L'atteso e provvidenziale intervento di S. E. Athanasius Schneider sulla Esortazione post-sinodale sta suscitando, come prevedibile, le reazioni più disparate. È arrivato il momento, quindi, di guardare in faccia la realtà e comportarsi di conseguenza.
- Abbiamo finalmente un vescovo che è sceso in campo. Ora bisogna spiegare e approfondire, per quanto è possibile, le posizioni critiche da lui professate con piena cognizione di causa ed ineccepibile e vasta dottrina. E questo vale anche per altre parti del controverso documento.
Mons. Schneider ha formulato un'analisi molto precisa delle ambiguità e contraddizioni del documento papale sul noto punto, contrapposte alla dottrina di sempre, riassunta alla fine dalla Familiaris Consortio, 84 e dalla Veritatis splendor di Giovanni Paolo II.
Finalmente siamo fuori dal logorato e logorante teatrino delle interviste - forma tipica dell'opinabilità che alla lunga banalizza e vanifica ogni pregnanza e profondità di contenuti - per inoltrarci ora nel campo della comunicazione diretta, con una presa di posizione rivolta al mondo cattolico, in primis al Papa, ma contemporaneamente all'alto e basso clero, che apre la prospettiva di formare una squadra pronta a mettersi in gioco nel chiedere inequivocabilmente e autorevolmente quanto è indispensabile per porre riparo al disfacimento della fede cattolica. - Già il cardinale Raymond Leo Burke, con il suo scritto, ha assunto una posizione chiara fuori dall'improprio agone mediatico; ma il suo, per ora, è un intervento ancora interlocutorio anche se attendibilmente non si esaurirà a questa prima fase [qui], mentre quello di mons. Athanasius Schneider configura una presa di posizione netta ed esplicita sui contenuti.
- Checché se ne possa dire da parte dei soliti 'duri e puri', il comportamento di mons. Schneider, al livello di responsabilità da lui rivestito, è ineccepibile.
Del resto egli si è esposto pubblicamente e in modo che più chiaro non si potrebbe, pur mantenendo una forma di tutto rispetto, che è lo stile della Chiesa che deve insegnare e governare nella carità oltre che nella verità, non quello dei rivoluzionari o dei contro-rivoluzionari (che poi si equivalgono).
E, non solo si è esposto pubblicamente, ma lo ha fatto portando argomenti che costituiscono una replica inequivocabile ed efficace con tutte le argomentazioni, compresi i puntuali richiami storici oltre che teologici, scritturistici e magisteriali. È una presa di posizione che non si contrappone al Papa, ma ad ambigue e svianti formulazioni del suo documento. Ed è una posizione così netta da cui non si torna indietro, attraverso:- Il richiamo alla tradizione, nel rispetto della Gerarchia, con il riferimento all'appello al Papa di Basilio il Grande all'epoca della crisi ariana.
- L'appello al Papa affinché emani un documento ufficiale con l'interpretazione autentica che però ristabilisca la vera dottrina cattolica contro le devastanti ambiguità dell'Esortazione. È giusta la richiesta di un documento ufficiale, che equivale in sostanza ad un atto di governo del Papa, nella forma di una interpretazione autentica del suo proprio scritto. Non ci si può basare su dichiarazioni ufficiose, private, semi-private etc., a volte nemmeno riportate allo stesso modo dai mezzi di informazioni. IL Papa deve assumersi una responsabilità ufficiale netta e precisa.
- Il che dovrebbe indurre anche altri prelati e uomini di chiesa in genere, a sostenere pubblicamente la sua presa di posizione.
- Per questo ha bisogno di tutto l'appoggio, anche pubblico, del corpo mistico di Cristo che non si è ancora trasformato - e con Lui in Lui e per Lui mai accadrà - in popolo in cammino verso le magnifiche sorti e progressive anziché verso il Regno.
Mi trova d'accordo chi dice che, al di là del documento, molti altri limiti sono stati superati. Ma occorre entrare nella mens ecclesiastica - che non si è estinta, anche se il suo vertice sembra sovvertirne i paradigmi - che vede necessario mettere in campo una sana prudenza.
L'anomalia dei discorsi fluidi e mai definitori sono anni che la mettiamo in campo, ma finora la mentalità cattolica, che ricorre ancora alle argomentazioni e si richiama alla legge e alla dottrina costante, non trova punti di presa in un magistero fatto di gesti e di prassi più che di documenti. Ho trovato strano che nessuno si sia mosso per i motu proprio di dicembre... E però adesso è intervenuta l'Esortazione post-sinodale: un documento ufficiale al quale si poteva (e si doveva) replicare.
Questo ha fatto provvidenzialmente il nostro Atanasio. Ed è da qui che possiamo e dobbiamo partire.
Tuttavia non ci si può più limitare a sostenere che EG e AL non sono documenti magisteriali, perché di fatto costituiscono il nuovo magistero liquido che sta già ampiamente deformando la realtà ecclesiale, e non solo. Realisticamente, al momento, gli effetti dell'Esortazione de facto sono quelli che sono. Mons. Schneider ne ha già preso atto. Occorrerà trarne le conseguenze. È vero che egli non si spinge a criticare il Concilio e ne ha citato solo le parti conformi alla Tradizione della Chiesa[1], mentre la temperie attuale non fa altro che riprodurre i meccanismi conciliari: il cambiamento indotto dalla prassi, per effetto del nuovo linguaggio soggettivo e storicista che ha eliminato l'intento, lo stile e la forma definitori. Ma ciò non è in questo momento la cosa più importante. Hic et nunc bisogna schierarsi con mons. Schneider. Ripeto: è da qui che dobbiamo partire.
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1. Tuttavia, una critica implicita l'ha già fatta, indicando la soluzione in : un Sillabo conciliare con valore dottrinale e nell’aumento del numero di Pastori santi, coraggiosi e profondamente radicati nella tradizione della Chiesa, privi di ogni specie di mentalità di rottura sia in campo dottrinale, sia in campo liturgico. Nella sua Relazione al Convegno Il Concilio ecumenico Vaticano II - Un concilio pastorale - Analisi storico-filosofico-teologica, Roma 16-18 dicembre 2010
L'anomalia dei discorsi fluidi e mai definitori sono anni che la mettiamo in campo, ma finora la mentalità cattolica, che ricorre ancora alle argomentazioni e si richiama alla legge e alla dottrina costante, non trova punti di presa in un magistero fatto di gesti e di prassi più che di documenti. Ho trovato strano che nessuno si sia mosso per i motu proprio di dicembre... E però adesso è intervenuta l'Esortazione post-sinodale: un documento ufficiale al quale si poteva (e si doveva) replicare.
Questo ha fatto provvidenzialmente il nostro Atanasio. Ed è da qui che possiamo e dobbiamo partire.
Tuttavia non ci si può più limitare a sostenere che EG e AL non sono documenti magisteriali, perché di fatto costituiscono il nuovo magistero liquido che sta già ampiamente deformando la realtà ecclesiale, e non solo. Realisticamente, al momento, gli effetti dell'Esortazione de facto sono quelli che sono. Mons. Schneider ne ha già preso atto. Occorrerà trarne le conseguenze. È vero che egli non si spinge a criticare il Concilio e ne ha citato solo le parti conformi alla Tradizione della Chiesa[1], mentre la temperie attuale non fa altro che riprodurre i meccanismi conciliari: il cambiamento indotto dalla prassi, per effetto del nuovo linguaggio soggettivo e storicista che ha eliminato l'intento, lo stile e la forma definitori. Ma ciò non è in questo momento la cosa più importante. Hic et nunc bisogna schierarsi con mons. Schneider. Ripeto: è da qui che dobbiamo partire.
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1. Tuttavia, una critica implicita l'ha già fatta, indicando la soluzione in : un Sillabo conciliare con valore dottrinale e nell’aumento del numero di Pastori santi, coraggiosi e profondamente radicati nella tradizione della Chiesa, privi di ogni specie di mentalità di rottura sia in campo dottrinale, sia in campo liturgico. Nella sua Relazione al Convegno Il Concilio ecumenico Vaticano II - Un concilio pastorale - Analisi storico-filosofico-teologica, Roma 16-18 dicembre 2010
58 commenti:
In effetti la richiesta di mons. Scneider, potrebbe essere il primo passo di un percorso che non lasci niente all'improvvisazione.
Ho letto dei commenti all'esortazione sul sito della FSSPX che non hanno niente da invidiare all'intervento del mons. Schneider. Spiace non si tenga conto di questo.
Emanuele
Emanuele,
Evidentemente non frequenta il nostro blog. Abbiamo parlato a suo tempo delle dichiarazioni di mons. Fellay.
Se ci sono analisi più recenti, non le ho ancora viste.
Le chiedo scusa, cara Mic, seguo ogni giorno il suo blog e conosco la sua vicinanza con la FSSPX. Ma io non mi so, umanamente, spiegare questo disprezzo verso i sacerdoti della fraternità da parte del clero attuale della Chiesa e questo mi fa star male.
Emanuele
Emanuele,
Non tutto il clero attuale, se non quello modernista disprezza i sacerdoti FSSPX, così come disprezza la Tradizione e anche i nostri sacerdoti.
Quando dico 'nostri' sacerdoti non faccio un discorso separatista, intendo semplicemente i sacerdoti autenticamente cattolici che ci confermano nella nostra fede e non mancano di dispensarci i loro insegnamenti e correzioni. E potrei includervi anche quelli della FSSPX, se penso a quelli che conosco, compresa la loro infaticabile dedizione così spesso anche itinerante, per il bene delle anime e non faccio fatica a immaginare gli altri.
Umanamente, ma anche soprannaturalmente, la contestuale avversione viscerale più che il disprezzo per la Santa Messa Antiquior, che spesso nemmeno conoscono, è spiegabile solo con una spesso invincibile e preoccupante estraneità spirituale.
Ma si..l'atteggiamento di Maria e' da comprendere, nel senso che va compreso bene. Io penso che questo suo "mettere in particolare evidenza" la posizione di mons. Schneider non sia un dire "Questo è il massimo!", bensì un intelligente modo per mettere ancor più a conoscenza il monsignore della aspettativa di molti fedeli legati alla Tradizione nei confronti suoi (cioè del monsignore). Come dirgli: "Guardi Eccellenza che noi speriamo davvero in Lei, perciò vada avanti, continui con coraggio ad affermare le verità di fede..noi siamo con Lei..e magari così potrebbe trascinarne altri a parlar chiaro e la buona battaglia finalmente potrebbe prendere tutto un altro corso.."
Quindi ecco perché il risaltare la cosa da parte di Maria, appunto.
Sono diversi anni che la seguiamo e ci confrontiamo, seppur talvolta non condividendo in toto il suo modus operandi, e non facciamola così sprovveduta e così poco analitica da pensarla come una che si "accontenta" di una dichiarazione, di un primo eccepire. E' un modo, ripeto, a mio avviso intelligente e lungimirante, per mettere il prelato e altri di fronte alle proprie responsabilità, della serie: "Ora che io sto divulgando a pieno ritmo certe dichiarazioni non potete più nascondervi, dire e subito dopo tacere per chissà quanto..".
Non lo faccio ormai spesso, ma ecco perché, nel mio piccolissimo, stavolta mi sento di applaudire Maria.
Francesco, pastore del pueblo con tic peronisti. Detto da sinistra.
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/04/20/papa-francesco-sudamerica-peronismo___1-v-140977-rubriche_c898.htm
Anonimo, non penso che il mio atteggiamento sia da sprovveduti che si contentano.
Ma non credo neppure l'atteggiamento di mons. Schneider quello di uno che si contenta. Lo ritengo piuttosto frutto di preghiera e di ascesi.
E anche di sano e lungimirante realismo.
"Anonimo, non penso che il mio atteggiamento sia da sprovveduti che si contentano. "
E' quello che ho appena scritto infatti, cioè che qualcuno può aver preso tale posizione (da ciò che ho letto qua e là nei commenti) per un accontentarsi, invece, lo ripeto:
"NON FACCIAMOLA COSI' SPROVVEDUTA E COSI' POCO ANALITICA da pensarla come una che si "accontenta" di una dichiarazione, di un primo eccepire".
E' un MODO, ripeto, a mio avviso INTELLIGENTE E LUNGIMIRANTE, per mettere il prelato e altri di fronte alle proprie responsabilità, della serie: "Ora che io sto divulgando a pieno ritmo certe dichiarazioni non potete più nascondervi, dire e subito dopo tacere per chissà quanto..".
..mi pare che ti stavo dando ragione, ma forse non sono riuscito a farmi intendere appieno. Pazienza.
Anonimo,
Il suo messaggio era chiarissimo. Ma a me non interessa avere ragione. Ho semplicemente voluto aggiustare il tiro...
@ anonimo 20.16 e 20.36
Il suo dire mi lascia un retrogusto di non so ché di sibillino che non mi convince, che ha sentore di ammiccamento, anzi di tentazione ad un insano amor proprio.
Cosa Le fa pensare che gli altri siano tutti inclini a dire una cosa col secondo fine strategico di ottenerne un'altra?
È solo una impressione, per carità, che non attendo altro che venga smentita da un eventuale Suo séguito cristallino al 100%.
"Cosa Le fa pensare che gli altri siano tutti inclini a dire una cosa col secondo fine strategico di ottenerne un'altra?"
Non ho detto questo. Assolutamente. Ho solo pensato che alcuni interventi e commenti forse non davano il giusto peso alle intenzioni che lei aveva (vengo ad usare il "lei", visto che lei lo usa con me). Mi sembrava di cogliere in essi delle sollecitazioni ad essere meno "prudente", a buttarsi lancia in resta nell'ipotetico agone della resistenza per riaffermare la nostra fede di sempre nella Chiesa di sempre, nei Sacramenti di sempre, nella Liturgia di sempre. Nella Dottrina di sempre.
Io ho viceversa creduto di scorgere nella sua posizione non solo prudenza (che comunque non è un male, anzi, è una virtù, come sappiamo, se non scade in pusillanimità), ma intelligenza e lungimiranza, come ripeto, e capacità di analizzare la situazione in modo obiettivo con ciò che si ha a disposizione, cercando di ricavare il massimo in un momento in cui di difensori della fede non se ne vedono tantissimi in giro, o al più se ne stanno zitti e buoni. Il che equivale evidentemente a non averne affatto...
Se questo mio dire invece ha poi suscitato in lei l'idea che io stessi "tentandola" ad un "insano amor proprio" (come lei ha scritto sopra), dopo esser stato "sibillino", me ne dispiaccio vivamente, ma non posso obiettivamente farci niente se questa è stata la sua legittima sensazione. Tanto più che avevo sottolineato il fatto che non sempre mi sono trovato d'accordo con il suo modus operandi nel blog, ma che stavolta la stavo applaudendo, nel mio piccolissimo.
Anche Tosatti riprende l`appello di Mons. Schneider:
http://www.lastampa.it/2016/04/25/blogs/san-pietro-e-dintorni/amoris-laetitia-parli-un-lico-vero-N4LurVIJLcxzEPem9K9TAI/pagina.html
Come ho già scritto in altri commenti, in modo sintetico, è tempo che anche noi laici diciamo, scriviamo qualcosa. Non possiamo metterci in fila dietro Schneider o Burke o Maria o Don Elia. Sarà pur vero che qui non passa il main stream dell'opinione generale ma non importa. Bisogna riempire il web da ogni parte del mondo, argomentando come meglio possiamo, senza liquami. Questo non solo ci rinforzerà, ma sarà il famoso quadrato che faremo non solo intorno alle pecore ma anche ai nostri pastori; a quelli che hanno un nome e agli altri che ancora non l'hanno. Chi ha un computer scriva le sue ragioni qui o su siti fratelli. L'argomentazione di mons. Schneider può fungere da modello, da spunto.Già solo un modestissimo e onestissimo commento sul sesto e/o nono comandamento basta a riempire pagine.Questo perchè? Non per fare come altri che si stendono le loro teologie personali ma per dimostrare che le linee dateci da Dio e insegnateci fedelmente dalla Chiesa erano, sono e saranno quelle giuste per l'essere umano.
Non sono eretici, nooooo, sono solo "semplici teologi, accomunati da un ingrato destino" e che vogliono essere riabilitati, sono certi che questo è il momento e il papa buono per riuscirci.
http://ilsismografo.blogspot.ch/2016/04/mondo-la-rivolta-dei-teologi-messi.html#more
@ anonimo delle 22.11
La ringrazio della risposta che ha fugato ogni mio dubbio.
Però mi pare che Lei ha confuso l'interlocutore:
io sono marius, e siccome non La conosco per mia prassi personale per cominciare io dò sempre a chiunque del Lei.
Mic da parte sua Le aveva comunque già dato la sua risposta.
Colgo l'occasione per invitarLa a intervenire con un nickname in modo da riconoscerci più facilmente.
Alla prossima.
@ Irina
Ha perfettamente ragione.
Ma in questo frangente dobbiamo attivarci soprattutto verso il clero affinché maturi una consapevolezza capace di reggere il confronto con il proprio vescovo.
Mons. Schneider è il pioniere, sta aprendo il sentiero, ma dietro di lui occorre che si incammini il clero di buona volontà, che spesso è poco e mal informato.
Mons. Schneider non ha fornito solo argomentazioni ma si è messo in gioco di persona nel modo già evidenziato nei post precedenti. Idem dobbiamo fare noi nel nostro piccolo.
Spero tanto di sbagliarmi sui modi e sui tempi. Certamente la critica mia, e di tanti altri, ritengo, non esclude per nulla la gratitudine ed il sostegno a chiunque faccia o tenti di fare il bene della Chiesa. Ognuno di noi credo sente il dovere di dare il suo contributo.
Che l'Immacolacata protegga e dia forza a lui e a tutti i pastori che in questo momento sono addolorati e impauriti di fronte a questa passione della sposa di nostro Signore. Che la fede incrollabile di Maria addolorata li tenga saldi e gli dia coraggio. A loro, come a noi, gregge disperso in mezzo ai lupi.
Anna
CASTI CONNUBII - PAPA PIO XI.
[...] "Resti anzitutto stabilito questo inconcusso inviolabile fondamento: che il matrimonio non fu istituito né restaurato dagli uomini, ma da Dio; non dagli uomini ma da Dio, autore della natura, e da Gesù Cristo, Redentore della medesima natura, fu presidiato di leggi e confermato e nobilitato. Tali leggi perciò non possono andar soggette ad alcun giudizio umano e ad alcuna contraria convenzione, nemmeno degli stessi coniugi. Questa è la dottrina della Sacra Scrittura [3], questa la costante ed universale tradizione della Chiesa; questa la solenne definizione del Concilio Tridentino che proclama e conferma con le parole stesse della Sacra Scrittura l’origine da Dio Creatore della perpetuità e indissolubilità del vincolo del matrimonio, e la sua stabilità ed unità [...].
P.s.
Sento il dovere di fare pubblica ammenda. Il richiamo alle ricchezze di AL mi aveva impedito di proseguire nella lettura, sulla base del (mio) pregiudizio di erudite arrampicate sugli specchi circoscritte ad un discorso sulla comunione ai divorziati (di portata micidiale, sì, ma mero effetto di altro), senza coinvolgere il marcio alle radici che ha dato luogo ad una questione che mai avrebbe dovuto essere presa in considerazione, tanto consolidato e chiaro è stato da sempre l’insegnamento di madre Chiesa, tanto centrale è la questione, per tutto quello che di fondamentale coinvolge (peccato mortale, pubblico scandalo, confessione, Eucarestia cc.).
Non si contano più discorsi interminabili, correttissimi, sì, ma alla fine formali, alla fine equilibristi, alla fine più dannosi che altro (mi si perdoni, ma il discorso del card. Burke - non è magistero infallibile, quindi non consideriamolo, tanto non obbliga - ha involontariamente indebolito ulteriormente il ruolo della santa Chiesa, fondata sul pontefice-vicario di Cristo: non si può dire “ non ha usato il suo potere di definire in modo infallibile, dunque ce ne infischiamo, noi stessi decidiamo quel che è conforme o difforme dalla rivelazione e se qualcuno non frequenta i “siti tradizionalisti” peggio per lui che ascolta questo papa ….ecc. “).
Invece quello che ho letto, interamente, stavolta, mi ha fatto piangere. Di gioia. Le ricchezze dell’AL mi sembrano niente altro che una clausola di stile. Anche i rimandi al CVII ed agli altri documenti postconciliari. Mons. Scnheider non ha fatto alcun equilibrismo. E’ stato di una limpidezza cristallina. Tradizione purissima. Tagliente come una lama. Come una spada a doppia lama. Mi sembrava di leggere Pio XII . Mi sembrava di leggere vecchi documenti preCVII. Dottrina cattolica. Carità cattolica. Fortezza cattolica. Semplicità. Logica stringente. Principio di identità e di non contraddizione.
Mons. Schneider ha tirando in ballo tutto. Senza tirare in ballo niente. E’ il suo argomentare cattolico che scripenta letteralmente tutto il costrutto anticattolico. Sono le sue basi cattoliche tirate fuori con una mite determinatezza e precisione che sembrano, da sole, sgretolare il gigante dai piedi di argilla. So bene che il gigante dai piedi di argilla non crollerà se non quando i tempi saranno maturi. Ma mi commuove vedere davanti ai miei occhi le pietre di Davide solcare il cielo.
Signore ti ringrazio per questo raggio di sole. Amen.
Anna
P.S. 2. Spero che presto questa limpidezza potrà essere applicata anche al CVII ed al postconciliare. Con abbandono delle clausole di stile e del morbo dei semina verbi che é uno dei più devastanti grimaldelli del demonio. Secondo me. Come qualcuno ha ricordato, basta una goccia di veleno in un bicchiere d'acqua. E non é quindi "del tutto" vero, direbbe qualcuno di molto conciliare, che quell'acqua disseta. Perché disseta, sì. (e quindi é vero). Però ti ammazza.
Anna
@marius
Il solo modo che ho per parlare al clero e non lasciarlo solo in balia degli eventi è commentare qui e a volte altrove. Qualche mese fa brevemente commentai, su Riscossa Cristiana, un articolo sui famosi divorziati e risposati e non, portando la mia testimonianza sugli ormai vedovi che, pur avendo iniziato il loro rapporto mentre il defunto era vivo e vegeto, non si sposano per non rinunciare a vantaggi economici legati al caro estinto.
Di situazioni economiche del genere è pieno il mondo anche dei felicemente sposati e non divorziati e sia mai separati. Il clero che tende ad idealizzare la realtà, dovrebbe scendere con i piedi sulla terra. Anche il matrimonio meglio riuscito può aver avuto a suo fondamento ragioni di carattere economico(chi non augura a una giovane e/o a un giovane un buon matrimonio anche di sostanza?). Quindi senza oltraggiare nessuno cerchiamo di non coprire tutto con la melassa amorosa, per favore, e diamo uno sguardo equanime sulle varie componenti dei sentimenti umani.
Agnoli descrive molto bene la confusione (a mio senso voluta) suscitata dall` Amoris letitia:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-qualcuno-ha-il-numero-del-cardinale-schonborn-15972.htm
Come ho già avuto modo di dire non conto affatto su una chiarificazione da parte di chi ha lanciato quella confusione, sono fra coloro che pensano che tutto era deciso già prima dei Sinodi e che, di fronte alla forte opposizione i "riformisti" han dovuto solo trovare il modo più astuto per far passare i loro intenti nell`aula sinodale prima e nell`AL in seguito.
Ma spero almeno che tutti i vescovi che devono ora realizzare pienamente come si son fatti "abbindolare" durante il Sinodo, e non erano pochi ce lo dicono le ciffre dei voti, anche se non hanno il coraggio di esprimersi almeno facciano ciascuno nella propria diocesi una resistenza attiva, mantenendo solidamente la Dottrina, restando fedeli alla Parola del Signore che più chiara e semplice non potrebbe essere.
Cara Maria, la mia di ieri sera è solo una supplica ai vescovi e cardinali, o tiepidi oppure impauriti, a fare ciò che hanno già fatto sia Mons. Schneider, Card.Burke e Mons. Fellay, per far pressione di ripensamento sano sul VdR su AL ed anche pian piano sui tre anni di pontificato (se con questo termine si può definire).
Perchè solo se si forma un blocco roccia di prelati di fede solida, possiamo sperare di far fare ripensamenti sani sul VdR sugli errori e la confusione trasmessa in questi anni.
E spero tanto di sentire una parola su tutto questo caos anche dal Papa in contemplazione e preghiera - E' vero che non siamo tutti Frà Cristoforo, ma credo che neppure tutti don Abbondio.
Spero che la mia di ierisera sia andata smarrita nello spam oppure non l'hai pubblicata per i soliti motivi.
Ho sempre ritenuto che l'UNICO Vescovo a possedere un coraggio simile a quello di Mons.Lefebvre e che potesse considerare l'ipotesi di andare contro chi occupa indegnamente la cattedra di Pietro, fosse Mons. Schneider. Parto da due considerazioni 1) Bergoglio (chi per lui) ha profondamente studiato la formulazione ambigua per approvare ex post per se e per gli altri suoi compari l'operato sacrilego praticato da molto tempo. Conseguentemente ha organizzato il chiarimento in aereo ed "ovviamente" non chiarirà mai in senso opposto figuriamoci se ufficialmente. Schneider ovviamente lo sa, ma pone ugualmente la condizione di un chiarimento ufficiale sapendo che non avverrà mai. Credo, Dio lo voglia che abbia scelto! 2) Un po' di tempo in questa fase può essere utile ad aiutare la scelta ai tanti sacerdoti che giustamente prevedono di dover presto scegliere fra l'obbedienza ai loro vescovi e la dannazione dell'anima propria e dei loro fedeli. Poi un po' di tempo è utile anche per "vedere" oltre ogni bluff altre carte che tardano .. e verificare che non siano state proferite ancora una volta false parole.
Se invece Mons Schneider cincischierà, pazienza. Per me non cambia nulla. Nuovi Vescovi verranno.
Chi tira avanti come un rullo compressore non si preoccupa di simili critiche. E forse neppure se ne occupa. Il modernismo non è una corrente, una proposta. E' un progetto di portare il cattolicesimo in una determinata situazione ben riassunta dal Buonaiuti nella sua sconfinata produzione: il programma dei modernisti è quello di trasformare il cattolicesimo, lasciandogli le sembianze cattoliche, ma rendendolo internamente uguale al protestantesimo; il fine del modernismo cioè è quello di avere un cattolicesimo che si presenta esteriormente come tale ma che è internamente nulla più d'un protestantesimo. Esattamente quello che fa Amoris Laetitia: lasciare intatta la dottrina, svuotandola di fatto dall'interno. Accontentare i tradizionali che possono pur sempre dire: la dottrina non è stata toccata. Che possono pure aggiungervi che è il papa stesso a dire che l'esortazione non è magistero ma contemporaneamente permettere ai progressisti di dare la comunione pure ai divorziati. E così, tra qualche mugugno, qualche lamentela, qualche malumore.....la protestantizzazione del cattolicesimo prosegue inesorabile e inarrestabile.
Ma dove sono le frotte di divorziati risposati che premono per essere ammessi alla Comunione? Sono invece sempre più numerosi i cattolici che divorziano e che tutto sommato lo trovano “normale“. Questi sono "i tempi".
E la salus animarum non si ottiene con una confusione dottrinale e pastorale che sembra incoraggiare il divorzio.
Noi laici dobbiamo non dar tregua a tutti i doppiogiochisti. Prima di tutto smontando tutte le loro buonezze, una per una. Bisogna smontarle qui e nella nostra vita e vita di relazione. Capisco che alcuni amici stanno prendendo le distanze da me, uno tace, l'altro pure. Lo sapevo, non sono adirata nè offesa. So che si rischia di essere irrisi, chiacchierati, allontanati. Se si costruisce la vita o parte della propria presentabilità su false certezze, difficilmente si è disposti a veder crollare tutto. A meno che non sia venuto il tuo momento cioè che l'angelo tuo custode veda che hai incamerato tanto bene-verità quanto ti è necessario per gettare alle ortiche almeno una maschera o che intervenga il Signore in persona come con S.Paolo.Quindi non scoraggiamoci. Perchè è così bella la leggenda del Piave? Perchè furono i fanti a far contro il nemico una barriera, mentre gli alti gradi erano entrati in confusione, furono i militi con i loro comandanti a rispondere col Piave: Mai più il nemico faccia un passo avanti!
Amoris laetitia non c'è bisogno di chiarimenti, è chiarissima, come è chiarissimo questo diciamo pontificato a chi vuol vedere. Bergoglio ripete tutti i giorni a chi vuole e a chi non vuole ascoltare che la sua non è più la Chiesa delle "ideologie farisaiche", il nome che da alla dottrina cattolica. Le richieste di chiarimento piovono da tre anni, e non hanno avuto mai nessuna risposta e non l'avranno, anche perchè ormai non la meritano più. È tutto chiaro come il sole. La chiesa bergogliana non è la Chiesa cattolica, como il suo dio non è cattolico. É ora di agire, se esiste ancora la fede nella Chiesa. E non si difende con mezze verità e menzogne o con lacrimose "suppliche filiali" la Fede, per cui multitudini di martiri sono morti, in primis il Verbo incarnato stesso.
Ma non siamo un po' stufi di avere documenti papali che chiariscano altri documenti papali e alla fine ne deriva solo un documento in più che crea ulteriore confusione? Crediamo che papa Francesco non si sia espresso bene a causa della lingua, che abbia preferito usare un linguaggio ambiguo, per sport o per cubismo letterario? Non sappiamo che si seglie un genere linguistico proprio perchè si vuol far passare una cosa ben precisa o ben imprecisa, consapevoli dell'effetto che fa? crediamo ancora in un Papa Francesco ingenuo, che vuole dire una cosa, ma ne scrive un altra per sbaglio?
Vogliamo che sia più chiaro di così, che dica finalmente: voglio la distruzione della Famiglia cattolica, della Chiesa, la morte dei cattolici, perchè sto servendo un altro padrone? Non lo farà e non chiarirà un bel nulla in senso magisteriale, perchè non gli interessa un bel nulla di Gesù, della sua Chiesa e delle anime. Lo abbiamo capito o ce lo deve scrivere per raccomandata? Aspettiamo dunque che Papa Francesco chiarisca la sua esortazione, intanto Gesù Sacramento sarà offeso ancora e ancora e ancora, noi aspettiamo i chiarimenti, in modo rispettoso, come deve essere,non cambiando nulla, non sia mai che un vescovo o un cardinale, dubbioso sull'esortazione e altre assurdità, si metta a controriformare i seminari, a evitare scandali nella propria diocesi evitando la comunione sulla mano e ai pubblici peccatori, facendo indossare la talare ai propri sacerdoti e verificando che i sacramenti siano dati come Dio comanda. L'importante è dire qualche cosa di buono e aspettare che il Papa chiarisca, nel frattempo lasciamo che le anime vadano all'Inferno tra un peccato e l'altro e Gesù sia offeso. So che questo non riguarda Mons Schnaider nella sua diocesi le cose sono diverse, ma riguarda tanti altri vescovi, cardinali, sacerdoti, che dicono qualcosa di buono, ma poi aspettano, non sia mai che disobbediscano a servire Dio come va servito.
Ma dove sono le frotte di divorziati...
Più di una volta abbiamo fatto la stessa osservazione, traendo la conclusione che si tratta di un "cavallo di Troia" per sdoganare il peccato (perché è ovvio che il discorso alla fine vale anche al di là della violazione del VI comandamento) e intaccare i Sacramenti.
E c'è chi ha giustamente osservato che non è neppure una forma di protestantizzazione che "ricopre" il peccato con la fede, ma siamo arrivati ad applicazioni aberranti che esprimono solidarietà con il peccato (nemmeno più con il peccatore).
Il che è già ancora più grave.
...il programma dei modernisti è quello di trasformare il cattolicesimo, lasciandogli le sembianze cattoliche, ma rendendolo internamente uguale al protestantesimo...
io continuo a non capire: ma se uno ritiene, in buona o mala fede non importa, che il Protestantesimo sia la "vera" chiesa di Cristo, perché non si fa protestante ?
Se Buonaiuti et alii erano convinti che quella fosse la strada giusta per la salvezza dell'anima, perché non rinunciare al cattolicesimo, e si fanno protestanti (una qualsiasi denominazione) ?. Che cosa lo impediva allora, e lo impedisce oggi ?
Posso capire che un cardinale di S. Romana Chiesa, per giunta arcivescovo della più importante diocesi d'Europa, se non del mondo, cincischi fino alla fine (i diritti d'autore valgono bene una messa!), ma un laico com'era Buonaiuti o tutti gli altri che ci circondano e ci soffocano, a cominciare dal "priore di Bose", chi li ferma ? chi li trattiene ?:
Non piace loro la Chiesa ? Beh, se ne escano. Nel Medioevo e fino al '700 poteva essere la morte civile, ma ora, sarebbero accolti ad applausi.
Per qualcuno evidentemente i peccati sono bazzecole, quisquilie e pinzillacchere (Antonio de Curtis, in arte Totò)
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Titolare, autore e dispensatore della misericordia è Dio Misericordioso, Giusto ma Buono, non l'uomo. La misericordia come faccenda da uomo a uomo, riduce Dio a un ratificatore “terzo”: un notaio.
Cascarci rappresenta il frutto cattivo dell'antropocentrismo. La cosa più grave di questo surrogato della Vera Misericordia consente a un uomo di ergersi a giudice di un altro, assolvendolo (o meno) con la "sua misericordia”, rubando e contraffacendo ciò che è di Dio e di Dio il dono prezioso per l'uomo. Ne facciamo così un brodino, acqua tiepida per sciacquare di ipocrisie le coscienze belle e addormentare nel bosco. Una boscaglia fitta i cui frutti sono più quelli della "com-piacenza" che non della "com-passione". La misericordia degli uomini è solo cenere aggiunta ad altra cenere: quella della nostra carne (così, più o meno, ancora il Mastino).
DOMANDE
Al tempo del primo uomo e della prima donna… Dio era forse “più giovane”? E perciò aveva un carattere un po’ “più sanguigno”? Non era ancora “maturato”? Nei secoli ha “cambiato idea”? Dunque anche Dio sarebbe soggetto al divenire storico ed “evolve”? E, quando non era ancora avvenuta l’incarnazione del Verbo, suo Figlio, Dio non era ancora “Padre”? E lo Spirito Santo? Esisteva già? O invece la Santissima Trinità si sarebbe costituita man mano? Se Dio era già buono e misericordioso, come spiegare la cacciata dell’uomo da Eden? Perchè tanta severità per un solo errore? E se la natura è così “buona” e “pura”, come poteva essere cattiva quella "povera bestia" del "serpente"?
Da queste domande, che potrebbero essere ingenue, maliziose o impertinenti a seconda dell’intenzione di chi le ponesse, emergerebbe comunque l’inadeguatezza di una lettura antropocentrica del Divino e del trascendente.
Una visuale adogmatica, che elude il dato rivelato preferendo il metro e le chiavi di lettura umane, facendo di Dio un’idea interna alla nostra finitezza. Eppure è la lettura in voga in molta religiosità che si dice cristianamente intesa...
Nel mutamento dell’acqua in vino a Cana è simboleggiato il passaggio dalla Legge mosaica al Vangelo della grazia e dei Sacramenti, che Gesù operò con la sua venuta e il suo Sacrificio. Il primo miracolo è avvenuto in favore di un Matrimonio, quasi a mostrare come anche questa istituzione sia stata a suo modo “redenta” da Cristo.
http://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=18&id=1054
Il vero tradizionalista non è conservatore nel senso che sa distinguere, all’interno della tradizione, gli elementi caduchi dagli elementi essenziali, facendo incessantemente attenzione a non sacrificare lo spirito alla lettera, adattandosi alla propria epoca non per sottomettervisi servilmente ma per adottarne i benefici combattendo contro le sue deviazioni e i suoi abusi. Tale fu l’opera della monarchia francese nel corso dei secoli. Tutto si riassume in questa formula di Simone Weil: “La vera rivoluzione consiste nel ritorno a un ordine eterno momentaneamente perturbato”.
Gustave Thibon
@ Simone Weil la lascerei perdere. Basta con i falsi modelli
Un'ebrea antisemita che odiava a morte il Vecchio Testamento e sul Nuovo aveva le idee piu' strane.Mescolava paganesimo e cristianesimo. In realta' una catara. Si dice che sia morta (di tubercolosi, ancor giovane) ma vergine. Ma era (se vero) la verginita' impura dei "catari", quelli che odiavano la creazione, scambiando per opera di Dio il male fatto dall'uomo, e rifiutavano il matrimonio e la procreazione perche' per loro il mondo era stato creato da un Dio malvagio. La creazione andava distrutta e caso mai rifondata dalle origini (come, non si sa). Loro si consideravano i perfetti o puri (katharoi).
L'opera della monarchia francese fu quella di un sagace, paziente, spregiudicato accentramento, continuato poi dalla Rivoluzione. Una tappa importante fu proprio la Crociata contro i Catari, che tanto piacevano alla Weil. Iniziatasi come lotta puramente religiosa, con lo spietato Simone de Monfort senza intervento del re di Francia, divenne poi sempre piu' politica (duro' diversi decenni) sotto la direzione della monarchia, che, con S. Luigi IX, concluse l'acquisizione di tutta un'ampia fascia della Francia meridionale (dopo che i Catari erano stati in pratica sterminati) bloccando tra l'altro l'avanzata dei Catalani al di qua dei Pirenei.
La frase della Weil sulla vera rivoluzione resta comunque ambigua, dal momento che per lei l'ordine eterno non si sa esattamente quale fosse. Che si tratti di una frase retorica per lei stessa, lo dimostra il fatto che ando' in Spagna a combattere con i Rossi. Certo, resto' poi sconcertata da cio' che vide e dai massacri, dei Rossi che si ammazzavano tra di loro, povera anima bella (ma si sa, una guerra civile non e' posto per signorine di buona famiglia...). A. P.
lo dimostra il fatto che ando' in Spagna a combattere con i Rossi. Certo, resto' poi sconcertata da cio' che vide e dai massacri, dei Rossi che si ammazzavano tra di loro, povera anima bella (ma si sa, una guerra civile non e' posto per signorine di buona famiglia...).
Simon Weil aveva una personalità molto complessa, ma di certo era intellettualmente molto dotata, spaziando in molti campi del sapere. Amava buttarsi a capofitto e concretamente in tutte le esperienze, comprese quelle nel mondo del lavoro nei suoi aspetti più faticosi e spersonalizzanti. Quella della guerra civile spagnola le fece vedere dal vivo le atrocità, per effetto quali prese le distanze dal comunismo, non perché scioccata in quanto "signorina di buona famiglia", ma in quanto essere umano pensante anche se di temperamento a dir poco inconsueto che sceglieva di stare sempre da parte degli "esclusi". Di certo lo ha fatto a modo suo, nella più totale anarchia.
Sono d'accordo sulla ipotesi 'catara' ma il suo travaglio interiore è difficile da decifrare. Per me è una figura tragica e anche in parte enigmatica, che non può esser liquidata con battute sprezzanti.
" Per me è una figura tragica e anche in parte enigmatica, che non può esser liquidata con battute sprezzanti."
Io, da ignorante, la definisco "una sciroccata": non in senso spregiativo, ma in senso tecnico; mi pare che il termine renda bene l'idea. Dio ha certamente pietà anche degli sciroccati che Lo cercano.
Però: va bene evitare espressioni sprezzanti, ma per favore non la si prenda per esempio. Il suo odio per l'AT è uno dei tanti tentativi che sono stati fatti, in questi ultimi due secoli di follia, di snaturare il cristianesimo in tutti i modi possibili ed immaginabili, in questo caso tentando si separare Cristo da Dio Padre. E quel ritorno all'ordine momentaneamente perturbato a me ricorda tanto il buddismo, che poi dai catari non è molto lontano.
Fabrizio Giudici
@ Le battute sulla Weil sono giustificate, dato che la si presenta come modello anche per i cattolici
Qui sul blog non e' che possiamo fare discorsi tanto lunghi, negli interventi. Presentare, come fa qualcuno, ancora oggi ai cattolici la Weil come un oracolo e' assurdo, ennesimo sintomo dell'aria malsana che siamo costretti a respirare. Del Cristianesimo faceva strame. Invito a leggere il suo opuscolo "Lettre a un religieux" (Gallimard, 1951). Si dichiara "in cammino" e intanto fa la morale alla Chiesa, pretende di insegnare alla Chiesa come deve essere il vero cristianesimo. Non accetta una verita' di fede che sia una. Scrive che Abramo aveva fatto prostituire la moglie al Faraone. Dice: "ho la vocazione di essere cristiana fuori della Chiesa", cioe'come piaceva a lei. Rompe incessantemente con la frase: "Dio e' amore", usata come grimaldello per scardinare tutto l'insegnamento della Chiesa. In quanto "amore" da' "la luce" a quelli che lo cercano, la Chiesa non serve. Passo: "San Giovanni dice: 'Chi crede che Gesu' e'il Cristo e' nato da Dio.' Dunque chiunque crede questo, anche se non crede a nessuna delle altre cose affermate dalla Chiesa, possiede la vera fede. Pertanto, San Tommaso ha del tutto torto. Inoltre, la Chiesa, aggiungendo alla Trinita', all'Incarnazione e alla Redenzione altri articoli di fede, e' andata contro il Nuovo Testamento. Applicando s. Giovanni, la Chiesa avrebbe dovuto scomunicare solo "i docetisti", che negano l'Incarnazione. La definzione della fede del Catechismo del Concilio di Trento (ferma credenza in tutto cio' che insegna la Chiesa) e' lontanissima da quella di s. Giovanni, per il quale la fede era puramente e semplicemente la fede nell'Incarnazione del Figlio di Dio nella persona di Gesu'" (op. cit., pp. 39-40). Item: "..Cristo era perfetto mentre la Chiesa e' insozzata da una quantita' di crimini. La concezione tomista della fede implica un "totalitarismo" soffocante come e piu' di quello di Hitler..." (ivi, p. 40). Devo continuare? Ricordare che per lei i Misteri di Eleusis erano "tradizioni mistiche autentiche"? Tralascio l'avversione per Roma e Israele messe sullo stesso piano, della pura violenza (?). Etc. etc.
Anche Del Noce ha preso un abbaglio su Simone Weil, presentandola (pur con qualche distinguo) come testimone valida del nostro tempo. Capita. La Weil era accecata dalla superbia, ma Del Noce non se ne' accorto. A. P.
A.P.,
Di Simone Weil ho letto altre pagine, che ricordo di aver apprezzato e non ne conosco l'opera omnia né tanto meno le citazioni sopra richiamate.
Ho dato una mia impressione di massima e non intendevo aderire a chi la indica come modello.
Dico semplicemente che a suo tempo mi aveva molto colpita il modo in cui era uscita dall'esperienza spagnola e, da donna femmina, mi è venuto spontaneo reagire al suo qualificarla proprio in quel contesto "signorina di buona famiglia", che sarà anche vero, ma non esaurisce la fedeltà ad un suo ideale superiore anche in quell'occasione. Tant'è che ha modificato il suo percorso.
Giudici,
Definirla 'sciroccata' sia pure in senso tecnico, mi sembra un modo semplicistico per inquadrate una personalità complessa, di certo connotata dall'imprinting delle sue radici ebraiche ma anche dall'agnosticismo della sua famiglia e di molti ambienti nei quali si è immersa a capofitto. Credo che sia stata toccata dalla grazia, ma gli esiti lasciano dubitare della sua risposta, sulla quale restano legittimi dubbi.
Ringrazio l'Anonimo che ha citato Thibon perché ci ha dato l'opportunità di non rimanere nel vago-sviante.
Mi spiace per i refusi, ma scrivo in fretta dal cellulare.
@ Ancora sulla Weil - fine
Non intendo prolungare la polemica. Anch'io ho letto altre cose di questa intellettuale.
Invito a leggere il breve suo saggio da me citato ("Lettera a un religioso") che e' considerato tra le sue opere diciamo "classiche", mostrante il suo modo di intendere la religione e il suo rapporto con il cristianesimo (lo si trova anche in edizione inglese, come opera fondamentale della Weil). Forse questa sua opera non e' conosciuta in Italia.
E' un testo pazzesco, che inevitabilmente riempie un cuore cattolico di un furore a stento contenibile, per la protervia e le menzogne, le bugie, l'arroganza che contiene. Sono troppo fazioso? Leggete e poi ne riparliamo. A. P.
Rivolgo a mic un grazie per la sua opera. Come semplice miles non abbandonerò il mio posto di combattimento.
Invio questa riflessione.
La vita della Chiesa è turbata dai progressivi cambiamenti della società, la cui secolarizzazione sta determinando una scristianizzazione di interi Paesi dell'Occidente, i cui residui fedeli, in particolare quelli di "mentalità più aperta", quelli cioè che insistono a che la Chiesa "faccia propri i cambiamenti e gli apporti positivi del secolo", sembrano indifferenti alla demolizione dei "princìpi e delle dottrine fondanti del Cristianesimo". Gli attacchi alla figura di Gesù sono poi condotti in modo così astioso, che sembra essere diventato tabù. C'è chi dice che il "dio ignoto unisce e le religioni dividono". Ragion per cui si ritiene che il dialogo "tra chi crede nel dio noto e chi si interroga sul dio ignoto" si renderà realmente possibile a condizione che Dio non sia più considerato "cattolico". Quindi, dopo duemila anni è ora che il Dio della rivelazione cristiana si faccia un pò da parte.
Questo preambolo è per far intendere quale turbamento spirituale proverebbe chi oggi dovesse osservare questo stato di cose, avendo, in un tempo precedente, combattuto contro l'apologia dell'eclettismo religioso, opponendosi al pensiero che affermava "l'unicità di dio e la diversità delle religioni", come anche al pensiero che sosteneva "l'unicità del vero e la diversità delle teorie filosofiche".
Quale delusione non gli sconvolgerebbe l'animo, l'apprendere che oggi nella Chiesa sia accettata l'opinione secondo la quale "ognuno ha il suo modo di vivere, ognuno i suoi riti" e che gli uomini contemplano le stesse stelle, hanno il cielo in comune, sono parte di uno stesso universo, per cui "che importa con quale ideologia ciascuno cerchi il vero" dal momento che"non si può giungere per una sola via a un mistero così grande".
Quali lamentazioni non esternerebbe costui a vedere i reggitori della Chiesa andare a visitare "con volto sereno i templi di altre religioni" e ritenere gli "altri culti" tutti di pari dignità?
Come non arrossirebbe di imbarazzo costui nell'apprendere che la Chiesa usufruisce largamente di facilitazioni finanziarie e che il sostentamento dei ministri del culto è a carico dello Stato, dopo aver affermato orgogliosamente che la Chiesa non ha altro possesso che la fede e che mentre i pagani "si lagnano che ai loro sacerdoti e ministri del culto non siano dovuti gli alimenti a carico dello Stato" , egli da cristiano non riteneva ciò "un'ingiustizia perché non ci fa soffrire una perdita di denaro".
E con quanta tristezza apprenderebbe a quali esiti ha condotto la sua convinzione che nella storia umana "tutto è andato migliorando", convinzione che gli faceva dire che il mondo che prima era "coperto dalle tenebre, è stato poi illuminato dal sole" della "fede di Cristo" che "si è diffusa tra i popoli dopo aver scacciato la credenza che dominava prima, preferendo giustamente il vero". Egli osserverebbe che sul piano storico il cristianesimo, ulteriormente progredendo, oggi abbraccia una fede ancora più adulta. Egli sentirebbe proclamare : non c'è nessuna vergogna a migliorarsi, ho finalmente imparato ed ora mi correggo: il vero Dio non è quello dei cristiani, non è quello cattolico; è tempo di accogliere, integrare ed assimilare i culti e i riti di tutti i popoli in un'unica religione mondiale, perché siamo tutti "figli di Dio! Quanta amarezza riempirebbe il suo cuore di cristiano vedere diffondersi il compromesso, il far finta di non vedere le differenze, il dissimulare una parità, l'essere indulgenti su ogni cosa, abbandonando la fede in un solo Dio, Uno e Trino.
..."sciroccata"..." è un testo pazzesco"...
Da quel che ho letto di lei e su di lei mi sono fatta l'idea, ma potrebbe essere deformazione professionale, che non avesse tutte le rotelle a posto, come altri della sua generazione, del suo ceto e delle sue origini. Quanto meno una forte nevrotica, in cerca di non si sa bene cosa e che, quando le è stata data la possibilita' di trovare finalmente quiete, invece di accettara questa possibilità, come S. Agostino, l'ha sdegnosamente rifiutata.
Anch'io penso che ci siano altre figure da additare ai Cattolici, che magari non hanno goduto, come al solito, del lavoro di PR e marketing e lobbysmo di cui ha sicuramente usufruito post mortem la Weil.
Rosa,
non mi pare il caso di continuare a stracciarsi le vesti. Non è qui che Simone Weil è stata additata come esempio per i cattolici.
Trovo francamente eccessivo ricondurre tutto al PR, al marketing e al lobbismo.
Superba, sciroccata, nevrotica, oriunda ebrea, che fosse (ognuno di voi ha focalizzato questi elementi), quello di Simone Weil è stato un percorso tormentato ed errante come il popolo da cui proviene e, forse, è sfociato nel suicidio al modo cataro evocato da Marco Toti del quale ho voluto evitare le incursioni ulteriormente divagatorie sul buddismo...
Ma questo nulla toglie al fatto che fosse una bella mente, una pensatrice che l'incarnazione la sentiva e la viveva intensamente. Credo che le sia mancato l'humus fertile e una guida sicura.
Una banalissima citazione ha innescato una serie di reazioni che hanno permesso di approfondire quel tanto che basta per finirla qui.
Torno al nostro Atanasio e all'articolo di Mic.
Condivido in particolare questo passo:
"Del resto egli si è esposto pubblicamente e in modo che più chiaro non si potrebbe, pur mantenendo una forma di tutto rispetto, che è lo stile della Chiesa che deve insegnare e governare nella carità oltre che nella verità, non quello dei rivoluzionari o dei contro-rivoluzionari (che poi si equivalgono)".
E'proprio questa la via giusta che dovrebbero avere vescovi e cardinali degni della carica i questo momento di lotta:fermezza, lucidità e coraggio, ma
accompagnati da rispetto della gerarchia, quindi del papa, e prudenza (che non è vigliaccheria).
Gli estremismi non fanno parte della Chiesa e causano danni, perché appunto, come scritto da mica, "si equivalgono" (Basti pensare a Hiter e Stalin, per esempio).
Ad RR rispondo che anch'io mi sono fatto spesso la sua domanda:
se i modernst hanno una concezione protestante di Gesù, perché si sono fatti cattolici e cercano di protestantizzare la Chiesa cattolica?
Ma studiando anche le persone che hanno simili atteggiamenti, credo che lo facciano per il genere di superbia tipica dell'epoca in cui viviamo, soprattutto in materia di fede cattolica.
Il ragionamento e': siccome questa cosa non rientra nelle mie idee, la cambio, la adeguo alle mie idee.
Siccome la 'Tua Parola è dura' e io non ho fede sufficiente a seguirla, la cambio.
E salgono anche in cattedra, vogliono insegnare.
Guarda Augias in materia di cristianesimo.
Odia la Chiesa cattolica, è ateo e, invece di pensare alla politica, deve scrivere ...sciocchezze in continuazione su Gesù, spacciando se stesso e i suoi adepti (Mancuso e compagnia), come coloro che rivelano la verità, che ci insegnano il vero Gesù contro la Chiesa cattiva che se ne è impadronita, ecc...
E infatti adorano Bergoglio,è il loro campione.
In fondo e'un modo di distruggere ciò che non capiscono, forse è una forma di invidia, io la vedo così.
Intorno al sesto comandamento, mi stavo chiedendo perchè certi atti vengono chiamati impuri. Il nostro corpo è magnifico,ogni corpo rivela bellezza ed armonia, singolarità ed unicità nel dettaglio, non si presenta come impuro.La risposta che mi sono data è nella qualità della attenzione che dedichiamo al nostro corpo e in particolare alla parte preposta alla generazione;una attenzione più lunga del dovuto.L'impurità deriva a mio parere proprio da un'attenzione prolungata che ha poi una molteplicità di effetti pratici.Attenzione che, in quanto tale, chiama in causa tutte le facoltà dell'anima e dei sensi.Tipo una concentrazione, come se si facesse l'asse d'equilibrio su un solo punto. Come se si fosse su un cornicione. Da brivido! Quel brivido si cerca, troppo spesso per se soli anche se si è in due. Non parliamo se si è in più. Ma di cornicione in cornicione si arriva anche a questo e ad altre astuzie da brivido.La Scrittura dice: No, non farlo.Il ripiegamento su se stessi è sempre malsano, ma qui non si tratta di un generico ripiegamento, ma di quello in particolare. Una volta le malattie facevano un po'da freno e moltissimi capivano.La situazione da un certo punto in poi è diventata più sana per poi peggiorare di nuovo. La Chiesa dice:No, non farlo.Certo che lo si fa, la libertà lo vuole.La cronaca nera spesso riporta notizie di delitti a sfondo sessuale, questo da sempre ed ora anche, benchè siamo liberissimi e liberati da tanti tabù medievali. Perchè si ammazza per questi atti che ormai sono come acqua fresca? E non accade solo nell'Europa mediterranea anche il nord evoluto non scherza. Ho trovato due risposte:la menzogna,durante questi atti impuri facilmente si stradice, e quando l'osannato viene messo da parte non riesce ad incassare con un sereno distacco;il tipo di forza insito nella zona presa in esame è come il vento, come una cascata, molto difficile da controllare, può diventare entusiasmante(in-dio), può diventare frenesia (pazzia). La violenza vi si nasconde, vi sonnecchia. Forse è meglio dire che vi è presente una forza cieca.Quindi l'attenzione che chiama in causa tutte le facoltà dell'anima e dei sensi è quanto mai necessaria ma soprattutto perchè non solo i sensi tutti sono coinvolti ma l'anima stessa. E' l'anima ad essere coinvolta. Quindi vediamo che per quanto la nostra epoca abbia un fitto pelo sullo stomaco in questi atti l'anima ne esce ripiegata, svilita, prostata.
Sintesi: Impuro, per attenzione abnorme;Attenzione, tutte facoltà dell'anima e dei sensi;Attenzione simile a concentrazione;Concentrazione che arriva al punto genera brivido (emozione);Concentrazione sempre su stesso punto fisico, uguale ripiegamento;Ripiegamento malsano e portatore malattia;Menzogna,entusiasmo, frenesia, variamente assortiti possono, condurre a violenza e morte non solo del corpo ma anche dell'anima.
Questi alcuni dei motivi per i quali giudico il sesto comandamento al passo con il nostro tempo.
"E infatti adorano Bergoglio: e' il loro campione"
Si, confermo.
Una persona di mia conoscenza mi ha confidato (con entusiasmo) che ogni volta che lo ascolta gli vengono le lacrime agli occhi.
Al che gli ho replicato (però senza entusiasmo): "Anche a me...".
Qual'e' la vera liberta' , la liberta' dei " figli di Dio ", per cui Gli somigliamo ? Il coraggio di dire No .
Mons. Schneider ha celebrato una Messa Pontificale nella cattedrale di Costanza in occasione dell`Assemblea generale di Pro Missa Tridentina.
La Messa è stata trasmessa dal canale tedesco K-TV , canale che ritrasmette la Santa Messa tridentina tutte le domeniche alle 8h00.
Qui si può vedere il video della Santa Messa :
http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/divers-summorum/mgr-schneider-a-lassemblee-generale-de-pro-missa-tridentina
"qualità dell'attenzione che dedichiamo alla parte del corpo preposta alla generazione"
Ma questa iperattenzione con risvolti spesso morbosi e' proprio legata al fatto, Irina, che essa sia preposta alla generazione. E generazione di chi? Di un "potenziale" figlio di Dio (figlio nel Figlio, naturalmente).
Perciò era chiaro che il nemico numero 1 del Signore e dell'uomo (quest'ultimo in quanto chiamato appunto a diventare "pienamente" un suo figliolo) CONCENTRASSE molte delle sue tentazioni proprio su questo aspetto, su questo atto, per svilire ciò che Dio ha stabilito invece come essenziale al fine di cui sopra all'interno della relazione uomo-donna in ambito matrimoniale.
In questo svilimento però non si può negare che anche la Chiesa dell'ultimo mezzo secolo abbia contribuito, o perlomeno non sia intervenuta più energicamente come mater et magistra per richiamare i propri fedeli affinché il legame così chiaro e netto (anche dall'ovvio punto di vista fisiologico) tra atto sessuale e scopo procreativo non fosse platealmente spezzato. Per vedere la differenza tra il pre-concilio e il post basterebbe ad esempio rileggersi quei passaggi inequivocabili e ammonitivi nella "Casti connubii" del Santo Padre Pio XI e si fughetebbero tutti i dubbi, così come molti scritti dei santi, tra cui san Girolamo e sant'Agostino, che se non sbaglio sono Dottori della Chiesa Universale...
Perché è chiaro che dove si inizia a stabilire deroghe e scappatoie varie (necessità di tenerezza tra i coniugi e altro) poi si può pure far pensare che allora quell'atto creato originariamente da Dio allo scopo generativo, in fondo possa servire pure ad altro.
E da qui a fare come chi non conosce (o non vuol conoscere) Dio il passo e' breve...
Beh, senza nulla togliere al principio così ben espresso, chiamare una "scappatoia" la necessità di tenerezza, che può essere espressa in molti modi (delicatezza, rispetto, attenzione) che forse non è nemmeno necessario evocare ma dovrebbe essere implicita quando ci si unisce per la vita, mi sembra quanto meno inappropriato. Il problema è quando si vuole indulgervi dimenticando le priorità.
Quando ci si unisce per la vita certamente. Mu sembrava evidente che io mi riferivo a tutte le altre occasioni all'interno del Matrimonio, perché delle altre neanche sto a dire...
Spero che il video della Santa Messa celebrata da Mons. Schneider non sia sfuggito alla vostra attenzione.
"Una persona di mia conoscenza mi ha confidato (con entusiasmo) che ogni volta che lo ascolta gli vengono le lacrime agli occhi.. Al che gli ho replicato (però senza entusiasmo): "Anche a me...". 27 aprile 2016 06:46"
Sono curioso di sapere se questa persona sia la stessa che al sentire la parola Bergoglio, detta in qualsiasi contesto, grida "grande"! Se potessi avere qualche caratteristica in più del soggetto, proverei ad inquadrarlo fra i caratteri descritti da Teofrasto. Ad esempio, le lacrime sono di tipo tragico o comico, giacché si piange per varie cause, fra cui il dolore e il piacere?
E' stato fatto notare: "Ma questa iperattenzione con risvolti spesso morbosi e' proprio legata al fatto, Irina, che essa sia preposta alla generazione. E generazione di chi? Di un "potenziale" figlio di Dio (figlio nel Figlio, naturalmente)."
Il buon Dio per avere la certezza che le creature sessuate, fra cui noi uomini, si riproducessero, le ha dotate di un finissimo sistema anatomo-fisiologico che a fronte dell'impegno gravoso di garantire la procreazione dona anche momenti di grande piacere e soddisfazione. A determinare il bisogno sessuale nel maschio c'è il testosterone (vero tiranno!). A dare piacere ci sono le endorfine (eccellente lenitivo). Nulla è lasciato al caso.
Luigi Rvm,
si, probabilmente è cosi: i modernisti, neomodernisti, progressisti, eterodossi o eretici tout court non riescono a capire, a sentire, a concepire tutta la bellezza e la profondità del Cattolicesimo e della Chiesa, non riescono a "salire verso Dio", ed operano un transfer sulla Chiesa scaricando su di lei tutte le loro manchevolezze, imperfezioni, difetti, nevrosi, passioni piu' o meno sfrenate...
Mancuso, per altro, non è propriamente un adepto di Augias, ma di ben altro autore ( che gli accelero' la carriera in seminario, in università ecc.). Anche lui gode di "buona stampa".
Nell'esistenza ed importanza della quale, ed in ciò che con questo termine si sottintende, io credo fermamente, anche per altri pensatori /trici, che personalmente non mi dicono nulla. E i cui libri, forse, non starebbero male, come quelli di Augias, in un novello "Indice", se mai riavessimo un Papa come S.Pio X.
Parlare del sesto o nono comandamento o citare Gesù Cristo riguardo al matrimonio, al divorzio o al desiderio verso la donna altrui, aveva ed ha da parte mia l'unico scopo di mostrare come l'insegnamento essenziale della Scrittura mantenga, nella asciuttezza della forma, tutta la verità e l'attualità del suo contenuto. Quello che ho cercato di iniziare, come avevo accennato in altri commenti, era mostrare che la sintetica chiarezza del decalogo pur essendo in controtendenza rispetto alla prolissità della A.L.( la quale per andare incontro a tutti, sempre che sia questa la sua intenzione, non aiuta nessuno, neanche chi dichiara di voler risanare)è guida sicura per l'uomo di oggi come per quello dei millenni addietro.A questo esercizio chiamavo anche altri, convinta e certa che solo con i fatti,con il nostro argomentare nascosto, in modo che solo Dio,Uno e Trino, conosce è possibile mostrare il ribaltamento avvenuto.Ovvero un tempo si dava l'ordine che doveva essere eseguito ( anche se poi lo si declinava nella lingua di tutti e con esempi comprensibili ad ognuno); ora la prolissità presume di comprendere tutto ma, niente definendo impedisce la comprensione di tutti e la retta esecuzione di ognuno.Questo è il risultato sotto i nostri occhi.
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