Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 17 aprile 2016

Giuseppe Fallica. Cosa dobbiamo aspettarci noi cattolici dopo l'Amoris laetitia?

Importante dissentire o porsi interrogativi con lo stile dei figli di Dio, dal cuore aperto all'amore per la Verità e alla premura nei confronti dei fedeli, sine ira et studio ma con la dovuta attenzione. Come in questa condivisione di Giuseppe Fallica, che ringraziamo di cuore.

Com'era prevedibile, il Cap. 8 dell'Esortazione apostolica Amoris Laetitia sta portando alla nascita di interpretazioni opposte, che vedono coinvolti non soltanto gli addetti ai lavori ma anche gruppi di fedeli, in polemica tra loro nei social network e nelle parrocchie. Generalmente le posizioni concordano sulla presenza nel testo di espressioni e note, le quali prese singolarmente si pongono (almeno sul piano implicito) in discontinuità con il Magistero. Posizioni interpretative che però divergono inesorabilmente quando si tratta di discutere sul valore e le conseguenze da attribuire ad esse. 
Da un lato abbiamo l'interpretazione di Enzo Bianchi, dello storico Melloni, di Padre Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, dei cardinali Schonborn e Baldisseri, del segretario della CEI Galantino, i quali parlano di un documento "rivoluzionario", o almeno "innovativo", e di una chiara apertura per l'accesso alla Comunione dei divorziati risposati non disposti a rimediare alla situazione irregolare (o a vivere nella continenza sessuale), mediante un discernimento caso per caso attraverso il quale poter individuare soggettive attenuanti in foro interno, tali da ridimensionare i peccati di adulterio, da mortale a veniale. C'è in queste posizioni una implicita ammissione di discontinuità nella prassi e nella dottrina che appare in aperto contrasto col mirabile Magistero di Benedetto XVI sulla riforma nella continuità della stessa.
"La fede di oggi è espansione della fede di ieri" aveva scritto "ed è sbagliato dunque affermare che sia altra cosa dalla fede di ieri". E ancora: “la Tradizione è il Vangelo vivo, annunciato dagli Apostoli nella sua integrità, in base alla pienezza della loro esperienza unica e irripetibile: per opera loro la fede viene comunicata agli altri, fino a noi, fino alla fine del mondo. La Tradizione, pertanto, è la storia dello Spirito che agisce nella storia della Chiesa attraverso la mediazione degli Apostoli e dei loro successori, in fedele continuità con l’esperienza delle origini".
Ma torniamo all'analisi dei commenti. C'è poi una lettura opposta di altri studiosi, i quali affermano che nel suo insieme il documento non intende mutare nulla del Magistero, è dunque rimane immutato il divieto di accesso all'Eucaristia senza il sincero proposito di porre rimedio alla situazione irregolare (almeno mediante la continenza sessuale). In questi termini si sono espressi il teologo domenicano Michelet, il professor José Granados vicepreside dell'Istituto Giovanni Paolo II, il professore di pastorale familiare nel medesimo Istituto Juan José Pérez-Soba, il card. Dolan, il professore di teologia presso il seminario di Detroit Eduardo Echevarria, il card. Burke. Quest'ultimo ha anche sottolineato come Papa Francesco abbia testualmente scritto di non voler attribuire valore magisteriale al suo documento. A conferma di questa interpretazione "normalista" ci sarebbe il fatto che le presunte aperture, se fossero realmente tali, sarebbero state esposte chiaramente invece di ricorrere ad allusioni contenute in note a piè di pagina. Il card. Schonborn ha però ribattuto che si è agito così per non focalizzare troppo l'attenzione su questo singolo aspetto.

Qualunque siano le reali intenzioni del pontefice sta di fatto che quelle note hanno già prodotto significative prese di posizione. Il presidente della conferenza episcopale delle Filippine. Arvivescovo Socrates B. Villegas, ha dato il via libera per la Comunione ai divorziati risposati, e lo stesso è avvenuto nella diocesi di Bergamo, in Italia, dove il settimanale diocesano, a firma del suo direttore, monsignor Alberto Carrara, ha espresso identico concetto.

Al contempo sono iniziate le "persecuzioni" per coloro che intendono mantenersi fedeli al Magistero. Persecuzioni provenienti sia dai laicisti sia dai fratelli cattolici. Il parroco di Montemurlo, padre Maurizio Vismara, è stato infatti messo sotto accusa, dai fedeli e dalla stampa locale, ovviamente in nome dell'Esortazione del Papa, per aver rifiutato la Comunione alle coppie conviventi in occasione della prima Comunione dei loro figli. Un clima da caccia alle streghe di cui il Papa è un (probabilmente inconsapevole) promotore, con i suoi ripetuti attacchi ai dottori della lettera e ai legalisti, che agirebbero in obbedienza al Magistero per superbia e per un malcelato disprezzo verso i peccatori (contro cui scagliare le norme come pietre), piuttosto che per amore delle anime, e per il sincero desiderio di condurle alla salvezza eterna. Ha giustamente scritto il barnabita Giuseppe Scalese nel suo sito web: "Descrivere la Chiesa del passato come una Chiesa esclusivamente interessata alla purezza della dottrina e indifferente ai problemi reali delle persone (...) è non solo offensivo, ma falso e ingeneroso verso quanto la Chiesa ha fatto e continua a fare, pur fra mille contraddizioni e infedeltà, per la salvezza delle anime". 

Aggiungiamo noi: di certo Nostro Signore non è stato “duro di cuore” per aver detto all’adultera di non peccare più o per aver negato ai farisei la possibilità del ripudio. Non lo è stato neppure Giovanni Battista, accusando Erode Antipa di una unione illegittima, fino al punto di farsi tagliare la testa. Né lo sono stati San Paolo, per aver scritto che gli adulteri non entreranno nel Regno dei Cieli e Padre Pio per aver cacciato senza assoluzione coloro che si presentavano senza le dovute disposizioni interiori. Non lo è stato infine San Giovanni Paolo II, autore della Familiaris Consortio dove ha scritto che l’unica possibilità di ricevere i sacramenti, per i divorziati risposati, è quella di vivere come fratello e sorella.

In questa difficile situazione, uno degli aspetti a impressionare di più è la convinzione di alcuni (figlia della propaganda modernista) che nulla sia cambiato nel Magistero, perché un discernimento avveniva per questi casi già prima, e con esso la possibilità di concedere l'Eucaristia dopo un giudizio soggettivo sul foro interno. Si tratta di una affermazione vera, accompagnata da una deduzione falsa. Il discernimento infatti c'è sempre stato, ma solo per accompagnare il divorziato risposato nel suo cammino di conversione e per valutare la sua crescita spirituale, non certo per concedere l'accesso alla Comunione senza almeno l'impegno alla continenza sessuale. Per il Magistero non esisteva la possibilità di soprassedere a questa regola sulla base di eventuali attenuanti valutate dal confessore in foro interno (debolezza, ignoranza ecc.), perché egli era tenuto a limitarsi alla valutazione oggettiva della colpa. Dunque, chi agiva diversamente lo faceva illecitamente e in aperta ribellione al Magistero. A tal proposito si rimane colpiti dinanzi a Mons. Galantino, il quale ha ammesso di aver applicato il giudizio soggettivo e concesso l'accesso all'Eucaristia anche prima. È lecito domandarsi che valore avessero per lui documenti magisteriali come l'Enciclica Veritatis Splendor di San Giovanni Paolo II dove si legge:
"È da respingere quindi la tesi, propria delle teorie teleologiche e proporzionaliste, secondo cui sarebbe impossibile qualificare come moralmente cattiva secondo la sua specie — il suo «oggetto» — la scelta deliberata di alcuni comportamenti o atti determinati prescindendo dall'intenzione per cui la scelta viene fatta o dalla totalità delle conseguenze prevedibili di quell'atto per tutte le persone interessate. L'elemento primario e decisivo per il giudizio morale è l'oggetto dell'atto umano (...) Sono gli atti che, nella tradizione morale della Chiesa, sono stati denominati «intrinsecamente cattivi» (intrinsece malum): lo sono sempre e per sé, ossia per il loro stesso oggetto, indipendentemente dalle ulteriori intenzioni di chi agisce e dalle circostanze. (...) Insegnando l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: «Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio» (1 Cor 6,9-10). Se gli atti sono intrinsecamente cattivi, un'intenzione buona o circostanze particolari possono attenuarne la malizia, ma non possono sopprimerla: sono atti «irrimediabilmente» cattivi, per se stessi e in se stessi non sono ordinabili a Dio e al bene della persona (...) Per questo, le circostanze o le intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto «soggettivamente» onesto o difendibile come scelta (...) Per giustificare simili posizioni, alcuni hanno proposto una sorta di duplice statuto della verità morale. Oltre al livello dottrinale e astratto, occorrerebbe riconoscere l'originalità di una certa considerazione esistenziale più concreta. Questa, tenendo conto delle circostanze e della situazione, potrebbe legittimamente fondare delle eccezioni alla regola generale e permettere così di compiere praticamente, con buona coscienza, ciò che è qualificato come intrinsecamente cattivo dalla legge morale. In tal modo si instaura in alcuni casi una separazione, o anche un'opposizione, tra la dottrina del precetto valido in generale e la norma della singola coscienza, che deciderebbe di fatto, in ultima istanza, del bene e del male. Su questa base si pretende di fondare la legittimità di soluzioni cosiddette «pastorali» contrarie agli insegnamenti del Magistero e di giustificare un'ermeneutica «creatrice», secondo la quale la coscienza morale non sarebbe affatto obbligata, in tutti i casi, da un precetto negativo particolare. Non vi è chi non colga che con queste impostazioni si trova messa in questione l'identità stessa della coscienza morale di fronte alla libertà dell'uomo e alla legge di Dio. Solo la chiarificazione precedentemente fatta sul rapporto tra libertà e legge fondato sulla verità rende possibile il discernimento circa questa interpretazione «creativa» della coscienza".
Il concetto fu poi ulteriormente ribadito dal documento del 1994 della Congregazione della Dottrina della Fede il quale stabilisce che «la struttura dell'Esortazione [Familiaris Consortio § 84, relativamente all’impossibilità dell’ammissione all’Eucaristia dei divorziati-risposati che vivono more uxorio, n.d.a.] e il tenore delle sue parole fanno capire chiaramente che tale prassi, presentata come vincolante, non può essere modificata in base alle differenti situazioni».

38 commenti:

Anonimo ha detto...

Le risposte alle domande dei giornalisti sull'aereo di ritorno dalla Grecia mi sembrano chiare: non è cambiato qualcosa, è cambiato molto! Poi, mi dispiace, ma non posso proprio credere che il Papa non sia "consapevole" delle conseguenze che le sue parole sulla Chiesa del passato o sui "farisei" possono avere nella pratica quotidiana o che non si renda conto della confusione in cui è caduto il popolo cristiano. Sono incredula e molto dispiaciuta. Questa Esortazione mi sembra semplicemente e chiaramente eretica perchè contraddice la dottrina della Chiesa e non capisco perchè vescovi e cardinali tacciano. La loro responsabilità è diventata enorme.

Luisa ha detto...

Jorge Bergoglio è consapevole, lui ama una chiesa inquieta, seminare dubbi e confusione non gli pone problemi, anzi, sa quanto sia efficace dividere per regnare.
Dopo quel che ha detto sull`aereo risulterà molto difficile difendere la tesi secondo la quale non è cambiato niente.
In fondo e riassumendo il papa ci dice:

-con tutti i problemi delle famiglie voi venite a parlarmi di dottrina?

-C`è la crisi della famiglia, i giovani non vogliono più sposarsi, non fanno più figli, c`è la crisi del lavoro, i due genitori lavorano, i figli crescono da soli e non dialogano con i genitori e voi venite a parlarmi di dottrina, della Comunione ai divorziati risposati?
Quelli sono i veri problemi della Chiesa, non il rispetto della Dottrina, non la Comunione.
Come se nel corso dei secoli i fedeli di Cristo avessero avuto vite facili, dorate, oasi di pace e armonia, abbiamo dovuto arrivare nel 2016 per avere un papa che ci dice che

-la dottrina, il suo rispetto, è un eventuale ideale irraggiungibile dalla gente alla presa con le difficoltà della vita,

-che dobbiamo adattarla, interpretarla e applicarla in favore di chi quella dottrina l`ha messa sotto i piedi, non sono più figli infedeli e disobbedienti che vivono situazioni irregolari e che hanno bisogno di essere accompagnati sul cammino del pentimento e della conversione, no, oggi sono persone in difficoltà, la responsabilità non è loro ma della Parola del Signore che è troppo dura e difficile da vivere.


mic ha detto...

Così riporta la stampa:
Domnda:
Alcuni sostengono che niente è cambiato, altri che molto è cambiato e ci sono nuove possibilita’ per i divorziati risposati. Ci sono in effetti queste nuove possibilità?”, ha chiesto al Papa un giornalista americano.
Risposta:
E Francesco: “Potrei risponderle di sì. Ma sarebbe una risposta troppo piccola”. “Legga la presentazione del cardinale Schoenborn e la sua domanda avrà la risposta”,
ha continuato alludendo all’intervento in cui l’arcivescovo di Vienna illustrando i contenuti della Amoris laetitia ha pubblicamente ringraziato il Papa a nome dei figli dei divorziati risposati proprio per queste aperture che eliminano alla radice le differenze tra irregolari e fedeli irreprensibili che sono davvero lontane dal Vangelo.

A questo punto l'interpretazione autentica non lascia più spazio a dubbi... Possono più tacere i chierici e i pastori ancora 'sani'?

Josh ha detto...

@Luisa

hai ragione, ultimamente lo si sente anche troppo spesso.....cito:

_"la dottrina, il suo rispetto, è un eventuale ideale irraggiungibile dalla gente alla presa con le difficoltà della vita,"

si vada al § 18 del Concilio di Trento

_"Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in grazia i comandamenti di Dio sono impossibili a osservarsi: sia anàtema."

cfr.
http://www.unavox.it/doc06.htm

Anonimo ha detto...

Dice poi sull'aereo di ascoltare la presentazione del card Scomborn che è "un grande teologo". Di lui ricordo che ha detto che è superata la "distinzione artificiosa" tra coppie regolari e irregolari... come a dire che il SACRAMENTO del matrimonio è un accessorio irrilevante, visto che è quello che distingue una coppia regolare da una irregolare. Questi sono i grandi teologi di Bergoglio!
Lucis

Josh ha detto...

@Luisa bis...è vero anche il seguito che scrivi, quanto si scrive e ripete e dice oggi che
"che (la dottrina) dobbiamo adattarla, interpretarla e applicarla in favore di chi quella dottrina l`ha messa sotto i piedi, non sono più figli infedeli e disobbedienti che vivono situazioni irregolari e che hanno bisogno di essere accompagnati sul cammino del pentimento e della conversione, no, oggi sono persone in difficoltà, la responsabilità non è loro ma della Parola del Signore che è troppo dura e difficile da vivere."


sempre il Concilio di Trento, al 19, 20, 21 invece dice:

_Chi afferma che nel Vangelo non si comanda altro, fuorché la fede, che le altre cose sono indifferenti, né comandate, né proibite, ma libere; o che i dieci comandamenti non hanno nulla a che vedere coi cristiani: sia anàtema.

_Se qualcuno afferma che l’uomo giustificato e perfetto quanto si voglia non è tenuto ad osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa, ma solo a credere, come se il Vangelo non fosse altro che una semplice e assoluta promessa della vita eterna, non condizionata all’osservanza dei comandamenti: sia anàtema.

_Se qualcuno afferma che Gesú Cristo è stato dato agli uomini da Dio come redentore, in cui confidare e non anche come legislatore, cui obbedire: sia anàtema.

mic ha detto...

Le statistiche dei lettori mi danno sempre elementi significativi. Questo uno degli articoli (che non ricordavo) più letti oggi:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/02/massimo-viglione-la-guerra-civile.html

Anonimo ha detto...


@ La relazione di Schoenborn come la si puo' reperire? Dichiarazione del Papa contra fidem

Il Papa ha fornito l'autentica del suo stesso pensiero, contenuto nell'Esortazione, rinviando nello stesso tempo al documento del cardinale Schoenborn, che chiarirebbe il senso delle affermazioni del Papa.
Per avere un quadro completo bisognerebbe leggere questo documento. Dove e' possibile reperirlo?
Non c'e' dubbio che, come ha opportunamente ricordato Josh, l'affermazione del Papa sulla sostanziale impossibilita' di osservare i precetti della morale cristiana da parte del comune fedele, contrasta apertamente con quanto riaffermato al Concilio di Trento come verita' di fede. La sua, e' una dichiarazione "contra fidem" e contra fidem divinam et catholicam dal momento che la dichiarazione tridentina e' sanzionata dall'anatema, ossia insegnata come dogma di fede. PP

bernardino ha detto...

Dr.ssa Maria, Ermanno può lanciare quelle grida di cui sopra, ma se le lancio io, davanti all'evidenza dei fatti conclamati, perchè non me le pubblichi? sapendo quello che penso di Bergoglio, mentre quello che penso di Ratzingher o Pio XII, Pio X sai che tutt'altra musica?.
Grazie Maria sono sempre il tuo aff.mo Bernardino.

mic ha detto...

L'intervento di Schonborn è leggibile qui:

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/04/08/0241/00531.html#sch

mic ha detto...

Bernardino,
dipende da quando, quanto, come e dove... :)

RR ha detto...

Quando ho scritto che il tutto era fatto per coprire la nipote di cotanto vescovo, apriti cielo ! Oggi scrivo che il tutto è stato fatto affinchè Schonborn smetta di sentirsi fuori posto, disadattato, anormale, irregolare, fate vobis, perché figlio di divorziati risposati. "Mi faccio prete, così un giorno potrò sistemare Mutti e Vati".
Leggi - ed esortazioni - ad personam. E ad personam anche di molti altri illustri e potenti. O che ci facevano Sarkozy e Carlà dal VdR il Lunedì Santo ? "Prepariamoci a rifarci una verginità, almeno politica, così da gabbare ancora una volta i Cattolici di Francia, quei pochi rimasti, nel 2017".

mic ha detto...

In ogni caso il commento di Ermanno (che attendibilmente è la stessa Anonima a cui si riferisce, altrimenti come farebbe e conoscerne il sesso?) diventa il seguente:

Condivido quanto detto dalla anonima. E' consapevole eccome....come anche è consapevole di mentire sapendo di mentire quando parla dei documenti pronti per i mussulmani da portare in vaticano, mentre quelli per i cristiani.....(non li ha fatti preparare), ma figuriamoci era tutto preordinato, come ogni passo, ogni respiro, ogni saluto, ogni disegnetto dei bambini. E fosse solo questo!

Per il resto, almeno bisogna metterci la faccia.

tralcio ha detto...

tralcio ha detto...
Consapevole si o no? Si
Cambiato "qualcosa" si o no? Sì
Al centro di questa azione pastorale c'è Dio? No
Chi, senza troppe cautele e distinguo, fosse entusiasta di questo è un "buon teologo"? No.

E' questo il punto. Le intenzioni sono ottime, misericordiosissime, ma esclusivamente filantropiche.
Nessuno può dubitare che Dio, che è amore, non desideri il bene nostro e di tutte le sue creature.
Tuttavia si impone l'evidenza di una dimenticanza: il "male" non lo hanno prodotto le leggi e le dottrine rivelate da Dio, bensì i peccati che l'uomo compie in dissenso alla volontà di Dio.
Derubricare il peccato non aggira "la legge" (o la dottrina), bensì la volontà di Dio, e chiamando a giustificazione la misericordia di Dio.

E poi: di quale Dio (sempre che importi di un Creatore) stiamo discettando da creature?
Nel mondo ci sono centinaia di "fedi" e di "credo"...
Gesù, il Cristo, è venuto a dirsi il genuino volto del Padre, che nessuno ha visto.
Ha detto che in Dio c'è solo il bene. Che il Padre è amore, la sua volontà misericordia.
Eppure Gesù ha detto che non si tocca nemmeno uno iota della legge.
Ma nessuno deve vantarsi di essere "in regola" o far pesare al prossimo la legge.
Il fariseo e il legalista hanno torto quando (pur non essendo loro stessi nel giusto) "inchiodano" il prossimo a norma di legge o lo "bollano" in quanto trasgressore, o si vanta "migliori di lui", pavoneggiandosene con Dio. Non sono in torto perchè rispettano la legge!

continua...

tralcio ha detto...

Ora pare che la centralità di Cristo (che non ha alterato la legge) sia messa in ombra. In fondo ogni strada è "equivalente" e perciò chi ha sempre disconosciuto il Cristo è nel (proprio) "giusto". La cosiddetta "ONU delle religioni" distilla ogni fede e credo, ogni idolo vano del mondo, per unificarlo in un idolo unico, ma pur sempre idolo, dato che non adora Dio, ma la creatura che agisce l'azione del rendere culto alla propria maniera.

La creatura apostata (messasi al posto del creatore, spostando Dio dal centro) dice come in Genesi "diventerete come dio". Non attraverso l'obbedienza a Dio, ma proprio non facendo quel che dice! E così, invece di diventare figli di Dio per adozione, in Cristo, ci facciamo figli di quel "padre" che è un idolo, una creatura, capace di ingannarci con le sue astuzie fino ad essere adorato nella sua cangiante manifestazione: dopo due secoli all'insegna della "giustizia" (e la fede definita oppio dei popoli proprio perchè non incitava alla rivoluzione che ci avrebbe resi "tutti uguali") ora la rivoluzione è all'insegna della misericordia, così da dire ancora "uguale" anche ciò che non lo è.

Scrisse Sant'Ireneo di Lione (Contro le eresie V, 25,1 ) che l'anticristo "rigetterà gli idoli per convincere che egli è dio, ma eleverà se stesso come un idolo raccogliendo la falsità dei diversi idoli, affinché quelli che per vari culti abominevoli ora adorano il diavolo, gli prestino culto in quest’unico idolo di cui parla l’Apostolo nella seconda ai Tessalonicesi".

Quello che sta agendo nel mondo, la terra che si differenzia dal Cielo, è sempre lo stesso mysterium iniquitatis, che agisce dal peccato angelico in poi, dopo che -cacciato dal Cielo- il serpente antico fu precipitato sulla terra per ingannare gli uomini. Ne parlano Isaia (14,12-15) ed Ezechiele (28,14-17). Ne parla Gesù (Lc 10,18). Ne parla Pietro (2Pt 2,4) e l'Apocalisse (12,9). Gli si oppone il mysterium pietatis. In Cristo, morto e risorto, la creatura ribelle è stata sconfitta proprio nella sua "specialità" più esclusiva: la morte. L'adorazione a Cristo è la missione della Chiesa e anche i papi post conciliari sono stati dei maestri: penso soprattutto a San Giovanni Paolo II, il papa della Veritatis splendor e del "totus tuus", il papa di Maria e della divina misericordia, che non fu solo il papa di Assisi e che non c'era pericolo che facesse di assisi "l'ONU delle religioni", pur essendo messaggero di pace.

L'inganno è molto più subdolo di un incontro di preghiera a Dio tra uomini con differente fede. L'inganno è l'idolo. Cioè la creatura al posto di Dio! Solo quando si trasgredisce deliberatamente Dio per adorare la creatura, diventiamo "suoi figli", prigionieri del regno in cui signoreggia tramite la morte, essendo stato usurpato il legittimo Trono su cui siede chi è via, verità e vita. Il "tratturo" delle pecore è la via della sana dottrina (la legge) tra la verità e la salvezza, tra la misericordia e la vita, tra la bellezza e la giustizia, tra la libertà e la grazia. Dio non ci tratta da macchine: sa che possiamo essere ingannati, ma ci ha fatti capaci di Lui, di ascoltarLo. Può trarre il bene dal male e preferisce questo rischio alla "dittatura" dell'amore, che ci toglierebbe ogni scelta.
No: Lui ci dice di scegliere e ci ha dato il necessario per poter conoscere il rischio e scegliere.

E' solo allora che può venir meno l'opera del katechon. E anche allora che cosa deve fare chi adora il Padre nel Figlio, nello stesso Santo Spirito? Stare sotto (o sulla) croce.
Altro non ci compete. Non siamo farisei legalisti. Non ci vantiamo della legge.
Ci compete soprattutto amare tutti. Anche i nemici! Guai a voler male. Non è da Dio.

Anonimo ha detto...

Purtroppo non si può risolvere la questione della Comunione ai divorziati e risposati, nè con un'esortazione, nè con un'enciclica. Il problema sta più a monte e chi vi parla è uno che per amore per Cristo e la Chiesa ha accettato la croce per la quale al momento della propria crisi matrimoniale, grazie alla coniuge concubina, ha accettato il "peso" di non aver avuto un accompagnamento da parte della Chiesa locale e dei suoi rappresentanti che avrebbero potuto far chiarezza di come stavano andando le cose all'interno della coppia. Ecco che nel momento della crisi coniugale occorre che il Vescovo abbia sempre una commissione di esperti per indagare le crisi matrinoniale e cercare di aiutare la coppia. Non si può lasciare il coniuge cristiano da solo a ricomporre i perchè della propria crisi, magari accusato di non aver fatto abbastanza,se non addirittura, di essere colpevole, quando le prove, i dialoghi avvenuti, le iniziative con prove documentali per fare chiarezza affermano da sole il contrario. Io sono competente nel campo Psicologico-pedagogico e nel campo religioso di cui possiedo due titoli accademici. Questo per sgomberare il campo a chi andasse affermando che io non sono in grado di formulare proposte. Ma se qualcuno affermasse che i Consultori matrimoniali possono fare molto, Io vi affermo per esperienza nel mio caso, che la mia moglie si è opposta a un aiuto alla coppia, e il Consultorio ha avvallato che era troppo tardi per fare qualcosa. Così per anni mi sono rivolto a giudici e avvocati rotali per avere chiarezza, ma se non c'è una ricostruzione da parte anche da parte del coniuge che non vuole il recupero della vita di coppia e ha già una "seconda vita" con un'altro partner, non è stato possibile ricostruire la verità sulla vita di coppia. Occorre che sia la Diocesi con un gruppo di esperti ad indagare la situazione familiare subito quando avviene la crisi, e i parroci siano attenti alle situazioni di crisi, informando i coniugi cristiani che possono rivolgersi alla Diocesi. Papa Francesco nel suo Motu proprio aveva scritto che era responsabilità delle Diocesi indagare la verità, ma cosa stanno facendo le Diocesi e gli Ordinari Diocesani? Cosa si aspetta di andare incontro alle pecore come richiama il Vangelo di questa Domenica? Il buon Pastore ha cura delle sue pecore, lascia le 99 e va in cerca di quelle che sono in difficoltà. Dov'è quest'amore, quest'attenzione al prossimo? Lasciamo i cristiani in balia della tempesta? Questi sono i veri profughi, i veri naufraghi di quest'epoca combinata malamente sia sul piano spirituale a cui non viene dato peso, che sul lato morale.

Luisa ha detto...

La versione dei documenti non pronti per i cristiani sarebbe solo grottesca se non fosse drammatica, una semplice presa per i frondelli, anche chi ha i neuroni un pò stanchi se ne rende conto ( basta leggere i commenti dei vari articoli anche nella stampa francofona), bisogna essere totalamente sicuri del proprio onnipotere per prendere in giro in quel modo l`intelligenza della gente e infischiarsi delle loro reazioni.

RR ha detto...

Cosa si aspetta di andare incontro alle pecore come richiama il Vangelo di questa Domenica? Il buon Pastore ha cura delle sue pecore, lascia le 99 e va in cerca di quelle che sono in difficoltà. Dov'è quest'amore, quest'attenzione al prossimo? Lasciamo i cristiani in balia della tempesta? Questi sono i veri profughi, i veri naufraghi di quest'epoca combinata malamente sia sul piano spirituale a cui non viene dato peso, che sul lato morale.


Questo è pastorale. Ma presuppone amore per la propria missione, amore innanzitutto di Dio, a cui ci si è votati, amore "per il proprio mestiere". Significa uscire dalla sacrestia, girare per le famiglie, non aver paura o remore nell' entrare nelle vite degli altri, avere occhi ed orecchie. Significa fare quel che facevano i preti di un tempo che con una scusa o l'altra - come faceva il nostro parroco quand'ero bambina - ti entravano in casa. E con aria indifferente s'informavano di dov'erano i bambini, e la mamma ed il papà, e poi, magari, arrivavano al punto, che avevano sentito voci, pettegolezzi sicuramente, ma...
Invece adesso sembra abbiano persino paura a fare una benedizione con acqua benedetta e stola al collo ad una defunta !


E' più semplice arrendersi alla situazione di "non ritorno", come un medico che, invece di essersi premurato e preoccupato di aiutare il pz a non ammalarsi, dica: - eh, ormai, cosa vuole, non c'è più niente da fare, il male si è esteso...-.
Ma prevenire non è sempre meglio che curare ?

RR

Luisa ha detto...

Siccome sono un`allieva docile e seria :) e siccome Bergoglio ha detto che non si ricorda la nota 351 ma che è sicuro che deve già figurare nella Evangelii gaudium , sono andata a verificare...beh, bisogna proprio essere ciechi per non vedere che Bergoglio apre le porte che devono restare chiuse, lo ha fatto come vescovo a Baires, lo fa a Roma come papa, tutto nelle sue parole e nelle sue azioni ci indica sin dall`inizio dove vuole andare e dove vuole portare la Chiesa.

Dalla EG:

-47. La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte. Così che, se qualcuno vuole seguire una mozione dello Spirito e si avvicina cercando Dio, non si incontrerà con la freddezza di una porta chiusa. Ma ci sono altre porte che neppure si devono chiudere.
Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte della comunità, e nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi.
Questo vale soprattutto quando si tratta di quel sacramento che è “la porta”, il Battesimo.
L’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli.[51] Queste convinzioni hanno anche conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa.

Chiaro no?

-49. Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. ( leggi Dottrina)
Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti.

Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita.
Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37).

Chiaro, o no?

Anonimo ha detto...

Vi ricordate quelli che alla vigilia del sinodo sulla famiglia dello scorso anno dicevano che non sarebbe MAI e POI MAI passato ciò che è ora è stato tranquillamente e chiaramente proclamato "perchè nella Chiesa c'è ancora una parte che ecc. ecc." Ecco, teniamone conto per come siamo ridotti e che cosa ci aspetta se non altro per realismo...ci stanno sparando adosso, a terra ci sono morti e feriti e stiamo a cavillare se sono pallottole o fiorellini di campo... D'accordo che questa realtà è terribile da accettare ma bisogna farci i conti.
Dopo tutto questo ora Bergoglio ha la certezza assoluta di poter fare tutto quello che vuole.
Poi bisognerebbe far notare a quelli che usano il ritornello "Volete saperne più del Papa?" come un randello se El Papa ne vuole sapere più di Gesù Cristo, degli Apostoli e dei Santi. Perchè proprio questa sta facendo.
Miles

Sonia ha detto...

Molto chiaro questo articolo, cosa non facile di questi tempi in una materia volutamente piena di controversie. Io credo che tutto l' operato di Bergoglio e seguaci voglia appositamente essere contraddittorio per fare in modo che i cambiamenti siano accettati e non rifiutati in massa...Se nell' Esortazione Bergoglio avesse detto a chiare lettere che era consentita la Comunione ai divorziati risposati il mondo cattolico religioso e laico era costretto a rifiutare senza se e senza ma. Ma poiché lo stesso concetto è lasciato volutamente nascosto in note a pie' pagina, non fa clamore, la maggior parte della gente non lo legge neppure e chi lo legge lo interpreta in vario modo, nessuno ci capisce più niente e ognuno fa quello che vuole...Diabolico questo modo di agire Bergoglio in una materia che dovrebbe essere più che limpida, visto che ne va di mezzo la Dottrina cattolica. La confusione di oggi è voluta proprio per destabilizzare il Cattolicesimo. E la frase più diabolica è quel " Discernimento caso per caso" su cui si può giocare come uno vuole, senza rendersi conto che diventa relativismo puro e che non esiste più una Verità assoluta. Bergoglio ha iniziato la sua lotta contro i "Dottori della legge" ma non scalfira' la Fede di chi ama Cristo!

Luisa ha detto...

Wow, ho dimenticato EG 44:

44....Pertanto, senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno.[50]
Ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile.
Un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà.
A tutti deve giungere la consolazione e lo stimolo dell’amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute.

mic ha detto...

In queste parole c'è tanto psicologismo, anche utile per chi è impegnato pastoralmente con casi umani e personalissimi. Ma manca del fondamento indispensabile dei principi da insegnare, accompagnati dalla grazia santificante, che è funzione primaria e irrinunciabile della Chiesa.
Carità nella verità, senza sentimentalismi. Occorre la fermezza del padre insieme alla tenerezza della madre. Altrimenti vengono fuori degli smidollati. E, senza scomodare i principi metafisici, anche questo è un semplice dato psicologico.

Tradizionista59 ha detto...

Ma di cosa vi preoccupate, tanto era tutto perfetto prima di Bergoglio, tornerà tutto a posto quando non sarà più il Papa!
Certamente possiamo "consolarci" così, se ci piace.
Continuiamo a fare finta di credere che ci siano solo elementi di rottura tra Bergoglio e i suoi predecessori,se questo ci fa stare tranquilli, ma non è così.
Ci sono sempre ragioni più "profonde", secondo alcuni, ma intanto Assisi ha aperto una strada e, quel che è peggio, formato una mentalità.
I suoi (di Bergoglio ) predecessori hanno tenuto il punto fermo su alcune questioni, ma su altre hanno assecondato quel modernismo che aveva già fatto capolino nel concilio.
Quel CVII che oggi, forse, possiamo definire l'anti-Trento. Non credo di essere blasfemo.
Del resto, Benedetto XVI non lo ha contrapposto alla Chiesa del Sillabo? Il che vuol dire anche, per coerenza, alla Pascendi e alla Humani Generis.
Non a caso R.Amerio gli definiva definiva i tre Sillabi.
La grandezza,o meno, dei papi conciliari e postconciliari non la si misura, certamente, paragonando il loro pontificato con quello di Bergoglio.

mic ha detto...

Teadizionista,
al punto in cui siamo i 'bachi' sono già stati individuati, ma ora si è aperta una voragine. E non serve a niente star lì a disquisire sulle responsabilità già note.
Mentre ci affidiamo e supplichiamo, speriamo che il Signore susciti le guide e i santificatori. Altrimenti non ci resta che aggrapparci al Suo essere-con-noi nella Comunione dei Santi...

Anonimo ha detto...

Penso che le parole di Tradizionalista59 siano difficilmente contestabili.
Bergoglio non è un inizio od una svolta, ma un epilogo, un termine.
Mi viene in mente che un lettore disse di ritenere che dopo Bergoglio non vi sarà nessuno per effetto della stessa volontà dell'attuale V.d.R. che mira allo stesso dissolvimento del ruolo di Pontefice.

Anonimo ha detto...

Cosa devono aspettarsi i cattolici legati alla tradizione e alle Sacre Scritture?
Un bel nulla, vien da dire.
C'è da rilevare che proprio oggi, dopo aver visitato il salone del mobile, l'ex cavaliere ha assistito alla Santa Messa celebrata dall'arcivescovo Scola e si è tranquillamente comunicato. Dopo due divorzi e l'attuale convivenza il cammino intrapreso è stato evidentemente particolarmente lungo e accidentato ...

Tradizionista59 ha detto...

Scusa Mic,
sono già note a te e qualcun altro, ma evidentemente non è ancora chiaro a tutti.
Mi riferivo chiaramente ad un passaggio del commento di Tralcio.
Capire il passato,forse, può aiutarci nel presente e sicuramente per il futuro.
Penso che sia più dannoso fare i nostalgici di un recente passato, tutt'altro che esemplare.
Tutto qui.

mic ha detto...

Penso che sia più dannoso fare i nostalgici di un recente passato, tutt'altro che esemplare.
Tutto qui.


Ne convengo. Ma oltre che a qualche nostalgico di Papa Benedetto, che ha tutto il massimo rispetto, qui mi pare che di realismo ce ne sia da vendere, tanto in ordine al passato quanto sul presente. Chiaro che, in base a quanto affronteremo, non mancheremo di ricordarne anche i prodromi.
Ma proprio perché sono cose di cui abbiamo discusso a lungo e perché ci troviamo in una vera e propria emergenza epocale, cerco di focalizzare sull'hic et nunc. Anche perché siamo al punto in cui è passato persino il tempo della fuga dei buoi dalla stalla...

mic ha detto...

Penso che le parole di Tradizionalista59 siano difficilmente contestabili.
Bergoglio non è un inizio od una svolta, ma un epilogo, un termine.


Tradizionista non è stato contestato. leggere quanto già detto.
Chi l'ha detto che Bergoglio non sia una svolta (traumatica) invece che un epilogo?
La Chiesa non conosce epilogo e nessuno può dire che siamo giunti alla fine della storia.
E probabilmente non è altro che una svolta epocale drammatica quanto la caduta dell'Impero romano con delle aggravanti. Ma non siamo né soli né abbandonati, anche se viviamo una sorta di Venerdì Santo della Chiesa...

Federico Fontanini ha detto...

Hai perfetta ragione! Mancano veri pastori. Ve ne sono pochi per il calo delle vocazioni,ma tra i pochi ve ne sono che corrono dietro a cose secondarie e non han vera cura delle anime. Caro anonimo (Dio sa chi tu sei)ti metto nelle mie preghiere e ti capisco!

mic ha detto...

Ringrazio per quest'attenzione all'Anonimo 11:18 al quale mi ripromettevo di rispondere.
E' ancor più duro vivere crisi così serie senza spiragli ma anche senza aiuti che potrebbero anche servire a superarle. E avvertirne con sofferenza la mancanza e la relativa solitudine...
C'è tanto da offrire. Ma in casi come questo o in sofferenze di altro genere si dovrebbe poter contare su aiuti concreti, in un mondo secondo il cuore di Dio...

Tradizionista59 ha detto...

Il Cavaliere aveva già ricevuto pubblicamente la Comunione e non solo lui, ricordiamoci di Vladimir Luxuria ai funerali di don Gallo, dalle mani del cardinal Bagnasco.
Credo che la lista vip sarebbe lunga, e questo è l'aspetto peggiore, clericalismo puro, ovvero connivenza con il potere mondano.
Così è se vi pare!

Giosuè ha detto...

La Santa Chiesa ha tutti i strumenti per indagare le cause dei divorziati. Già con i precedenti documenti e strumenti di vita ecclesiale. Occorre un impegno serio d'indagine, non solo la delega agli avvocati rotali. Poi fatto tutto in modo oggettivo, individuato il coniuge che ha sbagliato, qest'ultimo avrà il modo di ripartire da zero, e la causa di nullità matrimoniale proseguirà se ne avrà gli elementi. Qui non si è capito il problema, il problema sta a monte. Solo chi vi è passato come me ne sa il dramma e la soluzione morale. Ho informato prelati, e più in alto di come andrebbe affrontato il problema, ma tutti pare vogliano scansarlo o stare dalla parte della loro pur giusta ragione dottrinale. Attendo che ritorni Cristo nella sua seconda venuta come dice la Madonna nel messaggio a don Gobbi nel 24.12.1978 e speriamo che non sia come da Lei citato: "Quasi nessuno sarà pronto ad accoglierlo e i Suoi saranno tutti occupati a promuovere se stessi..." In questi Suoi spero di non essere compreso anch'io, anche se non sono un sacerdote, ma ritengo di essere non a torto discepolo del Vangelo. Ma dai frutti vedremo l'albero. Come anche la Madonna a Schio dice a Renato Baron più o meno così, che vedremo dopo il Trionfo del Cuore Immacolato, i frutti delle nostre opere o meglio di quelle opere che Dio Padre ci ha affidato. Saranno pula che il vento disperde o saranno qualcosa di concreto? Saranno solo parole al vento o vero impegno nelle responsabilità ecclesiali che abbiamo?

Giosuè ha detto...

"Perchè questa è la volontà di Dio: che operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti. Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio" (Prima lettera di Pietro 2,15-16). "Non vi sgomentate per paura di loro, nè vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domamdi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perchè nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo" (Prima lettera di Pietro, 3,14-16).

Luisa ha detto...

Per riprendere il titolo:
che cosa dobbiamo aspettarci dall`AL?
Qui la NOVITÀ imposta da Bergoglio, e accolta con entusiasmo dai lupi che possono uscire allo scoperto , è commentata da Cascioli:

"Comunione ai divorziati risposati, preti e vescovi in corsa per arrivare primi"


http://www.lanuovabq.it/it/articoli-comunione-ai-divorziati-risposatipreti-e-vescovi-in-corsa-per-arrivare-primi-15898.htm

Josh ha detto...

Non siate ciechi e duri di cuore: Con la "riforma dell'amore" siamo più liberi di reperire abbacinanti Semi del Verbo nel Peccato Mortale.

Anonimo ha detto...

Sillabo di Pio IX (1864), V e VI: Se qualcuno afferma: «La divina rivelazione è imperfetta e perciò soggetta a un continuo e indefinito progresso, che corrisponde al progresso dell’umana ragione»; «La fede di Cristo urta la ragione; e la rivelazione divina non solo non giova a nulla, ma nuoce altresì al perfezionamento dell’uomo» ..., SIA ANATEMA!