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mercoledì 30 agosto 2017

Diario di bordo: un viaggio fra le macerie di Norcia e dintorni - Cristiano Lugli

Macerie, tante macerie si presentano davanti allo sguardo mio attonito giunto a Norcia ad un anno di distanza dal terremoto che ha devastato il centro Italia. La Vetusta Nursia è cambiata di gran lunga, e pare che il suo cuore pulsante sia improvvisamente divenuto brachicardico.
In queste terre non venivo da prima del terremoto, e arrivarci dopo un anno forse non è così sconvolgente come esserci stato, presente, sin dall'inizio. Tuttavia per chi come me ha lasciato una parte di cuore qui sin dalla prima volta che i piedi hanno battuto questa terra, non si può non essere rapiti da una valanga di ricordi che per logica conseguenza causano un nodo alla gola ed una stretta al petto.
Macerie su macerie dicevamo, mura sgretolate e tante zone rosse dove ancor oggi non si può passare. "Norcia si è conservata bene e sa ancora presentarsi discretamente" - dicono alcuni abitanti di Preci e di Campi, due piccoli paesini non molto lontani da ciò che era la Basilica di Sant'Eutizio. In effetti, spostandosi proprio verso queste zone della Valnerina si può notare come lo sfacelo sia ancora più vasto: intere borgate rase al suolo, sgretolate su se stesse come mucchi di rovine che nemmeno danno il ricordo di ciò che potesse esservi prima. Nonostante queste considerazioni però, Norcia fa un effetto più forte, e c'è pure da dire che laddove le abitazioni non sono crollate, esse sono praticamente tutte inagibili.

Da un anno a questa parte potremmo dire che non è cambiato nulla, così crescendo il malcontento, lo sconforto e la rassegnazione dei numerosi abitanti che ancora si trovano a vivere in container comuni da 50 posti letto, con corridoi e stanze a mo' di ospedale. Certo, direte, di Grazia che vi è quello, epperò bisognerebbe trovarcisi: una condizione di vita precaria può anche essere superata, ma una condizione in cui non si sa nulla sul proprio futuro abitativo è ancora peggiore. Fortunatamente è arrivato qualche container-casetta, delle mini abitazioni tutte attaccate dove si può ritrovare quel grado di intimità oramai perduto. Quanti inverni però faranno questa casette fatte più o meno  di cartone? Quanto sopporteranno? Il problema si pone per tutti nonostante si cerchi di vivere alla giornata. E a proposito di giornate, dal 24 agosto 2016 potremmo dire che le scosse non si sono mai fermate, e dei piccoli tremori di terra continuano a ripetersi senza sosta, rendendo molto difficile il monito del "tenere i nervi saldi e il sangue freddo". Ci si chiede senza sosta se la faccenda sia finita lì o se i bassifondi della terra abbiano ancora qualcosa da ridire, abbiano ancora un boato da far tuonare. Non dimenticarsi mai di pregare per questa gente è il minimo che si possa fare.

Esplorando la parte visibile non si può non avvicinarsi, per una via strettamente concatenata, alla parte "invisibile" di tutta questa situazione che con mano ho potuto toccare a Norcia insieme alla mia famiglia. Ovvero: c'è un dato agghiacciante e, penso di poterlo dire senza esagerare, escatologico, che lascia senza parole per la sua enormità, per la sua "tremendità": tutte le chiese sono distrutte. Tutte, non se ne salva una. Rase al suolo e scarnificate della propria struttura architettonica. Chi più, chi meno, chi con la facciata più salva di un'altra, ma tutte internamente crollate. Penso che questo si possa scorgere solo vedendo e palpando con mano la situazione -  a Norcia così come nelle frazioni e nei piccoli borghi limitrofi -, perché nonostante i telegiornali abbiano raccontato e le informazioni siano reperibili, solo guardando da vicino e osservando si può mettere realmente a fuoco: non è un problema che riguarda la tal basilica, il Duomo o il tale santuario, ma è un vero e proprio status quo. Le chiese sono crollate tutte, nulla di preservato. Se le case sono per la maggior parte inagibili, rovinate o in parte crollate, alle secolari chiese umbre non è stato risparmiato nulla, a partire dalla chiesa di San Salvatore a Preci, una delle più belle e particolari per la caratteristica delle due navate che la componevano, con due rosoni sulla facciata: ecco, di questa non è rimasto nulla, se non il cumulo di macerie che la componevano. Uguale è accaduto per la Basilica di Sant'Eutizio, ove riposano le spoglie dei santi Eutizio e Spes, l'ultimo di questi, eremita siriano, iniziò San Benedetto alla formazione cristiana trasmettendo l'essenza del monachesimo che l'Abate benedettino codificò in modo sublime nella Regola delle regole.

Tracciare un bilancio di tutti i crolli aventi come vittime i luoghi di culto sarebbe lavoro lungo e in un certo senso anche doloroso, quindi, come ultimo oggetto di breve approfondimento prenderemo la Basilica di San Benedetto a Norcia, conosciuta da tutti o quantomeno vista almeno una volta ai telegiornali con tanto di effetto "prima - dopo".

Trovarsi davanti ad essa ê qualcosa di non facile da descrivere a parole, anzitutto per l'impatto duale: la facciata, infatti, è quasi completamente integra; non appena però si fa un passo oltre, verso ciò che potremo definire il lato visibile (visto che l'altro era attaccato al monastero) della Basilica, si possono vedere i resti di ciò che era questo imponente luogo cattolico, eretto lungo i secoli sopra la casa natale di San Benedetto e Santa Scolastica. La faccia integra, il resto distrutto: cosa ci vuole dire il Buon Dio? Verrebbe da pensare, simbolicamente parlando, che il processo interpretativo dovrebbe essere il contrario: la facciata dell'attuale neo-chiesa è distrutta, ma la Chiesa in quanto Sposa Immacolata di Cristo vive in tutto il Suo splendore. Vi è però un'altra ipotesi - perché di semplici ipotesi si tratta - per interpretare il destino della Basilica nursina, e cioè che la facciata della neo-chiesa odierna sta distruggendo le fondamenta della Fede, della dottrina e dell'essenza formale della Chiesa di Cristo. 

Lo aveva detto l'ex priore del Monastero San Benedetto di Norcia, Padre Cassian Folsfom OSB [qui], e da quanto so non smette di ribadirlo: il crollo di tutte queste chiese è un segno ben preciso, che rappresenta il crollo verticale e totale della Fede in Europa. Quanto dovrà ancora accadere perché qualcuno se ne renda conto? Si può tra virgolette capire che non lo comprendano gli atei, i miscredenti e gli agnostici, ma possibile che un dato così semplice, un messaggio simbolico così nitido e chiaro nessuno fra gli uomini di Chiesa lo capisca? Quanto ancora dovrà perire sotto i nostri occhi sbalorditi, ormai incapaci di vedere il linguaggio con cui Dio parla all'uomo? Sarebbe già molto che questo dato fosse recepito intanto dalla popolazione locale e limitrofa, ma nel momento dello sconforto, purtroppo, ai moderni uomini viene più naturale maledire Dio che invocare la Sua Misericordia e la Grazia della conversione per sé e per il mondo intero. È vero, lo sconforto può colpire e specialmente laddove ci si sente lasciati soli ed abbandonati come accade a Norcia dove non si è mosso un masso, anzi tutto è ancora fermo sul punto di partenza con il litemotiv tipico dello Stato italiano, burocratico fino al midollo. Ciò non deve però essere un pretesto per perire sotto l'inerzia chiedendosi dove è Dio: al contrario, è giunto più che mai il momento di chiedersi quanto NOI e la nostra dis-società siamo lontani da Dio, al grado di meritare in ogni istante un castigo divino.

Una speranza però, viva e vera, giunge silenziosa e orante sui colli nursini, ed è quella che accompagna il costante ed assiduo canto di lode a Dio dei monaci benedettini, terremotati nel corpo ma pare irremovibili nello Spirito. Anche per loro la sofferenza e le prove non sono state piccole, la situazione avendo messo a dura prova tutta la comunità. Tuttavia, avendo potuto vedere con i miei occhi, dopo un anno, i cambiamenti giganteschi, non ho potuto gioire e ridare una possibilità di speranza e sopravvivenza a questo infausto mondo. 

Finché ci sarà qualcuno raccolto nella solitudine e nel silenzio di un monte allora potremo star certi che una vena batterà ancora. I monaci benedettini di Norcia hanno ricavato da questo straziante periodo una sovrabbondanza di grazie che li ha riportati a vivere nella quiete, nella condizione ideale per mettere in pratica costantemente il quærere Deum tanto caro nei secoli agli uomini dei chiostri. Sull'altura del Monastero fuori le mura, che provvidenzialmente avevano acquistato già molto prima del terremoto, essi sono riusciti a ripartire con vigore dando un giro di vite letteralmente monastico alla vita contemplativa, che in città per troppo tempo è stata invasa dalla mondanità, dal chiasso, e dal dovere caritatevole di accogliere tante persone interessate alla Basilica. Ora sono finalmente riusciti a ricavarsi uno spazio non così semplice da raggiungere e non adatto di certo ai meri curiosi del sabato pomeriggio e della gira fuori porta. Qui, le ore vengono scandite nella preghiera e nel tanto lavoro che resta da fare, lasciando aperte ai pellegrini solo alcuni degli uffici.
Da non molto tempo è stata inaugurata la nuova e splendida cappella in legno, con un altare davvero maestoso su cui celebrare il Sacrificio di Cristo secondo il Rito tradizionale. 

L'alba e il tramonto si scambiano vicendevolmente, uno lasciando il posto all'altro nell'armonia  del ritmo che nulla ha a che fare con la brama del divenire, ma piuttosto essa resta, si fonde e trascende nella chiave di volta che è la preghiera, la catena per eccellenza che lega la terra al Cielo in un vincolo indissolubile di amore tra figlio e Padre, fra creatura e Creatore in quel "Dio è amore" di cui parla San Giovanni. Il monachesimo ci salverà, il ritorno di ogni uomo, a seconda del suo stato, a quel vigore monastico interiore che portò San Benedetto a fuggire e Roma per dedicarsi all'ascesi e alla santità perfetta grazie alla quale l'Europa divenne pienamente cristiana e cattolica.

Proprio a finale di questo valgono e segnano nel profondo le parole del nuovo priore dei monaci di Norcia, Padre Benedetto Nivakoff OSB, alle quali lasciamo la conclusione e il riassunto di tutto ciò che in questo piccolo diario di bordo, nell'ascolto della brezza leggera proveniente dai Monti Sibillini, si è tentato di raccontare:
"L’impressionante ferita inferta alla storia umana con il pugnale del terremoto di San Bartolomeo, il 24 agosto dello scorso anno, ci ricorda ancora una volta che non possiamo controllare tutto; non siamo Dio; non siamo i maestri né dell'universo, né dell’appezzamento di terra sotto i nostri piedi. Continuiamo sempre ad illuderci del nostro potere, illusione che Dio nella Sua misericordia ci concede, affinché attraverso la nostra ottusità, la nostra cecità ed il fallimento di essere il nostro stesso dio, la Sua vera bontà e il Suo vero amore possano rivelarsi in gloria, splendore e verità. Il mistero profondo che i terremoti del 2016 svelano, come tutti i disastri inaspettati, è che Dio ci permette di arrivare a capire la nostra impotenza in modo da poter avere una vera speranza nell'Unico che abbia il potere di passare dalla morte alla vita.
A un anno dal primo terremoto la nostra missione come monaci è più che mai chiara: vivere come testimoni del potere della verità che Dio è amore. La sofferenza e la morte di Cristo sulla croce, un dono gratuito di amore assoluto per noi uomini peccatori, è la chiave interpretativa della vita. Dio ha lasciato il Suo unico Figlio morire per noi per amore. Ogni volta che guardiamo Cristo nella nostra sofferenza, nei nostri momenti di solitudine e di tristezza, possiamo provare quell'amore e manifestare vera speranza, vera gioia. Possiamo provare una gioia costante, anche quando gli edifici crollano, una serenità che persevera attraverso la tragedia."

9 commenti:

irina ha detto...

La terra trema per l'ottusità dell'uomo, per la sua negligenza verso NSGC e verso il creato. Su questi terremoti si stanno raccontando tante leggende metropolitane che dicono di zone sismiche e di costruzioni antisismiche,; nessuno parla delle perforazioni nel Mediterraneo alla ricerca del petrolio, o del fracking, nelle terre europee, alla ricerca del gas. Ora sembra che alcuni paesi europei stiano riconsiderando il fracking per questioni economiche ma, le perforazioni profonde sono state fatte in Europa e delle loro conseguenze reali e/o possibili si tace. L'Europa che avrebbe dovuto essere la forza vitale degli europei, si è dimostrata matrigna sadica che ha calpestato alcuni ed altri li ha assoldati come complici. San Benedetto ha resistito al crollo della chiesa complice, che Lui insegni di nuovo a noi la via dell'amor di Dio, del creato e della cultura che il monachesimo ci ha consegnato.

E' Lei la nostra Speranza . ha detto...

Statua della Vergine Maria SOPRAVVIVE HURRICANE HARVEY.
https://www.facebook.com/B16eSER.Ganswein/posts/1998449750389944

Anonimo ha detto...

E' crollata la resistenza della Chiesa alla mentalità abortista:
http://www.tempi.it/e-cambiato-il-clima-anche-in-vaticano#.Wabr6-lLcmJ
Antonio - Roma

Santa notte ! ha detto...

La scelta deve essere radicale e non voltarsi piu' indietro se si vuole veramente rimanere nel Suo Amore .
La domanda a ciascuno di noi e' sempre la stessa :
" Mi ami tu ?"
http://www.iltimone.org/36376,News.html

Cristiano cattolico e basta ha detto...

Caro Cristiano , la impressione che ho ricavato dall'articolo e' questa : " Al Corpo Mistico della Chiesa Cattolica dopo tutti questi terremoti ondulatori e sussultori sembra sia rimasta solo la facciata , manca tutto il resto , manca il cuore ardente . " Questa mia impressione e' meglio espressa in questa omelìa di Padre Giorgio Maria Fare' ( giovane Sacerdote frate) che commenta il Vangelo di Mt 23,27-32 .
Al minuto 7,19 circa dice : " Mentre il male serra le fila , e' compatto e si muove con intelligenza tutta diabolica , il bene sembra un po' scompaginato , ognuno va da solo per la sua strada , fa le sue devozioni , vive la sua Croce anche in modo eroico , ma da solo .......". Mi piacerebbe molto che l'ascoltaste , Lei ed altri a cui non manca di certo lo spirito di iniziativa , anche per trarre spunto e concordare eventuali ulteriori iniziative . Giovani e vecchi sempre in umilta' e per la Gloria di Dio .

Anonimo ha detto...

Inizio della giornata con un bel pianto .. ( il mio ) .
http://itresentieri.it/la-borraccia-n-61/
Santa giornata a tutti .

Anonimo ha detto...

Irina, sul fracking devo manifestare il mio disaccordo. Intanto non è vero che non se ne parli: per quanto riguarda quello emiliano del 2012 se ne è parlato molto, a sproposito. Poi si è smesso, semplicemente perché non c'era molto da dire. Se ragioniamo in termini di epifenomeni, il terremoto è una cosa normale per certi luoghi (da sempre, incluso quando non c'era il fracking), abbiamo tutti i dati storici, e non sono leggende metropolitane né le mappe sismiche né le (disattese) misure di prevenzione per le costruzioni. Se vogliamo ragionare in termini metafisici, il fracking non c'entra niente per definizione, ma c'entrano molte altre cose, come quelle scritte da Lugli in questo post.

irina ha detto...

@ fabriziogiudici
Ho guardato su Wikipedia la cartina europea dove queste perforazioni son avvenute, molte sono rientrate o diminuite proprio per le denunce che si erano levate ovunque.Ora non so quali, quante e quando possono manifestarsi le reazioni in superficie, dei vari strati sotterranei perforati con getti d'acqua e sostanze chimiche.Tra i fatti da me citati c'era anche l'estrazione del petrolio vicino a Cipro a cui partecipano Israele,Turchia e Grecia. I fatti oggettivi che possono favorire sismi a tempo indeterminato, in zone naturalmente sismiche, non mancano a ben vedere. Ho tralasciato il passaggio delle condutture di uno stream del gas nell'Adriatico. Vicino alle nostre coste, ovvio. Di questi affari non mi occupo mai, ma certe concomitanze mi hanno spinto a fare lo sforzo di ricordare. Ora NSGC essendo onnipotente può servirsi di ogni evento fisico e tecnologico, vedi Titanic, per mandarci un messaggio, che può avere anch'esso strati, di lettura questa volta, plurimi. Quindi ognuno legga quello che può e vuole. Da parte mia cerco sempre di avere la visione più ampia che i fatti da me conosciuti mi portano a formare, sia dal punto di vista fisico che metafisico,quindi sia dal punto di vista reale che simbolico.Detto per inciso, lei non sa che sforzo faccio ad occuparmi di ambiti che lascerei volentieri ai signori e di cui mi occupo, come posso, solo per interrompere la presa per i fondelli nazionale. I sismi si sono sentiti, in questi anni di sismi perpetui, anche in zone assolutamente non sismiche del suolo nazionale.Adesso che cosa stia cercando di dirci NSGC, lo suppongo anch'io. Questo non mi impedisce di concludere che un abbassamento morale generalizzato porta non solo alla dannazione in cielo ma anche al rincitrullimento, qui ed ora, di coloro che devono prendere decisioni verso l'interno e verso l'esterno, cioè dei nostri governanti, consunti ormai intellettualmente dalla loro stessa mendacità, ipocrisia e dal tradimento continuato del nostro paese.

Anonimo ha detto...

@irina

Ci sono studi sulla sismicità indotta dal fracking. Non è nulla, ma di intensità bassa. I terremoti di magnitudo 2 non fanno nessun danno e sono piuttosto frequenti. Ovviamente gli studi scientifici non sono infallibili, e possono pure essere taroccati. La presenza e l'attività umana sul pianeta non sono certo questioni trascurabili e incidono sugli equilibri. Però un conto è denunciare le attività che comportano rischi gravi; altro cadere nella trappola degli adoratori di Gaia per cui ogni cosa che facciamo è "peccato".

Quanto alla "non sismicità" di certe aree... è tutta questione di probabilità, non di certezze. La mia città, Genova, non è in area particolarmente a rischio, ma questo non vuol dire che non possano avvenire terremoti. Sono eventi rari, ma in passato ci sono stati.