Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 14 novembre 2013

Gnocchi - Palmaro. Il questionario di Pietro

Il Foglio di oggi pubblica l'ormai settimanale riflessione di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, che seguono con attenzione e con accorato sensus Ecclesiae non mondanizzato il dipanarsi degli atti e delle questioni che dalla Chiesa - ancora Romana? - si riflettono sui fedeli e sul mondo intero.

La chiesa di Francesco è diventata il luogo delle opinioni, piuttosto che delle verità. Intanto un’acqua torbida e tumultuosa vorrebbe spazzare via il muro dottrinale che protegge l’indissolubilità
Anche quando dovrebbe essere al servizio di Nostro Signore, la burocrazia ecclesiale finisce sempre per provvedere soprattutto a se stessa, proprio come quella mondana. Non fa che parlare di sé, avocare ogni atto a sé e vedere chiesa e mondo a immagine di sé. Il questionario di preparazione per il Sinodo straordinario sulla famiglia recentemente diramato da Roma ne è solo l’ultima conferma. Riesce difficile vederne l’utilità, se si vuole veramente comprendere che cosa crede e che cosa pensa, quindi che cosa prega e che cosa è, il gregge affidato a Pietro.

Fino a qualche decennio fa, sarebbe bastato molto meno per avere contezza della situazione: qualsiasi prete che dicesse messa santamente, dopo il “Salve Regina” finale, avrebbe saputo riferire immediatamente al vescovo, e poi questi al Papa, senza dimenticare un volto e un’anima. Ma era un’altra messa ed era un modo di “sentire cum Ecclesia” che non va più di moda. La domenica mattina, dopo l’esile e orante “Asperges me…” intonato dal sacerdote, il popolo proseguiva vigoroso e sicuro sulla melodia gregoriana nell’implorare “Domine hyssopo et mundabor, lavabis me et super nivem dealbabor…”. Sulle parole del Salmo 50, ciascuno chiedeva per sé e per i fratelli di essere mondato nel sentore sacro dell’issopo e nel lavacro divino che lo avrebbero reso più bianco della neve. Intanto, racchiuso nel piviale sorretto dai chierichetti, il celebrante si era avviato lungo la navata ad aspergere e mondare con acqua benedetta coloro che, ancora una volta, accorrevano al sacrificio del Golgota. Per ognuno aveva uno sguardo e un’attenzione speciali, a ciascuno secondo il suo bisogno, poiché ne conosceva le virtù e i peccati. Era Cristo che passava ancora tra le folle della Galilea e della Giudea: “Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam…”, e chi sentiva il gregoriano risuonare da fuori si affrettava per toccare il lembo del mantello di Colui che li conosceva e li amava uno per uno.

“Il padre Smith”, racconta Bruce Marshall nel romanzo della lotta di questo sacerdote con la carne e il mondo, “percorse le file dei fedeli, mentre Patrik O’Shea lo precedeva con secchiello dell’acqua benedetta, e spruzzò di gocce d’argento i facchini ferroviari, gli scaricatori del porto, i marinai, le maestre di scuola, le commesse e le servette, che si segnarono. Sui capelli, sugli scialli, sulle zucche pelate, il prete spargeva l’acqua santa, lavando tutti, simbolicamente, dai pensieri e dalle ambizioni dei giorni feriali. Arrivò alle vecchine degli ultimi banchi che avevano in testa il berretto del marito appuntato con un grosso spillo perché se san Paolo aveva detto che la gloria della donna è la sua capigliatura, aveva detto anche che quando andava in casa del Signore doveva tenerla coperta. Alle tre girls del varietà, coi capelli che parevano trucioli, il padre Smith dette una spruzzatina speciale, perché quei loro visi gialli gli fecero un effetto così tremendo, e lo stesso fece per il professor Bordie Ferguson, in terza fila, perché pensava che questo metafisico soffrisse di orgoglio intellettuale”.

Padre Smith, come ogni altro sacerdote dei suoi tempi e della sua pasta, non avrebbe avuto bisogno di un questionario arrivato da Roma e anticipato dai giornali per sapere che cosa pensassero le sue pecorelle della fede, della dottrina, della morale e delle follie del mondo e della carne. Parlava al suo gregge con le parole di Dio e riferiva a Dio con le parole del suo gregge, che nulla avevano di mondano: mediatore sull’altare, lo era anche in canonica e lungo le strade della sua città.
Ora, la chiesa di Roma si appresta al Sinodo sulla famiglia e avvia un’indagine conoscitiva in ogni diocesi per sapere che cosa frulla nella testa dei fedeli. C’è chi ha gridato al sondaggio e se, formalmente, si può anche eccepire, materialmente non si può ignorare la deriva mondana che concede molto, forse troppo, all’ansia sondaggistica. A cominciare dal linguaggio dolciastro e pedestre che ricorda tanto le preghiere dei fedeli delle messe di oggigiorno: “Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla chiesa a proposito dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione? (…) Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della chiesa al loro cammino di fede?”.

E’ sempre la liturgia a dettare la metrica e il linguaggio della chiesa e se, in un ospedale da campo, viene celebrata la messa inventata a furor di Concilio da monsignor Annibale Bugnini non ci si può attendere altro: una specie di questionario da accettazione per un pronto soccorso, ma meno preciso. Non potrebbe essere adottato strumento migliore per dare corpo a quella contiguità con il mondo che piace tanto ai fan del pontificato di Papa Francesco. Gilbert Keith Chesterton, con piena ragione, amava ripetere che ogni secolo ha bisogno di santi che lo contraddicano, ma oggi è difficile sentir dire da un pastore che, per esempio, nella chiesa si entra in ginocchio lasciando il secolo sulla soglia. “Eppure”, diceva in un’intervista Marshall McLuhan a proposito della sua conversione, “quando le persone iniziano a pregare hanno bisogno di verità. Tu non arrivi alla chiesa per idee e concetti, e non puoi abbandonarla per un mero disaccordo. Ciò avviene per una perdita di fede, una perdita di partecipazione. Quando le persone lasciano la chiesa possiamo dire che hanno smesso di pregare. Il relazionarsi attivamente alla preghiera e ai sacramenti della chiesa non avviene per mezzo delle idee. Oggi un cattolico che è in disaccordo intellettuale con la chiesa, vive un’illusione. Non si può essere in disaccordo intellettuale con la chiesa: non ha senso. La chiesa non è un’istituzione intellettuale, è un’istituzione sovrumana”.

Laddove rimanga un minimo di rigore liturgico e razionale, risuona patetica la rincorsa al dissidente per offrirgli qualcosa di meno invece che qualcosa in più. Il questionario di preparazione per il Sinodo sulla famiglia è un repertorio di suggerimenti al ribasso, ricco di perle che possono solo inquietare. “Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale” vi si dice per esempio “potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali”. Sembra che la chiesa abbia scoperto oggi il territorio prima del tutto ignoto del dolore e della sofferenza abitato dalle famiglie distrutte e dalle coppie ricostruite che non possono accedere alla Comunione. Finalmente, nell’ospedale da campo di Papa Francesco, dopo secoli di indifferenza e di distrazione, si troverà la medicina giusta.

Ma sui divorziati risposati, e ai divorziati risposati, la chiesa dice da sempre tutto quello che c’era, c’è e ci sarà da dire: “Ci sono nella vita situazioni coniugali che chiedono comprensione e destano compassione senza fine (…). Questi casi veramente pietosi di donne tradite, disprezzate, abbandonate, ovvero di mariti umiliati dal contegno della propria moglie rappresentano, per la chiesa e per il cristiano, casi meritevoli di molto rispetto e di sofferta considerazione”. Parole scritte nel febbraio 1967 da monsignor Pietro Fiordelli, vescovo di Prato che assurse agli onori delle cronache per la sua battaglia antidivorzista. E’ del 14 settembre 1994, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il documento firmato dal prefetto della congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger e rivolto a tutti i vescovi del mondo “circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati”. Stiamo parlando di 19 anni fa. Il Sant’Uffizio, citando la “Familiaris consortio” di Giovanni Paolo II, Anno Domini 1982, parte dalla considerazione che “speciale attenzione meritano le difficoltà e le sofferenze di quei fedeli che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari”. E poi scrive che “i pastori sono chiamati a far sentire la carità di Cristo e la materna vicinanza della chiesa” accogliendo con amore queste persone, “esortandoli a confidare nella misericordia di Dio e suggerendo loro con prudenza e rispetto concreti cammini di conversione. Il Sant’Uffizio del “pastore tedesco” conosceva già la misericordia di Dio e la sofferenza bisognosa e, proprio per questo, nel capoverso successivo, citando la “Humanae vitae” di Paolo VI, concludeva: “Consapevoli però che l’autentica comprensione e la genuina misericordia non sono mai disgiunti dalla verità, i pastori hanno il dovere di richiamare a questi fedeli la dottrina della chiesa riguardante la celebrazione dei sacramenti e in particolare la recezione dell’eucarestia”.

La pastoralità non può mangiarsi la dottrina e il documento del 1994 ribadisce che la chiesa “fedele alla parola di Gesù Cristo non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il precedente matrimonio”. Questo concetto si chiama indissolubilità, è un vincolo di diritto divino e nessuna autorità, nemmeno un Papa, potrebbe arbitrariamente rinnegarlo. Da Enrico  all’ultima pecorella di padre Smith, nessuno può cancellare quel vincolo, se esiste ed è valido. “Perciò”, conclude in modo euclideo il Sant’Uffizio, “se i divorziati si sono risposati civilmente, si trovano in una condizione che contrasta oggettivamente con la legge di Dio e perciò non possono accedere alla Comunione eucaristica per tutto il tempo in cui perdura tale situazione”. La chiesa è, innanzi tutto, custode dell’eucarestia e non può venire a patti sul monito paolino che mette in guardia dal comunicarsi senza essere il grazia di Dio per non mangiare la propria condanna.

Se un’anima è in peccato mortale, nessun atto formale che sia ingiusto potrebbe cancellare una verità di fatto, anche se reca la firma di un uomo di chiesa. Non è possibile nessuna “amnistia”, neanche per i divorziati risposati, perché essa non cambierebbe in alcun modo la loro condizione reale davanti a Dio. Ma oggi, dentro la chiesa, si è smarrito il senso del peccato e ciò che inquieta nel questionario inviato a tutte le diocesi dell’Orbe è l’implicita rassegnazione a tale fenomeno. Questa sorta di tensione anagogica al contrario turba sempre meno anime, come scriveva Cristina Campo in una lettera del 1965 a Maria Zambrano: “Come mai si celebra ancora la festa dogmatica dell’Unica Immacolata, mentre implicitamente si nega, in mille modi, la maculazione di tutti gli altri? In un mondo dove non è più riconosciuto non dico il sacrilegio, l’eresia, la blasfemia, la predestinazione al male – ma il puro e semplice concetto di peccato? Padre Mayer mi disse un giorno di scrivergli tutte le cose che mi turbano nello svolgersi del Concilio; e io gli riposi: ‘Ma non sono che due, sempre le stesse: la negazione della Comunione dei Santi (potenza della preghiera, ruolo sovrano della contemplazione, reversibilità e trasferimento delle colpe e delle pene) e il rifiuto della croce (l’uomo ‘non deve più soffrire’, restare un’ora sola inchiodato alla croce della propria coscienza o alla porta chiusa di un irrevocabile ‘non licet’)”.

Quel “non licet” oggi spaventa soprattutto la chiesa, anche se è stato meritoriamente ribadito dal prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller, subito rimbrottato dal confratello Reinhard Marx. Sarebbe segno di ingenuità sottovalutare il sommovimento teso ad ammorbidire la posizione della chiesa. Il dibattito avviato negli ultimi tempi non è altro che lo sbocco in superficie di un fiume carsico presente nel mondo cattolico da decenni. Un’acqua torbida e tumultuosa che vorrebbe spazzare via il muro dottrinale che protegge l’indissolubilità matrimoniale. Per motivazioni di ordine pastorale, per realismo e apertura al mondo e alle sue esigenze pratiche. Non si contano i parroci, i moralisti, i docenti di seminario, i vescovi che su questa faccenda hanno abbandonato da tempo quanto insegnato dalla chiesa. C’è chi pensa al modello ortodosso, che consente un bonus, una sorta di carta jolly per validare il secondo matrimonio dopo il fallimento del primo. C’è chi studia l’idea della “benedizione” delle seconde nozze, come succedaneo del sacramento vero e proprio.

Dal Concilio Vaticano II in poi, la chiesa ha preso a concepirsi e presentarsi come problema invece che come soluzione per la salvezza degli uomini. Anche quando parla del mondo, in realtà lascia trasparire o dice palesemente la propria inadeguatezza e promette solennemente di porvi rimedio recuperando il terreno perso dall’avvento dell’illuminismo in poi. La portata di tale mutamento di prospettiva la si può paragonare a quanto avvenne in filosofia con il criticismo di Kant. Con l’avvento della filosofia kantiana, l’uomo non è più ritenuto capace di conoscere il mondo nella sua intima realtà poiché la ragione non viene più ritenuta in grado di raggiungere il noumeno, la cosa in sé, il vero nucleo dell’esistente. Di conseguenza, essendo considerata incapace di conoscere veramente il reale, la ragione viene anche considerata incapace di definirlo e si ripiega su stessa, non parla che di se stessa e finisce inevitabilmente per concepirsi come un problema. Oggi la chiesa appare intimidita davanti al mondo al pari dell’uomo kantiano davanti al noumeno. Dubita dei propri fondamenti intellettuali e pertanto, pur proclamando di aprirsi al mondo, in realtà si considera incapace di conoscerlo, di definirlo e, quindi, rinuncia a insegnare e a convertire: tenta solo di interpretare.

Se tutto diviene oggetto di interpretazione, è normale che sorgano le torri di Babele di documenti nei quali ogni minimo aspetto dello scibile viene preso in esame fin nei dettagli. Ma è ancora più naturale che i documenti non sortiscano alcun effetto sulla realtà per il semplice fatto che, in fondo, non se ne curano. Del resto, un organismo costretto a dubitare della propria capacità di conoscere e intervenire sul mondo non può che rifugiarsi in un universo fittizio creato sulla carta.

Il questionario di preparazione per il Sinodo sulla famiglia conferma tale deriva. E ora ne seguiranno altri, molti altri, moltiplicheranno le domande suggerendo un ancor maggiore numero di risposte. Se la chiesa aveva affascinato Chesterton come “luogo dove tutte le verità si danno appuntamento”, oggi sembra diventata il luogo dove si danno appuntamento le opinioni. In un luogo simile si sarebbe trovata a disagio una santa anima sacerdotale come il Curato d’Ars. A un confratello che gli confidava le pene per la condotta immorale dei suoi parrocchiani, quella creatura naturaliter antikantiana non consigliò di far circolare un questionario, chiese semplicemente: “Ha provato a flagellarsi?”.
di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro

87 commenti:

Angelo ha detto...

Forse a Palmaro e Gnocchi ha fatto bene la cacciata da parte dell'untuoso prete di Radio Maria. Il Foglio paga molto bene. Certa gente cade sempre in piedi.

mic ha detto...

Dati gli argonenti, una denigrazione cinica e fuori posto, la tua, Angelo.

Angelo ha detto...

Come no, fuori posto e le cdd. vittime fanno i soldi.

Anonimo ha detto...

Dall'articolo:

"Laddove rimanga un minimo di rigore liturgico e razionale, risuona patetica la rincorsa al dissidente per offrirgli qualcosa di meno invece che qualcosa in più. Il questionario di preparazione per il Sinodo sulla famiglia è un repertorio di suggerimenti al ribasso, ricco di perle che possono solo inquietare. “Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale” vi si dice per esempio “potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali”. Sembra che la chiesa abbia scoperto oggi il territorio prima del tutto ignoto del dolore e della sofferenza abitato dalle famiglie distrutte e dalle coppie ricostruite che non possono accedere alla Comunione. Finalmente, nell’ospedale da campo di Papa Francesco, dopo secoli di indifferenza e di distrazione, si troverà la medicina giusta."

Ma come detto dopo, la Chiesa ha già parlato al riguardo e non si può contraddire.

mic ha detto...

Come no, fuori posto e le cdd. vittime fanno i soldi.

Fanno i soldi che consente loro la professione che hanno intrapreso. Ma non credo proprio che le motivazioni del loro parlare siano economiche.

Angelo ha detto...

Conosco troppo bene certi ambienti per farmi fregare. A me, che mi ammazzo per 600 euro al mese, e che non credo di essere meno intelligente di certi scribacchini, se mi offrissero di lavorare per "Il Foglio", direi no, per una questione di coerenza. Loro invece --le vittime-- scrivono un articolo a settimana. Se voi sapeste quali sono gli emolumenti, forse parlereste meno di cinismo. Scrivano qualcosa anche per Cucchi e per Ligresti. Ah, è vero, il Foglio non difende i poveri cristi, mentre difende i Ligresti.

una sola fede ha detto...

Anche a mio avviso ci vuole tanto coraggio a dir le cose chiare in un clima di caccia alle streghe contro chi non si uniforma al pensiero unico peronista, e chi ne ha fatto anche un poco di esperienza in tal senso lo sa bene.
Se volevano fare soldi senza aver troppi guai sapevano come fare, emulando in pieno la maggior parte dei loro colleghi che scrivono su ormai "cosiddetti" giornali cattolici.

RIC ha detto...

Sul Foglio di oggi, sotto il bell'articolo di Gnocchi e Palmaro c'e' un altro articolo, (per una volta non critico nei confronti del vdr) che evidenzia un presunto particolare apprezzamento di Bergoglio per mons. Marchetto (definito "critico per eccellenza della scuola di Bologna"). L'articolo e' a firma di Matteo Matzuzzi

mic ha detto...

Conosco troppo bene certi ambienti per farmi fregare. A me, che mi ammazzo per 600 euro al mese, e che non credo di essere meno intelligente di certi scribacchini, se mi offrissero di lavorare per "Il Foglio", direi no, per una questione di coerenza.

E' una scelta personale. E poi entrano in campo anche altri fattori. Non puoi pensare che anche la loro non lo sia. E non è detto che la politica sia il motore di tutto l'agire delle persone.
Penso che si può ugualmente riconoscere la verità dei contenuti, a prescindere dallo schieramento di chi li esprime.

Sarebbero state più convincenti tue argomentate motivazioni sui punti da loro esaminati.

Anonimo ha detto...

ricordo che di tutti gli annullamenti decisi al mondo oltre la metà riguardano solo gli Stati Uniti, dove sono decisi già a livello diocesano.L'annullamento viene comunemente chiamato"divorzio cattolico". Una cosa strana del procedimento è che per poter fare domanda di annullamento al tribunale diocesano bisogna presentare anche la sentenza di divorzio già ottenuto in sede civile.

una sola fede ha detto...

Certo che a volte siamo proprio incontentabili: una volta tanto che troviamo due eccellenti giornalisti, veri maestri della penna (ho anche il loro libro critico vs CVII ed è magnifico) che difendono la verità di sempre e si scagliano contro l'indifendibile (benché difeso da quasi tutti), facciamo loro le pulci anziché ringraziarli. E in più sopperiscono a molti tra coloro che scrivono su giornali "cattolici". Ne avessimo di questi!

Angelo ha detto...

Sarebbero state più convincenti tue argomentate motivazioni sui punti da loro esaminati.

Hai ragione, ma a me non pagano 300 euro per un articolo, quindi non ho tempo per esaminare Gnocchi e Palmaro, che poi alla fine dicono sempre le stesse cose.

una sola fede ha detto...

...e poi come non ringraziare il buon Dio che con la Sua immensa Provvidenza ci dona uomini (di Dio, appunto) che ci donano anche in queto articolo, ad esempio, una perla conclusiva del genere? Qui si può veramente dire che il talento coniugato all'amore vero per il Signore e la Sua Chiesa di sempre fa cose splendide:

"Se la chiesa aveva affascinato Chesterton come “luogo dove tutte le verità si danno appuntamento”, oggi sembra diventata il luogo dove si danno appuntamento le opinioni. In un luogo simile si sarebbe trovata a disagio una santa anima sacerdotale come il Curato d’Ars. A un confratello che gli confidava le pene per la condotta immorale dei suoi parrocchiani, quella creatura naturaliter antikantiana non consigliò di far circolare un questionario, chiese semplicemente: “Ha provato a flagellarsi?”.


Guardate che se i soldi per un pezzo come questo non glieli dava nessuno, avrei indetto io stesso una colletta per degnamente ricompensarli! Quando in gioco ci sono le anime e l'onore e la gloria di Dio e la difesa della Sua Chiesa non possiamo stare troppo a cavillare. Bisogna solo alzarsi e applaudire.

giuseppe ha detto...

E' che Ferrara è un furbacchione, oltre ad essere un brillante giornalista.

Anonimo ha detto...

Beh, io non vedo molta differenza fra loro e chi è andato a scrivere sotto dittatura-dettatura sui giornali filomassonici, quindi.....almeno loro tengono la lingua in bocca invece che penzoloni per leccare le mani del padrone di turno....questione di nuances, volendo glissare con nonchalance.Passante per caso2

mic ha detto...

Hai ragione, ma a me non pagano 300 euro per un articolo, quindi non ho tempo per esaminare Gnocchi e Palmaro, che poi alla fine dicono sempre le stesse cose.

Anche a me, Angelo, non mi pagano.
Se non hai tempo di esaminare, non dartelo nemmeno per sparare a zero.
Sono io che te l'ho permesso perché ti ho sempre stimato per la tua intelligenza e sensibilità.
Ma il nostro tempo merita di essere impiegato meglio. Anche il tuo.

Japhet ha detto...

È vero, la pastoralità non può mangiarsi la dottrina, che è verità che salva, non una gabbia ideologica.

Anonimo ha detto...

C’è chi studia l’idea della “benedizione” delle seconde nozze, come succedaneo del sacramento vero e proprio.
E' dagli anni '70 che non pochi preti si comportano in tal modo.

Anonimo ha detto...

L' articolo é chiaramente correttissimo dottrinalmente e pregevolmente composto. Il suo inserirsi in un contesto di sistematica cadenza temporale presso un "pulpito" così diremmo "dubbio" , mi fa temere che possa finire per contribuire alla strumentalizzazione schematizzante dei sacrosanti concetti esposti da parte dei nemici di ogni tipo.
Oltre all'essere stati concepiti, a mio parere, già dall'origine della decisione della loro pubblicazione da parte dello straussiano direttore, proprio solo e soltanto come fungibili instrumenta regni.
E purtroppo spesso "il medium è il messaggio"

Alessio

mic ha detto...

Il suo inserirsi in un contesto di sistematica cadenza temporale presso un "pulpito" così diremmo "dubbio" , mi fa temere che possa finire per contribuire alla strumentalizzazione schematizzante dei sacrosanti concetti esposti da parte dei nemici di ogni tipo.

E' una osservazione che ha un suo valore.
Tuttavia penso che meglio poter affermare certe cose da un pulpito dubbio nella misura in cui dà spazio a qualunque cosa, piuttosto che essere silenziati.

Almeno tra coloro che leggono, che sono - credo - non tutti della stessa estrazione, può esserci chi è in grado di recepire.

Anonimo ha detto...

Meno male che gli ottimi Gnocchi e Palmaro scrivono sul Foglio. Pensate se fossero costretti sul Bollettino di Roccacannuccia! Per quelli a cui non piacciono, non hanno tempo, non capiscono o non vogliono capire le argomentazioni, c'è sempre la possibilità di posizionarsi dall'altra parte, dove si applaude sempre e comunque, e ultimamente si prova un gusto particolare per la parodia.
Pepito sbazzeguti

Franco ha detto...

Io lascerei a margine la questione del "tornaconto" che Gnocchi e Palmaro ricevono o riceverebbero dai loro interventi: può essere monetario ( ma ci credo pochissimo ); può essere "adrenalinico" ( la soddisfazione del protagonismo di chi si compiace di "epater le bourgeois catholique"); può essere il conforto interiore dato dalla consapevolezza del fare quello che ritengono un loro dovere, costi quel che costi ( già, perchè rischiano di essere emarginati dall'editoria cattolica ).
Andrei piuttosto al sodo: quali sono i motivi per i quali il matrimonio monogamico eterosessuale indissolubile è da considerarsi l'unico valido e proficuo per la società, tanto da essere proposto come "virtuoso" fin dall'infanzia, come quando ai bambini si diceva che la mamma è l'angelo della casa? Già, perchè oltre al motivo teologico ( le esplicite parole di Gesù ) ci sono motivazioni di ordine psicosociologico, nel senso che il diffondersi dei legami incerti e liquidi tende a indebolire e disfare il tessuto sociale non tanto nel breve, quanto nel lungo periodo. E' all'ordine del giornio il problema del "femminicidio" e ora si sta profilando quello della diffusa maternità primoadolescenziale ( Inghilterra ) e del "babysquillismo".
Finora tutte le società hanno considerato di fondamentale importanza custodire quella che definirei la "staffetta generazionale" ( padri, figli, nonni, nipoti ) che,all'interno di un tessuto sociale solido, mantiene grosso modo un equilibrio psicologico nei tempi lunghi ( anche della vecchiaia ) attraverso la fissità dei ruoli. Non è disdicevole richiamare la connessione tra "matrimonio" e "patrimonio": la famiglia come agenzia di affetti e sicurezza che si protende lungo le generazioni. Tutto questo senza trascurare il tema dei "parenti serpenti" che esiste oggettivamente.
Se vale il discorso caro a Benedetto XVI, si dovrebbe mostrare òa convergenza tra motivazioni di fede ( "l'ha detto Gesù )e motivazioni razionali-funzionalistiche. In particolare bisognerebbe darsi da fare per articolare meglio il concetto di "legge naturale ( nel senso etico ) essenziale per "eticisti" come Gnocchi e Palmaro, che attualmente è messo in crisi dal paradigma domoinante dello storicismo e dell'evoluzionismo e che personaggi importanti cone la nota sociologa della famiglia Chiara Saraceno ( ex cattolica ) dichiara inconsistente, e con lei Scalfari e quant'altri della borghesia laicista.

Anonimo ha detto...

14 nov
Melloni & C. in lutto, traditi dal “loro” papa

“Una volta Le ho detto, caro Mons. Marchetto, e oggi desidero ripeterlo, che La considero il migliore ermeneuta del Concilio Vaticano II”.

A Bologna, nel santuario di quella “scuola” oggi diretta dal professor Alberto Melloni che ha il monopolio mondiale dell’interpretazione del Concilio Vaticano II, avranno listato le bandiere a lutto.

Perché Agostino Marchetto era la loro bestia nera, il loro critico più irriducibile, da sempre.
...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/14/melloni-c-in-lutto-traditi-da-papa-francesco/
m

mic ha detto...

È vero, la pastoralità non può mangiarsi la dottrina, che è verità che salva, non una gabbia ideologica.

Grazie per la sottolineatura di quest'affermazione dell'articolo.

Quoto.

mic ha detto...

Grazie, Franco, per le puntuali sottolineature.
È tutto l'impianto del nostro credere e sentire e la relativa antropologia e sociologia che non vengono più sviluppati.

mic ha detto...

E sembrano perdere ogni diritto di cittadinanza.

Anonimo ha detto...

Mi scuso signora, se risulterà la mia questione fuori dal focus della discussione sul contenuto dell'articolo, ma leggendola e stimandola sarei molto interessato di ricevere una sua valutazione riguardo una situazione ipotetica che costruirò consapevolmente grossolana e paradossale per esemplificazione:

Ponendo come diffusamente riconosciuti come ben chiaramente caratterizzati i naziskin (le ho detto che volevo essere grossolano) dall'opinione pubblica,
Poniamo che un grosso skin italiano ateo o neopagano abbia preso in uggia bergoglio non per questioni dottrinali ma per la sua operazione a Lampedusa ( e anche qui non per le diciamo "particolarità" liturgiche e dottrinali manifestate, ma per il semplice messaggio filo immigrazionista )

Poniamo che questo grosso esponente possegga un giornale e voglia cominciare fare dei "dispetti" a bergoglio, per quella ragione lì, ma pensi che sia più furbo colpirlo su un suo punto (purtroppo) oggettivamente debole con articoli puntuali e corretti scritti da esperti dotti preparati e sanamente (loro) motivati , piuttosto che scrivere pubblicamente che so,. "bergoglio mi stai antipatico perché non sei un suprematista bianco" perché ben sa che la cosa non produrebbe invece alcun nocumento né fastidio anzi il contrario.

Poniamo che a questo punto il direttore ritenesse il noto apologeta Tizio il giornalista adatto, e poniamo pure che Tizio personalmente fosse pure politicamente abbastanza suo simpatizzante. O comunque ragionevolmente critico riguardo l'immigrazione pur non essendo uno skin.

Orbene: Tizio non dovrebbe comunque, pure se lui stesso personalmente abbastanza in linea col giornale,e pure se inconsapevole della volontà strumentalizzatrice del direttore, prima di accettare, considerare comunque che scrivendo su un quotidiano skinhead più che convertire qualche skin dal paganesimo, o trovare d'accordo chi è già d'accordo, otterrebbe il maggiore effetto di regalare un assist alla preponderante e schiacciante fazione benpensante-conciliarista per rinfocolare il parallelo "tradizionalisti" = criptonazisti , atto a spaventare e a tenere lontani i più grandi numeri di fedeli semplici delle parrocchie conciliari (ignoranti invincibili per la cinquantennale ignoranza indotta) dal sano cattolicesimo?
Data anche la tiratura cartacea modesta del giornale , Tizio non produrrebbe gli stessi effetti positivi , senza però quelli negativi , con la divulgazione dei suoi articoli attraverso la pubblicazione su riviste o siti o blog più integralmente cattolici considerata l'odierna maggiore efficacia ed efficienza dei nuovi media, e il fatto che poi noi pubblico di riferimento attraverso questi canali siamo comunque raggiunti? (grazie soprattutto al prezioso lavoro volontario di persone come lei che non saranno mai ringraziate abbastanza)

Il tutto detto ricordando che comunque spesso come si dice "il meglio è nemico del bene", senza volontà di polemica, ma in spirito di carità e solo per una richiesta di opinione su un dubbio intellettuale.

Alessio

P.s.: Mi rendo conto di essere uscito dal tema dell'articolo, se non mi ritenesse pubblicabile la pregherei se può di pregiarmi di una sua considerazione alla mia mail. Grazie dell'attenzione

mic ha detto...

Alessio,
mi pare che la sua ipotesi, pur se grossolana e paradossale, potrebbe - sempre a livello di ipotesi - comportare un comportamento scorretto e non coerente da parte dell'apologeta, se cristiano, a prescindere da qualunque sua collocazione politica che lo faccia essere pro o contro l'immigrazione, ammesso che di un problema così complesso si possa parlare in termini sommari.

Nello specifico, valuto Lampedusa e quanto vi si collega un dato marginale rispetto a tutto il resto degli atti e detti di Bergoglio e le responsabilità sull'immigrazione non direttamente riconducibili a lui, che un apologeta è propenso a guardare più sotto l'aspetto dottrinale, come abbiamo fatto noi, che sotto quello politico.
Ritengo dunque la sua ipotesi, per quanto posso saperne io, remota o addirittura non corrispondente alla realtà.

Inoltre non vedo in assoluto qualunque possibile collegamento ai tradizionalisti come criptonazisti. Perché allora, tanto per fare anch'io un'ipotesi grossolana e paradossale, potrei anche vedere nel delineare e alimentare un'ipotesi del genere, una mossa analoga del Mossad, dettata da finalità oltre che ideologiche sommariamente 'contro' chi difende la Rivelazione Apostolica e Chi l'ha portata nel mondo.

Aggiungo che, almeno in queste pagine, non si può trovare nessuna traccia di antisemitismo - figuriamoci rispetto a sue propaggini estreme - dal momento che è stato ripetutamente spiegato che la opportuna e ineludibile sottolineatura della differenza tra le due fedi non può acquisire nessun carattere di antisemitismo, che è un fenomeno di tutt'altro genere e origine.

Marco P. ha detto...

Forse già segnalato ma sul Foglio articolo anche del prof. De Mattei del 12nov:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/20593
(interessante anche la parte conclusiva che è un tema alle volte affiorante tra le onde delle discussioni di questo ottimo blog).

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo delle 16 che citi Magister..
Magister come suo solito ultimamente scambia i suoi desideri per realtà. Che Bergoglio elogi pubblicamente mons. Marchetto lascia il tempo che trova,quando poi quotidianamente nella pratica Bergoglio non si attiene per nulla all'ermeneutica di Marchetto. Melloni può continuare a dormire sonni tranquilli altro che bandiere a lutto.

Anonimo ha detto...


Mi scusi signora non ho saputo esprimere comprensibilmente il mio dubbio.
Intendevo usare l'espediente dello skin e lampedusa solo come strumenti per esprimere una situazione ipotetica ma non ci sono riuscito!

La proficuità per la comune causa del cattolicesimo integrale, dell'ipotesi che l'apologeta cattolico utilizzi una qualunque tribuna per esprimersi al netto degli effetti negativi che potrebbe provocare la facile confusione del messaggio buono con il media ipoteticamente dubbio! ( ho qui introdotto l'inesistente giornale skinhead per esemplificare un pulpito squalificante al massimo per l'opinione pubblica e poi ho pensato "per far filare l'apologo pensiamo perché un inesistente skin ateo dovrebbe avercela con il papa essendo agnostico?.. Ah già facciamo finta che sia per lampedusa!! )
Mi scusi!!
Sono stato io imprudentissimo ad usare con leggerezza, solo per fare un esempio mal riuscito, temi così scottanti !!!

Alessio


P.s. Anch'io

Inoltre non vedo in assoluto qualunque possibile collegamento ai tradizionalisti come criptonazisti. Perché allora, tanto per fare anch'io un'ipotesi grossolana e paradossale, potrei anche vedere nel delineare e alimentare un'ipotesi del genere, una mossa analoga del Mossad, dettata da finalità oltre che ideologiche sommariamente 'contro' chi difende la Rivelazione Apostolica e Chi l'ha portata nel mondo.

Sottoscrivo totalmente!!!!

Franco ha detto...

@ Mic. Quel tale lavoro
( collegamento-confronto delle affermazioni "dogmatiche" e "dottrinali" in senso buono con la cultura contemporanea ) è ISTITUZIONALMENTE quello delle Università Cattoliche.
Dal 1968 in poi hanno svolto, lo stanno svolgendo nel modo sistematico che era nella mente dei fondatori? Quanti fra i docenti UC pongono questo scopo al di soprea di ogni altro loro interesse? Non vorrei pensare male, ma... Una mia stretta parente, che si è laureata da poco presso quella di Milano, mi ha detto che lo studente medio dell'ateneo cattolico a tutto pensa tranne che al confronto fra scienza e fede. Tempo fa captai per strada il dire di una studentessa a un'amica: " Sai, mi sono iscritta alla Cattolica... per cui devo rinnovare il guardaroba". Lo slogan è "Un'università sulla TUA misura" ( e Dio? ) e il giornalino destinato agli studenti parla di Erasmus e prospettive di inserimento professionale; alle tematiche propriamente religiose sono destinate al massimo due facciate.
L'universitò cattolica di Lima, se non ho letto male, ha perso la quakificazione di "cattolica",e lo steso temo stia avvenendo o sia avvenutro per quella di Lovanio, creata a suo tempo come baluardo antiprotestante.
A questo punto mi chiedo come possa formarsi quell'elite intellettuale capace di diffondere certe istanze e certi modelli di comportamento nella società tramite
i mass media a tutti i livelli.

una sola fede ha detto...

SOFFIA DOVE VUOLE

Lo Spirito Santo
che soffia sul “Foglio”
- l’avreste mai detto? –
ci spiega tra il vento
chi è Il vero Bergoglio...

Anonimo ha detto...


Io volevo fare appositamente un esempio irreale perché si parlava di un articolo di Gnocchi e Palmaro e non volevo fare critiche personali a loro perché scrivono sul Foglio di Ferrara . Ma volevo comunque chiederle se certi pulpiti non distorcano di per se i messaggi più positivi possibili!

Invece di tirare in ballo però quei temi sensibili avrei dovuto fare un altro esempio di un media brutto! Mi sarei dovuto inventare che so un giornale di una corrente di partito pieno di indagati e quindi mal visto dall'opinione pubblica per porre la mia questione: se a certi megafoni è meglio rinunciare

E mi scusi ancora!!

Alessio

Anonimo ha detto...

Magister non ha ancora colto la cultura camaleontica del buon bergoglio. Secondo lui le lodi a Marchetto sono un disconoscimento di Melloni, quando questi afferma che "Bergoglio parla poco del Concilio perchè lo attua".
A parte che Bergoglio altrove dice cose che sposano l'ermeneutica della discontinuità, mi dica Magister dove Bergoglio ha agito conformemente all'ermeneuitica della continuità. Non esiste un solo esempio. Anzi.. La lavanda dei piedi del giovedì Santo, la sua maniera di celebrare, i suoi incontri con i non cristiani,... dove vede Magister questa continuità? Non basta una lettera di cortesia alla presentazione di un libro, ci vogliono fatti e i fatti vanno tutti nell'altra direzione.
Voglio essere sincera: la dichiarazione a Hoyos sulla Messa tridentina,che a Buenos Aires ostacolò con ogni mezzo, questa
lettera sono solo una carotina per pacificare i conservatori e farli dormire sonni tranquilli mentre lui opera. L'ha detto lui stesso nell'intervista a Civiltà Cattolica: sono al contempo ingenuo e furbo.
Ma secondo voi uno che fino a ieri l'altro celebrava messe con il tango ballato davanti all'altare, che da papa ha augurato che il ramadan portasse ai mussulmani grandi frutti spirituali può essere a favore dell'ermeneutica della continuità?
Dani

mic ha detto...

Invece di tirare in ballo però quei temi sensibili avrei dovuto fare un altro esempio di un media brutto! Mi sarei dovuto inventare che so un giornale di una corrente di partito pieno di indagati e quindi mal visto dall'opinione pubblica per porre la mia questione: se a certi megafoni è meglio rinunciare

Il problema non è chi parla né da dove parla, perché per un cattolico è difficile trovare una tribuna che lo accolga ed è meglio una tribuna che accoglie di tutto di più piuttosto che il silenzio, come ho già detto sopra.

Infatti, rinunciare ad usare certi megafoni equivale, credo, a silenziarsi totalmente. Anche perché più che guardare a chi parla e da dove parla, lo si stronca unicamente per quel che dice, ma senza confutare gli argomenti che porta. Stroncando e basta.
Del resto ne ho io l'esperienza diretta sulla stessa rete.

Quanto agli esempi, erano certamente temi sensibili, ma non eludibili.

Anonimo ha detto...

E nel frattempo approfittando del silenzio..

http://www.huffingtonpost.it/2013/11/14/marino-matrimoni-gay_n_4274735.html?utm_hp_ref=italy

Alessio

Anonimo ha detto...

il camaleontismo di Francesco si può vedere anche dal fatto che sia il card Ciprini dell'Opus Dei, che più conservatore non si può, sia il card Maradiaga che abbiamo visto tutti come la pensa ci assicurano ENTRAMBI di essere vicini al Bergoglio pensiero..
E a Rio abbiamo potuto tutti vedere l'ermeneutica della continuità all'opera.
Melloni sarà senz'altro in lutto...

mauro ha detto...

La domenica mattina, dopo l’esile e orante “Asperges me…” intonato dal sacerdote, il popolo proseguiva vigoroso e sicuro sulla melodia gregoriana nell’implorare “Domine hyssopo et mundabor, lavabis me et super nivem dealbabor…”. Sulle parole del Salmo 50, ciascuno chiedeva per sé e per i fratelli di essere mondato nel sentore sacro dell’issopo e nel lavacro divino che lo avrebbero reso più bianco della neve. Intanto, racchiuso nel piviale sorretto dai chierichetti, il celebrante si era avviato lungo la navata ad aspergere e mondare con acqua benedetta coloro che, ancora una volta, accorrevano al sacrificio del Golgota. Per ognuno aveva uno sguardo e un’attenzione speciali, a ciascuno secondo il suo bisogno, poiché ne conosceva le virtù e i peccati. Era Cristo che passava ancora tra le folle della Galilea e della Giudea: “Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam…”, e chi sentiva il gregoriano risuonare da fuori si affrettava per toccare il lembo del mantello di Colui che li conosceva e li amava uno per uno.

Ecco un esempio di prosa melensa con una retorica da ventennio radioso.
I due, messi alla porta (ingiustamente?), sono liberi ora di mostrare il loro volto.
Mauro

Anonimo ha detto...

Io non capisco tanti arzigogolati ragionamenti, sarà un mio limite, ma dalla prima uscita in loggia si capiva che si sarebbe dato un taglio netto a tutto quanto prima era stato e non parlo solo di stravaganze sugli abiti e le abitazioni, ogni gesto, ogni parola, ogni cosa che il vdr fa è in netto contrasto, talora stridente, con tutti gli altri pontefici, non c'è altra spiegazione, era già tutto prestabilito con freddezza e razionalità, se così la vogliamo chiamare, tolto l'ultimo inciampo, si porta a termine quello che si iniziò anni fa, è un point of no return, inutile negarlo e nascondersi dietro a un dito, più sotto si parla di anfibologia, ecco, il vdr ne è l'interprete perfetto, nient'altro da aggiungere, se non almeno conservare quello che è stato tramandato, almeno finché ci si può esprimere, dissentire, e non farsi fagocitare dai media moloch, d'altra parte Ratzinger era stato non chiaro, chiarissimo, quando all'ultima udienza disse 'La chiesa è di Cristo, il Signore vince, il Signore vincerà',secundum non datur.Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

Genitore1 e Genitore2 a Roma già oggi
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/11/13/news/mamiani_addio_a_padre_e_madre_al_via_i_nuovi_libretti_giustificazioni-70916987/

Alessio

una sola fede ha detto...

BERGOGLIO TRA I 50 EBREI DELL'ANNO (anche se fuori quota...)

"L'effetto Papa Francesco irrompe persino nella «lista dei 50 ebrei americani dell'anno». La rivista Forward - storica voce dell'ebraismo liberal stelle e strisce - ha deciso infatti di inserire anche Bergoglio nell'edizione 2013 della Forward 50, la sua annuale galleria di personaggi".

citato da:
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-ebrei-jews-judios-29683/

foto ingrandita:
http://vaticaninsider.lastampa.it/index.php?eID=tx_cms_showpic&file=fileadmin%2Fuser_upload%2Fmondo%2Fbergoglio-ebrei.jpg&width=800m&height=600&bodyTag=%3Cbody%20bgColor%3D%22%23ffffff%22%20style%3D%22margin%3A0%3B%22%3E&wrap=%3Ca%20href%3D%22javascript%3Aclose%28%29%3B%22%3E%20%7C%20%3C%2Fa%3E&md5=82118c36e1135f19ea76e179d35549db

rosa ha detto...

io penso che, in questo momento, con un' abicazione papale che ancora suscita dubbi, perplessita' e critiche, un nuovo Pontefice che generalmente non si definisce tale e che e' amatissimo DA SUBITO dai media, cosa mai vista prima, non dovremmo discutere se il"pulpito" da cui si parla e' o no completamente adatto ad un cattolico" tout court". Certo sarebbe meglio che i due scrittori pubblicassero, e fossero giustamente retribuiti per il loro lavoro, sull' Osservatore romano, sull' Avvenire, su Famiglia cristiana, o parlassero in TV, al posto di tanti altri. Ma non avviene.
Attenzione, la Storia insegna che a voler essere troppo schizzinosi - non mi alleo con questo, non sto con quell' altro - il Nemico vince facile e sempre !
Rosa

Franco ha detto...

@ A me sembra che il mondo tradizionista-tradizionalista possa far valere le sue istanze mostrando quali siano le sue buone, anche se ardue ragioni, non semplicemente lamentandosi e borbottando su papa Bergoglio. Non che manchi qualche appiglio, ma qui il tema fondamentale era il divorzio con la polemica su quanti ne ritengono inevitabile lo sdoganemanto. Quanti interventi finora sono stati dedicati allo specifico argomento? Alle conseguenze a cui condurrebbe?
Direi che occorre qualcosa di più ( anzi, molto di più ) della semplice affermazione "giuridicista" : così ha detto Gesù, così è sempre stato e con ciò "Roma locuta ( anzi, pardon, Denzinger locuto ) causa finita".
Studiamoci anzitutto la psicologia e la sociologia della "famiglia liquida" e poi potremo parlare con cognizione di causa ed essere ascoltati e tenuti da conto.

Anonimo ha detto...

Accipe thiaram tribus coronis ornatam, et scias te esse Patrem Principum et Regum, Rectorem Orbis, in terra Vicarium Salvatoris Nostri Jesu Christi, cui est honor et gloria in sæcula sæculorum.

A questo è stato rinunciato.

Al di là delle opinioni sul tesismo e l'ipotesi dell'accettazione con riserva mentale della responsabilità del Pontefice, l'accettazione della tiara con la responsabilità specifica che rappresenta non avviene ufficialmente più e non è ,come vediamo, un evento metafisico senza conseguenze sul piano della storia ... "e sappi che tu sei il Padre dei Principi e dei Re, il Rettore del Mondo e il Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo sulla terra, a cui solo è dovuto onore e gloria nei secoli dei secoli"

Alessio

rosa ha detto...

mi chiedo e vi chiedo: ma senza il CVII, il cosidetto Papa buono GXXIII, l' ondivago Paolo VI e la sua riforma liturgica, ci sarebbe stata la legge suul divorzio in Italia, in quel momento ? o non sarebbe arrivata dopo, piu' tardi ? senza le nouveaux theologiens i preti avrebbero continuato a parlate ed a interessarsi di famiglia, imnvece che dei singoli ?
la psicologia, la sociologia dell a famiglia liquida oltre che dalla propaganda contro della scuola di FArancoforte trapianata in America, nascono secondo me dall' abdicazione della Chiesa ad essere Mater et Magistra e dalla sua progressiva trasformazione in un' istituzione che si occupa appunto di psicologia, sociologia, antropologia, ma NON di Dio e dei suoi insegnamenti.
Rosa

Anonimo ha detto...

io credo che si facciano troppe congetture ,sull'avvenire della Chiesa, senza tener conto del fatto che Papa Francesco e difficilmente prevedibile e manovrabile.Nel clero (intermedio) di Roma prende sempre piu' piede la convinzione che P.Francesco sia un accentratore che non ama delegare e che fatica molto a cambiare idea.A mio modestissimo parere al momento egli naviga a vista sperando di far durare il piu' a lungo possibile questa luna di miele , innaturale , con tutti i nemici della Chiesa.Paul

Unknown ha detto...

Giorgio Napolitano a Bergoglio: “a tutti, credenti e non credenti, è giunta la concezione di Papa Francesco della Chiesa e della fede: ci ha colpito l’assenza di ogni dogmatismo (eh sì, evviva la Chiesa che rinnega la Fede Cattolica e abbraccia l'ateismo...), la presa di distanze da ‘posizioni non sfiorate da un margine di incertezza’ (Napolitano come Pilato: la Verità? cos'è la Verità?), il richiamo a quel ‘lasciare spazio al dubbio’ proprio delle ‘grandi guide del popolo di Dio’ (e quali sarebbero queste "grandi guide" del popolo di Dio che hanno messo in dubbio la Verità di Dio? forse Napolitano si confonde con Lutero...) . Grazie allo spirito del Concilio Vaticano II, vediamo profilarsi nuove prospettive di quel dialogo con tutti, anche i più lontani e gli avversari… (capostipite di questo "dialogo con tutti, anche con gli avversari" fu Eva, che dialogò col Serpente... E poi sappiamo tutti come è andata!) Ne scaturiscono, ha aggiunto, responsabilità comuni. Responsabilità che la Chiesa si assume esprimendo e diffondendo i suoi valori (Pace, Solidarietà, e Carità, come le statue "idolo" che Bergoglio ha regalato a Napolitano... Altro che predicare Gesù Via, Verità e Vita!), liberandosi da ogni residuo ‘temporalismo’ ("residuo" che evidentemente è stato spazzato via con le dimissioni di Benedetto XVI...), e dispiegando l’iniziativa delle istituzioni che ad essa si richiamano sul terreno solidaristico ed educativo che è loro proprio (in pratica la Chiesa ridotta ad una ong come tante). Un messaggio che, come Ella stesso ha detto, ‘si rivolge non soltanto ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà‘, e che fa dunque pensare a un dialogo senza precedenti per ampiezza e profondità tra credenti e non credenti, a una sorta di simbolico, sconfinato ‘Cortile dei Gentili’.” (altro che "gentili"... si tratta di un vero cortile di porci!)

Cos'altro ci vuole per far capire a tutti i cattolici che Bergoglio è un APOSTATA?! Napolitano stesso ce lo presenta come tale...

http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=13707#more-13707

Anonimo ha detto...

Io trovo sgradevole parlare di GNOCCHI e PALMARO come di mercenari pronti a vendere la loro penna esclusivamente per denaro. Giornalisti del loro valore non avrebbero difficolta' alcuna a trovare un giornale nazionale dove pubblicare le proprie opinioni.Bisogna anche dire che il Papa Benedetto ,purtroppo,ha lasciato una stampa cattolica(?) quasi tutta schierata su posizioni moderniste.Paul

Anonimo ha detto...

Tanto per parlare di coerenza:
http://www.tempi.it/blog/viva-il-papa-di-gnocchi-e-palmaro#.UoVhsCd_ZEk

RIC ha detto...

Buongiorno Mic, non so se ne sai qualcosa ma il sito franceset Riposte-catholique segnala che 220 dei 370 membri dei Francescani dell'Immacolata avrebbero firmato una petizione diretta ad Ecclesia Dei per formare un nuovo istituto fedele allo spirito del fondatore dell'istituto.

http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/informations/franciscains-de-limmaculee-vers-un-compromis-pluraliste-la-scission?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+Riposte-catholique+%28Riposte-catholique%29

dal web ha detto...

sul web leggevo l'opinione di Carlo Di Pietro sulla assurda situazione che palesa un papa non affidabile circa l'ortodossia di docenza e pastorale:

"...Fosse anche un Papa ad allontanarsi - nel governo - con pertinacia da una verità di fede rivelata, a questi un concilio detto imperfetto (o un conclave) può solo ratificare (o dichiarare) che egli è stato privato di ogni giurisdizione. Nella versione del testo Verità della Fede [Volume primo, Giacinto Marietti, Torino, 1826, alla pagina 142] si leggono le parole del santo Dottore:
"La seconda cosa certa si è, che quando in tempo di scisma si dubita, chi fosse il vero papa, in tal caso il concilio può esser convocato da’cardinali, e da’ vescovi; ed allora ciascuno degli eletti è tenuto di stare alla definizione del concilio, perchè allora si tiene come vacante la sede apostolica. E lo stesso sarebbe nel caso, che il papa cadesse notoriamente e pertinacemente in qualche eresia.
Benché allora, come meglio dicono altri, non sarebbe il papa privato del pontificato dal concilio come suo superiore, ma ne sarebbe spogliato immediatamente da Cristo, divenendo allora soggetto affatto inabile, e caduto dal suo officio"
(da un commento di Carlo di Pietro su Facebook)

(su radiospada.org)

mic ha detto...

Caro RIC, grazie della segnalazione.
Avevo letto e praticamente non dice nulla di più di quanto a suo tempo aveva comunicato il blog di Fr. Z : la scarna notizia della scissione per effetto della richiesta dei più fedeli all'ispirazione originaria, preceduta dal riepilogo della vicenda.
Vedremo.

Luisa ha detto...

Ah quanto è brutta la malevolenza e la malignità, come quella dell`articolo (se si può chiamarlo un articolo ) di Tempi ripreso con delizia dall`ultimo anonimo.
Gnocchi e Palmaro = i nemici da abbattere.
Per discreditarli si va a pescare nei loro contributi quel che può essere girato loro contro, sarcasmo e malevolenza volgari che dicono molto più di coloro che si abbassano a quel giochetto che di chi vorrebbero colpire.
Quei "signori" di Tempi non hanno capito niente a quel che muove e smuove le coscienze di Gnocchi e Palmaro, o piuttosto hanno capito fin troppo bene, Gnocchi e Palmaro stonano nel coro assordante, la loro voce rischia di essere ascoltata, son stati buttati fuori da Radio Maria, ma hanno trovato altre tribune per potere esprimersi.
E che cosa esprimono?
Che cosa se non il loro amore per la Chiesa, per la Chiesa che oggi si vorrebbe ridurre alla "chiesa di Francesco"?
Se non il loro amore per il Successore di Pietro?

Gioco facile ma sporco quello di coloro che hanno ripreso quelle parole di Gnocchi e Palmaro, vorrebbero zittirli, inutile ricordare loro che quel libro è stato scritto quando era Papa Benedetto XVI oggetto di giudizi, critiche e attacchi ignobli sulla sua persona e sul suo Magistero, il suo torto massimo era quello di proclamare e difendere la continuità con la Tradizione, di voler ridare sacralità alla Liturgia, di aver voluto tendere la mano alla FSSPX.
Oggi Gnocchi e Palmaro fanno sentire il loro dissenso e lo fanno a partire dalla loro Fede, non si basano su sentimemti personali (il titolo tanto rimproverato ai due autori era di Ferrara) ma sull`insegnamento della Chiesa, sulla sua Tradizione, e se vedono un Papa dire parole, fare gesti e passare messaggi che danno adito a confusione, e sembrano essere in contrasto con l`ininterrotta tradizione della Chiesa, è il loro amore per la Chiesa a spingerli a dire le loro apprensioni, a tirare il campanello d`allarme.
Facendolo sono in perfetta coreenza con la loro coscienza.


una sola fede ha detto...

@Rosa scrive “io penso che, in questo momento, con un' abdicazione papale che ancora suscita dubbi, perplessita' e critiche…”

Da come si stanno svolgendo le cose (e mi pare ogni giorno di avere incubi),è da un po’ che mi viene da pensare questa cosa semplice semplice senza: e se il vero papa fosse ancora BXVI?
Cioè, lasciando da parte per un attimo il suo diritto di abdicazione che il Codice di Diritto Canonico del 1983 sancisce (ma non credo la stessa cosa per quello precedente del 1917, ma se sbaglio correggetemi, e si sa che di tutto quel che di post-conciliare è uscito fuori non sappiamo ciò che sia veramente amato e desiderato esplicitamente da Nostro Signore…), non può essere che agli occhi dell’Onnipotente (che è Dio cattolico contro ogni dichiarazione bergogliana che non lo sia…) l’UNICO, LEGITTIMO pontefice sia ancora Ratzinger?
E la decisione dell’argentino di non abitare dove hanno abitato i papi prima di lui, ma di vivere in un convitto attiguo, non può essere in realtà, più che una sua decisione (con il “sua” minuscolo), una decisione SUA (con il tutto maiuscolo riferito a Dio)?....

E' una eccessiva congettura?

Se qualcuno mi vuol degnare di una qualche sua considerazione su questo punto, è bene accetto, come sempre.

Luisa ha detto...

Avete letto?

http://www.papalepapale.com/cucciamastino/mastinate-quotidiane/quella-commovente-telefonata-di-francesco-allo-scrittore-tradizionalista-malato/

RIC ha detto...

Ho letto ma non avendo capito di chi si tratti non riesco a valutare appieno il gesto del vdr e la sua portata

mic ha detto...

Luisa, condensa efficacemente la situazione.
Condivido gli stessi sentimenti e considerazioni.

Quanto a ciò che esprime una sola fede, è un tema così delicato che non posso che sospendere ogni giudizio.
Continuiamo a custodire, difendere, vivere la nostra fede e pregare. Il resto è nelle mani del Signore e di chi ne ha l'autorità.

Più tardi rispondo ad Alessio.

Anonimo ha detto...

@ una sola fede
Io non so darle una risposta alla sua congettura, posso dirle però che io come vero papa, riconosco soltanto Benedetto XVI. Il nuovo vdr è troppo lontano dalla mia sensibilità. Neri

mic ha detto...

Direi a Neri che anche un papa lontano dalla nostra sensibilità è sempre il papa.
Io la comprendo. Sottolineo comunque che ciò su cui ci soffermiamo non è in base ai nostri gusti personali, ma alla Tradizione ricevuta dalla Chiesa.

Anonimo ha detto...

Sine Timore, del resto i veri e unici dogmi intoccabili che accomunano Bergoglio, il Pres. Rep., Scalfari e i potentati del mondo sono quelli laici, progressisti e politicamente corretti.
Infatti il Papa in tutti questi mesi mai in nessuna occasione li ha messi in discussione nè li ha criticati mentre non ha lesinato duri attacchi a ciò che è stato il cattolicesimo per duemila anni.
Miles

una sola fede ha detto...

@mic scrive: "Sottolineo comunque che ciò su cui ci soffermiamo non è in base ai nostri gusti personali, ma alla Tradizione ricevuta dalla Chiesa".

Si, mic, comprendo e apprezzo anche la sua notoria prudenza su certi delicati temi, e lei sa peraltro che le mie riserve e critiche all'ex papa per molti suoi atti e dichiarazioni di stampo schiettamente modernista, come postai con esempi copiosi per 2 settimane, sono oramai note su questo blog (e in diversi casi hanno suscitato anche vive reazioni critiche nei miei confronti). Quindi almeno nel mio caso non ne facevo una affermazione dettata esclusivamente da un "gusto personale" (oddio, sia chiaro che dovessi scegliere tra l'ex e l'attuale non avrei neanche un benché minimo dubbio!), bensì da una considerazione che concerneva la differenza tra il nuovo Codice di Diritto Canonico e quello in vigore dal 1917 al 1983, affermando che così come si hanno dubbi sulla liceità dello stravolgimento della Messa (definito "riforma liturgica") avvenuto decenni fa, così come su tutti gli incontri e dichiarazioni ad esempio circa la piena e ormai insindacabile legittimazione delle cosiddette "altre religioni" (fin quasi ahimé alla parificazione con l'unica, santa e apostolica romana cattoilica); orbene, dicevo,se sono legittimi dubbi e dissensi aperti su molto di ciò che è conciliare e post-conciliare, e questo blog ne è un fulgido e condivisibile esempio in tal senso, allora perchè non potersi porre dubbi su ciò che nel 1983, quindi in pieno post-concilio, fu introdotto a proposito della possibilità di un pontefice di ABDICARE (a parere mio cosa inaudita a prescindere e mai verificatasi infatti prima, escluso un caso, tra l'altro diversissimo)? E in questo senso non ho ancora ricevuto una smentita, cioè ancora nessuno mi sta dicendo (e io non l'ho ancora trovato) che già il codice del 1917 contemplava questa possibilità, perciò ne deduco allo stato attuale che potrebbe essere un'aggiunta fatta appena 30 anni fa (in duemila anni di storia della Chiesa...).

E allora appunto mi sono chiesto, con o senza fulmine caduto sul cupolone proprio il giorno di quelle dimissioni (ma che comunque vi è caduto proprio in quel giorno!): e se il buon Dio non avesse affatto gradito, perchè COMUNQUE il legittimo Suo vicario sulla terra doveva rimanere al suo posto, a prescindere dall'assoluto gradimento o meno che poteva riscuotere in Cielo? Con tutto ciò che ne consegue circa il successore, ovviamente.

E tale domanda l'ho accompagnata da una considerazione, anzi diventano due: l'attuale non abita dove sono sempre stati i precedenti, e colui che ha abdicato continua a rimanere nei pressi di dove stava prima...

Insomma, mi pare una considerazione legittima, alla luce di quanto ho spiegato e non legata solo a "gusti personali"...

mic ha detto...

In riferimento al psot di Alessio, sulla Tiara:

La Tiara o Triregno, indossata dai Papi al momento dell'incoronazione fin quando non fu deposta da Paolo VI, reca tre corone a significare le tre potestà: coelestium, terrestrium, et infernorum. Veniva imposta dal proto-diacono, proferendo a voce alta e vibrata le famose parole: Accipe Tiaram tribus coronis ornatam,et scias Te esse Patrem Principum et Regum, Rectorem Orbis, in terra Vicarium Salvatoris N. J. C. cui est honor et gloria in saecula saeculorum (Ricevi la Tiara ornata di tre corone, e sappi che Tu sei Padre dei Principi e dei Re, Reggitore del mondo, Vicario in terra del Salvator Nostro Gesù Cristo, cui è onore e gloria nei secoli dei secoli). Detta alle origini semplicemente Regno, risulta consegnata da Costantino a Papa Silvestro, a significare la signoria della Chiesa alla fine delle persecuzioni cui erano stati fino allora sottoposti i cristiani. La seconda corona fu aggiunta da Bonifacio VIII e la terza da Benedetto XII.
A proposito della Tiara, scrivevo qui (da cui riporto la nota):

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/03/con-una-mano-invisibile.html

La deposizione della Tiara da parte di Paolo VI, fu attuata solo nella prassi e mai codificata se non con un cambiamento, sempre di prassi, sancito da Giovanni Paolo II.
Paolo VI, 1975, Romano Pontifici Eligendo: n. 92. Infine il Pontefice sarà incoronato dal Cardinale Protodiacono e, entro un tempo conveniente, prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto.
Giovanni Paolo II, 1996, Universi Dominici gregis, n. 92. Il Pontefice, dopo la solenne cerimonia di inaugurazione del pontificato ed entro un tempo conveniente, prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto.
Il gesto di Paolo VI, tuttavia, sancisce una rottura col passato, e ad esso - altrettanto inedito per le cause addotte e simbolicamente dirompente - si affianca, oggi, la rinuncia di Benedetto XVI.
Sono a conoscenza di un dato storico proveniente da una testimonianza dell'allora protodiacono, card. Di Jorio. Quando Paolo VI manifestò l'intenzione di deporre la Tiara, non gli fu possibile farlo con una cerimonia come avrebbe voluto perché i cardinali-diaconi gli dissero: « Noi gliel'abbiamo imposta, noi non gliela leveremo ». E dunque egli entrò in Basilica portandola in mano e andò a deporla sotto l'Altare della Confessione... Ma oggi, di fatto la Tiara non c'è più, se non nei simboli custoditi dalle pietre e dalle vestigia storiche che ci tramandano il respiro di una fede millenaria.

Al di là del simbolismo della Tiara, tuttavia, il primato petrino finora non è stato intaccato se non nella prassi. Vedremo...

mic ha detto...

Insomma, mi pare una considerazione legittima, alla luce di quanto ho spiegato e non legata solo a "gusti personali"...

Infatti, non lo metto in dubbio.
Ho solo detto che non potevo che sospendere ogni giudizio perché la questione può e deve essere affrontata da chi ne ha autorità.

Resta fermo il fatto che possiamo continuare a fare prudenti e argomentate considerazioni.
La mia sottolineatura sui "gusti personali" era conseguente all'intervento di Neri.

Angelo ha detto...

Io trovo sgradevole parlare di GNOCCHI e PALMARO come di mercenari pronti a vendere la loro penna esclusivamente per denaro.

Sarà sgradevole. Io non ho detto che sono mercenari. Ho detto che sono uno strano tipo di vittime. E poi scrivere per "Il Foglio" per me è segno di malafede (non essendo i due fessi). Chissà se quell'articolo scritto da un antisionista sarebbe stato pubblicato! E poi, non hanno scritto loro "Viva il papa"? Se c'è Ratzinger, modernista di destra, va bene, altrimenti no. Sono loro a non aver capito nulla di cosa è la Chiesa, e la riducono a partito e presumono di difenderla dalle colonne di uno dei giornali più subdolamente anticristiani in circolazione.

Anonimo ha detto...

Mi permetto di segnalare un interessante studio storico-araldico del 2008 dal titolo "Lo stemma di Benedetto XVI" di Maurizio Bettoja
( http://matteodonda.wordpress.com/2008/07/01/lo-stemma-di-benedetto-xvi-di-maurizio-bettoja/ )
"un breve e discorsivo excursus storico ed araldico che tenta di chiarire
ed illustrare i significati storici ed araldici di queste insegne, ed a fornire dei
criteri di giudizio"

Il primato petrino è intaccato solo nella prassi, e non potrebbe che essere così, e resta nella disponibilità di ogni pontefice eletto la scelta di re-accipere la tiara ed il peso della accettazione di "esse Patrem Principum et Regum, Rectorem Orbis, in terra Vicarium Salvatoris Nostri Jesu Christi, cui est honor et gloria in sæcula sæculorum" o di continuare a volervi manifestamente rinunciare.
Alessio

Anonimo ha detto...

Parlo a titolo strettamente personale io sono cresciuto nel post vat2, essendo all'epoca troppo piccolo per poter ricordare alcunché della 'tradizione'(o messa in latino) come qui viene chiamata, quindi fin da adolescente schitarrate, scempi, chiese nuove orribili e soprattutto file di preti spretati e divenuti nel frattempo testimoni ed attivisti di spicco di un ben determinato partito politico, bravissimo a cambiare nomi, ma a rimanere fondamentalmente lo stesso, essendo poi stato per anni indifferente alla chiesa ed alle sue problematiche, avendo trovato un maestro in BXVI (piaccia o non piaccia la sua teologia o certe sue posizioni, per me tale sempre sarà) adesso anche io, come Neri, non so a cosa aggrapparmi, non ho un depositum fidei cui saldamente appoggiarmi, scarso appoggio da parte dei preti a me geograficamente vicini, faccio fatica a riconoscermi cattolico, non ho punti indefettibili e credenze inattaccabili, cercate di capire, voi che avete cose più grandi cui fare riferimento, il piccolo 'dramma' in cui si trovano tanti come me, nati troppo tardi o troppo presto, fate voi, ma non è il problema di chi sia il vero papa, anche se in cuor mio un'idea ce l'ho, ma questo nuovo corso mi sta portando lontano, non so quanto lontano, e non prevedo nulla di buono, sarò pessimista, avrò poca fede, ma in tutto questo bailamme ,dal giorno della rinuncia , io ci soffro tantissimo.Lupus et Agnus.

una sola fede ha detto...

@Lupus et agnus che scrivi alla fine della tua appassionata considerazione:
"[...]in tutto questo bailamme ,dal giorno della rinuncia , io ci soffro tantissimo."

vedi, è proprio anche ascoltando e leggendo persone come te che dico che questa rinuncia (di cui ho parlato più volte in termini certo non elogiativi)non doveva proprio avvenire. E continuo a pensare che quella sia stata una via d'uscita permessa e avvalorata dal post-conciliare codice di diritto canonico del 1983, che in qualche misura sembra dare l'impressione che non si stia occupando del successore di Pietro, vicario di Cristo sulla terra (Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa; Pasci le mie pecorelle...pasci le mie pecorelle...pasci i miei agnelli...), bensì di un re o un principe o il più alto dirigente di un'azienda che possa ritirarsi a vita "pensionistica" quando lo riterrà opportuno. E ricordo che in questo caso l'ex papa riceve (anche attori), scrive, celebra anche fuori (come per i suoi ex-allievi) suona il piano... Insomma, lupus et agnus, non doveva lasciarti solo. Non doveva lasciarci soli. Non doveva lasciarci in balia dei lupi! Questa è la mia opinione.

Anonimo ha detto...

Secondo me nella Chiesa i termini destra e sinistra spiegano poco o niente e dovrebbero essere sostituiti da credente e non credente. Se io sono in strada sotto un temporale se una macchina si ferma a darmi un passaggio se l'autista e' tifoso della Juve o del Milan e' l'ultima mia preoccupazione.Gnocchi e Palmaro fanno semolicemente il loro dovere di cristiani e scrivessero anche sulla Pravda meriterebbero ugualmente tutta la mia ammirazione.Paul

Anonimo ha detto...

La mia esperienza e' simile a quella di Lupus et Agnus.
Quando è iniziato il CVII io avevo pochi mesi e della messa VO io non sapevo e ricordavo niente. Ero anche lontana dalla cc e lontanissima dalle gerarchie vaticane.
Ma quindici anni fa una messa presieduta dal Card.Ratzinger ha cambiato la mia vita, sono rimasta folgorata da come celebrava, incantata dall'omelia, e dopo dalla sua teologia. Soffro tantissimo dopo le 'dimissioni' perché i lupi secondo me hanno vinto una vittoria campale contro la Tradizione...non prevalebunt...ma oggi non ne sono più tanto sicura.
Tutto è cambiato. Neri

Unknown ha detto...

Per chi, come l'utente "una sola fede" (e come me), si sente disorientato e sballottato da ogni parte dopo quel fatidico 11 febbraio 2013...:

DAL LIBRO DI PADRE PAUL KRAMER "LA BATTAGLIA FINALE DEL DIAVOLO"

La Madonna di Fatima ha parlato
del dogma della Fede che verrà conservato per sempre in Portogallo e non semplicemente di Fede. Perché La Madonna ha voluto parlare proprio del dogma Cattolico? È ovvio, perché il Segreto profetizza che i dogmi
Cattolici, specificamente, sarebbe stato il bersaglio di costanti attacchi, portati ad esso sia dall’interno che dall’esterno della Chiesa.

Nostro Signore Gesù Cristo ci aveva avvertiti, nel Vangelo: “Perché sorgeranno
falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti”. (Mc. 13:22). Come dimostra l’eresia
ariana, questi falsi profeti possono essere persino sacerdoti o vescovi.
Ricordiamoci della famosa descrizione della Chiesa Cattolica di quei tempi, fatta dal Cardinale Newman: “I pochi che rimanevano fedeli venivano screditati e mandati in esilio; i rimanenti erano gli ingannatori
o gli ingannati”.

In simili periodi di crisi, i Cattolici devono perseverare
e mantenersi saldi nei dogmi della Fede.

Che cos’è un dogma? Il dogma è ciò che è stato definito infallibilmente dalla Chiesa.
Il dogma è ciò che i fedeli devono credere per essere
Cattolici.

I dogmi della Fede sono contenuti nelle definizioni solenni ed
infallibili del Magistero, e cioè: un’affermazione pronunciata ex cathedra dal Papa, le cui parole abbiano un chiaro valore vincolante per la Chiesa Universale che deve quindi credere in ciò che egli ha dichiarato; un
simile pronunciamento vincolante emanato da un Concilio ecumenico
di tutti i vescovi Cattolici e presieduto dal Papa; tutti gli insegnamenti
del Magistero Ordinario ed Universale della Chiesa.

Che cosa si intende per definizione infallibile di un dogma? La parola infallibile significa ovviamente “che non può fallire”, una definizione che non può essere sbagliata. Pertanto, le definizioni della Fede, solennemente definite dalla Chiesa, sono infallibili. Siamo in
grado di sapere cosa sia la Fede e cosa siano i dogmi di Fede, grazie alle definizioni infallibili. Se crediamo e siamo saldi in queste definizioni
infallibili, allora non potremo mai essere ingannati nelle materie definite in quel modo.

Come sappiamo se un argomento è stato definito in maniera
infallibile come un dogma della Fede Cattolica? Lo sappiamo per via del modo in cui tale insegnamento ci viene presentato.

Unknown ha detto...

(continua)

Esistono quattro modi principali in cui un insegnamento della
Chiesa può ricevere una definizione infallibile:

Il primo avviene attraverso la promulgazione dei vari credi da parte dei Papi e dei concili ecumenici, che forniscono un riassunto di ciò che i
Cattolici devono credere per poter essere effettivamente Cattolici.

Il secondo è per mezzo di definizioni solenni che contengono frasi come: “Noi dichiariamo, pronunciamo e definiamo” o formule simili e che
indicano chiaramente che il Papa, di persona o in unione con un concilio ecumenico, intende vincolare la Chiesa a credere in quell’insegnamento.
Queste definizioni vengono in genere accompagnate da anatemi (o
condanne) nei confronti di coloro che in qualsiasi modo neghino quegli insegnamenti.

Il terzo consiste nelle definizioni del Magistero Ordinario ed Universale, e cioè l’insegnamento costante della Chiesa, sempre e in qualunque luogo, su argomenti “ordinari”, anche se quell’insegnamento
non è stato ancora solennemente definito con parole come “Dichiariamo,
pronunciamo e definiamo...”
(Un esempio è il costante insegnamento della Chiesa di tutti i tempi, secondo il quale la contraccezione e l’aborto
sono gravemente immorali.)

Il quarto, infine, risiede nei giudizi definitivi pronunciati dal Papa - in genere delle proposizioni condannate, e cioè quelle asserzioni che ai
Cattolici è proibito credere. Quando un Papa condanna solennemente una proposizione, di sua iniziativa oppure insieme ad un concilio, sappiamo con certezza infallibile che quella proposizione è contraria
alla Fede Cattolica.

Unknown ha detto...

(continua)

Un esempio del credo è la PROFESSIONE DI FEDE PROMULGATA DAL CONCILIO DI TRENTO. La pubblichiamo qui, divisa per comodità in vari
punti, usando le esatte parole del testo.

• Io, N.N, con fede ferma, credo e professo tutte le cose e ciascuna singolarmente che sono contenute nel Simbolo di Fede che la Santa Chiesa Romana usa, e cioè:
• credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili; e in
• un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato, della stessa sostanza (consustanziale) del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create;
• Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo; e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo.
• Fu crocifisso anche per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto;
• il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, e salito al Cielo;
• siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà nella gloria, per giudicare i vivi ed i morti, ed il Suo regno non avrà fine.
• Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la Vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato; e ha parlato per mezzo dei profeti.
• Credo la Chiesa, una, santa, Cattolica ed apostolica.
• Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati; aspetto la
resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
• Accolgo ed abbraccio in modo fermissimo le tradizioni apostoliche ed ecclesiastiche e le restanti consuetudini e costituzioni della stessa
Chiesa.
• E così pure accolgo la Sacra Scrittura secondo quel senso che ha tenuto e che tiene per fermo la Santa Madre Chiesa, cui spetta
giudicare sul vero senso e sull’interpretazione delle Sacre Scritture, né mai la riceverò o la interpreterò, se non secondo l’unanime consenso dei Padri.
• Riconosco anche apertamente che sette sono i sacramenti veri e
propri della Nuova Legge istituiti da Nostro Signore Gesù Cristo e necessari per la salvezza del genere umano, anche se non tutti per ognuno.
• E cioè: il battesimo, la confermazione, l’eucaristia, la penitenza, l’estrema unzione, gli ordini sacri e il matrimonio; e che questi conferiscono la grazia, e che fra questi il battesimo, la confermazione
e gli ordini sacri non possono essere ripetuti senza sacrilegio.

Unknown ha detto...

(continua)

• Ricevo e riconosco inoltre, nella solenne amministrazione di tutti i sacramenti di cui sopra, i riti, consuetudinari ed approvati, della Chiesa Cattolica.
• Abbraccio ed accolgo tutte le cose e ciascuna singolarmente, che, a proposito del peccato originale e della giustificazione, sono state
definite e dichiarate nel sacrosanto Concilio di Trento.
• Riconosco parimenti che nella Messa viene offerto a Dio un vero e proprio Sacrificio di espiazione per i vivi e per i morti, e che nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia c’è veramente, realmente
e sostanzialmente il Corpo ed il Sangue, insieme all’Anima ed
alla Divinità, di Nostro Signore Gesù Cristo, e che avviene la
trasformazione di tutta la sostanza del pane nel Corpo, e di tutta la sostanza del vino nel Sangue, trasformazione che la Chiesa Cattolica chiama transustanziazione.
• Confesso che anche soltanto sotto una delle due specie viene assunto Cristo completo ed integro e il vero sacramento.
• Tengo anche fortemente per fermo che esiste il purgatorio e che le anime che qui vengono trattenute, sono aiutate dai suffragi dei fedeli;
• e similmente che i santi che regnano con Cristo debbono essere
venerati ed invocati e che questi offrono preghiere a Dio per noi, e
che le loro reliquie debbono essere venerate.
• Dichiaro con forza che si debbono possedere e custodire le immagini di Cristo e della sempre Vergine Madre di Dio, come pure degli altri santi, e che ad esse debbono essere tributate l’onore e la venerazione dovute;
• e affermo che da Cristo alla Chiesa è stata conferita anche la potestà delle indulgenze, e che l’uso di queste è massimamente utile per il popolo cristiano.
• Riconosco la santa, Cattolica, apostolica Chiesa Romana come madre e maestra di tutte le Chiese;
• prometto e giuro vera obbedienza al Pontefice Romano, successore del Beato Pietro, Principe degli Apostoli e vicario di Gesù Cristo.
• Accolgo e professo poi senza dubbio alcuno tutte le altre cose che, dai sacri canoni e dai concili ecumenici, e in modo particolare dal sacrosanto Concilio di Trento [e dal Concilio Ecumenico Vaticano I]
sono state trasmesse, definite e dichiarate [particolarmente in ordine al primato ed al magistero infallibile del Pontefice Romano]
• E insieme io ugualmente condanno, rifiuto e anatemizzo tutte le cose contrarie e le eresie di qualsiasi genere che dalla Chiesa sono state
condannate, rifiutate e scomunicate.
• Io, N, prometto, faccio voto e giuro che, con l’aiuto di Dio, manterrò sempre salda e professerò costantemente la vera fede Cattolica, al di fuori della quale nessuno può salvarsi e che io ora professo e tengo sinceramente. Con l’aiuto di Dio, la professerò sempre e fino
in punto di morte; e, con tutte le mie capacità, farò in modo che i miei sottoposti o coloro i quali mi sono stati affidati per via del mio incarico, possano anch’essi mantenerla salda, insegnarla e predicarla.
Per questo possano il Signore Iddio ed il Suo Vangelo aiutarmi.

Anonimo ha detto...

@Una sola fede, io non voglio, proprio perché non ho elementi per giudicare, anche lontanamente, la scelta di BXVI e non ho neppure le capacità per discertarne, dico solo che mi ha fatto malissimo perchè arrivata come fulmine a ciel (più o meno sereno), non come quello di AS,and co. che non vedevano l'ora che si togliesse, è che parlando, sottovoce, per carità, con tanti altri, credenti e non, in molti, più di quanto non si voglia far credere, provano rimpianto per il papa precedente e ritengono che il vdr porterà sviluppi insoliti e non proprio rassicuranti per il futuro della CC, quanto alla piccola 'vita privata' del'emerito, sii comprensivo, glissa, se vede qualcuno, se ha qualche piccolo svago, pensa che il peso della croce che porta stroncherebbe tutti noi messi insieme che abbiamo tanti anni di meno.....esprimevo solo un senso di in-sofferenza verso il 'nuovo'anche dopo la lettura in altro sito di una lettera dolente scritta da un ex fedele cattolico che preferisce andarsene con tutta la famiglia piuttosto che vedere cosa stanno facendo alla Sposa di Cristo.Lupus et Agnus.

mic ha detto...

lettera dolente scritta da un ex fedele cattolico che preferisce andarsene con tutta la famiglia piuttosto che vedere cosa stanno facendo alla Sposa di Cristo.Lupus et Agnus.

E' questo il punto, amici miei.
Bisogna pregare e resistere e pensare che non siamo soli.

una sola fede ha detto...

@Lupus et agnus, scrivi “il peso della croce che porta stroncherebbe tutti noi messi insieme che abbiamo tanti anni di meno.....”

Sarò un po’ lungo caro Lupus et agnus, ma come fare se non impiegando un po’ più parole? Io non sono affatto bravo nella sintesi, se non quando cito dati di fatto, parole della Scrittura e del Magistero, in quel caso infatti non ho bisogno di dilungarmi, perché parlano loro, e del tutto chiaramente, al posto mio.
Si ,ho diversi anni di meno, ma ti assicuro che la parola croce con tutto ciò che ne deriva la conosco bene, da una vita. Il mio era solo un intervento ricordando che egli la croce (ancor più di me che la porto molto ma molto faticosamente probabilmente non in modo del tutto cristiano, lo ammetto) forse era ancor più necessario che la portasse “come vicario di Cristo in terra”, più di quanto la porti ora come papa dimissionario (termine che ti confesso, ancora oggi qualche brivido me lo continua a dare…), e comunque non sto escludendo affatto, ci mancherebbe pure, che stia soffrendo. E probabilmente pure molto.
Ma….
mi ami tu, Pietro, più di tutti costoro? Rinnega te stesso….porta la tua croce di vicario Mio su questa terra e pasci…pasci…pasci…tutte le mie pecorelle.

Sul fulmine da te citato (ma a cielo non sereno, ammetto pure questo) invece quel giorno delle dimissioni è proprio arrivato, come ho scritto prima, preciso preciso proprio lì e immortalato da un fotografo. Le due cose insieme non erano proprio del tutto scontate: sicuri che il Signore non continui talvolta a parlarci anche così, più di quanto vogliamo e sappiamo capire noi ormai iper-razionalisti? Sicuri che tutto gradisca e se ne stia sempre lì soltanto a guardare senza dare mai segni di disapprovazione o di ciò che sta per riservarci dopo decisioni magari non condivise da Lui, o che vanno apertamente contro di Lui, soprattutto da parte dei maggiori responsabili della Sua Chiesa?
E’ ovvio che non mi appiglio solo al fulmine per giustificare quanto ho affermato (che mi pare aver motivato a mio parere con sufficiente chiarezza e completezza) e che questo è solo un elemento che però nel passato della Chiesa forse avrebbe dato più di un pensiero a chi doveva decidere o magari solo ritornare su decisioni date oramai per assodate…
Un ultimo particolare te lo svelo, Lupus et agnus: io che come “una sola fede” non ho risparmiato, dati e atti alla mano, critiche all’ex papa e non a casaccio o perché “Ratzinger mi starebbe sul gozzo”, come purtroppo e con tristezza ho dovuto pure leggere tra alcuni commenti, ma perché un papà può e deve esser criticato dai suoi figli se vogliono bene a lui e tengono al bene dell’intera famiglia; insomma dicevo io ho persino pianto, e non poco, quando ha ricevuto la notizia dell’abbandono, e tra un latrato e l’altro simile a un povero cane lasciato inaspettatamente dal padrone, gli dicevo come lo avessi avuto qui davanti mentre mi salutava e se ne andava: “Ma perché babbo? sei mio babbo, non dovevi, non potevi…”. E proprio perché, come dice mic, nonostante tutto un papa è sempre un papa (cioè un “papà” di tutti noi Cattolici, dal termine da cui deriva la parola stessa “papa”). Il mio dubbio invece su questo attuale è che non so onestamente se io lo possa, diciamo così, considerare tale proprio del tutto. Sarà un’opinione azzardata, magari del tutto personale, ma anche in tale caso le motivazioni che me lo fanno pensare mi paiono piuttosto solide in base a quanto stiamo vedendo e ascoltando da mesi (oltre ai dubbi che concernono quell’articolo del diritto canonico del 1983 sulla possibilità di un papa di abdicare).
E, comunque, alla fine di questo lungo mio scrivere, cito ciò che scrive mic:
“Bisogna pregare e resistere e pensare che non siamo soli.”

E, aggiungo io, allacciandoci stretti alla sana e perenne Dottrina, quella che non marcisce, quella a difesa della quale sono morti e muoiono anche oggi milioni di cari fratelli nostri, e che ora, però, sono a vedere il Signore (e la Madre Maria) “faccia a faccia”.

Anonimo ha detto...

@una sola fede, glisso con nonchalance sul mio dolore, non voglio né posso giudicare motivazioni che non so e non per ripetere il mantra 'chi sono io per', cosa fatta capo ha, tu dici perdere un papà....io ho perso mia madre, mancata all'improvviso, da ragazzino, quindi so cosa si prova......non sono millenarista, però la foto del fulmine sul cupolone l'ho postata come wall sul display del cellulare.....fatti 2 conticini.Con amicizia Lupus et Agnus

Luisa ha detto...

Segnalo che il testo del colloquio Papa-Scalfari è stato tolto dal sito della Santa Sede:

http://blog.messainlatino.it/2013/11/ritirato-dal-sito-della-s-sede-il.html

Meglio tardi che mai, ma intanto il male è fatto.

Angelo ha detto...


RORATE CÆLI
Italian President to Pope: "Thank you for having impressed us for the absence of any dogmatism, by leaving room for doubt"
Roba da matti.

Josh ha detto...

Salve Mic, passo di corsa perchè sono febbricitante....anzi di più

in quel dell'Emilia risulta che abbiano sdoganato ormai anche le adozioni per le coppie gay, ci pensa la magistratura a farne un dato di fatto:

http://parma.repubblica.it/cronaca/2013/11/15/news/affidamento_di_una_bambina_a_coppia_omosessuale-71080440/



una sola fede ha detto...

@Lupus et agnus scrivi: "io ho perso mia madre, mancata all'improvviso, da ragazzino, quindi so cosa si prova."

...allora ti faccio una proposta almeno per il mese di novembre, consacrato al ricordo e alla preghiera per i defunti (o sarebbe meglio dire per le anime che si trovano in Purgatorio): tu dici ogni giorno del mese una preghiera per l'anima di mia madre e io la dico per quella della tua...

una sola fede ha detto...

@Angelo: "the absence of any dogmatism, by leaving room for doubt"


Ecco, Angelo, era più o meno a quello cui mi riferivo oggi tra le gravi e reiterate motivazioni quando mi sono sentito fortissimamente di postare in questo thread quella mia "elucubrazione" alle 09.10 e alle 10.39...

Angelo ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2013/11/che-ridere-santita.html#comment-form

Questa non l'avevo mai vista. Rimango senza parole. Solo Dio può porre fine, il prima possibile, al pontificato di questo pagliaccio (e non ditemi che il commento è fuori luogo: basta guardare la foto).

Japhet ha detto...

Un espisodio di quelli mostrati qua su, transeat.
Ma questo reiterare banalità e pinzullacchere varie - oltre alla serie infinita di ostentazioni - squalifica non solo la persona, ma soprattutto la funzione che riveste.

Anonimo ha detto...

@una sola fede, scusa il ritardo, ma farò volentieri lo scambio che mi hai chiesto, e non solo a novembre.Lupus et Agnus.

una sola fede ha detto...

@Lupus et Agnus

Ho già iniziato oggi e sono d'accordo anche io per non fermarsi solo a novembre...ma per sempre. Grazie di cuore.