Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 28 febbraio 2015

Chiesa e preti senza carita’ : “perché non c'era posto per loro”

Riprendo, da MiL, l'ennesima denuncia dell'ostracismo dei misericordiosi. ne avevamo parlato qui.

Una ( triste ) realtà dei nostri ( tristi) giorni.
C’era una volta in una ridente città di provincia un bel gruppo di fedeli, variegato per età e per condizione sociale, unito dall’entusiasmo comune di lodare Dio con le espressioni liturgiche dei loro padri.
Pregavano assieme ad un piccola comunità di frati : perfetta attuazione dell’ideale “cor unum” di cui tanti parlano ma che pochi riescono ad attuare.
Due anni fa in piena estate comunicarono ai fedeli che i fraticelli non avrebbero più potuto celebrare la Messa antica …
La Provvidenza Divina volle però che la celebrazione della S.Messa Gregoriana non subisse interruzione alcuna in quella città e in quella chiesa : ai frati "impediti" infatti subentrò  un giovane e bravo prete venuto “dalla fine del mondo” che, grazie al suo indiscusso carisma e alle belle ed ispirate omelie, ha fatto pure raddoppiare il numero dei fedeli (anche da località  lontane)   .
Il gruppo cresceva e si rendeva meritevole di bellissimi gesti di carità verso Dio (culto) e verso i bisognosi.
Grazie al gruppo della “messa in latino” i fraticelli potevano affrontare più serenamente le spese di gestione della monumentale chiesa; un Organista professionista suonava la Messa assieme ad alcuni cantori professionisti; furono acquistati diversi arredi ed addobbi per le esigenze liturgiche locali (come fanno un po’ tutti i gruppi liturgici che da sud a nord costituiscono una delle “glorie nascoste” della Chiesa italiana ).
Ma un brutto giorno il Convento venne chiuso, i frati mandati via e la porta della Chiesa sprangata da un fabbro che cambiò pure le serrature.
E i fedeli ?
In mezzo la strada… (come i nostri fratelli di Amiens : chi ricorda la storia di quegli eroici fedeli ? ) costretti a migrare “verso i monti” per assistere alla Messa antica che il bravo prete, venuto “dalla fine del mondo”, celebra per quei bravi e sfortunati fedeli.
  • Sfortunati perché nessun prete è stato mosso a compassione del loro sfratto cittadino.
  • Sfortunati perché sono stati sempre osservati dai preti cittadini con supponente gelosia ed invidia.
  • Sfortunati perché hanno capito che nessun prete dentro le mura cittadine li vuole ospitare “perché non c'era posto per loro”, mentre vengono inaugurati in pompa magna dei "centri" per i seguaci di altre religioni.
Che figura sta facendo la Chiesa locale nei confronti dei fedeli di questo gruppo (uno dei più numerosi e attivi in Italia)? Che figura stanno facendo quei preti che sono stati solo capaci di far pesare il loro risentimento contro quelle celebrazioni, rese ancor più splendenti grazie al volontariato di decine di persone ?
Che "colpa" hanno i gruppi liturgici tradizionali se riescono ad avere la collaborazione di volontari, giovani ed adulti, per il decoro liturgico? Perchè non fanno la stessa cosa anche gli altri Parroci per le loro (sciatte) celebrazioni ?
Il modo in cui vengono trattati quei fratelli, sfrattati ed itineranti "per i monti", dovrebbe far arrossire di vergogna il volto di alcuni Consacrati.
Cari fratelli,  sfrattati ed itineranti "per i monti", state a testa alta! Altri si debbono vergognare per la vostra sofferenza : “Perchè se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”
Quante storie di dilette e pure anime  ( fedeli al Vangelo e al Magistero) perseguitate dai Sacerdoti "di ghiaccio" che, tappandosi le orecchie e gli occhi continuano a far finta di non sapere che nelle loro chiese e cappelle “non c'era posto per loro”, dovremo narrare nel prossimo futuro "ad perpetuam rei memoriam"?

Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)

25 commenti:

Anonimo ha detto...

questi fedeli non hanno sacerdote per accogliergli perché i vescovi hanno negato o hanno scacciato le vocazione che vorrebbero aiutargli...

Ance i FSSPX non vuole le vocazione locali, soli quelli che fanno parte del loro gruppo...


Quindi, dove vanno queste vocazioni? sono perse...

E quindi, questi fedeli sono senza pastori...


Romano


mic ha detto...

Ance i FSSPX non vuole le vocazione locali, soli quelli che fanno parte del loro gruppo...

Forse avviene il contrario: nessuno che ha la vocazione va a iscriversi ad un seminario FSSPX, se già non è stato respinto da tutti e sente una vocazione fortemente tradizionale.
Non mi risulta che la Fraternità escluda qualcuno. Piuttosto, che io sappia, nel pre-seminario vengono colmate molte lacune...

Tradizione Sacra ha detto...

Perchè continuate una campagna senza essere di servizio alla Tradizione?

Anonimo ha detto...

La bella città di provincia è, forse, il paese natale di Pannella?

Anonimo ha detto...

Mic,

Capisco bene la realtà, ho parlato con un numero di vocazioni locali che sono state perse.

Le risposte al Vaticano II sono state diverse.

In parte, ci sono stati quelli come Pd. Manelli che hanno provato per lungo tempo di prendere la via conservativa, le cose migliori e di ignorare gli errori...per un tempo ha salvato tante vocazioni...

Ci sono quelli che hanno perso la speranza o la fede...

Ci sono quelli come l'Arcivescovo che ha provato una via media, per eviatre la scisma e appoggiare la tradizione...

Penso che il modo migliore era quello del Vescovo brasiliano, che provava di mantenere la chiesa locale in fidelità perfetta alla tradizione...

la mancanza grave era che nessuno provava di ripristinare le chiese locali nella tradizione...

per farlo, il diritto dei fedeli in ogni diocesi per avere un vescovo non eretico si deve riconoscere e quindi, il diritto dei sacerdoti locali per sceglierlo e l'obbligo dei vescovi cattolici per ordinarlo ...

Questa non è scisma perché ogni chiesa locale ha lo stesso diritto a resistere come ogni fedele...e quindi se un Romano ha il diritto di andare a Albano per la messa quotidiana, una chiesa locale totale ha il diritto di ristabilirsi nella tradizione...

I vescovo che non vogliano di riconoscere tale diritto della chiesa locale (diocesi) non vogliano una soluzione della crisi....ma solamente la continuazione della crisi...

Non c'è stata ancora una risposta cattolica piena alla crisi...e quindi la crisi continua...


Romano

mic ha detto...

per farlo, il diritto dei fedeli in ogni diocesi per avere un vescovo non eretico si deve riconoscere e quindi, il diritto dei sacerdoti locali per sceglierlo e l'obbligo dei vescovi cattolici per ordinarlo ...

Ci vuole una rete di fedeli "tosta" formata e salda e dei buoni sacerdoti a guidarla...

Silente ha detto...

Testimonianza commovente, l'ennesima, di una persecuzione che ormai è esplicita, sfacciata, incontrovertibile. Ancor più mostruosa perché in contrasto con la Tradizione, la Dottrina e le norme canoniche vigenti.

Però, però, avrei preferito che la triste testimonianza pubblicata dai bravi redattori di Mil avesse riportato luoghi ("ridente città di provincia"?), nomi, fatti, responsabili. Chi è il Vescovo che ha, se non permesso, certamente tollerato lo scempio? Perché questo intimidito silenzio? Solo per dare, narrativamente, valore generale ed esemplare al caso?
Ancora, quali le reazioni dei "bravi fedeli"? Hanno subito senza protestare? Nessuna resistenza, anche solo modesta? Che so, una piccola petizione, qualche lettera ai giornali, una raccolta di firme, una veglia pubblica di preghiera, una rispettosissima (noi siamo sempre rispettosissimi) richiesta di spiegazioni a Sua Eccellenza Reverendissima il Vescovo? Mi illudo che il testo di Mil non ne parli, ma che queste reazioni ci siano state. Ma non ne sono convinto.

Il tema è più generale: pur consapevole della debolezza mediatica e comunicativa dei "tradizionalisti", pur avvertito dalla viscida malvagità dei persecutori "progressisti" e della loro pericolosità, possibile che noi si debba essere sempre "agnelli sacrificali" portati al macello senza un belato di protesta? Certo, noi non siamo le "comunità ecclesiali di base", noi non occupiamo le chiese e i Vescovati, noi "siamo comunque fedeli al Papa", noi "rispettiamo la gerarchia". Giusto (forse). Altrimenti non saremmo tradizionalisti (forse). E' il nostro paradosso, ma è anche, ammettiamolo, la nostra maledizione.
Ecco, vivaddio, vorrei vedere maggiore reattività, maggiore coraggio, maggiore aggressività, maggiore mobilitazione. E certo non mi rivolgo a Mic, che la buona battaglia la combatte, e bene. Però vorrei tradizionalisti meno "collitorti", meno generici nelle loro denunce, meno rassegnati, meno curiali (o forse non lo siamo abbastanza?), meno ubbidienti, se necessario.
Vorrei più Lefebvre, più de Mattei, più Gnocchi, più Palmaro, più Socci (con tutte le riserve), più Nitoglia, più Mic, persino più Ricossa, se serve (così, provocatoriamente, fornisco a qualcuno il destro per accusarmi di "sedevacantismo", anche se ovviamente non è vero).
Posso dirlo?: vorrei tradizionalisti con le palle. Lasciatemelo ripetere: con le palle. Non silenti "bravi fedeli" che al massimo mandano generiche, genericissime, blande denunce a qualche sito. Non mugugnanti in fondo alla chiesa. Non rassegnati scuotitori di testa.

Ecco, un piccolissimo sasso nello stagno l'ho lanciato. Ora, sparatemi pure. Oportet ut scandala eveniant.

mic ha detto...

Caro Silente,
dal link che ho messo all'inizio, ricordando che avevamo parlato anche noi dei prodromi: è Teramo.

Silente ha detto...

Certo, cara Mic, tu ne hai giustamente dato conto in premessa, ma l'informazione non era contenuta nel testo pubblicato su Mil, ed è a questo che mi riferivo.

Anonimo ha detto...

E' ben chiara e apprezzabile quanto ha scritto Silente ma ( ci sono sempre dei ma, troppi ma ) talvolta bisogna trasformarsi in mansuete pecore al fine di avere una chiesa per celebrare la messa...
"Se farete anche un solo articolo su un giornale... scordatevi la messa e la chiesa ".
E così tutti debbono chinare il capo e passare silenti sotto il giogo.
Cmq i fedeli di quella comunità hanno, ancora, il loro prete.

mic ha detto...

E così tutti debbono chinare il capo e passare silenti sotto il giogo.
Cmq i fedeli di quella comunità hanno, ancora, il loro prete.


E gli altri? Bisogna lottare non solo per se stessi. Ma anche per gli altri.
Insomma, se si lotta per il Signore, dovrebbe succedere quel che dice più su Romano!

Anonimo ha detto...

Teramo come Torino. Anche qui è in corso una persecuzione contro il coeuts che promuove la liturgia tradizionale. Non a caso le Messe torinese da due mesi ormai devono cambiare di sede ogni domenica e non resistono nello stesso posto più di due celebrazioni di fila.

Tradizione Sacra ha detto...

Teramo è il Paese Natale del Servo di Dio Settimio Manelli.

Cmq vi dico che continuate una campagna inutile perchè create solo confusione, poichè non conoscete assolutamente come stanno le cose a Teramo, forse la ns situazione è molto diversa da come ve la immaginate.

Vi chiedo almeno di che questa II Domenica di Quaresima (come TUTTE le Domeniche) c'è la Santa Messa Cantata in VO a Faieto (Te) Chiesa di Sant'Andrea ore 17:00 come accordato dal ns Amato Vescovo.

Andrea Carradori ha detto...

Carissimo Silente, ho letto con interesse il Tuo scritto. E' bello confrontarsi nei blog anche per avere un miglioramento delle proprie azioni quotidiane. La mia posizione ecclesiale in alcuni versi è differente dalla tua. Essendo la Messa, e principalente quella nel venerabile rito antico - più snella nella santificazione perchè in quel modo è stata celebrata da migliaia di santi- veicolo di perfezione spirituale tantè che il Signore ammonisce "Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all'altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta.". Quindi io accostandomi all'Altare di Dio debbo lasciare fuori dalla chiesa le mie animosità, la mia personalità e soprattutto i miei risentimenti. La Messa non può essere motivi di contese o di ripicche. Altrimenti il Signore la toglie. Una questione di ecclesiologia e di ecclesialità . Noi stiamo parlando in sacris e aimè, caro Silente, rileggendo le tue citazioni , dei modelli che tu ritieni , legittimemente, importanti per me ne scorgo qualcuno che odorano di non sana ecclesialità ma di provocazzione, di trappole, di trabocchetti soprattutto contro dei Consacrati. ( fine pars prima)

Andrea Carradori ha detto...

Sempre per Silente. ( pars secunda)
In un clima di normale ecclesialità io non debbo ne' voglio sentire estranei o nemici i Pastori che legittimamente la Santa Sede, quindi Cristo Signore, mi ha donato per la mia salvezza che fa purtroppo rima con Calvario.
Il Vescovo/persecutore o il Parroco/persecutore nell'ottica ecclesiale di sempre diventano strumenti di perfezione spirituale per i perseguitati quindi di santificazione. E ci sono anche dei vescovi/santi perchè santificati dai nostri gruppi. Sono a piena conoscenza, ad esempio, di un santo vescovo che silente accetta "obtorto collo" la celebrazione di messe con preti a lui sconosciuti senza una regolare copertura canonica. Eppure sta zitto per amore della comunione e nella convinzione che il Signore vi porrà rimedio.
Infine la questione di una linea editoriale.
Faccio un esempio. Sono responsabile di un sito di un'associazione musicale/storico/nobiliare. E' ovvio che ho dei limiti : non posso scrivere sulle ricette culinarie ( a meno che voglia trattare di Compositori - tipo Rossini- che ne hanno create di molte); non posso scrivere contro la scienza araldica ecc ecc debbo, cioè, essere fedele al nome e alle finalità del sito. Se , ad esempio, il mio sito si chiama Messa in latino (intende cioè coagulare un ensamble di realtà ecclesiali che attraverso il Motu Proprio svolgono attività ecclesiale attorno all'Altare) è ovvio che anche per non far cadere del fuoco amico sui miei fratelli debbo avere una linea diversa da quella di un normale sito.
E' vero che si tratta di un sito "privato" ma essendo letto da moltissimi prelati, dentro e fuori le sacre mura, Messa in latino ha di per se' una veste un po' ufficiale . Stiamo attenti a non far cadere il fuoco amico sulle nostre stesse comunità di preghiera ! Buona domenica. Andrea
( Scusate gli errori ma vado molto di fretta)

mic ha detto...

Caro Andrea,
Esiste anche una sana indignazione, che va incanalata in azioni che possono essere efficaci, che non ha niente a che vedere con ripicche o addirittura con trappole...
E non è neppure questione di "snellezza di santificazione" ma di fedeltà al Santo Sacrificio e a ciò che esso significa e opera...

Andrea Carradori ha detto...

Cara Mic la fedeltà al Santo Sacrificio può stare anche nel nuovo rito... ma è santamente e pienamente significata nella liturgia antica dei nostri padri.
Apprezzo, e lo sai, la tua rettitudine di pensiero ( = onestà) ma ribadisco che non sempre nei nostri ambienti vige l'assoluta buona fede e se potesse fare lo sgambetto a un vescovo ... chi scrive non è tanto megliore degli altri ... però sono in una fase in cui lo riconosco.

Anonimo ha detto...

Tradizione sacra sarebbe stato assai meglio che non avessi scritto nulla : vi hanno cacciato fuori dalla citta fino a farvi arrivare a Faieto (Te) nella Chiesa di Sant'Andrea .
Che il vescovo lo sappia o no non è importanti : voi state in una parrocchia come il motu proprio e Universae Ecclesiae prescrivono.
Almeno una cosa in regola l'avete fatta.
Ma a qualche kilometro di distanza da Teramo.

Luisa ha detto...

"La Messa non può essere motivi di contese o di ripicche."

Verità lapalissiana, poi bisogna specificare che cosa si intende per contese e ripicche e chi si ritiene esserne l`autore.
Difendere e riaffermare il proprio amore, bisogno, ancor prima che diritto, per la Santa Messa Antica, non è entrare in contese, non è fare ripicche, NON è agire CONTRO chi detesta e irride quella Messa, e disprezza i suoi fedeli, ma è agire PER la Santa Messa stessa, è semplicemente avere il coraggio di far fronte a chi a quella Messa si oppone, dall`alto del suo potere, piccolo o grande che sia, è guardare in faccia la realtà di quell`opposizione tenace e vergognosa, e invece di rinunciare, cedere e sottomettersi, è decidere di organizzarsi in modo efficace e intelligente per ottenere quello che è, sì, un diritto, è anche scegliere di comunicare i rifiuti vergognosi, i comportamenti deprecabili di chi è rinchiuso nella sua ideologia granitica e nel suo odio per la Messa che ha santificato la vita dei cattolici lungo i secoli.
Fare tutto ciò non è entrare in contese o fare ripicche, anche se possono esserci gruppi o persone che non servono con il loro comportamento la buona battaglia( ma quale gruppo, quale comunità, non ha nel suo seno elementi in margine?) non attribuiamo a chi è vittima di abusi di potere un ruolo, delle etichette e delle responsabilità che non gli appartengono.
Se posso, entro certi limiti, capire il linguaggio ecclesialmente corretto, tutto volto a non suscitare le ire dei potenti, non bisogna comunque ribaltare le responsablità.

Anonimo ha detto...

A 630 m, in montagna, la messa tridentina non è più contagiosa per i parroci urbani.
Faieto è un frazione del Comune di Cortino (in Provincia di Teramo).
Il paese è sito a una quota di 630 metri di altitudine.

Silente ha detto...

Caro Andrea,
grazie per la Tua attenzione. Conosco e apprezzo il Tuo impegno per la Tradizione e la Tua dedizione alla sua difesa e diffusione. Come ricorderai, sono un lettore "storico" di Mil. Anche per questo voglio assicurarTi che la mia provocazione, che voleva essere anche un po' giocosa, non era rivolta verso Mil e forse neppure verso i "tradizionalisti" di Teramo che, come molti altri che meritoriamente "agiscono sul territorio", devono, nella triste ora presente, muoversi con la necessaria prudenza. Lo capisco. Anche perché sarebbe presuntuoso, da parte mia, giudicare situazioni locali che necessariamente non conosco.
Purtuttavia, e con il massimo riguardo per le varie, diversificate realtà locali, mi chiedo se non ci sia talvolta, da parte nostra, un eccessivo ricorso alla prudenza, alla sottomissione a qualsiasi diktat, all'obbedienza ad ogni costo. Mi chiedo talvolta se non sia più opportuno, non solo sul piano della difesa dei principi, ma anche su quello dei risultati concreti, un atteggiamento più fermo, più coraggioso, meno rinunciatario, anche, ma non solo, in termini di comunicazione. Tutto qua. Tra le virtù cardinali, oltre alla prudenza, c'è anche la fortezza.
Con la stima di sempre, buona domenica anche a Te.
Silente

Silente ha detto...

Cara Mic
hai visto la positiva segnalazione/recensione del tuo libro La questione liturgica su il Giornale di oggi (pag. 20), firmata da Mattia Rossi?

mic ha detto...

Sì, grazie, Silente.
Me l'aveva segnalata l'editore. :)

Andrea Carradori ha detto...

Carissimo Silente, grazie per le belle ed immeritate parole che hai avuto la bontà di indirizzarmi.
Terrò conto della tua saggia esortazione " Tra le virtù cardinali, oltre alla prudenza, c'è anche la fortezza."
In unione di preghiera.
Andrea

rr ha detto...

Uno delle conseguenze peggiori sul piano proprio pastorale dell'abdicazione e del l'arrivo del VdR è proprio che, essendo ancora regnante BXVI, c'era la speranza che pian piano più vescovi si "aprissero" al VO e a tutto ciò che ne consegue in termini devozionali, ma anche dottrinali. Invece quelli che erano propensi a muoversi in quel senso, si son bloccati, e gli avversari (perché poi, solo Dio lo sa ?) si son ringalluzziti.
Eppure là dove i vescovi sono favorevoli, e chiamano preti FSSP o IRCS o simili a celebrare, le chiese si riempiono di nuovo, e rifioriscono le vocazioni. Come per es. sta avvenendo in USA.
Speriamo che la "vis sanatrix naturae" ci dia una mano nel breve termine, Non solo a noi, ma all Chiesa stessa.
Che poi la vis sanatrix naturae sia una forma della Provvidenza divina, lascio a voi il giudicarlo.
RR