10 settembre 2015 (LifeSiteNews) – Le prime parole taglienti dei cardinali e dei vescovi ortodossi sulla “crisi attuale” all’interno della Chiesa Cattolica sono già state pronunciate.
I precedenti commenti del Cardinal Raymond Burke sono stati più prudenti [questi i link principali: qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui], ma adesso che il Sinodo si avvicina, l’eventualità di uno scisma nella Chiesa ha spinto lui ed altri leader della Chiesa ad assumersi il doloroso cómpito di essere sinceri parlando della gravità dei pericoli che la Chiesa sta affrontando.
I precedenti commenti del Cardinal Raymond Burke sono stati più prudenti [questi i link principali: qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui], ma adesso che il Sinodo si avvicina, l’eventualità di uno scisma nella Chiesa ha spinto lui ed altri leader della Chiesa ad assumersi il doloroso cómpito di essere sinceri parlando della gravità dei pericoli che la Chiesa sta affrontando.
A proposito dell’idea proposta nella relazione intermedia del Sinodo straordinario sulla famiglia del 2014 – ripresa nelle varie Conferenze episcopali – ha affermato:
“È un’eresia insegnare che le relazioni omosessuali non siano morbose o deviate o che siano dotate di elementi positivi”.
Questi commenti sono apparsi in un recente video di Polonia Christiana intitolato La crisi nella Chiesa. Oltre al Cardinal Burke, nel video appare anche l’Arcivescovo Jan Pawel Lenga [vedi nel blog], che si scaglia contro il Cardinal Reinhard Marx, presidente della conferenza episcopale tedesca e uno dei componenti del Consiglio dei nove di Papa Francesco [qui - qui]. Riferendosi all’accettazione della comunione per i divorziati risposati e alla sua dichiarazione secondo la quale la Chiesa tedesca “non è una filiale di Roma”, l’Arcivescovo Lenga ha affermato: “Un tempo c’era Marx, Karl Marx. E se il Marx attuale dice cose simili, evidentemente non c’è tanta differenza tra di loro”.
Lenga, Arcivescovo emerito di Karaganda, Kazakistan, ha aggiunto che se la Chiesa tedesca crede di essere così superiore,
“è una sorta di fantasma che dobbiamo espellere col segno della Croce”.
“Durante il Sinodo, il Papa mostrerà da quale parte sta”, ha detto l’Arcivescovo Lenga. “Se accetterà la posizione di quanti vogliono distribuire la Santa Comunione ai divorziati, l’eresia entrerà nella Chiesa, e se non la accetterà, potrà verificarsi uno scisma all’interno della Chiesa”.
“O stiamo dalla parte di Cristo, o dalla parte del diavolo”, ha concluso Lenga. “Non c’è una terza scelta. A volte i fedeli comuni sono più vicini a Cristo di quanto non lo siano i sacerdoti”.
Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan [vedi nel blog: qui - qui - qui - qui - qui], portavoce dell’ortodossia durante la crisi sinodale come pochi altri nella gerarchia, ha affermato che
“viviamo già nei tempi dello scisma”, e ha puntato il dito contro il Cardinal Walter Kasper come uno dei principali colpevoli. “Queste false parole verranno manifestate per quel che sono”, ha dichiarato. “Cristo ha detto che tutto ciò che è nascosto sarà rivelato; le strategie del Cardinal Kasper e del suo gruppo verranno mostrate come ciò che sono: menzogne, strategie contro lo Spirito di Cristo e gli Apostoli”.
Il Cardinal Burke concorda sul fatto che
“ci troviamo in un’epoca di crisi all’interno della Chiesa”, e suggerisce che “potrebbe essere necessario dover offrire tutto (comprese le nostre stesse vite) per salvaguardare e promuovere la verità della fede non solo per noi stessi e per la nostra generazione, ma anche per la posterità”.
Burke è esplicito a proposito dello stato attuale della Chiesa, affrontando le posizioni eretiche provenienti da persone situate molto in alto nella gerarchia di cui fa parte.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio] “Se ciò significa che sarà una lotta di cardinali contro cardinali, dobbiamo semplicemente accettare il fatto che questa è la situazione in cui ci troviamo”, ha affermato. “Certamente, per quanto mi riguarda io non cerco questo tipo di conflitto a meno che non sia necessario per difendere la verità della fede contro quelli che la attaccano. Per me la priorità dev’essere data alla verità della fede”.
Vedi il video qui sotto:
61 commenti:
In tema segnalo:
"Nullità matrimoniale, si scatena la bagarre"
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-nullita-matrimoniale-si-scatena-la-bagarre-13818.htm
"Nullità matrimoniale, un dossier agita il Vaticano
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-nullita-matrimoniale-un-dossier-agita-il-vaticano-13809.htm
E OT, ancorché:
"Enzo Bianchi, l'umanista ateo getta la maschera"
di Antonio Livi
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-enzo-bianchilumanista-ateo-getta-la-maschera-13816.htm
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Nel mio piccolo, lo Scisma l'ho già messo in atto:
Non sto con Bergoglio (bellissimo il nomignolo affibbiatogli da un blogger sul web: papa Imbroglio). :)
Vi leggo dall'estate e ora mi sto permettendo di scrivere un commento.
Sono molto tribolato da tempo, mi sento inquieto.
Tanti mesi fa avevo deciso di "isolarmi " mediaticamente. Non ne potevo più di leggere quello che diceva il Papa, dal Dio non cattolico alla madre dei conigli.
Mi sono detto....il diavolo è abile. Corro il rischio che riesca a gabbarmi facendomi credere che io posso giudicare il Papa.
Così mi sono isolato mediaticamente.
Non sono bravo abbastanza purtroppo, altrimenti potrei dirvi che ho pregato per la Chiesa.
Ma non ve lo posso dire, anche se mi piacerebbe. Ho pregato poco.
Quest'estate vi ho letto in un fiato. Sono stato investito da mesi e mesi di notizie in pochi giorni.
Mamma mia, mamma mia mamma mia.
Che momento terribile stiamo vivendo?
Che possiamo fare noi senza una guida in terra?
Se il pastore o i pastori sbandato, che faranno le pecore?
Ho fede nella Parola di Gesù, Lui sarà con noi fino alla fine del mondo e Lui ha già vinto il mondo, ma che ci posso fare se ho paura?
Ho paura di dovere dure.....io seguo questo pastore, io seguo quest'altro. Sono io in grado di scegliere, se poi uno è il Papa.....altrimenti non avrei paura.
Il Papa la bussola che mi indica Cristo quando il mare è in tempesta.
Ma ora ho dubbi!
Non su Cristo, ma su chi me lo indica.
Lo stesso Cristo me lo ha lasciato come bussola.
E ora? Non capisco.
Cuore e cervello mi dicono che c'è qualcosa che non va nella Chiesa di Bergoglio, che non è la Chiesa di Dio.
Poi ci metto dentro, Fatima, Medjugorje, La Emmerich, la cronaca dei tempi.
Ormai dal mio cuore nasce sempre la preghiera Vieni Signore vieni. Solo Lui può riprendere in mano la Chiesa.
Scusate lo sfogo, scusate il linguaggio stentato, scrivo di getto e dal telefonino.
Preghiamo lo Spirito Santo che ci illumini la mente, a noi e ai nostri pastori.
Giuseppe M.
Concentrare tutte le forze nel Sinodo è stata una strategia sbagliata da parte della resistenza cattolica. L'eresia Bergoglio l'ha già introdotta nella Chiesa più volte, e la famiglia l'ha già ridotta a polvere. Adesso può fare il suo circo "conservatore", con un testo nello stile acquoso, tepido e dolciastro della Gaudium et Spes.
Papa Francesco - Intervista di Aura Miguel per Rádio Renascença - Testo integrale
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/09/portogallo-papa-francesco-intervista-di.html
Su questa conclusione molto ben posta dal prof. Pasqualucci siamo tutti d'accordo: E' stato soppresso il matrimonio cristiano" Chi lo ha soppresso? Il Sig. George Mario Bergoglio. Siamo d'accordo noi, Kasper, Bergoglio, Enzo Bianchi, Schonborn, Scola, Don Mazzi, Padre Cavalcoli, Padre Lanzetta, Padre Livio, Introvigne, Scalfari etc etc. Ma poteva farlo? No! E' contro il Vangelo, la dottrina e la morale della Chiesa di Cristo. "IL sig. Mario Bergoglio, dopo aver affermato pubblicamente decine di eresie ha compiuto un atto canonico di aperta di apostasia. Un atto grave contro i Sacramenti e la Verità rivelata da NSGC." Ci sarà un Cardinale, che oserà dire quanto sopra? Temo di no. Credo che invece potrebbe esserci un vescovo. Ma per avere il coraggio di dirla dovrebbe chiamarsi Atanasio. Sarà il Papa di Santa Romana Chiesa che succederà a BXVI.
Luisa, l'art. che riporti è un saggio dello stimato Mons. Livi,
ma le reiterate prese di posizione di Bianchi sono roba da scomunica. Rimane incredibile la somma di responsabilità e ruoli che continuano a dare e confermare al "priore".
"Enzo Bianchi, l'umanista ateo getta la maschera"
di Antonio Livi
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-enzo-bianchilumanista-ateo-getta-la-maschera-13816.htm
http://www.tempi.it/perdoni-il-disturbo-santita-ma-enzo-bianchi-e-cattolico#.Vfao3RHtmko
anche Amicone se lo chiede
Bravo, Mazzarino!
@ Non c'e' un'altra "strategia".
Bisogna continuare a premere mediaticamente sui pastori, cardinali e vescovi, che si sono finora esposti contro la deriva attuale affinche' tengano duro e abbiano il coraggio di contestare subito anche il motu proprio del Papa pubblicamente, dove deve esser contestato, in particolare per cio' che riguarda l'incredibile "processo piu' breve". L'abolizione della doppia sentenza conforme, anch'essa non va bene. Dalle indiscrezioni raccolte dalla Die Zeit si comprende che gli organi e teologi competenti sono stati messi dal Papa di fronte al fatto compiuto, e si capisce perche': mai avrebbero approvato nel merito un documento del genere. Bisogna pregare perche' tutti i pastori che non accettano il nuovo corso abbiano il coraggio di "dire in faccia a Cefa che sta sbagliando". Che e' inutile dire ai media che l'immigrazione selvaggia ci deve andar bene visto che facciamo pochi figli, quando poi lui stesso prende a picconate il matrimonio cattolico e quindi la vera famiglia cattolica, permettendo oltretutto che certi alti prelati discettino impunemente sulle "bellezze" dell'omosessualita'.
Il "Sinodo" e' uno snodo essenziale dell'attuale crisi della Chiesa. Disinteressarsene per proporre in alternativa il sedevacantismo non serve a niente, non risolve niente. Noi non abbiamo l'autorita' per dichiarare vacante la Sede. Abbiamo pero' il potere di far lavorare l'intelligenza battendoci dalla parte giusta, in modo che i difensori della fede facciano pienamente il loro dovere. Dobbiamo stimolarli sino all'ultimo. Se, come ha ipotizzato l'arcivescovo emer. del Kazak., dal Sinodo dovesse uscire l'eresia e il Papa la approvasse, allora bisognera' mobilitarsi affinche' chi di dovere (cardinali, vescovi) proclami eretico il Papa e vacante la sede, se il suddetto non si ravvedesse pubblicamente (come nel caso di Giovanni XXII). Oppure lo invitasse a dimettersi, senza vacanza della Sede. PP
La sede non è vacante,c'è a Roma un papa eletto di modo perfettamente legittimo, mai contestato, che si veste di bianco, vive in Vaticano, uno dei più bravi teologi degli ultimi secoli: si chiama Benedetto XVI.
@ Giuseppe 11:53. Caro Giuseppe, il suo smarrimento è stato un po' anche il mio, ma poi mi sono ripreso, dicendomi che dobbiamo prima di tutto ascoltare Nostro Signore, perché le sue parole non passano, non passeranno mai, mentre le parole ingannatrici, anche se provenienti da alti pulpiti, svaniscono nel nulla. Io mi affido all'Immacolata ed al mio caro angelo custode, poi confronto le sparate bergolgiane con il Magistero e la santa Tradizione bimillenarie preconciliari: se c'è contrasto, getto al macero le novità conciliari e postoconciliari, senza alcun dubbio né tentennamento. Ma questo vale sin dalle esternazioni (encicliche, esortazioni, discorsi, ecc.) di papa Roncalli, da lì in poi. Su, coraggio, quindi, car Giuseppe, non siamo soli, Dio vede e provvede, e non abbandona i suoi figli. Chi lo vuol abbandonare, vada pure. Noi rimaniamo saldi nel Signore 8e consacriamoci al Cuore Immacolato di Maria SS.ma, è molto utile). Pace e bene
Perchè stupirsi? Il priore Enzo Bianchi è il vice papa. L'altro è il card. Scalfari.
Miles
PS: caro Giuseppe M. ha descritto benissimo lo sconcerto e il tormento provato da tanti si può dire con uno stillicidio quotidiano. E' però grande, grandissima cosa poterlo condividere.
Mazzarino, considerato che lei invoca un vescovo che faccia il novello sant'Atanasio, beh, ci sarebbe un vescovo Athanasius da tutti i lettori di questo blog assai stimato, cioè mons. Schneider. O no?
Luis Luiz, anche per me il Sommo Pontefice è sempre Benedetto, ma ogni volta che lo penso, lo dico o lo scrivo, come adesso, mi pare di peccare di disubbidienza a Santa Romana Chiesa; un secondo dopo, mi rispondo che peccherei contro pa Chiesa seguendo il vdR a cui, forse (e sottolineo forse) non devo ubbidienza, perché se uno non si rende conto, allora va anche bene che ubbidisca e poi sarà salvato, se ha agito secondo retta coscienza per quel che poteva e sapeva... ma se uno si rende conto, accidenti, ubbidire a Simone diventa disubbidire a Pietro! E quindi, di conseguenza, a Cristo di cui Pietro è vicario!
Giuseppe M.: come vede, caro nuovo lettore, i suoi dolorosi dubbi sono condivisi...
humilitas
Sono cinquant'anni che le affermazioni infelici dei Pontefici Romani vengono messe nel calderone del "l'ha detto come dottore privato"(da me per primo).Ora abbiamo un Motu Proprio dove si dispone che il tradimento o la brevità della convivenza rendano nullo il Sacramento...come la mettiamo?
Se dovesse scrivere cosa penso e sento farei un copia-incolla da questo che hai scritto tu.
Il Papa viene spesso frainteso, o meglio viene tirato per la veste bianca da una parte o dall’altra, a seconda degli interessi.
http://blog.ilgiornale.it/sartini/2015/09/14/quello-che-il-papa-non-dice/
@ Il Ratzinger-mito e lo sconforto che ci affligge
Non so da dove venga quest'idea di Ratzinger grande teologo, il piu' grande degli ultimi secoli. E' un'invenzione mediatica. Andiamoci piano a dispensare "grandezze". Per anni e' stato esaltato il suo "Introduzione al Cristianesimo", summa per il popolo del suo pensiero teologico: un testo scritto in modo involuto, che in vari punti lascia perplessi, a mio modesto avviso. A proposito della Resurrezione non sono mai riuscito a capire, dato il carattere involuto e anche ambiguo del testo, se deve considerarsi un fatto puro e semplice oppure se il Cristo e' "risuscitato agli occhi della fede". Sono pronto a difendere quest'affermazione contro chiunque. Ma non credo sia ora il caso di diffondersi qui su questo argomento. L'apoteosi, il mito che si sta costruendo nei confronti di Ratzinger supera ogni limite. Non sarebbe tempo di tenere i piedi in terra?
Invece di disperdere le forze intellettuali in vani argomentare, del tipo "la sede e' vacante", "il vero papa e' quello Emerito", etc., non sarebbe meglio concentrarle nello studio degli argomenti da opporre alla parte deviata del clero, al prossimo Sinodo? Pensiamo argomenti nuovi, in armonia con il dogma della fede, che possano essere di aiuto ai difensori della fede nella difficile battaglia sinodale.
Giuseppe. Uno scoramento come il suo l'abbiamo provato e lo proviamo tutti. C'e' chi ci lotta contro e chi si lascia andare. Mi permetto di consigliarle di andare alla S. Messa in una chiesa o cappella della FSSPX e di parlare del suo sconforto di credente con qualche sacerdote della suddetta FSSPX, se le riesce. Forse trovera' l'aiuto spirituale di cui ha bisogno. PP
appunto: un matrimonio non si annulla ma è nullo dall'origine...è proprio per questo motivo che l'infedeltà o la brevità della convivenza o l'aborto procurato (espressamente citati dal Papa nel Motu Propio), tutte situazioni che sorgono dopo la celebrazione del matrimonio, nulla possono avere a che fare con una sua presunta nullità...io sono un ciuco ma mi sembra di ragionare correttamente...
@ Ettore
Non direi che il Papa venga frainteso. E' lui che dice cosa tra loro opposte, che si
contraddicono apertamente.
Fa una bella omelia a S. Marta nella quale incita ciascun credente a portare la sua croce, come Cristo, come aveva detto Cristo. Poi nel famoso motu proprio fa di tutto per togliere agli sposati infelici la loro croce, che purre debbono cristianamente portare, se vogliono accedere alla vita eterna. Incoerenza, dunque. Contraddizione palese. S. Pio X disse che, negli scritti dei modernisti, a volte, si trova una pagina perfettamente ortodossa seguita subito dopo da una del tutto eterodossa. Sono 50 anni che la Gerarchia sfoglia un libro impaginato in questo modo. A. R.
@ Giuseppe M
La figura del papa è importante caro Giuseppe, ma vi sono molte altre cose ancor più importanti nella Chiesa cattolica.
Ad esempio l'insegnamento dato in 2000 anni non da un papa, ma dal papato nel suo insieme. C'è la Tradizione e vi sono le Sacre Scritture, le due fonti della Rivelazione divina.
Lei non mi fraintenderà ma potersi avvalere della Tradizione è più importante che avere un singolo papa dalla propria parte.
E non dimentichi, ci sono stati santi che in vita avevano parteggiato per il papa sbagliato (antipapa), eppure sono santi!
Non si scoraggi, ma continui a nutrire la sua fede non coi discorsi di santa Marta, ma con la vera Tradizione cattolica.
Per Giuseppe M. e tutti coloro che sono confusi, ma in buona fede.
Le sue difficoltà derivano dal fatto che confonde la Verità con le affermazioni e gli atti di Bergoglio, e questo vale per chiunque si sia assiso sul soglio di Pietro, S. Pietro incluso, come c'insegna S. Paolo.
Vede, la bussola che Lei ricerca, ciò che permane, anche quanto tutto sembra vacillare, perchè è appunto la Verità, è la Rivelazione, contenuta nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, questa è l'unica roccia su cui possiamo fondare la nostra resistenza.
Si tratta di formarsi, leggere e studiare anche qualche buon testo di Teologia dogmatica, certamente pre Concilio Vaticano II.
La Rivelazione c'è già stata e si è conclusa, a noi il dovere di conoscerla.
Gentile Sig.Luiz,
Lei appella la "resistenza Cattolica" come blocco unico..
Ma, mancando un Capo cui poter tutti fiduciosamente guardare, ognuno la resistenza se la costruisce.
C'è chi fa resistenza al solo Bergoglio (troppo facile!), c'è chi fa resistenza al concilio in toto, c'è chi fa resistenza alle parti di esso che gli risultano ambigue...
Così pure quando si parla di tradizione...
Se non viene risolto il problema dell'autorità tutti hanno ragione e tutti torto
Non Le pare?
trizz
Nessuno ha mai pensato che forse non è da ostacolare ma anzi da favorire la caduta di quella che, nonostante le apparenze, ha tutti i connotati di una FALSA chiesa(la chiesa conciliare)affinché torni a risplendere la Vera Chiesa Cattolica che da più di un cinquantennio sopravvive oscurata dalla controchiesa massonica di Satana?!? Allora non si dovrebbe parlare di Scisma ma di ritorno al Santo Ovile anche perché siamo sinceri, il Sinodo è già stato fatto e Bergoglio si è già espresso esattamente l'8 Settembre.
Grazie a tutti per le risposte.
Io so bene ciò che voi dite, l'insegnamento che viene dalla Tradizione, ciò che Gesù stesso ci dice col Vangelo e attraverso le Lettere apostoliche.
Il punto è però pure di ordine personale.
Nel senso che ho imparato che bisogna stare attenti a non scivolare nel fidarsi troppo della propria "intelligenza".
Non so se mi spiego bene, illuminante in tal senso è il romanzo le lettere di Berlicche il quale mi è sembrato un ottimo scritto sull'opera ingannatrice del demonio.
Io non vorrei arrivare al punto di vedere su ogni cosa che dice Bergoglio qualcosa contraria alla Chiesa findandomi della mia "intelligenza".
E' normale che fin quando Bergoglio dice cose lampanti nella sua "distruzione" dell'insegnamento di Gesù (argomento attuale l'indissolubilità del matrimonio) non ho problemi a capire che non devo ascoltare.
Quando Bergoglio non identifica il Male delle religioni mondiali con l'Islam, ma usa un generico "gli estresmisti delle religioni", capisco bene che sta sbagliando e mi suonano le campanelle di allarme.
Quando leggo che Bergoglio nasconde il Crocifisso per non "urtare" la sensibilità di qualche suo interloocutore, è normale che mi viene di pensare: Ma che Vicario di Cristo è chi nasconde Cristo stesso?
La mia paura è diventare categorico su qualsiasi cosa dica Bergoglio, perchè sarebbe come accettare di non vederlo più come Papa.
Posso io con le mie forse arrivare a questo?
Non è gravissimo da parte mia?
Non lo fanno i Vescovi e lo faccio io?
Ma veramente dovrò fare questa scelta?
Forse pecco quando ho interiormente identificato la Nuova Chiesa della profezia di Emmerick con la Chiesa nascente di Bergoglio?
Pecco io quando penso che siamo vicini all'abominio della desolazione di cui ci ha parlato Daniele e lo stesso Gesù e che lo vedo presso la Santa Chiesa?
Pecco io quando penso che se la Chiesa di Bergoglio dovesse pronunciarsi negativamente su Medjugorie (negativamente nel senso che affermerà che la Madonna non ha parlato), io certo non crederò a questo pronunciamento?
Queste mie domande/risposte, a bene pensarci sono già no scisma.
Ma come posso io parlare di scisma senza temere di non avere capito nulla e non avere avuto fiducia vera in Gesù?
Certo, penso pure che Gesù stesso ha sempre avuto ben in mano tutto,che con Lui non ha potuto nulla Satana, figuriamoci gli uomini e quindi conseguentemente devo avere pazienza, aspettare gli eventi che probabilmente il tutto lo risolverà Lui stesso con la sua Opera e attraverso i i servi del Signore.
Ma non è facile restare ancorati a questo pensiero sia col cuore che con la mente e allora ci si lascia andare a mille ipotesi, mille situazioni differenti che si potrebbero creare o potrebbero avvenire, ma anche no (ed anche in questo sta l'opera ingannatrice del demonio, ci si preoccupa del futuro ipotetico, col risultato non si pensa al presente reale.
Da ultimo voglio dire:
Se questi sono gli ultimi tempi, tre sono le cose certe: l'apostasia della chiesa, il dominio crescente e massimo dell'Anticristo, i Castighi di Dio e la sua Vittoria.
Il punto è: come mi comporterò io durante l'avvento dell'Anticristo e durante i Castighi?
Non dico durante l'Apostasia, perchè quella è in atto ed io Cristo non lo abbandono.....lo avevo trascurato una decina d'anni fa per molto tempo, adesso non lo lascio più.
Pecco come tutti e pecco ancora di più perchè sono consapevole che solo Dio salva, solo con Gesù la mia strada è sicura. Fuori da questa via, ad attendermi ci sarebbe solo quel maledetto nemico.
Grazie a tutti....e scusate, ma scrivo a raffica mille pensieri
Giuseppe M.
Ad anonimo delle 15.20
Carissimo, mi spiace ma forse non mi sono spiegato adeguatamente.
Qua non si tratta di acculturarsi leggendo e studiando un testo di Teologia dogmatica.
Mia nonna aveva la terza elementare ma la sua fede era tutta protesa a Gesù, lei era una roccia vera anche se semianalfabeta.
Sono cresciuto con lei e con sia figlia (mia madre) e sono cresciuto sano da questo punto di vista.
A me è venuto naturale, senza fare troppi ragionamenti, già da bambino non prendere mai l'Ostia consacrata in mano.....avevo la mia vocina interiore (Gesù certamente) che mi faceva intimamente capire che in bocca è appropriato e non in mano.
Questo è solo un esempio per dire che non è questo il problema del conoscere o meno la Tradizione. La conosco e non la cambio.
Il punto è:
Non voglio assolutamente sentirmi al sicuro solo perchè conosco la Tradizione, non voglio avere un'eccessiva fiducia in me stesso (che è il rischio che ci piaccia o no corriamo tutti). Specie su quest'argomento che probabilmente è il più importante della mia vita e della storia dell'umanità forse
Giuseppe M.
C'è una gerarchia dei problemi nella Chiesa, che, tutti sapiamo, sono moltissimi.
Ma l'aggresione contro la fede è il più grave.
E quando pensiamo che la gravità del peccato contro la fede è proporzionale alla autorità di chi lo commette, vediamo che siamo davanti a un peccato infinito, perchè commesso dalla somma autorità, per lo meno agli occhi della stragrande maggioranza dei fedeli.
Questa mi sembra, dunque, la priorità: finire con l'aggressione bergogliana contro la fede.
E credo que questo è un punto che tutti i cattolici fedeli alla Tradizione possono condividere.
"L'apoteosi, il mito che si sta costruendo nei confronti di Ratzinger supera ogni limite. Non sarebbe tempo di tenere i piedi in terra?"
!?!?!
Un mito nei confronti di Benedetto XI? E supererebbe perfino ogni limite!
Vorrei che P.P. stesse scherzando ma temo che in realtà sia molto serio.
Quel che ha superato ogni limite è lo sciacallaggio che è stato fatto nei confronti di Benedetto XVI, è l`accanimento che continua.
Sembrerebbe che a P.P. disturbi che taluni continuano a vedere in Benedetto XVI non solo un grande teologo ma, e sopratutto, una guida sicura, una fonte fidata con il suo Magistero, P.P. è libero di pensare che il grande teologo Ratzinger è un` invenzione mediatica, ed io solo libera di dirgli, con i miei piedi bene in terra, che si sbaglia e che, inoltre e infine, arrivare a dire dire che attorno a Benedetto XVI si sta costruendo un mito è un`invenzione che non sta né in piedi né in terra, attorno a Benedetto XVI stanno i pochi confratelli leali e i fedeli che tanto gli devono e non lo dimenticano, una semplice realtà.
.....è un`invenzione che non sta né in cielo né in terra....
Queste mie domande/risposte, a bene pensarci sono già no scisma.
Ma come posso io parlare di scisma senza temere di non avere capito nulla e non avere avuto fiducia vera in Gesù?
Le sue domande-risposte, Giuseppe, se mi permette, non sono uno scisma da Pietro (Francesco) o dalla Chiesa. Semmai sono uno scisma dall'errore in cui può incorrere Simone (Bergoglio). Certo è un fatto inedito e destabilizzante che il Papa, pur non impegnando la propria infallibilità ormai per scelta conciliarista, mostri 'distorsioni' come quelle cui siamo costretti ad assistere da oltre due anni. Che però hanno i loro prodromi ormai ben individuati anche in precedenza.
Premesso questo, cerchiamo di non usare le parole a caso e, come lei premette giustamente di non fidarci solo della nostra intelligenza. Ognuno di noi, nella Chiesa, penso abbia un sacerdote di riferimento (o più d'uno, nonostante le difficoltà non manchino). Peraltro, l'approfondimento delle verità perenni, che normalmente riempie la sete della nostra anima nel normale cammino di fede, oggi siamo portati a farlo anche in base a ciò che viene messo in dubbio. E qui è cosa buona e giusta applicare il discernimento cercando la guida di pastori secondo il cuore del Signore. Del resto, nell'orizzonte più ampio, qualche pastore nelle alte gerarchie da ascoltare e seguire non manca, pur se in numero esiguo, e negli articoli di questo blog se ne parla a iosa. Così come si presentano e si esaminano scritti e lavori di studiosi e sacerdoti che non si discostano dalla Tradizione perenne.
Quindi, al di là dei millenarismi e dei castighi, direi di focalizzare l'attenzione e l'impegno sulla preghiera e sulla vita di grazia insieme a chi davvero il Signore ce lo mostra perché lo vive, perché il Signore è presente e opera nella Sua Chiesa, che ha una visibilità ridotta ma è sempre una e santa e cattolica e apostolica e romana.
Non lasciamoci sviare dal credere di non aver fiducia in Gesù perché non possiamo concepire che un papa dica o faccia cose che possono scandalizzare cadendo nell'errore della sua assoluta infallibilità e dunque di trovarci di fronte a situazioni impossibili per legge divina. Il Vaticano I, in maniera solenne e quindi dogmatica, ha fissato le condizioni dell'infallibilità papale. E come si può parlare di infallibilità di fronte a provvedimenti che né nella forma (se non nel titolo: es. motu proprio come i due più recenti) né nella sostanza (motivazioni e riferimenti fondanti e non con linguaggio approssimativo) rispettano le caratteristiche appartenenti alle leggi ecclesiastiche? E' ben noto che il papa ha la pienezza del potere ma non è un potere assoluto e, come ricorda il card. Burke, il papa non ha il potere di cambiare l’insegnamento, la dottrina... Lasciamo da parte la questione del papa. Nella nostra fede è la verità della dottrina che ci guida.
La stessa Evangelii Gaudium, che è il filo conduttore di ciò che accade, non è Magistero ma rappresenta, per espressa volontà di Bergoglio, il suo programma di pontificato : si tratta del suo personale pensiero, non di una dottrina ufficiale...
Piuttosto, il problema sta nella deformazione che questo improprio magistero liquido sta operando, perché è ben chiaro che anche questa prassi informe e autoritaristica una dottrina. o delle teorie, sia pure implicite, ce l'ha sempre. E ormai i livelli di guardia sono stati superati da tempo.
Ed è qui che si avverte il tragico deficit di Pastori con i necessari attributi morali e spirituali non solo a parole... Ma sono certa che il Signore provvederà, o comunque ci sosterrà in questo nostro venerdì Santo, come ci ricordava molto efficacemente il lettore Tralcio.
Sembrerebbe che a P.P. disturbi che taluni continuano a vedere in Benedetto XVI non solo un grande teologo ma, e sopratutto, una guida sicura, una fonte fidata con il suo Magistero, P.P. è libero di pensare che il grande teologo Ratzinger è un` invenzione mediatica,
PP in questo caso ha parlato con una iperbole. Son d'accordo con lui su Introduzione al cristianesimo; ma penso anche ad altri suoi scritti in cui le luce e le ombre si intersecano. Ne abbiamo parlato molte volte e non prendendo brandelli del discorso, ma cogliendone il succo e le conseguenze.
Che Ratzinger sia un uomo di grande sensibilità e politesse ed uno studioso di spessore è un fatto. Che ci siano molte persone che basandosi su molte sue perle abbiano approfondito la loro fede è altrettanto vero. Io stessa sono stata una di loro finché, approfondendo strada facendo non ho scoperto i 'bachi' di cui ho parlato mille volte. Comprendo chi continua ad amarlo con trasporto e attaccamento, anch'io ricordo con commozione alcuni incontri ed esperienze. Certo, poi, il paragone con lo sfacelo attuale lo fa apparire un gigante, specie per chi gli è comprensibilmente affezionato! Ma sono abituata a guardare in faccia la realtà. E con tutte le cose che ho sottolineato, motivando in questo nostro lungo percorso, mi aspetterei per lo meno che venisse meno l'esaltazione acritica. Come pure il processo ad ogni costo.
La Chiesa ha lavorato per 20 secoli a rendere chiara la Fede, proprio perchè i fedeli possiamo riconoscerla, sopratutto in un momento come questo, dove è sotto rischio niente meno che il messaggio di Cristo, il messaggio della Salvezza dei nostri figli. Lo scandalo assoluto. Il silenzio è dunque qui infinitamente criminale.
Non so se PP ha parlato per iperbole, non mi sembra, ma può essere.
Introduzione al cristianesimo è stato scritto da Joseph Ratzinger nel 1968, cioè, se calcolo bene, 47 anni fa!
Chi lo ha letto, chi lo ha ascoltato, chi ha seguito con attenzione il suo Magistero, le sue catechesi, le sue omelie, le sue Encicliche, può onestamente negare che il pensiero del giovane teologo Joseph Ratzinger diventato Prefetto della CdF e poi Sommo Pontefice, si è evoluto lungo gli anni? Che il suo lungo e ricco percorso di cercatore, di studioso, di uomo di Dio, ancorato nel Vangelo, non può essere in alcun modo rinchiuso nei limiti angusti di querelles ideologiche?
E dicendolo non mi sento affatto in uno stato di esaltazione acritica:):)
E dicendo questo non sto rifiutando l`analisi anche critica dei suoi scritti, quel che mi fa ad ogni volta reagire è vedere certi cattolici detti tradizionali accanirsi su Benedetto XVI, facendogli un processo a prescindere, senza tenere conto di quel che, sopratutto loro, gli devono.
Anche e sopratutto se appartengono alla FSSPX.
Giuseppe M., lei ha ragione a essere guardingo, comunque - e sono tanti coloro che hanno lo stesso problema - la vita di fede a cui ogni cristiano è chiamato, non è che richieda la presenza permanente di un papa che ci guidi. Certo potrebbe essere uno stimolo, tuttavia la Provvidenza spesso ci pone accanto persone o situazioni che comunque ci possono aiutare o guidare nella vita.
D'altronde i nostri doveri di stato, i precetti della Chiesa di sempre (Messa, preghiere, osservanza dei comandamenti, ecc.), una vita possibilmente tesa alla santità, non presuppongono la presenza insistente di un papa.
Il problema, nella concretezza della vita quotidiana, non è tanto il papa, bensì il fatto di avere difficoltà a reperire sacerdoti veramente cattolici e questo fatto è certamente da ricollegare a dei pontificati (non solo l'attuale) durante i quali la Tradizione ha man mano perso il posto che aveva e le spettava nella Chiesa.
Vi sono state epoche storiche in cui del papa quasi non si conosceva il nome, altre in cui non si sapeva chi fosse quello vero tra i vari pretendenti, ma la vita di fede non si fermava per questo.
Il problema più che un singolo papa, è che nella situazione attuale in cui diversi papi si sono gradatamente allontanati dalla Tradizione, anche un'intera gerarchia si è allontanata, sotto la loro guida, dalla vera fede.
Che senso ha, concretamente per la nostra vita reale, stare lì a soppesare tutte le parole del papa sulla dichiarazione di nullità del matrimonio? Nessuna, se io so quale é la dottrina cattolica sul matrimonio e quindi non perdo nemmeno tempo a leggere le sue prese di posizione.
Certo , lo posso fare per rendermi conto della situazione in cui versa la Chiesa, se ancora non lo sapessi, o per verificarne il progressivo decadimento, o per altri motivi ancora, ma concretamente alla mia vita porta poco o niente.
Anche nell'educazione, il fatto che si debbano educare i giovani con speciale riguardo per certi temi è comunque un fatto che non deriva solo dall'adeguarsi della gerarchia ecclesiastica al mondo, ma che deriva dal fatto che noi siamo comunque immersi e dobbiamo vivere in questo mondo indipendentemente dal papa, vescovo o sacerdote.
Detto questo, per inquadrare il tutto, è evidente che per il buon funzionamento della Chiesa è auspicabile che nella gerarchia come tra i fedeli vi siano persone sante e di sicura fede cattolica, ma sui perché, quando, come e su altre particolarità solo l'Onnipotente può rispondere con delle certezze.
Mic, il dogma dell'infallibilità c'entra poco qui. Il problema del bergoglismo è un problema colossale, che dev'essere considerato nel suo insieme di anomalie e di coincidenze. Una rinuncia inedita, fatta sotto pressione ma che si dice libera; un conclave che non rispetta le regole; l'apoteosi mediatica e massonica inedita e immediata; dichiarazioni apertamente eretiche, pubbliche , urbi et orbi, e senza chiarimenti anche dopo numerose richieste (eresia formale); bestemmie e scandali giornalieri ecc. ecc. Il tutto senza spiegazioni. Tutto questo insieme dipinge il ritratto ovvio di un antipapa. Questo solo basterebbe per suonare l'allarma a tutti i cattolici un po' responsabili. Ma c'è sopratutto lo scandalo infinito di un soi-disant papa che lavora attivamente per distruggere il messaggio di Cristo e dunque la salvezza dell'umanità futura, dei nostri figli. Finire con questo scandalo è priorità assoluta!
D'accordo con Luis Luiz dell'ultimo commento, ma solo in generale. Eccetto l'idea che una riflessione sull'infallibilità, proposta da Maria, c'entri poco.
Chi prende posizione contro chi obietta a certe uscite del Vaticano II e del Magistero postconciliare o recentissimo, di solito lo fa in base a 3 motivi:
a) l’infallibilità papale;
b) obbedienza sempre dovuta al papa come Vicario di Cristo;
c) l’autorità dei decreti del Vaticano II che essendo
stati emanati da un Concilio Ecumenico, sono vincolanti
per ogni cattolico.
Non è però esattamente così:
a) per la dottrina cattolica i casi in cui il Magistero del Papa
è infallibile si riducono a due:
1) Quando definisce solennemente ex cathedra una verità
di fede o di morale (Magistero straordinario sempre infallibile).
2) Quando enuncia una verità che è stata “sempre creduta
e ammessa nella Chiesa” anche se questa non è esplicitamente
e solennemente definita (Magistero ordinario infallibile). L’infallibilità dell'ultimo caso deriva dalla Chiesa
stessa.
Né Giovanni XXIII, né Paolo VI, né Giovanni Paolo II, né
Benedetto XVI, nè Francesco hanno mai definito alcun vero e proprio dogma di Fede nei loro Pontificati, nemmeno sulle nuove idee del Vaticano II.
Le nuove idee promosse a diverso grado dal loro Magistero, ecumenismo, liberalismo, collegialità democratica, pur se in certi casi presentate in maniera martellante, non fanno parte del Magistero
costante ed universale della Chiesa,
non sono, cioè, dottrine “sempre credute e ammesse nella Chiesa” (si parla, per l’appunto, di novità del Vaticano II e post): si tratta in questo caso, di Magistero ordinario solo autentico, cioè non garantito dall’infallibilità.
Non ci si può appellare in nessun modo al dogma dell’infallibilità del Papa per reclamare un’adesione incondizionata dei fedeli alle nuove dottrine del Magistero papale postconciliare.
Ancor meno ci si può appellare al dovere dell’obbedienza.
Le suddette novità del Magistero dei Papi conciliari, infatti,
non solo mancano di garanzia d’infallibilità, ma spesso
sono dottrine già esplicitamente e ripetutamente condannate dal precedente e costante Magistero della Chiesa.
Neppure il Papa, o un Concilio ecumenico, possono lecitamente
esigere obbedienza, né esplicita né tacita, ad un corso ecclesiale
che propaganda idee e prassi già condannate in dettaglio dalla Chiesa stessa, per il semplice fatto che essi non possono legittimamente ordinare ai fedeli di accettare, neppure in maniera passiva, ciò che la Chiesa stessa, per bocca di una lunga serie di Papi e di Concili (quelli sì dogmatici, e non solo "pastorali"), ha già giudicato e condannato ufficialmente come errore e male.
Sicuramente lo stillicidio quotidiano, ma che dico? ogni quarto d'ora, della propaganda attuale ha effetto disorientante e straniante, ma questo principio permane.
Ecco come riassume la dottrina cattolica in materia, un famoso Dizionario di Teologia Morale: Francesco Roberti, Pietro Palazzini, “Dizionario di Teologia Morale”, ed. Studium, Roma 1961, III ed., alla voce: “obbedienza”.
«Essendo l’autorità dei Superiori limitata, anche il dovere di obbedire ad essi ha dei limiti. È chiaro che non è mai lecito obbedire a un Superiore, che comandi una cosa contraria alle leggi
divine o ecclesiastiche; si dovrebbe allora ripetere la parola di San
Pietro: “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti
5, 29) (...) Si pecca contro l’obbedienza per eccesso, obbedendo
in cose contrarie a una legge o a un precetto superiore: in questo
caso si ha il servilismo».
Se fossero in pericolo la conservazione della Fede, la salvezza delle anime e la sussistenza stessa della Chiesa,
bisognerebbe anche reagire apertamente, come insegna San Tommaso
d’Aquino, che riporta proprio l’esempio, che si attaglia
perfettamente al nostro caso, del momentaneo cedimento del primo
Papa:
“Si deve tuttavia sapere che qualora ci fosse imminente pericolo per la fede, i prelati dovrebbero essere rimproverati dai sudditi anche pubblicamente. Per cui anche Paolo, che era suddito di Pietro, rimproverò pubblicamente Pietro a causa dell’imminente pericolo di scandalo riguardo alla fede; e, come dice il Commento di Agostino (Gal.2), “lo stesso Pietro offrì un esempio ai superiori, affinché se avessero per caso in qualche occasione abbandonato la retta via, non disdegnassero di essere rimproverati dagli inferiori”.
(“Summa Theologica”, II-II q. 33, ad IV)
Nel Commento alla Lettera ai Galati, lo stesso San Tommaso
ribadisce:
“… il rimprovero era giusto ed utile e il suo motivo grave, ossia
un pericolo per la preservazione della verità evangelica (...).
Il modo fu appropriato perché pubblico e manifesto (...). Nella prima
Lettera a Timoteo leggiamo: “Chi sbaglia, rimproveralo davanti
a tutti”. Questo deve intendersi delle colpe manifeste, e non
di quelle occulte.”
(Super “ad Galatas”, c. 2, lect. 3)
Riguardo Vat. II e post, da cui deriva l’attuale
disastro, qui quanto dichiarato dallo stesso Paolo VI che lo portò a termine: Il Concilio Vaticano II “ha evitato di dare
definizioni dogmatiche solenni, impegnanti l’infallibilità del
magistero ecclesiastico”.
(Paolo VI, Discorso all’Udienza generale del 12 gennaio 1966)
L’allora card. Ratzinger ammetteva:
“La verità è che lo stesso Concilio (Vaticano II) non ha definito
nessun dogma ed ha voluto in modo cosciente esprimersi ad
un livello più modesto, meramente come Concilio pastorale”.
(Discorso alla Conferenza Episcopale del Cile, ne “Il Sabato” 30 luglio - 5 agosto 1988)
Quindi non è assolutamente in questione il dogma dell’infallibilità
papale, ma si possono pur contestare alcuni punti del magistero ordinario non infallibile, del Papa (nel quale non è escluso, almeno in linea di principio, che possa sbagliare), in presenza di gravi e documentati motivi;
questi motivi esistono, perché non si può obbedire, e neppure
adeguarsi passivamente, a direttive che vogliono farci approvare
ciò che il Magistero della Chiesa ha sempre condannato, ossia
a direttive che chiedono di rinnegare, anche solo tacitamente,
la verità dottrinale e di tacere di fronte al sabotaggio della fede e alla rovina delle anime;
Non ci si può appellare in alcun modo all’autorità del Vaticano
II, il quale non ha definito nessun dogma, e meno che mai
lo ha fatto a riguardo delle novità oggetto di contestazione (principalmente l’ecumenismo con le false religioni, la collegialità episcopale, la latitudinarietà delle verità di fede, la democrazia
nella Chiesa, la libertà religiosa, la laicità degli Stati, il Novus Ordo, la trasformazione dell'Eucarestia, una Cristologia mutata, la guerra contro la famiglia....), riguardo
al quale valgono le stesse considerazioni fatte circa l’autorità del Papa.
E chiudo: chi sostiene che se si ammette che la Chiesa sbagliasse oggi o dal Vat II, allora potrebbe voler dire che ha sbagliato anche in passato, e dunque non sarebbe più credibile né infallibile, sbaglia,
perchè il magistero del Vaticano II e quello postconciliare, per quanto riguarda le già citate “novità”, è un magistero già di suo dichiarato non infallibile, nè dogmatico, ma solo "pastorale",
che si contrappone al precedente magistero infallibile e dogmatico della Chiesa di sempre, sia ordinario che straordinario, quindi il paragone non sussiste.
Non sono affatto daccordo nel ridurre ad una iperbole il giudizio che il PP rende a Ratzinger! Quando lui dice: «A proposito della Resurrezione non sono mai riuscito a capire, dato il carattere involuto e anche ambiguo del testo, se deve considerarsi un fatto puro e semplice oppure se il Cristo e' "risuscitato agli occhi della fede"», non sta forse circostanziando esattamente le sue riserve?
Per entrare nel merito delle sue perplessità - e posso capire la complessità del linguaggio che il PP denuncia, ma non di certo ciò va ad inficiare la chiarezza e la logica - vi sono inequivocabili asserzioni del giovane teologo Ratzinger che indubbiamente inquadrano, sia implicitamente che esplicitamente, la resurrezione del Signore come un fatto reale..
Solo alcuni esempi:
- La professione di fede nella Risurrezione di Cristo Gesú costituisce per i cristiani l'espressione che conferma la verità di quel principio, che sembrerebbe essere solo un bel sogno..;
- ..è chiarissimo che Cristo, nella risurrezione, non ha ripreso la sua vita terrena antecedente, come ci vien detto ad es. del ragazzo di Naim e di Lazzaro. Egli è risorto invece a quella vita stabile e definitiva, che non sottostà piú alle leggi chimiche e biologiche, e quindi risulta ormai sottratta all'eventualità della morte, posta anzi per sempre al riparo nell'eternità accordata dall'amore. Ecco perché gli incontri avvenuti con lui sono 'apparizioni';
- I resoconti lasciatici sulla risurrezione [...] attestano un fatto che non è sbocciato come un sogno fantastico dal cuore dei discepoli, ma è invece capitato loro dal di fuori, imponendosi ad essi “contro” i loro dubbi e infondendo loro una certezza: il Signore è veramente risorto. Colui che giaceva nella tomba, non si trova piú là, ma vive nuovamente e realmente in persona. Egli poi a sua volta, che ormai si era trasferito nell'altro mondo di Dio, aveva però saputo mostrarsi potente al punto, da manifestare sino alla tangibilità come fosse proprio lui stesso che ora stava loro davanti, facendo vedere come in lui la potenza dell'amore si fosse palesata piú forte della potenza della morte.
E' evidente (e il testo integrale lo chiarisce ancor meglio) che il PP confonde con una "risurrezione agli occhi della fede" il fatto che il brillante teologo Ratzinger parli della presenza del Risorto nelle testimonianze evangeliche come di natura non più biologica ma nuova, gloriosa, non catalogabile con categorie legate alla materia ordinaria. Al contrario di quanto il PP intende, Ratzinger confuta proprio la tendenza dell'esegesi moderna a ridurre la resurrezione del Signore ad una sublimazione ideologica dei discepoli, e lo dice esplicitamente:
- non di rado l'esegesi si costruisce una filosofia tutta sua, la quale all'estraneo deve per forza dar l'impressione d'una estremamente raffinata esaltazione del reperto biblico. In merito ai particolari, qui molte cose rimarranno sempre assai discutibili; tuttavia, va pur ammessa una linea fondamentale di demarcazione fra interpretazione che sappia mantenersi tale, e adattamenti spiccatamente arbitrari.
Spero che il PP nell'esprimere le sue considerazioni sia stato mosso non da pregiudizio, come temo, ma da una reale incapacita di comprendere quel "linguaggio involuto" ma non certo ambiguo come lui ritiene.
Infine, alla signora Luisa vorrei dire questo.. dato che pare apprezzare Ratzinger, dovrebbe mostrare più fiducia in quel che egli ha scritto, anche quando - più giovane - aveva idee ancora non pienamente mature, e non nelle critiche che gli vengono mosse dai probabili contestatori prevenuti!
So che Luisa rimane sempre molto male quando si porta una critica anche motivata a B XVI.
Personalmente per alcune cose lo stimo, e tra i papi del postconcilio è quello che ho amato di più.
Ma non mi sfuggirono temi lasciati nell'ambiguità, o cedimenti, tipo il seguente:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/12/un-po-di-chiarezza-sullalleanza-mai.html
http://www.chiesaepostconcilio.blogspot.it/p/modifica-della-dottrina-della.html
Non mi pare comunque il fulcro di questo post e commenti, ed escluderei "l'esser di parte" di PP.
Sull`iperbole di PP mi son già espressa più sopra, a Petrus che si rivoge a me che "pare apprezzo Ratzinger" vorrei dire che non "apprezzo Ratzinger" ma rispetto, stimo e voglio bene a Benedetto XVI, penso aver già ampiamente ( forse per taluni anche troppo) espresso il mio pensiero e i mei sentimenti.
A Petrus che pensa dovrei aver maggior fiducia in quel che Joseph Ratzinger-Benedetto XI ha scritto vorrei dire di non preoccuparsi, aver fiducia implica osservare l`evoluzione di un pensiero (ancor più quando si evolve su più di 50 anni) senza censurare un`eventuale reazione critica, senza uscirla dal suo contesto, ma inserendola appunto in quel lungo percorso di fede, di studio, che ha portato Joseph Ratzinger-Benedetto XVI ad essere non solo un grande intellettuale, un grande teologo, ma, sopratutto, un maestro di fede.
p.s. sulla serietà anche storico-documentaria del metodo di PP, al di là che se ne possano condividere o meno le conclusioni, anche se la dimostrazione è piuttosto serrata, basti il suo ottimo
"Unam Sanctam" edito da Solfanelli.....
@ ANCORA SU RATZINGER, PER FATTO PERSONALE
Vengo chiamato in causa sul piano scientifico, mi par di capire, da "Pietro 77", in modo tale da obbligarmi ad una replica, che spero venga pubblicata.
Chissa' perche' chi critica Ratzinger deve per forza esser mosso dal "pregiudizio". Lei "petrus" non cita la fonte dei due passi dell'Emerito che riporta. Si trovano nella sua "Introduzione al Cristianesimo" che non possiamo considerare opera giovanile perche' piu' volta edita e,mi e' stato detto, utilizzata ampiamente nei Seminari come testo di studio, per tanti anni. Diciamo allora che sinstetizza a livello di media cultura il pensiero teologico dell'ex Papa. I passi si trovano, nell'edizione della Queriniana che ho io, alle pp. 245-253, par. dal titolo: 4. "Risuscito' da morte". L'Autore sta esponendo il Credo.
"In primo luogo e' chiarissimo che Cristo, nella risurrezione, non ha ripreso la sua vita terrena antecedente, come ci vien detto ad es. del ragazzo di Naim etc.", p, 251. Noto subito una cosa: il testo non dice "come fu per il ragazzo di Naim" dopo il noto miracolo di NS. Dice "come ci vien detto ad es. del ragazzo di Naim". Certo, lo sappiamo di questo fatto miracoloso perche' ci viene detto nei Vangeli, ma se noi crediamo alla verita' dei Vangeli dobbiamo dire non "come ci vien detto" ma appunto "come fu, come accadde con il ragazzo di Naim". Specialmente se a parlare non e' pinco pallino ma un esponente di rilievo della teologia e dell'alta gerarchia.
E' questa appunto l'ambiguita' che io noto in Ratzinger e non solo in lui , si capisce. Ambiguita' che deriva dal pensiero moderno del quale Ratzinger era ed e' imbevuto. E non credo di notarlo solo io.
Ora, in questo paragrafo sulla Resurrezione, della resurrezione in senso proprio parla poco. C'e' invece tutto un discettare sull'Amore di Dio etc, all'origine della Resurrezione. Come e' presentata alla fine da lui la Resurrezione? "Non ha ripreso la vita terrena antecedente". "Egli e' risorto a quella vita stabile e definitiva che non sottosta' piu' alle leggi chimiche etc.; vita "posta anzi sempre al riparo nell'eternita' accordata dall'amore [dovrebbe essere la vita eterna, alla Destra del Padre]" . Vien visto solo quando vuole esser visto. "Lo si tocca, eppure egli e' l'intangibile. Egli e' lo stesso eppure e' tutto diverso da prima" (p. 252). Giuste osservazioni. Abbiamo dunque: la realta' della Resurrezione; la "tangibilita'" del Risorto, che pur vive ora in un'altra vita, non terrena, "al riparo nell'eternita'accordata dall'amore [del Padre] - brutta questa immagine di Cristo Glorioso "al riparo" del Padre; quale "riparo"? Non si confa' alla divinita' di NS].
Ma lo dice mai R. che Cristo e' risorto con il corpo? Non mi sembra lo dica. Che era corpo glorificato, che poteva materializzarsi attraverso i muri e tuttavia esser allo stesso tempo corpo come il nostro, come dimostra l'esempio di S. Tommaso Apostolo, che R. non cita, mi pare (si sofferma solo sull'incontro di Emmaus). E NS stesso disse agli Apostoli sbigottiti e spaventati: "Perche' siete cosi' turbati...Gurardate le mie mani e i miei piedi: son proprio io. Palpatemi e osservate: uno spirito, infatti, non ha carne e le ossa come vedete che ho io" (Lc 24, 37ss). Un corpo uguale a quello umano che Egli aveva prima e nello stesso tempo al di la' delle leggi della fisica: un grande mistero, certamente, cosi' testimoniato nei Vangeli. [SEGUE - PER LA CONCLUSIONE] PP
[CONTINUA - ANCORA SU RATZINGER - REPLICA A "PETRUS" - CONCLUSIONE]
RINGRAZIO JOSH PER LA STIMA, CHE RICAMBIO CORDIALMENTE.
Allora: R. ribadisce che l'esperienza che si fa "imbattendosi nel risorto" e' un 'esperienza reale, anche se, ovviamente, di tipo particolare, non trattandosi "dell'incontro con un uomo tuttora vivente in questa nostra storia [umana, nella storia]" (p. 253). Conclusione:
"[I resoconti] attestano un fatto che non e' sbocciato come un sogno fantastico dal cuore dei discepoli, ma e' invece capitato loro dal di fuori, imponendosi ad essi contro i loro dubbi e infondendo loro una certezza: il Signore e' veramente risorto. Colui che giaceva nella tomba, non si trova piu' la', ma vive nuovamente e realmente in persona. Egli poi, a sua volta, che ormai si era trasferito nell'altro mondo di Dio, aveva pero' saputo mostrarsi potente al punto, da manifestare sino alla tangibilita' come fosse proprio lui stesso che ora stava loro davanti, facendo vedere come in lui la potenza dell'amore si fosse palesata piu' forte della potenza della morte" (ivi).
E' chiara o e' ambigua la frase di cui sopra: "da manifestare sino alla tangibilita' come fosse proprio lui stesso che ora stava loro davanti"? Perche' non lo dice in modo chiaro e semplice, sulla scorta dei Vangeli, che "stava loro davanti con il corpo" si' che potevano toccare il suo costato, constatare le sue ferite, contare le sue piaghe? E tanto era reale questo corpo (nello stesso tempo glorificato o glorioso) che poi mangio' anche con loro del pesce arrostito (Lc 24, 42; Gv 21, 13). Perche' questa reticenza? Perche' questo modo di esprimersi: che fosse "proprio lui stesso" risultava dalla "tangibilita'" di lui stesso? Perche' non dire che risultava sic et simpliciter dal fatto della "tangibilita' del suo stesso corpo, in carne e ossa, come attestano i Vangeli"? Anche mantenendo l'astratto "tangibilita'" si poteva esprimersi in modo assai piu' chiaro, in modo da toglier via ogni ambiguita'.
Abbiamo la "tangibilita'" senza che si dica mai doversi essa riferire ad un corpo, quello del Risorto, che, in modo del tutto inspiegabile per noi uomini, pur essendo "glorioso", appariva del tutto reale come lo era stato quello di Gesu' di Nazareth da vivo; e che appariva reale perche' e r a reale, era esattamente lo stesso corpo che NS aveva quand'era in vita. Miracolo dell'Onnipotenza divina, che dispone come vuole delle leggi della natura da Essa stessa creata! PP [FINE]
Grazie Josh per il richiamo a due testi che non conoscevo. Non sono messi abbastanza in risalto mi pare.
Mi spiace se ho dato l'impressione di argomentare con piglio polemico, ma non avendo le medesime impressioni del signor PP sugli scritti in questione, ho pensato che il suo intervento fosse mosso da una critica prevenuta.
Chiedo scusa, ma voglio comunque fare un po' di chiarezza..
Intanto ho citato il capitolo sulla resurrezione di "Introduzione al cristianesimo" perché era quello chiamato in causa dalle osservazioni di PP e ho ritenuto superfluo ribadirlo. Se ho aggettivato il teologo Ratzinger come "giovane" ai tempi dello scritto in questione è per farne, in questo caso sì, una iperbole che sottolineasse la stesura non recente del testo (e quindi dell'allora pensiero del teologo Ratzinger).
Circa le sue puntualizzazioni signor PP, io francamente ho l'impressione che lei attribuisca alla forma usata da chi scrive un intenzione che egli probabilmente non aveva.. penso che le ambiguità che lei contestata si possano ridurre all'interpretazione della forma grammaticale usata ("come ci vien detto del ragazzo di Naim"; "proprio lui stesso"), un po' involuta certo, ma secondo la mia impressione invece assolutamente non equivoca.
Poi lei dice di non leggere la parola "corpo" in riferimento al Risorto.. ma quando Ratzinger dice: "Colui che giaceva nella tomba, non si trova piu' la', ma vive nuovamente e realmente in persona", non sta forse parlando di un Corpo, al quale peraltro riferisce la potestò di rendersi tangibile all'umana (e ormai diversa) natura, attestandone l'avvenuta glorificazione e la superiore natura gloriosa?
Infine, signora Luisa.. non volevo offenderla.. di sicuro il pensiero di Ratzinger si è evoluto nel tempo, e sono anche daccordo con lei che le critiche ben motivate e argomentate sono azioni costruttive per delineare il pensiero di un autore.. ma la invitavo semplicemente a non accettare passivamente le critiche mosse, bensì a verificarle, discuterle..
Cordiali saluti a tutti, Pietro77
"COME fosse proprio lui stesso" è effettivamente una espressione che non ci aiuta affatto nella comprensione della nostra fede: possiamo dire infelice? Io credo proprio di si, che possiamo dirlo.
Certo è utile distinguere a volte tra Joseph Ratzinger (teologo, studioso, che ha una storia ed un'evoluzione, com'è naturale che sia) e Papa Benedetto XVI. Espressioni così, da Papa, le ha mai utilizzate? Secondo me, in Benedetto XVI si è vista tantissimo, la c.d. "grazia di stato". Sulla STORICITA' dell'evento-Resurrezione di Gesù Cristo, non mi ha mai trasmesso alcun dubbio papa benedetto, TUTTO AL CONTRARIO. In un precedente messaggio (non pubblicato da Mic, non so perché) "linkavo" un articolo di Magister proprio sull'opera di Benedetto XVI nel ribadire nel gregge cattolico la fede assoluta nella realtà e storicità della Resurrezione di Gesù: ci sono tantissimi suoi interventi e omelie di una chiarezza davvero cristallina sull'argomento: questo fatto significherà pur qualcosa!Dunque, pensare di poter (o dover) "inchiodare" il teologo Ratzinger- addebitandogli una non corretta visione, e dunque fede, circa la Resurrezione di Gesù- per un'espressione (pur oggettivamente molto) infelice, a fronte di un suo complessivo Magistero papale di tutt'altro segno (che però, di fatto, non si cita né analizza, in parallelo, come sarebbe corretto, volendo fare un'analisi seria e completa), sarebbe operazione che definire ardita è poco. Se così fosse (ma non credo che sia questa l'intenzione di PP), si tratterebbe- secondo me- di un'affermazione infondata.
@ ULTERIORE REPLICA DI pp - R. usa "persona" invece di "corpo"
Non vedo come si possa ridurre il problema dell'espressione involuta di R. ad una semplice questione di stile o di forma grammaticale. L'ambiguita' nasce dalla mancanza di riferimenti al corpo, per cio' che riguarda la Resurrezioe, al corpo del Risorto. Manca l'indicazione di un elemento essenziale anche sul piano concettuale, ai fini della definizione del dogma. Al posto del corpo R.usa il termine persona. Il Risorto vive realmente "in persona", traduce il testo italiano. Perche' la "persona" al posto del "corpo"? Forse i Vangeli parlano qui di "persona"?
Se andiamo alla parte finale della "Introduzione", dedicata alla "Resurrezione della carne", troviamo questo passo, a p. 296: "Una cosa dovrebbe comunque risultare per principio chiara: tanto Gv 6, 53 che Paolo 1 Cr 15, 50, sottolineano energicamente che la "risurrezione della carne", la "la risurrezione degli esseri corporei", none' affatto una 'risurrezione dei corpi'. Sicche', guardato con gli occhi della mentalita' moderna [ECCO!], l'abbozzo tracciatoci das. Paolo e' moltomeno ingenuo della successiva erudizione teologica, con tutte le sue sottili costruzioni incentrate sul problema delcome possano esistere corpi eterni ["costruzioni" magari dell'Angelico etc.? Controllare] Paolo, lo ripeto, afferma dottrinalmente non la risurrezione dei corpi bensi' quella della persone; e facendo poi consistere quest'ultima non nella ricostituzione dei 'corpi di carne', ossia delle strutture biologiche, che eglidesigna esplicitamente come impossibile ("il corruttibile non puo' diventare incorruttibile"), bensi' nella diversita' specifica che caratterizza la vita della risurrezione, cosi' come si e' presentata esemplarmente a noi nel Signore risorto". (p. 296).
Da questo passo, che a mio avviso presenta non pochi problemi, si vede chiaramente che l'uso di "persona" invece che "corpo" non e' in R. una faccenda di stile o di grammatica. Il passo paolino e': "Quello che affermo, o fratelli, e' che ne' la carne ne' il sangue possono ereditare il Regno di Dio, ne' la corruzione puo'ereditare l'incorruzione". Nella testimoniazna evangelica del Risorto, contro quello che dice alla fine R., abbiamo anche ilfatto straordinario che il corpo del Risorto i discepoli l'hanno toccato accertando che era ricostituito anche nelle sue "strutture biologiche", costato e ferite comprese. PP
Se così fosse (ma non credo che sia questa l'intenzione di PP), si tratterebbe- secondo me- di un'affermazione infondata.
Non si può certo parlare di atteggiamento dettato da pregiudizi riguardo sia alle intenzioni che alla completezza delle documentate affermazioni di PP.
Trovo comunque esatta l'osservazione de il foco... sul richiamo ad altri scritti ed omelie, su cui in base al 'sentire' di massima della mia esperienza posso convenire. Sarebbe stato però ancor più utile e anche corretto da parte sua citare i passaggi relativi, che in ogni caso al momento non mi vado a cercare (tempo ed energie da impiegare per quanto è più cogente ora).
Uscirei da questa che rischia di diventare una diatriba che non ci porta da nessuna parte.
Il blog è pieno di riferimenti concreti e documentati a luci ed ombre, riguardanti Benedetto XVI, ben individuate e su cui si sono sviluppate riflessioni.
Inutile proseguire qui. Inutile impelagarci nel solito processo da un lato e difesa a spada tratta dall'altro nei confronti di Papa Ratzinger.
Vi invito, se volete ancora commentare, a rimanere in argomento rispetto all'articolo proposto.
Mi consenta solo una precisazio signora Mic, nella frase da me citata, il termine che io intendo Ratzinger abbia usato in luogo di Corpo, non è "Persona" come ha inteso PP, ma l'espressione "Solo Colui che giaceva nella tomba, non si trova piu' là". Lascio la parola al signor PP, senza ulteriore replica per rispettare la volontà del gestore del blog.
Da questo passo, che a mio avviso presenta non pochi problemi, si vede chiaramente che l'uso di "persona" invece che "corpo" non e' in R. una faccenda di stile o di grammatica. Il passo paolino e': "Quello che affermo, o fratelli, e' che ne' la carne ne' il sangue possono ereditare il Regno di Dio, ne' la corruzione puo' ereditare l'incorruzione". Nella testimoniazna evangelica del Risorto, contro quello che dice alla fine R., abbiamo anche il fatto straordinario che il corpo del Risorto i discepoli l'hanno toccato accertando che era ricostituito anche nelle sue "strutture biologiche", costato e ferite comprese
Grazie PP, per questa ulteriore precisazione.
Mi viene da osservare che, se è vero che "ne' la carne ne' il sangue possono ereditare il Regno di Dio, ne' la corruzione puo' ereditare l'incorruzione", è altrettanto vero che tutta la nostra 'corporeità' (anima e corpo che sono inscindibili) in Cristo è redenta, e dunque sta nell'espiazione/redenzione/rigenerazione compiute da Cristo Signore il cuore di tutto.
Torniamo, purtroppo, di nuovo al problema di fondo più volte ricordato: l'obliterazione dell'espiazione...
Anche la nostra "struttura biologica" è redenta e alla fine dei tempi sperimenterà la "nuova dimora eterna nel cielo" perché "mentre si semina nella tomba un corpo corruttibile, risuscita un corpo incorruttibile".
Cito a memoria e rapidamente. Ma questo, credo è il 'succo'....
Petrus se lei mi avesse letto saprebbe che ho messo tempo e ...energia per discutere le critiche mosse a Benedetto XVI, a quelle che considero infondate e mosse da un evidente pregiudizio, poi ad un certo punto, quando il pregiudizio è troppo evidente, scema anche la voglia di reagire, diventa uno sterile dialogo di sordi.
Per quel che riguarda il pensiero e il Magistero di R.(?) cioè di Joseph Ratzinger -Benedetto XVI sulla Resurrezione posso dare ( e mi scuserà mic se proseguo) la mia testimonianza, quella di una di semplice fedele che non è teologa e non può parlare con il linguaggio e i riferimenti di chi ha studiato teologia: posso solo dire che le parole di Benedetto XVI sulla Resurrezione di N.S.G.C. sono non solo fra le più belle, cristalline e profonde che mi sia stato di ascoltare e leggere ma che è grazie a quelle parole che ho potuto accettare il mistero della Resurrezione di Cristo che sapevo essere verità culminante della nostra fede ma che suscitava in me domande e anche dubbi.
Basterebbe rileggere le sue omelie delle Veglie pasquali, ne metto solo una:
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2006/documents/hf_ben-xvi_hom_20060415_veglia-pasquale.html
Mic: "Sarebbe stato però ancor più utile e anche corretto da parte sua citare i passaggi relativi, che in ogni caso al momento non mi vado a cercare (tempo ed energie da impiegare per quanto è più cogente ora)".
Cara Mic, concordo pienamente sul fatto che attualmente le emergenze sono altre.
Se però la frase sopra riportata si riferiva a me (sul dover, per correttezza, citare i passaggi relativi") devo precisare che appunto nel mio intervento supra facevo riferimento ad un "link" relativo ad un articolo di Magister ove- in modo assai pratico- erano indicati espressamente tali riferimenti.....ma lei non me l'ha pubblicato (era un intervento da me inviato il 14/9 u.s. in tarda sera)!!Non fa nulla, cordiali saluti. Lo riporto comunque adesso, in compagnia di un altro:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1338027
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/04/02/il-papa-replica-a-chi-nega-la-risurrezione-e-storica-e-documentata/
p.s. mi scuso anche io con Mic per l'OT, ma è solo per chiarire e non lasciare un discorso (assai delicato) a metà...
Dall'omelia della veglia pasquale citata sopra:
È in una vita tutta nuova. Ma come è potuto avvenire questo? Quali forze vi hanno operato? È decisivo che quest’uomo Gesù non fosse solo, non fosse un Io chiuso in se stesso. Egli era una cosa sola con il Dio vivente, unito a Lui talmente da formare con Lui un'unica persona. Egli si trovava, per così dire, in un abbraccio con Colui che è la vita stessa, un abbraccio non solo emotivo, ma che comprendeva e penetrava il suo essere. La sua propria vita non era sua propria soltanto, era una comunione esistenziale con Dio e un essere inserito in Dio, e per questo non poteva essergli tolta realmente. Per amore, Egli poté lasciarsi uccidere, ma proprio così ruppe la definitività della morte, perché in Lui era presente la definitività della vita.
Il tema della "morte per amore". E' vero; ma è un'amore espiativo che ripristina la giustizia e ribalta una tragica disobbedienza con l'"obbedienza sino alla fine" ed è per questo che Il Padre lo ha risuscitato. Qui non lo specifica e altrove lo nega (nel senso che nega l'espiazione). Questo è stato già detto, ma da un orecchio entra e dall'altro esce)
È chiaro che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. È un salto di qualità nella storia dell'"evoluzione" e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé.
Questo potrebbe averlo scritto Teilhard de Chardin...
Se però la frase sopra riportata si riferiva a me (sul dover, per correttezza, citare i passaggi relativi") devo precisare che appunto nel mio intervento supra facevo riferimento ad un "link" relativo ad un articolo di Magister ove- in modo assai pratico- erano indicati espressamente tali riferimenti.....ma lei non me l'ha pubblicato...
Richiamo l'attenzione de il foco... sul fatto che il focus del discorso con PP riguardava la risurrezione del "corpo", non la risurrezione come evento sorprendente che costituisce la chiave di volta del cristianesimo...
E dunque la vogliamo chiudere qui?
Vorrei chiudere riconoscendo che il verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé è sacrosantamente vero e fortemente toccante. Chi ha fede coglie tutto lo spessore della bellezza e della grandezza dell'irruzione del Sopranaturale, nella Persona del Verbo fatto uomo e del suo Spirito di Risorto, che feconda la storia e la vita. E' il "salto di qualità nella storia dell'evoluzione" che lascia più che perplessi nel senso che dicevo.
Anch`io, sperando di non offendere nessuno, vorrei chiudere dicendo che mi riesce difficile capire questa insistenza a dissecare il Magistero e l`opera di Joseph Ratzinger-Benedetto XI alla ricerca di quel che non va, di quel che non quadra, di ciò che sarebbe modernista se non eretico, come qualcuno ha fatto (non qui).
Si cerca quel che si vuol trovare con il micrcoscopio, con la lente di ingrandimento e..si finisce per trovare, eureka!
O per lo meno si crede, o si è certi, di aver trovato.
Solo che se è normale studiare un`opera, ancor più quando come per Benedetto XVI si svolge su più di 50 anni, un`opera che si è sviluppata, approfondita, che è maturata lungo gli anni, che è arrivata al suo apogeo nel Magistero donato alla Chiesa durante otto anni, mi sembrerebbe normale farlo senza pregiudizi troppo evidenti, senza andare a cercare la parola che c`è o non c`è, per oscurare il tutto, per arrivare a generalizzazioni e riduzioni svianti.
L`opera teologica di Benedetto XVI è immensa, direi gigantesca, non pretendo affatto che sia al di sopra di letture e analisi critiche, non è affatto questo che voglio dire, semplicemente mi risulta assai incomprensibile la ricerca affannata in quell`immensa opera di quel che "non va" per discreditare e farlo SENZA mettere in luce tutto il resto, tacendo la bellezza, la profondità, la perfetta ortodossia del Magistero di un Papa il cui Magistero comporta diverse pietre miliari per la nostra vita, per la nostra fede.
E mi risulta ancor più incomprensibile quando ad illustrarsi in quel tipo di esercizio sono cattolici detti "tradizionali", o membri della FSSPX, che sanno quel che devono a Benedetto XVI.
Si è trovato anche qualcuno per dire che in realtà Benedetto XI ha fatto il Summorum Pontificum per "fregare" la FSSPX, per toglierle dei fedeli!
O, quando il pregiudizio è troppo evidente.
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