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lunedì 28 giugno 2021

Minacciate altre «Dimissioni»: i vescovi tedeschi ricattano Woelki, il vescovo «critico dell'unilateralità del Cammino Sinodale»

Nuovi sviluppi nel "cammino sinodale" in Germania. Precedenti sulla Chiesa in Germania quiquiqui - qui - qui - qui - qui - qui - qui (J. Ratzinger qui - qui). Precedenti posizioni di Woelki qui - quiqui

Clamorosa indiscrezione del Bild: i vescovi tedeschi stanno valutando di dimettersi in blocco in segno di protesta per la gestione dello scandalo abusi da parte dell'arcivescovo di Colonia Woelki. La difesa di Müller che denuncia la strumentalizzazione di casi del passato, su cui Woelki è già uscito pulito, per screditare il vescovo «critico dell'unilateralità del Cammino Sinodale». Gli abusi sono una scusa: il vero obiettivo sarebbe quello di togliere di mezzo il principale nemico interno e blindare quel Cammino Sinodale che sta creando più di un grattacapo a Roma.
In Germania è in arrivo un nuovo terremoto nella Chiesa. Dopo il successo mediatico delle dimissioni annunciate in pompa magna dal cardinale Marx e respinte dal Papa, sembrerebbe che buona parte dell'episcopato tedesco sia intenzionato a replicare lo stesso copione. L'obiettivo? Sempre quello: mettere in difficoltà il cardinale Rainer Maria Woelki ed indurlo una volta per tutte al passo indietro definitivo. Ha del clamoroso l'indiscrezione riportata dal tabloid "Bild" secondo cui tra le gerarchie ecclesiastiche al di là del Reno si starebbe valutando l'ipotesi di dimettersi in blocco in segno di protesta per la gestione dello scandalo abusi da parte dell'arcivescovo di Colonia.

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller è intervenuto nelle scorse ore per difendere Woelki, sostenendo che ci sarebbe in corso una strumentalizzazione di casi del passato al fine di screditare il successore di Meisner in quanto «critico dell'unilateralità del Cammino Sinodale». Secondo il prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della Fede, infatti, ai vescovi tedeschi insofferenti verso Woelki non interesserebbe né fare giustizia per le vittime né assumersi responsabilità per fallimenti personali. Il vero obiettivo, quindi, sarebbe quello di togliere di mezzo il principale nemico interno e blindare quel Cammino Sinodale che sta creando più di un grattacapo a Roma.

In effetti, come avevamo già scritto nei precedenti articoli sulla vicenda, l'indagine indipendente condotta dall’avvocato Björn Gercke e relativa agli abusi sessuali su minori commessi all'interno dell'arcidiocesi di Colonia dal 1975 al 2018 ha scagionato da responsabilità personali l'attuale arcivescovo. Perché, quindi, dovrebbe dimettersi? Peraltro a Colonia è attualmente in corso una visita apostolica affidata al cardinale Anders Aborelius, vescovo di Stoccolma, e a monsignor Johannes van den Hende.

La minaccia di dimissioni collettive, sulla falsariga di quelle annunciate e poi rimaste su carta dal cardinal Marx, suona piuttosto come un modo per forzare i tempi in barba ai risultati della visita apostolica. Il capitolo sul passo indietro (solo annunciato) dell'arcivescovo di Monaco, inoltre, costituisce un precedente che dovrebbe valere come un'argomentazione in più a difesa della posizione di Woelki: nella lettera al Papa, infatti, accanto all'accusa sistemica Marx ha parlato di «molti fallimenti personali ed errori amministrativi» nell'ambito della catastrofe abusi sessuali. Francesco, però, ha respinto le sue dimissioni con una lettera pubblica del 10 giugno in cui lo ha confermato alla guida della sua arcidiocesi. Perché, allora, buona parte dell'episcopato tedesco si augura un esito diverso per il confratello Woelki - sul quale non gravano responsabilità personali nella gestione abusi - ed è pronta persino a dimettersi in blocco pur di metterlo in difficoltà e costringerlo a rinunciare?

L'impressione è che ci si nasconda dietro un tema mediaticamente sensibile come quello relativo agli abusi per regolare i conti interni in vista della prosecuzione del Cammino Sinodale. D'altra parte, è stato lo stesso Marx ad aver indicato la via sinodale come l'unico punto di svolta per uscire dalla crisi in cui lo scandalo abusi ha fatto precipitare la Chiesa. La correlazione con una questione così delicata ha avuto il risultato, una volta incassato il consenso mediatico, di rafforzare il Synodaler Weg di cui Marx è stato il grande promotore e Woelki il principale critico.

Giovedì scorso Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano monsignor Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Secondo quanto ha riferito quest'ultimo, l'udienza si è concentrata sulla situazione della Chiesa in Germania alla luce della gestione dei casi di abusi sessuali e sulla «difficile situazione in diverse diocesi». Non sappiamo se Bätzing può aver informato il Papa in quest'occasione dell'intenzione di buona parte dei vescovi tedeschi - riportata dalla Bild - di offrire dimissioni collettive. Il presidente della Conferenza episcopale ci ha però tenuto a far sapere che Francesco lo «ha incoraggiato a continuare sulla strada sinodale» scelta. (Nico Spuntoni - Fonte)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo è il risultato che si ottiene quando non si vuol dire di no a nessuno, dicendo sì a tutti. La chiesa 'sono come tu mi vuoi', infine non la vuole nessuno. Sono, come al solito, nodi che la chiesa piaciona si è annodata da sola pur di fare la graziosa con Tizio, Caio e Sempronio e pur di non dire mai sì sì, no no. Costoro bisogna riconoscere sono diventati preti e fatto carriera per motivi totalmente altri dalla vocazione sacerdotale. Le famose serpi in seno; nel suo seno la chiesa ha i nidi di moltitudini di serpi del tipo ecclesiastico, in particolare germanico.

Anonimo ha detto...

Antonio Margheriti
LA PSICOLOGIA DEL TEDESCO (CLERICALE)
Dovrei stare qui a dirne per mezzora. Mi fisso il limite di tre minuti rubati a miglior e più remunerativa causa.

Stiamo assistendo tutti un po' attoniti un po' rassegnati al veloce scivolamento del clero tedesco nel gorgo ormai della palese apostasia che nei fatti è consumata su tutti i fondamentali, divinità di Cristo e Resurrezione compresi; allo scisma, che è vero da anni essendovi una acefalia tedesca che ovviamente influenza tutti gli stati Germanofoni, le chiese satellite della tedesca e arriva in Latinamerica laddove il detto clero paga e mantiene intere diocesi: ovviamente lo fa con il sempiterno spirito bismarkiano e rapace, soldi in cambio di sottomissione.
Lo scisma sarebbe il male minore, e forse un bene: la peggio cosa è quella che succederà, un trascinamento estenuante e di logoramento nell'ambiguità di una finta coabitazione tra due ex coniugi che non hanno nulla più in comune e vogliono solo salvare le apparenze.

Ma è così anche in tutto il Nord Europa: il nordeuropeo in terra riformata è per sua natura, antropologia, educazione conformista. Il protestante come chi vive in irredenta terra riformata sa che occorre sempre obbedire. Obbedire alla gerarchia. E' la suprema gerarchia è quella più prossima allo Stato, quella dei Principi degli stati; e le chiese protestanti nacquero come propaggine dei Principi, sono propaggine dello Stato. E a questa psicologia con una cecità assoluta Pacelli volle consegnare pure i cattolici tedeschi che fierissimi si erano mantenuti estranei al nazismo, ostili molto spesso, con quella sua nostalgia di temporalismo e in quella perpetua illusione che l'accompagnò delle "società perfette", pensò e firmò il patto capestro con lo Stato germanico: i preti di Roma sarebbero stati stipendiati dallo Stato tedesco, al pari dei protestanti, diventando di fatto ufficiali... dipendenti da quello Stato. E ovviamente, ecco oggi le conseguenza: alla secolarizzazione tedesca, segue quella, assoluta, del clero tedesco. Il percorso già fatto dai protestanti, ormai estinti come popolo.

In realtà ci sono molti preti e vescovi (i cattolici: non pervenuti, ai progressisti il "popolo di Dio" gli interessa solo come teorema sociologico non come realtà concreta) che non sono per nulla d'accordo. Ci sono preti veramente cattolici. Tuttavia, anche qui con una prassi tutta tedesca, vengono brutalmente perseguitati, scacciati, ridotti al silenzio, minacciati. Voglio dire... i tedeschi sono sempre loro, e niente è rimasto più "tedesco" del clero in Germania. I metodi vessatori, spavaldi, ricattatorii, che usano con i non allineati e con Roma, sede della "Barbarie", è la medesima che usavano i prussiani, la medesima dei nazionalsocialisti.

Il tedesco da solo, è una brava persona, molto gentile, molto riservata, molto timida, tendente al sorriso e alla condiscendenza. Due tedeschi insieme, sono due signori. Tre tedeschi in viaggio fuori dalla Germania, sono tre turisti curiosi e un po' spaesati. Ma se prendi tutti e sei questi tedeschi e li metti insieme sulla terra germanica, diventano dei barbari invasori. Il sorriso muta in ghigno. Persino il loro concetto di "amicizia" con gli altri diventa un soverchiare l'amico, l'amicizia è l'assoluta sottomissione a loro, il lasciarsi usare per le loro porcherie.

Anonimo ha detto...

...segue
Per questo per loro è fondamentale riunirsi tra tedeschi, salvare l'apparenza di unanimismo: un po' perché non accettano defezioni, un po' hanno vergogna di far trasparire dissenso al loro interno dacché per loro il dissenso può essere solo "istituzionale" (cuius regio eius religio); un po' perché loro sono 'civiltà' e il resto barbarie, cortile dove dove i tedeschi devono piantare le loro kartoffeln.
Per gente così, inventarsi oltre che il salario di stato anche le conferenze episcopali nazionali, che non sono mai servite a niente se non a creare conformismo clericale e microscismi continui, non poteva che portare a questo risultato.
"Chi è Roma per comandare quando è lo stato tedesco a pagare? E se è lo stato tedesco a garantirci le nostre vite borghesi, in che senso la chiesa tedesca sarebbe romana? No, è roba nostra. L'imperatore paga dunque la chiesa è per l'imperatore". Una storia eterna quella della contrapposizione dei germani tra papa e imperatore...

Se prendi un tedesco e lo strappi alla canea ringhiante e borghesa dei suoi consimili e connazionali, e te lo porti solo soletto in Vaticano e gli dai da mangiare onde ti riconosce come padrone ossia 'suprema gerarchia', il suo Stato, il suo Principe, ecco che ti diventa in un istante cattolico, apostolico, romano. Vedasi il caso Muller. Un buon cattolico e un molosso della fede è un tedesco a Roma, isolato dal branco dei crucchi.

In Germania non è mai esistita dalla Riforma una opposizione politica. Non c'era a Bismark, non ci fu a Hitler, non ad Adenauer, non alla Merkel. Perché il tedesco mai si farebbe scoprire a parlar male del suo Stato, del suo Principe. Si vergognano come cani bastonati nel criticare lo Stato, lo statu quo, il governo. Chi in terra gli sta sulla testa. Di conseguenza, ogni esigenza dello Stato è la loro esigenza. Se lo stato diventa liberal loro si sentono dovuti a diventare propagatori del liberal-radicalismo.

Eppure se prendi un tedesco di petto, da solo, basterebbe un nunzio - e i vescovi chissà perché temono i nunzi apostolici - e gli imponi di ritrattare una cosa, lo fa. Se sentono odor di debolezza, come cani si riuniscono per dare l'assalto. Ma basta umiliare un tedesco, riducendolo ad esempio allo stato laicale, perché ne muoia di vergogna anche se è uno scismatico de facto. Li devi beccare sulla regola infranta, non rispettata: niente è più vergognoso per un tedesco che essere beccato mentre infrange o non aderisce perfettamente a una regola.

Insomma c'è questo problema dei tedeschi che stanno insieme, punta di diamante dell'universo, così si pensano, perché ovviamente sono razzisti pur non potendolo ammettere; mentre bisognerebbe dividerli e metterli gli uni contro gli altri. I tedeschi danno il meglio di sé quando sono da soli.

Intervallo per prendere un po' di respiro ha detto...

https://fsspwigratzbad.blogspot.com/2021/06/2021-ordinations-sacerdotales.html

mic ha detto...

Questa la notizia segnalata dal link sopra
Le samedi 26 juin, Mgr Wolfgang Haas, archevêque de Vaduz, a ordonné trois nouveaux prêtres pour notre communauté, dans la majestueuse basilique bénédictine d'Ottobeuren, à environ 45 mn de Wigratzbad.

Ricordo che Wigratzbad, sede della FSSP, è l'unico luogo in cui il card. Ratzinger, poi Benedetto XVI ha celebrato il rito antico dopo la riforma di Paolo VI

Lode alla Provvidenza! ha detto...

L'importante e'che Nostro Signore susciti sempre nuovi Operai per la Sua Messe.

fabrizio giudici ha detto...

Boh, queste dimissioni minacciate mi sanno tanto di bluff che vorrei proprio andare a "vedere"...

Anonimo ha detto...

"Clamorosa indiscrezione del Bild: i vescovi tedeschi stanno valutando di dimettersi in blocco in segno di protesta per la gestione dello scandalo abusi da parte dell'arcivescovo di Colonia Woelki."

Riporto questo tratto dell'articolo per rimarcare l'Epistola e il Vangelo di oggi :
Epistola
Dagli Atti degli Apostoli.
Act 3:1-10
In quei giorni: Pietro e Giovanni salivano al tempio sull'ora della preghiera di nona. Ora, un cert'uomo, storpio dalla nascita, soleva esser portato ogni giorno presso la porta del tempio, detta Bella, per chiedere l'elemosina a quelli che entravano. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, si raccomandava per avere l'elemosina. E Pietro, con Giovanni, fissandolo, disse: «Guardaci». E quello li guardava attentamente sperando di ricevere da essi qualche cosa. Ma Pietro disse: «Non ho né oro né argento; ma quello che ho te lo do: "In nome di Gesù Cristo Nazareno alzati e cammina». E presolo per la destra, lo alzò e sull'istante si consolidarono le sue gambe; con un balzo si rizzò e cominciò a camminare: ed entrò con essi nel tempio, camminando, saltando e lodando Dio. E tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio. Riconoscendolo per quello che sedeva per l'elemosina alla Porta Bella del tempio, eran pieni di stupore e fuori di sé per quanto era avvenuto.
R. Grazie a Dio.

Vangelo
Joannes 21:15-10
In quel tempo, disse Gesù a Simone Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli risponde: «Signore, sì, tu sai che io ti amo». Gli dice Gesù: «Pasci i miei agnelli». Poi, per la seconda volta, gli chiede: «Simone di Giovanni, mi ami tu?». E Pietro: «Signore, sì, tu sai che io ti amo». Gli dice Gesù: «Pasci i miei agnelli». Per la terza volta gli chiede: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Si rattristò Pietro che per la terza volta gli avesse detto: mi vuoi bene? e gli rispose: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene!». Gesù soggiunse: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane, ti cingevi da te e andavi dove volevi: ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e altri ti cingerà e ti condurrà dove non vuoi». E disse questo, per indicare con qual morte avrebbe dato gloria a Dio.
R. Lode a Te, o Cristo.
S. Per Evangélica dicta, deleántur nostra delícta.

anelante ha detto...

.... si dimettano tutti e faremmo pure festa... peccato che non si dimetta l'antipapa a Roma e che nessuno lo dimetta .... farà ulteriori guai...

Anonimo ha detto...


Sulla psicologia del tedesco clericale (e non)

Osservazioni acute mescolate però a qualche consunto stereotipo.