Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 2 agosto 2017

Annie Laurent : « La coscienza d’una identità europea è stata largamente forgiata nel confronto con l'islam »

Grazie alla segnalazione di Luisa, in luogo della precedente sintesi tratta da Il Foglio, vi ripropongo il testo nella versione integrale, più lunga e circostanziata, da noi tradotta dall'originale. Se vi prenderete la briga fare il raffronto vi accorgerete di quanto la sintesi abbia in qualche modo attenuato la realtà rappresentata. In ogni caso, a complemento del pur interessante testo, vi ricordo questa chiara ed esaustiva trattazione di Paolo Pasqualucci, importante anche per la parte relativa alla mariologia coranica.
Scrive Le Rouge & le Noir (luglio 2017)

L'islam ignora il concetto di 'persona'. In Europa si scontra con una società decadente. Il problema è soprattutto spirituale e culturale. Si continua ad ignorare l'impossibile riforma dell'Islam. La storia dimenticata. In alcuni ambienti cristiani si rifiuta l'idea che possiamo avere nemici, dimenticando che Cristo ne ha avuti.
Annie Laurent è una specialista di islam e medio oriente e in questa veste fu chiamata da Benedetto XVI come relatrice al sinodo di Roma del 2010. Ha scritto il libro “L’Islam - Pour tous ceux qui veulent en parler (mais ne le connaissent pas)”.

Le Rouge & le Noir: Quali sono le principali questioni sollevate dalla presenza dell’islam in Europa?
Annie Laurent: “Non molto tempo fa abbiamo incontrato i musulmani, oggi troviamo l’islam”. La frase pronunciata dal cardinale Bernard Panafieu, arcivescovo emerito di Marsiglia, illustra il cambiamento di prospettiva che ha avuto luogo nel nostro paese. Dopo la Seconda guerra mondiale, i primi immigrati musulmani erano principalmente uomini che erano venuti per motivi economici ed erano bramosi di tornare nel loro paese di origine una volta che avessero avuto i mezzi per sostenere le loro famiglie a casa. Essi non hanno quindi avuto alcuna pretesa di ordine religioso.
Tutto è cambiato negli anni Settanta, quando i vari governi hanno optato per il ricongiungimento familiare (la Francia nel 1974, sotto la presidenza di Valéry Giscard d’Estaing) e per la possibilità per gli stranieri di formare associazioni. Alcuni dei paesi europei hanno optato ufficialmente per il multiculturalismo, come la Gran Bretagna.
Così, a poco a poco, il vecchio continenteha affrontato un'immigrazione stanziale, e dunque definitiva. I musulmani in Europa vogliono vivere secondo i principi della loro religione e della loro cultura. Si deve sapere che l’islam ha un progetto che è anche sociale e politico e che mescola lo spirituale e il temporale. E questo progetto si basa su una volontà attribuita a Dio, attraverso il Corano e l’esemplarità di Maometto, descritta come un “bellissimo modello” nello stesso Corano (33, 21). Ma le basi della cultura islamica sono estranee a quelle della cultura europea, basata principalmente sul cristianesimo. Ad esempio, l’islam ignora il concetto di “persona”, che è di origine biblica e affonda le sue radici nella realtà del Dio Uno e Trino. Genesi insegna che “Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; li creò maschio e femmina” (Gn 1, 27). Così inteso, l'essere umano ha una dignità inalienabile e inviolabile. Ora, il racconto coranico della creazione oscura questa splendida realtà. Allah resta estraneo all'uomo. Non condivide nulla con lui.
La stessa parola “persona” è assente dal vocabolario arabo. Pertanto gli arabizzati cristiani del Medio Oriente hanno conservato l’uso della parola “ouqnoum” che significa “persona” in aramaico, la lingua parlata da Cristo. Nell’islam, l’individuo trova la sua dignità in quanto “sottomesso” a Dio e membro della Umma, la comunità musulmana, elementi che lo privano di una vera libertà, soprattutto nel campo della coscienza e della ragione. Questa è una differenza fondamentale tra cristianesimo e Islam riguardo alla visione dell'uomo e alla sua vocazione.
Nello stabilirsi in Europa i musulmani avrebbero potuto beneficiare del concetto cristiano in tema di antropologia. Ma l’islam è venuto a vivere con noi mentre perdevamo di vista le radici di questa visione dell’uomo e di tutto ciò che costituisce il fondamento della nostra civiltà, in particolare la libertà deformata in liberalismo assoluto e l'uguaglianza, deformata in egualitarismo; mentre noi siamo degenerati attraverso l'ateismo e il laicismo. Dopo aver abbandonato la nostra eredità cristiana, non siamo in grado di trasmettere ai musulmani quello che abbiamo di migliore. Inoltre essi rifiutano la nostra cultura attuale, mentre un secolo fa la trovavano attraente e degna di imitazione.
Per rispondere con maggior precisione alla domanda, l’islam in Europa si scontra con una società decadente che non solo non la rende possibile raccogliere la sfida esistenziale rappresentata da questa nuova realtà, ma la prepara a sottomettersi a un sistema in cui Dio e la sua legge hanno il primo posto [che poi non sia il nostro Dio neppure lo riconosce -ndT]. Il problema è soprattutto spirituale e culturale.

R & N: Come accetta l’islam la critica letteraria e storica del suo testo e della sua formazione?

AL: Secondo una definizione dogmatica del IX secolo, al tempo del califfato abbaside di Baghdad, il Corano è un libro “increato”. Ha Dio come autore. E' anche parte del divino dal momento che nella sua forma materiale, si tratta di una copia di un originale, la “Madre del Libro”, conservato presso Allah dall'eternità (Corano 13, 39), dunque preesistente alla storia. Contrariamente alla Bibbia, che si presenta come una raccolta di opere scritte da uomini sotto la mozione dello Spirito Santo (dottrina dell'ispirazione), la creatura umana non ha avuto alcun ruolo nella redazione e nell'elaborazione del Corano. Per accreditare questa tesi i musulmani hanno sempre sostenuto che Maometto era analfabeta e l'anno presentato come il trasmettitore passivo. A causa del suo statuto divino il Corano non può essere soggetto all’esegesi, che coinvolge le discipline umanistiche, cui è sottoposta la Bibbia nella chiesa cattolica. Non è vietato interrogarsi sulle “circostanze storiche della rivelazione”; questa scienza è riconosciuta dalle scuole che non si attengono a una lettura letteralista, ma essa non può contraddire la natura eterna del Corano il cui contenuto è astorico. Gli studiosi musulmani ammettono il ruolo del terzo califfo, Othman, nella composizione del Corano com'è ora. Ma non si interrogano, ad esempio, sulle ragioni che hanno motivato l'ordinamento del testo. Le sure e i versetti non sono classificati nell'ordine cronologico della loro “discesa” (parola usata per qualificare la trasmissione del Corano a Maometto da parte dell'Arcangelo Gabriele) né per ordine tematico. L'ordine mantenuto è la lunghezza decrescente delle sure, a parte la prima, che è molto breve. Sicché la seconda è la più lunga mentre l'ultima, la 114ma, è la più breve. E' così che Dio ha voluto. La critica letteraria è impossibile. Il Corano si presenta dettato in arabo (41, 2-3 e 43, 3). Ora, ricerche effettuate da filologi, purtroppo non musulmani, mostrano che questo testo contiene prestiti da altre lingue semitiche come l'aramaico e il siriaco.
Speriamo che un giorno i musulmani trovino il coraggio di impegnarsi nella ricerca scientifica su tutti gli aspetti legati alle origini del Corano e della loro religione. Tuttavia al giorno d'oggi si osserva in alcuni dei loro intellettuali la consapevolezza del fatto che c'è una lotta interna all'Islam e che la crisi attuale, di una gravità senza precedenti, non troverà soluzione finché un'autorità riconosciuta non avrà il coraggio di sostenere autentici lavori scientifici sul Corano.

R & N: “Non è l’islam”, sentiamo dire regolarmente dopo un attacco terroristico. I movimenti jihadisti si situano ai margini dell'islam?

AL: Va di moda dire che l'islamismo, in seno al quale il jihadismo costituisce la forma violenta, è estraneo all’islam, che ne è una perversione o un incidente della storia. Ciò è falso. D'aldronde, fino al XX secolo, in occidente la religione dei musulmani è stata chiamata “islamismo”. Ormai si vuol distinguere l’islam inteso come religione dall’islam inteso come ideologia. Ma le due dimensioni sono strettamente intrecciate. Il Corano contiene decine di versetti in cui Dio insegna ai musulmani a combattere, uccidere, umiliare, ecc.  Ne citerò qui solo due: “Combattete: coloro che non credono in Dio e nell'Ultimo Giorno; coloro che non dichiarano illecito ciò che Dio e il Suo Profeta hanno dichiarato illecito; quelli fra la gente del Libro [ebrei e cristiani secondo il Corano], che non praticano la vera religione. Combatteteli fino a quando non paghino direttamente il tributo dopo essersi umiliati” (9, 29). E questo: “Che i miscredenti non sperino di prevalere su di voi! Non sono in grado di indebolirvi. Preparatevi per combattere contro di loro, tutto quanto troverete di forze e cavalleria, al fine di spaventare il nemico di Dio e vostro” (8, 59-60).
I jihadisti dunque si conformano a quelli che credono siano gli ordini divini e anatemizzano, tra i loro correligionari, coloro che rifiutano di praticare la violenza. Per essi sono cattivi musulmani che meritano anch'essi la morte.
Non dobbiamo certamente chiudere tutti i musulmani, indiscriminatamente, in un quadro ideologico che legittima la violenza, ma affermare che i jihadisti tradiscono l’islam è un errore. Il problema è che nessuna autorità può realmente condannarli, a meno che non si consideri condannabile il Corano.

R & N  : Il concetto di taqiya esiste veramente nell'Islam o è un'invenzione recente?

AL : Chiariamo innanzitutto il significato della parola araba: taqiya significa "dissimulazione". Ora, contrariamente alla credenza popolare, non è una perversione dell'islam. Certo, il Corano vieta formalmente di rinunciare alla loro religione, pena castighi divini e maledizioni eterne (cfr 2, 217, 3, 87, 4, 115, 16, 106). Pertanto i musulmani in linea di principio non possono nascondere la propria identità e mascherare le loro credenze. Tuttavia, il Corano menziona due situazioni nelle quali è possibile e anche consigliato di praticare la taqiya. In primo luogo, in caso di coercizione esterna, il musulmano può negare Dio esternamente pur mantenendo la sua fede nel cuore (16, 106). D'altra parte, in caso di  rapporti di forza sfavorevoli, quando il fatto di opporsi gli infedeli presenta un danno, è possibile prenderli per alleati (3, 28-29), mentre in linea di principio non è consentito (3, 118, 5, 51, 9, 23; 60, 13).
Qui siamo lontani dalla dottrina cristiana, per la quale nessun pretesto deve essere utilizzato per nascondere la propria fede in Gesù Cristo e la propria identità battesimale, che può evidentemente portare al martirio.
Detto questo, storicamente, la taqiya è stata praticata nelle comunità minoritarie o dissenzienti (sciiti, drusi, alawiti, aleviti). Ma oggi, è ammessa tra i sunniti, soprattutto quando sono in una situazione di minoranze come in Europa.

R & N: i cattolici sono chiamati a imitare Cristo e i santi. Che modello è Maometto per il musulmano? L'islam dà ai suoi fedeli altri esempi da seguire?

AL: Per i musulmani, Maometto è il “sigillo dei profeti”. “Nessun profeta dopo di me”, secondo la tradizione islamica. E’ il più grande, il favorito di Allah che gli concesse una speciale benedizione, e il suo comportamento è edificante. Qualsiasi critica nei suoi confronti è quindi considerata blasfema. L’abbiamo visto con le reazioni violente che hanno seguito le vignette su Maometto.
E' questa eccellenza, che impone di obbedirgli perché significa obbedire a Dio (3, 132, 4, 80).
Tutto ciò che Maometto ha detto, ha fatto o non ha fatto in una determinata circostanza è normativo, degno di imitazione. Le sue azioni, i suoi consigli e gli ordini sono stati raccolti dai testimoni in volumi che compongono la Sunnah, la tradizione profetica. Essa è talmente importante da essere la seconda fonte della legge islamica. Completa quello che manca nel Corano in sede legislativa. In occidente, c'è troppa tendenza a minimizzare l’importanza della Sunnah. Ciò che mi colpisce è che i musulmani sanno che Maometto ha ucciso, ha mentito e saccheggiato, ha spogliato gli ebrei di Medina delle loro proprietà, era poligamo, non ha avuto un vita morale esemplare. Ma non si interrogano sul suo comportamento e non si impegnano in un confronto con quello di Gesù com'è riportato nel Vangelo. Al contrario, il fatto che Maometto abbia avuto una vita come molti uomini giova all'apologetica islamica: aiuta a dimostrare che i musulmani non considerano Maometto come un dio, sottinteso come fanno i cristiani con Gesù.
Per l'Islam, Gesù non è che un profeta, incaricato di un duplice missione: portare il Vangelo per correggere gli errori che gli ebrei avrebbero  introdotto nella Torah di Mosè, annunciare la venuta di Maometto come “sigillo dei profeti”. Questo è il motivo per cui è degno di rispetto. Ma non è il Figlio di Dio, o il Redentore. Ignorando la realtà del peccato originale, l'Islam non concepisce il bisogno di salvezza.
Un personaggio che occupa un posto speciale nel Corano è Maria, alla quale la Sura 19, che porta il suo nome, dedica un bel passaggio. Certo, la sua identità è confusa, perché a volte è presentata come madre di Gesù e, a volte, come la sorella di Mosè e di Aronne, che avevano una sorella di nome Mariam. Ma ci sono generazioni a separare le due Marie. Nel Corano, Maria è onorata per aver dato i natali al profeta Gesù, concepito miracolosamente. Anche la sua perpetua verginità è riconosciuta. Ma dopo la nascita di suo figlio, lei scompare, di lei non si parla più. Tuttavia, è descritta come una perfetta musulmana, sottomessa a Dio. E' in questo che i musulmani sono invitati ad ammirarla e  ad imitarla. Se non possono invocarla in linea di principio come i cristiani, osservo che in una parte del mondo islamico si sviluppa la vera devozione mariana. [a questo riguardo propongo questo nostro testo]
Ne deduco, ed è mia convinzione che Maria è il “portico della speranza”. Credo che è attraverso lei che i musulmani sono chiamati a scoprire la vera identità di Gesù Cristo. Inoltre non è raro che dei musulmani si convertano grazie a lei.
I musulmani onorano anche Aisha, la moglie preferita di Maometto e influente, molto presente nella Sunnah. E' considerata la “madre dei credenti”. Si può anche menzionare Fatima, la figlia di Ali, cugino e genero di Maometto.
L'Islam ignora il concetto di santità nel senso cristiano del termine. Solo i musulmani seguaci del sufismo, una versione mistica dell'Islam, ultra-marginale, venerano loro propri santi. Ma nessuna autorità spirituale ha il potere di canonizzare esseri umani.

R & N: La percezione dell’islam della chiesa cattolica in occidente è equilibrata? Sembra ben diversa da quella dei cristiani d'oriente

AL: Il problema è che gli occidentali hanno dimenticato la loro storia; si sono dimenticati che la consapevolezza di un’identità europea è stata in gran parte forgiata nel confronto con l’islam, contro il quale abbiamo dovuto difenderci da secoli. Questa sindrome seguita alla decolonizzazione ha generato un complesso di colpa particolarmente malsano che persiste nonostante le evidenze attuali. Il pacifismo che ha bloccato l’occidente dopo la Seconda guerra mondiale è anche responsabile di questa situazione. In alcuni ambienti cristiani, si rifiuta l’idea che si possano avere nemici, dimenticando che Cristo ne ha avuti. Si tratta di una realtà ereditata dal peccato originale e che, come tale, permarrà quanto durerà tutta la storia umana. Negare la realtà dei nemici disarma dell'Occidente e lo rende incapace di dare uno sguardo lucido sull'Islam. Ciò che è importante per i cristiani non chiudersi nella negazione, ma cercare nel Vangelo i mezzi per affrontare la sfida dell'islam.
Da parte loro, i cristiani d'Oriente non hanno mai cessato il confronto con l'Islam, non hanno mai ceduto alle derive che ho appena descritto. Ci parlano a partire da un'esperienza spesso dolorosa che non è mai stata realmente interrotta. Le loro parole devono essere prese molto sul serio. [...]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

19 commenti:

Anonimo ha detto...

proposta di preghiera (anche contro invasione islamica, ricordando Lepanto...)
Quindicina alla SS.ma Vergine Assunta, composta da papa Pio XII:

https://4.bp.blogspot.com/-zbnsxxzK5es/WYChRwCcWVI/AAAAAAAATVo/B3iS1pE3mBouW6-FvXBN9hixMFp717j1gCLcBGAs/s1600/quindicina%2Bdell%2527assunta%2Bby%2Bmarina%2Bmatt.jpg

Luisa ha detto...



Non so perchè, forse perchè l`intervista è molto lunga, il Foglio l`ha amputata di diversi passaggi, non posso dunque che consigliare a chi capisce il francese di leggere l`originale e di conservarlo in memoria:

https://www.lerougeetlenoir.org/opinions/les-inquisitoriales/annie-laurent-la-conscience-d-une-identite-europeenne-s-est-largement-forgee-dans-la-confrontation-avec-l-islam

Luisa ha detto...


L`autrice menziona ad esempio le leggi sulla nazionalità (diritto del suolo piuttosto che diritto del sanguae) che con altre misure hanno fatto arrivare un` immigrazione di popolamento dunque definitiva

Molto più ampio e profondo il passaggio sulla nozione di "persona" che non conosce l`islam:

"Par exemple, l’islam ignore le concept de « personne », qui est d’origine biblique et s’enracine dans la réalité du Dieu trinitaire. La Genèse enseigne en effet que “Dieu créa l’homme à Son image, à l’image de Dieu, Il le créa, Il les créa homme et femme” (Gen 1, 27). Ainsi comprise, la personne humaine est dotée d’une dignité inaliénable et inviolable. Or, le récit coranique de la création occulte cette merveilleuse réalité.
Allah reste étranger à l’homme, Il ne partage rien avec lui.
Dans l’islam, l’individu trouve sa dignité en tant que « soumis » à Dieu et membre de l’Oumma, la communauté des musulmans, éléments qui le privent d’une vraie liberté, notamment dans le domaine de la conscience et de la raison.
Il s’agit là d’une divergence fondamentale entre le christianisme et l’islam concernant la vision de l’homme et de sa vocation."



Non riportati, o riportati parzialmente, anche questi passaggi:

"En s’établissant en Europe, les musulmans auraient pu bénéficier de la conception chrétienne en matière d’anthropologie. Mais l’islam s’installe chez nous alors que nous avons perdu de vue les racines de cette vision sur l’homme et de tout ce qui constitue les fondements de notre civilisation, notamment la liberté, dévoyée en libéralisme absolu, et l’égalité, dévoyée en égalitarisme ; alors aussi que nous sommes pervertis par l’athéisme et le laïcisme.
Ayant délaissé notre héritage chrétien, nous sommes incapables de transmettre aux musulmans ce que nous avons de meilleur. En outre, ces derniers rejettent notre culture actuelle, alors qu’il y a encore un siècle elle leur paraissait attrayante et digne d’imitation.
Pour répondre plus précisément à votre question, l’islam en Europe heurte de plein fouet une société décadente qui, non seulement la rend incapable de relever le défi existentiel représenté par cette réalité nouvelle, mais la prépare à se soumettre à un système où Dieu et la loi divine ont la première place. Le problème est donc avant tout spirituel et culturel."


Saltate anche le citazioni dei due versetti nei quali Allah domanda ai musulmani di uccidere ,umiliare ecc:

" « Combattez : ceux qui ne croient pas en Dieu et au Jour dernier ; ceux qui ne déclarent pas illicite ce que Dieu et son Prophète ont déclaré illicite ; ceux qui, parmi les gens du Livre [juifs et chrétiens selon le Coran], ne pratiquent pas la vraie religion. Combattez-les jusqu’à ce qu’ils paient directement le tribut après s’être humiliés » (9, 29). Et celui-ci : « Que les incrédules n’espèrent pas l’emporter sur vous ! Ils sont incapables de vous affaiblir. Préparez, pour lutter contre eux, tout ce que vous trouverez de forces et de cavalerie, afin d’effrayer l’ennemi de Dieu et le vôtre » (8, 59-60).

Les djihadistes se conforment donc à ce qu’ils croient être des ordres divins. Et ils anathématisent ceux qui, parmi leurs coreligionnaires, refusent de pratiquer la violence. Pour eux, ce sont de mauvais musulmans qui méritent donc également la mort."



Luisa ha detto...

Manca anche la risposta alla domanda sulla taqiya :

Le concept de taqiya existe-t-il réellement dans l’islam ou est-ce une invention récente ?

"Précisons d’abord le sens de ce mot arabe : taqiya signifie « dissimulation ». Or, là aussi, contrairement à une idée reçue, il ne s’agit pas d’une perversion de l’islam. Certes, le Coran interdit formellement de renoncer à leur religion, sous peine de châtiments divins et de malédictions éternelles (cf. 2, 217 ; 3, 87 ; 4, 115 et 16, 106). Les musulmans ne peuvent donc en principe dissimuler leur identité et travestir leurs croyances.
Cependant, le Coran évoque deux types de situations où il est possible, voire recommandé, de pratiquer la taqiya.
D’une part, en cas de contrainte extérieure, le musulman peut renier Dieu extérieurement tout en conservant sa croyance dans le cœur (16, 106). D’autre part, en cas de rapports de forces défavorables, lorsque le fait de s’opposer aux infidèles présente du danger, il est possible de prendre ceux-ci pour alliés (3, 28-29) alors qu’en principe cela n’est pas autorisé (3, 118 ; 5, 51 ; 9, 23 ; 60, 13).
On est loin ici de la doctrine chrétienne, pour laquelle aucun prétexte ne doit servir à dissimuler sa foi en Jésus-Christ ou son identité baptismale, ce qui peut évidemment conduire au martyre.
Cela dit, historiquement, la taqiya a d’abord été pratiquée dans les communautés minoritaires ou dissidentes (chiites, druzes, alaouites, alévis). Mais aujourd’hui, elle est admise chez les sunnites, surtout lorsque ceux-ci sont en situation de minorités comme c’est le cas en Europe."



Anonimo ha detto...

http://ilsismografo.blogspot.it/2017/04/egitto-intervista-al-gesuita-henri.html

Anonimo ha detto...


# Ci siamo dimenticati che Cristo di nemici "ne ha avuti", un eufemismo

E come, se ne ha avuti. Più volte, narrano i Vangeli, i Giudei tentarono di ammazzarlo.
Quando si rivelò nella Sinagoga di Cafarnao, volevano gettarlo da una rupe lì vicino, come bestemmiatore. Mi sembra che almeno due volte i Farisei abbiano cercato di mettergli le mani addosso per lapidarlo. Ma Egli una volta sfuggì loro e una volta si nascose. I Vangeli non ci danno i particolari di come sia riuscito a salvarsi, nella circostanza.
E i Samaritani, non gli chiesero di andare via? In pratica gli impedirono di svolgere la sua missione. Avevano paura di Lui. Uno dei Dodici poi lo tradì. E il Sinedrio lo condannò a morte (a maggioranza) con un processo illegale, la cui sentenza riuscì a far ratificare da Pilato, ricattando quest'ultimo con la minaccia di denunciarlo per negligenza a Cesare, se avesse mandato libero "il predicatore Galileo", accusato falsamente di incitare il popolo a ribellarsi ai Romani. La sua morte fu atroce, sulla Croce gridò disperatamente ma fu glorificato dal Padre, con la Resurrezione, proprio perchè obbedì sino in fondo, sino al supplizio finale; proprio perchè, possiamo dire, lottò sino in fondo, combattè sino alla fine, contro se stesso (le debolezze della sua natura umana) e contro il mondo persecutore, cui mai compromise (Eb 5, 7-10).
L'essenza del Cristianesimo è la lotta, contro se stessi e contro il mondo, regno del Principe di questo mondo. Lotta spirituale, innanzitutto. Ma anche materiale, quando necessario. Solo attraverso questa lotta (con apparente contraddizione) possiamo trovare la pace, che è quella di Cristo, pace innanzitutto interiore, quella della retta coscienza che ha osservato i suoi Comandamenti. La pace esteriore, nelle famiglie e nella società, dipende da quella interiore, per meglio dire: dalla retta coscienza, del cristiano che si affida giornalmente alla Grazia, in pensieri, parole, opere, e vuol far sempre la volontà di Dio.
La "pace"sbandierata di continuo dalla Gerarchia ecumenista attuale è una pace falsa perché è quella ingannevole del mondo, non è quella di Cristo.
PP
PP

Flora ha detto...

Domani sera, giovedì 3 agosto ore 21, presso la Cattedrale di San Nicola a Sassari, l'arcidiocesi di Sassari terrà una Celebrazione Eucaristica per implorare il dono della pioggia dal Signore.
Possiamo unirci spiritualmente o mobilitarci perché anche presso le nostre chiese o parrocchie si celebri una Santa Messa per questa intenzione chiedendo al Signore di liberarci da questa calamità.
Facciamo girare. Grazie.

Aloisius ha detto...

A conferma di quanto osservato da PP, si considerinoa anche i "guai" annunciati da Gesù:

"22.Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo.
23.Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

"26.Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti".

Avere nemici a causa del Vangelo (ovviamente non per cattiveria) è addirittura considerato un segno essenziale per sapere di camminare sulla retta e stretta via da Lui annunciata e percorsa in prima Persona.

Il pensiero non può non andare a Bergoglio, osannato dalle masse e in particolare dai nemici della Chiesa...

Anonimo ha detto...

perché a volte è presentata come madre di Gesù e, a volte, come la sorella di Mosè e di Aronne, che avevano una sorella di nome Mariam. Ma ci sono generazioni a separare le due Marie.
Alcuni spiegano che la sorella di Mosè ha dormito per 1.400 (MILLEQUATTROCENTO) Anni e poi si è svegliata ed ha messo al mondo il Profeta Gesù.

@Flora ha detto...

Nel messale tridentino c'è proprio la Messa in tempo di siccità AD PETENDAM PLUVIAM.
Se non riuscite a convincere un prete a celebrarla, almeno leggetevela.

marius ha detto...

Carissima Anna,

ho ricevuto con grande piacere il messaggio che mi hai inviato sul scholacantorumsummorumpontificum.
Ti ho risposto sull'indirizzo mail da te indicato ma il provider segnala che non è valido.

Potresti per favore fare un secondo tentativo, in modo che possiamo finalmente entrare in comunicazione diretta?
Grazie
A presto.

Luisa ha detto...

Su Maria nell`islam ancora un passaggio mancante nell`articolo del Foglio:

"Un personnage occupe une place privilégiée dans le Coran. Il s’agit de Marie, à laquelle la sourate 19, qui porte d’ailleurs son nom, consacre de beaux passages. Certes, son identité est floue car elle est présentée à la fois comme la mère de Jésus et comme la sœur de Moïse et d’Aaron, lesquels avaient bien une sœur portant le nom de Mariam.
Mais des générations séparent les deux Marie. Selon le Coran, Marie est honorée pour avoir donné naissance au prophète Jésus, conçu miraculeusement. Sa virginité perpétuelle est également reconnue. Mais, après la naissance de son fils, elle disparaît, on ne parle plus d’elle. Cependant, elle est décrite comme une parfaite musulmane, soumise à Dieu.
C’est en cela que les musulmans sont invités à l’admirer et à l’imiter. S’ils ne peuvent en principe pas l’invoquer à la manière des chrétiens, j’observe qu’une authentique dévotion mariale se développe dans une partie du monde de l’islam.
J’en déduis, et c’est ma conviction, que Marie est le « porche de l’espérance ». Je crois que c’est par elle que les musulmans sont appelés à découvrir l’identité véritable de Jésus-Christ. Il n’est d’ailleurs pas rare que des musulmans se convertissent grâce à elle.
Les musulmans honorent par ailleurs Aïcha, l’épouse préférée et influente de Mahomet, très présente dans la Sunna. Elle est considérée comme la « mère des croyants ». On peut aussi mentionner Fatima, la fille d’Ali, cousin et gendre de Mahomet.

Luisa ha detto...

Annie Laurent ha creato l`associazione CLARIFIER per rimediare all`oblio e all`ignoranza , per mettere chiarezza laddove c`è molta confusione nella presentazione dell`islam, il motto dell`associazione è la frase di San Paolo per chi " la carità mette la gioia nella verità" (I Co 13, 6).

L`associazione pubblica periodicamente delle " Petites Feuilles vertes" che trattano di diversi temi e sono inviati par mail, per ricerverli basta iscriversi sul sito dell associazione:

www.associationclarifier.fr

Propone anche conferenze e sessioni di formazione, chi è interessato può scrivere qui:

Association Clarifier – Galaxy 103 – 6 bis rue de la Paroisse – 78000 Versailles.

o

Courriel : contact@associationclarifier.fr

Anonimo ha detto...

Mi chiedo: Come fa una studiosa seria, confondere Fatima la figlia di Maometto ( seconda donna, credo, nominata nel Corano) con un 'altra omonima figlia del cugino?
Anonimo 2

Anonimo ha detto...


# Ancora sui nemici di Cristo e l'ostilità per i cristiani - La "mariologia" musulmana

Nel Vangelo di Giovanni (7, 7) è testimoniato che il Signore ha detto: "Il mondo non può odiare voi ma odia me, perché attesto di lui che le sue opere sono malvage". Parlava ai suoi parenti ("fratelli", secondo l'uso ebraico, ma in realtà cugini) che erano scettici su di Lui. "Atttesto che le sue opere sono malvage", Cristo segno di contraddizione con il mondo.
Ai Discepoli poi disse che sarebbero stati perseguitati anche loro, come il Maestro.
I nemici del cristianesimo lo rigettano anche perché non accettano l'idea del sacrificio, del dover subire l'ostilità e la persecuzione, del dover controllare istinti e passioni. Sembra a loro che la vita venga privata di ogni gioia sensibile e sensuale, ad esser cristiani. Bisogna osservare:
1. Tutta l'etica elaborata dal pensiero classico antico insiste sulla necessità di dominare le passioni e gli istinti, nessuna convivenza umana è possibile se ci si abbandona ad essi.
Basti pensare alle riflessioni dei Greci sul concetto della virtù. Si intende il pensiero classico nella sua accezione positiva, non in quella negativa (cinici, scettici, epicurei).
2. L'etica cristiana ammette le gioie sensibili-sensuali della vita, non vuole costringerci tutti a vivere come monaci di clausura. Ma, giustamente, le ammette in modo moderato e controllato, cosa che comunque bisognerebbe sempre fare. Così i piaceri della carne, quelli legittimi, sono ammessi ma solo nell'ambito del matrimonio e sempre in relazione alla procreazione. E non è giusto così?
La riprova: oggi che il matrimonio è stato di fatto ridotto a nulla e che si è proclamato il primato dell'istinto, in nome della felicità personale comunque perseguibile, le nostre società sono sprofondate nelle peggiori aberrazioni.

--La "Maria" del Corano e della tradizione musulmana non ha nulla a che vedere con Maria Santissima, Madre del Signore. E solo una figura messa in piedi abborracciando testi vetero e neotestamentari, tutto confondendo, sulla scia (sembra) delle eresie propalate dai nestoriani della penisola arabica e (sembra) dei Vangeli apocrifi. Grande è la colpa della Gerarchia attuale, e di coloro che tra i cattolici la seguono, nel continuare a diffondere l'equivoco che i musulmani "onorano la sua Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione"(N Aet 3.1).
Talvolta "invocano", le donne musulmane, Maria sorella di Aronne vissuta 13 secoli prima di Cristo, madre di un profeta musulmano di nome Isah, precursore di Maometto; nome che, secondo alcuni studiosi, potrebbe voler dire Esaù e nemmeno Gesù.
PP

Anonimo ha detto...

In Europa si sta combattendo una guerra tra stati fondatori, con l’asse franco-tedesco sempre più forte e un’Italia isolata e debole. Della progressiva marginalità della nostra patria, prima o poi, il popolo dovrà chiedere conto ad una classe dirigente tra le più inadeguate ad affrontare le sfide continentali e globali

Anonimo ha detto...

A.A.A.Classe politica capace cercasi .
http://itresentieri.it/il-fallimento-dello-stato-liberta-ideologica-si-liberta-concrete-no/

Anonimo ha detto...

Gli Stati Uniti devono smettere di destabilizzare i paesi che possiedono risorse naturali. Il problema più grave è rappresentato dalla volontà americana di imporre un mondo unipolare.
Sfortunatamente, fra i giornalisti vi sono troppi seguaci dei potenti e codardi.
http://itresentieri.it/quante-menzogne-sulla-siria-parola-di-padre-daniel-maes/

http://www.oltrelalinea.news/

Anonimo ha detto...


@ Sulla "mariologia" e la "cristologia" del Corano

Due testi fondamentali per documentarsi sono stati scritti in francese dal prof. Roger Arnaldez, illustre semitista ed islamologo:
"Jesus fils de Marie prophète de l'Islam", desclée, Paris, 1980, pp. 256 e
"Gesù nel pensiero musulmano", tr. it. di F. Caponi, Ediz. Paoline, 1990, di un lavoro del 1988, pp. 211. Non so se anche il primo è stato tradotto in italiano.

L'Autore conosce perfettamente i commentatori e i mistici musulmani, che cita in abbondanza, direttamente dai loro testi. Da ciò l'interesse particolare dei suoi lavori. Dai testi di questi commentatori, dal Medio Evo in poi, si può capire quanto abissali e in realtà incolmabili siano le differenze tra la mentalità nostra (cristiana o laica) e quella musulmana. L'analisi di "Gesù nel pensiero musulmano" mostra che la figura di Gesù è del tutto secondaria nell'islam. Come ogni altro, scompare di fronte a Maometto e praticamente non conta niente o quasi.
La figura della Maria musulmana è analizzata nel primo volume. Né Maria né Gesù rivestono un particolare significato per i musulmani. Nostra Aetate gonfia i fatti. La speranza della studiosa francese, che sia Maria una via per la conversione dei musulmani pecca come minimo di ottimismo, per non dire che appare del tutto campata in aria.