Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 31 agosto 2022

Esclusivo. Brandmüller in concistoro: il papa vuole chiudere la bocca ai cardinali

Lunedì 29 e martedì 30 agosto, tutti i cardinali, elettori e non, in tutto 206 prelati, si sono incontrati a porte chiuse attorno a Francesco. Tema ufficiale: la “riforma della Curia”, il cui testo è stato pubblicato il 19 marzo scorso. Ma diverse fonti indicavano che sarebbe stato anche una sorta di bilancio del pontificato e di individuazione di personalità eminenti. Sta di fatto tuttavia che Francesco, innamorato dello spirito sinodale, diffida degli incontri del collegio cardinalizio, tant'è che dopo una sola esperienza nel 2015, si è ben guardato, da allora, dal convocare il suo Senato. Qui - qui due interessanti articoli sulla riforma della Curia e possibili evoluzioni a partire dalle avvisaglie attuali. Per definir meglio il contesto.

Esclusivo. Brandmüller in concistoro: 
il papa vuole chiudere la bocca ai cardinali

(s.m.) Queste sopra sono alcune righe autografe dell’intervento preparato dal cardinale Walter Brandmüller per il concistoro del 29 e 30 agosto, che non gli è stato consentito di pronunciare, pubblicato integralmente in questa pagina di Settimo Cielo.
Il concistoro vedeva riuniti i cardinali con papa Francesco. Era a porte chiuse, ma soprattutto è stato scomposto, per volere del papa, in gruppi linguistici, impedendo con ciò un dialogo diretto e tra tutti, come era in effetti avvenuto nell’ormai lontano febbraio del 2014, nell’ultimo concistoro in piena regola convocato da Francesco, in vista del sinodo sulla famiglia e sulla “vexata quaestio” della comunione ai divorziati risposati, concistoro rivelatosi talmente franco nel criticare l’impostazione voluta dal papa da indurlo a cancellare da lì in avanti convocazioni dei cardinali altrettanto libere e aperte all’ascolto.
Brandmüller, 93 anni, tedesco, una vita da storico della Chiesa e presidente dal 1998 al 2009 del pontificio comitato di scienze storiche, non è nuovo a proposte riguardanti il ruolo dei cardinali nella Chiesa cattolica. Meno di un anno fa aveva già avanzato su Settimo Cielo un’ipotesi di riforma dell’elezione dei papi a suo giudizio più consona alle origini storiche e ai fondamenti teologici del cardinalato: Meno elettori e più eleggibili. Il conclave sognato dal cardinale Brandmüller [qui]
Ma in questo concistoro, l’intervento da lui preparato ha preso di mira soprattutto il rapporto che dovrebbe legare al papa i cardinali, di fatto da lui ammutoliti, all’opposto di quello che invece dovrebbe avvenire, in primo luogo sulle verità di fede e di morale.

Non silenzio imposto, ma “aperitio oris”
L’intervento del cardinale Walter Brandmüller nel concistoro del 29-30 agosto 2022

La convocazione di un concistoro dopo tanto tempo motiva una riflessione sulla natura e il compito del cardinalato, soprattutto nelle circostanze attuali. Bisogna pure sottolineare che i cardinali non sono soltanto membri del conclave per l’elezione del sommo pontefice.

I veri compiti dei cardinali, indipendentemente dalla loro età, sono formulati nei canoni 349 e seguenti del codice di diritto canonico. Vi si legge: “assistono il romano pontefice sia agendo collegialmente quando sono convocati insieme per trattare le questioni di maggiore importanza, sia come singoli, cioè nei diversi uffici ricoperti prestandogli la loro opera nella cura soprattutto quotidiana della Chiesa universale”. E al papa “prestano principalmente aiuto nei concistori” (canone 353).

Questa funzione dei cardinali anticamente trovò espressione simbolica, cerimoniale, nel rito di “aperitio oris”, di apertura della bocca. Esso significava infatti il dovere di pronunciare con franchezza la propria convinzione, il proprio consiglio, soprattutto nel concistoro. Quella franchezza – papa Francesco parla di “parresía” – che all’apostolo Paolo fu particolarmente cara.

Per ora, purtroppo, quella franchezza viene sostituita da uno strano silenzio. Quell’altra cerimonia, della chiusura della bocca, che seguiva alla “aperitio oris”, non si riferiva alle verità di fede e di morale, ma ai segreti d’ufficio.

Oggi però bisognerebbe sottolineare il diritto, anzi, il dovere, dei cardinali di esprimersi chiaramente con franchezza proprio quando si tratta delle verità di fede e di morale, del “bonum commune” della Chiesa.

L’esperienza degli ultimi anni è stata tutt’altra. Nei concistori – convocati quasi solo per le cause dei santi – venivano distribuite schede per chiedere la parola, e seguivano degli interventi ovviamente spontanei su qualsiasi argomento, e basta. Non c’è stato mai un dibattito, uno scambio di argomenti su un tema preciso. Ovviamente una procedura del tutto inutile.

Un suggerimento presentato al cardinale decano di comunicare in anticipo un tema per la discussione affinché si potessero preparare eventuali interventi rimase senza riscontro. Insomma, i concistori da almeno otto anni finivano senza qualsiasi forma di dialogo.

Il primato del successore di Pietro, però, non esclude per niente un dialogo fraterno con i cardinali, i quali “sono tenuti all’obbligo di collaborare assiduamente col romano pontefice” (canone 356). Quanto più gravi e urgenti sono i problemi del governo pastorale, tanto più necessario è il coinvolgimento del collegio cardinalizio.

Quando Celestino V, nel 1294, rendendosi conto delle circostanze particolari della sua elezione volle rinunciare al papato, lo fece dopo intensi colloqui e col consenso dei suoi elettori.

Una concezione dei rapporti tra papa e cardinali del tutto diversa fu quella di Benedetto XVI, che – caso unico nella storia – la sua rinuncia al papato, per motivi personali, la fece all’insaputa di quel collegio cardinalizio che lo aveva eletto.

Fino a Paolo VI, che aumentò il numero degli elettori a 120, c’erano soltanto 70 elettori. Questo aumento del collegio elettorale a quasi il doppio era motivato dall’intenzione di andare incontro alla gerarchia dei paesi lontani da Roma e onorare quelle Chiese con la porpora romana.

La conseguenza inevitabile era che venivano creati dei cardinali i quali non avevano nessuna esperienza della curia romana e perciò dei problemi del governo pastorale della Chiesa universale.

Tutto ciò ha delle conseguenze gravi quando questi cardinali delle periferie sono chiamati all’elezione di un nuovo papa.

Molti, se non la maggioranza degli elettori, non si conoscono a vicenda. Ciononostante sono lì ad eleggere il papa, uno tra loro. È chiaro che questa situazione facilita le operazioni di gruppi o ceti di cardinali per favorire un loro candidato. In questa situazione non si può escludere il pericolo di simonia nelle varie sue forme.

Alla fine, mi pare che meriti una seria riflessione l’idea di limitare il diritto di voto nel conclave, per esempio, ai cardinali residenti a Roma, mentre gli altri, sempre cardinali, potrebbero condividere lo “status” dei cardinali ultraottantenni. Insomma, pare auspicabile che carica e competenza del collegio cardinalizio vengano aggiornate. - Fonte

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Una chiesa che difende la legge 194 e che chiama protestanti i pochi cattolici rimasti non è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, bensì un'organizzazione al servizio di satana e dei suoi suppositi.

Anonimo ha detto...

...

Secondo Ratzinger Gesù Cristo non è avversario di Roma, non è un rivoluzionario, ma fonda una nuova religione, e perciò dissente dal sinedrio, che lo condanna al patibolo. La lezione di Ratzinger era una risposta alla Chiesa progressista che ruotava intorno a Martini. La promessa cristiana è la resurrezione, non la rivoluzione; è la vita eterna, non il progresso. Sarebbe giusto ricordarsene oggi, a dieci anni dalla morte di Martini, sotto il pontificato di Bergoglio e del Concistoro da lui ridisegnato a sua immagine e somiglianza. La Chiesa non segue il cammino del tempo ma di Cristo.
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/ma-il-cardinal-martini-non-amava-bergoglio/

Anonimo ha detto...

Brandmueller è uno dei 4 dei Dubia, ne sono rimasti solo 2, lui e Burke, se non erro, intervento molto ficcante, immagino perché non gli è concesso leggerlo, SCV è una monarchia assoluta ed assolutista, parla solo il Capo e i valletti del Capo. Martini fu quello che fermò l'elezione di JMB nel 2005 perché lo considerava poco intelligente e per niente colto, e diede così i propri voti, mi pare 9, a Ratzinger, che poi fu eletto.

Anonimo ha detto...

Quando non si rispettano o con facilità si cambiano le leggi, si creano le correnti e le correnti inevitabilmente raffreddano l'aria, l'aria fredda impedisce la sana crescita delle piante fino ad impedirla del tutto.

C. P. Benischek ha detto...

Rather than complain about Bergoglio, perhaps Cardinal Brandmüller should do something about it.

The Cardinal says:

Bergoglio doesn't want to let the Cardinals talk. Bergoglio wants to De-Europeanize the cardinalate.

True. But Cardinal Brandmüller has likely considered the question what else does Francis want. For these his ultimate aims are far more serious than silencing the cardinals. What are they?

Francis the False first and foremost wants to destroy Holy Mother Church. His secondary goal of this project, is that he wants to lead all souls into Hell (which doesn't really exist at all, according to Bergoglio, as you will remember his comments to his dear departed friend Scalfari). His tertiary goal, perfectly in line with the evil of his first and second aims, is to create a Hell on earth, as his embrace of Pachamama/Stang, and the NWO, WEF and UN goals; his bloody destruction of the Church in China (for 2 billion per annum from the CCP) and the bloody havoc wrought by his support for his "loving" covid-19 injections (for billions per annum from Pfizer); and his Church lockdown and shutdown in Easter of 2020 all prove.

If Cardinal Brandmueller can perceive these Bergoglian goals, he should seek to topple Francis the False. Whom many of us consider an antipope. (Not to worry the church has weathered some 39 anti-popes throughout Her history, albeit none posing quite the problem as #40, Jorge Mario Bergoglio.)

Cardinal Brandmüller can do so as follows.

Issue, Cardinal Brandmüller, the following simple press statement:

“Significant canonical irregularities have been identified with regards to the putative resignation proffered by Pope Benedict XVI in February of 2013. Pending further investigation, I hereby declare a State of Emergency and State of Necessity in Holy Mother Church.”

He could also point out that Pope Benedict has himself already declared a State of Necessity.

And trust in the Immaculate Heart.

Anonimo ha detto...

Da almeno sette anni papa Francesco non ha permesso che in questa solenne riunione i cardinali possano prendere la parola per esprimere la propria opinione. Tutti si aspettavano che ciò accadesse nella riunione di fine agosto ma il Concistoro, per volere del papa, è stato frammentato in gruppi linguistici, paralizzando i cardinali e impedendo quel dialogo franco e diretto che era avvenuto, per l’ultima volta, nel febbraio del 2014.

Questa verità ci viene ricordata da un eminente porporato e grande storico, il cardinale Walter Brandmüller, La sua voce, che non si è potuta sentire nell’aula del Concistoro, sta infatti rimbombando fuori di esso.
...

Anonimo ha detto...

Tutto come previsto,non c'è niente di nuovo.Sinodalità di questi tempi vuol dire :parlo io e voi tutti ascoltate.

Gederson Falcometa ha detto...

Il pontificato di Benedetto XVI è stato sabotato dalla Curia romana, dai Cardinali e da buona parte dei vescovi di tutto il mondo. Poi, nel Conclave che ha seguito le dimissioni di Benedetto XVI, hanno eletto un “maestro per se stessi”. Secondo lo stesso Francesco, il programma del suo pontificato era tutto stabilito negli incontri pre-conclave (Inquietanti rivelazioni di Francesco sul pre-conclave del 2013 - https://www.radiospada.org/2021/09/inquietanti-rivelazioni-di-francesco-sul-pre-conclave-del-2013/). Cosa c'era dietro questi eventi? Una lotta tra partiti, dove un partito prende il potere?

La Curia romana/Collegio cardinalizio, all'interno di questi eventi, sembra essere diventata una sorta di esercizio ordinario di collegialità episcopale (Giovanni XXII voleva che tutti i cardinali fossero vescovi sacri, e lo stabilì per legge: De Lubac, in un primo momento, non accettato di essere cardinale, considerando l'esigenza dell'episcopato per il cardinalato come una rottura con la tradizione). Durante il pontificato di Benedetto XVI si diceva spesso che la Curia romana era diventata ingovernabile (Martini avrebbe detto a Benedetto XVI: la Curia non cambia, devi lasciare). Abbiamo anche avuto la scena del film, con il maggiordomo colpevole e tutto il resto.

Siamo di fronte a una situazione in cui abbiamo un pontificato sabotato... e un papato che avrebbe avuto il suo programma determinato dai cardinali negli incontri pre-conclave. Se nella teoria della dottrina della Colegialità il Papa è il capo del Collegio episcopale, oggi, se vede che lui è solo un rappresentante di questo stesso Collegio. Principalmente perchè non è più chiaro se i cardinali rappresentano il Papa o il Collegio episcopale (sembra essere più rappresentato dalla Curia e dal Collegio cardinalizio che il Papa stesso). A ciò si aggiunga il fatto che il gran numero di viaggi papali rende il sistema di governo vaticano più simile a un sistema parlamentare, dove il primo ministro viaggia in tutto il mondo e chi effettivamente detiene il potere resta a casa a governare. Presto il Codice di Diritto Canonico dovrà aggiungere la Sede Vacante per viaggio pontificio...

Da Corrispondenza romana ha detto...

...
L’alternativa è tra la Verità del Vangelo e il potere del mondo. Proclamare la verità del Vangelo non significa parlare di immigrazione o di emergenza climatica, ma dei “Novissimi” – morte, giudizio, inferno e paradiso – e della Divina Provvidenza, che regola tutte le vicende dell’universo creato. Proclamare il Vangelo significa condannare, con la voce della Chiesa, il peccato, soprattutto quello pubblico, a cominciare dall’aborto e dalle dottrine LGBT, che sono considerate dal mondo “conquiste civili”. Significa parlare di santità, e non di sinodalità, perché è dalla santità e non dai meccanismi politici che comincia la necessaria riforma all’interno della Chiesa: riforma degli uomini che la compongono, non della sua divina e immutabile costituzione.

Ora una coltre di silenzio è calata sul Concistoro. E il silenzio di chi dovrebbe parlare è il maggiore castigo che Nostro Signore può infliggere alla sua Chiesa.

Anonimo ha detto...

La Costituzione del 1948, fu la Carta che regolò la ripartenza degli Italiani dopo la guerra. Questa Costituzione non è divina, ma frutto di esseri umani, maschi e italiani, né immutabile poiché da allora è stata mutata più volte e spesso peggiorata. La Costituzione del 1948, non ancora intaccata dai 'nostri diritti europei' ha diversi articoli a DIFESA del matrimonio, della famiglia, dell'infanzia, della gioventù, della salute, protegge l'istruzione delle scuole non statali e garantisce ai meritevoli bisognosi i mezzi per raggiungere i più alti gradi dello studio e molto altro ancora. Quindi constatando la violenza che questa Costituzione ha subito in alcuni dei suoi articoli FONDAMENTALI dai partiti e governanti 'al passo dei tempi', nel silenzio ed assenso dei cattolici in Parlamento, e ritornando noi ad essa oggi, è come andare a Messa a San Pietro a Roma prima del 1958. I cattolici si orientino pure diversamente, personalmente mi accontento di questa vecchia ed autentica Costituzione del 1948, non divina, superata anche dalla chiesa conciliare e cambiata da chi ha voluto ha voluto.I nostri padri e madri, nonni e nonne uscirono dalla guerra anche fratricida, pieni di piaghe e di rancori, ma decisi tutti, tacitamente o meno, ad essere migliori; anche noi oggi abbiamo un grandissimo bisogno di migliorare, uniti, come lo furono loro, cercando noi, oggi, di far tesoro dei loro e dei nostri errori e di migliorare sul serio per amore dei piccoli che abbiamo intorno e per quelli che il Signore ci manderà.

Anonimo ha detto...

La Costituzione del 1948, fu la Carta che regolò la ripartenza degli Italiani dopo la guerra. Questa Costituzione non è divina, ma frutto di esseri umani, maschi e italiani, né immutabile poiché da allora è stata mutata più volte e spesso peggiorata. La Costituzione del 1948, non ancora intaccata dai 'nostri diritti europei' ha diversi articoli a DIFESA del matrimonio, della famiglia, dell'infanzia, della gioventù, della salute, protegge l'istruzione delle scuole non statali e garantisce ai meritevoli bisognosi i mezzi per raggiungere i più alti gradi dello studio e molto altro ancora. Quindi constatando la violenza che questa Costituzione ha subito in alcuni dei suoi articoli FONDAMENTALI dai partiti e governanti 'al passo dei tempi', nel silenzio ed assenso dei cattolici in Parlamento, e ritornando noi ad essa oggi, è come andare a Messa a San Pietro a Roma prima del 1958. I cattolici si orientino pure diversamente, personalmente mi accontento di questa vecchia ed autentica Costituzione del 1948, non divina, superata anche dalla chiesa conciliare e cambiata da chi ha voluto ha voluto.I nostri padri e madri, nonni e nonne uscirono dalla guerra anche fratricida, pieni di piaghe e di rancori, ma decisi tutti, tacitamente o meno, ad essere migliori; anche noi oggi abbiamo un grandissimo bisogno di migliorare, uniti, come lo furono loro, cercando noi, oggi, di far tesoro dei loro e dei nostri errori e di migliorare sul serio per amore dei piccoli che abbiamo intorno e per quelli che il Signore ci manderà.