Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 5 febbraio 2025

Centenario della nascita di Mons. Brunero Gherardini

Ricevo e volentieri pubblico, con tanto amore e riconoscenza per il mio carissimo mons. Brunero, che incontravo spesso (non si sottraeva mai ogni volta che lo chiamavo) nel suo luminoso studio nel palazzo dei canonici, all'ombra del Cupolone. Mi chiamava apis argumentosa e ha scritto le prefazioni di due miei libri. Non passa giorno che non lo ricordi nella preghiera. Mi perdonerete il vezzo di pubblicare una foto (del 2016) che mi è molto cara! Questo blog è ricco di molti suoi testi e delle recensioni dei suoi libri. Li troverete digitando il suo nome sul motore di ricerca interno dalla colonna di destra.

Centenario della nascita di Mons. Brunero Gherardini

Lunedì 10 febbraio 2025 ricorre il centenario della nascita di mons. Brunero Gheradini (+2017). Per ricordare la data verrà celebrata alle ore 17,30 una Santa Messa di suffragio in Cattedrale, a cura dell'Associazione culturale Cesare Guasti e si spera nei prossimi mesi di poter realizzare un incontro di riflessione sul suo pensiero. 
La personalità di mons. Gherardini è una delle più eminenti del clero pratese del Novecento e ideale continuatore della grande scuola culturale e spirituale del clero pratese, che ebbe nell'Ottocento figure di grande rilievo. In particolare Gherardini si è contraddistinto come teologo e insegnante di ecclesiologia ed ecumenismo presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, dal 1968 al 1995. 
Si era laureato a metà degli anni Cinquanta con una tesi originale sul pensiero di Karl Barth, uno dei massimi teologi protestanti del secolo scorso. Per la redazione del testo entrò in contatto con il celebre pensatore svizzero, che visitò più volte a Basilea, anche con scambi epistolari Questa ricerca, una delle prime in Italia, venne proseguita e allargata con la conoscenza del pensiero di Lutero e dei suoi epigoni soprattutto di area germanica. Per questo motivo divenne peritissimo conoscitore della lingua tedesca e in Germania amava trascorrere lunghi periodi di studio, anche nella celebre università di Tubinga. La novità delle sue ricerche gli meritò l'ammirazione anche di teologi protestanti italiani, fra tutti il valdese Vittorio Subilia.

Un altro settore dei suoi interessi fu la promozione della conoscenza di alcuni santi, tanto da essere nominato consultore teologo della Congregazione per le cause dei santi. In particolare divenne postulatore della causa, assai complessa, per la beatificazione di Pio IX. Si occupò anche di una mistica canadese Dina Belanger, facendola conoscere per la profondità e l'originalità delle sue esperienze spirituali. Infine fu il più sicuro aiuto per giungere nel 1991 al riconoscimento dell'esercizio eroico delle virtù del concittadino Cesare Guasti, che aveva imparato ad amare dai canonici pratesi Enrico Mazzoni e Francesco Piccardi.

Il suo insegnamento romano era stato preceduto anche da una ricca esperienza pastorale di circa dieci anni presso la parrocchia pratese di S. Pier Forelli, alla quale rimase sempre affezionato e riconoscente. All'insegnamento universitario unì una ricca e varia attività di ricerca in ogni ambito della teologia: le sue pubblicazioni tra libri, articoli e recensioni contano almeno novecento titoli. In tutte queste opere vi era un filo comune tipico della cosiddetta teologia romana, e cioè la difesa delle ragioni del magistero pontificio, alla scuola del pensiero di san Tommaso d'Aquino. Per questi motivi al momento del suo pensionamento venne nominato canonico della basilica di S. Pietro in Vatiano. Trascorse gli ultimi anni della sua operosa vecchiaia vicino alla tomba del principe degli apostoli e alla casa dei pontefici, ideale coronamento dei suoi studi sulla chiesa romana e universale. Le sue ultime pubblicazioni hanno riguardato il concilio Vaticano II, con alcune che hanno avuto una risonanza mondiale con diverse traduzioni. Mons. Gherardini volle distinguersi da quegli estremismi che caratterizzano ogni fase post-conciliare. Come ricordava il grande storico Hubert Jedin: nel XVI secolo vi erano autori che consideravo invalido perfino il conclio di Trento.

Si trattò per Gherardini di una rilettura della storia del concilio oltre le apologie e le demonizzazioni. Voleva, come chiese in una lettera pubblica a papa Benedetto XVI, che la chiesa aprisse alla possibilità di rileggere criticamente l'evento conciliare, mediante congressi di studiosi e pubblicazioni, che dovevano, alla luce della ricerca teologica degli ultimi decenni, stabilire con maggior chiarezza le indicazioni conciliari, alla luce di una continuità evolutiva. L'iniziativa doveva essere guidata da un dicastero della curia, oppure dall'insieme delle università pontificie di Roma. Questa richiesta non ebbe purtroppo alcuna risposta, anzi vi furono soltanto le reazioni isteriche di qualche vescovo italiano. Dopo oltre quindici anni da quella petizione, si può cogliere tutta la lungimiranza di una iniziativa lasciata cadere in un colpevole oblio.

Era una prospettiva in linea con il celebre discorso di Paolo VI, spesso non letto per intero dai critici, del 7 dicembre 1965, dove si ricordava che il concilio “pur non volendo pronunciarsi con sentenze dogmatiche straordinarie”, avrebbe avuto bisogno di ”successivi approfondimenti e di diverse applicazioni”. Era la proposta di una rilettura che avrebbe aiutato e arricchito la chiesa. Un aiuto critico che talvolta permette meglio di capire le intenzioni del magistero. Basti pensare agli stimolanti rivilevi di Barth, nel suo opuscolo: Domande a Roma.

Mons. Gherardini morì a Roma il 22 settembre 2017 e volle essere sepolto accanto alla madre nel cimitero della Misericordia di Prato. Per questi motivi era doveroso il riconoscente suffragio a un nostro concittadino che pur lontano dalla città natale, si sentì sempre pratese.
Rodolfo Abati

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti gii ultimi saggi di Gherardini sono un prezioso aiuto prestato a quanti intendono leggere il Vaticano II senza rimanere invischiati.

In memoriam ha detto...

Mons. Gherardini fu allievo e amico di Monsignor Antonio Piolanti, uno dei più grandi tomisti e teologi del Novecento, oggi purtroppo ingiustamente dimenticato dai più, e gli successe in varie attività.

Anonimo ha detto...

Hai ragione pienamente. Monsignor Antonio Piolanti fu una figura gigantesca! Meriterebbe tutt'altra attenzione.

Anonimo ha detto...

Stefano Gizzi Ceccano

mic ha detto...

Risente anche lui della damnatio memoriae che ha colpito gli studiosi non inquinati dal modernismo.

Anonimo ha detto...

Spirito nobile, Brunero Gherardini
Gianluca Aureli

mic ha detto...

L'ultimo libro scritto da Mons. Gherardini:
'Credo in Gesù Cristo", Ed.Viverein, 2012

Non un’ennesima opera cristologica, ma una straordinaria meditazione e contemplazione dell’immagine di Cristo che emerge dalla bimillenaria Chiesa fondata proprio dal Figlio di Dio.
Siamo, allora, posti di fronte al vero Gesù della Fede, pensato e meditato dalla Teologia della Chiesa della Tradizione, il Gesù dei Cieli disceso in terra e non quello della terra elucubrato dai moderni saccenti.
Ci ha rivelato Monsignor Gherardini: «L’ho scritto di getto ‒ tranne le parti riguardanti storia e pensiero altrui ‒ di getto e con l’impressione di scrivere sotto dettatura, tanto naturale e fonte di gioia mi è stato lo scriverlo. È un libro nato in brevissimo tempo» e in brevissimo tempo lo si legge, grazie alla sua fluidità e alla ricchezza, che rapisce, dei suoi contenuti.

Anonimo ha detto...

In realtà c'è una piccola e virtuosa casa editrice (effedieffe) che sta ripubblicando da qualche anno le opere di tutti questi teologi della "scuola romana" e tomisti in generale, un libro di Piolanti sul Corpo Mistico è uscito proprio circa un mese fa.. Purtroppo anche qui non se ne è parlato.

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha  conservato copia degli schemi preparatori? Se sì,  bene benissimo! Degli originali se ne facciano più copie, che è bene dare ad ogni vescovo e cardinale tra i 'Fedelissimi' a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa.  Senza dar fiato alle trombe. Gli schemi originali siano studiati a dovere, anche dai Sacerdoti che sono alla macchia. Presto la squadra dei Cardinali, Vescovi e Sacerdoti devono far barriera. Dovrebbero prepararsi anche tutti i laici che in questi anni hanno combattuto a testa bassa per la Chiesa del Signore Gesù Cristo. Bisogna essere pronti per far quadrato, presto!
m.a.

mic ha detto...

Per gli schemi preparatori vedi qui
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/10/il-13-ottobre-1962-sessantanni-fa.html

E qui
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/07/ricordi-di-un-perito-del-vaticano-ii-il.html

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

FT: ho visto citato un pastore valdese di nome Subilia, risulta fosse rimasto al suo posto (ad Aosta) durante la Seconda Guerra Mondiale. Quindi è vero che anche i ministri dei culti ammessi non venivano chiamati alle armi. Era un dubbio che avevo da diverso tempo (il mio cliente valdese me lo aveva già detto, però), quindi la sola differenza di trattamento degli altri culti ammessi era che mentre gli studenti p.es. valdesi di Teologia erano stati chiamati alle armi in quella guerra, i seminaristi cattolici no (anche se nel Concordato erano esclusi da chiamata o richiamo alle armi solo i Ministri Ordinati, ossia dal Suddiacono in su). Ho conosciuto tre sacerdoti, oggi scomparsi, che erano e sono rimasti in seminario durante la guerra e sono stati ordinati poco dopo che questa era finita.
Invece ho letto del Pastore G. Girardet che, iscritto alla Facoltà Valdese, fu invece chiamato ugualmente alle armi (anche se come ufficiale) e che poi divenne Internato Militare perchè, come altri militari catturati dai tedeschi, si era rifiutato di continuare la guerra nelle fila di Salò.