Il vescovo Perea, rimosso nel 2020 |
Il centro del problema è quel "malinteso ecumenismo" [qui] che i modernisti cattolici, cioè protestanti ibridi e mascherati, nel post Concilio, hanno identificato nella lenta e graduale demolizione del cattolicesimo, quindi del vero cristianesimo.
Nel tentativo di piacere alle altre religioni e agli atei laicisti e progressisti, a loro volta versione ibrida del socialismo e del comunismo.
Che non si convertono affatto.
A distanza di circa cinquant'anni vediamo una Chiesa sempre più insignificante, diluita, fluida, perché si allontana dal verticale, dal soprannaturale, da Dio Uno e Trino, dal Figlio di Dio fatto uomo e dalla via stretta e difficile che ha insegnato a seguire, in conflitto col mondo.
Una chiesa con la minuscola, che segue le mode per non disturbare nessuno, che invece di evangelizzare la povera e sfruttata Africa, compiendo lì, come ha sempre fatto, opere benefiche per la loro crescita, prima spirituale e poi materiale, dando l'esempio di aiuto per il vero bene dei popoli sfruttati anche a costo di morire e di inimicarsi Stati, si limita a finanziare, come Soros, le navi che favoriscono l'emigrazione clandestina e svuotano l'Africa dei suoi giovani.
La chiesa che piace al mondo senza Dio e, naturalmente... ai Filantropi! (Aloisius)
Francesco, gli insulti ai preti e
il fenomeno dei sacerdoti cancellati
monsignor Héctor Aguer
arcivescovo emerito di La Plata
Diversi sacerdoti fedeli agli insegnamenti di papa Francesco mi hanno espresso la loro costernazione e il loro dispiacere perché hanno visto quanto spesso Sua Santità denigri i preti. Li ha definiti «amari, facce da bue, scapoli, impiegati sacramentali, ambiziosi, pettegoli, arrampicatori», più altri aggettivi denigratori. Una mancanza di giustizia e di carità.
Nel mondo ci sono milioni di sacerdoti e certamente tra loro non mancano quelli a cui sono applicabili alcuni degli epiteti di Francesco. Ma le sue generalizzazioni nelle prediche, nelle catechesi e nei messaggi contraddicono la verità, e ciò che è scandaloso è che questi insulti si allontanano radicalmente dalle affermazioni del Concilio Vaticano II, che al ministero e alla vita dei sacerdoti ha dedicato il decreto Presbyterorum ordinis.
Cito alcuni passaggi di quel testo conciliare: «Con il sacramento dell’ordine i presbiteri si configurano a Cristo sacerdote come ministri del capo, allo scopo di far crescere ed edificare tutto il su corpo che è la Chiesa, in qualità di cooperatori de: l’ordine episcopale. Già fin dalla consacrazione del battesimo, essi, come tutti i fedeli, hanno ricevuto il segno e il dono di una vocazione e di una grazi così grande che, pur nell’umana debolezza possono tendere alla perfezione, anzi debbono tendervi secondo quanto ha detto il Signore: “Siate dunque perfetti così come il Padre vostro celeste è perfetto” (Mt 5,48). Ma i sacerdoti sono specialmente obbligati a tendere a questa perfezione, poiché essi – che hanno ricevuto una nuova consacrazione a Dio mediante l’ordinazione – vengono elevati alla condizione di strumenti vivi di Cristo eterno sacerdote, per proseguire nel tempo la sua mirabile opera, che ha restaurato con divina efficacia l’intera comunità umana. Dato quindi che ogni sacerdote, nel modo che gli è proprio, tiene il posto di Cristo in persona, fruisce anche di una grazia speciale, in virtù della quale, mentre è al servizio della gente che gli è affidata e di tutto il popolo di Dio, egli può avvicinarsi più efficacemente alla perfezione di colui del quale è rappresentante, e la debolezza dell’umana natura trova sostegno nella santità di lui, il quale è diventato per noi il pontefice “santo, innocente, incontaminato, segregato dai peccatori” (Eb 7,26)» (n. 12).
Nel passo successivo il Concilio «esorta vivamente tutti i sacerdoti a tendere sempre verso una maggiore santità; ciò li renderà più idonei al servizio del Popolo di Dio» (n. 13). L’ideale che il Concilio richiama è l’unità e l’armonia di vita, che deriva dall’imitazione di Cristo nell’esercizio del ministero; è la carità pastorale, tratto che distingue il sacerdote diocesano dai religiosi, ai quali il Concilio dedica il decreto Perfectae caritatis. Nella Presbyterorum ordinis si afferma anche che l’unità di vita porta «consolazione e gioia immensa» (n. 14). È sorprendente quanto questa prospettiva teologica e spirituale sia diversa dalla meschina prospettiva sociologica di Francesco nella sua denigrazione dei sacerdoti. Questo non si vede negli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno onorato i sacerdoti.
Un altro aspetto da notare è che le calunnie del papa sono spesso rivolte ai sacerdoti più aderenti alla Tradizione; li ha chiamati «indietristi» perché «guardano indietro», cioè perché non seguono i «nuovi paradigmi» proposti dal successore di Pietro. Così abbondano i «preti cancellati», che vengono spazzati via come feccia dall’esercizio del ministero. Il progressismo autoritario di Roma è imitato in tutto il mondo. Come qui, in Argentina, dove, in diverse diocesi, la cancellazione dei sacerdoti fedeli alla Tradizione, una Tradizione dogmatica e pratica, è costante.
Il papa non smette di fare danni. La sua doppiezza, gesuitica e argentina, lo ispira nelle peggiori decisioni. Come nel caso di Joseph Strickland, vescovo di Tyler nel Texas, Francesco cerca di neutralizzare i migliori tra i successori degli Apostoli imponendo loro un coadiutore o inviando una visita apostolica. Da noi, nel 2020, ha liquidato l’eccellente vescovo di San Luis per sostituirlo con un progressista il quale benedice «nel Nome del Padre e dello Spirito Santo», eliminando il Figlio Eterno, nostro Signore Gesù Cristo, affinché i non cristiani che assistono ai suoi atti «ecumenici» non si sentano disturbati.
In Argentina il numero di sacerdoti cancellati è in aumento, a causa dell’obbedienza al papa di un episcopato insignificante, che assiste impassibile alla scristianizzazione della società. Questo allontanamento dalle origini cristiane, ereditato dalla Spagna, è iniziato tra noi alla fine del XIX secolo. E negli ultimi tempi ha mostrato tutta la sua rilevanza sociale e culturale, di fronte all’impotenza del cattolicesimo, che ha ricevuto il colpo di grazia dalla diffusione del progressismo.
Si registra, nel contempo, un fatto paradossale, dal carattere misterioso: la crescita di alcune parrocchie fedeli alla Tradizione, dove i cattolici, soprattutto i giovani, godono di una liturgia normale, aperta alla partecipazione devota al Sacrificio eucaristico. Ho detto «normale», ovvero senza stranezze, come la liturgia dovrebbe essere ma non è di solito nell’opaca mediocrità del progressismo imposto dalla fantasia post-conciliare.
L’esistenza di questa realtà rafforza la nostra speranza di ripresa ecclesiale. L’intercessione della Madre della Chiesa, che invochiamo con fiducia, la proteggerà.
15 commenti:
Si resta senza parole. La tentazione di andare altrove è potente. Restando però si può cercare di far meglio il proprio dovere, senza mandare all'inferno il mondo intero.
“La violenza trova il suo unico rifugio nella menzogna, la menzogna il suo unico sostegno nella violenza”.
Aleksandr Solženicyn, “ L’arcipelago gulag”
"e ciò che è scandaloso è che questi insulti si allontanano radicalmente dalle affermazioni del Concilio Vaticano II, che al ministero e alla vita dei sacerdoti ha dedicato il decreto Presbyterorum ordinis."
Dopo aver letto queste righe ho smesso di andare avanti...
Roberto
Da molto tempo sui siti cattolici tradizionalisti argentini si leggeva delle imprese di JMB anche molto prima che venisse messo di peso sul trono, sarebbe lunga da raccontare, mi spiace che una cara amica argentina che lo conosceva molto bene, sia venuta a mancare proprio sul più bello, speriamo che la verità, anche parziale, venga fuori poco alla volta. Un OT particolare, mi chiedo cosa ci sia dietro alla vicenda di Giulia, preghiamo per lei, ma funerali di stato? Ma perché? Tante altre sono state uccise in maniera efferata e truce, ma niente, ricordo da bambino il delitto al Circeo, ma mai una cosa simile, per un omicidio fra tanti che avvengono ogni giorno, basta leggere i giornali regionali in cronaca nera, ce ne sono purtroppo tanti......
❌L’ALTARE NON È UN PALCOSCENICO❌
L'altare non è un palcoscenico!
In un tempo, come il nostro, in cui l'anonimato sembra diffondersi sempre di più, non è raro incontrare persone alla ricerca, talvolta nevrotica, di visibilità.
È dunque più che opportuno un richiamo alla discrezione richiesta dalle azioni liturgiche e dagli spazi sacri, a cominciare dall'altare.
L'altare non è un palcoscenico dal quale i tanti devoti delle nostre chiese possono esibire il loro afflato religioso.
L'altare non è un palcoscenico per gli amministratori e i politici di dilungarsi in "comizi" retorici ed inopportuni. Gli interventi istituzionali sono bene accetti, purché siano improntati
a misura e a buon senso.
L'altare non è un palcoscenico dal quale i bambini presentano le loro capacità "artistiche" a vanagloria dei genitori.
L'altare non è, neppure per i sacerdoti, un palcoscenico per mostrare se stessi, oscurando il mistero e la persona di Gesù, che è rimane il centro e il fondamento della nostra fede, nonché l'unico e vero redentore del mondo.
Per tutti vale il detto attribuito ad Ignazio di Loyola, che rivolgendosi ai suoi confratelli amava dire: Ricordati che il Messia c'è già, è uno solo, e non sei tu.
Lucera, Curia vescovile, 3 dicembre 2023.
Circa trenta anni fa sentii proprio un sacerdote che spiegando la Messa NO usó il termine teatrino. Allora non capii tutti i significati, le implicazioni, le sfaccettature, le sfumature che il termine 'teatrino' comportava usato come esplicativo della Messa, ma quella parola diventò per me, nel tempo, strumento per riconoscere le frotte di teatranti intorno all altare ed i in tutto l ambiente dove la liturgia veniva agita dal popolo smarrito, impreparato, istrione.
OT
Sapete la ragione vera per cui il gioielliere di Grinzane è stato condannato a 17 anni + un sacco di soldi da rimborsare alle famiglie delle povere vittime? Perché è un italiano e di pelle bianca. Se fosse un immigrato, di pelle scura, sarebbe stato assolto con formula piena e rimborsato del danno morale subito.
#L'altare non e' un palcoscenico.
Ottimamente si addice all'evento sacrilego verificatosi al Duomo di Torino domenica, allorché la Messa e' stata imperiosamente interrotta, così ho letto, da due ecovandale che hanno voluto a tutti i costi scandire un passo dell'ultima "fatica letteraria" in tema ambientale del nostro impavido Papa.
L'arcivescovo di Torino ha lasciato fare, non sia mai che il buon Bergoglio si offenda e se la prenda a male, visto che ha detto che gli ecovandali riempiono un "vuoto" nella nostra società.
Gz
Nel mentre sembra che le suore di Pienza siano state abbandonate da Viganò e che quindi si siano rivolte a Cionci
Una cosa incredibile i funerali praticamente di Stato per la donna uccisa dall'amante.
Dall'articolo de il Giornale sulla vicenda sembra che la sorella della vittima sia un'attivista lgbt. Ma il governo Meloni ha mandato addirittura Nordio al funerale e si è scomodato verbalmente persino Mattarella. È tutta propaganda contro i maschi, il sesso maschile, presentato come se passasse il tempo ad accoltellare donne.
Propaganda femminista e "arcobaleno" ossia dei pervertiti al comando.
Anche e soprattutto in Europa. Ma non solo.
I passi dell'omelia funebre del vescovo di Padova riportati dal Giornale dicono le solite cose: che questi fatti orribili non devono accadere più, che dobbiamo educarci ad un mondo migliore.
Come al solito, della vita eterna e del destino dell'anima silenzio assoluto. In passato, il prete si sarebbe forse chiesto se la defunta era pronta per andare al Giudizio di Cristo N S. E ne avrebbe tratto ammaestramento per i presenti: Estote parati etc. Voi non sapete né il giorno né l'ora. Tanto pronta non doveva essere, dal punto di vista autenticamente cristiano, se aveva un amante. Un folle, che poi l'ha ammazzata. E l'ambiente, com'era e com'è?
Ma se un sacerdote osa ricordare oggi la vera morale cristiana e parlare del peccato e dei Novissimi scoppia il finimondo, rischia persino di essere aggredito dai cosiddetti fedeli.
Intanto però il governo le cifre giuste sugli omicidi delle donne, delitti motivati dalla gelosia, non le dà. Ci tiene all'oscuro.
Tutta questa vicenda è stata subita malamente da Meloni e dal suo governo, incapace di resistere agli odi della piazza e forse d'accordo con essa, almeno su alcune cose.
Invece di opporsi all'isterismo femminista e dei consoci, il governo lo ha favorito.
Le cose giuste, quelle che dovrebbero dire i politici, le dice il generale Vannacci (230.000 copie vendute del suo libro anticonformista). In un'intervista, ha detto: "Ma perché chiamate femminicidio un omicidio?". Già, perché?
Intanto la riforma della giustizia, una delle cose più importanti del programma del governo Meloni, si è impantanata.
È vero che l'opposizione del corpus dei giudici è fortissima e assai pesante, però farla slittare è un errore.
Intanto certuni continuano nella loro opera: hanno dato ben 17 anni (la premeditazione) e l'obbligo di risarcimento alle famiglie dei ladri, al gioielliere che ne aveva ucciso due durante una rapina nel suo negozio (ed era stato in precedenza già picchiato e rapinato dai delinquenti).
E parimenti: se l'ex-fidanzato ( qualunque cosa significhi 'fidanzato') omicida della povera ragazza fisse stato di colore anziché bianco?
Che stucchevole compilazione di luoghi comuni dessinistra, che monotona e monocorde lettura di algide frasette politicamente corrette e termini ed espressioni stereotipate azzeccate insieme con il peggior collante della ideologia woke, che mancanza di emozioni e sentimenti sinceri, caldi. Questo il sermoncino del genitore 1(perché così va chiamato) della povera Giulia. È sembrato (e tale voleva essere) un discorsetto politico, un tentativo di trasformare la morte di una figlia per mano omicida in una sorta di lezioncina civica. Mancanza assoluta di spina dorsale. Mancanza totale di calore umano, di sdegno e furore paterni. Ci sono quelli che nascono lupi, quelli che nascono cani da guardia e, purtroppo, quelli che nascono pecore. E non ve ne venite con la litania del padre traumatizzato da un dolore che solo lui può capire perché l'impressione che mi ha dato è stata di un uomo totalmente concentrato sulla "missione " civile che si era auto assegnata. Questa la mia percezione. E come sempre, dico ciò che penso.
A Dio, Giulia.
Ma queste cose qui le sappiamo tutti. La cosa che sconvolge è che tutto questo avvenga sotto il governo Meloni. Qui in Gerrmania si parla già di "Melonisierung/Melonizzazione" per indicare ciò che un partito di destra deve assolutamente evitare di diventare.
Roberto
Neanche un vago accenno all’origine del male che attraversa questo mondo. Neanche un vago accenno alla Croce che quel male ha cancellato.
Nessuna prospettiva che doni vero conforto al dolore di un padre privato di sua figlia.
Solo una parata di autorità e di nastrini rossi appuntati sul petto.
Solo una chiesa asservita alle mode del mondo.
Oggi, a Padova, il preludio di 10, 100, 1000 Giulia Cecchettin.
Qualcuno saprebbe come contattare il Cardinale Burke? Ho provato a scrivergli tramite questo https://www.cardinalburke.com/ sito ma continua a darmi “internal server error”.
Se qualcuno potesse dirmi come fare a contattarlo gliene sarei infinitamente grato.
M.C
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