Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 24 maggio 2022

Per la libertà della Messa tradizionale 40ª dimostrazione pacifica e di preghiera davanti alla Nunziatura apostolica in Francia

Senza sosta la resistenza dei fedeli della Messa tradizionale in Francia. Vedi l'indice degli articoli precedenti e correlati.

Per la libertà della Messa tradizionale
40ª dimostrazione pacifica e di preghiera davanti alla Nunziatura apostolica in Francia

Il 14 maggio scorso, per la quarantesima volta, abbiamo pregato e manifestato davanti alla Nunziatura Apostolica in Francia dalle ore 12 alle ore 12:45 [vedi].
Abbiamo ricevuto la spiacevole notizia di questo discorso del Papa agli insegnanti e studenti del Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo [qui], pronunciato il 7 maggio, giorno della nostra ultima manifestazione (cfr. Lettera di Paix Liturgique 862). Il discorso ha accusato coloro che praticano la liturgia tradizionale di “formalismo”, di farne “una bandiera di divisione” e che “si allontanano dalla Chiesa”. È vero che questo discorso era più una dichiarazione spinta da una personale afflizione che una dichiarazione di intenti di abolire la liturgia antica, come risultava invece chiaro da Traditionis Custodes e dalla Lettera che l’accompagnava.
Abbiamo poi notato con grande gioia che, all’udienza generale di mercoledì 4 maggio, il Papa ha salutato gentilmente le “Madri dei sacerdoti” che celebravano la Messa tradizionale. Dopo il loro lungo pellegrinaggio di 1500 Km, “La voie romaine”, gli hanno consegnato un pacco di lettere per chiedere la revoca delle misure che ostacolano la celebrazione dell’antica liturgia. In una dichiarazione rilasciata l’11 maggio, la “Voie Romaine” ha detto di essere “in attesa di un gesto da parte del Santo Padre, sperando che ascolti il grande appello che gli è stato portato”.
Ma allo stesso tempo, l’arcivescovo Roche, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha annunciato un documento della sua Congregazione sulla “formazione liturgica di tutti i battezzati” - Omnes (omnesmag.com), che sembrano non essere sufficientemente informati sui benefici della nuova liturgia: “Per la prima volta nella storia, dal Concilio Vaticano II, abbiamo [con la Lumen Gentium] nel Magistero una dichiarazione sulla natura della Chiesa”, dice ingenuamente il Prefetto, che continua: “Non è solo il sacerdote a celebrare la Messa, ma tutti i battezzati. […] Secondo la Sacrosanctum Concilium, egli ha il diritto e il dovere di partecipare alla liturgia; ciò contrasta con il rito riportato nel Messale del 1962, dove il sacerdote era considerato il rappresentante di tutti i presenti alla celebrazione della Messa”. E insiste – senza dubbio in modo fondato anche se lo fa da teologo un po’ sommario – sulla differenza tra le due ecclesiologie che stanno alla base delle due liturgie.
Prendiamo dunque atto di quanto ci dice, che ci sono due modi di intendere la Chiesa, così come ci sono due modi di celebrare, ma non accusateci allora di essere noi a iniziare una guerra e di diffondere discordia! Perciò, pacificamente ma incrollabilmente, chiediamo e chiederemo la libertà di pregare secondo la forma che abbiamo ricevuto dalla nostra Madre Chiesa.
Lo facciamo in unione con i fedeli parigini che protestano, di Notre-Dame du Travail (le domeniche alle ore 18), di Saint Georges de La Villette (i mercoledì alle ore 17), di Saint François Xavier (i mercoledì alle ore 19:15) e delle sentinelle davanti agli uffici dell’arcidiocesi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma Francesco non aveva salutato le mamme dei sacerdoti francesi venute a piedi a Roma?

Anonimo ha detto...

Vous voulez vivre en paix avec Jorge Maria Bergoglio ? N’ayez aucune aspiration conservatrice, aussi minime soit-elle.

Après la destruction des Franciscains de l’Immaculée, religieux et religieuses mis sous tutelle vaticane et dont on n’entend plus parler, après l’affaire de l’Ordre de Malte lui-aussi contraint de se plier aux ordres progressistes bergogliens, après le Motu Proprio Traditionis Custodes, El papa argentin, via les instances vaticanes qu’il contrôle, s’attaque à la conservatrice communauté Saint-Martin. Comptant 168 membres et une centaine de séminaristes, elle est le premier vivier d’ordinations diaconales et sacerdotales, avec le nombre particulièrement impressionnant de 26 prêtres ordonnés sur 130 en France l’an dernier.

Selon un courrier officiel daté de fin avril et consulté par Libération qui s’en fait l’écho, le Saint-Siège a décidé d’envoyer une mission d’inspection chez les prêtres de Saint-Martin, qui devrait démarrer très prochainement et qui durera au moins six mois, afin de « vérifier » explique le quotidien de gauche tout réjoui de cette enquête, si elle « correspond aux standards de l’Eglise catholique ». C’est-à-dire en langage clair aux standards progressistes et modernistes de l’Eglise conciliaire, la secte qui a le pouvoir à Rome.