Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 12 novembre 2013

Gesù è l’unico vero sacerdote in senso assoluto (altro che laico)

Del recente discorso programmatico del card. Maradiaga abbiamo parlato qui. Ci torno sopra per integrare quanto detto sul sacerdozio e su Gesù e pubblicare di seguito quanto, in evidente riferimento a ciò, Una Fides nei giorni scorsi ha ricordato. Non ho il tempo né le forze per un'analisi più approfondita; ma ho messo alcune chiose essenziali. Alla riflessione successiva il resto, aiutati anche dal testo che segue.
[...]Non c’è quindi una doppia classificazione dei Cristiani - laici e chierici - essenzialmente differenti. La Chiesa come “ società di ineguali” scompare: “Non c’è, quindi, in Cristo e nella Chiesa nessuna ineguaglianza” (LG 32). Nessun ministro può essere collocato sopra questa dignità comune a tutti. Né i religiosi (“the clergy”) sono “gli uomini di Dio”, né sono i laici “gli uomini del mondo”. Questa è una falsa dicotomia. Per esprimerci correttamente, non dovremmo parlare di religiosi e laici, ma di comunità e ministero. Tutti i battezzati sono consacrati come casa spirituale e santo sacerdozio (LG 10).  Perciò, non soltanto noi religiosi siamo “preti”, ma anche, fianco a fianco al ministro ordinato, c’è il sacerdozio comune del fedele [da sempre - non è certo una scoperta del concilio - il sacerdozio battesimale; ma esso è distinto essentia et non gradu tantum (come ribadito da Lumen Gentium, 10) da quello ordinato]. Questo cambiamento nel concetto del sacerdozio è un punto fondamentale: ”In Cristo il sacerdozio è cambiato “ (Ebrei, 7:12). Davvero, il primo tratto del sacerdozio di Gesù è che “egli doveva esser reso come i suoi fratelli in ogni aspetto”. [...] In precedenza aveva posto l'accento: Egli è l’immagine del Servo Sofferente, immagine di innumerevoli altri servi, sconfitti da coloro che governano, e chiamano se stessi “signori”. Ma fu Lui che, povero, ammutolito, e umiliato, fu designato dal Padre come Suo Figlio ben amato, e che Dio stesso risuscitò al terzo giorno [Accento sugli aspetti sociologici e nessun accenno all'Universorum Rex!].
Il sacerdozio originale di Gesù è l’unico che doveva essere continuato nella Storia (...) La Chiesa intera, il Popolo di Dio, continua il sacerdozio di Gesù senza perdere il suo carattere laico, nel regno del profano e dell’impuro (“unclean”). del “rigettato” (“cast out”): un sacerdozio che non si concentra esclusivamente nel culto al tempio, ma nel mondo intero, con una prassi samaritana di giustizia ed amore [Ma è il culto che rende possibile tutto il resto: è nel culto che si porta tutto e da cui tutto procede, altrimenti Chi e cosa portiamo nel mondo?]. Questo sacerdozio è sostanziale, l’altro - il “presbyterium” - è un ministero, un servizio, e non può essere concepito da parte rispetto al sacerdozio comune.
[...] Per intraprendere questo viaggio, si deve tornare alla vita di Gesù, il quale, pur essendo un laico, ha causato "un cambiamento nel sacerdozio" (Eb 7, 12) [cita il cambiamento, ma non il sacerdozio di Melchisedech, che abroga l'ordinamento precedente riferito al sacerdozio di Aronne, a garanzia di un'alleanza migliore... Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva... il Figlio, che è stato reso perfetto in eterno (Eb 7, 22; 26; 28)]. Tutta la vita di Gesù era una vita sacerdotale, nel senso che è diventato un uomo, era povero, ha combattuto per la giustizia, ha criticato i vizi del potere, si è identificato con i più oppressi e li difendeva, le donne trattate senza discriminazioni, si è scontrato con coloro che avevano una diversa immagine di Dio e della religione, ed è stato costretto dalla sua stessa fedeltà ad essere perseguitato e morire crocifisso fuori della città [Da come ne parla sembra sia stato un operatore sociale, e non sia morto in espiazione del nostro peccato, in obbedienza al Padre]. Questo sacerdozio originale di Gesù è quello che deve essere continuato nella storia. Offrendo se stesso sulla Croce dà Cristo il potere ai "molti credettero in lui" (Giovanni 8: 27 30), perché era evidente che tutti avrebbero guardato "a Colui che hanno trafitto" (Zaccaria 12: 10-11). Se la Chiesa vuole restare fedele, deve continuare a purificare se stessa attraverso il martirio e la santità dei fedeli [non è lo Spirito del Signore Risorto che la rende una, pura e santa e rende quindi tali i fedeli?].
Il Vaticano II non pone le fondamenta della Chiesa in uno schema di polarizzazione dei due estremi, "clero-laici," togliendo così all'assemblea cristiana protagonismo, partecipazione e responsabilità. Il presbitero è, soprattutto, un "ministro della Parola" [perché "soprattutto la Parola"? L'Eucaristia e lo ius divinum al culto sono la funzione prioritaria della Chiesa da cui discende la missionarietà e tutto il resto], che deve comunicare a tutti la vita che emana da Cristo, e per questo motivo si dedica principalmente verso l'altare e la celebrazione dei sacramenti. Nessuno lo può sostituire in questo senso. Ma il campo di laici offre ampi spazi, alternative e scenari dove ancora non fa sentire la sua presenza in maniera incisiva, decisa e coraggiosa. Certamente la Chiesa è più di una democrazia [per via del dialogo nel pluralismo e non per il suo ordo mirabile che discende dall'istituzione divina (!?)], dal momento che l'esperienza religiosa di fede le permette di aprirsi ad un dialogo nel pluralismo e di condividere in azione le grandi cause comuni della vita e di tutto l'essere dell'universo.

CRISTO SACERDOTE  
I. - Importanza della trattazione

La fa rilevare lo stesso Concilio Vaticano II, il quale afferma che tutta l'economia divina salvifica è sacerdotale, poiché Gesù « ha reso partecipe tutto il suo Corpo Mistico di quella unzione dello Spirito con la quale stato unto » (Presbyterorum ordinis, 2).

L'economia divina, considerata nella sua realizzazione, consiste in Gesù Cristo Mediatore e nei seguaci di Gesù Cristo che costituiscono il suo Corpo Mistico, ossia nel Capo e nei Membri del Corpo Mistico. Orbene, l'Incarnazione del Verbo segna pure la consacrazione sacerdotale di Gesù, mediante la grazia dell'unione ipostatica, che unisce personalmente al Verbo la natura umana assunta.

L’opera salvifica di Gesù culmina con la morte in Croce, che è il sacrificio cruento della Nuova Legge, da cui sgorga la redenzione eterna di tutti i santificati.

La mediazione celeste di Gesù è pure sacerdotale, poiché egli è sacerdote in eterno, sempre vivo presso il Padre per intercedere per noi (cfr. Eb 7, 25), sacerdote principale e insieme vittima in tutte le SS. Messe, che sono l'attuazione l’incruenta del  Sacrificio della Croce.  Gesù Cristo è quindi essenzialmente sacerdote (1).

Tutti i Cristiani partecipano pure al sacerdozio di Gesù o  per mezzo del sacerdozio mistico dei fedeli,  che deriva dal Sacramento del Battesimo e li abilita ad offrire a Dio l'omaggio della propria vita pura (cfr. Rom 12, 1) e la stessa Vittima eucaristica (2), impegnandoli nell'apostolato proprio dei fedeli, in collaborazione con l'apostolato gerarchico; oppure per mezzo altresì del Sacramento dell'Ordine, che ci da il sacerdozio visibile e gerarchico, col potere di immolate la Vittima eucaristica nel sacrificio della Messa e di esercitare gli atti propri dell'apostolato gerarchico (3). Anche la SS. Vergine ha una sua speciale ed esclusiva partecipazione al sacerdozio ed al sacrificio di Gesù (4).

Appare quindi l'importanza che la dottrina sul sacerdozio e sul sacrificio di Cristo ha nel patrimonio della fede cattolica, che deve essere annunziata e vissuta da tutti i fedeli. Noi ci limitiamo ora a trattare del sacerdozio di Cristo, poiché esso gli compete fin dal primo istante dell'Incarnazione.  Del suo sacrificio cruento tratteremo parlando del mistero salvifico della morte di Cristo.

II. - Rapporto tra Mediatore e Sacerdote

Abbiamo già visto che fin dal primo istante dell'Incarnazione Gesù mediatore perfetto e unico (in forza della sua efficacia universale) tra Dio e gli uomini, sul piano ontologico e morale.

Di per se il mediatore non implica il sacerdozio; ci può essere mediazione che non sia sacerdotale: cosi Mosè il mediatore, non è sacerdote, come Aronne. Invece il sacerdozio implica la mediazione, essendo una forma qualificata di mediazione.

Gesù non è solo mediatore, ma anche sacerdote fin dal primo istante della sua Incarnazione, perché è   sacerdote come uomo, consacrato sostanzialmente dall'unione personale col Verbo.

III. - Gesù Cristo unico vero Sacerdote

Il sacerdozio di Cristo è vero sacerdozio, non nel senso che ogni altra forma di sacerdozio sia falsa, ma nel senso che ogni altra forma di sacerdozio partecipa del suo sacerdozio: così avviene, come abbiamo già indicato, per il Nuovo Testamento; oppure dice relazione al sacerdozio di Cristo: così il sacerdozio levitico dell'A.T. e sacerdozio pagano (sublimato in Melchisedech) sono tipologia e preparazione e prefigurazione del sacerdozio di Cristo nelle intenzioni divine, rivelate nel N.T.

Gesù è l’unico vero sacerdote in senso assoluto (non relativo ad altro), perché egli solo è consacrato dalla stessa divinità ed ha potuto offrire con la sua passione, coronata dalla risurrezione, il vero Sacrificio, che riconcilia l'uomo con Dio, penetrando con la sua umanità immolata e glorificata, nel vero Santuario dove risiede Dio (cfr. Epistola agli Ebrei).

IV. - Le tappe del sacerdozio di Gesù

Il sacerdozio di Cristo comincia dall'Incarnazione e si sviluppa ed  esplica in tutto il corso della sua vita; non nel senso di nuove ordinazioni sacre, come per il ministro sacro, ma nel senso che ogni mistero della vita di Gesù è come una tappa nello sviluppo esterno, quanto alla successione di gesti salvifici, ed anche nello sviluppo intimo, quanto all'esercizio della carità sacerdotale interiore, della missione sacerdotale di Gesù. Con la risurrezione e l'ascensione al cielo il sacerdozio di Gesù è perfetto (teleióthéis) con l'ingresso unico e definitivo nel Santuario celeste, dove continua il suo sacerdozio per l'applicazione della salvezza a tutti i redenti. Perciò Gesù non ha successori, ma solo ministri visibili.

V. - I requisiti del sacerdozio di Gesù

II sacerdote è il ministro che viene deputato a consacrato dalla legittima autorità, affinché sia mediatore fra Dio e gli uomini.

1. I requisiti del sacerdote sono:

a) La natura umana. Infatti, il sacerdozio dice sottomissione a Dio, quindi il sacerdote non può essere una persona divina, ma una creatura inferiore a Dio. II sacerdote inoltre è mandatario della società umana, perciò deve essere preso tra coloro che giuridicamente rappresenta. Quindi l'Autore dell'epistola agli Ebrei afferma: « Ogni pontefice e preso tra gli uomini » (Ebr 5, 1). L'angelo può essere sacerdote; ma di fatto non lo è in questa economia salvifica, perché gli Angeli non sono più redimibili, ma già o salvi o dannati.

b) La vocazione divina. Infatti, il sacerdote viene addetto alle cose che si riferiscono a Dio, e quindi dev'essere chiamato e abilitato da Dio, a tale ufficio. « E non v'è alcuno, che assuma da sé la dignità (sacerdotale), ma vi è chiamato da Dio, com'è il caso di Aronne » (Ebr 5, 4). C)        

c) La consacrazione. Il sacerdozio è uno stato e dono permanente, col quale uno viene perennemente abilitato all'esercizio dei poteri sacri. L'epistola agli Ebrei afferma che il sacerdote è costituito (cathistatai) nelle cose che riguardano Dio, il che suppone una consacrazione che lo stabilizzi e renda permanentemente idoneo a tale ufficio con poteri sacri permanenti ed inalienabili (cfr. Ebr 5, 1).

La consacrazione può essere: 1) esterna, o rituale, che si conferisce per mezzo dei riti liturgici e sacramentali; 2) interna, che costituisce nello stato sacerdotale, con intrinseca efficacia.

La consacrazione interna a sua volta, può essere sostanziale, che compete a Cristo per la grazia sostanziale dell'unione ipostatica, per cui si ha il sacerdozio sostanziale, proprio di Cristo; oppure accidentale, costituita dal carattere sacerdotale, indelebile, del quale sono insigniti i sacerdoti della Nuova Legge con la  consacrazione esterna sacramentale.

Gesù Cristo, autore dei Sacramenti, non ebbe bisogno della consacrazione esterna sacramentale; ebbe soltanto la consacrazione interna, operata data stessa Persona divina del Verbo nella natura umana assunta, per mezzo dell'unione ipostatica.

d) La mediazione. II compito del sacerdote è la mediazione tra Dio e gli uomini, la quale consiste nell'offrire a Dio i doni degli uomini (mediazione ascendente) e nell'offrire agli uomini i doni di Dio (mediazione discendente) Cfr. Ebr 5, 1.

 II  sacerdote offre a Dio da parte degli uomini la preghiera e il sacrificio; offre agli uomini da parte di Dio le verità soprannaturali, i divini precetti, il perdono e la grazia

2. Dal punto di vista storico si ha un triplice sacerdozio:

a - sotto la legge naturale vi fu un sacerdozio patriarcale senza consacrazione intrinseca;

b - sotto la legge mosaica vi fu un sacerdozio levitico, legale, ugualmente senza consacrazione intrinseca, ma solo con consacrazione rituale, esterna;

c - sotto la legge cristiana vi è il sacerdozio con consacrazione intrinseca: sostanziale in Cristo, accidentale negli altri sacerdoti del Nuovo Testamento.

 3. - Circa il sacerdozio di Gesù Cristo le  posizioni sono diverse a seconda della dottrina professata  intorno a Gesù  Cristo ed alla unione ipostatica.

I Nestoriani attribuiscono a Cristo uomo, personalmente distinto dal Verbo, la dignità sacerdotale.

I Sociniani affermarono che Cristo non fu costituito sacerdote, se non nella sua glorificazione in cielo. Per cui non fu sacerdote in terra, ma solo quando si offrì al Padre in cielo.

I Protestanti liberali dicono che Cristo non fu né volle essere sacerdote.

I Cattolici comunemente ritengono che Gesù Cristo è vero e sommo sacerdote sin dall'Incarnazione.

E' vero sacerdote, perché ebbe le doti e adempì l'ufficio proprio del sacerdote.

E' sommo sacerdote: 1. perché gode di una singolare eccellenza sul sacerdozio levitico: cfr. epistola agli Ebrei; 2. perché possiede un sacerdozio eterno e sostanziale; 3. perché la consacrazione di Gesù fu fatta indipendentemente da ogni altro sacerdote, ma nella stessa Incarnazione, per l'unione della natura umana con la Persona del Verbo; 4. perché Gesù può istituire altri sacerdoti, che partecipano del suo sacerdozio.
_____________________
(1) Cfr. S. Tommaso, Summa Theol., III, q. 22, aa. 1-6.
(2) Cfr. Pio XII, Lett. Enc. Mediator Dei, in D. BERTETTO, Il magistero eucaristico di Pio XII, Torino, Società Editrice Internazionale, 1957, pp. 186-194.
(3) Cfr. D. BERTETTO, Sacerdozio cattolico e sacramento dell'Ordine, Edizioni Paoline, Alba, 1956, pp. 168.
(4) Per in partecipazione di Maria SS. al sacerdozio ed al sacrificio di Cristo, rimandiamo al nostro volume: Maria Madre universale nel mistero della salvezza, ed. III, 1970, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, pp. 309 ss.
Tratto da: Domenico Bertetto sdb, Gesù Cristo Autore della Salvezza, Edizione Pro Sanctitate, 1975, p. 317-321

44 commenti:

Anonimo ha detto...

BXVI: sì, nel mondo c'è tanto male, c'è una battaglia permanente tra il bene e il male, e sembra che il male sia più forte. No, più forte è il Signore, il nostro vero re e sacerdote Cristo, perché combatte con tutta la forza di Dio e, nonostante tutte le cose che ci fanno dubitare sull'esito positivo della storia, vince Cristo e vince il bene, vince l'amore e non l'odio

Salmo 109
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek».
..Cari amici, seguendo la linea interpretativa del Nuovo Testamento, la tradizione della Chiesa ha tenuto in grande considerazione questo Salmo come uno dei più significativi testi messianici. E, in modo eminente, i Padri vi hanno fatto continuo riferimento in chiave cristologica: il re cantato dal Salmista è, in definitiva, Cristo, il Messia che instaura il Regno di Dio e vince le potenze del mondo, è il Verbo generato dal Padre prima di ogni creatura, prima dell'aurora, il Figlio incarnato morto e risorto e assiso nei cieli, il sacerdote eterno che, nel mistero del pane e del vino, dona la remissione dei peccati e la riconciliazione con Dio, il re che solleva la testa trionfando sulla morte con la sua risurrezione..

http://magisterobenedettoxvi.blogspot.it/2011/11/il-papa-si-nel-mondo-ce-tanto-male-ce.html

Anonimo ha detto...

Domanda: tralasciando la riflessione teologica della Lettera agli Ebrei su Cristo sacerdote in eterno, vorrei sapere se Gesù, quando camminava per le strade della Palestina, era un sacerdote oppure no. Intendo sacerdote nel popolo ebraico, non Sacerdote "al modo di Melchisedek" ecc... Nel popolo di Israele, cos'era un sacerdote o un laico? Grazie.

mic ha detto...

Gesù era un Rabbi che si è dichiarato Dio. Non era certo un laico qualunque, se è questo che intende...

mic ha detto...

Inoltre gli dicevano: Maestro e Signore, ché tale era ed è.

Anonimo ha detto...

Ok, signora mic. Gesù era un maestro (rabbì) - per noi il Maestro e Signore (Dio come il Padre e lo Spirito Santo), come ha detto bene lei - ma ripeto la domanda: era sacerdote o laico per il popolo ebraico? Secondo me, era un laico perchè non faceva parte della classe sacerdotale della tribù di Levi. In questo senso laico. Non era come Zaccaria o come Caifa o come Anna. Che poi sia Sacerdote come dice la lettera agli ebrei, questo è un altro discorso.

mic ha detto...

È noto che Gesù non appartenesse alla 'casta' sacerdotale. Ma torno a ripetere che in ogni caso non era un 'laico' qualunque.

E non se ne può prescindere. Tanto meno può farlo il Vice-Papa

Anonimo ha detto...

Beh, credo che anche per Maradiaga non era un "laico qualunque", altrimenti non sarebbe non solo cattolico, ma neanche cristiano. Comunque conveniamo che era un laico. Grazie.

mic ha detto...

Il fatto che fosse un laico - peraltro non qualunque - non autorizza, soprattutto un pastore, a parlarne come di un operatore sociale e a prefigurare una diminutio del sacerdozio ordinato.

Turiferario ha detto...

Voler stabilire se Cristo fosse o meno sacerdote secondo la religione ebraica è un discorso che non ha senso, a meno che non ci si ponga da un punto di vista ebraico e non cristiano. Per i cristiani Cristo è venuto a sostituire il vecchio sacerdozio ebraico (basato sul sacrificio di vittime animali) con un nuovo sacerdozio nel quale egli stesso è la vittima sacrificale. Che fosse o meno un sacerdote ebraico (non lo era perché non apparteneva alla tribù di Levi) non ha nessun rilievo.

rosa ha detto...

Invito l' anonimo a cui Mic ha risposto, a leggere il discorso di Maradiaga per intero. E' evidente nel testo il tentativo di presentare Gesu' non come il Logos incarnato, il Figlio di Dio "che per noi e per la nostra salvezza" dal peccato, in primis quell' originale, " s' incarno' e si fece uomo" e che, uomo tra gli uomini, fu un maestro (rabbi), ma una figura tra il politico-rivoluzionario-capopopolo ed il professore-filosofo- sociologo. Un laico nell' accezione moderna del termine, e non sicuramente un Rabbi ebreo, un capofamiglia che, come tutti i capofamiglia ebrei, celebravano, e celebrano tutt' ora, rituali sacri in famiglia. Ma appunto un laico, privo di qualsiasi connoatzione sacra, sacerdotale.
Ricordo che anche a Rom il pater familias aveva almeno in eta' arcaica connotazioni similsacerdotali.
Parlare quindi di Gesu' come laico, credo sia scorretto, non solo ovviamente da un punto di vista dottrinale, ma anche storico-antropologico, riferendosi all" epoca nella quale vise ed alal societa' ebraica del tempo.
Gli Apostoli erano laici, e poi divennero sacerdoti.
Rosa

mic ha detto...

E la loro introduzione al sacerdozio fu sancita, durante l'ultima Cena, dalla lavanda dei piedi...

mic ha detto...

E si sono persi il senso profondo di quell' "avrai parte con me" (Gv 13).
Fa venir da piangere lo scempio che ne è stato fatto...

Anonimo ha detto...

Gesù Cristo: Sacerdote in eterno, Mediatore nato.

"Spesso, in ambienti progressisti (vicini al protestantesimo), si suole affermare che Gesù fu laico e non sacerdote...
Il Cristo fu Sacerdote in eterno, sin dal principio e lo sarà per sempre...
La sua Offerta sacerdotale ha inizio dal momento dell’Incarnazione stessa e si conclude sulla Croce, sorpassando così ogni limite temporale e dominando di conseguenza le leggi della fisica, da Dio stesso stabilite, estendendo il Mistero di salvezza a tutte le genti, del passato, del presente e del futuro...
Secondo la teologia cattolica, la natura del Verbo Incarnato, a differenza di quanto sostengono certi modernisti, è mai laica o personale come quella di ogni "individuo umano", perché non è mai autonoma come "Ente", essendo stata sempre del Verbo Sacerdote in eterno; Egli l’ha assunta, come sostiene anche San Tommaso, partecipandole il proprio atto d’essere perciò resta, era e sarà sempre Ente divino ed umano, appunto Sacerdote in eterno...
Malvisto, perseguitato, tradito, torturato e condannato dai deicidi (Giudaisti e pagani), Gesù fu, sin dall’Incarnazione, il Sacerdote e non il laico; fu Maestro itinerante e Portatore di sacro all’ennesima potenza (la indigente e concupiscente natura umana non potrà mai comprendere alla perfezione questo Mistero); fu "bersaglio di contraddizione", amato e odiato, benedetto ed esecrato, venerato e vituperato; fu figura umana più misteriosa e buona della storia (buona non buonista); così come predetto dai Profeti, fu il Sacerdote che fondò la Chiesa; non fu il primo Pontefice, perché fu Lui a nominarlo proprio in virtù di Verbo incarnato e Sacerdote per antonomasia mai eguagliabile da uomo laico od anche consacrato.

Il popolo di Dio ne attende, ora, il ritorno; Lui, Cristo, giungerà quale Re e confermerà a tutte le genti il Suo eterno ed ineguagliabile Sacerdozio (Parusia)...


Ecco, ben si comprende che riportare all’attenzione di fedeli non tanto indottrinati la frase ben chiara "Gesù fu un laico" è sicuramente arbitrio prossimo all’eresia dato che non si confà a quanto stabilito in Scrittura, in Patristica, in Cristologia ed in Dogmatica in generale; è altresì dichiarazione fortemente ambigua che può portare il laico al panteismo, al paganesimo, al laicismo, al profano, all’abuso, alla collera di Dio ed infine al decesso in stato di peccato mortale.

Lo stesso re giusto, Melchisedech, una delle figure più emblematiche dell’Antico Testamento, ricoprì uno dei gradi più elevati di sacerdozio, benedisse Abramo, tuttavia non apparteneva al popolo ebraico; nel cattolicesimo Melchisedech, che offrì pane e vino a Dio, è considerato una sorta di figura che precedette simbolicamente il Verbo, la seconda Persona della Santissima Trinità, nelle tipiche funzioni sacerdotali. Nella lettera agli Ebrei si apprende che Gesù fu Sacerdote in eterno proprio secondo l’Ordine di Melchisedech; Re in eterno, Re dei re, Colui che tornerà dopo i giorni di buio.

Di Melchisedech si hanno tracce anche nel Salmo CIX. Il Messia Re e Sacerdote...

Nella missione sacerdotale Gesù Cristo non solo fu ed è sempre il prezzo della nostra totale liberazione dal giogo della morte ma, per di più, questo Sacrificio lo offrì Egli stesso; Gesù fu il prezzo di tutto questo. Non so se vi rendete conto della grandezza della missione sacerdotale di Cristo. E' pazzesco definirlo laico; è da protestanti di bassa levatura; si dimostra di rinnegare la cristologia e di biasimare la stessa divina Incarnazione, si mette in discussione indirettamente anche la Santissima Trinità.
..."
http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/2927/92/lang,it/

Anonimo ha detto...

Sólo Cristo es Sacerdote. Los demás, en la Iglesia, no son sacerdotes.

Esta Verdad se comprende así: el Sacerdocio de Cristo es sólo espiritual, no humano, es decir, proviene del Espíritu, es una obra del Espíritu en Cristo.

Jesús es la Encarnación del Verbo en una Carne. Y esto es ser Sacerdote. Esa obra que el Espíritu hace en Jesús al encarnarse en el Seno de la Virgen.
Es claro que sólo Jesús es Sacerdote por Su encarnación en María Virgen.

Y es Sacerdote para una Obra de Redención: para quitar los pecados de los hombres y así llevarlos al Cielo.

Por eso, Jesús hace primero Su Obra Redentora: morir en la Cruz, que para eso ha nacido. Esa es la Voluntad de Su Padre: morir.

Y, en la muerte, en el derramamiento de Su Sangre, cuando el soldado le abrió el costado, ahí Jesús inicia otra Obra Divina: Su Iglesia.

Son dos obras en Jesús distintas.

Una como Sacerdote: la Obra de la Redención del género humano.

Otra como Rey de Su Iglesia: unir a las almas redimidas en Su Cuerpo Místico, que es la Obra de Su Iglesia: en la tierra, en el Purgatorio y en el Cielo.

Anonimo ha detto...

A me risulta che appartenesse alla tribù di David, altra cosa rispetto ai leviti, il suo 'peccato' agli occhi degli zelantissimi sacerdoti del Sinedrio era l'essersi proclamato dio e figlio di dio, cosa inammissibile per gli ebrei osservanti, visto che vigeva e vige tutt'ora la proibizione di pronunciare il nome di dio, una specie della legge islamica sulla blasfemia, per questo motivo venne consegnato ai legiferatori romani, ai quali il problema non interesava affatto,Pilato tentò in tutti i modi di liberarsene, poi alla fine dovette condannarlo a morte, altra scelta non aveva; conoscendo l'indifferenza e l'agnosticusmo dei romani per qualsiasi religione ,era cosa desueta, poi divenne una tragica realtà uccidere in vari modi i seguaci cristiani, ma solo perché rifiutavano l'omaggio all'imperatore, lui sì considerato divus, si fossero limitati a professare la loro fede e basta staremmo qui a raccontare tutta un'altra storia.Maradiaga è un salesiano simil prete operaio dei nostri anni '70, in sudamerica hanno sfumature e connotazioni diverse,più marxiste populiste delle nostre ormai sparite , e questo è il limite del vdr, non si rende conto che qui siamo in europa e non in sudamerica, forse l'europa è diventata periferica perché non più al centro degli interessi economici finanziari che si sono spostati verso il sud del mondo, ma il substrato, pur se scristianizzato in maniera devastante, è molto diverso e lui si attornia di collaboratori argies e sudamericani, allontanandoci sempre più dal centro, in questo modo Roma non ha più ragione di essere considerata il centro della cristianità, siamo già tagliati fuori geograficamente e settorialmente; oggi il vdr riceve in udienza privata un noto calciatore argentino per parlare dei problemi di un tristemente noto barrìo di baires per tentare di risolverli.... andassero un po' fuori roma ne troverebbero di bidonvilles con tanti problemi.....Lupus et Agnus.

Amicus ha detto...

Scusate l'OT, ma questa ve la dovete vedere: danzatori di tango al termine della Messa, davanti all'allora card. Bergoglio solennemente seduto sul trono episcopale... (andare al minuto 26 del video):
http://www.youtube.com/watch?v=ZiHQ2hnwwuM#t=1655

Bergoglio, Maradiaga &C: ovvero la giusta punizione di Dio per i nostri peccati.

rosa ha detto...

penso che piu' Europa e meno Sudamerica farebbe molto bene anche agli stessi paesi sudamericani.
rosa

@Per l'anonimo delle 13,45 ha detto...

econdo me, era un laico perchè non faceva parte della classe sacerdotale della tribù di Levi.
Gesù era levita per parte di nonna.
Sant'Anna era della tribù di Levi.
Infatti la città natale di Sant'Anna era SAPPHIRA, (vicino Ramallah). Una delle poche città levite. Città che portava il nome della moglie di MOSè, anch'egli levita.

mic ha detto...

Grazie dell'informazione anche da parte nostra.
Ma, visto che non siamo ebrei, Gesù è sacerdote per le meravigliose ragioni così ben espresse dal lettore spagnolo e da altri.

bernardino ha detto...

Cara e gentile Maria,
sto' leggendo un articolo su Intermultiplices Una Vox: "grave lapsus teologico di P.Fed. Lombardi" - frasi di Bergoglio -
al punto d. dell'articolo indirettamente favorisce l'ordinazione sacerdotale delle donne -
al punto e. dice dice di essere stato accusato di essere ultraconservatore (pertanto invita i fedeli ad adottare una posizione consona di sinistra -
al punto f.- insinua che il peccato non sarebbe cosi' grave se si crede in Dio e nella Sua misericordia.
e continua, vi prego di leggerlo.
Detto questo sarebbe il caso di far sapere a Bersani ed al PD che e' inutile un congresso o piu' congressi di partito ed inutili sono anche le primarie, in quanto,
sia il segretario del partito che il presidente del consiglio l'hanno gia' trovato. E' andata male sia a Renzi che a Letta.
(leggetevi Aggiornamenti di intermultiplices UNA VOX). Dopo commentiamo.

Josh ha detto...

@Amicus: tempo fa c'è chi si scandalizzò quando qualcuno usò per PF l'espressione "tanguero".
Mi rendo conto, è espressione forte, ma non è proprio stata inventata dal nulla.

mic ha detto...

Penso che il tango, ovviamente al di fuori del contesto liturgico, se non ci fosse il resto, è l'ultima coaa che mi scandalizzerebbe.

Josh ha detto...

Certamente, Mic, il problema è proprio l'uso nel contesto sacro e liturgico:)

Il tango è una musica che a me piace, mi piacciono molti strumenti musicali anche insoliti, e la fisarmonica è tra questi; indubbiamente il genere ha un aspetto di carnalità esplicita come di eredità etnica, per farla breve.

Ma nessuno si scandalizza di elementi che fanno parte sempre e comunque della propria storia, spesso passata e a volte presente, in qualche modo, e sono anche argomento di sereno studio, teoria, documentazione.

Non avrei nemmeno diritto di parlare, sono una specie di collezionista di libri vari, ma anche di incunaboli musicali, pure strani.
Era un fatto, per me, più del passato che non del presente, ma conosco ovviamente non solo cose ...cristiane, sacre e sante.

Spostare questo però, vale per tutti, nella celebrazione e lode del Signore ....è tutto un altro paio di maniche.

rocco ha detto...

ciao mic,

ma e' sbagliato dire che l'unzione sacerdotale e' diretta discendente dell'unzione messianica?

una sola fede ha detto...

@Josh scrive:

"Spostare questo però, vale per tutti, nella celebrazione e lode del Signore ....è tutto un altro paio di maniche".


...a tal proposito vedasi la "Pinocchio mass" celebrata dall'allora card. Bergoglio (chissà se il direttore di radiomaria approverebbe anche questa...):

http://www.novusordowatch.org/wire/pinocchio-i-liturgical.htm

rafminimi@infinito.it ha detto...

Correva l'anno 1975. Un missionario saveriano, della mia parrochia,
tornato dopo dieci anni dall'Africa, viene spedito ad un corso di
"Aggiornamento" presso la Casa di Roma. Tornato da tale corso, c'è ne fa, a
noi del gruppo parrocchiale, una sorta di sintesi. Fra le tante perle, che
per analizzarle tutte ci vorrebbe un 3d a parte, una è fenomenale :"Gesù non
era Sacerdote- Nè all'uso ebraico, essendo il sacerdozio un monopolio della
tribù di Levi, e lui era della tribù di Giuda. Nè, ovviamente
all'uso cristiano, visto che non era mai stato ordinato da un vescovo".
Ebbene, Gesù è, non solo L'UNICO vero sacerdote del Nuovo Testamento,
essendo
preti e vescovi degli "Alter Christus", quindi sacerdoti per partecipazione
a tale sacerdozio (sugli altari Gesù immola se stesso, tramite il
sacerdote), ma Nostro Signore è Sacerdote anche nel senso ebraico. San
Giocchino era della tribù di Giuda, ma Sant'Anna era della tribù di Levi,
della stirpe di Aronne, fratello di Mosè. Infatti, delle tradizioni dicono
che Giuseppe
d'Arimatea era zio materno di Sant'Anna, quindi prozio della Vergine e
pro-prozio del Redentore. E' indicata anche la città natale di Sant'Anna,
SAPPHIRA (il nome della moglie di Mosè). Oggi è una città fantasma,
abbandonata nel corso della prima Guerra arabo-israeliana del 1948. Tutta la
sua
popolazione, che, storicamente, era sempre stata a maggioranza cristiana,
andò
profuga.

RIC ha detto...

Il fatto che ci siano piu' cattolici in America Latina che in Europa nonche' la perdita' di verticalita' della Chiesa a favore di una non meglio identificata collegialita' (in cui tutti possono dire o fare cio' che vogliono) porta alle aberrazioni alle quali stiamo assistendo da otto mesi. Poiche' i latino americani sono maggioranza ci si sente in diritto di latinoamericanizzare la chiesa, infischiandosene della Tradizione e dei pilastri della fede, mescolando tutto in una perversa insalata russa nella quale tutto e' consentito: anche il fatto che un papa pieghi alle sue esigenze le parabole evangeliche scambiando coloro che danno scandalo ai minori con coloro che rubano. Ennesimo esempio, se ancora ce ne fosse bisogno, dei tragici risultati della cosiddetta "apertura" della chiesa al mondo.

una sola fede ha detto...

...e, già che ci siamo. ecco come distribuiva la Comunione l'allora cardinale in un'altra Messa a Buenos Aires (si veda dal minuto 8, anche un po prima)

http://www.novusordowatch.org/wire/bergoglio-gives-communion.htm#at_pco=smlre-1.0&at_tot=4&at_ab=per-1&at_pos=0


Sarebbe quasi da farne un cofanetto di tutte queste immagini e foto e inviarle per Natale in regalo a tutti i suoi strenui difensori.

Anonimo ha detto...


Jesús, durante su vida humana, no obra Su Iglesia, sino sólo su Obra Redentora. Sus milagros, sus predicaciones, cualquier cosa que hace es sólo para redimir a los hombres. Jesús no inicia Su Iglesia hasta Pentecostés, en que asciende al Cielo para gobernar Su Iglesia derramando sobre Sus Apóstoles y María Santísima el Espíritu necesario para obrar Su Iglesia en la tierra.

Jesús actúa en Su Iglesia como Rey, ya no como Sacerdote, porque Su Sacerdocio es para una Obra de Redención, y Su Reinado es para la Obra de Su Iglesia.

Como esa Obra de Redención se sitúa en todo tiempo de los hombres, en la historia de los hombres, es necesario que los hombres participen de ese Sacerdocio. Y, por eso, Jesús pone en Su Iglesia un Sacramento para recibir el Espíritu de ese Sacerdocio. Y, de esa manera, hay sacerdotes que tienen la misión de unirse a la Obra de la Redención en Cristo. Son corredentores con Cristo. Se unen a Cristo Sacerdote para redimir a los hombres por sus pecados.

Y, por tanto, esos sacerdotes sólo obran la Redención en la Iglesia, sólo tienen poder de consagrar el Cuerpo y la Sangre de Cristo en el altar para que lo que hizo Cristo sea eterno entre los hombres, sea una obra que no pasa nunca porque siempre hay un sacerdote que la pone realmente en medio de la Iglesia.

Los que no reciben el Sacramento del Orden, no son sacerdotes, pero participan del Sacerdocio de Cristo por el Bautismo. Es sólo una participación espiritual, pero no real como en el Sacramento del Orden.

Equiparar a los fieles con los sacerdotes, igualarlos, hacerlos uno en la Iglesia es destruir tanto el Bautismo como el Orden. Son Sacramentos distintos para una misión diferente en la Iglesia. El laico y el sacerdote son hijos de Dios por el Bautismo, tienen el Espíritu de filiación divina, pero el fiel no es sacerdote porque no tiene el Espíritu del Sacerdocio que sólo se da en el Orden.

Hoy ya se enseña esta igualdad por muchos sacerdotes y Obispos, y lo que están enseñando es la destrucción de la Iglesia, para así hacer una nueva iglesia en la que todos sean una sola cosa en el pensamiento del hombre y, por tanto, el sacerdocio se represente sólo de forma externa, sin ningún espíritu en él.

Eso es Francisco y todo su gobierno horizontal: hacen en la Iglesia su teatro, su obra como sacerdotes, en el que ya no creen porque han perdido el Espíritu del Sacerdocio. Se visten de sacerdotes, de Obispos, de Cardenales porque todavía no es tiempo de dejar esos trajes. No hay que asustar a los fieles de la Iglesia antes de tiempo. En su momento, la actual Jerarquía Eclesiástica dejará su careta que tiene ahora y se mostrará tal cual es en realidad.

Anonimo ha detto...

"anche il fatto che un papa pieghi alle sue esigenze le parabole evangeliche scambiando coloro che danno scandalo ai minori con coloro che rubano."

Siamo sicuri che lo scandalo riguardi solo il VI comandamento?

rosa ha detto...

l' interpretazione e' sempre stata quella, che io sappia, anche se ho letto che il termine "questi piccoli" potrebbe riferirsi ai discepolo ed apostoli, non ai bambini.Nei passi precdenti gesu' si rivolge a bambini, quindi si e' portati a pensare a quelli.
A me quel che colpisce di piu' e' la sottolineatura della " corruzione" in termini esclusivamente finanziari, come se si parlasse del reato. Ora "corruzione" per un cristiano cattolico dovrebbe avere anche altri significati: la corruzione della carne, la corruzione dell' anima ad opera del peccato, del diavolo, ecc. e poi ladri non sono solo quelli che rubano allo stato. ed anche questo che cosa vuol dire? perche' il Papa dovrebbe preoccuparsi dello "Stato"? e se lo Stato e' un regime dittatoriale?
Rosa

Anonimo ha detto...

Che lo scandalo riguardi il sesto comandamento e solo una delle tante interpretazioni possibili.

Anonimo ha detto...

Un cardenal que predica la igualdad de los fieles con los sacerdotes, como es Óscar Maradiaga, es una señal de que ese Cardenal ya no celebra su misa, ya no consagra, porque ya ha perdido la Fe en Cristo Sacerdote y en la Iglesia.
La Fe, si no se predica como es, entonces es la señal de que esa persona no tiene Fe, sino que ya se inventó su fe humana. Y se viste de Obispo o de sacerdote sólo por aparentar, pero no porque viva ese Espíritu.
Hay muchos sacerdotes y Obispos de esta manera. Cuando predican claramente una doctrina opuesta a la de Cristo, como es Francisco, automáticamente — y no hace falta poner la mano en el fuego —, ese sacerdote, ese Obispo no consagra nada cuando celebra su misa. Hace un teatro y sólo un teatro en la Iglesia.
El sacerdote sólo tiene poder de consagrar en la Iglesia. Pero es necesario que el sacerdote crea en la Palabra de Dios. Sin esa Fe, no hay consagración en el Altar, aunque diga las palabras correctas cuando consagra.
El sacerdote no tiene poder de gobernar, de enseñar, de santificar la Iglesia. Sólo de consagrar.
Ese Triple Poder se lo da Jesús sólo a Pedro, al hacerlo Cabeza de Su Iglesia. Y cuando los Obispos y sacerdotes se unen a Pedro, le obedecen, entonces el sacerdote y el Obispo tienen el poder para enseñar, gobernar y santificar la Iglesia de Cristo.
Son dos poderes distintos en la Iglesia: el poder de consagrar y el poder de hacer Iglesia.
Muchos sacerdotes consagran, pero no hacen Iglesia: porque no están unidos a Pedro, no obedecen a Pedro.
Muchos no consagran ni tampoco hacen Iglesia: porque ya han perdido la fe divina y la fe católica.
Muy pocos consagran y hacen Iglesia, porque muy pocos se rigen por el Espíritu del Sacerdocio y por el Espíritu de la Iglesia.
Ahora en la Iglesia no se quiere esa doctrina de Cristo y cuando se predica, la gente se alborota. Eso es señal de que no hay Espíritu de la Iglesia en el Cuerpo Místico. Y si no hay Espíritu no se puede enseñar, ni gobernar, ni santificar nada en la Iglesia.
Estamos en tiempos muy difíciles. Y hay que resistir a Roma para seguir la Iglesia verdadera. Quien no resiste se pierde en una iglesia que ya es la nueva plataforma para el Anticristo en Roma.

Marco P. ha detto...

Gesù E' sacerdote perché in Lui si compie l'opera della redenzione che riporta gli uomini a Dio che in Lui si è incarnato. quindi egli fa da tramite tra il Divino e l'umano, è il ponte che unisce ciò che a causa del peccato non era possibile collegare essendoci per l'appunto l'abisso.
Se per gli ebrei di 2000 anni fa e di oggi Nostro Signore non è sacerdote questo non importa, perché loro vivono nell'errore e non capisco il senso e la logica di questa argomentazione, a meno che si voglia sottintendere che il card. Mariadaga è di religione ebraica.
Inoltre visto che Gesù è l'incarnazione della seconda persona della S.ma Trinità, dire che è un laico significa "dimenticarsi" della Sua natura divina, una sorta di arianesimo di ritorno... .
Come dice giustamente l'anonimo che scrive in spagnolo ogni sacerdote cattolico ordinato opera in persona Christi durante il Santo Sacrificio e durante l'amministrazione degli altri Sacramenti ed è sacerdote per partecipazione del Sacerdozio del Cristo analogamente al fatto che noi battezzati abbiamo la vita divina per partecipazione. Livellare Battesimo ed Ordine sostenendo l'uguaglianza tra sacerdozio ordinato ed universale, ed anzi mettendo il secondo ad un livello superiore al primo, significa sostenere che quest'ultimo Sacramento è superfluo, ma in fondo anche per i protestanti, se non ricordo male, l'unico sacramento che conta è il battesimo, o no ?

rosa ha detto...

l' Ordine sara' superfluo, il matrimonio sara'superfluo, la conzfessione sara' superflua - tanto Dio perdona sempre - all' Eucaristia non mi genufletto perche' ...la Cresima potrebbe offendere i non cristiani ( cos'e' questo " essere soldati di Gesu'? l' estrema unzione...ma se decideremo per l' eutanasia, che ce ne facciamo?
Vi sembro apocalittica ?
Rosa

una sola fede ha detto...

@Rosa che scrivi "Vi sembro apocalittica?
Rosa"


Beh, no, anzi da un certo punto di vista in quanto a clima apocalittico si può dire che sei quasi "sulla notizia", come si dice in questi casi:

CAPOTERRA, SPUTA L'OSTIA E LA CALPESTA. SGOMENTO E RABBIA TRA I FEDELI
"[...] La ragazzina tredicenne dopo aver ricevuto l'ostia, ha raggiunto un gruppo di compagni prima di sputarla per terra e calpestarla".

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/11/13/capoterra_sputa_l_ostia_e_la_calpesta_sgomento_e_rabbia_tra_i_fedeli-6-340047.html

rocco ha detto...

chiedevo: "ciao mic,

ma e' sbagliato dire che l'unzione sacerdotale e' diretta discendente dell'unzione messianica? "

ma fra i tanti post forse era sfuggito , e cercando ho trovato questa interessante pagina!

per chi volesse
http://www.clerus.org/clerus/dati/1998-12/02-2/MESSACRS82.rtf.html

mic ha detto...

Grazie Rocco!
Il mistero sacerdotale del Giovedì Santo. Proprio quello così ignobilmente (non riesco a non usare questo termine) violato...

rocco ha detto...

sempre grazie a te mic!

rocco ha detto...

proprio il Giovedi' Santo!! intelligenti pauca!

rocco ha detto...

un'altra domanda:

c'e' una differenza sostanziale tra discepolo e apostolo? traducendo oggi chi sono gli apostoli e chi i discepoli , se e' possibile fare un tale accostamento.

rosa ha detto...

apostolos, in greco, e @' inviato, mentre discipulus e' latino, da discere, quindi l' allievo, ma anche l' aiutante. oggi noi fedeli potremmo essere i discipuli, mentre gli ordinati, cioe' i consacrati nell' ordine, sarebbero gli inviati a predicare la buona novella, gli apostoli.
rosa

rocco ha detto...

ciao Rosa,
hai confermato un pensiero che avevo a grandi linee.

rocco ha detto...

anche il diaconato e' identificabile con i discepoli?