Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 5 marzo 2025

Durante questa “veglia”, ogni sera a San Pietro si canta il canto gregoriano… ma quasi nessuno canta. Perché?

Da un prete, via Fr. Z, qui nella nostra traduzione. Qui l'indice egli articoli sulla Latina Lingua
Durante questa “veglia”, ogni sera a San Pietro si canta 
il canto gregoriano… ma quasi nessuno canta. Perché?

Scrive un sacerdote:
Come sicuramente avrete notato, ogni sera in piazza San Pietro, una piccola schola canta l'Oremus pro Pontifice per il Santo Padre. (clicca sull'immagine per ingrandire)-
È un gesto contemporaneamente riverente e tradizionale, ma incredibilmente semplice. Per chi di noi è a conoscenza, però, i video del canto notturno di questa antifona danno uno sguardo agli effetti della riforma liturgica sulla Chiesa in generale:
  1. Il Movimento Liturgico avrebbe dovuto riportare il canto al suo posto di orgoglio. Ogni sera, fedeli, religiosi e sacerdoti presenti fissano la scuola senza capire il significato del canto. Su questo punto, se il Movimento Liturgico avesse avuto successo, questo sarebbe un punto fondamentale del repertorio cattolico; un canto comune cantato regolarmente nelle parrocchie.
  2. La maggior parte dei cardinali, pur essendo tradizionalmente modelli di Romanitas, non sanno cantare questo canto. Anche loro fissano la scuola mentre cantano l'antifona. Quando entreranno in conclave, questi uomini sapranno cantare il Veni Creator, o conosceranno il significato della sua poesia?
  3. Gli unici cardinali che sanno cantare l'antifona sono quelli che vi aspettereste, ovvero Burke e Arinze. »
Ho pensato che avresti apprezzato queste osservazioni. Grazie per tutto quello che fai nello spazio web per la Santa Madre Chiesa.
Nel 1962 Giovanni XIII pubblicò Veterum sapientia [vedi].

Il Concilio Vaticano II disse che il latino doveva essere mantenuto e che il canto gregoriano aveva un posto d'onore. Richiedeva che i pastori d'anime si assicurassero che le persone potessero cantare e parlare il latino che apparteneva loro.

Il Codice di Diritto Canonico della Chiesa Latina prescrive che i candidati al sacerdozio debbano essere molto capaci ( bene calleant ) nella lingua latina.

Una cosa dopo l'altra è stata disobbedita. Il risultato? Non sappiamo più chi siamo.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

4 commenti:

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Due piccole osservazioni, forse parzialmente FT:
1- Fra gli studenti di Diritto Canonico (quando Giurisprundenza era quadriennale, Canonico era obbligatorio, almeno a Trieste, in altre università non so, oggi non lo è più) si cita una bolla intitolata Divini Cultus del dicembre 1928 per una curiosità: è l'ultima vera Bolla che non indicesse un Giubileo. Quale era il suo contenuto? Imponeva a tutte le diocesi di istituire nei loro seminari corsi se non scuole di musica sacara e di canto gregoriano. Penso sia caduta in disuso.
2- Vorrei sapere se la liturgia delle Ceneri fosse sempre tenuta di sera. Alcuni anziani mi hanno detto che una volta era tenuta anche di mattina. Mai vista. Ancora quando andavo a scuola (ossia fino al 1985) qui in zona al Mercoledì delle Ceneri le lezioni cominiciavano due ore dopo, per permettere di "prendere le ceneri", anche se ormai tutti dicevano, studenti e docenti, che ormai l'ingresso ritardato sembrava disposto solo per smaltire i residui del Carnevale (anche il Martedì Grasso le scuole interrompevano prima, alle 11 in genere). Infatti ieri i abbiamo dovuto tener chiuso ambo gli uffici, per legge regionale, oggi abbiamo aperto normalmente! Ma la legge è del 1988.

Anonimo ha detto...

E' solo una mia modestissima osservazione : con l'impoverimento dell'insegnamento nella scuola (no testi a memoria, no latino, no divisa o grembiule, no rispetto verso gli insegnanti ecc.) i cervelli sono andati sempre piu' a scadere nel "sottopancia" sia nel portamento che nel linguaggio che nella trasandatezza che nelle maniere grossolane bnon ci distinguiamo piu' come figli di Dio.

Anonimo ha detto...

Latino e gregoriano: a dispetto delle norme conciliari, in tante chiese sono cose del tutto scomparse e quindi sconosciute!!

Anonimo ha detto...

Se è per questo, anche il povero San Paolo VI nel 1974 pubblicò un libriccino col titolo "Jubilate Deo" contenente il repertorio veramente minimo minimo che chiedeva che ogni cattolico di rito romano dovesse conoscere. Manco quello...