Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 31 marzo 2025

Perché l'occidente si è ridotto a odiare se stesso. Firmato Joseph Ratzinger

Sintesi chiara sui dibattiti che hanno portato all'Europa di oggi. Dove ci si occupa dei tappi delle bottiglie mentre non si può criticare l'islam purché si verrebbe accusati di islamofobia. La svolta per l’Europa auspicata da Benedetto XVI all’indomani della caduta del muro di Berlino non c’è stata. Tanto il materialismo che il relativismo avevano proseguito nella loro inarrestabile avanzata. “Un odio che si può considerare solo come qualcosa di patologico”: il nuovo libro di Elio Guerriero. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Perché l'occidente si è ridotto a odiare 
se stesso. Firmato Joseph Ratzinger

Pubblichiamo un estratto di “Benedetto XVI. L’eredità dalla vita e dalle opere”, il nuovo libro di Elio Guerriero (Edizioni San Paolo, 254 pp., 20 euro). L’autore, storico e teologo, è stato a lungo direttore della rivista Communio.

Il 9 novembre del 1989, tra la sorpresa mondiale, cadeva il muro di Berlino, la cortina di ferro che, dagli anni Sessanta, separava l’Europa dell’est da quella dell’ovest. In realtà vi erano stati diversi segnali della disgregazione del potere sovietico in Europa. La sorpresa fu, comunque, enorme e, sulla scia dell’entusiasmo trascinatore di Giovanni Paolo II, Ratzinger si convinse che “è un dovere ineludibile per il teologo come per il pastore della Chiesa, entrare nel dibattito”. Accettò dunque di tenere conferenze, di scrivere articoli, di partecipare a dibattiti. Alla fine di questa lunga serie di interventi mise insieme ben tre volumi dedicati al futuro dell’Europa.

Svolta per l’Europa? risente dell’entusiasmo per la caduta del marxismo e della speranza di una nuova, vigorosa presenza del cristianesimo nell’antico continente. La caduta del comunismo imponeva, per il cardinale, due considerazioni previe. Con il marxismo era entrata definitivamente in crisi l’arroganza di quanti ritengono la materia l’elemento primo ed esclusivo di cui è composto l’uomo e l’universo. Il dogma della fiducia illimitata nel progresso non ha alcun fondamento razionale. Con queste premesse, l’Europa unita può riprendere il ruolo di irradiazione quale ha svolto per secoli. A condizione di compiere un duplice passaggio. Da una parte superare la crisi nei confronti della scienza che può generare un relativismo, una via di comodo che non si distanzia molto dal positivismo materialista. Dall’altra volgersi nuovamente al cristianesimo con il primato dato ai valori dello spirito e l’apertura in direzione della ragionevolezza del cosmo e dell’uomo. E’ questa, tra l’altro, la ragione ultima di una sana ecologia che vuole proteggere e non distruggere la natura. Di qui la convergenza di Ratzinger verso la nuova evangelizzazione dell’Europa tanto cara a Giovanni Paolo II. Una Europa così rinnovata potrà esportare non solo i ritrovati della tecnologia e dell’industria, ma anche i valori umani che dal cristianesimo possono ricevere nuovo impulso e sostegno. (…) La svolta per l’Europa auspicata da Ratzinger all’indomani della caduta del muro di Berlino non c’era stata. Tanto il materialismo che il relativismo avevano proseguito nella loro inarrestabile avanzata. I ripetuti richiami di Giovanni Paolo II a riscoprire l’unità del continente a partire dalla tradizione ebraico cristiana non erano andati al di là del plauso dei giovani in occasione delle giornate mondiali della gioventù. Se ne ebbe una conferma proprio durante l’anno giubilare del Duemila quando il presidente tedesco Roman Herzog rendeva pubblico il progetto di una carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, elaborato in vista dell’allargamento della comunità da 16 a 27 stati membri. Nell’introduzione il testo faceva riferimento all’“eredità culturale, umanistica e religiosa del continente”. La Francia, tuttavia, si oppose a questa formulazione in nome della laicità. Alla fine la carta dei diritti approvata dal parlamento europeo conteneva solo un generico riferimento al “patrimonio spirituale e morale dell’Europa”.

Ratzinger rimase profondamente deluso da questa scelta e in una conferenza tenuta a Berlino sempre nel 2000 osservava: “C’è qui un odio di sé dell’occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico”. Proprio i sostenitori del multiculturalismo, quegli stessi che si mostrano pieni di comprensione verso i valori degli altri continenti, nella nostra storia vedono solo ciò che è deprecabile e distruttivo. Nel 2004 si lavorava alla nuova costituzione dell’unione e di nuovo si evitò di citare Dio e le radici cristiane nel preambolo della nuova costituzione. Ratzinger ne prese atto, fece tuttavia notare che senza la fede anche la ragione è a rischio, così come perdono il loro sostegno le fonti della morale e del diritto. L’Europa diventa così più povera. Può ancora trasmettere al mondo i ritrovati della tecnica e del commercio, rinuncia tuttavia al ruolo di guida culturale che ha svolto per secoli. Quanto ai cristiani essi devono continuare ad offrire la loro testimonianza. Possono così divenire una minoranza creativa al servizio dell’Europa e dell’intera umanità. Fonte

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Joseph Ratzinger è stato una voce profetica di questo tempo.
Bavarese, cresciuto vicino ai fatti riguardanti la mistica Teresa Neumann fino al 1962.
In età da militare a fine guerra, tanto da patire il duro campo di prigionia degli alleati.
Si sa che vince racconta la storia e lui, sconfitto, subì la verità raccontata.
Giovane prete, ma già brillante teologo, tanto da partecipare al Concilio Vaticano II.
Riconobbe presto i rischi dei racconti di una verità priva del suggello di Cristo.
Denunciò il Concilio dei media e da Prefetto della CDF ne sentì di cotte e di crude.
Denunciò la dittatura del relativismo, odiato e trattato da cane (pastore tedesco).
Finalmente denunciò la sporcizia ecclesiale e si lasciò dare del debole e codardo.
Li ha messi in fila tutti con lo scherzo di carnevale 2013. Ride bene chi ride ultimo.
L'hanno sepolto di notte, quasi vergognandosene. E lui sempre mite e "cioioso".
C'è chi ancora lo detesta, ma non da laicista, bensì dicendosi cattolico integrale.
La Verità fa male a tutti quelli che ne sono lontani, davanti o dietro, destra o sinistra.

La Verità di oggi ha detto...

Schiaffo a chi sogna le truppe a Kiev: il 94% di italiani non ne vuole sapere

Un sondaggio della Ghisleri fa capire perché il premier è freddo sul piano di riarmo della Von der Leyen: è lo stesso buon senso che spinge solo il 12% dei nostri concittadini a essere favorevole all’invio di missili a Zelensky. L’unica via (60%) sono i negoziati.

• Feste di fine Ramadan, quartieri in rivolta: «Ormai è un’invasione»
• Trump minaccia Putin e pensa al terzo mandato: «È possibile»
• Il grande inganno del cambio di sesso chirurgico. Chi promette di «ridare la vita» sta mentendo

Anonimo ha detto...

Incredibili affermazioni del prof. Melloni in una recente intervista, da cui risulterebbe che la storia della Bibbia sia nata con Lutero.
L'investigatore Biblico lo evidenzia con costernazione, rimarcando le inesattezze storiche e religiose del professore.
Tuttavia, quel che sostiene il professore credo sia ben diffuso nella platea che conta all'interno del mondo cattolico, e spiega in parte la protestantizzazione in atto da decenni.

Marine Le Pen condannata all'ineleggibilità ha detto...

"a breve il reato di democrazia in Europa" (Luca Marfé).

LA DEGENERAZIONE SOVIETICA DELL'UE ATTRAVERSO IL BRACCIO ARMATO DEL REGIME GLOBALISTA: IL GIUDIZIARIO

“Se avete paura dei vostri elettori, l’America non può fare nulla per voi, né voi potete fare qualcosa per il popolo americano che mi ha eletto e che ha eletto il Presidente Trump. Avete bisogno di mandati democratici per realizzare qualcosa di valido nei prossimi anni. Non abbiamo imparato nulla? Che i mandati sottili producono risultati instabili. Ma c’è così tanto valore che può essere realizzato con il tipo di mandato democratico che penso deriverà dall’essere più sensibili alle voci dei vostri cittadini”…
(JD Vance)

Anonimo ha detto...

Nessuno ha fatto notare che GPII e Ratzinger, in piena continuità con lui,
hanno sempre fatto riferimento alle radici ebraiche e cristiane dell' Europa.
Insomma, non hanno mai fatto mancare il riferimento ai cari "fratelli maggiori", con buona pace dell' anonimo delle 8,42.
Ci siamo talmente assuefatti, anche noi che ci diciamo difensori della Tradizione, alla propaganda modernista, che ci esaltiamo quando ne troviamo qualcuno più moderato.
Non sorprende che la situazione, con lo stupore di GPII e Ratzinger, sia peggiorata, malgrado il crollo del muro di Berlino e la crisi del marximo materialista.
Forse, nella loro analisi, le liberal-democrazie sono da meno?
Non è stato Ratzinger ad esaltare la nuova dottrina sulla libertà religiosa, presentata con enfasi come l' antisillabo?
Se la prognosi è sbagliata figuriamoci le cure e questi sono i risultati, nella società e nella Chiesa.
Antonio

Anonimo ha detto...

L ' epitaffio elogiativo di Ratzinger in apertura dei commenti è pura propaganda.
Tra l'altro, Ratzinger non fu mai un vero militare. Come tutti i tedeschi dovette arruolarsi
nella Hitlerjuged, la gioventù di Hitler, inquadrata dal regime. Non fu addestrato a combattere, fu mandato alla contraerea, nelle sezioni che si allenavano a scoprire da lontano il rombo dei quadrimotori da bombardamento che si avvicinavano. Poco prima della fine della guerra, disertò e tornò a casa, gli americani erano ormai alle porte. Ma gli americani lo mandarono in campo di prigionia, avendolo inquadrato come militarizzato. Dove stette poco.
Tutto questo lo racconta lui stesso nella " Mia vita". Non fece una dura prigionia.
Nota bene il particolare della diserzione dal posto di combattimento; anche se non implicava l'uso delle armi, sempre posto di combattimento era. Avrebbe dovuto darsi prigioniero come gli altri.
E chi ha inquinato l'eredità cristiana dell'Europa trasformandola artatamente in "giudeo-cristiana"? Non erano le comunità ebraiche sempre pronte ad allearsi con i musulmani contro i cristiani?
H.


Anonimo ha detto...

Contro Marine Le Pen accuse non credibili, un processo del tutto politico. Come quelli intentati a Trump. Macron si conferma un sinistro individuo. In Europa e anche negli Stati Uniti una parte del potere giudiziario appare a dir poco malata.

Anonimo ha detto...

La condanna di Le Pen se da un lato scombussola il suo partito che era in rapida crescita, dall'altro lato non farà che incendiare ancora di più gli animi e rafforzare la tendenza alla biforcazione della politica francese ed europea. Crescerà ancora di più il Rassemblement National e si polarizzerà lo scontro con il centro, in caduta libera, e la sinistra radicale.
Siamo entrati in una fase storica in cui, a mio avviso, tornano a contare gli eroi rispetto ai mercanti. Il centro ha il fiato sul collo ovunque e le estreme divampano, ma, mentre l'estrema sinistra è organica al potere costituito, l'estrema destra è alternativa al potere costituito o alle élites che dir si voglia. Ecco perché i cani da guardia del sistema (il potere giudiziario) abbaiano al lupo che giunge dai lidi destrorsi, ma ormai le pecore (il popolo) non seguono più i cani e sono attirate dal lupo.

Anonimo ha detto...

Quanto alle radici giudaico cristiane, come tedesco non poteva dire diversamente, per quello che riguarda i giudei, sull'Europa ha scritto molto, era contro l'entrata della Turchia, da leggere il bellissimo Senza radici scritto con Pera, per il resto, siccome dava fastidio a parecchi intra ed extra, le sue dimissioni sono state un sollievo per tutti, la vergogna delle esequie resta sulla coscienza dei tanti maneggio curiali che si litigano tuttora per la successione ormai imminente.

Anonimo ha detto...

Quando se parla di “eredità culturale, umanistica e religiosa del continente”, “patrimonio spirituale e morale dell’Europa” e se arriva a dire che "Ratzinger ne prese atto, fece tuttavia notare che senza la fede anche la ragione è a rischio, così come perdono il loro sostegno le fonti della morale e del diritto" se dimentica la realtà che la Chiesa vive dal Concilio fino ad oggi, perchè anche lei soffre anche di oicofobia.

Nel 1975 la rivista La Civiltà Cattolica pubblicò l'articolo "La Chiesa popolo di Dio. Un capovolgimento ecclesiologico?" dove l'autore ha cercato di spiegare che il concetto di popolo di Dio, utilizzato dal Concilio, non ha introdotto la democrazia nella Chiesa. Ovviamente, l'autore dovrebbe entrare nel merito di chi sono queste persone di Dio e dire che gli ebrei non erano più il popolo eletto. L'articolo provocò così la reazione ebraica della rivista alla Rassegna mensile di Israel che ha pubblicato il testo "Israele, popolo di Dio" di Augusto Segre. Dopo tanti anni la Chiesa conciliare ha scoperto che l'Antica Alleanza non è stata mai revocata, e se è così, il popolo di Israele, non continua anche ad essere popolo di Dio?

Oggi abbiamo che l'espressione popolo di Dio significa esattamente la Chiesa democratica che l'autore della rivista La Civiltà Cattolica ha voluto confutare. Allo stesso modo la tesi dell'Antica Alleanza mai revocata che ha sostituito una verità di fede per l'opinione di Joseph Ratzinger. Così, abbiamo in questi semplici esempi la visione che l'atto di fede nelle maggioranza delle decisione conciliare è praticamente impossibile: come l'intera Chiesa può avere fede in decisione che ieri avevano un significato e oggi c'e il suo significato completamente opposto?

Anonimo ha detto...

La sinistra woke ci rivela ad ogni giorno di possedere uno spirito assolutista, ben noto a tutti noi, lei non riconosce la democrazia al di fuori di sé, come Luigi XIV, ci dice: "io sono la democrazia".

Anonimo ha detto...

Se parliamo di radici giudaico-cristiane, parliamo dell'Europa nata dalla Rivoluzione francese. La Magna Europa ha radici cristiane, greche e romane. Ebraismo e cristianesimo sono inconciliabili tanto quanto la messa nuova e quella tradizionale.

mic ha detto...

È per questo che la Meloni ha rivendicato le radici greco-romane, oltre che cristiane dell'Occidente, prima europeo e, poi, atlantico...

Anonimo ha detto...

Stefano Rocca
«[L’Ucraina] Ha combattuto una guerra terribile per entrare nella Nato, ma non entrerà nella Nato. Ha combattuto per entrare nell’Unione europea, ma non entrerà nell’Unione europea. Ha combattuto per preservare la propria integrità territoriale, ma sarà smembrata e perderà le sue regioni più ricche e strategiche. Ha combattuto per la propria indipendenza, che ha perso, sottoposta com’è alla doppia sferza padronale di Russia e Stati Uniti. Questi sono i risultati delle politiche della #Nato in #Ucraina. Anziché riconoscere l’evidenza, i propagandisti della Nato hanno innalzato la loro violenza verbale nei talk show urlando gli slogan più demagogici e grotteschi: “Il popolo ucraino merita rispetto!”. È appena il caso di notare che il bilancio delle politiche della Nato in Ucraina non implica alcun giudizio di condanna verso gli ucraini. Il culmine della demagogia dei propagandisti della Nato si articola intorno al concetto di “guerra per procura”. I propagandisti della Nato sostengono che questa categoria costituisce un’offesa gravissima verso gli ucraini. Il concetto di “guerra per procura” è una categoria “avalutativa” delle scienze sociali, come il concetto di “inflazione” in economia. Come insegna Max Weber, i concetti servono innanzitutto a descrivere la realtà. Karl Popper ha spiegato, magistralmente, che i concetti servono a illuminare alcune porzioni della realtà che altrimenti rimarrebbero nell’ombra. Che cos’è una guerra per procura? La guerra per procura è una guerra armata e finanziata da uno Stato che usa un altro Stato per combattere un nemico. Guerra per procura significa far morire gli altri al posto nostro. Guerra per procura è dire: “L’Italia deve inviare armi a Kiev, ma non deve entrare in guerra con la Russia altrimenti Putin potrebbe bombardarla”.»

Anonimo ha detto...

Le radici cristiane cominciarono ad esser rinnegate in Europa già con il protestantesimo. In particolare con il calvinismo. Il predestinazionsimo di Calvino rimandava al giudaismo. L ' odio calvinista e luterano per la Roma cattolica coinvolgeva anche la Roma antica.
Un aspetto poco noto della questione va ricordato: tra i calvinisti c'era una quinta colonna che appoggiava gli ottomani nel loro assalto all'Europa cristiana. C'erano in Ungheria, tra i calvinisti ungheresi, e in Francia. Quando ci fu il massacro dei calvinisti nella notte di san Bartolomeo, soprattutto a Parigi, la Sublime Porta ovvero il Sultano di Costantinopoli-Istambul protestò fortemente con il monarca francese. Nel libro di uno storico turco, scritto in inglese, sull'impero ottomano, ho trovato illustrato quest'aspetto: con la sconfitta del calvinismo in Europa, gli Ottomani erano convinti di perdere un alleato prezioso nella loro guerra contro di noi.
Ma il cupio dissolvi calvinista lo ritroviamo, in questo senso, anche presso i Luterani. Lutero, profeta del "de servo arbitrio", non si scaldava affatto per la lotta contro l'islam ossia contro i turchi e i loro alleati. La partecipazione protestante alle battaglie contro i turchi fu assente o minima. Nel 1683 sotto Vienna c'era anche un loro principe mi pare. Ma era un fatto occasionale.
Quindi: tradimento dei valori cristiani da parte della monarchia francese con Francesco I quando fece il famoso accordo con il Sultano (1535) e ospitò per un inverno la flotta del pirata Barbarossa (Khair-ad-Din) a Tolone, facendo evacuare parte della popolazione e proibendo per tutto il periodo il suono delle campane, su richista del pirata. Politica continuata da tutti i re francesi, anche da Luigi XIV. La Francia, protagonista inizialmente delle Crociate, fu la grande assente dalle lotte contro i Turchi, vi partecipò solo occasionalmente. Alla sfortunata battaglia di Varna, p.e., nel 1444.
Le "radici cristiane" entrarono in crisi prima della Rivoluzione francese, per colpa della ragion di Stato da un lato, dell'eresia dall'altro.
Facendo un discorso più approfondito, si dovrebbe dire che questa crisi già si vedeva nelle lotte tra le monarchie francese e spagnola per impossessarsi della debole e divisa Italia, lotta spietata, condotta all'insegna della politica di potenza e della ragion di Stato. Il cardinale Cisneros, mente acuta, inutilmente incitava Carlo V, re e imperatore, ad indirizzare la potenza spagnola verso il Nordafrica in mano ai pirati musulmani appoggiati dai turchi, invece di impiegarla contro gli altri Stati cristiani. C ' erano ambizioni smodate in ballo, sia da parte francese che ispanica, tutte tese ad una gloria puramente terrena, che faceva passare in secondo piano la lotta contro il nemico della fede, ridotta all'episodio occasionale o alle necessità difensive minime.
Historicus

Gederson Falcometa ha detto...


Le radici cristiane suggeriscono un albero cristiano, ma che tipo di albero è l'Europa? É ancora cristiano? Se sì, quale sarebbe? Altrimenti, che senso ha riconoscere le radici cristiane di un albero non cristiano? Possiamo riconoscere le radici di un albero di fico in un albero di melo?

Attenzione a chi si concentra sulla radice ma non definisce l'albero di cui sta parlando!

Paolo VI, nel 1976, preparò il trattato del 1984 per revocare l'articolo che specificava che l'Italia riconosceva la religione cattolica come unica religione dello Stato. Il Papa chiedeva appena che la Chiesa cattolica fosse riconosciuta come una forma importante di espressione religiosa nella storia d'Italia, e niente di più. Se non me ricordo male, lo stesso Papa aveva fatto un discorso, dove ha affermato che la Chiesa era contenta in essere appena il lievito della pasta. Accontentarsi di far lievitare un impasto non cattolico equivale a riconoscere le radici cristiane di un albero non cristiano, non è vero?

La maggioranza di coloro che parlano di radici cristiane dell’Europa sono coloro che predicano la libertà religiosa e il pluralismo religioso. In questo caso possiamo trovare più informazione dell’attuale albero europeo in Lutero, come se può leggere nella sua "Lettera alla Camera di Danzica" nel 1525 ha scritto:

”La legge di Mosè è morta e totalmente invalidata, ed è stata data addirittura solo ai Giudei; noi gentili dobbiamo obbedire alle norme del diritto locale, del luogo in cui risiediamo, come dice San Pietro nella sua prima epistola al capitolo 5 [sc. 2,13!]: “ad ogni ordine umano” . Il Vangelo, a sua volta, è una legge spirituale, secondo la quale non può essere governato, ma ciascuno deve porsi di fronte ad esso, che lo rispetti o meno”.

In questa semplice lettera troviamo la separazione tra Chiesa e Stato, la libertà religiosa e la scomparsa tanto della legge di Mosè quanto dal diritto naturale. Ora, qualcuno che ama con passione la Chiesa primitiva deve amare anche il contesto storico nel quale è stata inserita. Così se è cominciato la restaurazione dell’albero pagano. Gli antichi pagani crearono gli dei dalle creature di Dio, ma sempre in qualche modo a sua immagine e somiglianza. I nuovi pagani, i protestanti, in un'ermeneutica della Riforma nella continuità, crearono dei Gesù, a loro immagine e somiglianza e il Concilio riconoscerà nelle sette protestanti elementi di santificazione...

Per fine è da ricordare S. Pio X nella Pascendi:

”Fanno le meraviglie costoro perché Noi li annoveriamo fra i nemici della Chiesa; ma non potrà stupirsene chiunque, poste da parte le intenzioni di cui Dio solo è giudice, si faccia ad esaminare le loro dottrine e la loro maniera di parlare e di operare. Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa i più dannosi. Imperocché, come già abbiam detto, i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare”.

P.s.: Sarebbe interessante creare un gruppo Chiesa e Post Concilio su Telegram.

Anonimo ha detto...

Bravo Gederson! Giuste osservazioni!
Antonio

Anonimo ha detto...

Scannarsi sulle radici dell'Europa (romano-cristiane, ebraico-cristiane o quant'altro) è un assurdo... Qualunque cosa esse fossero, non esistono più, cancellate quasi in toto dalla rivoluzione francese, dal marxismo, dal progressismo, dal liberalismo, dal modernismo, dalla rivoluzione sessuale del '68 eccetera eccetera. Affermare in teoria cosa fossero... inutile. Meglio usare le proprie energie per costruire una Europa cristiana da zero, lavorando soprattutto con i giovani e giovanissimi a cui proclamare Cristo. È un lavoro arduo e tutto in salita, ma senza di esso non si andrà da nessuna parte.

Gederson Falcometa ha detto...

Caro Antonio,

Ringrazio il commento.

Questa idea di radici cristiane in un continente che non è più cristiano mi ricorda la dottrina dei semi del Verbo. Non ho ancora riflettuto su come questa dottrina si applichi in questo caso, ma se l'Europa ha radici cristiane per ragioni storiche, anche altre nazioni non cristiane potrebbero averle per le stesse ragioni per cui i semi del Verbo sono riconosciuti in altre culture e religioni, no? Potremmo dire che le radici sarebbero il riconoscimento della crescita dei semi del Verbo?

Nel caso della dottrina dei semi del Verbo, in chiave cattolica ha un'applicazione molto ristretta (San Giustino la riconobbe solo nella filosofia greca), ma in chiave cabalistica può avere un'applicazione molto ampia, fino a costituire una versione cattolica della scintilla divina della Massoneria. Basta ricordare Elia Benamozegh:

"«L’uomo deve agire sulla natura dominandola, e tale dominio è - per l’ebraismo - una cooperazione con Dio... I cabalisti hanno presentato questo dominio come una vittoria che l’uomo riporta su Dio come Creatore» ([vii]). Mentre il cristianesimo con la sua concezione del Dio-uomo, Gesù Cristo, ha scavato un abisso tra Dio trascendente e il mondo. Se per il cristianesimo l’Incarnazione si compie in un solo uomo, «per la Càbala l’incarnazione esiste nel fatto e pel fatto dell’intera creazione» ([viii]). Israele deve essere il centro dell’umanità, poiché è un popolo destinato ad assumere - nell’umanità - il ruolo di sacerdote. «Israele è stato scelto per assolvere il compito eminente di dottore, di predicatore, di sacerdote delle nazioni, compito dovuto... certamente anche alla sua naturale predisposizione ad accogliere la verità religiosa... e soprattutto al suo carattere indomito, fermo e tenace, che era necessario per resistere al mondo pagano, per vincerlo e convertirlo» ([ix])".

E:

"Come si vede le idee benamozeghiane sono state recepite in pieno dal Vaticano II e sono penetrate profondamente in ambiente cattolico post-conciliare.

1°) Benamozegh: “Rinunciare alla centralità della Chiesa a favore della centralità di Israele”; cfr. Paolo VI, NOM del 1970, orazione del Venerdì Santo “pro judaeis”, in cui si chiede la loro “fedeltà all’antica Alleanza”. Giovanni Paolo II (Mainz, 1981) “L’Antica Alleanza mai revocata; (Roma, 1986) gli “Ebrei fratelli maggiori [e prediletti] nella Fede”.

2°) Benamozegh: “La fede che Israele conserva, potrà un giorno riconciliare le Chiese divise”; cfr. J. Ratzinger, Molte religioni, una sola Alleanza, (Assisi, La Porziuncola, 2008) in cui scandaglia la nuova teologia conciliare e post-conciliare sulle “radici giudaiche del cristianesimo”, che debbono riunire le diverse religioni.

3°) Benamozegh: “Se per il cristianesimo l’Incarnazione si compie in un solo uomo, per la Càbala l’incarnazione esiste nel fatto e pel fatto dell’intera creazione”; cfr. “Gaudium et Spes” n.° 22 (del 1965): “per il fatto stesso che il Verbo si è incarnato, si è unito ad ogni uomo”, con i relativi commenti di Giovanni Paolo II nelle sue encicliche “Redemptor hominis” (1979) e “Dominum et vivificantem” (1986). Nella prima scrive: “Con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. Sin dal momento in cui viene concepito sotto il cuore di sua madre” (n.° 13); “ciascun uomo, senza eccezione alcuna, […] anche quando l’uomo è di ciò inconsapevole” (n.° 14). Nell’altra enciclica si legge: “L’Incarnazione […] significa assunzione di […] tutta l’umanità, di tutto il mondo visibile e materiale” (n.° 50); “il Verbo si è unito ad ogni carne o creatura, specialmente all’uomo. […] Dio è immanente al mondo e lo vivifica dal di dentro” (n.° 54).

Più chiaro (anzi, “oscuro”) di così, si muore". Elia Benamozegh, giudaismo e cristianesimo, Don Curzio Nitoglia - https://web.archive.org/web/20210227070106/http://www.doncurzionitoglia.com/EliaBenamozegh.htm