I vescovi della Polonia hanno pubblicato sul sito web della conferenza episcopale una nota ufficiale in vista dell’ormai prossimo sinodo. In 9 punti hanno sottolineato la loro posizione. Sintesi dei 9 punti formulata da La Bussola [qui]. Vedi precedente posizione pubblicata lo scorso anno [qui].
- L’insegnamento dei papi e dei vescovi – sulla base della Scrittura e della Tradizione della Chiesa Cattolica – indica che il matrimonio e la famiglia sono valori essenziali per l’umanità. Il matrimonio è una realtà divina e umana che Gesù Cristo ha elevato alla dignità di sacramento. La famiglia, “chiesa domestica”, è una realtà santa e santificante;
- Rendiamo grazie a Dio che nella nostra nazione ci sono tante famiglie sane che, “nella buona e nella cattiva sorte”, ogni giorno cercano di rimanere fedeli alla loro vocazione;
- Sulla base delle parole di Cristo (Mc 10, 9) il matrimonio sacramentale è indissolubile. La legge di Dio pone limiti invalicabili alle decisioni umane. In una situazione in cui i coniugi sono in difficoltà, il compito della Chiesa Cattolica è di contribuire ad approfondire l’amore e la responsabilità reciproca e la conversione. Nella Chiesa Cattolica non c’è il divorzio o processi che portano al divorzio. Ci sono solo processi in cui si decide individualmente se il matrimonio era valido o meno;
- Per un cattolico non è permesso accedere alla fecondazione artificiale. Condividiamo il dramma delle famiglie che vivono un aborto spontaneo, o i cui bambini sono nati morti; in questi casi si ricorda che questi bambini hanno diritto a una sepoltura cattolica;
- Speriamo che durante il Sinodo si esprima gratitudine per ai coniugi che, con prudenza e generosità, hanno scelto di avere molti figli. La gratitudine si estende a coloro che hanno scelto di adottare;
- La cura per le famiglie più povere, quelle con malati disabili e anziani, dovrebbe diventare parte integrante della pastorale famigliare. Allo stesso modo occorre attenzione per le famiglie che hanno subito la separazione a causa di fenomeni migratori. Importante è anche la valutazione sociale di un equo compenso per il lavoro;
- Inclusione nella vita della Chiesa per le persone che vivono sole;
- Di fronte al crescente fenomeno delle convivenze occorre procedere a una valorizzazione del matrimonio anche attraverso una miglior preparazione dei giovani al sacramento;
- A proposito della discussione sull’accesso alla Eucaristia dei divorziati risposati, i vescovi polacchi citano Papa Francesco per ricordare che la santa comunione “non è un orazione privata o una buona esperienza spirituale”. Ma quando ci nutriamo di questo Pane di Vita si entra in “sintonia con il Cuore di Cristo, per assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti”. Pertanto, i vescovi polacchi sottolineano che non è possibile modificare la dottrina che indica la necessità dello stato di grazia per potere ricevere l’Eucaristia.
32 commenti:
Vi propongo di mettere a confronto due contributi ch sono abbastanza sintomatici e rivelatori della divisione che questo papa suscita nella Chiesa.
Non sapevo che il ruolo di un papa fosse quello di spiazzare, di provocare i suoi fedeli( dire bastonare certi fedeli sarebbe più corretto), non sapevo nemmeno che la Chiesa ha dovuto aspettare Bergoglio per fare, per essere vicina a chi è ferito, per evangelizzare, che prima di lui il cristianesimo si faceva poco nella realtà e si spiegava infinitamente nella formazione.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-usa-43640/
http://www.antoniosocci.com/pastorale-u-s-a-e-getta-per-chi-lavora-il-vescovo-argentino-la-tentata-cancellazione-di-wojtyla-e-ratzinger/#more-3946
http://www.zenit.org/it/articles/bergoglio-a-tutto-campo-in-aereo-tra-abusi-sacrilegio-muri-per-profughi-e-divorzio-cattolico
Densa di spunti la conferenza stampa del Pontefice nel volo per Roma. Tra i temi: donne sacerdoti, cause nullità, nozze gay, pace in Colombia, attacchi in Siria e apertura a Cina. Con un chiarimento: "Marino a Philadelphia non l'ho invitato io!"
Città del Vaticano, 28 Settembre 2015 (ZENIT.org) Salvatore Cernuzio | 464 hits
Vescovi pedofili, sacerdozio femminile, sfide del Sinodo, obiezione di coscienza per nozze gay, ‘divorzio cattolico’. E poi lo sguardo sul mondo, quindi: il processo di pace in Colombia, l’apertura alla Cina, i muri per i profughi in Europa e gli attacchi in Siria. Per concludere con un’ultima riflessione sul suo pontificato di Papa-star che tuttavia preferisce essere definito “Servo dei servi di Dio”, perché le stelle, dopo un po’, “cadono”. E una precisazione: “Non ho invitato io il sindaco Marino a Philadelphia, chiaro?”. È come sempre densa e ricca di spunti la conferenza stampa rilasciata da Papa Francesco nell’aereo di ritorno da Philadelphia a Roma. Nel colloquio, il Pontefice risponde a 360 gradi a domande di attualità della Chiesa e di politica internazionale, senza svincolarsi dai quesiti più spinosi.
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Abusi sessuali da membri del clero: “Un sacrilegio!”
Come, ad esempio, quello sugli abusi sessuali da parte di membri del clero, tema topico nella giornata di ieri a Philadelphia, dove il Papa ha incontrato cinque vittime di pedofilia e denunciato questa piaga ai vescovi riuniti nel seminario San Carlo Borromeo. “Ho sentito il bisogno di esprimere la compassione, perché è accaduta una cosa bruttissima e tanti di loro hanno sofferto, perché non sapevano questo quando è scoppiata la cosa”, spiega Francesco. “Hanno sofferto tanto. Uomini di Chiesa, di preghiera, veri pastori… E io ho detto che sapevo, e ho usato una parola della Bibbia, dell’Apocalisse: ‘Voi state venendo dalla grande tribolazione’. E quello che è successo è stata una grande tribolazione”. Non solo per “la sofferenza affettiva”, sottolinea il Santo Padre, ma anche e soprattutto perché si è trattato di “un sacrilegio”, quasi “un’apostasia”. È vero - ammette Bergoglio - “gli abusi, lo sappiamo, sono dappertutto: nei dintorni familiari, nei dintorni vicinali, nelle scuole, nelle palestre… Ma quando un sacerdote, fa un abuso è gravissimo perché la vocazione del sacerdote è far crescere quel bambino, quella ragazza verso l’amore di Dio, verso la maturità affettiva, verso il bene e invece di fare questo l’ha sfasciata… Per questo è quasi un sacrilegio: lui ha tradito la vocazione, la chiamata del Signore e la Chiesa in questo momento soffre”.
Vescovi che hanno coperto abusi: “Colpevoli anche loro”
Il Pontefice punta il dito anche contro quelli che hanno coperto questi crimini, in primis i vescovi. “Anche questi sono colpevoli”, dice, “è una cosa bruttissima, e le parole di conforto, non è dire: ‘No, no, stai tranquillo, non è niente”, ma: “È stato tanto brutto e io immagino che voi piangete tanto”.
Sacerdoti pedofili che non chiedono perdono…
Il problema è che alcuni sacerdoti non chiedono perdono per il male compiuto, fa notare un giornalista. “Se una persona ha fatto del male, è cosciente di quello che ha fatto e non chiede perdono, chiedo a Dio lo tenga in conto. Io lo perdono, ma lui non riceve il perdono, è chiuso al perdono”, ribatte il Papa. Che precisa: “Una cosa è dare il perdono - tutti siamo obbligati a perdonare, perché tutti siamo perdonati - e una cosa è ricevere il perdono. Se il sacerdote è chiuso al perdono, non lo riceve, perché ha chiuso la porta con la chiave a Dio".
… e vittime che non riescono a perdonare. “Le comprendo…”
D’altro canto, ci sono vittime che non riescono a perdonare. “Lo comprendo e prego per loro, ma non lo giustifico”, afferma Papa Francesco. Racconta quindi di quando, durante una riunione, “una donna mi disse che ‘quando mia madre scoprì che mi avevano abusato, bestemmiò contro Dio e perse la fede e morì atea". “Io comprendo questa donna - dice il Pontefice - e sono sicuro che Dio l’ha ricevuta, perché quello che fu abusato, che fu manomesso era la sua propria carne, la carne di sua figlia. Lo comprendo, non cerco di dirle che deve perdonare, prego e chiedo a Dio, perché Dio è un ‘campione’ nel cammino verso le soluzioni”.
Una Chiesa vicina, non staccata dal popolo
Tornando ai vescovi, che hanno dovuto subire queste sofferenze all’interno del proprio gregge, il Papa ha esortato a “continuare a lavorare con questo popolo, come hanno lavorato finora, accompagnando il popolo nella crescita, nelle cose belle e nelle sue difficoltà”, “nella gioia e nei momenti brutti di difficoltà, quando non c’è lavoro, o c’è la malattia”. Perché la sfida della Chiesa oggi “è essere, come è stata sempre, vicina alla gente”, “non una chiesa staccata dal popolo, ma vicina, vicina”. Una lezione che la Chiesa Usa ha capito molto bene.
Divorziati risposati. “La Comunione non è la soluzione”
Sempre in tema di sfide della Chiesa, il Papa parla dell’imminente Sinodo di ottobre, sollecitato da un cronista che domanda se “nel suo cuore di pastore ci sia la volontà di una soluzione per i divorziati risposati”. "A me - sottolinea Bergoglio - sembra un po' semplicistico dire che per queste persone la soluzione sia la possibilità di fare la comunione. Non è l'unica soluzione, l'Instrumentum Laboris propone tante cose. E non ci sono solo i divorziati risposati, c'è anche il problema delle nuove unioni. Ci sono i giovani che non vogliono sposarsi, un altro problema. La maturità affettiva, un altro problema: la fede, ci credo che questo sia per sempre? Per diventare prete c'è una preparazione di 8 anni, per sposarsi per tutta la vita si fanno quattro incontri di corso prematrimoniale... Pensare come fare la preparazione è una cosa difficile"
Motu proprio cause nullità. “Sbagliano quelli che pensano a un divorzio cattolico”
Interrogato sul Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, circa la riforma del processo per le cause di nullità matrimoniale, che - a detta di alcuni - avrebbe introdotto una sorta di ‘divorzio cattolico’, Bergoglio risponde a tono. Anzitutto, chiarisce che il processo stabilisce se il matrimonio sia nullo o meno: “Il divorzio cattolico non esiste, la nullità viene riconosciuta se il matrimonio non c'è stato. Ma se c'è stato, è indissolubile. Questo è chiaro”. Poi, argomenta il fatto che con la riforma dei processi “ho chiuso la porta alla via amministrativa, attraverso la quale poteva entrare il divorzio”. Il documento, aggiunge, è inoltre frutto delle richieste della maggioranza dei Padri sinodali nell’assise dello scorso ottobre, che domandavano di snellire i processi, visto che alcuni duravano anche 10-15 anni, “e una sentenza, e poi un’altra sentenza…. e dopo un appello, poi un altro appello, e non finisce mai”.
Quindi il Motu Proprio, ribadisce il Pontefice, “facilita i processi nei tempi ma non è un divorzio", perché "il matrimonio è indissolubile quando è un sacramento, e questo la Chiesa non lo può cambiare”. “Il procedimento legale è per provare che quello che sembrava un sacramento non era un sacramento, per mancanza di libertà per esempio, per mancanza di maturità o per malattia mentale… Ma sono tanti i motivi che portano ad uno studio, un’indagine”. In caso, dice Francesco, “potete cercarle su internet”.
“No a donne sacerdoti, ma non perché non siano capaci. Anzi, la Chiesa è donna!”
In ambito ecclesiale, Papa Francesco affronta la questione - un po' démodé - del sacerdozio femminile. Si richiama a San Giovanni Paolo II che, “dopo lunga e intensa riflessione, ha detto chiaramente 'no'”. Ma “non perché le donne non hanno la capacità”, precisa il Santo Padre. “Guardate nella Chiesa sono più importanti le donne che gli uomini, perché la Chiesa è donna. ‘La’ Chiesa, non ‘il’ chiesa. Essa è la sposa di Cristo e la Madonna è più importante che i papi e i vescovi e i preti”.
“Brave le suore degli Usa. Il popolo le ama”
Riconoscendo il “ritardo” nella elaborazione di una “teologia della donna”, Bergoglio coglie l’occasione per elogiare le suore statunitensi e il loro lavoro “meraviglioso” nel campo dell’educazione, dell’accoglienza, della salute, sia in quartieri poveri che in quartieri ricchi. “Il popolo degli Stati Uniti ama le suore... Non so quanto ami i preti ma le suore le ama tante. E sono brave, sono donne brave”. Tanto che - racconta - “una persona importante del governo degli Stati Uniti, mi ha detto in questi giorni: ‘Io quello che ho di cultura lo devo primariamente alle suore”.
Obiezione di coscienza: “Un diritto umano. Mai negarlo”
A proposito di suore, nel colloquio viene citata la visita a sorpresa del Papa, il 24 settembre a Washington, alle Piccole sorelle dei poveri, alle quali ha espresso il suo supporto per la causa giudiziaria intrapresa contro l’‘Obamacare’. Di qui la domanda al Pontefice circa l’obiezione di coscienza per i funzionari governativi che non vogliono celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso. Caso scoppiato nelle scorse settimane nel Kentucky. “L’obiezione di coscienza è un diritto che entra in ogni diritto umano", afferma Papa Francesco. "Se una persona non permette di fare l’obiezione di coscienza nega un diritto”, e si finisce “nella selezione dei diritti: questo è un diritto di qualità, questo è un diritto di non qualità”. Quindi “se un funzionario di governo è una persona umana ha un diritto”.
Processi di pace in Colombia: "Sono contentissimo"
Lo sguardo del Papa si amplia poi alla politica estera, anzitutto al processo di pace tra governo colombiano e Farc che sembra finalmente volgere al termine dopo mezzo secolo di sangue e conflitti, grazie anche al contributo della diplomazia vaticana. “Quando ho avuto la notizia che a marzo sarebbe stato firmato l’accordo, ho detto al Signore: ‘Fa che arriviamo a marzo, che si arrivi con questa bella intenzione, perché mancano piccole cose, ma la volontà c’è da ambedue le parti”, dice il Santo Padre, ribadendo di essere “contentissimo” e di sentirsi parte di questo processo storico. “Ho parlato due volte con il presidente Santos, non solo io, e la Santa sede è tanto aperta ad aiutare”.
Profughi. "I muri, prima o poi crollano. Trovare una soluzione"
Nell’intervista non manca un riferimento alla crisi dei migranti in tutta l’Europa. Interrogato da una giornalista sui “muri” elevati in alcuni paesi del Vecchio continente, Francesco taglia corto: “Lei sa come finiscono i muri… Tutti i muri crollano: oggi, domani o dopo 100 anni, ma crollano. Il muro non è una soluzione. In questo momento l’Europa è in difficoltà, è vero, ma dobbiamo essere intelligenti”, bisogna cioè trovare una soluzione attraverso “il dialogo tra i paesi” a questa forte ondata migratoria.
Raid francesi in Siria: “Non conosco la situazione politica. Ma evitare morte e sangue”
Sui primi bombardamenti della Francia verso postazioni dell’Isis in Siria, avviati ieri, il Papa non ha molto da dire: “Ho avuto la notizia l’altro ieri e non ho letto… Davvero non conosco bene la situazione, ho sentito dire che la Russia era in una posizione e gli Stati Uniti ancora non erano chiari”. Tuttavia afferma: “Non so cosa dirvi, ma quando io sento la parola bombardamento, morte, sangue…ripeto quello che ho detto al Congresso e alle Nazioni Unite: bisogna evitare queste cose. La situazione politica non la giudico perché non la conosco”.
Cina: “Amo il popolo cinese, mi farebbe piacere andarci”
Nel colloquio c’è spazio anche per un pensiero ala Cina, “grande nazione che apporta al mondo una grande cultura e tante cose buone”. Papa Francesco, come sul volo di ritorno dalla Corea del Sud, ribadisce il suo desiderio di recarsi nell'ex Celeste Impero, perché - dice - “io amo il popolo cinese, gli voglio bene, io mi auguro che ci siano le possibilità di avere buoni rapporti, ne abbiamo contatti, ne parliamo, andiamo avanti…. Per me - soggiunge - avere un amico come la Cina sarebbe una gioia”.
Marino a Philadelphia: “Non l’ho invitato io, chiaro?”
Prima di concludersi, viene chiesta conferma al Papa se fosse stato lui o meno a invitare il sindaco di Roma, Ignazio Marino, a Philadelphia. Senza girarci troppo intorno, Bergoglio risponde: “Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Io non ho fatto niente, e ho chiesto anche agli organizzatori e neppure loro non l’hanno invitato. È venuto, si professa cattolico, è venuto spontaneamente, chiaro eh?”.
“Il Papa una star? No, le stelle cadono. Meglio ‘Servo dei servi di Dio’”
L’ultima domanda è un po’ provocatoria: “Fa bene alla Chiesa che il Papa sia una star?”. “Tu sai quale era il titolo che usavano i Papi e che si deve usare? Servo dei servi di Dio”, ribatte Francesco, “è un po’ differente della star”. “Le stelle - prosegue - sono belle per guardarle, a me piace guardare quando il cielo è sereno nell’estate…. ma il Papa deve essere, deve essere il ‘Servo dei servi di Dio’”. Anche perché “quante star abbiamo visto noi che poi si spengono e cadono, è una cosa passeggera… Invece l’essere Servo dei servi di Dio, questo è bello e non passa”.
http://www.acistampa.com/story/il-papa-in-aereo-parla-di-matrimonio-e-diritti-umani-con-qualche-nota-personale-1564
http://www.corriere.it/cronache/15_settembre_28/papa-francesco-non-sono-star-sono-solo-servo-dio-c9021c46-65b7-11e5-aa41-8b5c2a9868c3.shtml
Nei commenti dei media, la conferenza stampa durante il volo ha suscitato parecchie sorprese.
Alcune risposte indicano che è in atto un riposizionamento... "miracoloso". Vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, se seguiranno le azioni conseguenti.
La Chiesa ha bisogno del ‘Servo dei servi di Dio’, di parole di verità e di giustizia
Intanto il sindaco di Roma ci ha già rimesso le penne.
Avvenire propone il video della conferenza
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-rientro-a-roma.aspx
Può essere utile anche per capire anche il "tono" delle domande e delle risposte.
Ad avere tempo e 'stomaco' per vedere e ascoltare...
"Intanto il sindaco di Roma ci ha già rimesso le penne."
Con che sottile crudeltà lo ha "cucinato"!
qui la trascrizione completa, al momento solo in inglese, della conferenza
To the questions put to him by 11 journalists in different languages, Pope Francis’ answers ranged from the political to the personal.
http://en.radiovaticana.va/news/2015/09/28/pope_francis_i%E2%80%99m_not_a_star,_but_the_servant_of_servants_o/1175317
Vescovi che hanno coperto abusi: “Colpevoli anche loro”
Il Pontefice punta il dito anche contro quelli che hanno coperto questi crimini, in primis i vescovi. “Anche questi sono colpevoli”, dice, “è una cosa bruttissima, e le parole di conforto, non è dire: ‘No, no, stai tranquillo, non è niente”, ma: “È stato tanto brutto e io immagino che voi piangete tanto”.
E lui che cosa fa e ha fatto, a differenza del suo predecessore?
E come la mettiamo con l'impunità di Danneels e di tutta la lobby rimasta intatta e tuttora potente come non mai?
@ Mic. Suvvia, siamo entrambi maggiorenni. Danneels gli ha procurato i voti.
Per chi legge il francese, ancora sulla "mafia di San Gallo":
http://benoit-et-moi.fr/2015-II/actualite/la-mafia-de-saint-gall.html
Si può sempre far finta di non vedere che quel che Bergoglio sta mettendo in opera è quel su cui da più di dieci anni discutevano Danneels e compagni
Lui cosa ha fatto? pare nulla in Argentina. O l' Argentina e stata benedetta da Dio, e SOLO lei non ha avuto ed ha preti pederasti, per chiamare le,cose col proprio nome ?
Rr
PS: Marino non e' la mia simpatia, per essere eufemista, ma sputtanarlo, cosi "coram populo" non mi sembra molto misericordioso. Eh, non bisogna pestare i piedi al Jefe
E' come in politica (anzi è "politica conclavistica", lo Spirito santo si è astenuto, dopo essere stato bestemmiato nelle dichiarazioni di voto).
Io ti voto e tu mi fai la "leggina"...
C'è chi è portato e chi no.
A Benedetto gli hanno detto: SWIFT...
Dal catto-licesimo al ri-catto... da Gotti (tedeschi) a RicKa-sper
ARTICOLO del 7 luglio 2010
L’orco esiste e per trent’anni è stato alla guida della chiesa belga. Si chiama Godfried Danneels, primate dal 1979 al 2009, cardinale di Santa romana chiesa dal febbraio del 1983 per volere di Giovanni Paolo II. E’ questo il teorema che ha mosso la denuncia del suo grande accusatore, il sacerdote padre Rik Devillé: Danneels sapeva e non ha parlato. Insabbiava e non denunciava. E’ questa l’accusa che muove ora la furia giacobina della magistratura belga. Danneels va interrogato, perquisito, tenuto sotto torchio. Prima o poi confesserà. Colpendo lui verrà colpita tutta la chiesa cattolica, fino a Roma, fino al grande insabbiatore, Benedetto XVI, il cardinale Joseph Ratzinger.
Il Vaticano sa bene che la battaglia in Belgio è epocale. Tant’è che alla prima irruzione avvenuta il 24 giugno scorso negli scantinati dell’arcivescovado di Malines Bruxelles con lo sventramento delle tombe di due illustri predecessori di Danneels, i cardinali Jozef-Ernest Van Roey e Léon-Joseph Suenens, ha reagito per voce del cardinale Tarcisio Bertone così: “E’ peggio dei regimi comunisti”. Ma a poco sono valse le proteste. La furia è continuata: “Lo interrogheremo ancora” ha detto ieri il portavoce della procura di Bruxelles Jos Colpin. Ancora come l’altro ieri: l’ex primate della chiesa belga è entrato in un ufficio della polizia federale alle 9.40 del mattino ed è uscito dieci ore dopo, interrogato dopo che la polizia ha trovato nell’arcivescovado un dossier contenente documenti relativi a Marc Dutroux, il mostro di Marcinelle, condannato all’ergastolo per sequestro, stupro e assassinio di nove tra giovani e bambini. Cosa c’entra Danneels con Dutroux? Niente. Ieri è uscita la notizia che è stata una rivista inglese, The Sprout, a inviare nel 2004 a Danneels le foto delle autopsie di due delle bambine violentate e uccise dal pedofilo pensando che il porporato potesse in qualche modo aiutare le indagini. Ma per la magistratura tutto ciò è irrilevante. Quello che serve è un côup de theatre: Danneels andava interrogato per dieci ore e ancora dovrà essere interrogato. E tutti devono saperlo.
Se il Vaticano protesta e s’allarma, Danneels invece fa l’opposto. “La magistratura deve fare il suo corso” ripete da giorni. E ancora: “Lasciateli lavorare, noi non dobbiamo temere nulla”. La sua politica sulla pedofilia è coerente da tempo: trasparenza e collaborazione totale con gli inquirenti. Peter Adriaenssens, lo psicologo presidente della commissione d’inchiesta sulla pedofilia voluta da Danneels scioltasi dopo la prima perquisizione della magistratura, descrive il cardinale come “sotto choc”, perché “non può capacitarsi che certi sospetti possano riguardare lui”. Ma nello stesso tempo fa sapere che il cardinale non cambia idea: le inchieste se ci sono vanno lasciate andare avanti.
Negli anni del pontificato carismatico e missionario di Giovanni Paolo II, Danneels è stato un punto di riferimento per molti. Alla chiesa di Wojtyla contrapponeva, con indubbia intelligenza e personale carisma, una chiesa di retrovia, di base. Una chiesa che, all’occorrenza, sapesse ritirarsi. Si ritira e lascia fare oggi Danneels davanti alle inchieste della magistratura...
E diceva anche un po' di verità: “Lasciateli lavorare, noi non dobbiamo temere nulla”.
Infatti tutta la marea escrementizia finì su Benedetto XVI... Lui tranquillo.
A tramare.
E adesso incassa.
E va al sinodo, a spiegare come si fa: a ritirarsi!
Lasciamo naufragare 1,5 miliardi di bimbi uccisi nel grembo materno negli ultimi 30 anni, uccisi nelle pantellerie delle cliniche abortiste, definite diritto umano dai congressi delle democrazie...
Ed ecco i Danneels, che spero per lui non sarà dannato, invitato al sinodo sulla famiglia, evidentemente a spiegare come si fa...
Qualcuno che sollevi una questione di opportunità? Chi sono io per...?
Solo con Benedetto XVI tutti potevano infangare, con il plauso del mondo!
CHE SCHIFO!
La presenza di Danneels al Sinodo è scioccante di per sè ma lo è ancor più perchè voluta da Bergoglio, ma del resto chi era, con altri cardinali, accanto a Bergoglio quando disse il suo primo buonasera?
Sono tanti se non troppi i fili concordanti, del resto certe reazioni affannate e irritate di vaticanisti che straboccano di esaltazione delirante, accompgnate da picche ridicole per chi non condivide il loro entusiasmo, tenderebbero a dimostrare, e a confermare, che malgrado tutto il loro lavoro infaticabile, la loro crociata contro chi resiste, sono sempre più numerose le reazioni di chi apre gli occhi, e come minimo si pone delle domande, ciò sembra innervosirli assai, e si vede fin troppo.
Non è perfezionando ancora, se possibile, il loro lirismo idolatrico che riusciranno a spegnere il cervello della gente.
Segnalo di Magister:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351139
Leggo:
al termine della quale il papa ordinò che fossero mantenute in vita anche le proposizioni che non avevano ottenuto i voti necessari per essere approvate. Ed erano proprio quelle relative ai punti più controversi, divorzio e omosessualità."
E leggo anche la conferma che non ci sarà un`esortazione postinodale, tutto resterà aperto.
Io crdo che neanche un' educanda dell' '800 si berrebbe ora tutti i peana di Tornielli, Introvigne, il Fatto, e via via. E siccome educande dell' '800 non ce n'e' piu, le Pollyannas in giro sono SOLO in mala fede.
Rr
http://www.maurizioblondet.it/ratzinger-non-pote-ne-vendere-ne-comprare/
"Leggo:
al termine della quale il papa ordinò che fossero mantenute in vita anche le proposizioni che non avevano ottenuto i voti necessari per essere approvate. Ed erano proprio quelle relative ai punti più controversi, divorzio e omosessualità."
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/12/sinodalita-recidiva-lineamenta-per-il.html
Leggo Caffarra, chiaro come sempre, sulla Bussola di stamane, e faccio due osservazioni provocatorie, ma che mi aiutano a riflettere e le giro anche a voi.
Siamo qui tutti a lamentarci del casino, letteralmente, che produce lo stile approssimativo e inadeguato del vdR, chiedendoci (perché in fondo il dramma è quello, soprattutto)!che razza di danni sta facendo, fino a che punto manometterà la dottrina e il magistero a lui affidati etc.
Però, in tutto questo tremendo casino, una cosa positiva c'è, anzi due.
Una è che le posizioni ereticheggianti che si aggirano in modo sotterraneo da cinquant'anni circa stanno venendo a galla con una virulenza mai vista: ma almeno si vedono, sono identificabili con nome e cognome. Il danno e la confusione presso i fedeli sono enormi, perché vedono i pastori in disaccordo pesantissimo tra loro, ma non è che senza certe esternazioni avrebbero le idee poi tanto più chiare. Lo pseudocattolico medio si beve il pensiero mainstream comunque, che qualche cardinale più o meno omofilo paia d'accordo scandalizza i cattolici, ma gli pseudocattolici non molto, a quanto sento in giro.
L'altra cosa buona è che le posizioni sane e fedeli stanno finalmente emergendo, si è data la stura a una riflessione bella, autenticamente cristiana, dalla quale non potrà che venire del bene.
È un gioco rischiosissimo. Come andrà a finire a breve e medio termine (a lungo lo sappiamo: non praevalebunt) dipende dall'autorità suprema terrena, da uno vestito di bianco (uno dei due).
Continuo a pensare che il vdR è un gesuita. Che stia facendo un pericolosissimo doppio gioco per poi restaurare omnia in Christo?
Non che io mi illuda molto, ma a volte il dubbio mi viene.
Se così fosse, è matto da legare ma almeno non è veramente il fondatore della neochiesa...
La mia valutazione sul vdR resta tutt'altro che positiva (troppi gli atteggiamenti onusiani, per dirla alla buona), ma ogni tanto, almeno nella festa di san Michele Arcangelo, voglio tentare di vedere uno spiraglio.
Mah. La mia confusione aumenta ogni giorno.
humilitas
Oppure, se il gesuita biancovestito non è l'uomo giusto (probabile, in effetti) ma ha solo il compito (che Dio lo perdoni) di scatenare il casino, ci pensa la Provvidenza.
Anche Cristo è stato tradito: e se non fosse stato ucciso non sarebbe risorto.
Siamo sempre lì, siamo al Venerdì Santo.
Noi cercheremo di resistere e di purificarci in the meantime.
humilitas
Grazie humilitas, per la sincerità.
Altri la pensiamo come Lei, anche se non lo esplicitiamo.
Signore abbi pietà, Tu sei il nostro sicuro rifugio.
Questo è il link dell'articolo citato da humilitas.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-misericordia-conversione-e-matrimonioappunti-del-cardinale-caffarra-per-il-sinodo-13950.htm
Auspico che Mic riprenda tutto il testo.
Il prossimo 2 ottobre, presso l’Università pontificia San Tommaso D’Aquino di Roma, si svolgerà un convegno dal titolo “Vivere la verità nell’amore – Le vie del vero amore, approcci pastorali di accoglienza e accompagnamento per coloro che vivono una tendenza omosessuale”. Interverranno il cardinale Robert Sarah, il cardinale George Pell, monsignor Livio Melina, nonché esperti come il dottor Paul McHugh del Johns Hopkins Institute; lo psicologo e clinico Timothy Lock e il dottor Jennifer Morse dell'Istituto Ruth.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-cattolici-omosex-ecco-il-coraggiodella-castita-13952.htm
scrive Scandroglio:
Nell’ospedale da campo di Papa Francesco pare che si aggirino tra le barelle ormai solo medici falsamente compassionevoli. Dottori in talare (l’immagine è puramente simbolica visto come si vestono oggi i sacerdoti) che esaminano il paziente e non si accorgono di nessuna ferita. Prendono in mano la cartella clinica del divorziato risposato e gli consigliano di rimanere con la “seconda moglie”; auscultano con lo stetoscopio la coppia che ha avuto un bebè in provetta e li tranquillizzano ricordando loro che è meglio avere un figlio così che non averne nessuno; fanno la Tac all’orientamento sessuale di una persona omosessuale e lo confortano dicendo che non c’è nulla di moralmente patologico in loro.
Ma in questo ospedale da campo ci sono anche medici che non hanno dimenticato che il primo passo per una guarigione è chiamare le malattie dello spirito con il loro nome e sanno distinguere tra l’accoglienza del peccatore/malato e la condanna del peccato/malattia e, conclude, sanno intervenire con terapie a base di massicce dosi di ortodossia cattolica.
«Il degrado ambientale? Prima bisogna sconfiggere quello morale»
Intervista con Ettore Gotti Tedeschi, ex-Presidente Ior, sul viaggio di papa Francesco a Cuba e negli Usa
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/francesco-usa-43653/
E' di oggi la notizia (si veda il sito Effedieffe) secondo la quale alla Messa papale celebrata al Madison Square Garden sia stato scelto per la proclamazione della prima lettura l'omosessuale dichiarato Mo Rocca, noto comico, attore e giornalista.
D'altra parte è cosa risaputa: quella del comico e dell'attore sono professioni ormai in voga anche ai più alti vertici della Gerarchia. E le performances di Francesco non lesinano né su un fronte né sull'altro.
Rimane lo sconcerto - diciamo pure lo scandalo - per questa vergognosa legittimazione di stili di vita contrari al nome cattolico. E non si comprende per quale ragione ad ogni funzione papale si debba ricorrere ai laici, quando - a norma delle vigenti rubriche liturgiche - si dovrebbe affidare la proclamazione delle letture ai chierici, che pure si assiepano attorno all'altare senza far nulla.
Per gli interessati : 30 settembre 2015
http://www.familiachristi.org/diritti-umani-cristianesimo-marcello-pera-30-settembre-2015/
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