Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 17 febbraio 2015

"Ad una liturgia devastata non si può opporre una liturgia raffazzonata alla meglio per accontentare tutti, ma il ripristino della stessa nella sua forma ordinata, com'era prima del suo crollo"

Un filmato proposto da Traditio liturgica rinvenuto su youtube: si tratta di una messa solenne in periodo per annum tenuta in Inghilterra nel 1960 nel collegio cattolico di Ushaw. Ecco cosa scrive, trovandoci d'accordo, Una fides, da cui l'ho ripreso.

Questa liturgia, lo ammetto, non cessa di esercitare su di me ammirazione se non altro perché qui la forma simbolica è chiarissima; la liturgia è una serie di azioni e parole in perfetta concatenazione tra loro. A vederla non si ha solo una sensazione estetica ma quella che ogni cosa sta al suo giusto posto. La messa cattolica tradizionale (nella sua versione postridentina) è l'ultimo stadio della messa latina medioevale ereditata a sua volta dalla liturgia patristica della Chiesa di Roma, per quanto con alcuni aggiustamenti e con aggiunte nel tempo. Pur passando attraverso l'epoca scolastica con la sua impostazione razionale, il suo cuore resta patristico [e prima ancora, Apostolico - ndR].
L'esecuzione è ammirevole: non ho mai sentito così tante voci cantare appropriatamente le parti variabili (introito, graduale, alleluia, offertorio communio). Il momento più alto della liturgia cattolica prima del suo crollo avvenuto inaspettatamente pochissimi anni dopo per innegabile volere delle più alte dignità ecclesiastiche a cui seguì (e continua a seguire) una vera e propria furia iconoclasta liturgica!
La soluzione è già stata data nella storia della Chiesa: all'arianesimo non si può opporre un semi-arianesimo, ad una liturgia devastata non si può opporre una liturgia raffazzonata alla meglio per accontentare tutti, ma il ripristino della stessa nella sua forma ordinata, com'era prima del suo crollo.

23 commenti:

Renato Manzo ha detto...

"non si può opporre una liturgia raffazzonata alla meglio per accontentare tutti, ma il ripristino della stessa nella sua forma ordinata, com'era prima del suo crollo".
Non ho più nessun dubbio a tal proposito,nè credo nessuna persona di buon senso possa averne.

Anonimo ha detto...

i una messa solenne in periodo *per annum*?
Scusate, ma il tempo "per annum" (tradotto in quel modo orribile ed anche lessicalmente discutibile "tempo ordinario"), non è una caratteristica del solo novus ordo?

Anonimo ha detto...

MiL se ne era già occupato ... http://blog.messainlatino.it/2015/01/un-video-che-fa-amaramente-riflettere.html

Alessandro Mirabelli ha detto...

OT. So che c'entra come cavoli a merenda ma perché non si dedica un post alla "de iure condendo" separazione fra Stato e Massoneria?

Anonimo ha detto...

al solito anonimo 19:55 quando uno indica la luna c'è chi guarda il dito.....

Anonimo ha detto...

Sotto scrivo tutto l'articolo e il commentario di Mic

Quante ragionamenti ci sono per indebolire le teste di cattolici dopo il Concilio...una vera guerra contra la sanità e contro la fede

Romano

Anonimo ha detto...

Perché questo 'paese' o 'stato', che dir si voglia, dalla massoneria euro-americana è stato creato artificiosamente, non senza un enorme spargimento di sangue, durante il 'glorioso' Risorgimento e a nessuno verrebbe in mente di metterci mano, con tutti i soldi che ci hanno messo.....aggiungerei anche quelli già riscossi per aderire a teorie gayfriendly ed insegnamento gender a scuola.

Cr ha detto...

...sul tempo "per annum", dalle rubriche del Breviario e del Messale Romano del 1960:
Tempus "per annum" decurrit a die 14 ianuarii usque ad Nonam sabbati ante dominicam in Septuagesima, et a I Vesperis festi Ssmae Trinitatis, usque ad nonam inclusive sabbati ante dominica I Adventus.

Anonimo ha detto...

...sul tempo "per annum", dalle rubriche del Breviario e del Messale Romano del 1960:
Tempus "per annum" decurrit a die 14 ianuarii usque ad Nonam sabbati ante dominicam in Septuagesima, et a I Vesperis festi Ssmae Trinitatis, usque ad nonam inclusive sabbati ante dominica I Adventus.

da un vero pastore ha detto...

Mons. Jan Paweł Lenga

Non posso dimenticare quelle scene commoventi dai tempi della persecuzione della Chiesa [in Polonia ai tempi del comunismo, n.d.r.], quando in piccolissime stanze riempite di fedeli durante la S. Messa, bambini, anziani e malati si mettevano in ginocchio ricevendo con riverenza edificante il corpo del Signore. Tra le innovazioni liturgiche apportate nel mondo occidentale, ne emergono specialmente due che oscurano in un certo modo l'aspetto visibile dell'Eucaristia riguardante la sua centralità e sacralità; queste sono: la rimozione del tabernacolo dal centro e la distribuzione della comunione sulla mano. Quando si rimuove il Signore eucaristico, "l'Agnello immolato e vivo", dal posto centrale e quando nella distribuzione della comunione sulla mano si aumenta innegabilmente il pericolo della dispersione dei frammenti, delle profanazioni e dell'equiparazione pratica del pane eucaristico con il pane ordinario, si creano condizioni sfavorevoli per una crescita nella profondità della fede e nella devozione. La comunione sulla mano si sta divulgando e persino imponendo maggiormente come una cosa più comoda, come una specie di moda. Non siano in primo luogo gli specialisti accademici, ma l'anima pura dei bambini e della gente semplice che ci potrebbe insegnare il modo con cui dovremmo trattare il Signore eucaristico. Vorrei fare quindi umilmente le seguenti proposizioni concrete: che la Santa Sede stabilisca una norma universale motivata, secondo la quale il modo ufficiale di ricevere la comunione sia quello in bocca ed in ginocchio; la comunione sulla mano sarebbe riservata invece al clero. Che i vescovi dei luoghi, dove è stata introdotta la comunione sulla mano, si adoperino con prudenza pastorale a ricondurre gradualmente i fedeli al rito ufficiale della comunione, valido per tutte le chiese locali.

[Brano tratto dal discorso pronunciato il 4-10-2005 da Mons. Jan Paweł Lenga al Sinodo dei Vescovi sull'Eucarestia]

Anonimo ha detto...

A queste sagge e ispirate proposte il Sinodo sull'Eucaristia e il Papa del tempo, che risposero? Giorgio

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ MA QUAL E' LA LITURGIA NELLA SUA 'FORMA ORDINATA PRIMA DEL SUO CROLLO'?
Quella del Novus Ordo o dell'Ordo Vetus? L'abuso e il disordine sono a mio avviso gia' contenuti nel NO in quanto tale, dal momento che esso ha abolito l'altare, sostituendolo con la tavola rivolta al popolo. Puo' esistere una Messa cattolica senza l'altare? Dall'abolizione dell'altare (con il Tabernacolo) nascono gli abusi e le profanazioni dell'Eucaristia. Abolendo l'altare, poi, non occorreva piu' l'Introito, tolto di netto. L'introito ("Mi accostero' all'altare di Dio..") indirizzava sin dall'inizio della Messa officiante e congregazione verso il vero Dio Uno e Trino, verso la 2a Persona transustanziata nel Tabernacolo, adorando, chiedendo aiuto e protezione con i bellissimi versetti del Salmo 42. Gia' da questi elementi si vede che si e' voluto mutare lo spirito della Messa. Che si e' voluto andare contro tutta la Tradizione della Chiesa. A cio' va, tra altre cose, aggiunta l'introduzione della creativita' liturgica, da parte del Concilio, formalmente sotto il controllo della S. Sede. Una cosa giustamente mai ammessa, prima. Creatitivita' nella prassi facilitata dall'uso del volgare. Controllo, quindi, oltre che difficile a farsi per tutto l'orbe cattolico anche aleatorio perche' dipendente dalla sensibilita' liturgica del Papa del momento. Cosi' GPII ha tollerato e praticato il "tutti" al posto del "molti" nella Consacrazione del vino, mantenuto nella Institutio del NO,
mentre Ben. XVI lo ha tolto ripristinando il corretto "molti". Mia opinione personale: l'unico modo di eliminare gli abusi e le profanazioni e' quello di tornare alla Messa VO, sic et simpliciter, abbandonando per sempre l'altra. La Messa NO e' irreformabile, bisogna solo disfarsene. Purtroppo molti cattolici non sanno nulla della Messa VO, non sanno neanche che e' esistita, non sanno che tuttora esiste. L'opera intrapresa dal card. Burke e da alcuni vescovi e' sicuramente fondamentale, nella misura in cui sta procedendo al ristabilimento del VO.

mic ha detto...

Sono contenta caro Paolo di questo tuo spassionato commento che mi dà conferma dell'asterisco (e relativo richiamo) che mi ero permessa di mettere al titolo della prefazione del card. Burke all'edizione francese del "Corpus Chtisti" del vescovo Schneider pubblicata giorni fa.

mic ha detto...

E più passa il tempo più me ne convinco...

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Paolo Pasqualucci. Concordo toto corde. Mia opinione: dare la possibilità di celebrare il V.O. nelle lingue vernacolari, tranne il canone romano che dal polo nord al polo sud dovrebbe essere letto in latino submissa voce.

Anonimo delle 14,34 ha detto...

sul tempo "per annum", dalle rubriche del Breviario e del Messale Romano del 1960:
Tempus "per annum" decurrit a die 14 ianuarii usque ad Nonam sabbati ante dominicam in Septuagesima, et a I Vesperis festi Ssmae Trinitatis, usque ad nonam inclusive sabbati ante dominica I Adventus.
In tutti i messali tridentini, anche post-'62 che posseggo, questi periodi sono indicati rispettivamente "TEMPO DELL'EPIFANIA" e "TEMPO DOPO PENTECOSTE".

Pietro C. ha detto...

Ho appena composto un commento sulla liturgia e su alcune sue regole che dimostra come si può iniziare a socchiudere la porta per poi pian piano stravolgerla. Chisssà perché, ma chi lo fa è sempre animato da protagonismo personale!!!

http://traditioliturgica.blogspot.it/2015/02/testi-liturgici-bizantini-autentici-e.html

Buona lettura.

Pietro C. ha detto...

Tornare alla liturgia tradizionale prima del suo crollo (se si legge bene!) significa inevitabilmente tornare alla forma classica che non è la liturgia voluta da Paolo VI.
Questa liturgia per quanto voglia anche arcaicizzare è un "ritus modernus" in tutto e per tutto (vedi Klaus Gamber).
Non ho però specificato se è necessariamente la Messa codificata nel periodo tridentino per lasciare aperta la possibilità di una liturgia anche più antica ma pur sempre TRADIZIONALE!

bernardino ha detto...

@ Alessandro 20,03,
Se ripartiamo dai soliti discorsi, continuiamo a sbagliare; Roncalli e Montini hanno cominciato come dici tu, un poco alla volta. nel 1965 nessuno si era accorto dei cambiamenti del VO, si stavano facendo un passo alla volta; dopo dieci anni tutti i fedeli si erano dimenticati della Messa Bimillenaria Sacrificale e Offertoriale, tutto andava a gonfie vele per i modernisti.
Che ricominciamo con dell'ibrido a cosa serve?
La VO è quella immutabile ed irreformabile dall'Altare alla lingua, dall'inizio alla fine, altrimenti ricominciamo daccapo, perchè verranno quelli che diranno basta col latino, basta con gli inchini, basta con tutto ed in poco tempo risiasmo a Bugnini.
La Messa è una viene dagli Apostoli e dobbiamo resistere ad averla come ha stabilito la XXII sessione del Concilio di Trento.
Ogni cambiamento non ha senso e ci riporta in braccio agli odierni giocolieri.

Pietro C. ha detto...

Se uno capisce bene lo spirito della Liturgia, sa altrettanto bene che la prassi attuale non vi è assolutamente conforme (tranne lodevoli eccezioni). VIcenversa la liturgia tradizionale (che sia nella forma monastica, nella forma "tridentina", nella forma domenicana, nella forma altomedioevale) aveva uno spirito differente. Qui ci sono delle continuità, oggi solo discontinuità!

Cr ha detto...

Il TEMPO DELL'EPIFANIA va dal 6 al 13 gennaio, le domeniche successive prendono il nome di "POST EPIPHANIAM" ma il tempo è "PER ANNUM". Stesso discorso per il tempo dopo Pentecoste. Basta prendere in mano un Messale o un Breviaro (sui messalini c'è scritto di tutto), libri liturgici ufficiali, e guardare le "Rubriche generali"

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Bernardino: ne sei così certo che dando la possibilità di celebrare il VO nella lingua vernacolare, tranne il canone, si finisca a gambe all'aria come è capitato con NO? La Chiesa ortodossa romena celebra la Divina Liturgia di S. Basilico e di S. Giovanni Crisostomo in romeno anziché in paleo slavo o in greco eppure da loro la Divina Liturgia non ha subito modifiche, nonostante la lingua romena.

ilfocohadaardere ha detto...

che ricchezza meravigliosa a Gloria di Dio....