Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 11 luglio 2018

Inginocchiarsi : Il corpo esprime la fede

Per approfondire, rinviamo ad uno scritto tratto da Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, parte IV - Forma liturgica, cap. II – Il corpo e la liturgia, n. 3 - Atteggiamenti, pp. 181-190.: Chi impara a credere impara a inginocchiarsi, da noi pubblicato qui

La trasandatezza liturgica ha portato a ridicolizzare l'atto della genuflessione - Inginocchiarsi davanti al tabernacolo ci fa subito riconoscere poveri peccatori
"Ingredere ut adores" è la scritta a caratteri cubitali che campeggia sulla modesta facciata di una piccola chiesa di una delle tante cittadine italiane. Ben prima che la comunicazione fosse una scienza, in sole tre parole l'ignoto committente ha voluto riassumere tutta la teologia liturgica essenziale: qui si entra per adorare. Lo spazio sacro, che ospita i riti liturgici, non ha altro scopo che questo: l'adorazione. Papa Benedetto XVI, nell'omelia del 22 maggio 2008, nell'Arcibasilica Lateranense, dice a tal proposito: "Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. [...] Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al santissimo sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l'unico vero Dio". Il papa emerito in questo passaggio mette in chiara relazione il concetto di "adorazione" con il gesto concreto del "piegare le ginocchia". Nella liturgia cattolica uno dei gesti più importanti che si compie con il corpo è la genuflessione.

"Ogni ginocchio si pieghi"
Il termine è di origine latina e di semplicissima analisi etimologica: "genu-flectere", ovvero "piegare le ginocchia". Sembra di risentire le parole di san Paolo quando dice " nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre" (Filippesi 2,10-11). Il gesto della genuflessione consiste nel piegare il ginocchio destro fino a terra ed era già conosciuto in ambito romano come gesto da riservarsi ai personaggi di riguardo. In ambito cristiano è stato da subito un gesto che esprime l'adorazione verso Gesù, riconosciuto nella sua natura divina [...].

Trasandatezza dei gesti liturgici
Al di là delle norme, si assiste spesso ad una trasandatezza dei gesti liturgici. La liturgia, nella situazione attuale della Chiesa, è spesso teatro di violenti scambi di opinione in cui anche i dettagli più innocui possono rivelarsi problematici. Se le norme liturgiche della forma ordinaria permettono, ad esempio, di ricevere la santa Comunione in ginocchio, la prassi seguita pare tutta diversa. Molti dei fedeli che vorrebbero ricevere l'Eucarestia in questo modo vengono ridicolizzati se non proprio impediti, talvolta anche con rimproveri pubblici, perché questo è visto come gesto "esagerato". In generale i fedeli non sempre vengono educati a un comportamento consono nella casa del Signore: invece di salutare Gesù nel tabernacolo con una semplice genuflessione ben fatta, ci si riduce ad un frettoloso segno della croce o a qualche abbozzata riverenza.

Galateo liturgico
Una catechesi liturgica ben fatta dovrebbe essere una priorità nelle parrocchie, per attuare quella partecipazione attiva tanto cara alla riforma liturgica post-conciliare. [...] Inginocchiarsi davanti a Gesù nel tabernacolo, ci aiuta ad entrare subito in un clima di preghiera autentico, perché definisce e riordina i soggetti che intervengono in questo dialogo: Lui al centro, pieno di luce, circondato dai fiori e dagli ornamenti e io, peccatore, povero, penitente e in ginocchio per riconoscerlo il tutto che è  e per rimarcare che il niente che sono ha bisogno di Lui come un bambino neonato della propria madre. E questo non è forse un buonissimo punto di partenza?
(Claudio Crescimanno, il Timone, maggio 2017, n.163).

8 commenti:

Anonimo ha detto...

"Sacra liturgia" non e' il nostro fare.
La "sacra liturgia" consiste nell'adorare il Creatore così come Egli vuole essere adorato .
Il Sacerdote non si deve sentire autorizzato ad aggiungere , togliere , mutare alcunche' , vuoi per ignoranza vuoi per presunzione .
Il Ministro di Dio e' solo un "servitore".

Anonimo ha detto...

Veramente Dio si è fatto uomo, non si è fatto pane! Questo puzza di eresia: vedete un po' voi.

mic ha detto...

Il Dio che si è fatto uomo si è fatto anche pane (il pane vivo disceso dal cielo) per venire incontro alla nostra povera umanità.

Anonimo ha detto...

11 Luglio
San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa

NEL CAMBIAMENTO D’EPOCA, UN’ ARCA DI SOPRAVVIVENZA DELL’OCCIDENTE

“In base alla storia degli effetti del monachesimo possiamo dire che, nel grande sconvolgimento culturale prodotto dalla migrazione di popoli e dai nuovi ordini statali che stavano formandosi, i monasteri erano i luoghi in cui sopravvivevano i tesori della vecchia cultura e dove, in riferimento ad essi, veniva formata passo passo una nuova cultura. Ma come avveniva questo? Quale era la motivazione delle persone che in questi luoghi si riunivano? Che intenzioni avevano? Come hanno vissuto?

Innanzitutto e per prima cosa si deve dire, con molto realismo, che non era loro intenzione di creare una cultura e nemmeno di conservare una cultura del passato. La loro motivazione era molto più elementare.
Il loro obiettivo era: quaerere Deum, cercare Dio.

Nella confusione dei tempi in cui niente sembrava resistere, essi volevano fare la cosa essenziale: impegnarsi per trovare ciò che vale e permane sempre, trovare la Vita stessa. Erano alla ricerca di Dio. Dalle cose secondarie volevano passare a quelle essenziali, a ciò che, solo, è veramente importante e affidabile.

Si dice che erano orientati in modo “escatologico”. Ma ciò non è da intendere in senso cronologico, come se guardassero verso la fine del mondo o verso la propria morte, ma in un senso esistenziale: dietro le cose provvisorie cercavano il definitivo.

Quaerere Deum: poiché erano cristiani, questa non era una spedizione in un deserto senza strade, una ricerca verso il buio assoluto. Dio stesso aveva piantato delle segnalazioni di percorso, anzi, aveva spianato una via, e il compito consisteva nel trovarla e seguirla.

Questa via era la sua Parola che, nei libri delle Sacre Scritture, era aperta davanti agli uomini. La ricerca di Dio richiede quindi per intrinseca esigenza una cultura della parola o, come si esprime Jean Leclercq : nel monachesimo occidentale, escatologia e grammatica sono interiormente connesse l’una con l’altra (cfr L’amour des lettres et le desir de Dieu, p.14).
Il desiderio di Dio, le désir de Dieu, include l’amour des lettres, l’amore per la parola, il penetrare in tutte le sue dimensioni.

Poiché nella Parola biblica Dio è in cammino verso di noi e noi verso di Lui, bisogna imparare a penetrare nel segreto della lingua, a comprenderla nella sua struttura e nel suo modo di esprimersi. Così, proprio a causa della ricerca di Dio, diventano importanti le scienze profane che ci indicano le vie verso la lingua.
Poiché la ricerca di Dio esigeva la cultura della parola, fa parte del monastero la biblioteca che indica le vie verso la parola. Per lo stesso motivo ne fa parte anche la scuola, nella quale le vie vengono aperte concretamente. Benedetto chiama il monastero una dominici servitii schola. Il monastero serve alla eruditio, alla formazione e all’erudizione dell’uomo – una formazione con l’obbiettivo ultimo che l’uomo impari a servire Dio.

Ma questo comporta proprio anche la formazione della ragione, l’erudizione, in base alla quale l’uomo impara a percepire, in mezzo alle parole, la Parola”.
(Benedetto XVI, dal discorso al College des Bernardins, 12 settembre 2008)

http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080912_parigi-cultura.html

Quaerere Deum.
Chiedere per sapere.
Cercare sempre di nuovo, dopo essere stati trovati, per cercare ancora.

La Sapienza di Dio, e il suo sapore.

Nel riverbero delle parole e delle cose, umane.
La carne della Parola.

Una parola che è vita e si fa storia.
Una vita fiorita nella Parola.

Una Parola che si mostra.

Non separeremo il Fatto dalla sua intelligibilità.

Perché, da quel tempo, “il Fatto è ragionevole. Non è cieco.
Nel Fatto c’è il Logos”.

In un Fatto Cristo ci parla. E la terra rifiorisce.
Perché il Fatto ragionevole riaccade.
“Ora, labora et lege”.

Oggi come allora.

Anonimo ha detto...

+ ���� NOVENA ALLA MADONNA DEL CARMELO ���� +

• Sesto giorno •

▶️ Maria, infaticabile #CERCATRICE di Dio

In ascolto alla Parola: Il ritrovamento nel tempio (Lc 2, 41-50)

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Ma essi non compresero le sue parole.

▶️RIFLESSIONE: Maria e Giuseppe sono angosciati per la perdita del loro Figlio, Gesù. Si mettono in viaggio per cercarlo e lo trovano dopo tre giorni. Anche dalla nostra vita sembra che a volte Gesù si nasconde e ci lascia soli. E noi che facciamo? Ci disperiamo? Ci rivolgiamo ad altri beni? O ci mettiamo in viaggio per trovare Gesù e non perderlo più? Maria e Giuseppe ci insegnano ad essere degli infaticabile cercatori di Dio, perché egli ci ha fatti per lui, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in lui (S. Agostino).

▶️IN PREGHIERA: Dolce Maria, infaticabile cercatrice di Dio, dacci la stessa forza che hai avuto tu nel cercare il tuo Gesù che si era perso nel tempio.
Dolce Maria, infaticabile cercatrice di Dio, guida i nostri passi perché nel cammino della vita possiamo sempre seguire Gesù, faro che ci illumina.
Dolce Maria, Madre pura, sii nostra fedele compagna nel viaggio verso Gesù.

Mi impegno a pregare di più nei momenti nei quali mi sembra che Gesù mi abbia abbandonato.

Fiore del Carmelo
o vite in fiore,
splendor del cielo,
tu solamente
sei Vergine e Madre.

Madre dolcissima,
sempre illibata,
ai tuoi devoti
dà protezione,
stella del mare.

II Venerdì ha detto...

PRIMA LETTURA (Os 14,2-10)
Non chiameremo più dio nostro l’opera delle nostre mani.

Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: «Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia».
«Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia».
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano.

https://www.dropbox.com/s/79pjxhn66qyttgx/180713-Omelie-PecorePrudentiComeSerpenti.m4a?dl=0

Anonimo ha detto...

Nessuna azione sociale senza dottrina. Non è possibile “costruire la città nuova sulle nuvole”
http://www.vanthuanobservatory.org/ita/nessuna-azione-sociale-senza-dottrina-non-e-possibile-costruire-la-citta-nuova-sulle-nuvole/

Anonimo ha detto...

L'Ungheria vede i numeri dell'aborto precipitare con l'aumento delle politiche a favore della famiglia
https://www.lifesitenews.com/news/hungary-sees-abortion-numbers-plunge-with-rise-of-pro-family-policies

Ministro Fontana , prego contatti il suo omonimo ungherese affinche' anche la nostra Nazione torni ad essere gioiosa , fiorente , fedele e timorata di Dio .... Presto ! Fate presto!
Grazie