Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 28 marzo 2025

Dove il cardinale Roche sbaglia sulla messa latina tradizionale

Nella nostra traduzione da The Catholic Herald una delle tante reazioni alle recenti dichiarazioni del card. Roche [qui - qui]. La riflessione è piuttosto sommaria rispetto alle analisi a cui siamo abituati, sembra di un Neofita, ma ribadisce cose essenziali e conferma la grande diffusione della Tradizione, soprattutto tra i giovani, in tutto l'Orbe cattolico [qui]. Lo scalpore creato dalle restrizioni [qui] ha fatto conoscere la Messa dei secoli provocando l'eterogeneità dei fini.

Dove il cardinale Roche sbaglia sulla messa latina tradizionale

Mi interessava ascoltare il discorso del cardinale Arthur Roche riflessioni nella sua recente intervista al Catholic Herald che celebra il suo Giubileo d'oro, in particolare i suoi commenti sulla Messa latina tradizionale e il suo posto nella Chiesa odierna. 
Mentre esprime opinioni chiare sulle riforme successive al Concilio Vaticano II e sulla devozione di coloro che partecipano alla Messa tridentina, non ho potuto fare a meno di pensare che la sua valutazione abbia trascurato alcune delle ragioni più profonde per cui molti, soprattutto i cattolici più giovani, sono attratti da questa forma di culto. Data l'importanza della liturgia nel plasmare la fede dei laici, credo che le sue osservazioni meritino un esame più attento e ponderato.

Perché sbaglia sulla liturgia
Cardinale Roche: "C'è una percentuale molto più bassa di letture scritturali nel messale del 1962 rispetto al nuovo messale".

Avendo appena completato le ultime lezioni della mia laurea triennale, posso dire con sicurezza che i docenti che mi hanno mitragliato con powerpoint non mi hanno lasciato con una comprensione più completa della mis materia e, semmai, questi professori si sono ritrovati con le aule più vuote. Una indigestone di contenuti non aumenta il volume di informazioni incamerate e esporre i fedeli a più testi delle Scritture non porta necessariamente a una comprensione più completa delle stesse. L'idea che una maggiore quantità di letture della Scrittura sia intrinsecamente benefica è minata dall'esclusione, attraverso le riforme liturgiche, di passaggi profondi e di impatto.

Questi passaggi spesso affrontano insegnamenti difficili della Chiesa, come la chiamata alla penitenza e gli avvertimenti di giudizio. Ad esempio, la rimozione di versetti come 1 Corinzi 11:27-29, che ammonisce i credenti che ricevere il corpo e il sangue di Cristo indegnamente significa "mangiare e bere la propria condanna", diminuisce la gravità e la profondità di certi messaggi scritturali.

I Salmi sono anche una grande fonte di meditazione sui sacri misteri e ciò che il cardinale Roche in questa intervista omette è che anche l'ufficio divino tradizionale (in cui tutti i 150 salmi vengono recitati settimanalmente) è stato ridotto. L'ufficio tradizionale era anche più sostanziale in termini di scrittura rispetto al nuovo ufficio e conteneva molte più letture ogni giorno. Ciò sarebbe persino aumentato in occasione di un giorno di festa, di un giorno santo, di una solennità, ecc.; e ce n'erano molti di più prima della loro rimozione attraverso la Riforma (ad esempio, il periodo della Settuagesima ).

Se davvero si riteneva necessaria una maggiore dimestichezza dei laici con la Scrittura nella liturgia, perché altrettanto necessaria è stata la riduzione dei testi Scritturali nella Liturgia delle Ore, storicamente strumento fondamentale di mediazione scritturale?

Inoltre, l'osservazione del cardinale, "Se solo sapessero che la maggior parte dei giorni celebro la messa in latino..." [ma è il novus orfo in latino -ndT] non condidera che le preoccupazioni tradizionaliste non sono fondamentalmente linguistiche. Il latino è davvero una tradizione preziosa della Chiesa, ma le riforme introdotte nel Novus Ordo vanno ben oltre la lingua. Il canto gregoriano, ad esempio, che ha un posto d'onore nella Liturgia secondo la Sacrosanctum Concilium, è stato sviluppato per il latino e si perde molto  nel recitarlo con sostituzioni in volgare. Dato ancora più importante, le riforme hanno  ristrutturato fondamentalmente le pratiche pubbliche della fede attraverso l'innovazione nella liturgia, la configurazione e l'esclusione dei giorni di festa, ecc.

È vero, come riconosce il cardinale Roche, che la liturgia non è una questione di preferenza individuale, ma questo argomento è valido in entrambi i sensi. Se dobbiamo trattare la liturgia come una preziosa eredità, non come "un possesso personale donato dalla Chiesa" da rimodellare secondo le sensibilità contemporanee, allora le preoccupazioni di coloro che riconoscono il valore del messale del 1962 non dovrebbero essere liquidate così facilmente.

Perché sbaglia sui laici
Cardinale Roche: "Il numero di chi è legato alla Messa latina tradizionale, in realtà, è piuttosto esiguo, ma alcuni gruppi fanno molto clamore".

La caratterizzazione del cardinale Roche ignora realtà fondamentali. Mentre può essere vero che i partecipanti alla Messa latina tradizionale costituiscono una minoranza all'interno della Chiesa, la loro crescita, in particolare tra i giovani, racconta una storia diversa. A differenza di molte parrocchie del Novus Ordo, che affrontano  un calo di fedeli e una carenza di sacerdoti che richiede loro di fondersi o condividere il clero tra più diocesi, le parrocchie tradizionali sono spesso fiorenti. Sono piene di giovani famiglie, laici impegnati e un numero crescente di vocazioni. In Francia, ad esempio, La Croix ha riferito che quasi il 20 per cento delle nuove ordinazioni sacerdotali negli ultimi anni è scaturito da comunità tradizionaliste, nonostante queste comunità costituiscano solo una frazione della presenza complessiva della Chiesa.

Le restrizioni imposte dalle riforme liturgiche post-Vaticano II e, più di recente, dalla Traditionis Custodes, hanno artificialmente limitato l'espansione della Messa tradizionale anziché dimostrarne l'irrilevanza. Laddove la Messa tradizionale è consentita, prospera. Dato che l'accesso ad essa è stato deliberatamente limitato, non può sorprendere che rimanga un'opzione minoritaria. Come ha giustamente osservato l'intervistatore del Catholic Herald, molti di coloro che sono attratti dalla liturgia tradizionale sono giovani adulti, coloro che rappresentano il futuro della Chiesa.
Con queste giovani famiglie che crescono i loro figli nei riti tradizionali, non è irragionevole suggerire che la percentuale di tradizionalisti crescerebbe in modo significativo se queste restrizioni venissero revocate.
Il movimento tradizionalista sta anche producendo un numero sproporzionato di vocazioni sacerdotali e religiose. In Irlanda, dove i seminari hanno dovuto affrontare la chiusura, incluso quello di Galway, gli istituti sacerdotali tradizionali continuano a suscitare interesse. Nonostante i loro numeri ridotti, queste comunità stanno promuovendo una nuova generazione di sacerdoti, monaci e suore, offrendo un netto contrasto con il forte declino delle vocazioni tradizionali. Inoltre, mentre il cardinale Roche liquida alcuni gruppi tradizionalisti come "clamorosi", vale la pena notare che il clero che esprime sostegno alla Messa tradizionale spesso affronta l'emarginazione. Personaggi di alto profilo come il cardinale Raymond Burke e il vescovo Joseph Strickland hanno affrontato declassamenti o rimozioni dai loro incarichi per la loro difesa schietta della tradizione. Molti altri chierici rimangono in silenzio per paura di simili ritorsioni. Il vero problema non è se i tradizionalisti siano troppo rumorosi, ma piuttosto perché le loro voci vengono soppresse. Se la Messa tradizionale fosse così insignificante come sostengono i suoi critici, perché si sta facendo così tanto sforzo per farla tacere?

Perché si sbaglia sui preti
Cardinale Roche: "Ciò che Papa Francesco ha detto in Traditionis Custodes è che non è la norma. Per dichiarate buone ragioni, la Chiesa, attraverso la legislazione conciliare, ha deciso di allontanarsi da quella che era diventata una forma eccessivamente elaborata di celebrazione della Messa. Quando ero a scuola, ero solito servire la Messa e il prete mi diceva: 'Ricordati, ragazzo, sono 20 minuti, amitto ad amitto'. Ciò che intendeva dire era che non appena si fosse messo l'amitto [paramento liturgico] al collo, avrei dovuto iniziare a contare i minuti fino a quando non se lo fosse tolto alla fine della messa. Se, per caso, fosse arrivato all'ultimo Vangelo di 15 minuti, avrei dovuto tirare la parte posteriore della sua pianeta. Era una specie di scrupolo, suppongo, ma qualcosa di molto diverso da ciò che le persone sperimentano oggi nella Forma Straordinaria. "

Innanzitutto, è un po' sconcertante come l'aneddoto che Sua Eminenza usa sulle Messe di 20 minuti del cappellano della sua scuola voglia illustrare che la forma tradizionale della messa era diventata "eccessivamente elaborata" prima delle riforme del Concilio Vaticano II. Anche per una messa bassa, una celebrazione di 20 minuti è notevolmente veloce e difficilmente potrebbe essere descritta come "eccessivamente elaborata". Sembra più il riflesso di un approccio superficiale alla liturgia piuttosto che della ricchezza e della solennità che la Messa Latina Tradizionale può incarnare. Questo esempio potrebbe suggerire che, in alcuni casi, il rituale è diventato un dovere formale piuttosto che un'opportunità per un culto profondamente riverente, ma non cattura l'esperienza di coloro che apprezzano sinceramente la bellezza interconnessa della Messa.

Indipendentemente dalla lunghezza della Messa, breve o prolungata che sia, ciò che mi colpisce di più della Messa tradizionale è la meticolosa devozione mostrata dai suoi sacerdoti. Servire queste Messe mi ha dato un'idea della straordinaria cura posta nell'aderire strettamente alle rubriche. Non si tratta semplicemente di eseguire una serie di azioni, ma di uno sforzo coscienzioso per preservare l' integrità di una forma di culto secolare che molti credono esprima potentemente il mistero dell'Eucaristia.

Il più grande privilegio che ho avuto durante il servizio è stato assistere un sacerdote che, sebbene non abituato a celebrare la Messa antica, ha fatto ogni sforzo per eseguirla con la dovuta riverenza. Dopo ogni Messa, mi ha incoraggiato a fornire un resoconto dettagliato, sottolineando tutto ciò che poteva essere stato fatto in modo imperfetto. Questo umile desiderio di imparare e migliorare, nonostante la sua già significativa esperienza, rifletteva un profondo rispetto per la Messa stessa. Il suo approccio non aveva a che fare con una scrupolosità fine a se stessa, ma un tentativo serio di offrire il culto più appropriato possibile, e sono sacerdoti come questi che hanno costantemente ispirato i miei contemporanei a vocazioni religiose o secolari.

Per coloro che sono devoti alla Messa antica, tale scrupolosa attenzione non è percepita come rigidità, ma come un segno di riverenza. Ogni gesto, parola e movimento ha uno scopo e un significato, portando avanti una tradizione che ha nutrito innumerevoli santi. Essere testimoni o assistere un sacerdote che si sforza di celebrare la Messa in questo modo significa vedere un amore genuino per la liturgia, non come una preferenza privata, ma come un atto di culto condiviso, profondamente radicato nella vita della Chiesa. In effetti, come osserva il Cardinale: "Ho visto... una crescente tendenza degli individui a credere di poter adorare in qualsiasi modo scelgano, piuttosto che nel contesto della Chiesa. Possiamo adorare solo come Chiesa, non c'è altro modo".

L'unità della Chiesa tanto desiderata da Papa Francesco in Traditionis Custodes si ritrova precisamente nella liturgia tradizionale perché è celebrata in continuità con la Chiesa del passato e con quei chierici che si sono uniti alla Chiesa Trionfante, così come con quelli della Chiesa Militante oggi.

Proprio come i politici devono governare in nome di coloro che sono morti, vivi e nascituri, così la Chiesa deve adorare nel contesto dell'intera Chiesa, nati e morti inclusi. La Messa latina tradizionale, per i suoi seguaci, serve come una connessione tangibile a questa comunione senza tempo, un modo profondo di adorare in unione con coloro che sono venuti prima di noi e coloro che devono ancora venire.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

8 commenti:

Catholicus ha detto...

...ma chi dedica più il suo tempo, ormai, a leggere le puerili, vergognose bugie che riempiono la carta stampata, manipolata e diretta dai padroni del vapore? ( leggasi i signori dell'elite massonica, burrattinai manovratori dei governi e della UE)....stessa cosa dicasi per l'informazione televisiva, entrambe strumenti di depistaggio dalla verità, disinformazione e spudorata propaganda. Se vogliamo mantenere mente lucida e sano discernimento stiamo alla larga da questi spudorati bugiardi.

https://www.marcotosatti.com/2025/03/27/la-verita-su-putin-e-la-manipolazione-di-massa-perche-i-grandi-giornali-non-vendono-piu-mario-adinolfi/

Anonimo ha detto...

Esistono gruppi non sedevacantisti che utilizzano il Messale pre 1955, vale a dire quello precedente alle riforme di Bugnini?

Laurentius ha detto...

Mi ricordo che, a tempo suo, era stato concesso ad uno degli istituti Ecclesia Dei l'uso dei riti della Settimana Santa pre-1955, ma non saprei dire quale, né se la concessione è tuttora in vigore. Comunque, esistono anche sedevacantisti che utilizzano i riti protomodernisti pacelliani riformati.

Anonimo ha detto...

Via Crucis in diretta streaming
28.Marzo.2025 -ore 15:00
Casa San Clemente IBP - Roma
https://www.youtube.com/watch?v=C6nn6euAlwU

Anonimo ha detto...

Via Crucis
https://www.youtube.com/watch?v=C6nn6euAlwU

Anonimo ha detto...

Arrogante, paternalista, bugiardo: questo è il vero Prodi
"un leader politico, che si definisce cattolico,"
https://lanuovabq.it/it/arrogante-paternalista-bugiardo-questo-e-il-vero-prodi
Ullalla' e' una cuccagna, quanti politici diversamente cattolici sono in seno alla Chiesa Cattolica..!

Anonimo ha detto...

La religione cattolica e' quella che ha avuto il numero maggiore di falsificazioni e di eresie. Questo e' consono alla sua stessa natura, che e' la verita' assoluta. Appunto perche' il brillante e' prezioso, viene falsificato. Nessuno penserebbe a falsificare uno strass, poiché esso e' di per se' una falsificazione.Le eresie sono frutto della vita naturale. Quando non si vive soprannaturalmente, allora si sostituisce con facilita' la propria interpetrazione e le proprie fisime al pensiero di Dio.
(Don Dolindo Ruotolo).

Anonimo ha detto...

Francesco può firmare solo con la 'F' - Parolin lo definisce "non ideale".
Papa Francesco ha governato la Chiesa "anche nei giorni più difficili" della sua malattia, ha dichiarato il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin al quotidiano italiano Corriere della Sera (29 marzo). Ha "esaminato i rapporti" e "preso decisioni" di conseguenza.
Ci sono questioni che i dicasteri vaticani possono gestire in modo indipendente, in base all'autorità che un Papa ha affidato loro, come nel caso di una canonizzazione.
Il Cardinale Parolin non ha fornito un esempio di questioni che solo il Papa può e deve decidere.
Ha ribadito che Francesco "non può fare tutto quello che faceva prima".
Interrogato sulla voce secondo cui Francesco firma i documenti solo con una "F", Parolin non l'ha negata: "Non è la situazione ideale, naturalmente, ma voglio sottolineare che il Papa è ancora in grado di guidare la Chiesa", ha affermato.
https://gloria.tv/post/U8R7Ag3WDSNW44rJiKh9ES7Gu
Mia madre, affetta da Parkinson, non riusciva piu' a firmare sia perche' non aveva piu' forza nella mano sia perche' il suo sistema nervoso centrale era compromesso . Dovevamo allora dettarle una lettera alla volta del cognome e ripetendogliela piu' volte. All'anagrafe, dato che non volevano perder tempo ad attendere mi proposero di farla firmare con la X, al che mi opposi perche' mamma sapeva firmare. Piuttosto mi feci dare un angolino di un tavolo e con tanta pazienza firmo' il rinnovo della Carta d'identita'.