione: mischiare i ruoli e inventare il "genere" diventa utile a devastare il bersaglio assoluto, che non sono il "maschio" e la "femmina", quanto invece l'uomo e la donna, il padre e la madre, lo sposo e la sposa, invero il riflesso vivente della Mistica Unione fra Cristo e la Sua Chiesa; come si vuole colpire la Fede dei piccoli - la prole di Cristo e della Chiesa - dilaniandola sotto il segno di una falsa neo-chiesa, così si vuole obnubilare la visione dei figli. Dopo aver rubato loro, silenziosamente, l'anima, i servitori del Demonio già qui in terra si adoperano per renderli ciò che v'è di peggio. 

Questo è l'inevitabile destino che incrocia l'uomo reo di aver abbandonato il Padre. Dopo essersi precluso le porte ad ogni contatto sovrumano, con Dio, non può pretendere di rimanere in stallo. La logica conseguenza sarà quella di vedersi spalancati, sotto di sé, i cancelli del subumano. 

Così sarà sempre più se non reagiremo; così sarà se non strapperemo per i capelli i nostri figli da questa macchina stritolatrice, scippatrice di anime e di coscienze.

Il corno è stato suonato da un pezzo, ed è giunta l'ora di stringere a sé forze e armi per non lasciare che tutto soccomba sotto i nostri occhi, specie per ciò che riguarda la crescita e l'educazione delle giovani generazioni. Oggi è doveroso non lasciarli soli nemmeno per un istante in mezzo alle grinfie degli operatori di buonismo in salsa misericordiosa. Ne va della loro salvezza. Ma ne va anche della nostra, poiché un giorno anche di questo dovremo rendere conto.

23 commenti:

irina ha detto...

Sì, i genitori non devono lasciar soli i figli, ma i genitori da molto sono nelle grinfie del demonio e non distinguono più, anche i nonni sono messi maluccio, se sono stati conformisti per tutta la vita,da tempo, non vedono e non odono. Resterebbe la Chiesa...ormai agonizzante, che, lei stessa, si alliscia con il gender.
Non vedo nessuno in grado di salvare alcuno. SOLO la Santa Trinità, Maria Santissima, San Giuseppe,l'Angelo custode e le nostre preghiere, se non sono troppo "adirate".

mic ha detto...

se non sono troppo "adirate".

Ben detto. Certo l'indignazione (e anche lo scoramento) sono ineludibili come prima reazione. Poi dovrebbero stemperarsi e incanalarsi in una preghiera (e azione, quando possibile) piene di fiducia in Chi tutto può.

Luisa ha detto...

Il sedicente linguaggio inclusivo per lottare contro le discriminazioni è uno dei tanti ma molto efficace grimaldelli usati da una minoranza che sta imponendo le sue menzogne e perversioni alle società dal ventre molle e dal pensiero debole, un pensiero parasitato e infine schiavizzato dal progressivo martellamento di quelle ideologie che hanno avuto a loro disposizione per imporsi tutti i canali, e relativi capitali, in cui la loro perversione era presente.
E così ci troviamo con dei sceneggiati, considerati come famigliari, dove non può mancare il gay, la lesbica e le coppie omo, sempre belli, buoni e simpatici, con nelle università, come a Milano o a Ginevra, dei Master in "studi di genere"( Etudes genre), o nelle prestigiose università inglesi la raccomandazione di usare il neutro e non più il maschile o femminile, con dei giornalisti che seguono delle formazioni per adottare il linguaggio lgbtqiecc friendly, con, come nella mia città, dei candidati all`elezione dell`esecutivo che passano l`esame di compatibilità davanti ai membri della lobby e i professori della sezione "studi di genere".
E non dimentico la letteratura infantile già infestata dalle teoria del genere, ci si è messo pure Walt disney, attenzione se portate i vostri figli o nipoti all`ultimo film: "La bella e la bestia".
Pazzesco e rivoltante, ma a questo marciume basato sulla menzogna ci sarà pur una fine, non so come nè quando ma ci sarà.

http://etudiant.lefigaro.fr/article/une-universite-galloise-fait-polemique-en-imposant-des-expressions-de-genre-neutre-_3adbe2ee-0255-11e7-9817-1355bd895eca/

Francesco ha detto...

A mio avviso, la teoria del gender, che sottende la volontà di rendere (in apparenza)le donne uguali agli uomini (si badi bene, non il contrario) è nata dall'atavico complesso di inferiorità e di invidia che le femministe hanno sempre nutrito nei confronti dei maschi, a loro avviso rei di essere più forti fisicamente e maggiormente dotati nel campo logico-matematico-scientifico rispetto alle donne. Le femministe non hanno mai sopportato che la società reputi gli uomini più importanti e ancor meno sopportano che siano le stesse mamme ad avere da sempre una inconscia e atavica preferenza verso i figli maschi, che le porta a privilegiare e proteggere questi ultimi di più rispetto alle figlie.

Luisa S. ha detto...

oggi festa di San Giuseppe ho ricordato questo al mio gruppo di mamme che portano i loro bambini al catechismo aggiungendo il cap. 30 del Siracide.
Un adulto della parrocchia (ministro straordinario dell'Eucaristia) mi ha rimbrottato dicendo che questo è l'Antico Testamento. Evidentemente la lettura, la meditazione, il ruminare la parola come si dice sempre oggi vale solo quando comoda

Anonimo ha detto...

In fatto di omologazione e conformismo con le campagne di indottrinamento globale studiate a tavolino l'attuale mondo cattolico ufficiale con le sue istituzioni e i suoi mezzi di informazione non perde una occasione che sia una: immigrazionismo, gender e omo, aperture a divorzio, aborto, eutanasia, permissione della criminalità comune, campagne militari occidentali in medio oriente ed ucraina, attivismo anti russo, demonizzazione delle opposizioni europee, esaltazione della UE, NATO, ONU, arrivano perfino ad accettare supinamente l'iperliberismo finanziario dei padroni del mondo. E di certo ho dimenticato qualcosa. Anzi, non solo sono perfettamente allineati col Vero Potere ma si distinguono per esserne dei pretoriani, basta sentire ad esempio la voce ufficiale di Radio Vaticana o leggere le varie pubblicazioni assolutamente identiche alle loro controparti laiche.
Duemila anni per arrivare a concludere che ha ragione il Potere del Mondo.
Miles

mic ha detto...

Il femminismo è solo una delle facce della dissoluzione attuale, le cui cause vengono da lontano.
La degenerazione ha avuto le sue tappe ingravescenti. Uno snodo importante è stata la rivoluzione francese: i valori illuministi in contrapposizione con quelli perenni e la loro lenta sostituzione. È stato decapitato il re (la realtà rappresentata e indotta dal simbolo è evidente).
Poi c'è stata la rivoluzione di Lutero, che ha detronizzato il Papa e il Santo Sacrificio.
L'antropocentrismo, poi, a grandi passi ha continuato a prevalere sul cristocentrismo, unica ancora per una vita e una storia piene di senso e fine ultimo.
Quindi è crollata la Patria, poi la famiglia. Nel '68 è stata scardinata l'autorità, rinnegato il padre.
Ora è minacciato l'uomo (cioè l'umanità) in ogni uomo e in ogni donna disancorati dalla loro complementare ineludibile diversità di essenza e di ruolo.
Dio (e la metafisica, l'aggancio al soprannaturale) è stato estromesso da tempo.
Oggi facciamo i conti con tutto questo, arrivati al punto critico di una parabola drammaticamente distruttiva.
L'Antidoto lo abbiamo. Come diceva Guareschi intanto conserviamo i semi. Il resto lo affidiamo e ci affidiamo...

Oggi è la festa del padre, ma paradossalmente siamo arrivati alla paternità sovvertita (quella degli sterili affidata alla asettica manipolazione della tecnica e non più alla fecondità dell'atto unitivo secondo natura che mette in campo le profondità dell'essere); il che scardina anche la maternità....

Anonimo ha detto...

Se può far piacere, Imagine è nel repertorio del Coro di Marter di Roncegno (TN) e l'ho sentita cantare dopo la benedizione al termine della SS Messa domenicale.

Anonimo ha detto...

Imagine di Lennon e "Risposta NON C'è" di Bob Dylan sono cantate normalmente in tante chiese, anche durante le liturgie, dal giorno in cui furono scritte

Alfonso ha detto...

Quando frequentai per la prima volta il Policlinico Gemelli a Roma, circa quindici anni fa, rimasi stupito dalla constatazione che tanta parte del personale in ogni discorso su qualsiasi argomento aveva sempre da criticare la Chiesa cattolica e le sue istituzioni, mostrando nel contempo una palese simpatia per i partiti anticattolici. Mi dicevo: ecco, ci siamo, anche qui italianamente si sputa nel piatto in cui si mangia! Oggi, capisco che era già allora in fase avanzatissima l'infiltrazione massocomunista delle scuole ed università, programmata e manovrata dalla gerarchia ecclesiastica. Ma può esserci ancora qualcosa di cattolico nella Chiesa quando a governarla è un non cattolico?

irina ha detto...

Promemoria:
verificare legami tra modernismo ed omosessualismo.
l'assedio deve essere avvenuto attraverso qualcosa che si è presentato come un bene.
cosa era quel qualcosa? quel bene apparente?

Anonimo ha detto...

Mic 13:02

Non esiste il 'pater familias', la 'Patria', i 'Padri', il 'padre nobile', il 'padre biologico', ecc. L'epoca dei 'senza padri', che rimuove la figura del padre e magari la sostituisce con una delle due madri, oggi festeggia il 'papà'.

Pietro C. ha detto...

Fuori tema ma comunque interessante:

http://traditioliturgica.blogspot.it/2017/03/la-forza-del-simbolo-liturgico-e-il-suo.html

Grazie!

Cesare Baronio ha detto...

Diciamocelo una volta per tutte: in una Chiesa in cui manca una figura veramente paterna - quella del Padre comune che tutti guida e istruisce nel vincolo dell'unica Fede - non possono che emergere figure palliative, squallide parodie, miserabili contraffazioni. Se tutte le religioni sono uguali, non abbiamo più nemmeno un "Padre nostro" cui rivolgerci nei cieli, ma una molteplicità di idoli e falsi dèi. Se il Padre dell'Antico Testamento è stato surclassato dal Figlio del Nuovo Testamento, viene meno anche la paternità celeste. Se il sacerdote non è più padre ma semplice uomo, e al suo fianco possono trovar posto anche i seminatori di zizzania ed i seguaci dell'errore, ecco che anche sull'altare scompare la figura paterna. Una figura che il Sessantotto ha demolito nella società, rifiutando l'autorità nella famiglia, nella società, nelle istituzioni: non a caso il "paternalismo" ha assunto una connotazione negativa.

Siamo rimasti orfani di padre, ma anche di Madre: ci hanno tolto l'unica Santa Madre Chiesa, equiparandola a quelle che la Scrittura chiama prostituzioni. Ci hanno tolto la Maria Santissima, ostacolo all'ecumenismo. Ci vogliono senza genitori spirituali, prima che senza genitori naturali. Ed è chiaro che dietro tutto questo c'è il demonio.

Anonimo ha detto...

Come dice bene Cesare Baronio .
Ci hanno tolto anche il Principe degli Eserciti Celesti S.Michele Arcangelo .
Abbiamo altre guide , che sopperiscono agli obnubilati trasportati dolcemente dalla corrente .
Finalmente liberi da responsabilita' possono trastullarsi nel paese dei balocchi e dei vizi .
Chi ha pensato le stupide giornate " a tema " ?
La giornata dell'handicappato , la giornata della matematica , la giornata del papa' , dei nonni , del pianeta , del pomodoro costoluto ... e delle rape !
Come se bastasse un giorno per risolvere un problema !

Rivogliamo S.Giuseppe , un vero uomo !

irina ha detto...

Prima si è criticata la cultura, poi ridicolizzata, poi sostituita con un'altra più avanti, più degna, meno rozza. A seguire, l'internazionalismo veniva sostituito con il cosmopolitismo, da tutto l'arco costituzionale apprezzabile, nel mentre il nomadismo veniva accettato, poi ambito diventava meta sociale. I genitori personificazione del retrogrado dovevano essere espunti dall'arco costituzionale del cuore. Non tutti i genitori, naturalmente, solo quelli terra terra. Gli altri, elevati, insegnavano ai figli a cavalcar l'onda del progresso e a far fuori il genitore basso, rozzo, degli amici del figlio. La calunnia soffiata nell'orecchio era bastante, il più delle volte.Mai come in quei tempi si fece un gran parlar di Edipo. Divenne vero eroe contemporaneo lui.Un maestro.Un battistrada. Restavano le madri rozze, oscurantiste, molte non evolute, non avevano studiato loro, quelle un po' evolute, mxgnxttx o peggio.Sicuramente. E poi quel rosario in mano a tutte, belle e brutte. La madre era un bastione difficile da minare. Ma tra calunnie, irrisione, disprezzo viscerale inoculato ad arte, causa la loro sola esistenza, infine si riuscì a portare i loro figli a rinnegarle pubblicamente. Rinnegata la madre, il gioco era fatto, il giovane adulto poteva essere adottato da chi l'aveva corrotto. Una volta a teatro, davanti a me due uomini, durante l'intervallo uno cominciò un atto di accusa violentissimo contro la madre, imbarazzante al solo udirlo. Mentre le luci si stavano per spegnere, calmatosi, lodò l'aiuto che aveva ricevuto, nell'aprire gli occhi, dalla moglie. Caduto dalla padella nella brace. Non lo sapeva. Tolto Dio, tolte le radici si è pronti per aver i piedi legati e la mente prigioniera. In nome della libertà, ovviamente. Stessa tecnica usata per i figli consacrati della Chiesa, in nome della libertà e dei tempi "avnzanti" in cui si entra:cestinare Dio, Uno e Trino, Sua Madre poi e tutta la corte celeste; esaltare potere intellettuale, fine a se stesso, che richiede una certa applicazione ma, con carotina di possibili lauti guadagni con diritti d'autore, il tutto armonizzato con l'amore a piacere, no problem. Eccoci a raccogliere i frutti delle innovazioni. Non è finito, ora il tutto accade per legge. Lo stato, che fu capillarmente occupato dai figli degli "elevati" ora impone il loro metodo a tutti per legge. E la Chiesa, anch'essa occupata dallo stesso tipo di figli, asseconda la legge laica, senza Verità, senza Giustizia, senza Misericordia, cioè senza Grazia. E queste prodezze vengono compiute con soddisfazione sulla pelle dei piccoli, di chi sta aprendo gli occhi con meraviglia sul mondo e non ha difese. Naturalmente sotto le false spoglie del bene. Infami...

Anonimo ha detto...

NOMINA SUNT SUBSTANTIA RERUM

La parola italiana "padre" deriva dal latino "pater", che a sua volta deriva dal termine sanscrito "pati" che significa "recinto di protezione".
"Padre" quindi deriva da "recinto", in quanto il padre è colui che protegge.
Egli delimita anzitutto un limite, un argine, un confine oltre il quale non si può andare. Tutto ciò non va visto come una costrizione, un impedimento che ci opprime o che, peggio ancora, ci priva della nostra libertà, ma come quelle mura di protezione robuste, sicure, solide, affidabili, che ci difendono e ci proteggono dalle minacce e dagli attacchi che provengono dall'esterno. E' un argine finalizzato al nostro bene, perché al di là di esso potremmo imbatterci da soli nei pericoli del mondo.
Il padre, quindi, è l'autorità che stabilisce i no, le regole da rispettare per non rischiare di valicare il limite di ciò che è lecito, buono e giusto.
Quelle regole sono volte al nostro bene, perché ci preservano dai pericoli assicurati.
Come prima, la regola non è una privazione della nostra libertà, anzi ne è il suo pieno compimento, perché garantisce l'ordine nel creato e l'armonia nella nostra vita.
Ma un recinto di protezione è anche tutto ciò contro cui si abbattono i colpi dei nemici scagliati dall'esterno pur di non danneggiare quanto di prezioso è custodito al suo interno.
Il padre, dunque, è la cinta muraria che sa sacrificarsi per la sua famiglia, che sa soffrire, che sa combattere, che sa dare la sua vita, che è pronto a incassare i colpi provenienti dall'esterno, pur di preservare indenni la sua regina e i suoi figli.
Se infatti la madre insegna ai propri figli come vivere, il padre insegna loro come morire.

Il segreto di una famiglia felice è in questa immagine: un padre che governa e protegge la famiglia, una madre che custodisce la vita e l'unità.
(Dario Maria Minotta su Fb)

Anonimo ha detto...

Sarebbe il caso di togliere la definizione cattolica, università basta ed avanza, scadenti come sono, manco più così le si dovrebbe chiamare.....

Anonimo ha detto...

A proposito di "giornate". Apprendo che oggi 20/3/2017 sarebbe per le Nazioni Unite la "Giornata della felicità", diritto generale e obiettivo dell'umanità!

Anonimo ha detto...

L'ONU accompagna i nostri passi dalla gestazione alla tomba .
Senza l'Onu non sapremmo neanche fare un passo , organizzare la giornata !
Ci manca la giornata del respiro libero .

Rr ha detto...

Dovreste leggere "Culture of Critique". Capireste molte cose.

irina ha detto...

@RR
Metteci a parte di un pensiero almeno.Grazie.

Rr ha detto...

Irina, va letto tutto, sec.me. Ma è in Inglese, non so se esista una traduzione italiana.