La sua faccia non sarà rassicurante e a qualcuno ricorderà forse il volto impassibile e glaciale del pugile russo Ivan Drago che sfida Silvester Stallone in Rocky IV.
Eppure, Vladimir Putin è ormai da tempo lo statista più longevo ed incisivo al mondo. Ha preso tra le mani un’ ex potenza allo sbando e la ha riportata al centro della scena internazionale. Al punto che siamo oggi tornati ad una sorta di guerra fredda tra Usa e Russia, nonostante la Russia odierna sia davvero piccola cosa rispetto all’Urss di soli 30 anni fa.
Eppure nel 1998, pochi anni dopo la presidenza Eltsin, il paese viveva una crisi umana e finanziaria devastante ed era sull’orlo del default.
Ma da dove arriva Vladimir Putin? Il suo passato nel Kgb viene ricordato spesso e volentieri, ma nessuno, o quasi, sembra invece interessato a raccontare un altro fatto: che il maestro di Putin è stato nientemeno che il Premio Nobel per la pace Aleksandr Solženicyn.
Sì, l’autore di “Arcipelago Gulag“, colui che per decenni sfidò il regime comunista, dopo aver sperimentato la durezza dei campi di concentramento, è stato l’uomo che forse ha influito di più sulla visione del mondo dell’attuale presidente russo.
Ѐ Ljudmila Saraskina, in una monumentale biografia di 1432 pagine dal titolo “Solženicyn”, a raccontare i “frequenti, stretti, ma non sempre pubblicizzati” incontri tra Solženicyn – il grande vecchio, l’eroe del popolo russo nemico del comunismo, ma deluso dai nuovi politici “democratici” – e il giovane uomo politico che sembrava destinato, come tanti altri, ad essere una meteora, con molti nemici, in un paese in decomposizione.
Il primo incontro avviene il 20 settembre 2000 a Troice-Lykovo: sono i coniugi Putin a recarsi in visita a casa dello scrittore. Il giorno seguente Solženicyn, nel programma Vesti, dichiara di aver conosciuto un uomo dall’intelligenza vivace e pronta, “preoccupato del destino della Russia e non del potere personale“. L’ex agente del KGB in visita ad un’ex vittima del KGB! La notizia occupa per molto tempo i giornali russi, che dovranno tornare sovente sul tema, visto che i due continueranno a vedersi per anni, talvolta pubblicamente, talvolta in modo riservato, per sfuggire alle polemiche degli avversari.
Cosa insegna Solženicyn al suo giovane ammiratore? Essenzialmente tre cose: che occorre frenare la catastrofe demografica, che fa perdere alla Russia circa un milione di persone l’anno e che è figlia del nichilismo comunista ma anche di quello occidentale; che bisogna rivedere le privatizzazioni selvagge realizzate nell’epoca di Eltsin, e gestite a vantaggio di pochi, ai danni del popolo; che è necessario impedire che il passaggio dal comunismo alla democrazia liberale segni la morte definitiva dell’anima religiosa russa, traghettando il paese dal materialismo comunista al consumismo materialista occidentale.
Da dissidente anticomunista, Solženicyn ha imparato cosa significhi la dittatura vera e propria, con le sue blandizie (la neolingua menzognera, che trasforma l’essenza delle cose) e la sua incredibile durezza (i gulag, la pena di morte…).
Nei suoi anni negli Usa, invece, si è convinto dell’esistenza di un’altra forma di dittatura, più morbida ma egualmente mortale, quella del pensiero unico imposto dalla “tribù istruita”, dai maître à penser delle televisioni e dei giornali “liberi”. Sono loro, in un paese che appare allo scrittore russo “disgregato” moralmente, spiritualmente “insano”, a decidere cosa la gente debba leggere e cosa debba pensare, generando un conformismo asfissiante e molto simile a quello imposto in Unione Sovietica dal comunismo.
Nei suoi anni negli Usa, invece, si è convinto dell’esistenza di un’altra forma di dittatura, più morbida ma egualmente mortale, quella del pensiero unico imposto dalla “tribù istruita”, dai maître à penser delle televisioni e dei giornali “liberi”. Sono loro, in un paese che appare allo scrittore russo “disgregato” moralmente, spiritualmente “insano”, a decidere cosa la gente debba leggere e cosa debba pensare, generando un conformismo asfissiante e molto simile a quello imposto in Unione Sovietica dal comunismo.
Putin ascolta ciò che Solženicyn gli dice, sul suo paese e sugli Usa, e farà ciò che gli è stato suggerito: limitando il ricorso all’aborto e sostenendo la famiglia; emarginando gli oligarchi e restituendo così allo Stato e ai russi i loro beni nazionali; riagganciando il suo paese alle tradizioni religiose combattute dal comunismo ed anche, in altro modo, in Occidente.
Quanto alla politica estera, per capire la posizione di Putin di oggi, occorre forse ancora una volta ricordare cosa pensava il suo venerato maestro, allorché, nella primavera del 1999, commentando i bombardamenti a tappeto dell’amministrazione Bill Clinton sulla Serbia, dichiarava: “Non bisogna illudersi che l’America e la Nato abbiano come scopo la difesa dei kossovari… La cosa più spaventosa è che la Nato ci ha introdotti in una nuova epoca… chi è più forte, schiacci“.
Nel 2008, anno della sua morte, Solženicyn avrebbe dichiarato: “Impiantare la democrazia in tutto il pianeta. Impiantare! E infatti hanno cominciato a impiantarla. Prima in Bosnia. Con un bagno di sangue… Un grande successo, in Iraq! Un grande successo della democrazia. Adesso a chi toccherà? Chi sarà il prossimo? Forse l’Iran? … Non vale un soldo la democrazia che è arrivata con le baionette; da dieci anni stanno sviluppando il loro piano spudorato, la cui sostanza consiste nell’imporre in tutto il mondo la cosidetta democrazia all’americana“.
Ecco da dove proviene, almeno in parte, l’avversione di Putin alla guerra in Libia (paese che, a sentire qualcuno, andava “liberato” dal tiranno), la sua politica in Siria, la sua simpatia per Trump (fiero smobilitatore della Nato), e l’ avversione per Hillary Clinton, la donna che ha votato sì a tutte le guerre per “impiantare” la democrazia.
Chi l’avrebbe mai detto che l’uomo che sfidò l’Urss, che svelò all’Occidente l’esistenza dei gulag, mettendo in crisi il comunismo internazionale, sarebbe poi diventato il consigliere, politico e spirituale, dell’uomo che oggi contende agli Usa il primato nella politica estera mondiale, e che nel contempo si contrappone anche sul terreno ideale della religione, della famiglia, dei cosiddetti diritti civili, alle politiche abortiste e pro LGBT di Obama e della Clinton?
Un intellettuale, al potere, dunque, anche dopo la sua morte? Così scrissero spesso i giornali russi, in quegli anni, paragonando il rapporto tra Solženicyn e Putin a quello tra Nicola I e Aleksandr Puškin. Certamente Solženicyn avrebbe detto di no: uomo coltissimo, si riteneva però un figlio del popolo russo. Considerava gli intellettuali una schiagura: propugnatori del comunismo, in Oriente, corruttori della libertà e della verità, in Occidente.
La Verità, 29 settembre 2016 by Libertà e persona
13 commenti:
Brava,mic. Ottima scelta.
Ci voleva. Le vie sempre nuove della Provvidenza.
Con buona pace del "nel pensier io mi fingo"!
Nel frattempo, in Texas:
SANTA FE — The New Mexico Senate on Wednesday rejected a proposal that would have allowed physician-assisted suicide, days after the state’s Catholic bishops accused some Catholic legislators who supported the bill of misrepresenting church teaching and creating a public scandal for the faithful.
“We the bishops of the state of New Mexico speak for the Catholic Church,” they said. “We work to uphold the dignity of the human person from conception to natural death through our pastoral ministries and through our legislative advocacy via the New Mexico Conference of Catholic Bishops.”
The bishops said they “encourage individuals to live and proclaim their faith. However, they must be steadfast in stating they speak for themselves and do not speak for the Catholic Church.”
“It is not appropriate for elected officials to publicly invoke their Catholic faith and to present their personal opinions as official church teaching,” the bishops said in a statement. “This misrepresents church teaching and creates a public scandal for the faithful. Furthermore, this action publicly separates a person from communion with the Catholic faith.”
Questo in risposta (seppur non diretta) alla solita cattolica adult(erat)a:
Democratic Rep. Patricia Roybal Caballero [...] was quoted as saying “that our Catholic faith teaches that women and men have the right to make their own decisions — their own moral decisions — based on the dictates of their own consciences.” She helped defeat the measure [that would have banned abortion after 20 weeks] in committee 3-2; she also voted with the same majority to defeat a bill mandating doctors notify the parents of minors seeking an abortion.
https://cruxnow.com/church-in-the-usa/2017/03/16/bishops-tell-catholic-legislators-stop-misrepresenting-church-teaching-life-issues/
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Fabrizio Giudici
I limiti dell'azione di Putin
Ha limitato l'aborto ma non lo ha reso illegale, nonostante l'appello del Patriarca di Mosca in proposito. Perché? Forse perché non è sicuro che la maggioranza voterebbe una simile messa al bando. Bisogna che l'aborto volontario torni ad esser considerato reato perché si abbia una vera svolta.
Se è per questo, Putin non ha neanche reso illegale l'utero in affitto.
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Fabrizio Giudici
Le immagini della processione della Croce, a San Pietroburgo, lo scorso 12 settembre. La processione, che si snoda dalla Cattedrale di Nostra Signora di Kazan lungo la celebre Prospettiva Nevskij, fu ripresa nel 2013 dopo un'interruzione di 90 anni, nell'anniversario della traslazione delle reliquie del santo principe Alexander Nevskij.
Ascoltate che canti suggestivi...
https://www.youtube.com/watch?v=lkWeuXf6Y8I
L'utero in affitto non si pone proprio in Russia, perché gli omosessuali ne' si sposano, ne' possono farsi vedere troppo in giro, rischiando la denuncia per propaganda nociva per i minori.
Nel saluto alle donne russe per l'8 Marzo (festa, come sappiamo, nata e propagandata in ambiente d' Internazionale socialista) Putin ha tratteggiato una figura di donna soprattutto moglie e madre, angelo e protettrice del focolare, molto più che compagna operaia ala conquista del Sol dell'Avvenir o donna capitalista in carriera ed in competizione col maschio. Niente "l' utero è mio, e lo gestisco io", ma molto amore, molto affetto, molto rispetto. La Russia è grande per le sue donne, o giu' di li.
Breve, sentito, quasi commovente.
Cento volte meglio di Mattarella, "lu moltaggiu" ( il becchino o impiegato delle pompe funebri).
"L'utero in affitto non si pone proprio in Russia"
Purtroppo si pone eccome, perché la pratica viene usata anche da coppie eterosessuali che non possono avere figli normalmente. In Russia non c'è l'abominio aggiuntivo della omogenitorialità, ma rimane comunque l'obbrobrio in sé del commercio di esseri umani.
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Fabrizio Giudici
La,legge sull'utero in affitto esiste in Russia ? Se si, cosa prevede ? Perché un conto è andare in Russia, fingere di aver una relazione con una Russa, e riconoscere il figlio come avuto per via naturale, un conto è quello che avviene, per es., in USA.
Non conosco la legislazione russa, e chiedo lumi, perché da que che ho letto, in passato i casi finiti alle cronache erano semplicemente truffe: l'italiano che dichiarava di aver avuto un figlio dall'amante russa, lo riconosceva come proprio, e se lo portava a casa, moglie perdonante e compiacente. I soldi erano passati sotto banco, alle spalle delle autorità di entrambi i paesi.
I monaci di Monte Athos hanno OBBLIGATO il Presidente Putin a prendere posto sotto il baldacchino d'onore, primo ed unico laico dal 1453, tale baldacchino spetta ai vescovi ed agli AUGUSTI bizantini. Neppure gli Zar, essendo dei "Cesari" e non degli "Augusti" vi sono mai stati fatti sistemare sotto. Non solo. Gli hanno cantato, sempre i monaci, l'inno "ECCO IL GRANDE STRATEGA CHE NON FU MAI SCONFITTO"!
Ciò che dice storico è visibile qui
https://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/05/a-putin-riservato-il-trono-degli.html
Aujourd'hui, la Russie ne porte atteinte ni à nos valeurs, ni à notre sécurité ; contrairement à l'Ennemi islamiste qu'il est si difficile de désigner pour nos gouvernants.
Se couper du « poumon droit » de l'Europe (le monde slavo-orthodoxe et post-byzantin) est une grave erreur géopolitique qui nous empêche de défendre nos intérêts dans une vision géo-civilisationnelle.
La rapina degli occidentali . Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 2 marzo 2017
http://muniatintrantes.blogspot.it/2017/03/mamma-per-conto-terzi.html
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