Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 13 aprile 2016

La fede ci salva

Un testo da meditare.

La Madonna con gioia ascolta e partecipa alla nostra preghiera.
Lei raccoglie con una mano e sparge con l'altra doni d'amore, mentre supplica il Padre, supplica il suo Gesù che voglia premiare la nostra fede e la nostra costanza. 
Le anime piene di fede assomigliano a quella donna che da molti anni era malata e che, intrufolandosi in mezzo alla folla che seguiva il divin Maestro, pensava: “Se riesco a toccare il lembo del suo mantello, sono certa che guarirò”. Ella riuscì a toccarlo e da quell'istante fu guarita, poiché per la sua fede una forza era partita dalla persona di Gesù. Infatti, Egli si volse e domandò: “Chi mi ha toccato?”. Restarono tutti meravigliati per la sua domanda, e un discepolo osò dire: “Maestro, sei circondato da tutte le parti e tu domandi chi ti ha toccato?”. Ma Gesù disse a quella donna: “Va in pace, la tua fede ti ha salvata”. 
È così. La gente non si accorge, forse i nostri familiari ci deridono. Ci sono persone buone che ci sconsigliano, qualcuno che ci combatte. Eppure, dice la Madonna: “La vostra fede vi salva, e non solamente voi, poiché dalla vostra fede vissuta esce come una forza che fa vivere anche gli altri, li guarisce, li aiuta. Se continuate ad avere fede nonostante le croci, le difficoltà, le malattie e andate da Gesù non solo con il desiderio di toccargli il mantello, ma di cibarvi delle sue carni immacolate, avviene in voi una vera trasformazione”.
La gente non si accorge di nulla, ma noi possiamo dire con sincerità che un po' di paradiso è nel nostro cuore. 
Ci pare di volare qualche volta, sentiamo una grande voglia di cantare. Eppure siamo, come le altre persone, spesso in mezzo ad un mare di guai. Vedete cosa fa fare la fede! 
Ora Maria Santissima ci vuole ricordare un altro episodio del Vangelo. Giairo aveva una figlia malata. Va da Gesù e lo invita ad andare a casa sua per guarirla. Non mette nessun ostacolo, Gesù, e va con lui. Ma prima che giungano a casa, si fa loro incontro un servo che avverte che la figlia è morta e che perciò non si deve disturbare il Maestro. Ma Gesù procede portandosi dietro Pietro, Giacomo e Giovanni. Poi, giunto alla casa, dice: “Non piangete, perché la fanciulla non è morta, ma dorme”. E quelli lo deridono 
Ripeto, la nostra fede incontrerà derisioni, certo, ma la nostra sicurezza, la nostra fermezza e la nostra costanza saranno premiate. 
È una fanciulla in pericolo, è una giovane morta, ed è il papà questa volta che con la forza della fede chiede. 
Mamme, papà, è ancora la gioventù in pericolo. È la loro vita spirituale, forse anche la loro vita fisica, “ma andate, dice Maria, dal divin Maestro. Servitevi anche, in alcuni casi, dei sacerdoti, di quelli soprattutto che dimostrano la fede di Pietro, la forza di Giacomo, la purezza di Giovanni, e operate accanto ai vostri giovani con fiducia, con bontà, con saggezza. Servitevi degli insegnamenti di Gesù e portateli alla ribalta nei momenti più propizi con tanta umiltà e convinzione. 
E non temete, è sempre Gesù che opera i miracoli. È Lui che prende per mano questi figli. Gli basta una parola: “Alzati!”. E i vostri figli, se parla Lui, non possono rifiutarsi”. 
Alle risa subentra la meraviglia. Noi dobbiamo essere indifferenti al comportamento della folla verso di noi. Cerchiamo Gesù mediante la preghiera, lo facciamo agire mediante la nostra fede e i miracoli si compiono. 
Così mentre la Madonna si compiace con noi, ecco che ci porta ad operare in tutti i campi: nella famiglia e fuori, dovunque c'è chi è morto alla vita della grazia e alle dolcezze della vita cristiana. 
Ed ora, prima di darci la sua benedizione, che porteremo nelle nostre famiglie, ci chiede un dono. 
Ricordiamo che la Chiesa, a febbraio, festeggia il suo Gesù che a quaranta giorni di vita, per mezzo suo si offre al Padre, disposto a fare in tutto la sua volontà. Vorrebbe che ciascuno di noi, dopo aver ricevuto nel proprio cuore il suo Gesù vivo e vero, rinnovasse quell'offerta al Padre per la salvezza dell'umanità. 
La Vergine vorrebbe anche che nel ricordo della sua purificazione ognuno di noi dovesse sentire un desiderio vivissimo di piangere i propri peccati, onde ne consegua una vera purificazione. 
Ci abbraccia e ci benedice tutti.
Pietro Dipalo - Fonte

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Itaque, fratres, state et tenete traditiones, quas didicístis sive per sermonem sive per epístulam nostram.

Il Ristoro Dell'anima ha detto...

Oggi mi sto aiutando con questo figlio di Padre Pio che racconta vicende vissute all'ombra del Santo Sacerdote .
Il Santo Rosario resta l'arma migliore per flagellare il diavolo che ad ogni AveMaria viene come trapassato da piombo fuso .
https://www.youtube.com/watch?v=kNxCXKmQGpE&ebc=ANyPxKqVeyXl6BWMMYu0HugiXDwMLjVuBQwW7Qv5EA2AC7GUnJDdqIHcz3Z4wJf7tkw2XjwB1N6ZtKyPafpGVwjeN4QcTQZ1yw&nohtml5=False

Anonimo ha detto...

Sabato la storica visita di Bergoglio sull'isola invasa dai migranti. "A Lesbo per esprimere vicinanza e solidarietà"

Il programma del viaggio papale è ancora da mettere a punto nel dettaglio, e dovrebbe prevedere oltre alla accoglienza all'arrivo da parte delle autorità greche, incontri con i profughi, sia al Centro di accoglienza che nel porto. La partenza sarà al mattino e il rientro del Papa a Roma "a fine giornata". Il viaggio ha una indubbia valenza ecumenica, giacchè il Papa e Bartolomeo, primo in onore tra i patriarchi ortodossi quindi loro punto di riferimento internazionale, hanno preso insieme questa iniziativa, che assegna un ruolo comune alle diverse confessioni cristiane, per la pace e la giustizia nel mondo.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/papa-francesco-lesbo-porter-sostegno-ai-profughi-1245903.html

Anonimo ha detto...

"Ora l'Europa si sveglia: arriva la stretta sull'islam

Giro di vite sull'islam in Germania: c'è la proposta di legge per regolamentare gli imam e imporre il tedesco nelle moschee".

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/germania-proposta-sullislam-tedesco-lingua-delle-moschee-1245904.html

Anonimo ha detto...

LA SCUOLA DELLA FEDE NON È UNA MARCIA TRIONFALE MA UN CAMMINO COSPARSO DI SOFFERENZE E DI AMORE

Dà la sua carne": che cosa vuol dire questo? E anche per i discepoli appare inaccettabile quanto Gesù dice in questo momento. Era ed è per il nostro cuore, per la nostra mentalità, un discorso "duro" che mette alla prova la fede (cfr Gv 6,60). Molti dei discepoli si tirarono indietro. Volevano uno che rinnovasse realmente lo Stato di Israele, del suo popolo, e non uno che diceva: "Io do la mia carne". Possiamo immaginare che le parole di Gesù fossero difficili anche per Pietro, che a Cesarea di Filippo si era opposto alla profezia della croce. E tuttavia quando Gesù chiese ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?", Pietro reagì con lo slancio del suo cuore generoso, guidato dallo Spirito Santo. A nome di tutti rispose con parole immortali, che sono anche le nostre parole: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (cfr Gv 6,66-69).

Qui, come a Cesarea, con le sue parole Pietro inizia la confessione della fede cristologica della Chiesa e diventa la bocca anche degli altri Apostoli e di noi credenti di tutti i tempi. Ciò non vuol dire che avesse già capito il mistero di Cristo in tutta la sua profondità.

La sua era ancora una fede iniziale, una fede in cammino; sarebbe arrivato alla vera pienezza solo mediante l’esperienza degli avvenimenti pasquali. Ma tuttavia era già fede, aperta alla realtà più grande – aperta soprattutto perché non era fede in qualcosa, era fede in Qualcuno: in Lui, Cristo. Così anche la nostra fede è sempre una fede iniziale e dobbiamo compiere ancora un grande cammino. Ma è essenziale che sia una fede aperta e che ci lasciamo guidare da Gesù, perché Egli non soltanto conosce la Via, ma è la Via.

La generosità irruente di Pietro non lo salvaguarda, tuttavia, dai rischi connessi con l’umana debolezza. E’ quanto, del resto, anche noi possiamo riconoscere sulla base della nostra vita.

Pietro ha seguito Gesù con slancio, ha superato la prova della fede, abbandonandosi a Lui. Viene tuttavia il momento in cui anche lui cede alla paura e cade: tradisce il Maestro (cfr Mc 14,66-72). La scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenze e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno.

BENEDETTO XVI - dalla "Udienza Generale del 24 maggio 2005" -

Opus Dei ha detto...

https://gloria.tv/article/d5H32E79v23