Su Repubblica di ieri il cardinale Raymond Leo Burke risponde ad alcune domande e ribadisce luminosi principi sulla nuova Esortazione post-sinodale, che sta suscitando un motivato scalpore ed altrettanto motivati timori che le proposizioni ambigue delle due successive assemblee sinodali potessero esservi riprese. In realtà non solo ciò è avvenuto, ma si è andati ben oltre.
Anche se il documento, già nel suo esordio, ammette la libera discussione circa le applicazioni in alcuni casi e dunque si colloca fuori dal campo degli interventi magisteriali, ciò non toglie che esso pone il problema di una prassi confusionaria e disarticolata, basata sul "discernimento personale e pastorale dei casi particolari". C'è da dire che questo non è mai mancato nella pastorale ordinaria della Chiesa, ma non senza l'aggancio indispensabile ai principi che, oltre all'accoglienza devono poi fungere da orientamento, da guida e sostegno. Mentre ora, dove vengono meno le norme generali, regna il relativismo.
Di fatto l'impianto dell'Esortazione è nettamente psico-sociologico, che ha i suoi pregi in sede di analisi, ma non è supportato dalla lettura teologica e spirituale dell'uomo e della realtà che, sole, possono fornire l'indirizzo pastorale uscendo dall'orizzonte fenomenologico al quale viene così a mancare l'innesto della grazia (“gratia non tollit naturam, sed perficit”) e cioè dell'opera di Cristo Signore, del Soprannaturale. Si annulla la responsabilità individuale e la chiamata alla santificazione.
Anche se il documento, già nel suo esordio, ammette la libera discussione circa le applicazioni in alcuni casi e dunque si colloca fuori dal campo degli interventi magisteriali, ciò non toglie che esso pone il problema di una prassi confusionaria e disarticolata, basata sul "discernimento personale e pastorale dei casi particolari". C'è da dire che questo non è mai mancato nella pastorale ordinaria della Chiesa, ma non senza l'aggancio indispensabile ai principi che, oltre all'accoglienza devono poi fungere da orientamento, da guida e sostegno. Mentre ora, dove vengono meno le norme generali, regna il relativismo.
Di fatto l'impianto dell'Esortazione è nettamente psico-sociologico, che ha i suoi pregi in sede di analisi, ma non è supportato dalla lettura teologica e spirituale dell'uomo e della realtà che, sole, possono fornire l'indirizzo pastorale uscendo dall'orizzonte fenomenologico al quale viene così a mancare l'innesto della grazia (“gratia non tollit naturam, sed perficit”) e cioè dell'opera di Cristo Signore, del Soprannaturale. Si annulla la responsabilità individuale e la chiamata alla santificazione.
Oggi siamo di fronte ad un documento anomalo e rivoluzionario nei suoi effetti applicativi frutto di una strategia ormai evidente, che non solo oltrepassa ma cita addirittura strumentalmente e fuori contesto persino le disposizioni conciliari e post- conciliari.
Qui un magistrale intervento |
Se ciò non è evidente ai più sprovveduti, non possiamo ignorarne gli effetti fuorvianti e dunque demolitori della dottrina e, con essa, dell'ordine mirabile nel quale la retta dottrina ci struttura traducendosi in insegnamento e guida che, insieme all'impianto sacramentale che ci nutre e ci sostiene, rappresentano la primaria funzione della Chiesa, oggi così compromessa nell'intero suo triplice munus: docendi, regendi, sanctificandi.
In soldoni: demolita la dottrina, demoliti i sacramenti, Eucaristia in primis, cosa resta? (M.G.)
In soldoni: demolita la dottrina, demoliti i sacramenti, Eucaristia in primis, cosa resta? (M.G.)
Raymond Leo Burke: "L'eros non è il male
ma non deve mai essere in contrasto con la procreazione"
ma non deve mai essere in contrasto con la procreazione"
Il canonista statunitense: "Rifiuto di essere classificato come membro di un partito nella Chiesa. Vorrei essere soltanto un buon cattolico, un fedele sacerdote"
ROMA. "Amoris laetitia non ha lo scopo di cambiare la pastorale della Chiesa per quanto riguarda quelli che vivono in una unione irregolare, ma di applicare fedelmente la pastorale costante della Chiesa, quale espressione fedele della pastorale di Cristo stesso, nel contesto della cultura odierna".
Il cardinale Raymond Leo Burke, canonista statunitense, autore de La santa Eucaristia sacramento di Carità (Cantagalli), ritiene che "l'unica chiave giusta per interpretare Amoris laetitia sia "la costante dottrina e disciplina della Chiesa per quanto riguarda il matrimonio".
Papa Francesco ricorda "Evangelii gaudium" che dice che la comunione non è un premio per i perfetti. Come interpreta questa frase?
"La comunione non è un premio per i perfetti nel senso che nessun uomo è degno del dono della vita propria del Dio Figlio incarnato offerta nel sacrificio eucaristico. Per questa ragione, prima di ricevere la comunione preghiamo: "O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato." Ma, allo stesso tempo, come anche esprime la preghiera, per accedere alla comunione dobbiamo essere rettamente disposti, cioè pentiti ed assolti dei nostri peccati con la risoluzione di non peccare più. Dobbiamo essere sulla via di perfezione, come il Signore stesso ci insegna nel Discorso sulla Montagna: "Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste"".
Francesco ricorda che il sesso non è un male ma un dono di Dio. Cosa pensa in merito?
"È chiaro che il sesso è un dono di Dio come Dio stesso rivela nel Libro della Genesi. Il sesso è integro alla nostra identità personale. Il male negli atti sessuali viene dal cuore dell'uomo che non rispetta la sua propria natura ma utilizza il dono del sesso in un modo che contraddice il buono e giusto ordine della creazione. Il Signore ci insegna questo nel Vangelo secondo Matteo".
Schönborn ha detto che la dottrina è sempre stata rinnovata nella Chiesa. Ha citato Giovanni Paolo II che legò l'amore fra uomo e donna all'immagine di Dio.
Lei è difensore del rito antico e critico verso le novità del Concilio. Non ritiene la sua visione figlia di una Chiesa impaurita e che vede nel mondo sempre e soltanto un nemico?
"Non commento sull'affermazione del cardinale Schönborn, che merita una accurata e profonda risposta, ma rispondo alla sua domanda. Io ho fatto tutti i miei studi teologici in base agli insegnamenti del Concilio e mi riferisco ai testi del Concilio. Quello che io critico non è l'insegnamento del Concilio ma la manipolazione di quell'insegnamento per avanzare idee e proposte, secondo il cosiddetto "Spirito del Concilio", che non hanno niente a che fare con l'insegnamento del Concilio e spesso lo contraddicono. Come mai la Chiesa possa essere impaurita quando è il Corpo Mistico di Cristo che è solo la nostra salvezza? La Chiesa non vede il mondo come il nemico. Infatti, la Chiesa deve lavorare giorno per giorno a servire il mondo, trasformandolo secondo il disegno eterno di Dio e così servendo il bene comune, la pace nel mondo che è il frutto della giustizia. Il nemico è il secolarismo, la visione mondana del mondo che esclude Dio ed è infatti ostile a Lui e al Suo disegno".
Il Sinodo è stato descritto come un momento di confronto fra due anime della Chiesa. Lei è stato più volte inserito fra i cosiddetti conservatori e antagonisti alle riforme. Si sente tale?
"Rifiuto di essere classificato come membro di un partito nella Chiesa. Vorrei essere soltanto un buon cattolico, un fedele sacerdote. Con tutti i miei difetti, ho provato sempre di avanzare la vera riforma della Chiesa, secondo il magistero. È infatti una prospettiva mondana, che è entrata nella Chiesa, che vuol dividere vescovi, sacerdoti e laici in campi politici. La vera prospettiva si trova nel Vangelo quando il Signore ci dichiara: "Io sono la vite, voi i tralci", o nell'analogia ispirata della Chiesa quale Corpo mistico di Cristo, proposta da san Paolo".
63 commenti:
Ho cominciato a leggere l'Esortazione. Da brividi...
Non so se avrò il coraggio di affrontarne i contorsionismi e le storture, dietro la facciata dell'accompagnamento e della misericordia, enfatizzati al punto da sembrare una scoperta di oggi.
Al momento aderisco a quanto suggerisce don Elia:
Ora, se è vero che non si può fare a meno di leggere pur qualcosa della e sull’ultima pubblicazione pontificia, evitiamo di cadere in trappola lasciandocene catturare e intossicare, dimenticando poi di fare le uniche cose effettivamente utili e necessarie nell’attuale frangente storico – quelle che persino l’ambiente tradizionale, ahimé, non pratica abbastanza, rischiando di estenuarsi in sfoghi polemici che, alla fin fine, non cambiano nulla, se non le nostre condizioni emotive. Preghiamo, offriamo, facciamo penitenza (ma sul serio, non a chiacchiere) e, se abbiamo tempo e voglia di leggere, curiamo la retta fede. Non lasciamoci rubare la fruizione e il godimento del tesoro che possediamo, perdendo la pace e la serenità di chi conosce la verità e si sforza di viverla con l’aiuto della grazia e il proprio impegno personale.
LIQUIDAZIONE DELLA CHIESA
Di fatto l’Esortazione contraddice la lettera e lo spirito del decreto sulla giustificazione del Concilio di Trento, della costituzione dogmatica Lumen gentium (Vaticano II) e dell’enciclica sulla morale di Giovanni Paolo II, Veritatis splendor.
Infatti essa non pone come bene assoluto da preservare l’essere in grazia di Dio e quindi la salvezza delle anime (legge suprema della Chiesa), ma piuttosto considerazioni sociali, sociologiche e sentimentali, illudendo e ingannando gravemente i fedeli sul loro stato davanti a Dio, mettendo in grave pericolo la loro salvezza.
Bergoglio evita di parlare della “legge morale”, che la Chiesa ha condensato da secoli in dogmi e disposizioni canoniche, o la rappresenta sprezzantemente come qualcosa di “astratto” che non si può applicare a situazioni “concrete”.
Arriva così a contestare Gesù stesso nel suo scontro con i farisei sulla questione del divorzio (Mt 19, 3-12). Infatti Bergoglio sostiene che non si deve presentare “un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono” (36).
Sarebbe una “idealizzazione eccessiva”. Peggio ancora: “non si deve gettare sopra due persone limitate il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa” (122).
In compenso Bergoglio istituisce nuovi peccati gravi. Quello dei cosiddetti “rigoristi”, colpevoli di ricordare la Legge di Dio. Ma soprattutto quelli di chi non condivide le sue idee politiche sulle questioni sociali.
Al n. 186 infatti Bergoglio ricorda finalmente il passo di San Paolo che impone di ricevere in modo degno il Corpo di Cristo, “altrimenti si mangia e si beve la propria condanna”. Ma per spiegare cosa significa “in modo degno” non dice “in grazia di Dio” (come sempre la Chiesa ha insegnato).
Non mette in guardia le coppie in stato di “peccato mortale”, ma le “famiglie che si richiudono nella loro propria comodità… che restano indifferenti davanti alle sofferenze delle famiglie povere e più bisognose”.
I peccati morali sono così derubricati. Bergoglio istituisce i peccati sociali (o socialisti). Quindi, par di capire, dovrebbe guardarsi dal ricevere l’eucaristia chi non condivide le sue idee sull’immigrazione.
Antonio Socci
Da “Libero”, 10 aprile 2016
In soldoni: demolita la dottrina, demoliti i sacramenti, Eucaristia in primis, cosa resta?
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Le risposte del cardnale Burke sono dottrinalmente corrette, come sempre. Nello stesso tempo appaiono fiacche, purtroppo. Sembrano un brodino dato ad un malato affetto da cancrena.
PP
Il card. Sarah
https://gloria.tv/article/J14Jr1yrd2o
Nella Esortazione non è scritto che bisogna dare la Comunione ai conviventi ecc.... dunque il discernimento non ha effetto. Non c'è scritto, non si da. Francesco nella sua non chiarezza ha giocato e ha fatto autogol. Fiacchi sono i Chierici.
Sant'Ambrogio: "Dite al Papa che se il Signore ci ha dato la testa, non sarà solo per metterci un cappello!".
Non c'è scritto, non si da. Francesco nella sua non chiarezza ha giocato e ha fatto autogol. Fiacchi sono i Chierici.
Non c'è scritto?
[351] In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. Per questo, «ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore» (Esort. ap. Evangelii gaudium [24 novembre 2013], 44: AAS 105 [2013], 1038). Ugualmente segnalo che l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» (ibid., 47: 1039).
Intanto sa di 'maligno' dare per scontato che il confessionale sia una "sala di tortura"...
mentre la frase sull'Eucaristia sottende che, poiché il divorziato risposato non è un peccatore ma solo un "debole", egli può essere assolto e fare la Comunione. Tre sacramenti dissolti: Matrimonio (indissolubile), Confessione e Eucaristia. E' una nota a pié di pagina ma, per chi poi nella prassi non aspettava che questo, vale più di tutte numerose pagine del documento.
No! Non c'è scritto. Dunque ne in foro esterno e ancor meno in foro interno. Il resto son chiacchiere. Ecco il discernimento della prassi contro la dottrina. E allora discerniamo. Ripeto: fiacchi saranno i chierici......poco misericordiosi!!!!
Il problema è che i chierici... poco misericordiosi avrebbero anche altri argomenti da far valere oltre al fatto che non è detto espressamente; ma ormai fanno poca presa. E tuttavia preme una 'prassi', ormai inquinata da tempo. Chi è 'lasso' può sempre andarsi a cercare un chierico... più misericordioso.
Il problema però non sono neppure i chierici lasciati all'arrembante preminenza delle innovazioni pastorali, ma i prelati che non intervengono con la dovuta fermezza.
Forse è più facile dirlo che farlo; ma credo che il fondo sia stato toccato e l'abisso non è più dietro l'angolo ma davanti ai nostri passi.
E, poi, come far valere che "non è scritto" a chi ha fatto del non scritto o delle scritto fumoso la sua nuova legge?
In molti paesi, iniziando dal Sudamerica, la prassi è già quella. E probabilmente anche in Italia.
Lo facevano prima, senzi gli annuendi e le allusioni bergogliane. Ora hanno anche quelli. Quindi...
Clerici moooltooo misericordiosi. Se poi i fedeli interessati saranno di manica larga, di bocca buona e soprattutto di larghe finanze, meglio ancora.
Numerose voci vogliono minimizzare la portata di Amoris Laetitia.
"Francesco nella sua non chiarezza ha giocato e ha fatto autogol". A me invece sembra che sia stato abbastanza chiaro, e chi vuole avere gli orecchi per intendere, intende.
Mons. Paglia,commenta così:
http://www.vincenzopaglia.it/index.php/esplora-il-significato-del-termine-paglia-e-il-nodo-dei-sacramenti-dobbiamo-curare-le-ferite-non-agire-come-un-tribunalepaglia-e-il-nodo-dei-sacramenti-dobbiamo-curare-le-ferite.html
e commenta in tono positivo e costruttivo e senza nessun errore dottrinale. E commenta molto autorevolmente, perchè è il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia.
Possibile che non si riesca a individuare nessun elemento positivo nel testo? Possibile che non si riesca a cogliere il fatto che, (senza per nulla sminuire le esigenze morali, ma solo cogliendo le sfumature complicate del vivere) questo testo introduce uno sguardo nuovo, più positivo e meno legalista, che può aiutare tutti i credenti (non solo quelli "irregolari") a vivere più serenamente la loro vita cristiana,sacramentale?
E ammettiamo pure, per assurdo, che uno "in peccato mortale" venisse per errore assolto e facesse la comunione, questo dissolverebbe i sacramenti? No davvero!!
Chi partecipa a quella medesima Eucaristia riceverebbe tutto il frutto della Santa Comunione.
L
Spadaro: "Amoris Laetitia, la dottrina è radicalmente pastorale, la verità è relativa e la domanda se i divorziati risposati possano accedere ai Sacramenti o meno non ha più senso"
http://it.radiovaticana.va/news/2016/04/09/padre_spadaro_commenta_lesortazione_amoris_laetitia/1221566
Ancora chiacchiere fuori dalla realtà. " Si si, no no. Il di più viene dal maligno."
La Chiesa dell'Ammore
http://www.fidesetforma.com/2016/04/10/la-chiesa-dellammore/
Ma come si può pretendere di voler vivere "serenamente" la "vita sacramentale" perseverando in un comportamento continuato che viola il sesto comandamento?
Quale colpo da maestro è il dire che non vi sia pieno consenso dato che il precetto è impossibile da osservare, invocando la scriminante dello stato di necessità?
Di più: è blasfemia perchè dire ciò equivale a dire che Dio Padre pretende dall'uomo quanto l'uomo non è in grado di fare e che la misericordia di Dio Figlio supplisce quanto manca all'uomo, a prescindere dalle azioni e dall'uomo stesso, solo per fede.
E se è così, è esattamente quanto sostengono i protestanti.
Il velo, se ancora si poteva illudersi di vederne, è definitivamente caduto.
Parafrasando: il vicario del Re è nudo.
L,
da quando la Chiesa ha deciso per la "misericordia tout court", cfr GXXIII, il mondo è andato ancora più a rotoli di prima. Altro che profeti di sventura! Le guerre non sono cessate, anzi,la bomba atomica ce l'hanno ormai in 4 o 5 e a terroristi furbi e dotati di mezzi non ci vuole nulla a procurarsene una, il terrorismo, appunto, da nero o rosso ( sec. me sempre rosso) è diventato molto verde (il colore dell'Islam), i padroni del mondo sono sempre di più e più potenti, e guai a criticarli, partono denunce e si perdono i posti di lavoro, si passa da una crisi economica all'altra, e si è arrivati a ritenere normale che un bambino sia cresciuto da due omosessuali o da due lesbiche. Per non citare il marciume morale della stessa Chiesa !
Ha capito cosa succede se si dimentica di riaffermare la dottrina, i 10 comandamenti ed i Sette Sacramenti ? Oltre a celebrare un "service" invece che una Santa Messa?
Il concetto :" una mela marcia..." Le è sconosciuto?
Spadaro, nell'originale integrale qui:
«AMORIS LAETITIA»
Struttura e significato dell’Esortazione apostolica
post-sinodale di Papa Francesco
Antonio Spadaro S.I.
http://www.laciviltacattolica.it/articoli_download/extra/SPADARO-AMORIS_LAETITIA.pdf
Ancora non ho lo stomaco di leggerlo. Prima o poi ce la dovrò fare.
Se dopo i 2 motu propri la reazione è stata "limitata" alla lettera dei 15 cardinali , stavolta ho paura che la si ingoierà così tra qualche brontolio .
Qualcuno con solide basi può andare qui
http://www.uccronline.it/2016/04/10/amoris-laetitia-lesortazione-di-papa-francesco-piace-anche-ai-tradizionalisti/
e dirgliene quattro a questi papolatri?
Non se ne può più di questo lecchinismo...
Piero.
https://fromrome.wordpress.com/2016/04/09/this-amoris-laetitia-cannot-be-tolerated-in-silence/
"Ma come si può pretendere di voler vivere "serenamente" la "vita sacramentale" perseverando in un comportamento continuato che viola il sesto comandamento?"
Certamente le persone che, in situazioni cosiddette "irregolari" limite, venissero riammesse ai sacramenti vivrebbero comunque una situazione difficile e ferita, ma già più serena perchè non si sentirebbero escluse. Ma ribadire il principio che i condizionamenti, le passioni, attenuano la responsabilità morale e la mancanza di avvertenza e di consenso addirittura fanno sì che un peccato oggettivamente grave possa anche essere solo veniale è una consolazione e dà serenità a tutti i credenti anche a quelli che sono "regolari", perchè può capitare a tutti di cadere, o no? Sennò appena guardiamo una donna per desiderarla dovremo subito andare a confessarci o saltare la comunione, perchè abbiamo commesso adulterio con lei nel cuore,violando i comandamenti, o sbaglio? Ma di solito ci comunichiamo, giustamente, perchè pensiamo di non averci messo quella piena avvertenza e quel deliberato consenso.
"Ha capito cosa succede se si dimentica di riaffermare la dottrina, i 10 comandamenti ed i Sette Sacramenti ? Oltre a celebrare un "service" invece che una Santa Messa?"
A me pare che nell'Esortazione vengano ribadite le convinzioni principali della dottrina, e anche dei comandamenti (vedi la parte sull'aborto). Soltanto si considerano con apertura dei casi al limite nei quali è veramente e oggettivamente difficile riparare a una situazione, senza fornire peraltro ricette di soluzioni precostituite, ma dimostrando anche una bella fiducia nella capacità di discernimento di vescovi e sacerdoti e nella coscienza del credente che sinceramente, nonostante la sua situazione oggettiva disordinata, cerca di fare un passo verso Dio.
"Il concetto :" una mela marcia..." Le è sconosciuto?"
Grazie a Dio il Signore non ha lasciato marcire quella mela, ma si è fatto uomo proprio per salvarla, perchè non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, e è venuto a salvare e a cercare ciò che era perduto.
L
...demolita la dottrina, demoliti i sacramenti, Eucaristia in primis, cosa resta?...
Il protestantesimo, quello a cui tendono da 50 anni a questa parte e che nel frattempo è pressoché morto, ecc. che nelle forme paganizzanti, dionisiache, dei pentecostali e carismatici, che guarda caso tanto successo hanno in Sudamerica. E che si può far confluire nella Nuova Religione ondiale molto più facilmente dell'antica Chiesa cattolica, cosi rigida, cosi dogmatica, cosi sacramentale, cosi sacra, appunto.
Che era fatta per persone molto colte e nobili e per persone molto ignoranti e semplici. Il problema stava nelle classi di mezzo, che infatti alla lunga si fecero la loro chiesa, quella protestante appunto, in particolare calvinista-puritana, tutta forma, niente sostanza. E che va a braccetto con le altre due, tutta forma, niente sostanza.
Lo stile è quello postconciliare. Tante parole, poca chiarezza, nei testi del Concilio nulla di apparentemente dottrinale, il tutto inteso nel suo insieme in modo estremamente dottrinale.qui la stessa cosa, nessuna modifica del diritto canonico, ma nel suo insieme consente una interpretazione di poche parole che è già passata, sugli strumenti di informazione, ovunque, nell'immaginario del Popolo di Dio. Ditemi quale sacerdote potrà adesso opporsi con fermezza... quale Vescovo impedirà un gesto di falsa misericordia...
Ma oggi giorno in cui viviamo nello stile dei 140 caratteri... dove la formazione è stata sostituita dalla informazione... ma chi volete che abbia voglia di leggere seriamente sto Tomo?
La vera enciclica sarà la ridda di interpretazioni più o meno illustri... con la Babele generata proprio da chi doveva scrivere una paginetta e poco più.
Il pediatra di mia figlia mi dice sempre "dagli lo sciroppo.. male non fa, ma aiuta".
Sto Papa ha trattato l'Eucaristia nello stesso modo, ma sì... è un soggetto debole... mica una peccatore, dagli la particola... male non fa.. ma aiuta.
Chi vuol esser lieto sia: di doman non c'è certezza.
Qui non c'è più alcuna certezza in nulla, non c'è più regola, tutto è "sì ma anche" "ma perché no".
Io mi sono rotto le scatole. La mia anima è confusa e costernata. Sa di essere in pericolo, perché nessuno gli dice più la Verità, nessuno gliela annuncia... non c'è più luogo dove ristorarsi
Leggo su Corrisppndenza romana:
......
L'Esortazione post-sinodale Amoris laetitia, è molto peggiore della relazione del card. Kasper, contro cui sono state giustamente rivolte tante critiche in libri, articoli, interviste. Il card. Kasper aveva posto alcune domande; l’Esortazione Amoris laetitia, offre la risposta: apre la porta ai divorziati risposati, canonizza la morale della situazione e avvia un processo di normalizzazione di tutte le convivenze more uxorio.
Considerato che il nuovo documento appartiene al Magistero ordinario non infallibile, c’è da augurarsi che sia oggetto di un’analisi critica approfondita, da parte di teologi e Pastori della Chiesa, senza illudersi di poter applicare ad esso l’“ermeneutica della continuità”.
Se il testo è catastrofico, più catastrofico ancora è il fatto che sia stato firmato dal Vicario di Cristo. Ma per chi ama Cristo e la sua Chiesa, questa è una buona ragione per parlare, non per tacere. .....
questa è una buona ragione per parlare
Parliamo, allora, senza chiacchierare o scrivere libri
Ferma alle primissime pagine della Genesi andavo ragionando che diventati fruitori della conoscenza del bene e del male:"...si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi;intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture." Non dice il Sacro Testo che si fecero un cappellino, una mantella, dei sandali,no. Intrecciano foglie di fico, che sono grandi dunque coprenti, e si fanno cinture. Presumo che anche allora il Buon Dio avesse già inserito nel creato la legge di gravitazione così le cinture e foglie di fico formarono, verso terra, una sorta di gonna che coprì la zona sotto i fianchi dove hanno sede il sedere ed il sesso. Questa apertura di occhi, non consentì loro di indugiare sulla magnifica vista che avevano intorno, no. Subito si fissò su quella parte del corpo. Lei avrebbe potuto farsi un reggiseno, no. Lui dei calzari, no. La nudità fu vista solo in quella zona. Ora solo un valente teologo potrebbe spiegare questo accadimento. Nulla posso dire io se non che il nostro cammino sulla terra, quando si comincia a conoscere il bene ed il male comincia da quella zona. E per molti quella zona finisce con l'essere l'unica del Creato e la studiano e la usano e la riusano e ne abusano. E finisce che i loro occhi rimangono aperti solo su quella, vita natural durante. Nel Creato c'è dell'altro.Molte altre viste. Tutte sbalorditive come e molto più di quella. L'aver mancato di mostrare altre viste, altre visuali, altre visioni del mondo, che non sia quella che parte dall'inguine, è uno degli errori più gravi di qualsiasi formazione umana. Se il panorama personale sul Creato si amplia la vita della famiglia si amplia ed acquista un respiro più libero capace di dare alla zona sotto l'ombelico il posto che a lei compete. Ed i tanti casi, i tanti feriti, e le tante chiacchiere diventano fumo e resta la parola del Signore che guida i nostri passi: questo basta ad ogni buon intenditore.
Qualcuno ha scritto che da nessuna parte si dice di dare la comunione ai conviventi.
In verità papa Francesco ha detto molto di più....
Innanzitutto richiama i criteri sull'imputabilità degli atti umani considerando, tra altre cause, l'affetto smodato e la cattiva abitudine contratta come un'attenuante o un'esimente dell'atto oggettivamente cattivo compiuto.
Si arriva a porre il singolo atto morale sullo stesso piano della convivenza more uxorio, che è data da un reiterarsi continuo di atti, da uno status, da una condizione cui ci si pone pubblicamente e volontariamente rispetto al dato oggettivo della norma morale. Qui si ha proprio una presa di posizione, di scelta, di direzione diretta della volontà verso uno status, una condizione moralmente e intrinsecamente cattiva. Poco centra la fragilità o l'abitudine, quelle rendono più difficile la correzione-conversione, ma la malizia della propria scelta e condizione si pone a monte, si pone proprio a livello dell'intelletto, della volontà che sceglie l'oggetto verso cui dirigersi.
Compiuta questa indebita equiparazione tra status e singolo atto si va oltre e si dice che comunque la correzione o soluzione della condizione a volte non è possibile senza cadere in una nuova colpa. Siamo alla negazione diretta e frontale del Concilio del Trento. Siamo alla piena adesione della teoria luterana sulla giustificazione, in ragione della quale all'uomo giustificato è impossibile non peccare, in ragione della quale l'uomo non può per sua natura che compiere atti cattivi e solo la fede in Cristo lo salva.
A questo punto, assodato che a volte non è possibile correggersi senza cadere in nuove colpe e che l'affetto smodato, la cattiva abitudine o un deficit psicologico sarebbero anche cause di esclusione di responsabilità, si conclude che non è più possibile dire che coloro che sono in situazione oggettiva di peccato sono sempre in peccato mortale, va valutato appunto caso per caso. E da tale valutazione se ne ricava, alle dovute condizioni che il confessore deve discernere, che le coppie irregolari potrebbero essere, anzi sono ricorrendone le condizioni, in grazia di Dio.
Se la coppia irregolare è in grazia di Dio può fare eccome la comunione! Non lo devo mica scrivere espressamente, viene da se.
Non si fa un buon servizio alla Chiesa e alla Verità dicendo che Amoris Laetitia è un testo ambiguo, sociologico che dice o non dice.
Assolutamente no. Amoris Laetitia contiene quantomeno eresie materiali.
La coppia irregolare sociologicamente buona che non senza difficoltà potrebbe correggersi è esente da colpa rispetto alla propria situazione oggettiva di peccato, ed è quindi in grazia di Dio.
Questo dice espressamente non ambiguamente Amoris Laetitia. Siamo alla legalizzazione di Sodoma e Gomorra.
Mario,
Mi pare che qui ( e non solo qui) si parli chiaro e non si chiacchieri. Anche scrivere libri è importante perché si raggiungono molte menti e molti cuori.
Tuttavia è il confronto franco allargato e approfondito e soprattutto l'azione autorevole che manca...
Per Matteo
Il 'luogo' del vero ristoro non ci manca e sono i Cuori di Gesù e della Sua e nostra Madre e, se lì siamo collocati non manchiamo di attingere, soprattutto nei momenti più intensi della Preghiera.
Certo abbiamo bisogno anche della Chiesa visibile e di santi sacerdoti. Sono pochi rispetto alla sete delle anime, ma ci sono. Preghiamo il Signore che li sostenga e che ne susciti molti altri.
grazie Irina, bella la sua riflessione, in effetti siamo un pò fissati su quei temi, pensare di più a quant'altro c'è di bello nella creazione ci farà bene a tutti!
L
E, poi, abbiamo anche il Magistero perenne che, insieme alla Scrittura, agli esempi e agli scritti dei Santi, ci offre tesori infiniti ai quali possiamo attingere.
"dirgliene quattro a questi papolatri?
Non se ne può più di questo lecchinismo..." Piero.
Nei confronti del vescovo di Roma attuale si può provare esclusivamente o la massima simpatia o la più assoluta antipatia. Quindi, ogni discorso sarebbe un dialogo fra sordi, cioè del tutto inutile.
Sul cammino tranquillo e gioioso che ci verrebbe garantito dai consigli esistenziali del Nostro, non vale la pena soffermarsi, tanto chiara è la progressione drammatica delle condizioni storiche contemporanee, nonostante il tanto parlare ed agire, che mai quiete ha. Non vorrei dimostrarmi superstizioso, ma ricordo che a volte accade che chi invoca appassionatamente il bene, riesce al contrario ad evocare il male.
Avendo masticato tanto fiele, qui, se me lo consentite, propongo questo scritto alquanto ironico, ma spero consolatorio.
Ci sono parole che ti entrano nel cervello e non riesci a schiodarle in alcun modo, e di notte, nei sogni, ti turbano e non poco. In questi ultimi tempi di incertezze esistenziali, questo doloroso fenomeno mi succede spesso. Recentemente, un altro chiodo mi è stato infisso brutalmente da questa frase: "puristi attaccati a un papato gerarchico e dogmatico". Ma queste parole sono rivolte proprio a me? Non sarà che io vivo nell'errore e forse inconsapevolmente addirittura nel peccato? Ma quale potrebbe essere il mio peccato? Ho preso in considerazione di primo acchito l'invidia. Ma perchè proprio l'invidia e per che cosa e per chi? Ma se appartengo al gruppo dei cattivoni che si ostinano a criticare il sempre video-presente papa Francesco e la sua numerosa corte arcobaleno, perchè non prendere in considerazione altri peccati più pertinenti come, ad esempio, la maldicenza, la diffamazione, l'arroganza, la presunzione e la mancanza di misericordia. La favola di Esopo mi ha illuminato con queste parole: "Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi.» Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze". Ma cosa centra la volpe e l'uva acerba con l'invidia? Ebbene, c'è al mondo un "vivente, dotato di sensi" che non desideri vivere tranquillamente e con la piena soddisfazione dei naturali piaceri del corpo? Non viene naturale provare invidia nei confronti di quelli che menano una vita gioiosa, fra agi e piaceri, per le posizioni di comando raggiunte, quelle stesse che non si è riusciti ad ottenere per sè? Non è forse vero che solo per ipocrisia si afferma che i piaceri della carne non ci hanno mai interessato e cristianamente ne rifuggiamo? Perchè non confessare che "il sangue mio d'invidia sì riarso, / che se veduto avesse uom farsi lieto, / visto m'avresti di livore sparso" (Pg XIV 82). Che tremendo dolore ho provato ad essermi scoperto affetto dalla "peggiore tra le malattie degli uomini". Ma le cose stanno proprio così? O non è che la maldicenza di quelli che non hanno "il senso delle cose di Dio, ma di quelle degli uomini " (Mt 16, 23) hanno turbato la mia ragione e hanno fatto vacillare la fede? Come l'invidia avrebbe potuto possedere il mio cuore, sapendo che il nostro Signore Gesù Cristo ci rassicura e ci invita a non preoccuparci del domani, perchè è Dio a provvedere sempre ad ogni nostra necessità, senza farci mai mancare nulla. Riflettendoci bene di invidia sono invece pieni i cuori dei malvagi, i diffamatori, quelli che potenti e ricchi, superbamente e con arroganza vivono orgogliosi di ricevere la gloria di questo mondo e si crogiolano nella lussuria. Questa spregevole razza di invidiosi, "ingegnosi nel male" e "colmi di ogni ingiustizia" , si struggono di rabbia nel vedere i "puri di cuore" vivere nella vera gioia, ricolmi dei frutti dello spirito, avendo la certezza che è "lo spirito che vivifica, la carne non giova nulla "(Gv 6, 64).
Non si capisce un'acca di quello che ha scritto. Se uno ha divorziato e si è risposato è in peccato mortale continuato. Negandogli il Sacramento si prende cura della sua anima evitandogli la condanna a morte eterna. Non esiste uno "sguardo meno legalista" la legge o è o non è. Cristo ha detto che il matrimonio non può essere sciolto, chi lo scioglie commette adulterio, chi è adultero è nel peccato perciò non può unirsi al Cristo vivente. Stop. Non ci sono distinguo. La mano tesa in questo caso è un clamoroso errore difforme dalla dottrina precedente quindi nullo.
@ Sul vero sentire cristiano, dopo l'ultimo intervento ("Alfonso")
A mio modo di vedere, il sentire del vero cristiano non consiste nel non provare passioni e tentazioni (cosa impossibile) ma nel dominio delle passioni con l'aiuto della Grazia, ovviamente. Grazie all'uso corretto dell'intelletto, che ci conforta anche nell'uso moderato dei sensi (p.e. la sensualita' solo nel matrimonio), superiamo l'invidia del tutto umana per quelli che conducono vita gioisa tra i piaceri, posizione di potere etc. La superiamo perche' gia' il ragionamento dimostra il carattere apparente di tutta questa cosiddetta "gioiosita'", in definitiva lo squallore di un modo di vivere dominato dalla vanita'. Il miglior pensiero antico aveva ben messo in rilievo quest'aspetto. Ma per noi cristiani, cioe' cattolici, tale consapevolezza e' ancor piu' importante perche' connessa al conseguimento della vita eterna, secondo la promessa del Verbo incarnato. Quando Egli ci incita a portare la croce sul suo esempio (esempio di uno che e' risorto dai morti) in questo modo ci svela il senso solo apparente di cio' che piace al mondo: le gioie dei mondani sono un inganno e proprio resistendo loro (cioe' accettando la croce quotidiana della battaglia contro di noi per la nostra santificazione) cogliamo il senso autentico della nostra vita, che e' quello di una prova per entrare alla nostra morte nella vita eterna, dopo esser stati giudicati dal supremo Giudice.
I veri cristiani sono dunque "stolti" agli occhi del mondo (S. Paolo): in realta' e' il mondo ad esser stolto nella sua solo mondana saggezza, nemica di Dio. Massima stultitia e', agli occhi del mondo, portare individualmente la Croce e ricavarne per grazia di Dio spirituale forza e persino letizia. Ora, e' proprio il peso di questa Croce, che il Signore rende tuttavia leggero se c'e' la fede, che la "pastorale liquida" di Papa Bergoglio in tema di famiglia sembra voler togliere. In tal modo essa di fatto rovescia il rapporto tra saggezza e stultitia definito da S. Paolo e prima di lui da Cristo stesso. Ora sembra che anche per la Chiesa "stolto" sia il cristiano che vuol portare la Croce non il mondo che invece ne rifugge. Cosi' la Chiesa, la Gerarchia attuale appare succube della falsa saggezza del mondo, e sembra diventata "stolta" come il mondo. Parvus
Ergo si deviat terrena potestas, iudicabitur a potestate spirituali; sed si deviat spiritualis minor, a suo superiore; si vero suprema, a solo Deo, non ab homine poterit iudicari. (Unam Sanctam)
L'intervento di sandavi 19:41, che qui appare in successione, risponde ad Anonimo L. 15:23, che riporta il commento autorevole tutto in positivo di mons. Paglia.
Riporto la conclusione dell`articolo di R.de Mattei:
"Se il testo è catastrofico, più catastrofico ancora è il fatto che sia stato firmato dal Vicario di Cristo.
Ma per chi ama Cristo e la sua Chiesa, questa è una buona ragione per parlare, non per tacere.
Facciamo nostre dunque le parole di un vescovo coraggioso, mons. Atanasio Schneider:
«“Non possumus!”.
Io non accetterò un discorso nebuloso né una porta secondaria abilmente occultata per profanare il Sacramento del Matrimonio e dell’Eucaristia.
Allo stesso modo, non accetterò che ci si prenda gioco del sesto Comandamento di Dio. Preferisco esser io ridicolizzato e perseguitato piuttosto che accettare testi ambigui e metodi non sinceri.
Preferisco la cristallina “immagine di Cristo Verità all’immagine della volpe ornata con pietre preziose”
(S. Ireneo), perché “conosco ciò in cui ho creduto”, “Scio cui credidi”» (II Tm 1, 12)» (Rorate Coeli, 2 novembre 2015) (Roberto de Mattei)
http://www.corrispondenzaromana.it/lesortazione-post-sinodale-amoris-laetitia-prime-riflessioni-su-un-documento-catastrofico/
Segnalo di F. Colafemmina:
"la Chiesa dell`ammore"
http://www.fidesetforma.com/2016/04/10/la-chiesa-dellammore/
anzitutto grazie a mic o ai responsabili del blog per l'onestà di pubblicare commenti che vanno anche un pò contro alle opinioni dominanti del blog, è il segno della volontà di un vero confronto e anche io ho letto con interesse le vostre opinioni e mi hanno fatto riflettere
diceva sandavì
"Non esiste uno "sguardo meno legalista" la legge o è o non è. Cristo ha detto che il matrimonio non può essere sciolto, chi lo scioglie commette adulterio, chi è adultero è nel peccato perciò non può unirsi al Cristo vivente. Stop. Non ci sono distinguo. La mano tesa in questo caso è un clamoroso errore difforme dalla dottrina precedente quindi nullo."
a me pare che proprio queste parole dimostrino invece, e clamorosamente, che uno sguardo legalista e un pò troppo rigido esiste e come, che dite?
Guardate che Gesù alla samaritana che era adultera e aveva avuto 5 mariti e quello che aveva non era suo marito, non gli ha detto: "sei in peccato mortale continuato", ma si è lasciato avvicinare da lei e gli ha teso molto di più di una mano, altro che negargli i sacramenti, gli ha detto che se gliela chiedeva gli avrebbe addirittura dato l'acqua viva, subito, senza condizioni!
L
Per farla corta , per farla breve: chi vuol diventare Santo ha tutte le pietre, compresa quella d'angolo, con cui costruire.
Chi vuol imbestialire dispone di tutti gli strumenti che il fluire dei tempi porgerà loro con larga misericordia.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351262
L,
Dopo di che Nostro Signore le disse di non peccare pi, cosi come l'aveva detto alla Maddalena.
Il problema è proprio qui: la Chiesa non ha MAI negato la misericordia di Dio al peccatore, qualsiasi peccatore contro uno dei 10 comandamenti, ma solo se il peccatore si riconosceva tale, chiedeva perdono e prometteva di non peccare più.
Ora invece non si riafferma la santità e l'indissolubilita' del matrimonio, ma la possibilita' che per varii motivi l'adultero o adultera abbino fatto bene a lasciare lo sposo/ sposa ed ad andare con un altro/altra, ad adulterare semza problemi, anzi ammessi con tutti gli onori in chiesa, soprattutto se impegnati nel sociale, e magari infine ammessi anche alla Comunione, nonostante lo scandalo pubblico ed il continuare a vivere in una situazione oggettiva di peccato.
La Maddalena non ha continuato a prostituirsi, ne' la Samaritana a cambiare "mariti" come fossero vestiti. S.Matteo ha smesso di fare il pubblicano ed il centurione di essere pagano. S. Paolo ha smesso di perseguitare i Cristiani. Tutti hanno cambiato vita. Dov'e' nel documento in questione la chiamata a cambiare vita? A non cadere in tentazione, a rimanere fedeli allo sposo/sposa ed al Signore?
E' il Signore il testimone di nozze degli sposi cattolici, come si fa a dimenticarsene, e a far finta che tutto va bene, madama la marchesa?
Ma li ha letti i paragrafi citati a più riprese ?
Questa volta non esprimo un’opinione, ma condivido con voi.
Io, agnostica, in cerca forse, sposata troppo presto, divorziata, poi incinta, poi concubina con figli, poi concubina sposata civilmente, poi in cerca della verità, poi credente, poi …. cresimata con grande pianto di gioia e poi, una settimana dopo, sposata con il padre delle mie figlie, frattanto, per grazia di Dio, anche lui raggiunto dalla fede poi, nel giro di niente, con una figlia praticamente persa nell’abisso di un sedicente amore omossessuale infelice, con tanto di sangue a terra, porta spalancata, ambulanza a casa ed estranei casa …., poi combattimento … falsa misericordia-verità, poi scelta la strada in salita col rischio suicidio della figlia, poi ancora grazia la figlia presa per la collottola e salvata poi ….
Quando è venuto per me il tempo che il mio cuore si aprisse a Dio era quasi certo il divorzio perché il mio concubino-marito civilmente allora, non mi riconosceva più e odiava quel cambiamento. E anche le mie figlie hanno avuto a lungo incomprensione-disprezzo. Ho rischiato di perdere tutto quello che mi era più caro. Altrettanto quando mia figlia ha avuto quello che ha avuto. Anzi peggio. Perché ho messo a rischio la sua stessa vita. Mi sono trovata davanti due volte a scegliere. Avevo letto tutto il vangelo di fila. Ho scelto Dio. Per due volte ho scelto Dio e tutto il resto mi è stato dato. Ma anche se avessi perso marito e figlia io sarei stata certa che quella sarebbe stata la cosa migliore. Cosa sarebbe stato meglio ? abbandonare Dio, la Verità, il Bene ? La verità e il bene. Chi non odia sua madre non è degno di me. E’ una scelta (“o” “o”) ? E’ una falsa scelta, un trabocchetto. Perché senza Dio c’è solo l’abisso. C’è solo il male. Per tuo marito e anche per tua figlia. E’ che Lui è il solo bene. E non esiste il bene della madre, del figlio, del marito che si opponga a Lui. La vita non è bene se non in Lui e per Lui. Nulla è in sé un bene. Tutto è bene se preordinato a Lui. La nostra dimensione non è quella strettamente materiale e terrena. E non possiamo né valiamo niente se non il Lui e per Lui. Non è il numero di anni che vivi su questa terra, non è la salute che godi, non è la ricchezza, ma è Dio con noi, la salvezza eterna. Mi viene in mente la storia di quel giusto, devoto di S. Giuseppe, che perse un figlio ad ogni ricorrenza del santo. E che a un certo punto, senza mai perdere la fede, chiese la ragione di quello che era successo. E che ebbe la visione, in risposta, di due ragazzi impiccati ad un albero, che sarebbero stati i suoi figli, dannati in eterno, se non fossero morti prima dello sfacelo.
Occorre fede. E una prospettiva che non sia strettamente materiale.
Anna
Forse se trovo un po' di tempo scrivero' qualcosa sul mio blog "Traditio Liturgica". Al momento mi par utile rifarmi ad un metodo:
qualsiasi cosa esce dalla bocca o dalla penna dei chierici cattolici di queste ultime generazioni, è inevitabilmente influenzato dalla marcata antropocentrizzazione del Cattolicesimo.
Non meraviglia che l'esortazione papale rifletta questa temperie culturale!
1) Per questa temperie culturale non si sa più cosa sia la spiritualità e la si confonde con la psicologia.
2) Si è normalmente portati a pensare che quanto detto cinquanta o sessant'anni fa è "vecchio" quindi da buttare.
3) Si confonde il "bonum" umano con il "bonum" della Rivelazione pensando che Dio ammette quanto è semplicemente umano solo perché va bene all'uomo.
4) Si vive nella Chiesa rivendicando il "diritto" ad avere accessi, privilegi, sacramenti, ecc. In realtà non esiste alcun "diritto" di ricevere un sacramento ma esiste il "dovere" di prepararsi degnamente per poterlo ricevere.
5) Se psicologia e sociologia hanno preso il sopravvento perfino nelle esortazioni papali, è segno che il contenuto della Rivelazione non è più così importante e quanto realmente conta sono le acquisizioni umane, sganciate da ogni consapevolezza spirituale. Quest'ultimo punto manifesta il definitivo scisma dello spirito da una reale consapevolezza ecclesiale e puo' trasformare la Chiesa in una società che si appella al Vangelo solo formalmente, avendo di fatto voltato le spalle alla sua rivelata sostanza.
In ogni evenienza se un tempo potevano esserci chierici che cercavano di ragionare da laici (penso a don Primo Mazzolari) oggi ci sono dei laici (come poterli chiamare "chierici", dal momento che ne rifiutano al formazione tradizionale?) che fanno estemporaneamente i chierici ma non lo sono mai stati.
Con questi presupposti, dove pensiamo mai di potere andare?
"....la Chiesa deve lavorare giorno per giorno a servire il mondo"
???
mi stupisce e addolora questa frase cel card. Burke. Ha dimenticato che il mondo si oppone a Cristo e va a Lui convertito, non servito, pooichè giace sotto il potere del maligno ?
Dunque anche lui mitizza lo "spirito del Concilio" che era in sè buono (?) e le "cattive interpretazioni", anche lui come tanti NORMALISTI, incapace di ammettere che il marcio del CVII sta proprio nelle ambiguità di tutti i documenti, frutto di compromessi letali sulla Verità e sulla Dpottrina immutabile (v. "cerchiamo ciò che ci unisce" ecumenismo e dialoghismo con l'errore/eresia ecc.), dunque un nefasto vizio d'origine, quel rifiuto del "sì sì no no", che, aprendo le porte al relativismo dottrinale e morale, ha scatenato questo tsunami di apostasia che sta travolgendo ormai più di due generazioni di clero e laici ?
lA Chiesa è ritenuta "ancilla hominis" anzichè rivolta in primis al culto del Vero Dio e ad assolvere il sacro mandato di NSGC -predicare battezzare annunciare il Vangelo e la salvezza, ponendosi contro il mondo, e non assecondandolo servilmente (con diplomatici dialoghi, che non ammoniscono i peccatori)?
allora anche questa sua affermazione rispecchia il culto dell'uomo sopra ogni altra cosa, terribilmente proclamato da Paolo VI.
Ha ragione PP nel dire che sono risposte fiacche, lo dico con dolore.
Anche Burke è vittima del grande inganno che vorrà sedurre gli eletti.
Burke non mitizza ma condanna lo "spirito del concilio". Quel "servire il mondo", conoscendo lui e il suo pensiero, non può che essere inteso come servire al mondo, nel senso di essere veicolo di salvezza; il che è la funzione della Chiesa.
@L.
Quello che ho detto è ovvio che lo applico anche a me stesso. Comunque citare l'episodio della Samaritana a ogni pie' sospinto per giustificare questo lassismo è sbagliato.
Primo: perché nella lettera del Vangelo non troviamo il Cristo dire "hai avuto cinque mariti, l'ultimo non è tuo marito e tranquilla vai bene così",
Secondo: perché Gesù non stava parlando solo in senso materiale, ma soprattutto spirituale e non si riferiva solo agli uomini che la donna aveva avuto ma anche alle passioni da cui era stata dominata.
Terzo: perché Gesù parla di acqua viva e fontana zampillante, che sono simboli dello Spirito Santo. Non ha detto alla donna "avrai il mio Corpo e il mio Sangue". C'è una bella differenza mi pare.
Quarto: perché Gesù usa un artificio del dialogo per indurla a riconoscerlo come il Messia e Profeta, cosa che accade, e per annunciarle il Regno; non pochi hanno visto in quella donna straniera un simbolo della Chiesa che stava per nascere, appunto straniera in Giudea, come nuovo popolo eletto al posto di Israele.
Usare la figura della Samaritana per dire che si può dare la comunione agli adulteri è assurdo.
Infine, se si permette questo non ci sarà piu ragione per negare la comunione a chiunque, mi sembra abbastanza chiaro da capire.
Desidero ringraziare Anna per la fiducia che avuto in noi offrendoci di condividere il suo percorso di vita.
Anche io mi unisco al ringraziamento a Anna
@ Sandavì
certamente io non intendevo dire che la Samaritana non doveva convertirsi.
La tua esegesi è abbastanza corretta, ma credo che il testo lasci spazio anche a altre interpretazioni.
L’acqua viva è evidentemente simbolo dello Spirito Santo. D’altra parte quel Corpo e quel Sangue di Cristo la Samaritana li aveva lì, davanti a lei. Non era certo una comunione sacramentale, ma era una comunione molto REALE con Gesù. Lei avrebbe anche potuto toccarlo con un gesto, allora avrebbe commesso sacrilegio perché non era in Grazia? Ma Gesù ha accettato il rischio con la logica dell’Incarnazione.
E lo Spirito Santo è un’unico Dio con Gesù e il Padre, è la stessa Sostanza in tre Persone. Senza negare la distinzione, dove c’è una delle Persone ci sono anche le altre due. Allora dove entra lo Spirito, entra anche il Cristo. E’ chiaro che questo non è come la comunione sacramentale e io non dico affatto con questo che è bene dare la comunione a chiunque, dico semplicemente che le cose sono un po' più sfumate di come si vuol far credere e che lo spazio per discernere su alcuni casi limite c’è. Chiaramente questo come tu affermi comporta dei rischi. Ma è più grande il rischio che una persona si senta rifiutata e non metta mai più piede in Chiesa o il rischio che uno si accosti all’Eucaristia senza le dovute disposizioni?
Comunque le parole di Francesco sanno difendersi da sole, non hanno bisogno delle mie che sono tanto povere. Io mi affido e credo che veramente il Signore mi parla attraverso il legittimo successore di Pietro, anche se ci sono delle cose che necessitano di un po' di tempo per essere metabolizzate, preferisco fidarmi di quello che mi dice lui, stabilito dal Cristo come roccia della Chiesa.
L
Ma Gesù ha accettato il rischio con la logica dell’Incarnazione
Gesù con la logica dell'Incarnazione ha accettato il rischio di condividere la nostra sorte di peccatori (tranne che nel peccato), non ha accettato il rischio di disobbedire al Padre. Tant'è che è morto in Croce, glorificandoLo con l'obbedienza sino alla fine ed è per questo che è Risorto e ci ha ricollocati là dove il Padre ci voleva.... E questo vale per coloro che Lo accolgono, e lo seguono osservando i suoi comandamenti, che è Lui a render possibile con la Sua grazia e non vale per coloro che si attaccano ai codicilli come i farisei, quelli veri.
Questo non significa che chi ha la cura delle anime sbatte in faccia la Legge alle persone. Ma, oltre all'accoglienza le deve orientare al loro bene, che è anche il bene comune o no?
Che senso ha che continuino a "metter piede in chiesa" solo per una falsa misericordia? Giova alla loro anima o li fa solo sentire accolti e a loro agio psicologicamente?
" Ma è più grande il rischio che una persona si senta rifiutata e non metta mai più piede in Chiesa o il rischio che uno si accosti all’Eucaristia senza le dovute disposizioni?"
chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore" (1Cor 11,27).
La cosa divertente è che tutte 'ste persone, almeno in Europa ed in Nordamerica, cattoliche divorziate e risposate civilmente che fanno a pugni per entrare in chiesa, non si vedono proprio. Forse a Baires, ma certo non a Roma, Milano, Parigi, New York, Toronto, San Francisco...anzi l'esperienza comune è che PRIMA smettono di frequentare la chiesa, POI si fanno l' amante, QUINDi si separano e divorziano e , se proprio l'amante rompe per essere sposata, si risposano.
Quindi per accattare qualcuno di questi ( che della Cattolicità non sanno che farsene da un pezzo) si perdono tutti gli altri, quelli che al matrimonio sacramentale indissolubile ci hanno creduto e ci credono, quelli che, pur in mezzo a difficoltà e tentazioni, mantengono saldo il loro vincolo e crescono i fugli in quest'ottica di Fede e rispetto per gli impegni presi.
Il Buon Pastore andò a cercare la pecorella smarrita, DOPO aver chiuso nell'ovile le altre, non le lascio' sbandate in preda ai lupi per andare a cercare quella che, non solo si era smarrita, ma stava fornicando col lupo più giovane e prestante a disposizione.
"Colui che viene a me non lo respingerò perchè non sono venuto per condannare il mondo , ma per salvare il mondo"
"Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello"
"Chiudete il Regno dei cieli davanti alla gente e così voi non vi entrate e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci"
"Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
Se uno crede di non essere degno fa bene a non accostarsi. Ma il Figlio dell'Uomo è Signore anche dei suoi fedeli e solo Lui sa veramente se uno è degno o no e scruta la coscienza e le intenzioni. E tutti diciamo prima della comunione "Non sono degno di accostarmi..." ed è vero, perchè chi può dirsi veramente degno? Ma poi siamo indulgenti con noi stessi e andiamo a fare la comunione: allora bisogna essere indulgenti anche con gli altri e presumere la loro buona intenzione.
L
E' chiarissimo a chi il messaggio è diretto. Ma non bastano piu' libri e convegni. I pochi prelati seri rimasti devono agire e se necessario pagare di persona. I rivoluzionari corruttori hanno oltrepassato le ultime barriere di difesa e stanno conducendo il gregge verso l'abisso a passo sempre più sostenuto. Non c'è garanzia che li possano fermare ma ci devono almeno provare. C'è chi gode del cupio dissolvi generale: vanno fatti nomi e cognomi. Non abbiamo bisogno di chi fa solo l'ala estrema destra della rivoluzione.
L,
il medico pietoso fa la piaga gangrenosa. E di gangrena si muore.
perchè chi può dirsi veramente degno? Ma poi siamo indulgenti con noi stessi e andiamo a fare la comunione: allora bisogna essere indulgenti anche con gli altri e presumere la loro buona intenzione.
Chi le dice che siamo indulgenti con noi stessi? Che vuol dire "la buona intenzione" in una situazione di peccato mortale non risolta? Se a far la comunione è un peccatore che non ha piena avvertenza e deliberato consenso nel suo peccato è un conto. Ma che lo dica il papa è terribile.
"misericordia io voglio e non sacrifici", lo dice il Signore agli ipocriti che celebrano il culto ma non lo trasferiscono nella vita. Ed ecco che questa stessa parola potrebbe essere proprio rivolta a quei peccatori (o chi per loro) che pretendono accostarsi ai Santi misteri senza intenzione di cambiare la propria vita.
"Chiudete il Regno dei cieli davanti alla gente e così voi non vi entrate e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci"
Per "entrare nel Regno" bisogna essere un tralcio della Vera Vite.
"Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e poi secca: poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà fatto”.
La misericordia riguarda il peccatore ma non può essere separata dalla giustizia. Ed è la grazia del Signore che fa trovare le parole e l'atteggiamento giusto per chi ha bisogno di essere ripreso e riorientato e per chi ha il compito di guidare. Per alcuni occorre l'accogliente comprensione, per altri una severa reprimenda. Dipenda dai singoli casi, certamente perché legati ai tempi e alla maturità di ognuno, ma per tutti è indispensabile la verità.
Esperienza personale: diversi anni fa ero solita confessare un peccato facendo il proposito di non ricaderci ma con tepidezza e venivo assolta con altrettanta superficiale noncuranza. Finché non ho trovato un confessore che mi ha messa di fronte alla verità, non tanto con severità quanto col sottolinearne la gravità davanti al Signore. Ebbene, tanto è bastato perché il mio pentimento, e relativo proposito, fossero sinceri e ed è solo da lì che me ne sono liberata.
Bisogna riscoprire l'importanza e la profondità dei Sacramenti (è questo che la Mater et Magistra deve insegnare) e la grazia del Signore fa il resto.
E lo scisma che avrebbe dovuto esserci alla pubblicazione di questo testo dov'è?
Anche se in ritardo non posso astenermi dall'ufficializzare questo mio pensiero.
"La tua esegesi è abbastanza corretta, ma credo che il testo lasci spazio anche a altre interpretazioni." Ecco qui la sempre ricorrente, in questi nostri sorprendenti tempi, la parola magica: "interpretazione" !
Dopo avere letto uno per uno i commenti e i relativi controcommenti, innescati da signor "L" , ho lietamente avuto l'ennesima conferma del mio giudizio, espresso anche recentemente in questo blog, che alla fine, con delusione o rassegnazione, è sacrosanto attenersi al motto "pares cum paribus facile congregantur" e comportarsi di conseguenza.
Forse che qualcuno crede ancora che si possa dialogare proficuamente ricorrendo ad infinitum a parziali citazioni, estrapolate pro domo sua, asserendo che così è se vi pare e tutto il resto è poco o niente? Ma la verità, l'aletheia, non è svelamento tutto intero? Forse che c'è sempre qualche velo da rimuovere? Ma tutta la letteratura cristiana dalle origini fino al 2013 (data fatidica!) non è stata sufficientemente esegetica delle Sacre Scritture? Dobbiamo ancora interpretare e sempre reinterpretare, ognuno a modo suo, senza mai ancorare la barca di Pietro in un porto sicuro? Gli Apostoli, i Padri e i Dottori della Chiesa, hanno scritto inutilmente solo personalissime e, a quanto pare, errate "interpretazioni" dei detti del Signore? Delle opere dei Giustino, Clemente, Origene, Ireneo, Ambrogio, Agostino, Tommaso etc etc, fino a Benedetto XVI, cosa ne facciamo? Visto che affermano di aver realizzato una grande ed epocale "rivoluzione" , dopo che il "popolo" ha sofferto nell'errore, e nel terrore, senza la ben che minima misericordia, per secoli e secoli, sotto papati gerarchici e dogmatici, i novelli rivoluzionari, non potendo tagliare le teste dei controrivoluzionari, cosa pensano di fare? Come sempre avviene nelle rivoluzioni, non penseranno di fare anch'essi un immenso olocausto delle opere degli spregevoli controrivoluzionari del passato e di quelli ancora in vita?
Riassumendo, per essere più chiaro, azzardo un paragone bellico. A me sembra di assistere ad una guerra di trincea, come quella della prima guerra mondiale, dal momento che in quella tragica situazione, dalla trincea partiva una sortita e, dopo aver lasciato sul campo un buon numero di morti, si rientrava e si aspettava la controsortita e così alternativamente. Non avviene forse lo stesso anche in queste dispute ! Ma la guerra dovrà pur finire. Il problema è se essa finirà con il massacro e l'estinzione dei vinti o in altro modo meno crudele. Per quanto riguarda l'affermazione "Comunque le parole di Francesco sanno difendersi da sole, non hanno bisogno delle mie che sono tanto povere. Io mi affido e credo che veramente il Signore mi parla attraverso il legittimo successore di Pietro, anche se ci sono delle cose che necessitano di un po' di tempo per essere metabolizzate, preferisco fidarmi di quello che mi dice lui, stabilito dal Cristo come roccia della Chiesa" ribadisco qui e lo ripeterò sempre che il problema, del tutto psicologico, sta proprio in questo: tu ti fidi io no! Tu credi che parli, anzi sproloquia, il successore di Pietro, a me questo Bergoglio mi sta come un boccone acido che si è fermato in gola. Conclusione, non potrà mai esserci un vero dialogo fra sordi con paralisi di Bell! Detto questo, chissà se avranno gli eccitati rivoluzionari un pò di misericordia per me, povero e testardo peccatore. A scopo precauzionale, li supplico fin da ora di ricordarsi e bene interpretare la parabola del figliol prodigo!
grazie mic dell'ospitalità nel blog
E' solo per dire a Alfonso che non era proprio mia intenzione amareggiare nessuno...non te la prendere
un caro saluto
L
L.
Non me la prendo di nulla. Solo che quando le discussioni prendono l'andazzo della contrapposizione all'infinito su binari paralleli anziché del confronto costruttivo, preferisco tagliar corto.
Ciò non toglie che ogni contributo è il benvenuto quando permette di cogliere altre visuali che diventano opportunità di approfondire.
L.
Non me la prendo di nulla. Solo che quando le discussioni prendono l'andazzo della contrapposizione all'infinito su binari paralleli anziché del confronto costruttivo, preferisco tagliar corto.
Ciò non toglie che ogni contributo è il benvenuto quando permette di cogliere altre visuali che diventano opportunità di approfondire.
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