Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 23 aprile 2016

Don Elia. La cernita divina

Per il giusto è sorta la luce, la letizia per i retti di cuore (Sal 96, 11).

Ora il gioco si fa duro. Grandi e dolorose scelte ci stanno di fronte. Ma abbiamo la certezza che il Signore onnipotente ci guida per mezzo della Sua santissima Madre. Anche le parole ispirate della preghiera si caricano di significati gravi, ma illuminanti. Verba iniquorum praevaluerunt super nos (Sal 64, 4): voglia Dio che i discorsi degli iniqui, che in questo momento hanno più forza di quelli dei giusti, non prevalgano sulla nostra coscienza. Le mie parole non passeranno (Mc 13, 31), ci assicura il nostro Maestro – e questo ci basta. Certo, vorremmo che i giusti parlassero forte e chiaro; ma per il momento sembrano meritarsi la condanna del Salmista: Omnes declinaverunt, simul inutiles facti sunt (Sal 13, 3). A meno che non sia una forma di resistenza passiva, anche i buoni Pastori sembrano tutti dileguati o finiti fuori strada; in ogni caso, se non si svegliano, saremo costretti a concludere che, per un motivo o per un altro, son diventati inutili.

Giusto trecento anni fa, il 28 aprile 1716, moriva il grande Patrono della nostra Parrocchia virtuale. L’importante anniversario non può passare inavvertito, almeno per noi. Invito perciò tutti a recitare, giovedì prossimo, la sua sublime Preghiera infuocata, in gruppo o singolarmente. Si direbbe che l’abbia composta per la nostra epoca; il suo carisma profetico, d’altronde, era più che evidente. «È tempo che tu agisca, secondo la tua promessa. Hanno violato la tua legge (Sal 118, 126), è stato abbandonato il tuo vangelo, torrenti di iniquità dilagano sulla terra e travolgono perfino i tuoi servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole, l’empietà siede in trono, il tuo santuario è profanato e l’abominio è giunto nel luogo santo (cf. Mt 24, 15). Signore, Dio giusto, lascerai nel tuo zelo che tutto vada in rovina? Tutto diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerai sempre a tacere e sempre pazienterai? La tua volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il tuo regno? Non hai rivelato, già da tempo, a qualcuno dei tuoi amici un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono gli Ebrei riconoscere la verità?».

È possibile che il Santo della vera devozione a Maria, dotato di una coscienza ipersensibile nei riguardi degli inevitabili limiti della vita cristiana di ogni tempo, li abbia percepiti in modo un po’ esasperato; ma le condizioni religiose della sua epoca, per quanto sempre perfettibili, non sembrano giustificare le sue invettive. Dopo la crisi calvinista e le cosiddette guerre di religione, finanziate da immancabili banchieri votatisi alla distruzione del cristianesimo, la Francia rifioriva nella fede grazie all’applicazione dei decreti del Concilio di Trento, a una pleiade di altissimi autori spirituali e a un efficace rinnovamento del clero, che usciva santo e preparato dai nuovi seminari, mentre nuovi ordini e congregazioni, tanto nella vita attiva che in quella contemplativa, si diffondevano in modo strabiliante, offrendo alla Chiesa straordinarie figure di Santi. Il rischio era semmai quello opposto delle derive rigoriste, come nel caso del giansenismo, prontamente represso, tuttavia, sia a livello civile che ecclesiastico, almeno oltralpe.

Non si spiega dunque il pessimismo di san Luigi Maria, a meno che non si riferisse all’insorgere di quel libertinismo che, ammantato di “progresso” e rabbioso di ribellione contro la “superstizione” cattolica, sarebbe dilagato nel XVIII secolo, del quale egli non vide però che gli albori. In ogni caso, le terre solcate a piedi dall’infaticabile missionario itinerante, morto di sfinimento all’età di quarantatre anni, otto decadi più tardi avrebbero subìto l’orrenda repressione operata dalle colonne infernali inviate dai giacobini di Parigi. Proprio dal Paese che era chiamato la fille aînée de l’Église uscirà un anticristo còrso che, come un fulmine, raggiungerà Roma e rapirà nientemeno che il Papa. La Chiesa sembrerà finita, ma la Provvidenza aveva altri progetti; una dozzina d’anni dopo, la volata dell’effimero imperatore sarà fermata a Mosca e, per lui, sarà l’inizio della fine. Quei pochi anni di dominio, tuttavia, basteranno all’uom fatale per riempire l’Europa, compresa l’Italia e lo Stato Pontificio, di quelle logge massoniche che provocheranno poi le cosiddette rivoluzioni liberali, la rivoluzione bolscevica e ben due guerre mondiali.

La profezia del Montfort, allora, si è compiuta in questi eventi storici? Eppure la profanazione del Santuario e la penetrazione dell’abominio nel Luogo santo non si erano ancora verificati, almeno non nella forma attuale. Si era attaccata la religione dall’esterno, ma ora è dall’interno che proviene la dissoluzione. Sodoma non si era ancora introdotta nella Città di Dio rivestendosi delle sue vesti e della sua dignità. Le verità teologiche e morali non erano state stravolte da chi dovrebbe difenderle e insegnarle: Diminutae sunt veritates a filiis hominum (Sal 11, 2). Non si era mai peccato contro lo Spirito Santo in modo così sfacciato da giungere ad affermare in un documento pontificio che «la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio» (Amoris laetitia, 311) nel momento stesso in cui è presentata come negazione della verità e della giustizia in quanto atteggiamento arbitrario totalmente sganciato dalla Sua Legge, declassata a fonte di ispirazione per le decisioni personali (purché uno non abbia troppe difficoltà a comprendere i valori insiti nella norma morale, peraltro ben conosciuta…). Che io sappia, i Comandamenti obbligano in virtù del fatto che sono stati dati da Dio, non in base alla comprensione soggettiva dell’individuo; ma la nuova morale mondano-chiesastica adora ormai non più Dio, ma l’io.

È tutto perduto? Certo che no! Il Signore sta semplicemente facendo la Sua cernita, distinguendo i Suoi fedeli dagli ipocriti, purificando i primi e smascherando i secondi in vista del Suo trionfo sul padre della menzogna. Il nostro compito è più che mai urgente, specie nei confronti degli incerti e dei confusi, anche fra i Suoi ministri. Facciamo il possibile per strapparli al fuoco (quello eterno) e incendiarli della fiamma di carità che arde nei Cuori di Gesù e Maria. Là abitiamo e lasciamo risuonare nel nostro cuore i loro appelli, che si fanno a volte udibili in parole chiare e nette. Così, attraverso di noi, Dio risponderà alla preghiera di san Luigi Maria inviando gli apostoli degli ultimi tempi: «Liberos: sacerdoti liberi della Tua libertà, distaccati da tutto, senza padre, madre, fratelli, sorelle, senza parenti secondo la carne, senza amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza volontà propria. Liberos: schiavi del Tuo amore e della Tua volontà, uomini secondo il Tuo cuore che, senza volontà propria che li contamini e trattenga, compiano tutte le Tue volontà a abbattano i Tuoi nemici come altrettanti novelli Davide, con in mano il bastone della Croce e la fionda del Rosario: in baculo Cruce et in virga Virgine. […] Liberos: veri figli di Maria, Tua santa Madre, generati e concepiti dalla Sua carità». 

24 commenti:

Anonimo ha detto...

"Signore, non permettere che il tuo gregge venga disgregato da lupi e mercenari; fa' che proceda sicuro sulla via della salvezza."
(dall'Invocazione delle Lodi di questa mattina)

Luisa ha detto...

In Francia la CEF ha formato una Commissione sulla pedofilia e ne ha nominato direttore un uomo che ha creato e partecipa a progetti in totale contraddizione con l`insegnamento della Chiesa, decisione incomprensibile per un cattolico che vede la CEF prendere quella decisione per piacere al mondo mediatico politico, ma non tutti se ne stanno zitti:
un Collettivo " HO MALE ALLA MIA CHIESA" ha lanciato una petizione per nominare un`altra persona, possibile che non ci sia un cattolico per riempire quel ruolo?
Se i vescovi francesi credono di accattivarsi le buone grazie dell` intelligentsia francese si sbagliano di grosso.
Oramai i cattolici fedeli, osservanti, si sentono incompresi, soli e abbandonati dai loro Pastori, se ricordano l^insegnamento del Signore che è la base, il faro, della loro vita, se dicono il loro sconcerto, sono come minimo RIDICOLIZZATI, etichettati in modo sprezzante, oggetto di caricature grottesche , sembrano essere solo delle scorie di un passato da rimuovere, ma non tutti si ritirano nel silenzio, talvolta saggio, ragionevole e ragionato, spesso codardo.

http://lesalonbeige.blogs.com/my_weblog/2016/04/pétition-pour-la-nomination-dun-autre-président-pour-la-commission-pédophilie-de-la-cef.html

Anonimo ha detto...

"Ratzinger non piaceva al Nuovo Disordine Mondiale. Nella prefazione a un libro di Michel Scooyans con quel titolo, l'allora cardinale Ratzinger sposava la tesi che è in atto un tentativo di dittatura mondiale veicolata dall'ONU, l'OMS, le ONG, la Banca Mondiale e altri poteri globali. Il libro uscì in Italia con le Edizioni Paoline nel 1999 e poi sparì. Ma è una chiave per capire la guerra fatta a Ratzinger, l'ostilità che raccoglieva nei circuiti che più contano nel mondo. Poi il Papa alzò bandiera bianca."
(Marcello Veneziani )

Josh ha detto...

l'intro del testo segnalato da Veneziani è qui

https://costanzamiriano.com/2013/02/18/nuovo-disordine-mondiale/#more-6674

Josh ha detto...

se ne parla addirittura qui, ecco perchè il libro è sparito

http://gnosis.aisi.gov.it/sito%5CRivista18.nsf/servnavig/29

Anonimo ha detto...

http://www.nwo.it/disordine.html

Anonimo ha detto...

Gli aiuti dal cielo continuano, per chi vuol credere all'unica Verità che salva, ben due Miracoli Eucaristici: quello del 1996 a Buenos Aires e quello accaduto in Polonia nel 2013, confermato solo domenica scorsa dalla Congregazione per la dottrina della fede che lo ha riconosciuto, permettendo il culto del frammento reliquiario. Colpisce che la soprannaturalità sia stata confermata proprio una settimana dopo la pubblicazione dell'esortazione apostolica Amoris Laetitia. Questo sarebbe quindi il secondo miracolo eucaristico consecutivo con cui Bergoglio è venuto a contatto da vicino dopo quello avvenuto il 15 agosto 1996 a Buenos Aires, quando era vescovo ausiliare della diocesi, consentendo solo dopo alcuni anni le analisi su una particola che a contatto con l'acqua non si era sciolta e che confermarono trattarsi di frammento del muscolo cardiaco, con globuli bianchi, viventi. Di cosa ancora hanno bisogno i Ministri di Dio, per credere nel Miracolo Eucaristico, che ogni giorno si compie, tra le loro mani, centro della nostra Fede, per testimoniarlo e custodirlo, dai continui attacchi a cui è sottoposto? Per chi non vuol credere, non ci sono segni e messaggi celesti, che valgano, mentre i piccoli, restano ammirati, estasiati, per tanta e immeritata Grazia e non cesseranno di rendereGli ogni onore e lode.

Anonimo ha detto...

Gesù non alza bandiere bianche ma si fa crocofiggere.
http://disputationes-theologicae.blogspot.it/2011/06/liberta-religiosa-la-chiara-posizione.html

Rr ha detto...

A proposito del miracolo eucaristico polacco ora riconosciuto, chiedo, nella mia ignoranza di proedure e riti:
Ma se fosse successo sotto BXVI, GP II, Paolo,Vi o GXXIII, per non dire Pio XIi, non ne avre bbero parlato tutti o giornali, le TV e lo stesso Pontefice magari all'Angelus?
Rr

Luís Luiz ha detto...

Non c'entra se Benedetto XVI è un papa buono o cattivo: è papa. Non si può dubbitare della legittimità della sua elezione o della generale disobbedienza e animosità, a destra e a sinistra, che il suo pontificato ha trovato. Un papa che non ha potuto governare, e che ha sapientemente messo al centro del suo pontificato il gravissimo problema del Concilio, con l'unica soluzione possibile: la sua lettura secondo la Tradizione, con le messe a punto e le correzioni necessarie. Non ha potuto farlo, perchè questo non interessava a destra o a sinistra, e dunque non governava più. Era papa de jure, non de facto. In questa situazione, rinunciare o no è praticamente lo stesso. Ha fatto questa mezza rinuncia, catastrofica. Ma oggi, con la codardia generale dei prelati, a destra e a sinistra, è chiaro che à ancora lui l'unico uomo che può salvare la Chiesa.

Anonimo ha detto...

A proposito di Ratzinger, ecco che ne pensa, buon ultimo, Alessandro GNOCCHI:

"Chi continua a pensare che l’inedita figura del Papa emerito vegli come una sentinella silente e orante sulle sorti della Chiesa ridotta in macerie, PRIMA O POI, dovrà scontrarsi con i fatti. Primo fra tutti, l’oscuro abbandono del soglio di Pietro, quella “fuga davanti ai lupi” che lo stesso Ratzinger aveva paventato subito dopo l’elezione e che inevitabilmente diventa la chiave di lettura del suo pontificato, della sua biografia e del suo pensiero.

Cari amici, non può sfuggire, SE NON A CHI NON VUOL VEDERE, che mai, e bisogna sottolineare “MAI”, Benedetto XVI ha opposto un atto, anche passivo, alle scorribande devastatrici del suo successore fra le membra Corpo Mistico di Cristo.

Anzi, nei momenti cruciali è sempre stato al suo fianco contribuendo a formare nel pensiero collettivo l’icona dei “due Papi”, un’immagine che turba nel profondo l’anima di tanti fedeli poiché figura simbolicamente una famiglia contronatura con due genitori dello stesso sesso.

Ogni pronunciamento di Benedetto è sempre stato a sostegno di Francesco. L’intervista rilasciata poco più di un mese fa al teologo gesuita Jacques Servais è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo".

http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-220416/

Anonimo ha detto...

Ma oggi, con la codardia generale dei prelati, a destra e a sinistra, è chiaro che à ancora lui l'unico uomo che può salvare la Chiesa.

Tanti auguri... Belle parole. Ci dica come.

mic ha detto...

In teoria ciò che dice Gnocchi è vero. In pratica, e nonostante tante ambiguità anche da me riconosciute, credo che Benedetto sia vittima della stessa vis 'paralizzante' che ha caratterizzato il suo pontificato (la luminosa lezione di Ratisbona, il motu proprio Summorum e la rimozione della scomunica ai 4 vescovi sembrano miracoli che tuttavia gli sono costati cari). E credo sia la stessa vis 'paralizzante' che non comprendo fino in fondo e che caratterizza tutti coloro che oggi in Curia e fuori non dormono sonni tranquilli, ma non so quanto non possano o non riescano a mettere in atto interventi risolutivi.
Forse c'è troppa frammentazione.

mic ha detto...

E comunque, a prescindere dalla frammentazione, ci sono molti aspetti dell'intero scenario che non conosciamo, anche se diversi li abbiamo decifrati.
E' una situazione ingarbugliata e complessa. Occorrerebbe un evento spiazzante.

Anonimo ha detto...

Purtoppo credo che l' "evento spiazzante" ci sarà dopo che tante false certezze verranno definitivamente terremotate.

Alfonso ha detto...

Leggo : "Cari amici, non può sfuggire, SE NON A CHI NON VUOL VEDERE, che mai, e bisogna sottolineare “MAI”, Benedetto XVI ha opposto un atto, anche passivo, alle scorribande devastatrici del suo successore fra le membra Corpo Mistico di Cristo.
Anzi, nei momenti cruciali è sempre stato al suo fianco contribuendo a formare nel pensiero collettivo l’icona dei “due Papi”, un’immagine che turba nel profondo l’anima di tanti fedeli poiché figura simbolicamente una famiglia contronatura con due genitori dello stesso sesso.
Ogni pronunciamento di Benedetto è sempre stato a sostegno di Francesco. L’intervista rilasciata poco più di un mese fa al teologo gesuita Jacques Servais è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo".

Mia ingenua riflessione: se demolite Benedetto XVI, distruggete la mia fede. Di tutta l'opera a me nota dell'uomo Ratzinger non un concetto ho trovato che fosse in sintonia con quello che diceva e dice il suo successore. Dopo la data fatidica delle dimissioni, quale valore si può dare a ciò che ci viene reso noto dal suo confino? Dando per scontato che il nostro Papa Benedetto XVI possa dimostrare in qualsiasi momento di non essere affetto da demenza senile, al pari di Sofocle dell'Edipo a Colono, chiedo : era forse libero Platone nel Palazzo di Dionigi II di Siracusa?

mic ha detto...

Per Alfonso,
anch'io con Papa Benedetto non riesco a vedere tutto bianco o tutto nero. Le mie perplessità le ho ampiamente manifestate e motivate. Ma la posizione estrema di Gnocchi non la condivido. E' una interpretazione plausibile della realtà ma non ci metterei la mano sul fuoco per le considerazioni già fatte.
Inserisco di seguito quanto avrei voluto inserire subito dopo il mio commento 17:05, cioè quanto già scritto in una precedente discussione a proposito dell'intervista citata. Mi ero ripromessa di scriverci un articolo (è mezzo fatto nelle bozze) ma non riesco a darmene il tempo a causa dell'impegno che il blog comporta, soprattutto per la cronaca incalzante.
E' il messaggio di un lettore:

La c.d. “buona stampa” (esemplare questa pagina blog: http://www.luigiaccattoli.it/blog/centralita-della-misericordia-benedetto-loda-francesco/) l’ha letta come un sostegno al 100% della linea Bergoglio.
Così pure alcuni tradizionalisti…

Che così non sia lo si vede invece dalla attenta lettura di tutta l’intervista.
Infatti, Benedetto critica [con molta ragione] sia la teoria dei “cristiani anonimi”, che la teoria del “pluralismo delle vie di salvezza”.
Tutte due le teorie non sono senza padre e senza madre: sono capisaldi della teologia gesuitica contemporanea (Rahner e Dupuis), mai contestati non so dal papa attuale, ma certo non dal cerchio magico che lo circonda (che traduce quelle teorie in versione esplicita e tecnica, ma allusiva e sentimentale…).
Benedetto, in modo certo implicito, sta avvisando chi di dovere della deriva teologica cui è fatalmente esposto il nuovo corso ecclesiastico?
Se ne potrà parlare nel blog?
....
Questo dimostra che la “centralità della misericordia” non è un'invenzione di papa Francesco, ma è il FONDAMENTO del messaggio cristiano come è sempre stato testimoniato dalla Chiesa da duemila anni a questa parte, ben prima di questo pontificato. E la misericordia non è neppure una “riscoperta” da parte di papa Francesco di qualcosa che era stato dimenticato visto che i suoi immediati predecessori sia San Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI con le loro encicliche “Dives in misericordia” e “Deus caritas est” hanno proclamato la centralità della misericordia come nucleo del messaggio cristiano.
Questo dimostra quanto è falso definire Bergoglio “il papa della misericordia” quasi che i suoi predecessori non fossero stati anche loro i papi della misericordia, ma papi senza misericordia o contro la misericordia..
Questo dimostra che nella Chiesa non vi sono né vi possono essere balzi, rivoluzioni, scoperte dell’ultima ora, rivolgimento di 180 gradi, ma esiste ed è sempre esistita solo la testimonianza di un messaggio, quello di Gesù, che è già stato dato, dai Vangeli, dalle testimonianze degli apostoli, dei Padri della Chiesa, dei santi, dai papi e dai Concilii , da TUTTI i Concilii non solo dal CVII.
Questo dimostra che lo spreco di parole come “rivoluzione” “cambiamento epocale” “nuova chiesa” che si sono pronunciate su tutti i giornali parlando del pontificato di papa Francesco sono assurde e blasfeme da un punto di vista cristiano.
La centralità della misericordia è la centralità del messaggio cristiano.
Benedetto XVI non appoggia “a sorpresa” Francesco, quasi ci si aspettasse che Ratzinger sia “contro la misericordia” ma appoggia, senza alcuna sorpresa, il messaggio cristiano per eccellenza: quello della misericordia.
Ma oggi è tutto centrato sulla figura idolatrata di papa Francesco e quindi sembra che il messaggio della misericordia sia una invenzione speciale di Bergoglio, una sua “trovata” e che la Chiesa prima di lui non sapesse neppure cose fosse la misericordia.

L’intervista a Benedetto sfata questo mito.

Anonimo ha detto...

Alfonso scrive, tra le altre cose: " SE DEMOLITE BENEDETTO XVI, DISTRUGGETE LA MIA FEDE"


Beh, scusate, però, comunque uno la pensi o la possa vedere, questa affermazione mi pare eccessiva, e mi sovviene subito qualche versetto della Sacra Scrittura:

"Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini?
Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? MINISTRI ATTRAVERSO I QUALI siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, MA DIO che fa crescere. Non c'è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio".
(Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi 3,4-9)

RR ha detto...

Mic,
io credo e temo che BXVi non abbia voluto "usare la mano pesante", per capirci, perché aveva paura, e verosimilmente a ragione, di un pronunciamento, un "alzamiento" di tutti quei vescovi, cardinali, monsignori, religiosi e preti vari, modernisti, neomodernisti, cattocomunisti, progressisti, LGBT, chiamali come vuoi. Non voleva passare alla storia come il Papa del Grande Scisma d'Occidente del XXI secolo.
E credo che quella paura, per non dire terrore, ce l'abbiano anche quelli come Burke, Schneider, forse Pell, Sarah, ecc. con in più la differenza che nel caso di BXVI sarebbe stato comunque un papa contro dei "sottoposti", ora sarebbe il contrario, dei "sottoposti" contro quello che è stato venduto al mondo come legittimo pontefice.
Se dunque BXVI esitava ed esitò e rinunciò e pregò perché il tempo aggiustasse le cose (" vis sanatrix naturale"), figuriamoci ora i cardinali, vescovi, di cui parliamo spesso.
Certo se per es. Bergoglio dovesse pubblicamente riabilitare Lutero, forse qualcosa succederebbe, finalmente, ma mi chiedo: che bisogno c'è di riabilitare Lutero, di dichiarare finito lo scisma e l'eresia, rischiando un polverone (per non dire un vero e proprio casino) quando si sta ottenendo la stessa cosa in pratica, senza tanto clamore ? "Teoria è prassi", diceva Marx (e forse prima Feuerbach, non mi ricordo più), e loro sono tutti suoi allievi. Si fanno le cose in pratica, v. divorzio cattolico e Comunione ai concubini, e chissenefrega di cambiare il dogma, come fece Lutero.

Personalmente, se fossi stato Papa, lo scisma l'avrei rischiato, ma , come diceva Manzoni, uno il coraggio mica se lo può dare. E di Tedeschi decisionisti nell'ultimo secolo ce n'è già stato uno, e basta ed avanza, avrà pensato il Bavarese (per altro nato a non molti km di distanza da quell'altro).

Oltre Sankt Gallen.. ha detto...

Ehh la peppa , ma quanti sono ? Essì che sembravano.......ma allora sono molti di piu'..!?!
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/?topic=03/04/09/3080386

mic ha detto...

Ormai assuefatti dal dolore generalizzato di questi giorni, riflettere sul dolore - altrettanto innocente - di Gesù, ai più, potrebbe risultare inutile o scontato.
Tuttavia, il dolore del Figlio di Dio non può essere equiparato ai tanti crocifissi della storia...vecchi o recenti.
Nel Crocifisso di Nazaret non c'è il prototipo del "sofferente per eccellenza": Gesù non prende la Croce in spalla perché questa gli piaccia o perché - povero - sia stato così imprudente - molti direbbero stupido - da meritarsela!!
No! Gesù prende la Croce perché, in quella Croce, ha la pretesa di dire "chi" sia Dio in realtà: prima di essere "qualcosa per gli altri", la Croce è "qualcosa" che riguarda "qualcuno": il rapporto esistente tra Lui ed il Padre.
In questo senso, la Croce - la morte di Gesù - è qualcosa di irripetibile!!
Ma questa unicità è, per noi, Salvezza: le nostre croci - quelle che ci sono state garantite nella quotidianità della nostra vita (cfr. Mt 10,38) - assumono senso e consistenza perché vissute nella consapevolezza che, in esse, Dio - il Padre di Gesù - non risulta assente ma Presente, Operante.
(don Savio)

irina ha detto...

Fermo restando che ognuno ha portato il suo granello di sabbia a questa valanga, ora dobbiamo ricostruire, in silenzio. Non possiamo più sperare in nessun aiuto umano, neanche in quello di colui che sarebbe preposto a combattere i lupi per proteggere le pecore. Ognuno se ne faccia una ragione e comportiamoci come se da ogni nostra azione, da ogni nostro sentimento, da ogni nostro pensiero, da ogni nostra omissione dipendesse la salvezza di tutti gli altri e nostra;come nei fatti dipende, non per l'efficacia dei risultati che non possiamo toccare con mano ma, per quella forza strana, mix di impegno fondato sulle virtù teologali e cardinali, che smuove le montagne (nel nostro caso i massi precipitati a valle-Manzoni- dalla montagna).

Luisa ha detto...

Dicevo più sopra della scelta della CEF di affidare la direzione della Commissione sulla pedofilia ad un uomo impegnato in progetti e gruppi ostili alla Chiesa e della petizione lanciata dal Collettivo "J`AI MAL À MON EGLISE", "HO MALE ALLA MIA CHIESA" vedo stamattina che Tosatti riprende l`info:

http://www.lastampa.it/2016/04/23/blogs/san-pietro-e-dintorni/la-mia-chiesa-mi-fa-male-F7t8i78zTmpt6WeGwYcBZL/pagina.html

Alfonso ha detto...

A proposito del commento : "SE DEMOLITE BENEDETTO XVI, DISTRUGGETE LA MIA FEDE" "Beh, scusate, però, comunque uno la pensi o la possa vedere, questa affermazione mi pare eccessiva":
Con sincera "filia" , accetto la precisazione, ma dal momento che, in virtù della libertà che ci è concessa, sempre camminando sulla via della verità, uno la può pensare o vedere diversamente da un altro, e, soprattutto, giacchè nella frase suddetta apoditticamente esprimevo la "mia" esperienza di vita in riferimento alla fede, mi permetto di precisare: se è vero che la fede è un dono di Dio, se è ben vero che "è impossibile credere senza la grazia e gli aiuti interiori dello Spirito Santo" , "non è però meno vero che credere è un atto autenticamente umano". "Nella fede, l'intelligenza e la volontà umane cooperano con la grazia divina: <> . Ora, più prosaicamente dico: un dono deve per necessità essere mandato da qualcuno e ci deve essere qualcun altro che lo consegni nelle mani del destinatario, che ovviamente può chiedere informazioni sul "che cosa è" e può al limite anche rifiutarlo. Questo dono della fede "a me" è stato consegnato, illustrato, spiegato dall'uomo Ratzinger, come autore di scritti prima e come Papa dopo. Egli è stato "per me" il Paolo che ha piantato e l'Apollo che ha irrigato. Detto ciò, so bene che ognuno può raccontare un percorso di vita diverso, ma sono ben felice se a ciascuno di noi infine sia stata data "la dolcezza nel consentire e nel credere alla verità".