Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 11 aprile 2016

Danilo Quinto. Niente sarà più come prima.

«Nulla sarà più come prima», disse l’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, il giorno dell’elezione di Francesco I. Nulla è come prima: l’aggressione alla Parola di Dio, alla Dottrina e alla Tradizione compiuta con l’Esortazione Apostolica Postsinodale Amoris Laetitia, si situa nel solco del tentativo operato dalla gnosi, in più di duemila anni, di demolire la Chiesa fondata da Cristo.

Il documento, firmato purtroppo dal Vicario di Cristo, rappresenta l’epilogo del pensiero liquido, che si è formato nel corso di secoli, che ha l’obiettivo di divinizzare l’umano, di svuotare la Parola della sua oggettività e di renderla addomesticabile alle esigenze, ai bisogni e ai desideri mondani. La favoletta del peccato originale raccontata dalla Genesi può essere letta ai bambini, come quella di Cappuccetto Rosso o del Gatto con gli stivali, poi – quando i bambini diventano grandi – viene spazzata via, come quella di Babbo Natale.

Per il Papa, non esistono unioni irregolari, esiste il caso per caso, perché «le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi, nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale». Non esiste il peccato mortale, esiste il «discernimento pastorale»: «Siamo usciti da una norma generale, complessiva, valida sempre e in ogni caso», dice Don Antonio Spadaro e, come spiega Alberto Melloni, «Sui divorziati risposati c'è la legittimazione della prassi parrocchiale che li vede in molti casi accedere alla comunione». Melloni aggiunge: «Sui gay la posizione è più prudente, a volte anche deludente. Una decisione importante c'è: il Papa lascia aperta la questione dell'amore omosessuale e questo sarà il vero punto da approfondire». Lo approfondisce Sergio Givone, filosofo e ordinario di Estetica all’Università di Firenze: «Nell’Esortazione si dice che tutti gli orientamenti sessuali vanno rispettati nella loro dignità. È una dichiarazione che implica, dunque, il riconoscimento della dignità di ogni tipo di legame». Per estensione, si può ritenere che le pagine dell’Esortazione dedicate alla sessualità e all’erotismo – considerati in maniera slegata dalla riproduzione – riguardino anche le coppie di due uomini o di due donne. D’altra parte, se volessero divenire padri o madri, potrebbero ricorrere alla maternità surrogata, sulla quale il Papa – così come sul matrimonio sodomitico, sulle tecniche riproduttive artificiali, sull’aborto e, domani, sull’eutanasia - ha già fatto sapere che non s’immischia. D’altro canto che senso avrebbe pronunciarsi su questi temi, per una Chiesa che vuole consentire tutti i diritti dell’uomo? Che senso avrebbe difendere i diritti di Dio?

Come dice Carlo Felice Casula, docente di Storia Contemporanea e di Scienze Religiose a Roma 3, nell’Esortazione «le differenze vengono viste come ricchezza, da non riportare all’uniformità. E questo apre a scenari inediti. Ad esempio, la famiglia comincia ad apparire non più come istituzione, come qualcosa di immutabile, ma come storia fatta dai singoli. E mi pare si apra anche un altro spiraglio, con la messa in discussione della sua naturalità: la famiglia non è più un fatto naturale, ma costruzione umana». Del resto, una delle chiavi di lettura del documento, sta in queste parole scritte da Gianfranco Brunelli sul Sole 24 Ore: «Non si rinuncia a nulla della Tradizione, ma tutto viene reinterpretato», non solo in termini di linguaggio, ma tenendo presenti le cosiddette esigenze dell’inculturazione, dei luoghi dove la norma dev’essere accolta. È come se la legge di Dio si adeguasse alle circostanze, agli usi, alle abitudini, alla prassi. A questo punto, che difficoltà ci sarebbe a dire che la Misericordia può accogliere e perdonare anche la poligamia? Se tutto è agape – amore - tutto è felicità, tutto è per il bene dell’uomo, che non si prostrerà davanti alla Croce di Cristo per riconoscere i suoi peccati. Il lasciapassare per il Paradiso – l’Eucaristia – non sarà più solo premio per i giusti. «Non ci sono cristiani irregolari e cristiani cosiddetti giusti», dice il priore di Bose, il signor Enzo Bianchi, che sottolinea: «Mai, in nessun documento magisteriale, si era giunti ad evidenziare in modo così chiaro il ruolo della coscienza, una coscienza formata, che sa ascoltare la Parola di Dio e i fratelli, ma una coscienza che è istanza centrale e ultima, patrimonio di ciascuno come luogo della verità cercata sinceramente».

La coscienza, istanza centrale e ultima, puro letame se non ha come suo punto di riferimento le leggi di Dio, immutabili e immodificabili, diviene il luogo della verità. Non era questo quello che indicava Karl Rahner ne Lo Spirito nel mondo? Nel 2007, Padre Serafino Lanzetta curò un convegno sul pensiero di Rahner e sulla sua opera del 1939 e ne raccolse gli atti in un volume, che costituisce un contributo fondamentale alla comprensione del nucleo più importante di questa teologia trascendentale, in base alla quale la grazia consiste nella auto-comunicazione di Dio all’uomo: è l’uomo che delimita, nella sua domanda, la risposta divina e diviene la stessa misura della Rivelazione di Dio. Per Rahner, l’uomo è innanzitutto coscienza, puro spirito, immerso nel mondo. Il conoscere fonda l’essere, ma la conoscenza ha il suo fondamento nella libertà, perché «nella misura in cui un essere diventa libero, nella medesima misura esso è conoscente». La coscienza coincide con la volontà dell’uomo e la volontà dell’uomo è l’attuarsi dell’Io. L’Io, a sua volta, non è sottomesso a nulla che lo possa condizionare, perché il suo fondamento sta proprio nella sua incondizionatezza e dunque nell’assenza di ogni oggettiva limitazione esterna. Se si riduce l’uomo ad auto-coscienza, se l’uomo conosce e vive il vero facendosi libero, si distrugge la morale, perché il valore morale di qualsiasi azione umana, non ha una radice oggettiva, ma è fondato solo sulla libertà del soggetto. E Dio, che fine fa in questa prospettiva? Nella concezione di Rahner, Dio – che è un mistero presente in ogni uomo, anche in colui che lo nega, perché senza quel mistero non si sarebbe uomini, liberi e responsabili – si auto-comunica a tutti gli uomini. Si rivela nel mondo, nella storia. Il peccato? Non vi può essere una visione assoluta – neanche rispetto al peccato originale - perché non è possibile per me discernere la mia responsabilità dai condizionamenti che determina nella mia condotta il mondo di cui sono parte. La salvezza? È assicurata a tutti: chiunque – anche l’ateo in quanto ateo - «accetta la propria umanità, costui, pur non sapendolo, dice di sì a Cristo, perché in lui ha accettato l’uomo». La Chiesa? Può l’istituzione di origine divina giudicare un mondo che in questa maniera si auto-assolve e che non vive più il timore di Dio e il Suo giudizio? «È evidente che, in una concezione di questo genere, è semmai la Chiesa che deve convertirsi e chiedere perdono al mondo», osservava padre Lanzetta.

La gnosi, la simia Dei - il nulla - pretende di essere il principio creatore, detronizzando Dio. È questo il peccato di Lucifero, che si vuole mettere al posto di Dio. Proprio perché simia Dei, la gnosi infiocchetta le sue innovazioni in un contesto apparentemente rispettosissimo della Dottrina. Perché deve copiare Dio. Del resto, il tentatore usò le parole della Bibbia per tentare Gesù e usò parole, in qualche modo, divine per tentare Eva. Chi intende oggi protestantizzare la Chiesa, sa che il suo tentativo farà molto soffrire le anime che anelano l’incontro con Dio, ma sa anche che quel tentativo fallirà. Sarà Maria a schiacciare la testa del serpente.
Danilo Quinto - http://daniloquinto.tumblr.com/

25 commenti:

Luisa ha detto...


C`è chi , a proposito dell`esortazione parla di ambiguità, a me pare tutto molto chiaro, a partire dalle intenzioni di Bergoglio e della sua équipe, basterebbe leggere il commento, che scelgo di non qualificare, di p. Spadaro per convincersene.
Lo hanno voluto, lo hanno fatto, non saranno stati due sinodi, gli interventi che li esortavano a confermare la Dottrina morale della Chiesa e a non slegare la pastorale dalla Dottrina, a fermarli nel loro slancio rivoluzionario.

Anche se molto di quel che è nell`AL era già la"norma" sul terreno grazie alla follia e libertà postconciliari, anche se non si tratta di magistero infellibile, oggi è il Successore di Pietro a mettere la sua firma a certi capovolgimenti.

La dottrina è diventata un insieme di norme astratte che devono essere adattate e possono essere interpretate in diversi modi,
la non-imputabilità soggettiva diventa non-imputabilità oggettiva,
il peccato mortale diventa veniale,
l`unicità e sacralità del matrimonio sono relativizzate,
ecc.

Per questo sorrido quando vedo alcuni ( tradi o conservatori) pretendere soddisfatti e rassicurati che l`Esortazione non ha seguito la linea Kasper, è vero Bergoglio non ha seguito Kasper, mi sembra che sia andato ancor più lontano.
Non vederlo è essere ipocrita e mentire.


irina ha detto...

Questa pretesa di riordinare le vite di tutti legiferando su tutto è pazzesca.
E inevitabilmente si cade in contraddizone. Notizia di ieri:l'Europa, non ricordo quale ufficio, ha tenuto un sermoncino sul dovere di accogliere i profughi cristiani. Occorre una faccia di bronzo dopo che le radici cristiane sono state cestinate come retrograde da subito. Eppure questa faccia l'Europa ce l'ha. Ce l'ha. C'era una volta quando la legge era uguale per tutti. Oggi la legge è diseguale per tutti perchè ognuno ha la sua personale fai-da-te. Quindi non era necessario esortare nessuno a fare secondo le sue voglie perchè tutti sono attrezzati, predisposti ed educati a dire:" io voglio" ed agire in conseguenza. Delegando, delegando a questo si è arrivati. Come pezze d'appoggio citiamo la filosofia, la gnosi, i dotti presenti, passati e trapassati. No. C'è solo una gran pigrizia, glutei di piombo inamovibili. E per finire una grande, abissale ignoranza umana che è difficile scalfire perchè s'ammanta di grande prosopopea,gonfia di gas di scarico. Gas di scarico che, a mio parere, sono in qualche modo connessi alle potenze dell'aria di cui parla San Paolo. Queste potenze dell'aria, mi vien fatto di pensare, sono legate all'opinione, alla gloria del mondo e nutrono gli uomini disposti a farsi nutrire da esse oppure sono gli uomini che con i loro gas di scarico che le nutrono. Non so. L'egemonia culturale si muove, forse, proprio in questo ambito delle potenze dell'aria. E' forse questa zona che si pretende essere l'ambito spirituale ma non lo è. E' solo la contraffazione. La caricatura. Da qui bisogna passare,indenni se Dio vuole. Lo si può fare tenendo lo sguardo fisso su Nostro Signore, con in cuore i Suoi insegnamenti.Ci stiamo dividendo. La nostra sarà una separazione in casa. Fedeli al Signor Nostro Gesù Cristo e suoi aiutanti nel porgere ai fratelli la Verità.

Anonimo ha detto...

Per anni la Chiesa si è difesa dall’assalto della “dittatura del relativismo”. Si è difesa anche mettendo in minoranza Bergoglio al Concistoro del 2014 e ai due Sinodi, ma il papa argentino ha imposto lo stesso alla Chiesa, d’imperio, la sua “rivoluzione” (alla faccia della “sinodalità”).

Oggi è lo stesso giornale dei vescovi, “Avvenire”, che rapidamente ha buttato alle ortiche Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, a informarci che nella Chiesa è davvero in atto una rivoluzione.

L’organo ufficiale della Cei ha lanciato così l’Esortazione: “Quando, una decina di giorni fa, il cardinale Kasper, preannunciando l’uscita dell’Esortazione postsinodale sulla famiglia, aveva parlato ‘del più importante documento nella storia della Chiesa dell’ultimo millennio’, non pochi l’avevano guardato con quella finta accondiscendenza che si riserva alle dichiarazioni un po’ esagerate… Adesso che Amoris laetitia è sotto gli occhi di tutti, sembra davvero difficile contraddire il cardinale tedesco. Il testo di Francesco ha il sapore di un testo saldo e rivoluzionario”.

Dunque Bergoglio sta “rivoluzionando” cioè ribaltando la Chiesa Cattolica come aveva scritto a novembre Ross Douthat, sul New York Times, indicando l’esistenza di un “complotto per cambiare il cattolicesimo” e aggiungendo che “in questo momento il primo cospiratore è il papa stesso”.

Adesso è ufficiale. E oggi, dopo l’uscita di questo testo rivoluzionario, per la Chiesa è il “day after”. Quello che si riteneva impossibile è accaduto.

L’Esortazione Apostolica è un aperto gesto di sfida a duemila anni di magistero cattolico. E, negli ambienti cattolici (scioccati), domina un ammutolito sconcerto. Anche se all’estero le voci cattoliche cominciano a far sentire sonore proteste, che monteranno sempre più, specie negli Stati Uniti (ma anche in Polonia, in Africa, in Messico e altrove).

Ieri su un sito cattolico canadese usciva un titolo decisamente pesante che però fa capire quanta indignazione covi sotto la cenere: “Chi denuncerà l’Amoris Laetitia come eretica? Chi chiamerà in causa Giorgio Bergoglio per ciò che ha commesso? La storia definirà questa come l’eresia bergogliana?”

Naturalmente – in tutto questo – la comunione ai divorziati risposati è solo un pretesto, è una questione che non appassiona nessuno, nemmeno i divorziati: i “rivoluzionari” hanno semplicemente usato come forza d’urto le “coppie irregolari” per demolire i fondamenti di duemila anni di cattolicesimo.
(Antonio Socci)

Anonimo ha detto...

La leggenda del Grande Inquisitore: «Diremo che permettiamo loro di peccare perché li amiamo»

Luisa ha detto...

Segnalo:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bene-e-male-norme-ed-eccezioni-dopo-amoris-laetitia-e-battaglia-sulla-morale-cattolica-15831.htm

Anonimo ha detto...

Non condivido le speranze di Socci, tranne poche eccezioni di siti già tutti schierati contro Bergoglio, l'esortazione è salutata come il vento nuovo che anima la Chiesa dopo anni di immobilismo, come se la parola di Dio potesse essere ondivaga. Preghiamo e non illudiamoci, il Signore sa...

Roberto ha detto...

"Niente sarà più come prima" perchè vi è ora la conferma che nella Chiesa nessuno dei pastori e sacerdoti crede nella Rivelazione, cioè che Dio esiste e si è fatto conoscere in Gesù Cristo e noi possiamo avere comunione con Lui. La teologia post CVII ha dimenticato questo. BXVI ha provato a fare qualcosa (anche S. Giovanni Paolo II), ma abbiamo sito come è andata a finire: il Papa tedesco sembrava non ci sia mai stato per il clero, e quello polacco -festeggiato e applaudito- ma quando i riflettori si spengievano ognuno tornava a credere e fare ciò che voleva.
Credere nella Presenza Reale di Cristo nell'Eucarestia significa prima di tutto credere nella Sua Reale Presenza nella Chiesa e nella sua Grazia operante e che agisce.
Il resto....pastorale adatta per una "riunione di Vescovi"...carta straccia questa pastorale...infruttuosa!

Anonimo ha detto...

Quando parlano di coscienza non intendono mai retta coscienza, l'unica che può essere seguita

Anacleto ha detto...

Forse può consolare che la Libreria Editrice Vaticana ogni tanto pubblichi un libro cattolico.

http://www.libreriaeditricevaticana.va/content/libreriaeditricevaticana/it/novita-editoriali/la-parola-del-pastore.html

Anonimo ha detto...

Ciò che appare inequivocabile è che la Fede sta abbandonando il mondo a ritmo forzato. Non hai più Fede? Vivi “come Dio ci fosse” rispondeva Ratzinger argomentando con la Ragione.
Che fare allora? Per la prima volta Pietro ha fatto un passo di lato. Non lo aveva mai fatto da quando fu detto. “Le forze del male non prevarranno”. E’ necessario cambiare strategia. Come si può recuperare al mondo la prima delle virtù teologali?
Levando dalle spalle del mondo tutto il carico della Tradizione accumulata per duemila anni e trasferendolo sulla Misericordia.
Questo sta facendo Francesco. Basterà perché il Signore al suo ritorno trovi ancora la Fede in questo mondo? La stessa domanda, pressappoco, si pose il Maestro nel lasciarci dopo essere risorto. Mettiamoci l’animo in pace, dipende solo dall’Uomo che è stato creato libero e responsabile. Qualcosa vorrà pur dire.

Anonimo ha detto...


= Una reazione sta montando tra i cattolici? Pericoloso illudersi

E'presto per dirlo tuttavia sembra aver ragione chi su questo blog si dimostra scettico in proposito. Lo scetticismo e' d'obbligo.
Se si ricordera' anche il motu proprio del Papa sulla riforma del processo canonico desto' parecchio sconcerto tra molti cattolici ed anche in ambienti qualificati. Ci fu qualche critica rispettosa ma non al documento del Papa bensi' a qualche concetto espresso nel documento stesso, stando bene attenti a dire che non si criticava il Papa.
Quel motu proprio non conteneva cose molto gravi? Agiva gia' nella direzione diventata piu' evidente con la presente Esortazione. Possiamo dire che la reazione di chi di dovere al motu proprio e' stata piuttosto blanda. Pertanto, con queste premesse, ci dobbiamo aspettare adesso una reazione vigorosa, una sollevazione, non di blogs di privati (che poco contano) ma di chi di dovere (qualche cardinale, vescovo o anche semplice prete, frate) contro questo ultrasconcertante documento - "disastroso" come ha detto giustamente il prof. De Mattei? Non dobbiamo, evidentemente, pur mantenendo la speranza di esser smentiti domani da una reazione che appare al momento inesistente.
E allora, che dobbiamo fare? Un esercito senza ufficiali e senza comandante non e' destinato a sbandarsi? E' sempre piu' dura ma dobbiamo continuare come prima, come oggi, nel lavoro di opposizione e critica consapevole e documentata alla deviazioni che imperversano, anche se saremo sempre piu' "voci di coloro che gridano nel deserto". Il profeta gridava si' nel deserto e nessuno lo ascoltava, pero' la sua voce giungeva sino a Dio. PP

Luisa ha detto...



" Quando parlano di coscienza non intendono mai retta coscienza, l'unica che può essere seguita"

Parlano di retta coscienza ma non hanno la stessa comprensione e pratica della parola "retta", la usa Bergoglio quando nell`AL parla di un lungo discernimento “effettuato con retta coscienza” o della "retta coscienza degli sposi", a me è stato insegnato che i pilastri per formare la coscienza sono la Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero, vista l`ignoranza abissale dei cattolci chi dispone di una retta coscienza?
Ancor più con un papa che afferma che "ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene» e che "Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. "?

E penso ai sacerdoti, come faranno a ricordare a presentare la Dottrina della Chiesa, i comandamenti del Signore, senza trovarsi esposti a chi dirà loro che agiscono «come controllori della grazia e non come facilitatori» (310).
e che
"un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone. È il caso dei cuori chiusi, che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa “per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite”» (305).

mic ha detto...

"un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone. È il caso dei cuori chiusi, che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa “per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite”»

Questa formulazione potrebbe anche essere giusta se fosse un avvertimento esortativo tra i tanti.
Il problema è che invece essa tende ad assolutizzare come legalista, rigido, e da cuori chiusi senza misericordia l'approccio ai fedeli della Chiesa pre-Bergoglio, che si vuol far passare come "oggettivista" tout court.
C'è da dire che l'approccio attento alla persona non è mai mancato nella pastorale ordinaria della Chiesa, ma non senza l'aggancio indispensabile ai principi che, oltre all'accoglienza devono poi fungere da orientamento, da guida e sostegno. Mentre ora, dove vengono meno le norme generali, regna il relativismo.

Quindi il discorso dell'approccio "soggettivista" è evidente che riguarda (e ha sempore riguardato) le persone e non i principi la cui affermazione può essere rinviata o meglio ancora espressa in termini caritatevoli (caritas in veritate) ma non messa da parte. E sarebbe ora di smentire che nella Chiesa della Legge l'approccio con le persone sia stato sempre e comunque attuato in maniera legalista. Al limite, se anche fosse, è da stolti cadere nell'eccesso opposto delle responsabilità diluite o annullate nella melassa della misericordia sganciata dalla giustizia. Nel Signore e nei Suoi la misericordia e la giustizia sono sempre appaiate in modo da non cadere né nel permissivismo sviante né nel legalismo respingente. I legalisti e i permissivisti ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Ma dal Papa ci si aspettano linee guida oggettive, chiare e inequivocabili, dopo l'analisi e il richiamo all'approccio soggettivista che tanto gli sta a cuore...

Luís Luiz ha detto...

"Figlio mio, la giustizia esiste solo nell'inferno; nel cielo c'è la Grazia e sulla terra c'è la Croce." (Gertrude von Le Fort)

Anonimo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/entra-chiesa-zaino-poi-grido-allah-u-akbar-terrore-messa-1244649.html

Anonimo ha detto...

mondayvatican.com.pope francis an ever-open Synod. by A.Gagliarducci.

Silente ha detto...

Consentitemi questo fuori argomento. Finalmente ho davanti a me il nuovo numero di Controrivoluzione, storica rivista tradizionalista. Fondata da Pucci Cipriani, oggi diretta da Giuseppe Cipriani. Dopo una lunga assenza, oggi riprende con il numero 124. Con un comitato scientifico di tutto rispetto: Neri Capponi, Francesco dal Pozzo d'Annone, Massimo de Leonardis, Roberto de Mattei, Piero Vassallo. Edito da Solfanelli editore.
Sul nuovo numero, articoli su Civitella del Tronto, il Papa Re, il controrivoluzionario "insorgente" José Borjés, Leopoldo II, la massoneria in Toscana, Chiesa e scienza nel secolo XVIII. Ma anche un articolo sull'aberrazione de il "Forteto", lager catto-progressista. Collaborano Pucci Cipriani, Massimo Viglione, Domenico Rosa, Domenico del Nero, Stefano Colombo, Roberto dal Bosco, Giananandrea de Antonellis.

Qualcuno, sconsolato, si chiedeva qualche post fa: cosa possiamo fare nel disastro attuale? Ecco, abbonarsi a riviste come queste è già un "fare qualcosa".

Le informazioni le potete trovare su www.controrivoluzione.it

Anonimo ha detto...

"An ever-opened synod".
Un regime assembleare, tutti parlano tutti dicono, nessuno decide, le cose vanno avanti per conto proprio, bene o male - di solito di male in peggio. Regime assembleare, o detto meno elegantemente, un gran bordello. Finche' non arriva qualcuno di carattere, diciamo cosi, e d'autorità, quando non d'imperio, decide lui per tutti. La Storia fornisce varii esempi, Napoleone, tanto per citarne uno.
Stiano attenti gli amanti dei regimi assembleari, che' non arrivi un Imperator a tagliar teste a destra e manca, figurativamente parlando.

Rr ha detto...

Grazie della segnlazione, Silwnte.
Rr

Anonimo ha detto...

Resto consolato nel constatare come il documento pontificio applichi perfettamente il detto evangelico "Il vostro parlare sia sì sì, no no".
TEOFILATTO

Anonimo ha detto...

Mi auguro non vi sia toccato come è successo a me di ascoltare alla radio un reverendo normalista mettere in riga a suon di "duri di cuore", "ipocriti", "misericordia", "attaccati alla legge" ecc. ecc. chi gli chiedeva conto dell'avvenuto ribaltamento. Poi ha anche ha usato la parabola dell' adultera per giustificare il divorzio e condannare chi è contrario come "duro di cuore" e "ipocrita" tacciandolo anche di farsi gli affari degli altri e di non badare ai propri che magari sono peggio. Ah! Ha anche detto che Gesù ha sempre detto questo. Quindi la Chiesa per duemila anni l'ha interpretato male dico io.
Miles

PS: deduco quindi che per la nuova chiesa ora tutto in materia di principi tutto è relativo ( tranne che per l'immigrazione naturalmente )

Anonimo ha detto...

Il preside dell'Istituto Giovanni Paolo II: "L'esortazione è un documento positivo, non c'è alcun cambiamento".
Nota di mons. Livio Melina: "In nessuna parte Papa Francesco dice che i divorziati risposati possono accedere all’Eucaristia senza il requisito di vivere come fratello e sorella”.
Questa è troppo bella davvero!.

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/04/11/il-preside-dellistituto-giovanni-paolo-ii-lesortazione-post-sinodale-un-documento-positivo-non-c-alcun-cambiamento___1-v-140538-rubriche_c868.htm

Luisa ha detto...

"Questa è troppo bella davvero!.


Forse gli è sfuggita la nota 329, non c`è peggior cieco di chi non vuol vedere, ma in quel caso vede perfettamente e mente.

Alfonso ha detto...


Mi esprimo per assurdo, ma qualche risposta seria, fosse anche impietosa, me l'aspetto. A me, che negli anni giovanili vaneggiavo una qualche rivoluzione, fa veramente uno strano effetto sentire pronunciare la parola "rivoluzione" in questioni ecclesiastiche. Dai commenti di questi giorni riporto: "E la rivoluzione è fatta. Senza spargimento di sangue". "Ci stiamo dividendo". "È giunto il momento di formare dei focolai di resistenza: piccoli cenacoli, stretti intorno alla Madre, in cui si conservi la fede e si curi la vita di grazia sotto la guida di sacerdoti disposti a correre dei rischi. … La differenza è che, ora, i persecutori sono ai posti di comando della Chiesa". "E allora, che dobbiamo fare? Un esercito senza ufficiali e senza comandante non e' destinato a sbandarsi?" Dobbiamo sul serio pensare ad un ritorno nelle catacombe? Per conto mio, mi sto convincendo sempre più che non giova il persistere nei gemiti, nei pianti e nelle preghiere, in attesa che il Signore salvi in qualche modo la sua Chiesa dalla tempesta rivoluzionaria, da questo evidente naufragio eretico. Se è in atto una rivoluzione, ebbene, chi la teme e ne è vittima non può che combatterla con una controrivoluzione. Non ne siamo capaci? Allora, asciughiamoci le lacrime e rivolgiamo i cuori laddove sorge il sole! Perchè non volgere lo sguardo ad oriente? Se i rivoluzionari intendono annullare duemila anni di cristianesimo, ebbene perché non dovremmo noi ricominciare dall'anno 1054? Se diciamo di no, allora si continui pure a reggere il moccolo a questo papato eretico. Una postilla: dalla nuova chiesa rivoluzionaria mi aspetto una beatificazione di Federico II di Svevia, antesignano del dialogo interreligioso e del multiculturalismo e di tante altre cose, e una santificazione del grande Origene di Alessandria.

mic ha detto...

Alfonso,
non c'è bisogno di volgere lo sguardo ad oriente, già scisso da un millennio, anche se di fronte al modernismo appare qualcosa di più solido.
La Catholica ha oggi la visibilità di un falcetto di luna, ma c'è ed è lì che noi siamo...