Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 11 luglio 2018

Don Davide Pagliarani è il nuovo Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Don Davide presta giuramento dopo l'elezione
Il IV Capitolo Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X ha eletto per un mandato di 12 anni come superiore generale don Davide Pagliarani .In questi tempi difficili e di crisi lacerante essere il Successore di Mons. Marcel Lefebvre vuol dire caricarsi di enormi responsabilità, che richiedono forte coraggio, ma soprattutto fede incrollabile e certezza in un avvenire migliore. 
Il nuovo Superiore Generale ha 47 anni ed è di nazionalità italiana. Ha ricevuto il sacramento dell'Ordine dalle mani del vescovo Bernard Fellay nel 1996. Ha esercitato il suo apostolato a Rimini (Italia), poi a Singapore, prima di essere nominato Superiore del Distretto d'Italia. Dal 2012 è stato Rettore di Nostra Signora Co-Redemptrix Seminary di La Reja (Argentina). Dopo aver accettato il suo ufficio, l'eletto ha pronunciato la professione di fede e ha pronunciato il giuramento anti-modernista nella chiesa del seminario. Quindi, tutti i padri capitolari presenti hanno fatto atto di obbedienza, prima di cantare il Te Deum in ringraziamento.
I 41 padri capitolari procederanno domani con l'elezione dei due Assistenti generali, per lo stesso mandato di 12 anni. Il Capitolo continuerà fino al 21 luglio al Seminario di San Pio X di Ecône (Svizzera)
Ecône, 11 luglio 2018 (Fonte: FSSPX - FSSPX.News - 11/07/2018)
Ora abbiamo anche il nome degli assistenti: Mons. de Galarreta e don Bouchacourt.

25 commenti:

Anonimo ha detto...


Ottima scelta. Congratulazioni e auguri all'eletto. Non praevalebunt.
PP

Anonimo ha detto...

L’Europa è nata dal monachesimo. Dopo il crollo dell’impero romano eravamo una terra di selve impenetrabili e lupi. Poi sono arrivati i monaci. Un uomo solo davanti a una selva può solo arretrare. Una squadra di uomini compatti, disciplinati, motivati avanza e dissoda il terreno: semina il grano, pianta gli ulivi, costruisce ponti e chiese e ostelli. E la vita ricomincia. Il riso, la birra, il Don Perignon, il parmigiano, un’intera civiltà : dobbiamo tutto ai monaci. Il motto era Ora et labora. Prima prega, concentrato e attento, inginocchiato per terra, e poi lavora e ti verrà benissimo. E poi prega di nuovo, all’ora terza, alla sesta, alla nona e un’ Europa di boschi impenetrabili e lupi diventerà un giardino fiorito all’ombra di abbazie di una bellezza commovente.
Silvana De Mari

mic ha detto...

""(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 11 LUG - "L'Europa ritrova speranza quando l'uomo è al centro delle sue istituzioni. San Benedetto, prega per noi!". Lo dice Papa Francesco in un tweet, alla vigilia dei vertici della Nato a Bruxelles e dei ministri dell'interno a Innsbruck.""

L'uomo (e nella fattispecie i migranti, secondo quanto lascia intuire il dispaccio dell'ANSA visto che abbina l'affermazione ai vertici di Bruxelles e Innsbruck) oppure Dio, il Creatore e Signore, senza il quale ogni cosa degenera?

Anonimo ha detto...


Dopo la caduta dell'impero romano in Occidente ci furono alcuni decenni di gravi crisi ma poi l'Italia si riprese sotto la monarchia dei Goti. Era uno Stato unitario, con propaggini in Provenza e nei Balcani, rimaste dal vecchio impero. Le selve e i lupi presero il sopravvento dopo i 25 anni di guerre grazie alle quali l'impero romano d'Oriente distrusse la monarchia gotica, devastando e distruggendo quasi completamente anche la disgraziata Italia, subito dopo invasa, in gran parte, dai Longobardi, ultimi arrivati tra gli invasori. Le selve e i lupi prevalsero ai tempi della divisione del Paese tra bizantini e longobardi, quando ogni forma di vita statale era scomparsa.
Il monachesimo ci ha riportato gradualmente alla civiltà, non ci ha però potuto riportare allo Stato, senza il quale la civiltà alla fine crolla.

Anonimo ha detto...


L'homme (et moins encore l'Homme) n'est pas au centre des préoccupations de saint Benoît. Pas du tout. Au centre des préoccupations de saint Benoît il y a Dieu : Dieu d'abord, Dieu avant tout, Dieu par-dessus tout. Saint Benoît, dans sa Règle, définit le moine comme un « serviteur de Dieu », il le répète constamment, et le monastère comme une « école du service de Dieu », où l'on célèbre la liturgie divine, l'« opus Dei ». La doctrine de saint Benoît est absolument théocentrique. Et c'est parce qu'elle l'est, qu'elle permet à l'homme de s'élever, de grandir, de se dépasser. Parce qu'elle lui apprend à regarder d'abord vers le Ciel.

E.P. ha detto...

La domanda che tutti si fanno è dunque questa: ma da oggi il Superiore Generale indosserà finalmente la camicia?

berni/exodus ha detto...

I migliori auguri di buon lavoro per la Una e Santa Cattolica ed Apostolica Romana - che Dio Onnipotente metta le Sue mani sul suo capo e lo guidi sempre nella fede di Cristo Signore.

E.P. ha detto...

Intendevo dire che ogni volta che c'è un cambiamento, subito si accendono le speranze degli ottimisti... e, nel caso in questione, specialmente quelli che sanno che il don Davide è comunque un degno figlio di mons. Fellay (ed a cui ha anche molti motivi di riconoscenza, e che non vorrà deludere). Il Fellay, in caso di non rielezione, non poteva sperare in un successore più "fellayano" del Pagliarani.

Marco Toti ha detto...

Vorrei dire la mia, anche se non conto niente. Ho conosciuto Don Davide verso il 2010, e mi è sembrato una persona e un sacerdote ottimi.
Tuttavia, non ho mai compreso le sue "giravolte": da quasi sedevacantista è ora divenuto più realista del re.
Spero che almeno sia contrario agli accordi, anche se c'è da aspettarsi di tutto.

Anonimo ha detto...

A dire il vero, per chi lo conosce bene, è il degno successore di Mons. Lefebvre, fedele a Cristo e ai suoi insegnamenti.

marius ha detto...

https://www.radiospada.org/2018/07/ultimora-eletti-gli-assistenti-fsspx-mons-de-galarreta-e-labbe-bouchacourt-rottura-con-la-linea-accordista/

Anonimo ha detto...

Deo gratias!

http://www.lastampa.it/2018/07/11/vaticaninsider/lefebvriani-italiano-il-nuovo-superiore-accordo-pi-lontano-bqjc6aVdZqPDvvIRMNmRKM/pagina.html

“Eletto don Pagliarani, figura non di primo piano, vicino al vescovo più intransigente De Gallareta (che salvo sorprese diventerà numero due). Esce di scena Fellay, si indebolisce la linea del dialogo con Roma

“…La nomina di Pagliarani sorprende perché fino ad oggi non era mai emerso come figura di primo piano e poi perché la percentuale di italiani nella Fraternità San Pio X è molto bassa. Vicino a De Gallareta, è stato probabilmente scelto grazie all’appoggio di quest’ultimo. E se sarà confermata la designazione dello stesso De Gallareta come assistente il legame e la dipendenza sarà ancora più forte e più evidente. Ma c'è anche chi, conoscendo Pagliarani, lo descrive come «moderato e diplomatico» e assicura che non metterà fine ai contatti con Roma.

De Gallareta negli ultimi anni, da quando è iniziato il lungo e faticoso cammino del dialogo con la Santa Sede, ha sempre rappresentato una linea più intransigente, meno propensa all’accordo con la Santa Sede. Bisognerà attendere le dichiarazioni ufficiali per verificare quale sarà l’attitudine della nuova leadership lefebvriana, ma c'è già chi ipotizza un raffreddamento dei contatti per arrivare a sanare la posizione irregolare dei vescovi e dei preti della Fraternità.

Anche la possibile elezione ad assistente di don Bouchacourt, figura più in vista e più conosciuta, rappresenterebbe un segnale: anch’egli non va iscritto nella corrente più dialogante della Fraternità, nonostante nel 2017 abbia reagito in modo molto duro nei confronti di alcuni preti lefebvriani in Francia che si rifiutavano di accettare la decisione di Francesco di regolarizzare - per il bene dei fedeli tradizionalisti - i matrimoni celebrati dai preti della Fraternità. Bouchacourt conosce molto bene Papa Bergoglio, per essere stato a lungo superiore in Argentina e per aver avuto diversi colloqui con l’allora cardinale arcivescovo di Buenos Aires.

In un’intervista di sette anni fa, don Pagliarani aveva detto: «La situazione canonica in cui si trova attualmente la Fraternità è conseguenza della sua resistenza agli errori che infestano la Chiesa; di conseguenza la possibilità per la Fraternità di approdare ad una situazione canonica regolare, non dipende da noi ma dall’accettazione da parte della gerarchia del contributo che la Tradizione può fornire per la restaurazione della Chiesa. Se non si approda ad alcuna regolarizzazione canonica, significa semplicemente che la gerarchia non è ancora abbastanza convinta della necessità e dell’urgenza di questo contributo. In questo caso bisognerà attendere ancora qualche anno, sperando in un incremento di questa consapevolezza, che potrebbe essere coestensivo e parallelo all’accelerazione del processo di autodistruzione della Chiesa».”

Anna


Anonimo ha detto...

spero che la Fraternità prima o poi arrivi anche nelle mie lande desolate

Anonimo ha detto...

Interessante la segnalazione di Marius.
Non conoscendo i sacerdoti in questione non mi pronuncio, ma dall'articolo segnalato da Marius si evince che dall'elezione di don Pagliarani e dei suoi collaboratori è lecito aspettarsi un atteggiamento in controtendenza rispetto a mons. Fellay. Vedremo.
Antonio

irina ha detto...

@ PP

Sono andata a ritirare 'Il Concilio parallelo'. Letto qualche pagina mi sono rafforzata nell'idea che dovrebbe sorgere, spontaneamente, un gruppo internazionale di Canonisti che, in punta di Diritto Canonico allora vigente, dimostrasse urbi et orbi che di un assedio si trattò, assedio che fece strame del Diritto e di ogni aspetto della Dottrina, allo scopo di imporre, come impose, la sua visione del diritto e della dottrina, attraverso documenti non completamente dogmatici allora ma, che diventavano sempre più dogmatici col procedere del tempo, fino a chiamarli tradizionali. Documenti volti a sostituire nel tempo la Chiesa Cattolica con la chiesa globale. Che di assedio si trattò lo dimostra il fatto che hanno occupato fisicamente il Vaticano e tutte le chiese che potevano, fatto salvo lo sconsacrarle quando tornava utile vuoi sul piano pratico, vuoi sul piano simbolico. Se non avessero messo radici nello spazio del Vaticano, oggi sarebbero scomparsi nelle foreste. Questo ribadisce l'importanza dello spazio posto sotto assedio. Importanza primaria di conquista che il tempo ha aiutato a fare accettare nelle menti dei fedeli perché la voce, per alcuni versi anche molto simile a quella di un pastore autentico, veniva sempre dallo stesso ovile.

Anonimo ha detto...


Le analisi dei c.d. bene informati su chi è più vicino a chi e su chi sarebbe "in controtendenza" rispetto alla supposta "linea accordista" di mons. Fellay, mi sembrano aria fritta, fiction giornalistica. Quali sarebbero le fonti?
Mons. Lefebvre non ha mai interrotto i contatti con le autorità romane; non si
vede perché avrebbe dovuto farlo mons. Fellay e perché dovrebbe farlo don Pagliarani.
Mantenere il contatto è di per sé necessario, anche doveroso entro certi limiti.
Sono quasi 50 anni che la FSSPX esiste: ha sempre mantenuto i contatti con Roma
e nello stesso tempo non si è scostata di un millimetro dalle sue posizioni dottrinali,
costituite dalla difesa del Magistero tradizionale della Chiesa, né dalla sua difesa
della S. Messa Tridentina e del Seminario tradizionale.
Tutti i tentativi di accordo con Roma sono alla fine falliti perché naufragati sullo scoglio dottrinale, che puntualmente emergeva al momento decisivo e che mons. Fellay non ha mai fatto nulla per evitare.
PP

il pignolo ha detto...

A proposito di "situazioni canoniche" per la Fraternità, vogliamo ricercare cosa è avvenuto -proprio in Argentina -nel 2015? Come la fraternità ha potuto ottenere, "dopo anni di ricerca", il riconoscimento giuridico da parte delle autorità argentine?

il palloso ha detto...

Tutti i tentativi di accordo con Roma sono alla fine falliti perché naufragati sullo scoglio dottrinale.
Vaticano 28 - 30 Ottobre 2012
Plenaria della Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo

Intervento del card Kurt Koch

"....Gli ebrei temevano che, attraverso un eventuale atto di reintegrazione di una serie di sacerdoti e credenti con tendenze antigiudaiche.....";

" Di fonte agli ebrei, il Santo Padre mi ha incaricato di presentare la questione in maniera corretta: "Nostra aetate" non è minimamente rimessa in discussione dal
Magistero della Chiesa, come il Papa stesso ha più volte dimostrato con i suoi discorsi, i suoi scritti e i suoi gesti personali nei confronti dell'ebraismo; un riavvicinamento con la Fraternità sacerdotale San Puo X non significa assolutamente che le posizioni di detta Fraternità vengano accettate o appoggiate".

Ma che Papa è quello che si fa dettare le condizioni dagli "ebrei" ? (E, poi, quale gruppo di ebrei!, non essendo, per fortuna, l'ebraismo un monolite )

Eppure per la Fraternità E' il Papa

Anonimo ha detto...


Sul riconoscimento giuridico in Argentina: fu iniziativa unilaterale di Bergoglio

-- Mi sembra che se ne sia già trattato su questo blog. Cito a memoria: non riusciva a ottenerlo perché le veniva negato il riconoscimento della Curia locale, di essere cioè un congregazione cattolica. Avrebbe potuto ottenerlo se si fosse dichiarata associazione non cattolica, come se fosse stata una qualsiasi setta protestante o di qualsivoglia religione. Ma il superiore della FSSPX in Argentina, allora P. Bouchacourt, si rifiutò di farlo. Quando Bergoglio fu l'Ordinario locale, conobbe P. Bouchacourt e rimase favorevolmente colpito dal suo atteggiamento, sì da concedere (come premio) il riconoscimento richiesto dalla legge civile locale. Ho riassunto alla buona. Fu comunque una decisione improvvisa e unilaterale da parte di Bergoglio.
E'un fatto, che Papa Francesco ha compiuto unilateralmente due importanti gesti di apertura nei confronti della FSSPX (sulle confessioni e la celebrazione del matrimonio) impossibili a rifiutarsi.
-- # Irina. Grazie per la notazione sul mio libro "Il Concilio parallelo". Possiamo certamente dire che ci sia stata un'occupazione della Roma cristiana da parte dell'esercito dei modernisti, grazie al tradimento dei capi. iL mio saggio credo fornisca prove valide della strategia subdola e ingannatrice di Giovanni XXIII. Se lui solo avesse voluto, la rivolta iniziale dei Novatori, che ha addirittura rovesciato il corso naturale del Concilio, sarebbe finita in 24 ore.
PP

Anonimo ha detto...


"Eppure per la Fraternità è il Papa"

Ricominciamo con la solita solfa sedevacantista?
Mons. Lefebvre ha sempre rifiutato il sedevacantismo,
cerchiamo di capire perché.

Anonimo ha detto...

Bellissimo!

Aloisius ha detto...

Un esempio di giuramento modernista

Aloisius ha detto...

Giusto, un errore estremistico.
Affermare che non e' papa - senza accusa formale e prova di eresia, o senza prova di usurpazione della carica per elezione invalida - significherebbe negare il primato petrino e la natura autenticamente cattolica della FSPX, rendendola simile agli ortodossi.

Anonimo ha detto...

https://www.sanpiox.it/media-video/2081-prima-intervista-al-nuovo-superiore-generale

marius ha detto...

https://www.radiospada.org/2018/07/il-ritratto-di-don-davide-nuovo-superiore-fsspx-che-non-potrete-trovare-altrove/