Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 25 marzo 2025

L'impatto della liturgia sulle vocazioni: un'analisi basata sulla Giornata del Seminario

Nella nostra traduzione da Infovaticana un bilancio sulle vocazioni relazionato alla Liturgia.

L'impatto della liturgia sulle vocazioni: 
un'analisi basata sulla Giornata del Seminario

Ogni 19 marzo, festa di San Giuseppe, la Chiesa celebra la Giornata del Seminario, una giornata che ci invita a riflettere sulla realtà delle vocazioni nel mondo.
In un contesto di crisi vocazionale in molti paesi occidentali, questa analisi si propone di esaminare i dati disponibili sul rapporto tra il numero di seminaristi e sacerdoti nei diversi contesti ecclesiali.
Una delle principali conclusioni è che esiste una sorprendente correlazione tra liturgia e vocazioni, evidenziata dal confronto tra gli istituti tradizionali e le diocesi.

Una prospettiva preoccupante nei paesi secolarizzati
Sebbene la situazione vocazionale vari da Paese a Paese, l'analisi dei dati diocesani rivela un fenomeno ricorrente nei Paesi più secolarizzati: il rapporto tra seminaristi e sacerdoti è estremamente basso. In alcuni casi non si riesce nemmeno a raggiungere il tasso di ricambio generazionale, il che mette a rischio la continuità del clero nel medio e lungo termine.
  • Spagna: 0,057 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 17,5 sacerdoti).
  • Francia: 0,051 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 19,5 sacerdoti).
  • Italia: 0,065 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 15,3 sacerdoti).
  • Germania: 0,029 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 34,5 sacerdoti).
I paesi martiri e il loro dinamismo vocazionale
A differenza dell'Europa occidentale, i paesi in cui la Chiesa subisce persecuzioni o si trova ad affrontare gravi difficoltà tendono ad avere tassi di vocazioni più elevati. Ciò è chiaramente visibile in Africa e in India, dove la crescita del clero è molto più sostenibile.
  • Africa: 0,122 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 8 sacerdoti).
  • India: 0,527 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,9 sacerdoti).
Il caso delle istituzioni liturgiche tradizionali
Forse il risultato più sorprendente di questa analisi è il confronto tra i seminari diocesani e le istituzioni che celebrano la liturgia tradizionale. In quest'ultimo caso, il rapporto tra seminaristi e sacerdoti è da 5 a 10 volte superiore rispetto alle diocesi.
  • Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX): 0,42 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 2,35 sacerdoti).
  • Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP): 0,56 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,8 sacerdoti).
  • Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote (ICRSS): 0,83 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,2 sacerdoti).
  • Istituto del Buon Pastore (IBP): 0,75 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,33 sacerdoti).
  • Comunità di San Martín: 0,65 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,54 sacerdoti).
Confrontando questi dati con la media diocesana (0,08 seminaristi per sacerdote), risulta evidente che queste comunità presentano un dinamismo vocazionale eccezionale. Mentre le diocesi europee hanno rapporti che non garantiscono il ricambio generazionale, le istituzioni tradizionali hanno un seminario in continua crescita.

La situazione dei seminari diocesani e il tasso di sostituzione
Mentre le istituzioni tradizionali mostrano numeri incoraggianti, i seminari diocesani in molte parti del mondo stanno affrontando un preoccupante declino. Con un rapporto medio di 0,08 seminaristi per sacerdote, la capacità di sostituire il clero è insufficiente, soprattutto in paesi come Germania, Francia e Spagna, dove le ordinazioni annuali non sono sufficienti a compensare i pensionamenti e le morti dei sacerdoti. In alcuni casi, i vescovati sono costretti a unire le parrocchie a causa della mancanza di nuovi sacerdoti, il che si ripercuote direttamente sulla vita pastorale delle comunità.

Affinché una diocesi mantenga un numero stabile di sacerdoti, è richiesto un rapporto minimo di 0,20 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 5 sacerdoti attivi). Questa stima si basa sulla stima che un sacerdote esercita il suo ministero per circa 55 anni prima di andare in pensione o morire.

Senza raggiungere questa soglia, il numero complessivo dei sacerdoti diminuirà progressivamente, come sta accadendo in molte diocesi occidentali. La stragrande maggioranza dei seminari diocesani in Europa e in America si trova al di sotto di questo livello, il che spiega il declino del clero in queste regioni.

Conclusioni
I dati raccolti mostrano una realtà ineludibile: il tasso di vocazioni è basso nei Paesi più secolarizzati, più alto nelle regioni in cui la Chiesa è perseguitata e molto più alto nelle istituzioni che praticano la liturgia tradizionale. Senza esprimere giudizi sulle cause di questo fenomeno, la correlazione tra liturgia e vocazioni è evidente nei numeri.

In un momento in cui molte conferenze episcopali cercano soluzioni alla crisi vocazionale, potrebbe valere la pena di osservare attentamente le realtà in cui le vocazioni prosperano. Non c'è dubbio che nel Giorno del Seminario questa riflessione diventi più attuale che mai.
Jaime Gurpegui

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

20 commenti:

tralcio ha detto...

Spiace scriverlo: nella chiesa bergogliana (non genericamente postconciliare, ma bergogliana) una vocazione al sacerdozio che muova i passi dall’esperienza terrificante di molti oratori e parrocchie sarebbe cattolicamente “strana”. Fanno eccezione le vocazioni maturate in contesti miracolosamente rimasti l’onda lunga della pur problematica stagione precedente.
Per queste però arriva la forca cardinale di seminari diocesani ideologizzati che possono condizionare pesantemente le buone disposizioni del giovane, addomesticandole all’ospedale da campo.

Tra l’altro questo spiega lo spostamento vocazionale (il Signore chiama sempre) fuori dal contesto diocesano.

In un certo senso è come per il matrimonio: un corso fidanzati dopo amorosi partiti a e con parroci bergogliani fa passare la nozione stessa di Sacramento e infatti ci si sposa meno.

Più banalmente è come l’otto per mille: moltissimi non lo versano più da anni alla Chiesa cattolica. Bisogna ridurli all’inedia: la chiesa bergogliana è meritevole di sgonfiarsi e rivedere le strutture e soprattutto chi ne costituisce il corpo docente, esercitando il munus docendi in nome del mondo.

In un certo senso è tutto provvidenziale: certi seminari sono poco cattolici è un seminarista cattolico ne sarebbe fuorviato.

E’ inverno, ma viene la primavera.
Quando si capirà la grazia di aver avuto sacerdoti, vescovi e pontefici santi, non mancheranno giovani desiderosi di ricalcarne il coraggio e la fede per annunciare e servire Cristo nei sacramenti.

Basta però con quelli che non capiscono che il bergogliano è una lingua non cattolica, imposta con la forza. La sede era impedita, ma l’impedito ha coltivato bene la vigna.

Nulla è impossibile a Dio, mentre ai superbi è possibile prendere fischi per fiaschi, anche in latino.

La Verità di oggi ha detto...

Il video che svergogna Prodi

Il filmato trasmesso da Rete 4 mostra l’ex premier prendere per i capelli la reporter mentre l’apostrofa con disprezzo per una domanda scomoda. Se un politico di destra avesse fatto un gesto così, avremmo i giornalisti sulle barricate. Invece molti applaudono Mortadella.

• Ora che lo vuole Berlino, Gentiloni tifa per il debito
• Trump spiazza ancora tutti. Dazi più leggeri e «mirati»
• Pace in Ucraina, si tratta su centrali e linee di confine

social.laverita.info/sfogliatore

Annunciazione della Vergine ha detto...

« Ti saluto Maria, o piena di grazia, il Signore è con te! Non solo è con te Dio Figlio a cui dai il tuo sangue, ma anche Dio Spirito Santo, per opera del quale Tu concepisci, anche Dio Padre che dall’eternità ha generato quel che Tu Concepisti. È con te il Padre che fa tuo il Figlio suo; è con te il Figlio che, volendo compiere un prodigioso mistero, si nasconde nel tuo seno materno, senza violarne l'integrità verginale; è con te lo Spirito Santo che assieme al Padre ed al Figlio ti santifica. Dio è con te, veramente »
(S. Bernardo).

Anonimo ha detto...

E cosa c'entra?

Anonimo ha detto...

Oggi è il Dies natalis del Servo di Dio Monsignor Marcel Lefebvre difensore della Santa Messa in Rito Romano e del Sacerdozio Cattolico.

mic ha detto...

L'ho passato perché c'entra con la Festa di oggi: l'Annunciazione della Vergine!

Anonimo ha detto...

Mozart ~ Ave Verum Corpus ~ Leonard Bernstein
https://www.youtube.com/watch?v=NK8-Zg-8JYM

Anonimo ha detto...

"La sede era impedita ma l'impedito ha coltivato bene la vigna..."
Si continua con queste pie leggende, che poi a ben vedere non sono tanto pie, visto che ignorano le ambiguità e gli errori dottrinali mantenuti e messi in circolazione da Ratzinger. L ' elenco è stato fatto molte volte ed è inutile ripetersi, non servirebbe comunque a nulla : gli orfani di Ratzinger sembrano una setta dedita al culto dello scomparso, impermeabile a qualsiasi argomento razionale.
La famosa 'Introduzione al Cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico', forse ancora libro di testo nei seminari, dovrebbe esser messa all'Indice, se ancora esistesse l'Indice.
ar

Anonimo ha detto...

Entrando nel mondo il Signore disse:
«Eccomi, o Dio, io vengo per fare la tua volontà».

Scrie Kwasniewski ha detto...

Ecco una nota che ho ricevuto da un seminarista che prega l'antico breviario:
"Pregare il breviario in latino non è molto visto di buon occhio nel mio seminario. Ho notato in biblioteca l'altro giorno che l'istituto ad un certo punto ha preso tutti i [vecchi] breviari che potevano essere usati per pregare le ore e li ha rimossi dalla collezione. Sospetto l'intento di scoraggiare la recita dell'Ufficio Divino sulla liturgia delle ore."
Il latino è una chiave per la vasta casa del tesoro della Cristianità Occidentale. Ecco perché i progressisti lo temono così tanto e hanno fatto del loro meglio per oltre 50 anni per sopprimerne la conoscenza.

Anonimo ha detto...

La prima cosa che colpisce il mio occhio e' il non voler piu' faticare all'insegna del tutto e subito.

Catholicus ha detto...

"una setta dedita al culto dello scomparso", bravo, Anonimo a.r. 11:11, parole sante, come gli orfani del papa " santo subito" , del resto, tutta gente indisponibile ad ogni confronto basato sulla razionalità, sull' uso della retta ragione, oltre che della sana dottrina e della fede bimillenarie: no, per loro vale solo l' ostinazione ideologica, gli slogan, le frasi fatte, e gli insulti ai loro interlocutori....mi creda, tempo.perso dialogar con loro, peggio che con i bergogliani duri e puri. Come diceva quel generale richiamato dal fronte per vivere alla corte del Re Sole "preferivo stare al fronte, almeno lì i nemici li riconoscevo dalla divisa"!

Anonimo ha detto...

Nella Chiesa si celebra anche la Giornata delle Vocazioni... Negli ultimi anni però ho sempre sentito qualsiasi prete pregare non solo per le vere Vocazioni (quelle sacerdotali e quelle religiose) ma per le "vocazioni sacerdotali, religiose e alla famiglia": quest' ultima, come ha ben chiarito Romano Amerio nel suo Iota Unum, non è una vera Vocazione, in quanto la famiglia è la "strada" naturale di chi non è stato "vocato", "chiamato" da Dio a seguirlo in modo particolare o nel sacerdozio o nei Consigli Evangelici (povertà, castità e obbedienza). Dunque, la famiglia è una non-vocazione.
Parimenti la chiamata ai Consigli Evangelici, che una volta si chiamava la "via della perfezione" ("Se vuoi essere perfetto, vai, vendi tutto quello che hai, vieni e seguimi"), viene svilita inserendola in una generica chiamata alla santità derivante dal battesimo, comune a tutti, e sottolineando con vigore che "si può santificare di più una madre di famiglia o chiunque lotti nel mondo rispetto ad una monaca di clausura fuggita dal mondo", come se questa fosse una strada larga e comoda... (cosa che può succedere in alcuni casi, ma l'argomento non è comunque pertinente).
Proprio da questa supervalutazione del laicato e svalutazione sia dei sacerdoti che dei religiosi, a livello sia teorico che pratico, nasce la crisi dei seminari e degli ordini religiosi contemporanei non amanti della Tradizione (stendendo poi un velo pietoso sulla loro infedeltà ai rispettivi Fondatori e Regole, dato non trascurabile per spiegare la crisi post-conciliare ma che meriterebbe ben altro spazio di approfondimento).

Infine, leggendo i dati riportati sopra a proposito degli istituti tradizionali, appare evidente la crisi della FSSPX rispetto alla San Pietro ma anche rispetto a Cristo Re Sommo Sacerdote, piu' coerenti con se stesse. Crisi causata dall'ambiguita' dei lefebvriani, che da un lato si vogliono distinguere giustamente rifiutando il Vaticano II, ma che dall'altro hanno intavolato impossibili 'dialoghi' con un Vaticano a loro dire "eretico". Una contraddizione in termini, che li mette sullo stesso piano del Vaticano bergogliano ecumenico luterano e pachamamico. Gli manca insomma la coerenza del mai troppo compianto Mons Williamson o anche quella di un Viganò.

Anonimo ha detto...

Sulla crisi delle vocazioni di cui soffrirebbero i "Lefebvriani".
Questa crisi in realtà non si vede dove sia. Ci sarebbe solo in relazione alle due citate Congregazioni Ecclesia Dei, che attualmente avrebbero più seminaristi. SEcondo l'Anonimo ciò deriverebbe dal fatto che esse si sarebbero dimostrate "più coerenti con se stesse".
L 'Anonimo ha mai assistito ad una Messa domenicale, solenne, celebrata dalla San Pietro, per esempio? Ci vado da qualche tempo, non potendo per ragioni di salute attendere alla Messa celebrata dalla FSSPX, troppo lontana. Sono belle Messe, con un bel coro. I sermoni sono sempre corretti teologicamente, riferiti al Vangelo del giorno. Però della crisi dei valori spaventosa del mondo contemporaneo e della cristi n e l l a Chiesa non si parla mai. Sembra che vivano in un altro mondo. Anche nelle loro patinate riviste, tutto va bene. Il papa è trattato con il dovuto rispetto filiale e ci mancherebbe. Ma, trattandosi di papa Francesco, nemmeno una virgola sulle sue discutibili "riforme". Si potrebbero fare accenni critici anche senza bisogno di nominare per nome il responsabile, papa Francesco. Conformismo totale.
Dobbiamo parlare di ipocrisia? Se questo è il caso, è del tutto errato volerla cercare presso i "lefebvriani". Il "dialogo" con la S. Sede risulta fermo da parecchio tempo. I vertici della FSSPX non hanno dimostrato alcun interesse a proseguirlo, data la personalità del papa regnante.
Non si trattava di "impossibili dialoghi con un Vaticano a loro dire eretico". Mantenere un rapporto aperto e corretto con Roma è stata sempre l'intenzione espressa di mons. Lefebvre, continuata dai suoi successori fin quando possibile. Mons. Lefebvre non è mai stato sedevacantista.
Dove sarebbe allora la "contraddizione"? Non c'è nessuna contraddizione. Dire poi che tale supposta "contraddizione" mette la FSSPX "sullo stesso piano del Vaticano bergogliano ecumenico luterano e pachamamico", significa come minimo prendere fischi per fiaschi.

Insomma, smettiamo di calunniare la FSSPX e con argomenti che più ridicoli non potrebbero essere.
T.

Anonimo ha detto...

Per ragioni di logistica anch'io frequento sia le cappelle lefebvriane sia comunità Ecclesia Dei. In entrambi i casi si riconosce Bergoglio come Papa e si critica il suo operato, evitando però la polemica. Come in entrambi i casi si criticano le derive della società, ma senza clamori e andando al sodo. Dunque nell'approccio sono simili.
Ciò che le distingue è il giudizio sulla Messa Novus Ordo: sbagliata ma valida per gli Ecclesia Dei; sbagliata, eretica e invalida per i lefebvriani. Tanto è vero che in confessione i preti FSSPX prescrivono ai loro penitenti regolari (non a quelli occasionali, a quanto mi risulta) che non abbiano la possibilità di recarsi tutte le domeniche da loro per problemi di lontananza, di sostituire la Messa domenicale con la recita del Rosario a casa... E bontà loro, tale pratica assolverebbe il precetto domenicale. Ma anche senza tali raccomandazioni discutibili, il fatto che ritengano la Messa Novus Ordo invalida è dimostrato dal loro rifiuto a celebrarla. Se invece fossero valide sia VO che NO, come ritengono gli Ecclesia Dei, non potrebbe sussistere un rifiuto assoluto del NO, ma solo una scelta preferenziale del vecchio.
Dunque, se i lefebvriani ritengono la Messa NO invalida, la Chiesa Cattolica attuale sarebbe priva di un sacramento come l'Eucarestia... Ma non solo di quello, dato che anche tutti gli altri sacramenti sono stati riformati, con modifiche sostanziali come nel caso del sacramento dell'Ordine e perfino del Battesimo, dove l'esorcismo è stato ridotto se non eliminato. Una Chiesa con uno o più sacramenti invalidi è eretica, a rigore di logica. E la Chiesa Cattolica sarebbe eretica non dall'avvento di Bergoglio ma dal Concilio. Colloquiare con degli eretici per accordarsi e riunirsi a loro è riprovevole. Questo è quello che ha fatto la FSSPX per lunghissimi anni con Mons Fellay, e che la mette sullo stesso piano della Chiesa Cattolica post conciliare che ha cercato l'accordo con i luterani e tutti gli altri. Accordi impossibili, se si vuole rimanere fedeli al deposito della Fede.

Per quanto riguarda la crisi della FSSPX, è sotto gli occhi di tutti, dimostrata dalle cifre riportate sopra, dove essa è ultima fra le 5: "0,42 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 2,35 sacerdoti)" contro lo 0,56 (San Pietro); 0,65 (comunità di San Martin); 0,75 (Buon Pastore); 0,83 (Cristo Re SS). Tradotto in soldoni, meno di mezzo seminarista ogni sacerdote, il che non basta a rimpiazzare quelli che scompaiono e le tante defezioni verso altri lidi, a volte anche clamorose. Non è neanche "crescita zero" (un seminarista ogni sacerdote) ma sotto zero. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
Stupisce invece che si ritenga la Fraternità incriticabile e che chi la critica benevolmente o parla di fatti concreti e innegabili sia ritenuto un calunniatore. Se al contrario la Fraternità affrontasse serenamente i suoi problemi e contraddizioni, senza chiusure e paure che sono un segno di debolezza, forse riuscirebbe a superare l'impasse e tornare a crescere.

Anonimo ha detto...

La più bella liturgia pasquale è quella pre-1955.
Certo, chi va in chiesa solo per adempiere a un precetto sarà infastidito dalle dodici profezie (oggi quattro letture, solito annacquamento), ma chi ha fame del Signore ne esce veramente con la coscienza che il Signore è veramente risorto.

Davvero, se fossimo coscienti di ciò che abbiamo perso...

P.S.: A chi dice che dodici letture in latino sono difficili da digerire, rispondo: non siamo più nel 1600, tutti sappiamo leggere, e basta procurarsi o farsi dare una traduzione scritta, e il problema è risolto.
Quando vi ho assistito (non "partecipato") lo scorso anno, alla fine avevo le lacrime agli occhi dalla gioia e dallo stupore...

Anonimo ha detto...

Ahimè, ci piacerebbe dire il contrario, ma i dati sono ancora peggiori di quelli riportati nell'articolo...
Gli ultimi dati disponibili, che si trovano su Wikipedia

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Society_of_Saint_Pius_X

dicono che a marzo 2021 i preti della Fraternità erano 676, contro 190 seminaristi. Da ciò si deduce che c'è un seminarista ogni 3,55 preti, non un seminarista ogni 2,35 sacerdoti come affermato nell'articolo.

Forza e coraggio, FSSPX!

Anonimo ha detto...

Non so che preti "lefebvriani" abbia frequesntato lei. Quelli che ho frequentato io per tanti anni non hanno mai detto che la Messa NO è invalida. Forse ci sono tra loro degli zeloti che lo sostengono. Hanno sempre detto, questa è la posizione ufficiale, che si tratta di una Messa ambigua che rischia di farti perdere la fede. Ragion per cui è meglio non frequentarla. Questa era la posizione di mons. Lefebvre: diceva che "non potevamo considerare la Nuova Messa invalida", nonostante i cambiamenti, inclusi quelli del Canone; tuttavia soggiungeva che era meglio cercare di evitare questa Messa, per i motivi sopra spiegati. Diceva anche che si poteva onorare il riposo festivo con pie letture e recite del Rosario a casa propria, se necessario, in sostituzione di una Messa ambigua, aperta a tutti gli abusi liturgici.
Aveva torto? In effetti, frequentare quella Messa fabbricata a tavolino con gli esperti protestanti è estremamente pericoloso per la fede.
Che nei loro sermoni i sacerdoti Ecclesa Dei critichino la politica dell'attuale papa pur senza far polemica non mi risulta ed è difficile crederlo. Da quel poco che ho visto delle loro riviste di tale critica non v'è traccia - così come non v'è traccia o se c'è è assai labile - della denuncia della deriva morale della nostra società. In genere le loro sono belle prediche, ma hanno un che di rarefatto, se rapportato alla realtà presente. Nelle loro riviste, hanno mai critiato Fiducia supplicans, Amoris Laetitia, la Dichiarazione di Abu Dabi etc?
E hanno mai spiegato ai fedeli per qual motivo non vogliono celebrare la Messa Novus Ordo?
Si tratterebbe solo di "sensibilità liturgica" per il passato liturgico della Chiesa, come voleva far credere Ratzinger?
Le statistiche non dimostrano niente. SEcondo le statistiche il cattolicesimo sarebbe in crescita clamorosa in tutto il mondo e tutto andrebbe nel migliore dei modi.

Anonimo ha detto...

Non è giusto ritenere un "calunniatore" chi critica "benevolmente" la fsspx. Giusto.
Ma dove sarebbe questa critica "benevola"? Nell'accusare la fsspx in sostanza di doppiezza e nel metterla sullo stesso piano della grottesca Chiesa pachamamica (ed eretica) di Bergoglio?
Cerchiamo di essere seri, per favore. Se queste sono critiche "benevole"....
Allora come dovrebbero essere quelle "malevole"?
In realtà dietro l'apparenza "benevola" si sparge veleno e con argomenti che non stanno né in cielo né in terra, cercando di mettere la fsspx sullo stesso piano della "Chiesa" di Bergoglio!!
C'è un vero e proprio odio nei confrornti della fsspx (vedi p.e. certi articoli della NBQ) colpevole di non essersi allineata ai normalizzatori da un lato, ai sedevacantisti dall'altro.

Anonimo ha detto...

Ancora a proposito delle ingiuste critiche alla fsspx

il 12 maggio 2023 Don Davide Pagliarani, superiore generale, ha rilasciato un'intervista alla SSPX.NEWS nella quale ha demolito la "sinodalità" bergogliana. Mi sembra che Mic abbia stampato quest'intervista, a suo tempo. Ne ho la versione in inglese.
Egli afferma che questa concezione "sinodale" della Chiesa realizza il modernismo in forma "matura e perfezionata". Ciò non equivale ad accusare papa Francesco di essere un modernista e quindi un eretico? Modernismo, perché? Perché la religione viene ricondotta come sua fonte all'esperienza personale del singolo, al sentimento dell'individuo, del quale i pastori devono "mettersi in ascolto". La fonte di fatto non è più la verità rivelata e quindi la Scrittura mantenuta dal magistero e dalla tradizione della Chiesa - la fonte viene ad essere la coscienza individuale ed anzi il sentimento e persino l'opinione, aggiungo. E la "misericordia" bergogliana accetta tutto, a quanto pare, venga presentato come espressione del sentimento individuale, modo di vita incluso.
Pertanto, continua Don Pagliarani, la Chiesa "offre adesso all'umanità un insegnamento che non corrisponde più alla trasmissione di una Rivelazione trascendente" [...] Si propone un "vangelo" diminuito e ridotto a dimensione umana, diventato un semplice libro di meditazione e conforto, adatto a tutti..". In quest'ottica "i principi morali diventano opzioni personali"...La religione, ridotta ad esperienza personale dell'individuo e poi incomunità, viene aperta a tutte le evoluzioni possibili...". Eresia, dunque? Don Pagliarani si chiede se si possa parlare di eresia vera e propria quando "ci troviamo di fronte ad un "nulla" che non si può nemmeno descrivere. Un eretico infatti ancora "crede" in qualcosa, e può ancora avere un'idea della Chiesa, anche se distorta. Qui, ci troviamo di fronte ad un'idea di Chiesa non solo bizzarra ma anche 'liquida', per usare un'espressione corrente. Qui, infatti, si propone una Chiesa senza dottrina, senza dogma, senza fede, che non ha più bisogno di un'autorità che insegni qualcosa. Tutto è dissolto nello spirito di "amore e servizio", senza effettivamente sapere cosa ciò significhi...".
Quest'estratto mi sembra sufficiente. Un discorso chiaro o no? Sulla sinodalità cosa hanno detto le varie Congregazioni Ecclesia Dei, la FSSP etc ? Hanno espresso le dovute critiche?