Nella nostra traduzione da LifeSiteNews (19 febbraio) riprendiamo, dopo quella di Mons. Athanasius Schneider [qui], anche la rettifica del cardinale Raymond Leo Burke dell'affermazione che "la diversità delle rrligioni è voluta da Dio", contenuta nella controversa Dichiarazione congiunta cattolico-musulmana firmata da Papa Francesco ad Abu Dhabi all'inizio di questo mese [qui]. È errata e dovrebbe essere rimossa. Segue una sintesi delle dichiarazioni più autorevoli al riguardo.
Il card. Burke, prefetto emerito della Segnatura Apostolica si è unito a numerosi teologi e filosofi che hanno criticato il passaggio della Dichiarazione congiunta cattolico-musulmana firmata da Papa Francesco ad Abu Dhabi, che afferma che la "diversità delle religioni" è "voluta da Dio", nell'asserire: "La dichiarazione deve essere rimossa da questo accordo perché è erronea".
Papa Francesco, il 4 febbraio scorso, ha firmato il documento “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune”, unitamente a Sheikh Ahmed el-Tayeb, grande imam della moschea al-Azhar, in Egitto. L'evento era parte di un incontro interreligioso durante la visita apostolica di tre giorni di Francesco negli Emirati Arabi Uniti 3-5 febbraio, la prima volta di un papa in visita della penisola arabica.
Mentre il Vaticano ha definito il documento "un importante passo avanti" nelle relazioni tra cristiani e musulmani e un "potente segno di pace e speranza per il futuro dell'umanità", alcuni affermano che il particolare passaggio sopra indicato contraddice la fede cattolica.
Altri hanno minimizzato la polemica scaturita dalla dichiarazione.
Il passaggio completo recita:"La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano.
Nei commenti al National Catholic Register, il Card. Burke ha osservato che alcuni hanno cercato di spiegare la dichiarazione affermando che il papa fa riferimento alla volontà permissiva di Dio nel senso che le altre religioni sono un "male che Dio permette".
Secondo il cardinale, tuttavia, il documento di Abu Dhabi non afferma questo, ma piuttosto "che la pluralità o diversità delle religioni è cosa buona". Il card. Burke ha aggiunto: "È un'idea sbagliata". "È certamente fonte di confusione per i fedeli in ordine alla salvezza, che ci viene in Cristo solo".
Il card. Burke non è il solo a sostenere che la dichiarazione è errata e che deve essere rimossa dal documento.
Il passaggio contraddice il Grande Mandato
Il filosofo cattolico austriaco Josef Seifert [qui] pone la domanda: "Come può Dio – che ha mandato i suoi discepoli a predicare e a battezzare il mondo intero – aver voluto qualsiasi eresia cristiana, per non parlare delle religioni che negano la fede di cui Gesù dice a Nicodemo che solo chi crederà in Lui sarà salvato, mentre chi non lo farà sarà perduto (Gv 3,1 8)? "
Il passaggio contraddice il Grande Mandato, dichiara Seifert, che è il comando di Cristo di fare discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e diffondendo il Suo insegnamento. Invece si fa di Dio "un relativista", ha detto Seifert, se nessuno dei due interlocutori sa che esiste una sola verità, né si preoccupa se gli uomini "credono nella verità o nella falsità". Ed ha invitato Papa Francesco a "rigettare" la frase che "costituisce una rottura totale con la logica e con l'insegnamento biblico e della Chiesa".
'Sembra sovvertire la dottrina del Vangelo'
Lo storico della Chiesa, professor Roberto de Mattei, ha affermato che la dichiarazione sul pluralismo e la diversità delle religioni "voluta da Dio" è problematica e che l'appello di Francesco che cristiani e musulmani entrano nell'arca della fraternità, con riferimento alla narrativa del diluvio di Genesi e l'Arca di Noè, "sembra capovolgere la dottrina del Vangelo".
L'arca è presentata da San Paolo in Eb. 11: 7 come rifugio di salvezza per i credenti e un segno di perdizione per il mondo.
L'arca è presentata da San Paolo in Eb. 11: 7 come rifugio di salvezza per i credenti e un segno di perdizione per il mondo.
"La tradizione cattolica ha quindi sempre visto nell'arca di Noè il simbolo della Chiesa, al di fuori della quale non c'è salvezza". "Una differenza fondamentale nella fede in Dio e nell'immagine dell'uomo rispetto a quella di altre religioni"
Nel manifesto [qui] pubblicato quattro giorni dopo la controversa dichiarazione di Abu Dhabi, il cardinale tedesco Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede dichiara:
La distinzione delle tre persone nell’unità divina (254) segna una differenza fondamentale nella fede in Dio e nell’immagine dell’uomo rispetto alle altre religioni. Riconosciuto Gesù Cristo, i fantasmi scompaiono. Egli è vero Dio e vero uomo, incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. Il Verbo fatto carne, il Figlio di Dio è l’unico Salvatore del mondo (679) e l’unico mediatore tra Dio e gli uomini (846). Per questo, la prima lettera di Giovanni si riferisce a colui che nega la sua divinità come all’anticristo (1Gv 2,22), poiché Gesù Cristo, Figlio di Dio, dall’eternità è un unico essere con Dio, suo Padre (663).'Il cristianesimo è l'unica religione voluta da Dio'
Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, ha rilasciato una dichiarazione [qui] in seguito all'uscita del documento di Abu Dhabi in cui ha ripreso l'enfasi posta dal pontificato di Francesco sull'immigrazione e il controverso concetto di presunto cambiamento climatico causato dall'uomo. Ha detto tra le altre cose:
'Falso ... in realtà, eretico'"Il compito più urgente della Chiesa ai nostri giorni consiste nel prendere cura del cambiamento del clima spirituale e del clima di migrazione spirituale, ovverosia che il clima della non-fede in Gesù Cristo e il clima di rigetto della regalità di Cristo si tramutino in un clima di fede esplicita in Gesù Cristo e di accettazione della Sua regalità"."Il cristianesimo è l’unica religione voluta da Dio. Pertanto, il cristianesimo non può mai essere messo in modo complementare accanto alle altre religioni. Violerebbe la verità della Divina Rivelazione, come essa è inconfondibilmente affermata nel Primo Comandamento del Decalogo, chi sostenesse la tesi che Dio vorrebbe la diversità di religioni.".
Un teologo domenicano che desidera rimanere anonimo ha dichiarato a LifeSiteNews che il controverso passaggio della dichiarazione di Abu Dhabi "nel suo ovvio senso è falso e in realtà eretico ".
"Le varie religioni dicono cose incompatibili su chi è Dio e su come vuole essere adorato. Quindi non possono essere tutte vere. Quindi Dio, che è la verità, non può volere tutte le religioni ".
"Dio permette alle religioni non cattoliche di esistere, ma permettere qualcosa non significa volerlo, è un modo di non volerlo prevenire. Così Dio permette che molti innocenti siano uccisi, ma è Lui a farlo".
Il teologo ha anche segnalato a LifeSiteNews un'ulteriore formulazione problematica nella dichiarazione attraverso l'uso del termine "fede in Dio" per denotare l'affermazione che Dio esiste o che si crede in qualsiasi tipo di presunta rivelazione, anche se non cristiana. Egli afferma:
"La fede è la virtù attraverso cui Dio ci spinge ad aderire a ciò che Egli ha rivelato attraverso i profeti dell'Antico Testamento e gli apostoli del Nuovo Testamento, e soprattutto attraverso Suo Figlio". "Chi crede nelle religioni non cristiane quindi non esprime fede ... ma una sorta di opinione umana".
La polemica attorno alla dichiarazione congiunta cattolico-musulmana non è stata attenuata dai rapporti contrastanti sul fatto che il documento sia stato approvato dal teologo papale.
Secondo alcune fonti il padre domenicano Wojciech Giertych è stato consultato in precedenza, ma non ha visionato la bozza finale della dichiarazione [qui], nonostante Papa Francesco sul suo volo di ritorno da Abu Dhabi ne abbia rivendicato la "lettura" e l"approvazione" del teologo pontificio.
Il Register aveva chiesto al portavoce papale Alessandro Gisotti se il teologo papale fosse a conoscenza del passaggio e se avesse ritenuto che potesse essere interpretato in modo teologicamente accettabile. !l 13 febbraio Gisotti ha risposto che Giertych aveva visto il documento su "Human Fraternity" "al momento finale della sua preparazione" e che "non ci sono basi per mettere in discussione" le parole del Papa sulla questione sul suo progetto.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
41 commenti:
"Aborriamo tutti i sincretismi profanatori con i musulmani"
Avesse l'irenismo avuto qualche risultato storico, potrei anche capire l'infantile ostinazione della gerarchia bergogliana ad insistere negli sforzi ecumenici!
Non sono certamente mai mancati nei secoli trascorsi importanti tentativi di dialogo fra il cristianesimo e le altre religioni e culture. Eppure, mai ci sono stati risultati positivi nel dialogo tra i credenti, mai c'è stata una pacificazione reale fra le grandi religioni, nel rispetto delle diversità e con una tolleranza reciproca.
Ho sottomano il libro di Julien Ries "I cristiani e le religioni" e caso vuole che ne ho appena letto queste espressioni: "I rapporti fra cristiani e musulmani non sono fatti unicamente di opposizione, di polemica, di apologetica o di lotta." "Nel 1134, Pietro il Venerabile, abate di Cluny, si reca in Spagna, vi incontra l'islam, fa tradurre il Corano in latino e si sforza di mostrare ai musulmani ciò che unisce l'islam e il cristianesimo." "Un altro domenicano, Gugliemo di Tripoli, redige verso il 1273, in Palestina, un innovativo Trattato sull'islam. Vi tratta dei motivi per cui Dio ha donato il Corano, pubblica i testi coranici su Gesù e su Maria e ritiene che l'Incarnazione e la Trinità non siano in contraddizione con lo spirito dei saggi musulmani." "Raimondo Lullo (1233-1316) ... tenta di armonizzare la cultura cristiana con quella araba e quella ebraica."
Il cardinale Nicola Cusano proponeva di "creare un'intesa pacifica tra le grandi religioni. A questo scopo raccomanda il rispetto delle diversità, il dialogo tra i credenti e la tolleranza reciproca." "Pico della Mirandola si preoccupa dell'unità religiosa. Cerca di riconciliare gli ebrei e i cristiani, i greci e i latini." Cerca di cogliere "l'insegnamento comune che illumina il cammino dell'uomo".
Mentre questi illustri uomini saggi sognavano una religione universale che trascendesse tutte le religioni, nel frattempo, l'espansione musulmana avanzava e nel 1453 Costantinopoli veniva presa dai giannizzeri di Maometto II. Non parliamo poi delle guerre di religioni sul suolo europeo!
Nei secoli successivi fino ad oggi nulla è cambiato. Mentre l'islam si sta radicando a modo suo sul territorio europeo, i cattolici misericordiosi si beano ancora di un irenismo sentimentale ed utopico, abbandonandosi gioiosi, in nome dell'amore universale, al "cupio dissolvi".
http://www.newliturgicalmovement.org/2019/02/the-tlm-returns-to-new-york-parish.html
https://www.aldomariavalli.it/2019/02/21/la-narrativa-gay-friendly-e-il-prossimo-passo-della-grande-mistificazione/
In merito all'articolo di cui sopra :
" Perdonatemi la crudezza , mentre adess blaterano di Chiesa omofoba prima si parlava di Chiesa che imponeva tabu' ....ma la pappa e' sempre la stessa = toglierla di mezzo " .
Nel pazzesco stato di confusione attuale vorrei segnalare la meritoria iniziativa dell'editore Effedieffe che ha ristampato l'ormai introvabile Vita di Gesù Cristo
di Giuseppe Ricciotti.
https://www.effedieffeshop.com/vita-di-gesu-cristo/
Il documento è esclusivamente giuridico e politico.
Va benissimo come amministrazione del fenomeno religioso da parte del potere temporale e laico.
Ma non è cristiano.
Forse non e' nemmeno mussulmano, ma loro possono mentire per ingannare i nemici di Allah, quindi quello che affermano non è mai affidabile.
È pacifico, infatti, che Maometto ha insegnato a "costringere la gente ad aderire" all'Islam, con le buone o con le cattive.
Il documento e' dunque giuridico e politico perche' parla di diritti.
Il "diritto alla libertà di credo ... a essere diversi"
per poi concludere
"...Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano".
E qui nasce la confusione - voluta - tra le cose di Dio e quelle di Cesare.
Si confonde il sacro col profano e si induce a ritenere che sacro e profano coincidano.
Induce a credere, infatti, che basta rispettare o far valere i diritti per entrare nel Regno dei Cieli.
Cristiano o di altra religione va bene se si rispettano i diritti (o se si "salvano" i migranti in mare e si portano in Italia).
Quindi confonde la conversione caritatevole come l'ha insegnata il Signore - che non ha MAI "costretto la gente ad aderire" al Suo Vangelo, ma lo ha annunciato, ha insegnato e ha ammonito - con la "costrizione".
Ne discende che "evangelizzare" = "costringere" (come sinistra insegna), e quindi è attività da condannare e a cui la Chiesa deve rinunciare.
Molto massonico, molto di sinistra, molto infido, molto sottile, e molto diabolico.
Inoltre Gesu' ha insegnato a pulirsi la polvere dai sandali in caso si rifiuto del Vangelo, che e' l'opposto del "costringere la gente ad aderire a una certa religione".
Quindi questa affermazione del documento, questo "manifesto" della Chiesa laicizzata è in realtà un evidente cambio di obiettivo della Chiesa cattolica nel mondo e di quello che Gesù ha comandato.
Ed tanto forte e condivisibile dal punto di vista dei Cesare del mondo e dal punto di vista strettamente laico, giuridico e politico, quanto eretico, e ,xxquindi pericolosamente fuorviante, dal punto di vista religioso
Finalmente il card Burke parla "apertis verbis", senza peli sulla lingua; meglio sarebbe, però, se facesse blocco comune con Schneider, Muller, Brandmuller, od altri porporati rimasti ancora cattolici (almeno in foro interno) e dichiarassero che Bergoglio è caduto in eresia manifesta, ostinata e pervicace, e quindi deve essere considerato decaduto dall'ufficio ricoperto (se mai lo abbia ricoperto validamente...).
Questo ci vuole, cari Principi di santa Romana Chiesa, se volete veramente salvare le Chiesa dalla sua scomparsa dalla faccia della terra, sostituita da una religione mondialista, massonica, sincretista, dove non ci sarà più posto per Cristo unico Salvatore degli uomini, per la vita eterna, per i Novissimi. Non è più tempo di discorsi arzigogolati, paludati, che dicono e ritrattano, che Dio vi illumini !
Catholicus, questo auspico pur io, sono in diversi: Burke, Brandmuller, Sarah, Redaelli,Schneider…. più che sufficienti a dichiarare decaduto ipso facto il doppio papato vaticano ed indire pubblicamente un vero conclave. Ormai ogni fedele è in grado di giudicare e scegliere, sarà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e la caduta degli apostati. Dio sarà con loro: bbiano coraggio e fede in Gesù che ha vinto il mondo. Pochi ma cattolici e credenti, lo facciano per pietà nostra. Quanto alla dichiarazione bergogliana non è Dio che permette tante verità, dato che è Verità e la verità è sempre UNA, ma piuttosto Dio permette la libertà dell'uomo di rinnegarLO come fanno in vaticano. Così si giuse al diluvio, così si giunse a Babilonia, così si giunse al Sinedrio deicida, così si è giunti al vaticano di oggi: la gerarchia ha apostatato fin dalle origini. Se Dio salvò Noè, predilesse Abramo, e venne Egli stesso, oggi tocca alla Chiesa far trionfare la VERITA' contro chiunque la neghi, chi la nega non viene da Dio, questa è la Parola del Vangelo, e degli Apostoli.
Se da un lato apprezzo il salto di qualità di alcuni porporati che hanno capito che è inutile insistere con suppliche filiali o con inviti a sciogliere dubbi. Si dica che qui Francesco sbaglia. Punto. Tutto quanto si dice in più è annacquare la sostanza di quanto detto.
Per il resto, caro Catholicus e quanti la pensano come lei, cosa si attende da un nuovo conclave nella situazione attuale?
Meglio lasciare che sia il Signore per mezzo della divina Provvidenza a rimettere a posto le cose: credo ci siano ancora diverse cose da fare prima di permettere l'indizione di un nuovo conclave. Se già coi sinodi non si va poi così bene...
http://itresentieri.it/un-papa-puo-affermare-eresie-e-se-si-che-fare/
Purtroppo la situazione e' tale che effettivamente e'difficile saper cosa sia meglio fare, se, cioe' continuare con timide e deboli contestazioni dei gesti e delle parole papali o se accusarlo concretamente di eresia, con tutto quel che questo
Comporterebbe come conseguenza. Preghiamo xche' Dio illumini le mmenti xdi discernere la Sua volonta'. La respomsabilita' e' enorme xche' se si deve considerare decaduto un papà conseguentemente scatterebbe l'obbligo di eleggere uno nuovo.....oremus
don federico
@Catholicus
Come ho già scritto in altro post (e anche su LiveSiteNews), purtroppo il problema è che in questo caso mi pare più coerente papa Bergoglio che S. Em. il Card. Burke, nonostante la critica al papa sia vera: se si concede come diritto umano scaturente addirittura dalla stessa natura umana la libertà (massonica) di coscienza (v. Dignitatis Humanae), come si fa poi coerentemente a condannare invece che ciò che ne discende sul piano pratico in modo diretto, ossia il pluralismo delle religioni, dichiarandolo secondo tradizione un male tollerato da Dio (e non un bene)? Mi pare un'aporia non indifferente e fino a quando non si avrà il coraggio di affrontare il problema alla radice, si sarà già compromessi con l'origine degli stessi errori che poi, incoerentemente (ma in modo dottrinalmente corretto), si condannano in queste affermazioni papali. Se nel rilevare questa aporia, che nel caso presente è particolarmente chiara, tuttavia mi sbagliassi, "mi corrigerete"...
@Aloisius ha detto:
"Quindi confonde la conversione caritatevole come l'ha insegnata il Signore - che non ha MAI "costretto la gente ad aderire" al Suo Vangelo, ma lo ha annunciato, ha insegnato e ha ammonito - con la "costrizione".
Esatto. Ma ancora una volta il papa è coerente, pur errando, perché questo è un altro dei proton pseudos contenuti in Dignitatis Humanae: essendo ignorata la distinzione tra "foro interno" e "foro esterno", si forza la coincidenza tra coercizione atta ad impedire la diffusione pubblica dell'errore, con la coercizione, mai e poi mai contemplata come possibilità nella dottrina tradizionale, alla conversione forzata. Da cui segue la negazione del diritto dello stato ad arginare la diffusione dell'errore e la conseguente libertà di coscienza virtualmente assoluta.
viandante h.11,43. Non esiste altra soluzione e si arriverà a ciò se si vuole trionfare con la VERA Chiesa, gli apostati non fanno parte della Chiesa chiunque essi siano. Se restano avremo altri GUAI apocalittici. La Provvidenza esiste e ci governa MA nel riposo di Dio che si è messo nelle NOSTRE mani, vuole che NOI facciamo col libero arbitrio SUO dono, la Provvidenza risolverà SOLO SE noi si farà. Fossero anche pochi a dichiararlo anatema, non importa, se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Questo vuole la Provvidenza, dire basta ai seminatori di errori che aiutano le anime ad andare all'inferno, e DIO NON vuole questo. Se uno può dire eresie, non significa che continui ad essere con Dio, anzi esce da solo dalla comunione dei santi. Chi non è Chiesa non ne fa parte a NESSUN titolo, va detto apertamente e pubblicamente: noi seguiremo, chi non vorrà seguirà il bicefalo.
Contesto i 3 sentieri nella loro tesi di comodo perché Dio non può mai volere che le anime si perdano ed ora le anime si perdono seguendo un falso pastore. Contesto inoltre il punto 3 come impossibile causa Magistero. Contesto ancora: 1) Onorio fu di fatto dichiarato anatema, quindi mai vero Papa, quando la cosa fu risaputa, benché fosse morto ormai (certo è più facile che attualmente dove si deve essere virili nella fede) 2) i teologi non sono concordi e quindi non infallibili, concordano, tranne quello del terzo punto che manco fa testo, che un papa non può mai essere eretico, se lo è si scomunica ed autodepone davanti a Dio: i cristiani devono quindi dichiararlo pubblicamente e mai seguirlo. Penso che sarebbe opportuno nel nostro caso che quei cardinali cattolici pongano la questione dichiarandolo pubblicamente non Papa in quanto apostata cosciente (tutti e 2, il parlante ed il tacente). Ci si raccoglierà intorno ai veri Pastori e la Chiesa trionferà. Graziano comunque dice che va giudicato in quanto già deposto da solo. Bellarmino e papa Paolo IV (come mai si ignora sempre questo Papa ed il Suo atto infallibile e quindi non modificabile,come pure Papa san Pio V?) dichiarano che un eretico MAI possa essere né prete, né vescovo, né papa , né abate o altro, e se lo è va dichiarato decaduto,ed anche con la forza estirpato. Mandato a fare penitenza,per cui neanche se si convertono possono ritornare ad occupare i ruoli. 3) Pietro quando rinnega ha ricevuto la promessa ma non il mandato che riceve dopo la risurrezione sul lago "vieni e seguimi, pasci le mie pecore e i miei agnelli". Quindi era sacerdote soltantonel momento che rinnega, dopo l'ultima cena (e senza mandato di confessare e mai avendo celebrato un'Eucarestia). Quando san Paolo lo corregge invece fa simulazione come si può leggere: non crede in foro interno ma per rispetto umano si comporta male in foro esterno. Viene richiamato: direi il punto 1 cioè. Pietro come Papa mai è stato eretico in foro interno. Un'usanza poi non è eresia, lo sarebbe stata invece in foro interno.
4) L'esempio del padre non collima, il padre non può dimettersi mentre il papa lo può fare per gravi motivi, non certo per andare in pensione però. Citare il pensionato della nouvelle theologie non fa testo, solo l'anno scorso ha scritto che gli ebrei non devono convertirsi a Cristo (il che è apostasia).
quanto accade oggi è la conseguenza logica di 60 anni dei pathologia ecumenica, voluta da Roncalli e messa in pratica dai suoi successori. Fu Roncalli che assieme all'anziano confessore di Pio XII introdusse l'ecumenismo e gli riconobbe i medesimi diritti che alla dommatica classica. Basta vedere con che arroganza Mgr.de Smedt si permise di criticare lo schema sulle fonti della rivelazione alaborato dal cardinale Ottaviani assieme a Padre Trump. Roncalli prese apertamente parte in favore del partito ecumenico ordinando il ritiro del documente. Montini violo flagranti modo "apostolicae curae et caritatis" di Leone XIII nonchè "Mortalium animos" di Pio XI presentandosi assieme all'arcivescovo della setta anglicana in San Paolo fuori le mure. La chiesa anglicana, non dimentichiamolo fu l'opera di un assassino sodomita. Woytila segui l'esempio. Non mi risulta che durante tutto il suo pontificato abbia celebrato una messa cattolica, però fece un'apparizione pubblica nel tempio luterano nonchè nella sinagoga. Non c'è dunque da meravigliarsi di quanto accade oggi.
Il compito della Chiesa è quello di portare il Vangelo a tutte le genti. Due sono i modi:a) attraverso i suoi Missionari; b)attraverso l'esempio che i cattolici danno di loro stessi nella loro vita di Fede, nella loro vita privata e nella loro vita pubblica.
Il resto sono chiacchiere di intenti che lasciano il tempo che trovano, vedi intervento del Dott. Alfonso Aliberti, che gentilmente ha elencato tutte le buone intenzioni speculative del passato, in merito ai rapporti con le altre credenze.
Sia sul punto,a) che sul punto b), oggi con tutta tranquillità e grande vergogna, possiamo riconoscere che abbiamo lasciato alle nostre spalle oceani e spazi siderali di omissioni, per cui pochissimi sono rimasti ben impressionati dal Cattolicesimo.
Chi si è convertito, vedi la signora Asia Bibi, è stato per un dardo dello Spirito Santo con l'esplicito intendimento di muovere alla vergogna noi, di muovere al pentimento noi, di muovere alla conversione noi, che ormai siamo nell'inferno profondo.
Unica soluzione: il prete ed il laico cattolici siano tali da dare un esempio credibile con la loro vita religiosa,con la loro vita pubblica, con la loro vita privata. Se non 'si sentono' cattolici sono pregati di uscire. Il mondo risponde pienamente e con forza ad ogni esigenza mondana. In particolare al 'mi piace'ed al 'non mi piace' con... boccuccia.
Quelli che resteranno, anche se pochissimi, saranno d'esempio per le genti di ogni colore, di ogni credenza, di ogni lingua; i pochissimi saranno per moltissimi vive insegne luminose sulla Via che porta a Gesù Cristo. Questo è l'unico rapporto che in Verità può instaurarsi tra noi e gli altri.
Anonimo delle 13:44 ha scritto:
"Bellarmino e papa Paolo IV (come mai si ignora sempre questo Papa ed il Suo atto infallibile e quindi non modificabile,come pure Papa san Pio V?) dichiarano che un eretico MAI possa essere né prete, né vescovo, né papa , né abate o altro, e se lo è va dichiarato decaduto,ed anche con la forza estirpato".
La bolla di Paolo IV "Cum ex apostolatus officio" non è un documento infallibile e anche se lo fosse, da una sua attenta analisi emerge che il caso del papa eretico è proprio quello che la bolla stessa evita di normare, lasciandolo dunque caso irrisolto. La bolla si limita a normare il caso di un papa che fosse dimostrabilmente ed esplicitamente eretico prima della propria elezione a pontefice. Anche perché quello era il caso che storicamente interessava direttamente a Paolo IV.
Il tutto è dimostrato negli ultimi due articoli che trova in questa pagina: http://www.teorefilo.net/divulgo.html
Catacumbulus. Falso quanto lei afferma e non lo dico solo io.
https://cooperatores-veritatis.org/2018/04/10/paolo-iv-cum-ex-apostolatus-officio-infallibilita-papale/
La bolla di Paolo IV può essere dichiarata fallibile (e senza valore eterno) solo da chi non vuole esaminarla, essendo fonte di scomunica per molti...ssimi. Legga meglio e poi disserteremo in merito, se non comprende il contenuto, di x sé lampante.
@anonimo delle 18:53
Va be', non volevo dirlo, ma l'estensore dei due articoli che ho indicato sono io. Dunque non mi può essere certo addebitato il pregiudizio di non aver letto molto attentamente la bolla di Paolo IV. Semmai dia lei prova di avere fatto altrettanto e si legga quanto ho scritto. Dopo di che, se ha argomenti validi per controbattere alle mie analisi, ne possiamo discutere quanto vuole. Intanto, appena ne avrò il tempo, mi leggerò l'articolo da lei linkato... Cordiali saluti
Non esiste altra soluzione e si arriverà a ciò se si vuole trionfare con la VERA Chiesa
Certo che si arriverà alla convocazione di un nuovo conclave. Ma quando? Invocarlo adesso mi sembra da ingenui.
Per il resto è chiaro che la Provvidenza si serve di noi, ma secondo la Sua Volontà.
@ Viandante : caro amico, qui l'urgenza non è quella di invocare un nuovo conclave adesso; con questi cardinali qui, sappiamo bene cosa succederebbe, ci troveremmo probabilmente ad avere un papa peggiore del'attuale (se mai fosse possibile...). No, l'urgenza, invece, è dichiarare l'ereticità dell'uomo biancovestito di Santa Marta, in modo da rasserenare i cuori e gli animi smarriti, coloro che si sentono in dovere di ascoltarlo ed obbedirgli qualsiasi cosa faccia o dica, dichiarando solennemente che nessuno è tenuto ad ascoltarlo, anzi, è dovere cristiano rilevare apertamente tutte le sue eresie (specie da parte del basso clero) e invitare i fedeli a non dargli ascolto. Caro amico, qui se nessuno dà inizio all'opera, come fa la Provvidenza a fare la sua parte? "Quando avrete fatto tutto ciò che sta in voi dite "siamo servi inutili"", ricorda? inutili sì, ma chiamati a fare la nostra parte. Pace e bene.
Caro viandante, lei lo dichiara impossibile oggi perché parte dal presupposto, sommamente errato, e lo dimostrano i fatti (guai permessi dalla Divina Provvidenza infatti), che oggi costoro,ipso facto scomunicati (e da tanto tempo) siano Chiesa. Non lo sono: serve che chi è ancora Chiesa lo faccia come lo ha fatto Viganò, Burke, Sarah… ma urge che passino ai fatti. Un concilio serve ma da parte loro, altrimenti sarà la maggioranza apostata a continuare. E' necessario un atto di coraggio pubblico, pregando in primis Dio, e poi operando, onde salvare le anime. I vari conclavisti dei decenni passati stanno coi papetti loro, perché non erano Chiesa, se lo fanno i pochissimi cardinali ancora cattolici non potranno che avere Dio con loro, e Dio vuole mettere fine a questa babilonia.O vogliamo continuare a servire Satana mimetizzatosi nella papolatria di un apostata in doppio? (già questa è invenzione diabolica, uno si tiene il munus fino alla morte come dichiara, ma intanto lo dà anche all'altro a cui promette ubbidienza). E qui mi riallaccio a catacumbulus, facendogli presente che il suo articolo lo avevo letto, ed anche contestato di già, perché sommamente illogico e di parte: come dicevo scritto da chi ha deciso a priori che si deve mantenere Lucifero sul trono più alto della cattolicità, lasciandovi l'apostata a dannare le anime, cosa esclusa totalmente dalla Bolla. Le ripeto: se è un prete, un vescovo, un abate, un cardinale che era eretico prima, va dichiarato decaduto, e non un papa? Quando la bolla lo dice alla fine, fosse pure il pontefice, fosse PURE STATO RICONOSCIUTO TALE DA TUTTI…..Perché non si incomincia a dichiarare decaduto Ratzinger con Bergoglio? ERANO ERETICI DA GIOVANI, PRIMA DI ESSERE ELETTI PONTEFICI. In base ai suoi sofismi faremo come con i papi materiali di don Ricossa, o eretici degli altri, state tutti bene in questo inferno, si constata amaramente, tanto da voler CONSCIAMENTE rifiutare la verità. Siete tutti scomunicati da QUELLA BOLLA, affermando quanto affermate, con le varie sette IMBC e Fraterne, e papalvaticane.
@Anonimo 22 febbraio 2019 09:07
È facile da dirsi: quello è eretico, quindi sia deposto e sia rimpiazzato da un altro che sia cattolico. Chi fa il discernimento tra tutti i cardinali al momento insigniti di tale titolo? Quei due o tre che lei dice e che per certi aspetti hanno anche loro metabolizzato il CVII? No, non è umanamente così semplice rimettere le cose a posto dopo un disastro che dura da decenni...
È il solito problema: chi controlla il controllore? Chi verifica l'ortodossia di chi deve dichiarare qualcuno eretico? In tempi normali tutto era più semplice. Ora no. Non per niente "colpito il pastore le pecore si disperdono"!
Certo la Chiesa sussisterà anche in un piccolo gruppo e il Signore la salverà. Sarà Lui a guidare la restaurazione, non noi. E a volte i fatti (i castighi?) potrebbero anche essere molto più incisivi di una dichiarazione di eresia da parte di qualche sparuto gruppo di vescovi.
Sono le solite semplificazioni dei sedevacantisti
Un Papa che professa eresie in senso materiale decade ipso facto da Papa? Non è dogma è un'opinione sostenuta da autorevoli teologi. Ma questo è il punto: se professa eresie, sarà moralmente delegittimato agli occhi di quei fedeli che sostengono professar lui queste eresie. E quelli tra i fedeli che non sono d'accordo? Anche oggi, sono in molti a non vedere le eresie sparse da Bergoglio, in buona o mala fede che siano. E allora come si fa?
Un eretico che occupi una carica ecclesiastica non può autodeporsi, come semplice risultato di un giudizio morale. Ci vuole una dichiarazione dell'autorità legittima (concistoro, concilio, stesso Papa se l'eretico è un monaco (come Lutero) o vescovo etc) in proposito. Una dichiarazione che lo dichiari eretico in senso formale, perché ha continuato a sostenere ostinatamente quegli errori nella fede, nonostante gli ammonimenti, cadendo pertanto nel peccato di eresia manifesta e pervicace.
Gli ammonimenti, alcuni alti prelati li stanno facendo al Papa, anche se dovrebbero essere più espliciti cioè chiari nell'accusarlo di errore nella fede che sta diventando eresia in senso formale, se non cambia strada.
Ma occorre comunque una procedura in senso formale.
T.
@Anonimo delle 09:07
1) Il suo fraseggio emotivo e scomposto non dimostra nulla e mi fa sospettare che dietro il suo anonimato si nasconda la stessa persona (Arai Daniele) con cui tentai di interloquire al tempo di quei due miei articoli, circa 10 anni fa (se è così lo dica).
2) Ora, l'articolo che lei ha linkato del sito Cooperatores Veritatis compie un'analisi alquanto superficiale della relazione tra la bolla di Paolo IV e la "Pastor Aeternus", quest'ultima mai citata direttamente, concludendo molto rapidamente che i 3 criteri dell'infallibilità (in realtà sono 4) siano pienamente applicabili alla bolla di Paolo IV.
L'aporia insuperabile, a mio avviso, scaturisce proprio dal secondo criterio indicato dagli stessi Cooperatores: "la materia dell’infallibilità: che è la dottrina sulla Fede e sulla morale valevole per la Chiesa universale". La bolla di Paolo IV, semplicemente, non è un documento dottrinale, ma un documento disciplinare, dunque non tratta direttamente di questioni di Fede o morale, bensì tratta direttamente solo ed esclusivamente degli effetti disciplinari che possono derivare da posizioni dottrinali eretiche.
Se Paolo IV avesse inteso avere per oggetto la questione dottrinale (ossia la questione riguardante direttamente la Fede e la morale) sottostante alle questioni disciplinari, avrebbe dovuto tematizzare la questione dell'eresia clericale, prendendone in considerazione in modo approfondito proprio il caso eminente, ossia quello dell'eresia papale. Invece, l'eresia papale è considerata in modo addirittura marginale, perché Paolo IV norma unicamente il caso della decadenza automatica di un eletto al papato, in ragione di un'eresia antecedente all'elezione stessa, che dunque risulta nulla. Viene invece lasciato del tutto irrisolto il caso principe della questione dottrinale, ossia quello di un papa che insegni eresie dopo la sua valida elezione. Proprio la forma stessa della bolla non è quella di un trattato dottrinale. Semplicemente si tratta di un puro documento disciplinare.
E poiché si tratta di un documento disciplinare, il massimo che si può arrivare a dire interpretando le intenzioni di Paolo IV, è che egli ebbe l'intenzione di rendere infallibile un documento disciplinare. Ma, poiché ciò che dirime è la definizione dogmatica dell'infallibilità del 1870, la conclusione, anche in questo caso, sarebbe che Paolo IV, se anche avesse inteso dare carattere di infallibilità ad un documento disciplinare, avrebbe avuto una pretesa sbagliata, ossia eccessiva. Ma nemmeno mi pare poter essere questa la sua reale intenzione. Aveva ben altre urgenze storiche...
T. ha detto:
"Ma occorre comunque una procedura in senso formale".
Concordo, la Santa Madre Chiesa è anche figlia di Roma e ne ha ereditato la tradizione giuridica: essotericità del diritto, che in quanto tale risulta controllabile da tutti. Il diritto positivo in violazione dell'etica è pura formalità vuota, ma è parimenti vero che ci vogliono i crismi ufficiali per rendere definitivamente valide in senso universale le situazioni di fatto. Altrimenti è la giungla dell'arbitrio privato, come dimostrano i nostri "amici" sedevacantisti. Il che non significa nemmeno ridursi come i papolatri attuali, che paiono non voler più servirsi dei criteri oggettivi derivanti dalla sostanza (dottrinale) delle cose (che ha come criterio la verità oggettiva), come se la teologia si riducesse a mero ossequio dei diversi orientamenti personali di monarchi assoluti.
L'errore che molti commettono consiste di argomentare con una logica bivalente: disciplinare o dommatico, contingente o necessartio. Esiste invece un stadio intermediario che è quello dei mezzi adeguati. E applicabile qui la logica trivalente che riconosce come terzo criterio quello di favorevole o sfavorevole. Sfavorevole è tutto cio che comporta un pericolo grave per la fede. Per esempi l'ecumenismo voluto da Roncalli e successori è sfavorevole al mantenimento dell'integrità della fede cattolica. La fraternità San Pio X lo ha dimostrato con il suo documento: dall'ecumenismo all'apostasia silenziosa
Rispondo brevemente catacumbulus perché non riesco a disquisire se i miei commenti non passano la censura. Stimo molto Maria e la ammiro in quanto prudente, il che non posso dire di me, anche la prudenza è grande virtù. Comunque l'ex pilota Arai Daniele mi risulta defunto da almeno un anno o più, quindi faccia lei. Non appartengo ad alcuna setta cattolica, dopo averle esaminate tutte, e scartate tutte. Parlo quindi in proprio. Dissertare su un atto giuridico non dottrinale, non le pare azzardato tanto? Anche la confessione fa capo al giudizio ed alla giustizia. L'articolo che lei mi ha messo non è lo stesso di Cooperatores veritatis? Il suo articolo dice che la bolla è infallibile e ha valore eterno se ben ricordo.
@Anonimo delle 16:19
Mi dispiace per Arai, a cui auguro di avere risolto non a proprio danno la questione del sedevacantismo.
Lei ha letto uno solo dei due articoli, che erano invece in sequenza. Nel secondo, tra le altre cose, mi sono corretto, esponendo l'argomento che ho qui riportato.
Non comprendo perché sarebbe azzardato argomentare mirando all'epifania della verità. Mi pare abbastanza facilmente dimostrabile che la bolla di Paolo IV sia un documento disciplinare e non dottrinale, ciò da cui la conclusione contraria all'applicabilità dell'infallibilità segue. Se poi l'argomento non è valido, me lo si faccia notare con ragioni cogenti e sarò il primo ad ammettere l'errore. Ma è necessario argomentare con grande attenzione, perché è facile farsi trasportare fuori strada da emotività o da ragionamenti superficiali. Argomentare in modo preciso è dare gloria al Signore, che è anche Intelligenza Infinita.
@ Catacumbulus. Ho letto gli ultimi 2 articoli da lei citati: non mi hanno convinto né al tempo delle sue dispute su Effedieffe con Arai Daniele (defunto da due anni) né ora. Avevo pensato di non scrivere più nulla su questi argomenti, poiché è impossibile convincere qualcuno che non si conosce personalmente e, d'altra parte, questa non è la sede adatta per disquisire su problemi così complessi. Mi limito a dire solo due cose. A mio avviso è sbagliato pensare che la bolla "Cum ex apostolatus officio" sia solo di genere disciplinare e non dogmatico, anche se il Denzinger sciaguratamente la ignora; anzi: il principio perenne attorno al quale ruotano tutti i discorsi di Paolo IV è che se qualcuno avesse scientemente una fede deviata anche solo su di un articolo di fede è automaticamente fuori dalla Chiesa. Questa è una fondamentale verità di fede, confermata dal magistero precedente e successivo, da cui dipende la relativa disciplina. In secondo luogo l'asserzione secondo cui non sarebbe rispettata nella suddetta bolla la quarta condizione di infallibilità della "Pastor aeternus", in quanto non sarebbe stato sviluppato fino in fondo il problema della eresia sovravvenuta ad un pontefice già eletto, mi sembra del tutto inconsistente: esattamente come se uno affermasse che la dichiarazione del Concilio di Nicea riguardo alla divinità del Verbo consostanziale al Padre non è dogmatica in quanto non ha sviluppato fino in fondo il problema della divinità dello Spirito Santo!!! Non aggiungo altro: a ogni giorno la sua pena, ma capisco la difficoltà di vedere subito la luce quando troppi legami interferiscono con la ricerca della verità. Distinti auguri.
TEOFILATTO
@Teofilatto
Concordo sul fatto che la trattazione di certe tematiche non possa esaurirsi in discussioni di questo tipo, ma è anche vero che, se condotte con il giusto spirito, spesso sono molto utili. Per quanto riguarda il conoscersi personalmente non c'è problema: maildrone@tutanota.com
La prego solo di correggere il suo tono a tratti altezzoso ("ma capisco la difficoltà di vedere subito la luce quando troppi legami interferiscono..."), non aiuta e non serve a nulla. Ho sempre detto esattamente quello che penso, spesso anche quando non ha giovato a creare o mantenere certi tipi di legami... E ho sempre interloquito con chiunque, senza alcuna prevenzione.
La mia argomentazione era leggermente diversa. La riprendo, meglio specificandola, in tre punti.
1) La conclusione che la bolla di Paolo IV sia un documento essenzialmente disciplinare, non dipende solo dal fatto, comunque alquanto rilevante, che abbia lasciato non normato proprio l'aspetto eminente della questione in oggetto.
1.1) Se lei prende a confronto proprio il testo della "Pastor Aeternus", per quanto anch'esso sia un documento estremamente sintetico, si nota subito l'enorme e incolmabile differenza essenziale: ivi si producono argomentazioni e citazioni varie (Sacre Scritture, Concili, ecc.) e poi per ogni sigolo aspetto dottrinale rilevante si conclude in una definizione anatemizzante. Nella "Cum ex apostolatus officio", invece, manca totalmente una qualsiasi forma argomentativa e una qualsiasi citazione in materia dottrinale. Semplicemente si fa riferimento in modo del tutto generico alle censure del passato, per ribadirle.
[segue]
1.2) Gli stessi passaggi della "Cum ex apostolatus officio" che si suppone espongano i crismi formali di una definizione dogmatica infallibile, in realtà chiaramente si riferiscono direttamente ed esclusivamente a contenuti disciplinari. Eccoli:
"[...] approviamo e rinnoviamo tutte e ciascuna, le sentenze, censure e pene di scomunica, sospensione, interdizione e privazione, in qualsiasi modo proferite e promulgate contro gli eretici e gli scismatici"
"Noi, su simile avviso ed assenso (dei cardinali) con questa nostra Costituzione valida in perpetuo (perpetuum valitura), in odio a così grave crimine, in rapporto al quale nessun altro può essere più grave e pernicioso nella Chiesa di Dio, nella pienezza della Apostolica potestà (de Apostolica potestatis plenitudine), sanzioniamo, stabiliamo, decretiamo e definiamo (et definimus), che permangano nella loro forza ed efficacia le predette sentenze, censure e pene e producano i loro effetti".
Qui è palese che il "definimus" (e tutti gli altri verbi) ha come referente dei contenuti disciplinari e non dottrinali.
1.3) Inoltre tutta la "Cum ex apostolatus officio" ha come oggetto unicamente contenuti disciplinari, basta leggersela.
Da tutto ciò deduco in maniera certa che non si tratta di un documento dottrinale.
E a fortiori faccio nuovamente notare che sarebbe assurdo pensare che un documento dottrinale manchi di considerare, non importa quanto sinteticamente, proprio il caso principe della stessa tematica dottrinale che si starebbe trattando. E' come se nella "Pastor Aeternus" Pio IX avesse trattato di tutti i casi in cui l'infallibilità non può essere attribuita ad altro soggetto che il papa come singolo, omettendo poi di definire i criteri che caratterizzano l'infallibilità pontificia stessa. Al contrario questo non è un assurdo nel caso di un documento disciplinare, proprio perché esso può per natura limitarsi a normare gli errori più comuni e diffusi, rinviando ad altro momento la disciplina dei casi che implicano considerazioni dottrinali più complesse e teologicamente ancora molto dibattute e "acerbe". La logica, del tutto legittima, è infatti quella dell'incominciare a mettere punti fermi, dal punto di vista disciplinare, riguardo alle situazione irregolari più ovvie, in modo da cominciare ad arginare la pars potior dei mal costumi. Mentre invece, lo ribadisco, questo approccio metodologico è un contro-senso rispetto ad un documento propriamente dottrinale.
I farisei, perfetti osservanti della lettera, ragionavano come lei catacumbulus. Se ritiene di aver tempo da perdere per dimostrare coi sofismi che il lupo va lasciato al vertice , ne risponderà a Dio. Ognun può leggere da solo la Bolla Papale Cum ex apostolatus officio, e giudicare se si può lasciare il lupo sulla cattedra di Pietro quando non fa parte della Chiesa, come non ne fanno parte i vescovi, preti, fedeli e chiunque che si dica gerarchia o popolo quando eretici,e che vanno deposti anche con la forza trattandosi del massimo pericolo per le anime, anime che sono il FINE PRIMARIO della Chiesa. Lei ha il coraggio di dire a nostro Signore " le vipere che ci sono le togliamo perché non sono Chiesa, ma la VIPERA maggior e la lasciamo perché è la più grossa", per cui il fine primario della Chiesa diventa portare tantissime anime all'inferno. Scusi la chiarezza, se mi si passa il commento che temo non passerà, ma il ragionamento lo fa un bambino.
@Anonimo delle 10:51 ha scritto:
"I farisei, perfetti osservanti della lettera, ragionavano come lei catacumbulus. Se ritiene di aver tempo da perdere per dimostrare coi sofismi che il lupo va lasciato al vertice , ne risponderà a Dio"
Ecco, vede, lei la butta in caciara, non solo in ragione del suo tono scomposto ed emotivo, ma perché le sue parole rivelano che la sua argomentazione prescinde dalla considerazione attenta delle cose. Altrimenti contesterebbe nello specifico i singoli punti della mia argomentazione. Tutto al contrario la logica sottesa alle sue parole è che, siccome sarebbe un assurdo "dire a nostro Signore "le vipere che ci sono le togliamo perché non sono Chiesa, ma la VIPERA maggior e la lasciamo perché è la più grossa"", allora la "Cum ex apostolatus officio" non può essere solo un documento disciplinare. Ma allora la sua argomentazione semplicemente rinuncia ad appoggiarsi sulla bolla in questione, poiché lei sceglie a priori, ossia pregiudizialmente, di ignorarne la vera natura, che, appunto, palesemente non è quella di un documento dottrinale. Se questo non è ragionare in modo sofistico in quanto obnubilati da un pre-giudizio, non so cosa possa esserlo.
Le mie contestazioni sullo specifico non sono passate…. comunque il senso della risposta è lapalissiano a chiunque, lasciamo il giudizio a chi legge, Teofilatto le ha risposto pure.Lei ama i sofismi, io no. Dio neanche.
La lettura corretta dell'enciclica è quella ontologica.Paolo IV ammette che un eretico o promotore d'eresia possa essere regolarmente eletto e ricevere pure tutti gl'onori dovuti all'ufizio che sta assumendo. Ciononostante sarà incapace di esercitare il mandato affidatogli. Basta guardare quant'è successo dopo la morte di Pio XII per riconoscere la correttezza dell'affermazione. Che cosa sono riusciti a combinare Roncalli, Montini, Woytila? Nient'altro che seminare il disordione e generare l'insicurezza,
@Anonimo delle 16:45
"Lei ama i sofismi, io no. Dio neanche"
Siccome ritengo che le obiezioni abbiano sempre il potenziale di risultare utili, perché, invece di agitarsi inutilmente a mo' di Catone il Censore, non mi invia i suoi commenti in privato? Poco sopra ho già indicato la mia mail, ma nessuno di voi si è messo in contatto fino ad ora. Oppure non ritenete degno un sofista come me di inerlocuzione? Le assicuro che prenderò le vostre argomentazioni in seria considerazione.
http://www.exsurgatdeus.org/2017/01/29/cum-ex-apostolatus-officio-una-bolla-di-paolo-iv-e-la-tirannia-pontificale/
Qui c'è il testo della bolla, ognuno può leggere, che sia un documento magisteriale infallibile è indubbio, valido in perpetuo, ed è confermata dal successore san Pio V. All'inizio del 1900 si usava la bolla onde contestare l'infallibilità papale da parte di questo Gratry: si diceva che la bolla documentava che un papa poteva cadere in eresia. Di fatto la bolla esclude la possibilità di un papa eretico, ovvero un eretico dimostra di non essere Papa, essendo l'eresia il peggiore dei mali. Concede il richiamo al Papa se erra in modo leggero, ma nel caso di eresia pertinace e pubblica, esclude a priori la questione. L'infallibilità papale , assistenza dello Spirito Santo, esclude la possibilità di un peccare pertinace pubblico universale.Infatti constatiamo che Angelo Roncalli era modernista fin da giovane con il vescovo RadiniTedeschi che lo protesse ed infiltrò. Se non è Magistero questo , lo è forse la pastorale eretica degli attuali??? Tra l'altro emessa con i vescovi.
https://docplayer.it/67156665-Angelo-giuseppe-roncalli-l-antipapa-massone-e-scomunicato.html
Quindi non si pone il problema: Giovanni XXIII deve essere dichiarato falso papa. E vanno rivisti i successori, dato che anche Paolo VI fu eretico, e lo sono tuttora sia Ratzinger che Bergoglio.
Trascrivo dalla bolla "lo stesso romano pontefice qualora sia riconosciuto deviato dalla fede deve essere redarguito (e se non cambia si depone per pertinacia) per impedire che possa miserevolmente irretire le anime semplici, né accada di vedere nel luogo santo l'abominio della desolazione predetta dal profeta Daniele, desiderosi di catturare le volpi indaffarate a distruggere la vigna del Signore e di tener lontani i lupi per non apparire come cani muti, per non subire la condanna dei cattivi agricoltori o essere associati ai mercenari….valide in perpetuo (queste disposizioni e) tutte le censure e scomuniche contro eretici e scismatici...o di altra maggior e dignità quale l'onore del cardinalato o l'incarico (munus)della legazione della Sede Ap….in odio a sì grave crimine che altro più odioso non esiste...neanche abiurassero le eresie MAi potranno essere reintegrati..siano abbandonati al potere secolare...non ammessi in conclave (quanti cardinali oggi possono entrare in un conclave valido? su una mano forse si contano)..i chierici siano privati in qualsiasi modo dalle qualifiche da altri o da laici, privati ispo facto...lo stesso romano pontefice che prima della sua posizione a cardinale o prima della sua elevazione a Romano Pontefice, avesse deviato dalla fede cattolica e fosse caduto in qualche eresia (o scisma) sia NULLA, non valida e senz a alcun valore la SUA ELEVAZIONE anche se avvenuta con la…… continua
continua…. anche s e avvenuta con la concordanza e l'unanime consenso dei cardinali, e pure se consolidata col ricevimento della carica,consacrazione, possesso del governo e amministrazione, o per l'INTRONIZZAZINE o adorazione dello STESSO ROMANO PONTEFICE o per l'obbedienza a LUI PRESTATA da TUTTI e per il decorso di QUALSIASI DURATA..nè legittima nullam facultatem in cose spirituali o temporali..eo ipso abisque aliqua desuper facienda declaratione privata..liceat ..liberati dall'obbedienza e devozione EVITANDOLI….LECITO L'AIUTO DLE BRACCIO SECOLARE (pe r rimuoverli). Non ostano neppure i decreti mp o inerenti nel corpus iuris con scienz a certa nella pienezza della Potestà Apostolica...a nessun uomo sia lecito infrangere questo documento...incorrerà nello sdegno di Dio Onnipotente e dei ebati apostoli Pietro e Paolo".
Si dice poi che il concilio di Costanza "non essendoci un papa certo il concilio si insedia al SUO luogo e al SUO posto", perché chi incorre in eresia rompe ogni legame e delegittima ogni ubbidienza, ed allora c'era solo l'eresia di 3 papi, la dottrina non era stata mutata come oggi, dove di papi ne abbiamo 2 e abbiamo il cambio di liturgia, dottrina e sacramenti!
Consentitemi un commento da ignorante, che però può giocare il ruolo di osservatore esterno. La discussione sulla bolla di Paolo IV è interessante e, in generale, non dubito che queste cose siano importanti teologicamente e canonicamente. Sono convinto che tutti i fautori delle opposte tesi siano in perfetta buona fede e mossi da amore per la Chiesa.
Il fatto è che non sono in grado di comprendere chi ha ragione tra voi, e nelle mie condizioni sta il 99,999% dei fedeli. Questo mostra che, pastoralmente, questa discussione non serve nell'immediato (ho detto solo pastoralmente: non ho dubbi che questioni di questo tipo saranno fondamentali, ad un certo punto, per chiudere i conti con il passato). Considerato che qualsiasi atto formale che i cardinali potrebbero intraprendere li vedrebbe scontrarsi con il Papa e un altro gruppo di cardinali, probabilmente maggioritario, come potrebbe orientarsi il popolo dei fedeli, visto che non è in grado di entrare nelle questioni dottrinali e canoniche necessarie?
Se da un lato anch'io auspico che i buoni cardinali trovino la quadra per intraprendere qualche passo concreto, però proprio questa discussione mi fa comprendere per quale motivo, al momento, si preoccupino di più di guidare pastoralmente i fedeli, correggendo gli errori manifesti.
Con questa condivisibilissima osservazione di Fabrizio Giudici possiamo considerare al momento chiusa - anche se non esaurita - questa discussione, da riprendere partendo da premesse e approfondimenti più ordinati e adeguatamentd approfonditi.
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