Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 5 luglio 2018

200 giovani cattolici hanno firmato una lettera aperta che esprime il loro sostegno all’insegnamento della Humanae Vitae.

Tornerà il resto, il resto di Giacobbe, al Dio forte. Poiché anche se il tuo popolo, o Israele, fosse  come la sabbia del mare, solo un suo resto ritornerà (Is 10, 21-22)
Ѐ bello e confortante che siano dei giovani, interpellati in occasione del Sinodo 2018 secondo una visione della Chiesa a dir poco orizzontale [vedi], a riaffermare la verità in una lettera che elogia la chiamata "bella e profetica" alla castità. Lo apprendiamo dal Catholic Herald. Di seguito la nostra traduzione

Quasi 200 giovani cattolici hanno firmato una lettera aperta esprimendo il loro sostegno all'insegnamento di Humanae Vitae.
La lettera, pubblicata sul Catholic Herald di questa settimana, loda l'appello del documento alla castità, descrivendolo come "bello e profetico".
Mentre ammettono che gli insegnamenti di Humanae Vitae potrebbero apparire "fuori moda", aggiungono che ciò non li rende falsi.
[...] La lettera arriva poco prima del Sinodo dei giovani di ottobre, quando i vescovi esamineranno la pastorale evangelica della Chiesa per i giovani. L'Instrumentum laboris per il sinodo afferma che i giovani cattolici sono divisi su questioni come la sessualità e il genere.
La lettera, inoltre, arriva successivamente ad una dichiarazione simile firmata, in occasione del 50° anniversario di Humanae Vitae, da 500 preti britannici i quali affermano che una "corretta" ecologia umana ", una riscoperta della legge naturale e del rispetto della dignità umana è essenziale per il futuro del nostro popolo, sia cattolico che non cattolico".
"Proponiamo di riscoprire il messaggio di Humanae Vitae, non solo in fedeltà al Vangelo, ma come chiave per la guarigione e lo sviluppo autentico della nostra società".

Testo integrale della Lettera:
È stato suggerito che l’insegnamento cattolico sulla contraccezione non è riuscito ad “essere in sintonia con il cambiamento sociale” (Lettera, 22 giugno). Eppure non si deve confondere l’essere fuori moda con l’essere falso.
Vivere la castità è controcorrente e difficile, ma gratificante per le relazioni.
Ci ricorda come la persona da cui siamo attratti non è una cosa da usare, ma un essere uguale a noi da amare, onorare e trattare con rispetto. La filosofa Elizabeth Anscombe ha giustamente osservato che “in quest'epoca caratterizzata dalla contraccezione”, però, il sesso viene visto come “solo una sorta di bacio estremo, che potrebbe essere piuttosto scortese rifiutare”.
Al centro della castità c’è l’idea semplice ma rivoluzionaria che siamo fatti per amore, e la nostra sessualità ci è stata data per adempiere a questa chiamata. Quindi, come dice papa Francesco, “l’immagine di Dio è la coppia sposata”. Il sesso non può mai essere veramente casuale, perché è così intrinsecamente pieno di significato – il che vuol dire amore reciproco nella coppia e apertura alla vita nuova. Per questo motivo è importante rispettare l’integrità dell’atto sessuale. È nel permettere al sesso di trasmettere il suo pieno significato che possiamo donarci al nostro sposo completamente nell’amore.
Da giovani, laici cattolici che vivono in Gran Bretagna e che trovano questo insegnamento sulla sessualità bello e profetico, vogliamo quindi affermare l’importanza della Humanae Vitae per la nostra generazione – e per le generazioni a venire.
Segue l'elenco comp'leto dei formatari
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

L’obiezione di coscienza e i suoi fondamenti. Nota dell’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi sulla sentenza di assoluzione della farmacista di Monfalcone.
http://www.vanthuanobservatory.org/ita/lobiezione-di-coscienza-e-i-suoi-fondamenti-nota-dellarcivescovo-giampaolo-crepaldi-sulla-sentenza-di-assoluzione-della-farmacista-di-monfalcone/

irina ha detto...

Questi giovani devono essere sostenuti con ogni sforzo, ancora non sanno che battaglia li attende, non sanno quanti lupi mascherati da agnelli si avvicinano quatti quatti a loro. Devono essere rinforzati nella Dottrina tanto da non prendere paura e da guardare il nemico in faccia, per quello che è, vile e traditore.

Anonimo ha detto...


"l'immagine di Dio è la coppia sposata"

Con figli o no? In passato si diceva che la Sacra Famiglia era l'autentica e vera immagine della famiglia: moglie marito e figli.
Da quanto la procreazione e l'educazione dei figli non è più considerata espressamente scopo primario del matrimonio, restando subordinato ad esso come secondario quello del soddisfacimento della concupiscenza naturale tra gli sposi, alla famiglia si è sostituita come immagine "la coppia", naturalmente "la coppia aperta alla vita". Ma tale dizione non è ambigua? Che vuol dire "aperta alla vita"? Che esiste solo per la procreazione o a n c h e per essa?
Si vuol ripetere il concetto che i figli sono lo scopo primario del matrimonio? Se sì, allora perché una dizione così poco chiara, che consente di vedere nella procreazione un fine uguale se non conseguente a quello del cosiddetto 'perfezionamento spirituale reciproco' della coppia sposata?
Questo cambiamento nel modo di concepire il matrimonio cattolico introdotto dal Vaticano II (Gaudium et Spes, art. 48.2) è sottile eppure ha prodotto danni immensi.
PP

Anonimo ha detto...

Per chi legge l’inglese: ieri il New York Times ospitava il classico cattolico liberal che celebrava l’evoluzione della Chiesa a “sposare” le istanze LGBT. Ora io dico che questo articolo, che il gesuita James Martin ha definito “superbo”, ha un solo merito, quello di avermi ricordato che colui che esorta i cattolici a partecipare ai Gay Pride, che invita a gettare i ponti alla comunità LGBT, uno sempre così loquace quando c’è da stigmatizzare la dottrina cattolica, non ha detto una sillaba circa i sacrilegi compiuti come ogni volta avviene, anche a Pompei. Questo articolo mi ha ricordato che il solo avere deciso di mettere in cattedra uno come il gesuita omoeretico (non so se anche omoerotico) James Martin ad ammaestrare le famigle, e la stessa adozione del linguaggio sodomitico adottato nell’instrumentum laboris, è un insulto alle persone omosessuali che si sforzano di vivere in castità, è un segno di disprezzo totale a chi vive sulla propria carne la persecuzione LGBT, è un’irrisione di chi combatte per i diritti del matrimonio, della famiglia e dei bambini a ricevere l’insegnamento biblico “Maschio e femmina li creò”, è un’offesa alla memoria di San Giovanni Paolo II e venti secoli di santi, martiri, dottori della Chiesa. Chi lo ha deciso, chiunque egli sia, qualunque sia la sua responsabilità personale, con questa decisione ha meritato il titolo imperituro di “corruttore della gioventù”.
https://mobile.nytimes.com/2018/07/05/opinion/pope-francis-catholic-church-lgbt.html

Anonimo ha detto...

Questo cambiamento nel modo di concepire il matrimonio cattolico introdotto dal Vaticano II (Gaudium et Spes, art. 48.2) è sottile eppure ha prodotto danni immensi.
PP
Infatti, Humanae vitae, che da tale concetto di G&S 48 scaturisce, è, come scritto più volte pure in questo blog, discutibile, non per ciò che vieta, ma per ciò che si e' lasciato credere che consenta .