Ora che Papa Benedetto ci ha lasciato per il cielo
Papa Benedetto XVI ha terminato finalmente il suo umile servizio di “operaio nella vigna del Signore”. È stato un servizio multiforme: chi sottolinearà che è stato un grande teologo, chi continuerà a chiamarlo il rottweiler di Dio, per me è stato il grande difensore della verità. È vero che la sua prima enciclica è stata “Deus caritas est”, ma più tardi questa fu seguita dalla “Caritas in veritate”. Ha difeso la verità contro la dittatura del relativismo. Non ha avuto paura di sembrare retrogrado davanti a tanti che esaltano un pluralismo ad oltranza, un inclusivismo indiscriminato. Ha detto che l’amore senza un fondamento nella verità diventa un guscio che può contenere qualsiasi cosa.
Qualcuno ha detto che Papa Benedetto, dopo le sue dimissioni, avrebbe dovuto stare zitto e non creare confusione nella Chiesa. A me sembra proprio il contrario: proprio perché c’è confusione nella Chiesa, un Papa emerito, come ogni vescovo e cardinale finché hanno respiro e sono nella lucidità di mente, deve compiere il suo dovere di Successore degli Apostoli per difendere la sana tradizione della Chiesa. Da quando la parola “conservatore” è un peccato? Purtroppo la fedeltà alla Tradizione può essere presa come “rigidità” o “indietrismo”. In momenti cruciali, anche Papa Francesco ha accettato questo contributo del suo predecessore, come quando difese il celibato sacerdotale della Chiesa romana nella controversia sulla proposta di ordinare “viri probati” [qui - qui - qui e inoltre qui].
Come membro della Chiesa cinese, sono immensamente riconoscente a Papa Benedetto per cose che egli non ha fatto per altre Chiese. Anzitutto, una Lettera (29 Giugno 2007) che è stata un capolavoro di equilibrio tra la lucidità della dottrina ecclesiologica cattolica e l’umile comprensione rispetto all’autorità civile. Ecclesiologia cattolica che non è sua personale, ma da lui esposta con insuperabile chiarezza e concretezza. Una lettera purtroppo abbastanza sciupata: errori (più probabilmente anche manipolazioni) nella traduzione cinese e citazioni tendenziose contro il senso ovvio della Lettera.
Altra cosa straordinaria che ha fatto per la Chiesa in Cina è la costituzione di una possente Commissione per curare gli affari della Chiesa in Cina; purtroppo sotto il nuovo Presidente di detta Commissione essa è stata fatta scomparire alla chetichella senza neanche una parola di rispettoso congedo.
Papa Benedetto è stato sovente mal capito ed altre volte non seguito; ma è proprio in questi casi, che sembrano di fallimento, che ho potuto ammirare la grande fortezza d’animo e magnanimità della persona in faccia alle contrarietà (ho visto il Cardinale Meissner piangere durante quei giorni quando proprio l’episcopato tedesco criticava severamente il Papa tedesco). Nell’Angelus del 26 Dicembre 2006, Papa Benedetto esortava i fedeli in Cina a perseverare nella fede, anche se nel momento presente tutto sembra essere un fallimento.
Nonostante il suo grande sforzo, Papa Benedetto non era riuscito a migliorare la situazione della Chiesa in Cina. Non poteva accettare un compromesso qualunque. Sono ancora convinto che ogni sforzo per migliorare la situazione della Chiesa in Cina dovrà essere fatto nella linea della Lettera del 2007. (Ho notato che anche il grande esecutore dell’Ostpolitik della Chiesa, il Cardinale Casaroli, non ha creduto di poter sempre riuscire con la diplomazia).
Mentre ricordiamo il grande Pontefice, ricordiamoci che adesso lo abbiamo potente intercessore in Cielo. Con la sua intercessione, preghiamo perché tutti, Chiesa a Roma, Chiesa in Cina e le autorità cinesi vengano mossi dalla grazia di Dio per realizzare la vera pace per la Chiesa e per la nostra patria. - Fonte
18 commenti:
Il titolo evoca il linguaggio moderno del cielo assicurato.
Ma possiamo pensare che chiunque anche in Purgatorio ha iniziato il viaggio verso il Paradiso. Papa Benedetto è morto professando fede in Gesù e ha ricevuto gli ultimi Sacramenti. La presunzione quindi dovrebbe essere che sia in Purgatorio se non in Paradiso.
Concordo. Del resto, anche il purgatorio deve essere considerato Casa del Padre, o no? Magari se non il salone delle feste, l'anticamera.
La disposizione del governo italiano stride con quanto deciso dal Vaticano e testimoniato fin dal momento della morte del Papa emerito: il lutto è previsto solo con la morte del Pontefice regnante. Dall'altra parte del Tevere e non solo a Roma ma in tutto il Paese, invece, tutti gli edifici pubblici avranno l'imbandieramento a mezz'asta per volere di Palazzo Chigi
di Francesco Antonio Grana | 4 GENNAIO 2023
https://infovaticana.com/2023/01/04/monsenor-schneider-el-pontificado-de-benedicto-xvi-valio-la-pena-por-la-sola-razon-de-haber-emitido-el-motu-proprio-summorum-pontificum/
Anche il Purgatorio deve esser considerato Casa del Padre....
Certamente. Bisogna però andarci e nessuno è sicuro che Ratzinger o qualsiasi altro ci sia andato.
Sarebbe meglio ripristinare l'uso antico. Quando uno moriva si diceva che era andato al Giudizio e si sperava che il giudizio gli fosse stato benevolo, nel caso di una persona diciamo normale. Nel caso di un notorio peccatore ci si limitava a ricordare il Giudizio, senza ulteriori specificazioni. Nel caso di chi moriva in odore di santità si diceva che la sua vita lasciava sperare che il Giudizio gli sarebbe stato benevolo sin da subito.
La cosa grave, della quale nessuno sembra volersi render conto, è la sparizione della verità di fede, secondo la quale subito dopo la morte la nostra anima si trova immediatamente di fronte Cristo Giudice. Forse Ratzinger ha combattuto contro l'oscuramento di questa importantissima verità di fede? A me non sembra. Ma se invece non è così, sarò contento che mi venga dimostrato il contrario.
Ricordo il grande timore del Cristo giudice che sempre dimostravano grandi santi come il cappuccino s. Leopoldo da Padova (dalmata di nascita), che si riferiva al Signore spesso come al "Padrone". Credo che si possa dire lo stesso di Santo Padre Pio.
Con la morte quel che è stato è stato, il tempo della misericordia è finito per sempre, per l'eternità vale solo la divina Giustizia, che non giudica secondo i labili criteri umani ma secondo gli immutabili principi da essa stabiliti, a noi comunicati nella Rivelazione.
T.
La marea di persone in fila che rende omaggio da giorni a questo papa mite e profondo sembra non aver dimenticato, a differenza di tutta la stampa, gli attacchi feroci del mondo contro di lui, e allo stesso tempo sembra silenziosamente richiamare ad un sussulto di dignità e pudore anche l'altro, il beniamino del mondo.
Perché al di là della voce altissima del filosofo Benedetto che ha provato a richiamare l'Europa, nel suo cupio dissolvi, alle sue più autentiche radici, nel dileggio di politici clown, di intellettuali miserabili, di scientisti ultradogmatici e finanzieri umanitari, con Ratzinger se ne va una merce oggi davvero rara, rara proprio nella Chiesa, così rara da doverci atterrire ad ogni scomparsa. Con Benedetto oggi perdiamo un autentico, umile, semplice, profondo uomo di fede.
E restiamo sgomenti a chiederci col Vangelo : "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8)
Dall'intervista di Mons. Gänswein, ho tradotto un'altra parte in italiano:
"Il Papa non ha nessuno sopra di lui, allora deve rinunciare al suo ufficio di propria iniziativa.
È già un fatto che le dimissioni hanno cambiato l'ufficio papale in sé, ma è anche cambiato il modo in cui è percepito.
La possibilità già esisteva, solo che era come... Ok, hai detto che nessun Papa ha rassegnato le dimissioni in questa forma per secoli.
Hai sentito spesso di Celestino V ed altri. Si, è vero. Ma ci sono anche stati antipapi che hanno rassegnato o che sono stati semplicemente depositi.
Io penso, comunque, che la forma che ha avuto in questo caso è stata unica."
Forse è solo altra carne al fuoco, ma dire: "le dimissioni hanno cambiato l'ufficio papale in sé... la forma è stata unica... è cambiato il modo in cui è percepito (l'ufficio papale)" sembrano parole forti o di chi non ha ancora capito il senso della rinuncia.
Dispiace farlo rilevare, ma ai parroci romani Benedetto XVi ha lasciato un testamento da Nuovo Teologo, apologeta del Concilio, senza sfumature di sorta.
Se si va a rileggere il Discorso fatto da Benedetto XVI il 14 febbraio 2013 nell'Aula Paolo VI al clero romano, si vede che Benedetto XVI si è voluto congedare dal suo clero come Papa del Concilio. Il Discorso è dedicato al Concilio. La fedeltà che proclama al Concilio è assoluta, senza sfumature. I problemi li attribuisce a qualche cattiva interpretazione e all'influenza nefasta dei media, che avrebbero creato il Concilio dei Media, causa principale dei traviamenti (parola non sua) del Postconcilio. Scomparsi del tutto i radi e timidi spunti critici suoi al Concilio, di anni prima - p.e., che il Concilio non aveva dato una definizione esatta delle religioni non cristiane. Ebbe Benedetto XVI il coraggio di affermare:
"Quindi, questi due documenti, libertà religiosa e "Nostra aetate", connessi con "Gaudium et spes" [costituzione su Chiesa e mondo contemporaneo] sono una trilogia molto importante, la cui importanza si è mostrata solo nel corso dei decenni, e ancora stiamo lavorando [dopo 50 anni !!] per capire meglio questo insieme tra unicità della Rivelazione di Dio, unicità dell'unico Dio incarnato in Cristo, e la molteplicità delle religioni, con le quali cerchiamo la pace e anche il cuore aperto per la luce dello Spirito Santo, che illumina e guida a Cristo". (Discorso del S. Padre Benedetto XVI, 14.2.2013, vatican.va, p. 9/10).
La prospettiva che domina il Discorso è quella della pace, del progresso dell'umanità cui voleva concorrere il Vaticano II (dei Nuovi Teologi), dell'aggiornamento della Chiesa al mondo moderno - vi manca ogni apertura al Sovrannaturale, alla dimensione che unicamente conta, quella della salvezza eterna, che la Chiesa lotta per procurare alle anime che si convertano a Cristo, strappandole a Satana.
I fedeli alla Tradizione che continuano a considerare Ratzinger una guida sicura (assieme a GP II) per la rinascita della Chiesa, e pertanto intoccabile il Vaticano II, non si rendono conto della cantonata che prendono.
Non si tratta di prendersela con i morti; più semplicemente, si tratta di non farsi ingannare.
Per trovare una guida sicura bisogna risalire a Pio XII.
PP
"Noi invece abbiamo un'altra misura! Il Figlio di Dio: il vero Uomo! E' Lui la misura del vero umanesimo".
Benedetto XVI
BREVE LETTURA MAI BANALE.
Uno dei punti su cui Benedetto XVI era distantissimo da Bergoglio: la scienza deve avere linee guida extra scientifiche o finisce per diventare totalitaria.
Non ho mai potuto sopportare troppo le encicliche degli ultimi papi spesso frutto di mille aggiustamenti compromissori e riduzionismi ma la Spe Salvi di Papa Ratzinger è un'opera di altra categoria che tutti dovrebbero leggere. Grande conoscenza dell'animo umano, vera antropologia, realismo, teologia della storia, zero sentimentalismi e ottimismi a buon mercato.
"Francesco Bacone e gli aderenti alla corrente di pensiero dell' età moderna a lui ispirata, nel ritenere che l'uomo sarebbe stato redento mediante la scienza, sbagliavano.
La scienza può contribuire molto all'umanizzazione del mondo e dell'umanità.
Essa però può anche distruggere l'uomo e il mondo, se non viene orientata da forze che si trovano fuori di essa."
(Benedetto XVI, Spe salvi, par. 25).
Semper in Christo vivas, Pater Sancte!
Conobbi il cardinal Ratzinger all'età di 33 anni nel Santuario Nuovo del Divino Amore. Uscivo dalla sagrestia e lui entrava nel Santuario. Mi venne istintivo di fermarlo ed egli si lasciò accostare e mi tese la mano.
Gli chiesi se gli piaceva la struttura del Nuovo Santuario; mi disse di no, con mia grande sorpresa, gli replicai che a me al contrario piaceva moltissimo e mi rispose con un timido sorriso: "Sa, ai tempi del Concilio Vaticano II ero considerato un progressista, oggi sono certamente un conservatore... Questo tipo di architettura cozza con la mia sensibilità". Mi benedisse, su mia richiesta, poi mi abbandonò con un sorriso.
Lo rividi cinque sei anni dopo da Papa, quando ancora, pur vivendo a Trieste, facevo parte del clero di Roma, ad una udienza ai preti di Roma.
E' il momento di abbracciare la verità, quella che tanti conoscono e che nessuno tra coloro a cui compete ha il coraggio di affrontare.
Non è che oggi fosse un conservatore, è che i tradizionalisti si sono allontanati così tanto dalla Fede da far sembrare conservatori perfino i progressisti.
È anche il momento di riflettere sulla mostruosità dell’istituzione di un fantomatico papato emerito e sulla confusione che ha creato tra tanti fedeli (che, però, ormai, non mi sento più di giustificare per la loro buona fede).
# i tradizionalisti si sono allontanti così tanto dalla fede etc?
Frase oscura. Che vuol dire?
# i tradizionalisti si sono allontanati così tanto dalla fede etc?
Secondo me è una delle tante provocazioni. Anche se per "tradizionalismo" dovrebbe intendersi ogni frangia intollerante che ha una visuale ideologica e sclerotica della vera Tradizione, che ovviamente, rifugge dagli -ismi
Sono turlupinature grezze. Si sente l’odore di bruciato della provocazione.
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