Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 7 gennaio 2023

Il ratzingerismo mieloso che confonde conservatorismo con Tradizione

La visuale disincantata di Letturine, alla luce di un episodio durante le esequie di Benedetto XVI. Qui l'indice degli articoli su Traditionis Custodes e successivi.

Il ratzingerismo mieloso che confonde conservatorismo con Tradizione

Mentre finalmente comincia a scemare un po' il picco di ratzingerismo mieloso - quello che si è rifugiato nel sogno "Benedetto XVI ottimo" (come se fosse necessario per poter legittimamente dire "Francesco I pessimo") - rimbalza sui blog cattolici l'immagine del fedele cattolico che al momento della Comunione è stato scacciato via perché si era inginocchiato. Ed erano i funerali di Benedetto XVI, quello comunemente rappresentato ad amministrare la Comunione "in ginocchio e alla bocca". Nell'immagine a lato è visibile il sacerdote, che ha ingiustamente scacciato il comunicando, con ancora la particola in mano, che agita come se fosse la paletta della Municipale (video qui).
[E mentre la Tradizione ci fa cantare: Ecce panis angelorum factus cibus viatorum, vere panis filiorum, non mittendus canibus, ci sono preti che ancora alimentano le loro ideologie, smantellando tutto ciò che di sacro la Chiesa ci ha consegnato -ndr].
A fine agosto 2010, Benedetto XVI aveva affermato (nel libro-intervista Luce del mondo):
"Non sono contro la comunione in mano per principio, io stesso l'ho amministrata così ed in quel modo l'ho anche ricevuta. Facendo sì che la comunione si riceva in ginocchio e che la si amministri in bocca, ho voluto dare un segno di profondo rispetto e mettere un punto esclamativo circa la presenza reale. Non da ultimo perché proprio nelle celebrazioni di massa, come quelle nella basilica di San Pietro o sulla piazza, il pericolo dell'appiattimento è grande. Ho sentito di persone che si mettono la comunione in borsa, portandosela via quasi fosse un souvenir qualsiasi. In un contesto simile, nel quale si pensa che è ovvio ricevere la comunione – della serie: tutti vanno avanti, allora lo faccio anch'io – volevo dare un segnale forte. Deve essere chiaro questo: 'È qualcosa di particolare! Qui c'è Lui, è di fronte a Lui che cadiamo in ginocchio. Fate attenzione! Non si tratta di un rito sociale al quale si può partecipare o meno'".
I cattoratzingeriani hanno ritenuto utile riportare la citazione trascurando la parte iniziale ("Non sono contro la comunione in mano per principio, io stesso l'ho amministrata così ed in quel modo l'ho anche ricevuta"), che purtroppo equivale a pensare che per difendere la Tradizione occorrerebbe qualche furbata, qualche mezza verità, "un qualche inganno fatto però a fin di bene", metodo tipico dei modernisti.

Tralasciando il fatto che lui personalmente "ha voluto dare un segno" (cioè qualcosa di personale, solo un "dare un segno", qualcosa che il suo successore avrebbe potuto - ed infatti ha - evitato di dare), nelle sue parole la questione giusto/ingiusto viene ridotta al timore di sacrilegi. Come se la Comunione "alle mani" fosse tutto sommato tollerabile.

Nel 2010 - dunque non nei formidabili anni del Concilio in cui il sacerdote Ratzinger esibiva giacca e cravatta - il papa Ratzinger affermava di non essere per principio ostile alla "comunione in mano" ma addirittura di averla data/ricevuta così (e senza qualificarla come peccato di gioventù). E dunque il pretonzolo che agita la "paletta della Municipale" ai funerali di Ratzinger si sarà sentito legittimatissimo a scacciare lo scandaloso comunicando che ha osato inginocchiarsi e scoprirsi il capo al momento della Comunione. Come osa negare il Concilio? Ora gliela faccio vedere io!

L'ingenuità dei cattoconservatori consiste nell'illudersi che basti conservare lo status quo (limando al più qualche eccesso come quello del sullodato pretonzolo), nel terrore che possa peggiorare. Cioè significa acconsentire al consolidarsi delle porcate già in essere (e quindi anche acconsentire all'autoridursi la già misera "riserva indiana" in cui sono rinchiusi). Pertanto festeggeranno quando il prossimo Papa risulterà meno peggio del Bergoglio (non che servano chissà quali cristiane virtù e illuminazioni), sostituendo la speranza cristiana col wishful thinking, l'ubbidienza col servilismo, la Tradizione col conservatorismo, il realismo con la mancanza di franchezza.

Nel 1989 un gruppo di laici a Roma, alla luce delle catechesi del passionista padre Enrico Zoffoli e del tam-tam mediatico sull'imminenza dell'indulto della Conferenza Episcopale Italiana sulla "comunione sulle mani" ("indulto" in quanto non prevista dai documenti liturgici), fece circolare nelle parrocchie romane un libretto che riepilogava i motivi contro la comunione "sulle mani". Purtroppo la CEI la approvò lo stesso (quale vescovo oserebbe "opporsi al Concilio"? dopotutto Siri era morto da più di un mese). L'ultima edizione del libretto, di qualche mese dopo la votazione della CEI (passata "con un solo voto in più del minimo indispensabile"), è leggibile qui.

Nulla togliendo a quanto di buono ha fatto Ratzinger, facciamo umilmente notare che anche riguardo all'atto più importante del suo pontificato - il Summorum Pontificum - ha sempre evitato di "dare l'esempio" personalmente.

Qui abbiamo sperato fino alla fine che spuntasse fuori qualche foto anche di una singola celebrazione "tridentina" del promulgatore del Summorum Pontificum. Ciò avrebbe costituito un precedente indiscutibile: "lo ha fatto il Papa, lo posso fare anch'io". Dai, non prendiamoci in giro: da "emerito" avrebbe potuto permettersi questo ed altro. Se il Papa che ha tanto parlato della bellezza della liturgia, e ha scritto che «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande», ma poi fino alla morte continua ad evitare ciò che dichiarava "sacro e grande" (e che aveva celebrato da sacerdote fin dal 1951), vuol dire davvero - come dicono i vaticansecondisti - che il Summorum era inteso a costituire una "riserva indiana" che i successori (vedasi Francesco e il Traditionis Custodes) avrebbero ridotto fino a far sparire.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Non confondiamo nemmeno il tradizionalismo con la tradizione, però.

Anonimo ha detto...

Tutti questi termini "ratzingerismo, conservatorismo.." dicono ormai poco, sono già superati, bisognerà attendere un Papa Santo che ripulisca la Chiesa da tutto il marciume accumulato in tanti anni. Nel frattempo preghiamo e offriamo sacrifici perché il buono che ancora c'è in parte della gerarchia ecclesiastica, si desti e produca frutti : https://www.laverita.info/ratzinger-resta-nella-chiesa-2659081282.html

Anonimo ha detto...

Il motivo principale per cui si finisce in una riserva indiana, in cui sentirsi i pochi eletti, destinata a sparire risiede proprio in questo modo di giudicare e di esporsi, che danneggia sia la causa, sia i poveracci che si trovano nel mezzo (che per trovare una Messa decente si devono mettere in viaggio). In questo periodo dare un'imprudente testimonianza, come si vuole qui, e farsi mettere all'angolo a chi giova? Ai puristi della riserva, per sentirsi migliori e perseguitati, o alla Chiesa? Si fa il vero bene delle anime se si dà in pasto a chi non ha i filtri per ritenere solo i messaggi "buoni", e scartare il resto, l'ennesimo articolo in cui si fanno le pulci a Benedetto XVI? Si fa il vero bene delle anime se queste tuonano come schegge impazzite ripetendo quello che leggono e magari non sono in grado di sopportare l'ostracismo che comporta, né hanno la preparazione o una vita spirituale tale da poter spiegare la loro posizione? Ci arriveremo alla divisione, è inevitabile, ma la lenta retromarcia che si voleva prudentemente innescare avrebbe attirato e raccolto molte più anime rispetto alle urla dal piedistallo, da cui i cecchini centrano l'obiettivo senza troppo clamore, come abbiamo imparato in particolare negli ultimi 10 anni. Questo non lo scrivo perché venga pubblicato, lo scrivo per lei, perché una persona con la sua preparazione e con il suo seguito, se aprisse il cuore alla compassione per le anime, seminerebbe in maniera molto più proficua per far raccogliere al Maestro molto frutto. Le letture che giovano allo spirito lasciano la pace, non l'amaro. La tristezza per le giuste denunce è un'altra cosa.

Anonimo ha detto...

La Tradizione ha un nuovo vescovo di lingua italiana, anche se opera in Irlanda .

http://www.unavox.it/Documenti/Doc1497_Williamson_31_dicembre_2022.html

Anonimo ha detto...

Splendido articolo!
Anonimo delle 10:43,
Fu Wojtyla il primo a fare confusione su che cosa fosse la Tradizione: secondo lui la Tradizione era cambiabile dal Papa di turno.
Ci sono addirittura dei conservatori che dicono: "IL PAPA È LA TRADIZIONE".

Angheran70 ha detto...

Anno nuovo , fesserie uguali..

"Nulla togliendo a quanto di buono ha fatto Ratzinger, facciamo umilmente notare che anche riguardo all'atto più importante del suo pontificato - il Summorum Pontificum - ha sempre evitato di "dare l'esempio" personalmente".

S.S. Benedetto XVI celebra "Ad Orientem" nella Capella Sistina


Le "vedove ratzingeriane" in questi 10 anni la battaglia l'hanno combattuta.
Che cosa ha fatto la Tradizione (sic) nel frattempo, se non i soliti esercizi di benaltrismo
mentre Gorgoglio demoliva allegramente tutto a cominciare dall'odiato Dicastero della Fede?

Niente , ha ripescato qualche citazione di 50 anni fa , omettendo le encicliche successive.
Non ha mai fatto chiarezza su certe ambiguità della Tradizione che vanno avanti dagli anni'70 , non disdegnando nemmeno la fuffa esoterica della rinuncia invalida pur di dare addosso a Ratzinger.

Comunque finti tradizionalisti e progressisti diversamente giovani hanno potuto constatare che il popolo cattolico esiste ed ha tanti pastori, spesso giovani, che sono corsi a rendere omaggio al "pastore tedesco" evidentemente molto più amorevole degli esponenti della "chiesa in uscita", infastiditi dall'ennesima smentita.

Che egli riposi finalmente in pace. Amen! ha detto...

Entschuldigen Sie bitte, Lass den Vorhang fallen.
Amen!

by Tripudio ha detto...

Duole dirlo ma il cardinal Ratzinger è stato fotografato a celebrare con le "pagnottone neocatecumenali" e relativi "calici-insalatiera" (è pur vero che fu l'unica volta che si lasciò gabbare dai kikos, avvenne al seminario neocatecumenale Redemkikos Mater di Roma quando gli fecero trovare i gadget kikizzati già pronti). E però papa Ratzinger - che pure ha aspramente rimproverato il Cammino (senza successo) per le sue stravaganze liturgiche - non si è mai permesso di celebrare la Messa tridentina (o peggio, se lo avesse davvero fatto, lo avrà fatto senza che ciò trapelasse mentre era ancora in vita).

E.P. ha detto...

Quanto a "Signore, ti amo", son tutti bravi a dire una cosa del genere. Ma nel suo caso fa eco del brano del Vangelo "Pietro, mi ami tu?".

Ci permettiamo di adoperare il suffisso "-ismo" per indicare quando una simpatia o antipatia degradano in ideologia.

Come ad esempio quando vediamo che la maggioranza assoluta di coloro che amano la figura di Ratzinger non riescono a guardare con onestà i limiti del suo operato. Tipo l'aver promulgato il Summorum Pontificum senza mai aver personalmente "dato esempio", nemmeno in una cappella privata da cui trapelasse solo qualche foto.

E no, la celebrazione della Novus Ordo in latino e ad orientem non conta.

E no, lo sguardo onesto su Ratzinger non è un "fare le pulci". È invece un documentare quanto gravemente siano in errore coloro che vogliono trasformarlo in una sorta di eroe dei fumetti senza macchia e senza paura. Cioè evitare che la sua figura non venga sostituita dal ratzingerismo e dal rifugiarsi nei sogni.

Anonimo ha detto...

Non c'è dubbio che anche solo una Messa pubblica di San Pio X celebrata da Benedetto XVI avrebbe assunto un valore illimitato rispetto a qualsiasi S.P.. Si è poi creduto erroneamente che il manuale Cencelli per accontentare le varie correnti ecclesiali potesse essere applicato dai Pontefici regnanti senza soluzione di continuità e invece da quel "buonasera" è arrivata la dittatura!

mic ha detto...

Traduzione commento 13:16
Tradotto più esattamente: “Scusate, si cali il sipario per favore"

Anonimo ha detto...

I pontefici fanno parte della nostra vita. Evidentemente dopo Pio XII ( di cui conservo un ricordo infantile, ma a mente lucida oggi che resta la mia vera guida) e soprattutto dopo il CVII sono tutti "modernisti". Ciò non ci impedisce di distinguere tra di loro delle belle e nobili personalità e di nutrire affetto e di sentirne la mancanza. Per me almeno è così. Senza "papolatria" o "smielato ratzingerismo".

Anonimo ha detto...

Se non vado errato, nello spazio WEB della ML di yahoo "Tradizionacattolica" era possibile ammirare una foto di Ratzinger che celebra la Messa Romana.
Foto risalente presumibilmente al 1990.

mic ha detto...

Ha senz'altro crlebrato la Messa antica nel 1990 a Wigratzbad presso il seminario della FSSP di cui fu il principale artefice della fondazione, in contrapposizione alla FSSPX , col mandato, tuttora rispettato di non criticare il concilio...

Marcello ha detto...

Solo un altro Concilio potrà chiarire il Concilio Vaticano II.
Dopo 60 anni non è ancora chiaro cosa è stato scritto e cosa malamente interpretato e non potranno essere conciliaboli a mettere la parola fine a questa diatriba.
Il problema è immaginare cosa possa emergere da un Concilio con questo clero.

Pio ha detto...

Il capolavoro dei modernisti è quello di riuscire a far passare Benedetto XVI per un conservatore, un tradizionalista. Il titolo di Repubblica di qualche giorno fa era: è morto l'ultimo conservatore.
Attenzione: questo dimostra quanto, per la grande maggioranza dei fedeli, la narrazione modernista e lo "spirito" del CVII abbiano fatto presa.
Ma Ratzinger, di fronte a un S.Pio X, che cos'è allora?
Abbiamo perso i punti di riferimento e sarà dura riacquistarli.

Anonimo ha detto...

http://lascuredielia.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

http://giallozafferano.it

Anonimo ha detto...

Ricollegandomi all’intervento non provocatorio di Marcello, non credo di essere d’accordo.

Anonimo ha detto...

Repubblica non è un giornale attendibile ,specialmente poi quando parla di Chiesa.Solo loro che in chiesa non ci mettono mai piede potevano uscirsene col titolo :"È morto l'ultimo conservatore".Poveretti ,tutti quei preti con la talare che erano giunti a Roma per il funerale di Benedetto per loro sono i nuovi preti alla maniera di Francesco.....Quello non è un giornale ma un catalogo di pessima pubblicità .Pubblicizza ossessivamente valori, che sono disvalori,tutti volti contro la vita ,la famiglia e quindi la Chiesa.

mic ha detto...

Per Marcello
Solo un altro Concilio potrà chiarire il Concilio Vaticano II.
Basta un papa cattolico che emetta un Sillabo con le dovute correzioni, come prefigurato da mons. Schneider.

Gian ha detto...

Sì, abbiamo bisogno di un Papa che sia Cattolico.

Anonimo ha detto...


# "Non confondiamo nemmeno il tradizionalismo con la tradizione, però".

Giusta osservazione. Quale può essere la differenza? Ad esempio, che il tradizionalismo è un certo modo di intendere la tradizione cattolica (di questa stiamo parlando). Modo opposto a quello del "cattolicesimo liberale". Questi due modi si sono storicamente contrapposti e ancora si contrappongono anche se sotto altri nomi.

Il "tradizionalismo" contiene diverse sfumature, sul piano culturale. Ha anche un'importante valenza politica, una "filosofia della politica" corredata di una sua visione della storia e della società. Tipico esponente: Donoso Cortez, considerato giustamente un classico del pensiero politico cattolico "reazionario", termine riduttivo e superficiale applicato a lui.
Il tradizionalismo cattolico può avere conseguenze politiche diverse, a seconda delle nazioni. P.e. quello spagnolo (di taglio neo-carlista) propugna un ritorno al principio della monarchia c.d. organica o tradizionale, riconoscente una discreta autonomia locale, di tipo però organico, fondata sulla famiglia e il lavoro, non su strutture regionali di tipo democratico-parlamentare, come quelle attuali. Per questo tradizionalismo, non ci sono problemi a concepire la Spagna come Stato unitario, nel senso appunto "carlista".

I "tradizionalisti" italiani invece, essendo antirisorgimentali, non sembrano concepire come legittimo uno Stato unitario italiano, date le sue origini. Per essi, salvo errore, si dovrebbe creare un "federalismo" basato sulle regioni attuali, da intendere come c.d. "nazioni spontanee", senza preoccuparsi dell'unità statale, senza la quale non c'è federalismo che possa funzionare. Il loro atteggiamento nei riguardi del rapporto Stato-Chiesa in Italia, non è del tutto chiaro: non sembrano riconoscere la Conciliazione del '29, respingono i Concordati come strumenti validi per regolare il rapporto Stato-Chiesa - insomma, senza dirlo apertamente, auspicano una modifica sostanziale del rapporto Stato-Chiesa cattolica nel nostro Paese.
Questo "tradizionalismo" sembra fermo al 1870, quando il Papa, privato con la forza dello Stato, si considerava "prigioniero" in Vaticano, come se da allora non fossero cambiate molte cose e il papato non fosse assolutamente libero di svolgere la sua alta missione, nel nostro Paese.
Insomma, se il modello neo-carlista (monarchia organica) ha un senso positivo per la Spagna, appartenendo costruttivamente alla sua storia, il modello dell'autonomia della "nazione spontanea" su base regionale, ce l'ha per l'Italia, ma in senso del tutto negativo, rappresentando esso il riemergere del secolare nostro "spirito municipale", egoista e politicamente ottuso, privo di senso dello Stato e dell'Italia come patria comune - protagonista il municipalismo di tanti disastri della nostra storia.
H.

Anonimo ha detto...

Secondo me, “tradizionalismo” si può anche tradurre con fariseismo. Attenzione maniacale all’esteriore, ai gesti, alle parole, alle suppellettili, ma con il cuore lontano da Dio, più preoccupati di apparire giusti. Sono gli stessi che condannava Gesù.

mic ha detto...

Infatti tradizionalismo, come tutti gli -ismi è un'ideologia... Non mi pare che chi ama approfondisce e diffonde la Tradizione possa annoverarsi in questa congerie. Solo chi per partito preso ragiona per stereotipi può affermarlo!
E nessun amante della Tradizione vuole sentirsi né tantomeno apparire giusto, riconoscendosi peccatore... Giusti non siamo noi, ma la giustizia appartiene alle verità che la Chiesa ci ha consegnato e che il Signore con la Sua Grazia desidera che viviamo, e non che ci limitiamo a proclamarle perché non vadano perdute o sfigurate!
Solo vivendole si incarnano e costruiscono la realtà secondo il cuore di Dio.