Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 24 aprile 2016

L'involuzione del superdogma

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"La Domenica"
V domenica di Pasqua/C
24 aprile 2016

Leggo:
"In lui non c'è preferenza di persona (Cfr. At 10.34), il suo è uno stile di solidarietà con il peccato, perché il peccatore si converta e ristabilisca nella giustizia la sua vita".

Ormai siamo oltre la ben conosciuta distinzione peccato-peccatore.
Tutti i fedeli cattolici che frequentano la cosiddetta forma ordinaria del rito romano vengono "catechizzati" in questo modo direttamente dal foglietto-messalino ufficiale, e naturalmente anche in modo indiretto dal loro stesso parroco che lo diffonde nei banchi della sua chiesa, conscio o no dei contenuti.

È la naturale involuzione del superdogma conciliarista del dialogo e dell'accompagnamento pastorale.

11 commenti:

Anonimo ha detto...


@ Sembra quasi un bestemmia

Dire che in Nostro Signore c'e' "solidarieta' con il peccato" affinche' "il peccatore si converta" e' una alterazione dell'insegnamento evangelico, che sembra addirittura blasfema. Gesu' prova pieta' nei confronti del peccatore e il suo cuore misericordioso gli mostra la possibilita' di salvarsi, seguendo i suoi insegnamenti (conversione, penitenza, cambiamento di vita).
E' il concetto di "solidarieta'" che e' sbagliato. E' entrato nel linguaggio della Chiesa dopo il Vaticano Ii. Rappresenta di per se' un concetto vago. INfatti, che vuol dire esser solidali con qualcuno? Condividerne scelte o sofferenze ma dall'esterno, su di un piano puramente esteriore. La solidarieta' e' una cosa superficiale. Ora, come si puo' dire che Cristo "e' solidale con il peccato"? Se e' solidale con il peccato allora pecca, e' un peccatore gia' per via di questa "solidarieta'"o adesione esteriore al peccato.
Il concetto e' del tutto privo di senso. In tal modo si giustifica il peccato. E diventa piu' facile per esempio dare la Comunione ai divorziati risposati che continuano a vivere una normale vita di coppia, o a una coppia di fatto, anche omo. A. P.

Anonimo ha detto...

Premetto che frequento quasi esclusivamente la forma straordinaria. Penso che per capire fino in fondo le parole riportate nel foglietto bisogna aver mai visitato una casa di reclusione o circondariale. Solo dopo aver passato il cancello ci si rende conto di entrare in un mondo parallelo che trasforma ed a volte porta pure alla conversione come mi é capitato di recente di vedere.

Aloisius ha detto...

"Solidarietà con il peccato"!
Molto significativo.

- Solidarietà: concetto tipico laicista sostitutivo della carità cristiana e di Dio,
che indica una comunanza, un essere dalla stessa parte, 'essere con'.
Con chi?

- con il peccato: nemmeno con il peccatore, fermo restando che Gesu' era semmai comprensivo e misericordioso con il peccatore, e quando si pentiva e si convertiva, non certo 'solidale' con il suo essere peccatore.

E perché?
- "perché il peccatore si converta e ristabilisca nella giustizia la sua vita".

Quindi Gesù è venuto a dirci di peccare, perché lui e' solidale con il peccato e peccando ci si converte e si ritorna sulla retta via.

Ma certo! I santi cattolici non hanno capito niente! Vite intere di preghiere, penitenze e sacrifici quando potevano spassarsela e raggiungere lo stesso risultato!!!

Siamo quindi approdati al protestantesimo puro, mi sembra che Lutero dicesse le stesse cose, correggetemi se sbaglio.

Il bello è che Bergoglio & C. passano pure per originali, mentre in realtà stanno solo appestando la Chiesa con l'eresia protestante e riempiendo i loro rappresentanti di soddisfazione e orgoglio per questa resa dopo circa 500 anni.

Non a caso a ottobre li andrà ad onorare per "ecumenizzarci".

Siamo in mano ai ladri e ai briganti.
Pace e bene

Josh ha detto...

Grazie Marius, questa perla mi mancava.
"Solidale col peccato" è un'altra eresia e una mezza bestemmia.

Si dice di averla ravvisata ed estratta da Atti 10,34, perciò prendiamolo con anche un po' di contesto:

28 «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. 29 Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto venire?». 30 Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest'ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste 31 e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e ricordate le tue elemosine davanti a Dio. 32 Manda dunque a Giaffa e fa' venire Simone chiamato anche Pietro; egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al mare. 33 Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato».
34 Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, 35 ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. 36 Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. 37 Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; 38 cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. 39 E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, 40 ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, 41 non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 42 E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. 43 Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».

nel passo, S. Pietro mostra come la salvezza proposta da Gesù è rivolta potenzialmente a tutti, da qualunque popolo appartengano (e non riservata solo agli ebrei, come credeva), a patto che si pentano, ravvedano, convertano e santifichino. Da nessuna parte è scritto che Dio in Cristo è solidale col peccato.

in sè, il v citato, solo 10,34 dice

"34 Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone,"
(non si può mozzare qui il versetto, perchè Pietro solo dopo spiega cosa intende)

La non preferenza di persone nel testo originario fa appello solo alla nazionalità (per estensione potremmo dire: certo, anche il tipo di peccato da cui si proviene, e che si ha intenzione di deporre, come è detto in altri passi del NT, ovvero Gesù può salvare chiunque venga a Lui con fede, e con intenzione di lasciare il vecchio peccato, si pensi alla Maddalena; ma qui non è detto) eppure in nessuno di questi casi nominati, si parla di solidarietà col peccato.

Gesù anzi (cfr. v. 38) "beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo" (che è il contrario che solidarizzare col peccato), è dichiarato (cfr. v. 42) Giudice dei vivi e dei morti.
(povera S.Scrittura, e povero chi non la legge più, se non per trovarci quel che non c'è, a proprio uso e consumo).

faccio notare che Gesù agiva "beneficando e risanando"
e non "integrando, discernendo e accompagnando con la pastorale": fiume di parole inutili inventate per velare e nascondere, se possibile, il volto di Cristo.

Anonimo ha detto...

Commento anonimo : "In occidente, qui in Europa, è crollata già la chiesa, adesso è solo spostamento di macerie".......una volta fatta piazza pulita, si ricomincerà dalle piccole minoranze creative, da piccoli granelli di sale e lievito, forse ci vorranno secoli, forse anni, o solo pochi mesi, chissà, ma la Chiesa non può sparire, cieli e terre passeranno, ma non le Sue parole, alla facciaccia dei superdogmi o presunti tali.

Anonimo ha detto...


@ L'assurdo "solidarieta' con il peccato" non va persino al di la' di Lutero?

Non sono uno specialista del luteranesimo, ma da quello che ho letto di Lutero non mi sembra che si possa ricavare l'idea di una "solidarieta' con il peccato". A parte il fatto che quest'idea della "solidarieta'" al suo tempo non c'era. Lasciamo stare la frase "pecca fortiter sed crede fortius", che potrebbe esser interpretata anche come un'iperbole, l'idea di Lutero, data la convinzione sua (errata) della natura irrimediabilmente corrotta dell'uomo, e' che comunque si pecca sempre, onde la salvezza puo' venire solo dalla fede nella Croce di Cristo, il cui Sacrificio copre la nostra corrotta natura come una mantello, senza mai mutarla. In un'ottica del genere, non sembra ci sia posto per l'idea di una "solidarieta' con il peccato".
Il concetto resta oscuro ed e'comunque talmente enorme lo scandalo che vi lumeggia, che io voglio credere si sia trattato di un goffo ed errato modo di esprimersi. Cioe': si voleva
dire che Cristo e' solidale con i peccatori, nel senso che comprende la loro miseria umana e fornisce Lui stesso i mezzi per redimersi. E' questo termine "solidale" che andrebbe abolito, fomite com'e' di equivoci. Forse questa mia interpretazione dell'incredibile frase e' troppo benevola? A.R.

marius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marius ha detto...

@ A.R.
Ebbene sì, la trovo troppo benevola.
Non perché io sia particolarmente malizioso, ma perché è il testo stesso nella completezza della frase ad imporre l'unica interpretazione a mio avviso plausibile.

Riguardiamola:
il suo è uno stile di solidarietà con il peccato, perché il peccatore si converta e ristabilisca nella giustizia la sua vita.

Secondo la Sua benevola interpretazione, sostituendo "peccatore" a "peccato" viene a suonar così:
il suo è uno stile di solidarietà con il peccatore, perché il peccatore si converta e ristabilisca nella giustizia la sua vita.

Ha notato la ripetizione inutilmente pleonastica, stilisticamente pesante e ridondante del soggetto "peccatore"?
Se l'autore avesse voluto veramente intenderla nel modo da Lei ipotizzato avrebbe piuttosto scritto:
il suo è uno stile di solidarietà con il peccatore, perché si converta e ristabilisca nella giustizia la sua vita.
La frase fila che è una meraviglia ed esprime perfettamente il concetto.

Lasciando invece tutto intatto come nell'originale con i termini "peccato" e "peccatore" al loro posto la frase non fa che rivelare letteralmente il suo senso compiuto e verosimilmente voluto.

In ogni caso "scripta manent", quel che è scritto è scritto, in tutto l'orbe italofono è stato ormai diffuso. Il 99% dei fedeli che l'hanno letto non credo proprio che abbiano attivato un senso critico e concesso come Lei il beneficio del dubbio. Il messaggio passa nello stesso modo con cui si beve un bicchiere di acqua senza controllarne la purezza batteriologica.

Chissà se l'autore, il signor Tiberio Cantaboni, segue questo blog? In tal caso potrà dirci la sua e scioglierLe ogni dubbio.

Non è la prima volta che mi imbatto in un esempio riguardante l'accostamento proprio di queste due parole.
Perciò ci ho fatto l'occhio.
Ricordo bene quella volta, che riguardava l'episodio della pubblicazione post mortem dei diari segreti di GPII ad opera del suo segretario contro l'esplicita volontà del pontefice. Un estratto così recitava: "un vescovo deve essere aperto al peccato". Feci una vibrante reclamazione alla redazione del giornale sostenendo che GPII non poteva aver scritto una cosa simile, neppure in un diario privato.
Emerse la verità, cioè che si trattava di un errore di stampa addirittura voluto, in quanto l'articolo concludeva asserendo trionfalisticamente che... i papi non si inventano niente di nuovo, ma che ripetono sempre i sacrosanti principi dei loro predecessori e che, nella fattispecie, quanto si poteva evincere tra le righe della predicazione di papa Bergoglio era già stato anticipato nientemeno che da GPII. E concludeva dicendo che il segretario fece dunque benissimo a disubbidire al "suo" papa, altrimenti il mondo intero non avrebbe potuto godere di quella perla.
Notasi che questo incredibile episodio si produsse già all'inizio dell'attuale pontificato !

Allora si discusse a lungo, e a ragione, sulla (voluta) confusione tra i due termini "peccato" e "peccatore".
Questo caso invece, pur trattando dei medesimi termini, è di tutt'altra fatta.

Mazzarino ha detto...

Solidarietà ovvero Carità senza Cristo. Partendo da categorie cristiane, l'ho sempre capita così. Capperi! Il profeta Bergoglio, partendo sempre da categorie cristiane, chiude il cerchio: "solidarietà con il Peccato". E' onesto fino in fondo. lo aveva già detto e lo riconferma. Così come in aereo ha riconfermato quanto già detto per telefono alla donna sposata col marito divorziato. Le recite e le sceneggiate sono finalmente finite. Ora è logico ed onesto non c'è dubbio. E' onestamente e consapevolmente Apostata. Come il Lutero della prima ora.

Josh ha detto...

parto dalla frase di Mazzarino

"Solidarietà ovvero Carità senza Cristo."
senza Cristo infatti non può esserci vera carità, che è Amore a Dio, prima, e di conseguenza amore al prossimo -che non è nemmeno creduloneria, fessaggine o farsi mettere i piedi in testa dal primo venuto- , come i 2 bracci della Croce.
In più "solidarietà" "essere solidali" è solo un termine 68ino, umano, di taglio antropologico, (di solito un pat-pat sulla spalla, e basta lì), che sottrae ai sentimenti di Cristo il lato divino, soprannaturale e quanto è sul piano ontologico ed eterno. Si vedano anche i grotteschi composti: ecosolidale, equo e solidale, di solito strumentalizzati dalle multinazionali della "decrescita felice", dei suicidi assistiti di interi popoli, dell'idolatria alla "natura" e alla "casa comune", degli ideologi green etc.

In più, Marius, ancora: un Gesù "solidale" col peccato contraddice un famoso passo paolino, che è considerato una delle definizioni base dell'opera di Gesù vero Dio e vero uomo (presente, per ora, in tutti i catechismi):

Ebrei 4,15

"Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato."

Qui spiega aspetti del valore delle 2 nature e di Cristo che ha patito per noi; provato in ogni cosa, anche fino all'estremo dei dolori fisici e morali dell'essere umano, in piena somiglianza con noi, eccetto l'esperienza vissuta del peccato (che ha sempre vinto, anche nel deserto).
Ma visto che il peccato non ha mai fatto parte di Cristo, e che si offre, patisce, espia, muore e risorge per sconfiggere il peccato e la morte e donarci la stessa liberazione,
potrà mai dirsi che è ...."solidale col peccato"?