Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 27 marzo 2022

Il suicidio dell'Europa che continua a lasciarsi prendere a schiaffi

Siamo in mano a degli irresponsabili e a dei venduti, con un centro destra che presenta al suo interno alcuni mal di pancia ma che nell’insieme rinnega quel sovranismo di cui tanto si è fregiato. Nella cecità indotta di popolo degradato, drammaticamente succube. Di seguito trovate un'altra pertinente riflessione dello stesso autore: Le parole della Russofobia. Cito da miei appunti: La russofobia ha radici piuttosto antiche. Può riguardare il fatto che la Russia abbia sempre rappresentato una sorte di antemurale al capitalismo liberista e alla sua brama di sfondamento a est. Nel XVIII sec. si parlava di "barbarie zarista", poi nel XX sec. di "barbarie" bolscevica", oggi di "barbarie neo zarista". E penso che abbia una certa rilevanza il fatto che la Russia tutto sommato esprima una certa refrattarietà ad omogeneizzarsi ai valori "occidentali", come li si intende oggi. La Russia affonda la sua millenaria cultura nel mondo ellenico, cui si abbeverò, specialmente dopo lo scisma. Può essere utile la lettura dell'ottimo "Russofobia" di Guy Mettan, Sandro Teti editore, con introduzione di Franco Cardini.

Il suicidio dell'Europa che continua a lasciarsi prendere a schiaffi

E intanto che Usa e Ue elaborano la documentazione necessaria per dimostrare i “crimini di guerra” russi in Ucraina (quando si dice avere la faccia come il…) e individuano nuove sanzioni contro 400 “oligarchi” russi, von der Leyen annuncia che la Ue finalmente ha deciso di liberarsi dai combustibili fossili della Russia.
Era ora, ce l’hanno fatta a concretizzare la tanto agognata transizione ecologica! L’operazione Greta non è quindi stata vana, non è più il sogno adolescenziale di masse teleguidate da istituzioni in trance ecosostenibile. Tutti d’accordo allora ad abbandonare il petrolio e il cattivo gas russi per passare al gas di scisto americano, e chi se ne frega che sia più inquinante del gas tradizionale e che abbia un impatto ambientale devastante nelle zone di estrazione e che a noi costa più del 30% di quello “di Putin”. Il grande Totò avrebbe detto: «E che sono io Pasquale?» intanto che rideva e prendeva schiaffi.
Biden, bontà sua, ricorda a noi europei che la carenza di cibo sarà un’emergenza reale, e perché diventi davvero realtà e non solo promessa è opportuno procedere con le sanzioni e, soprattutto, con l’invio di aiuti “umanitari” all’Ucraina. Von der Leyen non può che approvare entusiasta, figuriamoci il sempre prono Draghi, pronto a precisare che lui al super vertice Nato, per quanto riguarda le armi, ha ribadito l’impegno preso da tutti gli altri governi del Patto atlantico, così l’Italia da 70 milioni di euro al giorno per spese militari passa a 100 milioni. Mentre la recessione proietta beffarda la sua ombra sul nostro futuro ravvicinato.

L’Ucraina non è nella Nato, ma è anni che da Vicenza partono istruttori per addestrare personale in quelle basi che solo apparentemente sono ucraine; e i russi, che non sono certo dei fessacchiotti, molte di quelle strutture le stanno distruggendo sapendo bene che non sono strutture militari ucraine bensì della Nato (cosa che la nostra informazione con l’elmetto naturalmente si guarda bene dal farci sapere). Intanto il segretario generale della Nato Stoltenberg ci fa sapere che schiererà quattro nuovi “gruppi da battaglia” (portando a otto i gruppi tattici baltici schierati nel mar Nero) nei paesi del suo fianco orientale (Bulgaria, Romania, Ungheria, Slovacchia).

Alla “libera” Europa, che mai come in questa congiuntura mostra di essere una dipendenza Usa, viene impedito di continuare sulla strada delle relazioni commerciali con la Russia, compromettendo così in modo assai grave la possibilità di garantirsi quelle fonti di approvvigionamento (gas, grano, mangimi, fertilizzanti eccetera) senza delle quali la prospettiva certa è la recessione economica con conseguente caduta verticale delle condizioni di vita delle popolazioni europee. L’Italia fa la faccia truce, noi che manchiamo di tutto ma non di pale eoliche, col Pd che sin dal primo momento si è calato l’elmetto in testa e guida spavaldamente… col culo degli altri lo schieramento guerrafondaio. 

L’Europa agisce quindi contro i suoi stessi interessi, agnello sacrificale della volontà americana di difendere il lembo occidentale del continente euroasiatico. La stessa America che lasciando l’Afghanistan ha detto addio a qualsiasi prospettiva asiatica. Con tutti (o quasi) a credere che la fuga dall’Afghanistan fosse la sentenza del fallimento dell’esportazione in quelle contrade della famosa democrazia (niente da fare con quei “selvaggi”, e con i “selvaggi”, si sa, i crimini contano nulla o quasi); invece era solo la presa d’atto che l’area asiatica fosse ormai diventata per lei “off limits”. 

E qui arriviamo al punto: l’epoca unipolare a guida Usa è tramontata, il mondo sta entrando a passi da giraffa nell’epoca del multipolarismo. Si va formando un’area euroasiatica, non omogenea vero, ma convergente sull’intesa di costruire un processo all’insegna del multipolarismo: Russia, Cina, India si muovono in questa direzione; la stessa Israele sembra avere delle insofferenze, e la Turchia già da tempo si muove per conto suo. E in Africa è sempre più facile trovarvi Cina e Russia che America. Alla quale non resta che coltivare il suo giardino di casa (ma anche lì ha dei problemini con qualcuno) e la sua dipendenza europea. 

Gli Usa dovevano quindi stringere sull’Europa, non poteva più tollerare che questa continuasse a tessere rapporti commerciali come se niente fosse con una Russia che non era più quella di Eltsin. Andava senz’altro spezzato quell’asse Berlino-Mosca che più di altro le dava preoccupazione. Per ora sembra esserci riuscita, nonostante mugugni e titubanze tedesche e quel rompiscatole del sovranista di ferro Orban che si ostina a voler mettere in primo piano piano gli interessi del popolo che rappresenta («Non possiamo permettere che il prezzo della guerra sia pagato dalle famiglie ungheresi. Questo è il motivo per cui continueremo a opporci", ha dichiarato con fermezza Orban rifiutando la pretesa del presidente ucraino di mandare armi, richiesta considerata «inaccettabile, e contraria agli interessi del popolo ungherese»). Dell’Italia meglio lasciar perdere, semplicemente vergognosa la sua posa a 90 gradi.

L’Europa avendo quindi incassato l’ukase Usa si è scavata la fossa da sola, e non sembra che riesca a esprimere nulla che vada oltre l’orizzonte americano, mancandole la capacità di “pensarsi” altro da questo orizzonte. 

Difficile d’altronde per essa pensarsi altro, dopo che la configurazione post seconda guerra mondiale bellica l’ha posta in uno stato di totale dipendenza atlantica. E non si tratta solo della massiccia colonizzazione militare (basi sparse ovunque, solo in Italia più di 100), ma anche di quella colonizzazione culturale che si è tradotta nella piena adesione allo stile di vita americano (“american way of life”)… sin da quando le truppe a stelle e strisce sono entrate nelle città “liberate” distribuendo chewing gum (“cingomme”), sigarette e cioccolato. 

Stile di vita poi perfezionatosi con le migliaia di film hollywoodiani che hanno inondato le nostre sale cinematografiche, con la musica e tutto il resto… fino ad arrivare a quella mutazione antropologica che accompagna i tristi e decadenti ultimi anni in cui si è arrivati a tal punto di degrado da non voler “rischiare” di definire la donna perché non si è biologi, oppure di accettare che in gare femminili di nuoto le atlete gareggino con maschi che si “sentono” donna (e ben gli sta alle atlete che si lamentano e basta ma che non sono capaci di rifiutarsi di gareggiare con un maschio fisico, meritano prima o poi di dover gareggiare con delfini in “transizione”). Un american way of life nella quale domina quella cultura “woke” (di cui tante volte ho parlato) che ha letteralmente invaso la struttura nervosa della società americana (e nostra di rimando), che nel progressismo transumano trova la migliore copertura ideologica al suo liberal globalismo.  

Ma sono questi i valori dell’Occidente? Per Walter Veltroni sì. Il quale arriva addirittura a dire che «l’invasione dell’Ucraina è una guerra ai valori dell’Occidente”. Mostrando così il buon Veltroni la sua solida cultura… Panini e l’incapacità di distinguere tra valori dell’Occidente e “valori” dell’età globale. I “valori” che lui ritiene occidentali, (e con lui tutto il bel mondo progressista) sono infatti quelli che si identificano in astratto con libertà e democrazia, con tutto il pacchetto dei “diritti civili” (cittadinanza universale, con tanto di accoglienza e inclusione dei migranti considerati come ipotesi di nuova umanità; rifiuto dei confini e degli stati nazione, salvo poi diventare nazionalisti interventisti filo nazisti ucraini; eutanasia, suicidio assistito e tutto l’armamentario ideologico col quale ci fracassano continuamente i nostri cari attributi). 

Eh no, caro il nostro obamiano Veltroni, i valori dell’Occidente, piacciano o non piacciano, hanno ben altra scaturigine. Sono quei valori che hanno accompagnato la formazione della civiltà occidentale, che non nasce con la triade sesso droga e rock and roll, ma si è sviluppata lungo l’arco di accidentati quanto gloriosi secoli e millenni di storia, secondo il canone dell’antica tragedia greca. Le cose sono andate così, punto e basta, un altro mondo è possibile certo, ma riguarda il futuro non certo il passato. 

Non si può cancellare nulla, se non resettando la memoria storica in nome di una umanità da modellare secondo distopie eugenetiche dettate da quella tracotanza che gli antichi Greci definivano hybris, quell’orgoglio superbo cioè che porta l’uomo a sopravvalutare le proprie forze al punto di pensarsi Dio, e lanciarsi come Prometeo a rubare il fuoco agli Dei, ma scoperto subì un’atroce ed eterna punizione. 

Ma che forse sia proprio quel mondo contro il quale continuamente ci accaniamo, e per il quale spesso proviamo viscerale odio (russofobia), a rappresentare la fonte dell’angoscia della nostra falsa coscienza?

Ieri leggevo l’amaro ma veritiero bel pezzo di Andrea Zhok, “Cecità”.  Zhok parla della doppia tragedia (geopolitica e culturale) dell’Occidente. Ne riporto per esteso la conclusione, ne vale la pena.  «I leader europei non possono davvero oggi opporsi alle volontà americane: non solo per oggettivi rapporti di forza, ma anche perché tutti gli argomenti, tutti i modelli, tutto l’immaginario su cui possono far leva dice a loro e al loro elettorato una sola cosa: “nessun altro mondo è possibile”. Gli altri, tutti gli altri, tutte le epoche diverse dalla nostra, tutte le forme di umanità diverse dalla nostra – così come ci viene rappresentata idealmente – sono solo errori, incomprensibili brutture, residui dogmatici. Solo che oggi, questa nostra cecità ci induce a raccontarci bugie sempre più grandi, e ci spinge ad essere sempre più intolleranti verso chi non regge il gioco di queste illusioni. E questa cecità ci rende anche incapaci di valutare il pericolo reale di continuare a crederci l’indispensabile centro del mondo, mentre potremmo ritrovarci in tempi straordinariamente rapidi ad essere solo la periferia ottusa e impoverita di un impero americano, a sua volta decentrato e in crisi». (Antonio Catalano)

* * *
Le parole della russofobia

Come per saziare la sua orrida fame ogni anno bisognava dare in pasto al Minotauro sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi, così la russofobia occidentale dà in pasto alla sua opinione pubblica parole unicamente pensate per farle credere che il popolo russo sia solo suddita plebe. Così capita che il capo di stato di questo popolo che, ricordiamolo, abita un territorio 57 volte più grande di quello italico, non sia mai presentato come il presidente della repubblica russa ma di volta in volta come lo zar, l’imperatore, l’autocrate, il despota e ora addirittura come l’ennesima replica di Hitler; così come i grandi uomini di affari russi siano regolarmente definiti oligarchi. 

Un mese fa “Micromega” invitava a considerare come sia profondamente errato parlare di Putin come dell’uomo solo al comando quando invece egli è un abile mediatore di interessi spesso contrastanti, provenienti dall’establishment politico e militare, dai potentati economici e da quegli stessi servizi segreti in cui si è formato. E comunque, piaccia o non piaccia, eletto da oltre il 70% della popolazione russa. Tanto per stare dalle nostre parti, e per usare lo stesso metro, l’oligarca Draghi da quanti? 

Se volessimo applicare lo stesso codice linguistico alla libera America, be’ allora altro che autocrati e oligarchi… ma ci pensa Hollywood a purificarli come magnanimi benefattori e filantropi. Nella “democrazia” (metto le virgolette perché ormai si tratta di una parola svuotata di qualsiasi significato sostanziale) americana vi è un sistema politico gestito da una ristrettissima élite fondata sulla ricchezza e radicata nelle grandi famiglie. Un mio pregiudizio?  

Nel 2014 fu pubblicato uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Princeton e Northwestern nel quale si rivelava il “vero” sistema politico degli Stati Uniti. «Dietro un’apparente democrazia si nasconde il governo di pochi che se ne infischiano delle scelte della gente.» Quindi un sistema in cui non si rappresentano gli interessi dei cittadini, ma governato da una oligarchia di ricchi e potenti.  I ricercatori Martin Gilens e Benjamin I. Page condussero il loro studio (“Testing Theories of American Politics: Elites, Interest Groups, and Average Citizens”, pubblicato sul Telegraph) analizzando i dati tratti da oltre 1.800 diverse iniziative politiche tra 1981 e il 2002, deducendone che gli Stati Uniti sono nelle mani di coloro che controllano anche il sistema economico e orientano le direzioni del paese, indipendentemente o anche contro la volontà della maggioranza degli elettori.

«Il punto centrale che emerge dalla nostra ricerca è che le élite economiche e i gruppi organizzati che rappresentano gli interessi commerciali hanno un impatto sostanziale e indipendente sulla politica del governo degli Stati Uniti – scrivono nel report Gilens e Page – mentre i gruppi di interesse della massa e dei cittadini medi hanno poca o nessuna influenza". In altre parole, il governo americano adotta politiche che favoriscono lobby e interessi particolari, “infischiandosene” dei cittadini. «Quando la maggioranza dei cittadini non è d’accordo con le élite economiche e/o con gli interesse delle lobby, generalmente perdono», spiegano i ricercatori. Lo studio concludeva che negli Usa le politiche «tendono a inclinarsi verso i desideri delle aziende e delle associazioni imprenditoriali e professionali». 

La rivista “Forbes” ogni anno stila una lista delle persone più ricche del mondo, tra queste abbiamo Jeff Bezos (Amazon), Elon Musk (Tesla), Bill Gates (Microsoft), Mark Zuckerberg (Facebook), Larry Page (Google), e poi gli storici Rockefeller, Rotschild, Soros eccetera. (Antonio Catalano)

19 commenti:

Anonimo ha detto...


Non ho ancora letto l'articolo ma la "barbarie bolscevica" è difficile da negare ovvero che il regime comunista affermatosi in Russia sia stato un regime duro e crudele, anche se non è stato solo questo.
Durezza e crudeltà non mancavano neanche nello zarismo, anche se nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di Stalin. Pensiamo alle tre spartizioni della Polonia nella seconda metà del Settecento, nelle quali la Russia fece la parte del leone, imponendo una russificazione massiccia ai polacchi, che, ad un certo punto, non potevano nemmeno usare la loro lingua.
Le figure dei fondatori di Stati russe sono Ivan il Terribile, Pietro il Grande (ugualmente "terribile"), Lenin e Stalin, autocrati anche loro "terribili", in chiave marxista ma ugualmente appartenenti alla tradizione russa della concezione appunto autocratica e dura del potere.
La "russofobia" è altra cosa, un prodotto della lotta politica e militare in corso, un fatto di propaganda.

Anonimo ha detto...

Purtroppo il 99% degli italiani è entusiasto della guerra ed è schierato col PD e i suoi alleati, esattamente come per la questione della falsa pandemia e per tutto il resto.
A noi non resta che buttarci dalla finestra o rassegnarci!

Anonimo ha detto...

Quanto sopra descritto gli Italiani lo sanno? Non lo sanno? La sanno e fanno finta di non saperlo? Non lo sanno e se ne fregano? Dove vivono gli Italiani? Su quali nuvolette si muovono beatamente ignavi finto/ignari?

Il tempo sta per scadere e forse è già scaduto.E'tempo di definire una comune linea italiana, non tanto un'alleanza con stranieri, quanto un'alleanza tra soli italiani, consapevoli del comune destino. Non è possibile affrontare il momento presente in ordine sparso,il farlo significa la nostra auto cancellazione.

Possibile che non esistano almeno tre Italiani capaci di far sintesi nazional/ popolare? La nostra Unità e la nostra Neutralità Eterna, con il patrimonio che abbiamo sono possibili religiosamente, culturalmente, giuridicamente, politicamente, economicamente.

Manca solo la volontà di essere al nostro meglio ITALIANI.

Flavio Pandolfo su Fb ha detto...

GLI SQUALI, L'ORSO E I FESSI

(Premessa: post lungo e complesso, come d'altronde è la realtà, quindi la lettura è ampiamente sconsigliata ai tifosi, specialmente a quelli di quellapartellà)

L'ultraliberismo economico-finanziario globalista di stampo anglosassone, specie dopo la fusione di intenti con i liberal postsessantottini (cfr. Michéa), che gli han portato in dote la agognata autoconferita buonistica superiorità morale (e la metodologia di azione propria della cancel culture), ha comunque, al di là delle chiacchiere (ad usum fessorum) su ambiente e variazioni sessuali, sempre bisogno di carne, cioè di nuovi orizzonti da divorare per lenire temporaneamente la sua insaziabile fame e permettere all'occidente di vivere al di sopra delle proprie possibilità.

È nella sua natura sfruttate tutto ciò che ha intorno, e finitolo passare da un'altra parte.
Come molti squali: se smette di nuotare affoga da solo.

In questo caso il piatto prelibato sono le enormi ricchezze in materie prime dell'orso russo, da carpire dando una spallata a Putin e cercando di sfruttare la sua successione, visto che nessuno è eterno.

Quello che si è lasciato sfuggire ieri Bidet lo scoregione "Putin se ne deve andare", e che subito il portavoce della Casa Bianca ha goffamente cercato di medicare, era chiaro da subito, tranne ai più ingenui e ai fessi: non è in gioco la libertà dell'Ucraina, ma quella della Russia, Putin ha solo anticipato i tempi, intuendo il trappolone.

È palmare che l'Occidente voglia Mosca con qualsiasi mezzo, non facendosi scrupoli a fare massacrare il popolo ucraino a questo fine.
Sapendo benissimo che per gli Ucraini il destino è segnato, ma scommettendo che il loro sacrificio come carne da macello sia sufficiente per destabilizzare la Russia, che è palmare non possa essere presa militarmente.

Flavio Pandolfo su Fb ha detto...

...segue
Destabilizzarla fin al punto che rovesci Putin e si renda schiava dell'occidente.
E pensano che tolto di mezzo Putin il problema sarà risolto.

Per questo la fornitura di armi agli Ucraini che ne prolunga e amplia le morti, per questo la narrazione su nonnine tortafacenti e nazisti buoni, per questo invece la reductio ad hitlerum di Putin, per questo il tentativo (un po' goffo invero) di mettergli contro gli oligarchi, per questo la immaginificazione eroica di Zelenkji, per questo il tentativo (anche più goffo) di separare Russia dalla Cina (e dal mondo).

Piano un po' infantile.
Parecchio direi.

L'ipotesi nella testa dello scoreggione e dei politichini europei suoi sguatteri, italioti in testa, prevede, a latere, una Russia che benché ampiamente vincente sul campo, capitoli, restituisca tutto ciò che ha conquistato, e in più Donbas e Crimea, rovesci e destituisca l'uomo politico che gli ha ridato unità interna e importanza internazionale per mettere al suo posto un manovrabile Eltsin qualsiasi.

È molto rischiosa, perché si augura che la tensione indotta negli alleati non sfoci mai in conflitto aperto non convenzionale (e con odiatori per la vita come gli slavi a me sembra un azzardo, ma che gli yankee siano abituati a fare i piccoli stregoni pasticcioni l'abbiamo visto più volte, Iran in primis)

Ed è ipotesi che non fa i conti con la storia.

Chi lo ritiene possibile pensa che i Russi siano disposti a farsi umiliare.
Non conosce i Russi, non conosce la storia di Leningrado e Stalingrado, per dire.

Non si sono arresi di fronte a Napoleone o alle armate tedesche e dovrebbero farlo di fronte agli stessi che non sono riusciti a cavare un ragno dal buco dall'Afghanistan che invece delle bombe atomiche, di quelle a implosione e di ampie riserve di sarin, combatteva con arco e frecce.

E gli sguatteri italioti che van loro dietro, il drago, giggino e il piddinume, cioè quelli che, non capendo un cazzo (come ho potuto constatare di persona, approfondendo il discorso fino al nulla che alberga nei loro cranii vuoti) adesso fanno i pusée coi Russi sentendosi protetti dagli yankee, dimenticano che gli yankee, quando buscano e si ritirano (vedi Vietnam, Saigon, e Afghanistan, ovviamente) scappano a gambe levate lasciando sguatteri e collaborazionisti alla mercé dei vincenti...

Anonimo ha detto...

La Federazione russa ha un'estensione un tantino più ampia della somma delle estensioni regionali italiote, in alcune delle quali è stato necessario mandare reparti specializzati dell'esercito italiano per reprime le locali organizzazioni fuori legge.

Per chi abbia un po' sfogliato i manuali di storia risulta chiaro che i vasti imperi non furono mai democratici, ma cercarono almeno di essere ben organizzati dal punto di vista giuridico, amministrativo e militare.

La buona organizzazione ha permesso ai grandi imperi non solo di governarsi, ma anche di lasciare testimonianze dell'alto livello da loro raggiunto in molti campi dello scibile umano.

Il liquidare la Russia zarista o comunista come unicamente barbarica, non corrisponde alla verità, così come non corrisponde a verità definire gli italiani 'spaghetti e mandolino', dei quali, per esempio, grandemente Palmiro Togliatti si vergognava.

Questo non è proprio il momento di dare giudizi tagliati con l'accetta. Come ho più volte scritto la mia stima per W.P. permane. Non mi è difficile immaginare la difficoltà della gestione interna della Federazione Russa, né l'assedio che da secoli la Russia ha dovuto respingere da parte di popoli che avrebbero voluto strapparle terra e popolo. La Russia non è San Marino. E in Russia non si balla il minuetto.

Siamo diversi e diversamente viviamo e ci organizziamo e diversamente abbiamo scritto la nostra storia. Ad esempio Federico Chabod scrive pagine e pagine sull'importanza del bosco per i Germani, che quasi in osmosi con esso vissero.

Il solo compito che noi abbiamo, il solo aiuto che noi possiamo dare a Russi e a Ucraini è quello, come ho già scritto, di essere al meglio Italiani.

Occupiamoci dunque del nostro paese dalle mille piaghe. Per favore. Per amor di Dio, Uno e Trino, di Maria Santissima, di San Giuseppe.

Anonimo ha detto...

Il presidente Joe Biden è un vero filantropo, un amante dell'umanità. In modo particolare, vedendo certe immagini, sembrerebbe amare soprattutto l'infanzia.
In particolare, quest'uomo dal cuore d'oro sembra avere molto a cuore le bambine, verso le quali si lascia spesso andare a grandi effusioni. Si dice poi che anche suo figlio abbia ereditato le paterne attitudini.
Il presidente Zelenski, invece, più dotato sul piano "artistico", prima di essere eletto amava cimentarsi pubblicamnete (vedi video sotto) in lunghi balletti "naturisti" nei supermercati, o dimenarsi a ritmo di musica sul tacco 12. Se queste erano le sue tendenze in pubblico, possiamo soltanto immaginare quali siano sul piano privato.
Mi sembra abbastanza evidente che potere contare su personaggi del genere, quindi ampiamente ricattabili, sia una vera manna per quegli immensi potentati che li tengono in mano.
Ma mi sembra anche evidente che solo gli imbecilli (sono tanti, lo so) oggi possano non capire a che punto siamo arrivati.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Due parole ancora sul lasciar vivere il diverso da noi in casa sua.
Questo mantra della 'democrazia da esportare' è stato solo frutto dell'ignoranza superba di chi non ha voluto conoscere neanche le culture preesistenti alla sua conquista del territorio, arbitrariamente occupato e violentemente ampliato, di chi quel territorio abitava prima di lui.

Come abbiamo potuto permetterci le guerre di democrazia esportanda? Com'è stato? Quale demone ci ha oscurato il giudizio? Quale piaggeria ci ha chiuso la bocca? Come è accaduto che non siamo stati capaci di dire: 'No, questo non si fa!!

E' proprio vero che bisogna conoscere la storia di una Stato per capirne gli sviluppi ricorrenti di politica interna ed estera.

Anonimo ha detto...

Io credevo che non fossimo a 90°, ma stesi a tappetino su cui i cow boys si puliscono gli stivali speronati......ieri ascoltavo un esperto chimico che parlava dei pericoli legati al gas liquido, il primo è che le navi trasportatrici devono avere contenitori per temperature bassissime -100/120°, in caso qualcosa andasse storto, fuori uscirebbe una specie di nuvola di vapore, che a contatto con le temperature molto più calde delle acque, ad una minima scintilla, provocherebbe esplosioni 55 volte più devastanti delle atomiche di Hiroshima, poi c'è il problema dei rigassificatori, una decina circa in toto orbe, da noi potenzialmente 3, 2 in Liguria e 1 a Ferrara, ma non sono adatti a questo scopo e andrebbero riadattati o quanto meno modernizzati, last but not least, il prezzo a megawatt ammesso che tutto fili liscio e facendo scongiuri, secondo stime aggiornate, si passerebbe dagli attuali 15/20€ a circa 150/200, quindi un vero e proprio salasso, pare che dragonball abbia fatto muso contro muso con Rutte NL, per ottenere prezzo stabilmente uguale in tutta UE, ma io ormai non credo più a niente e a nessuno.

Anonimo ha detto...


"La mia stima per W. P. permane.."

In italiano Vladimir si scrive con la V non con la W, alla tedesca.
G.

Anonimo ha detto...

Grazie. L'ho copiato, nella certezza di aver precedentemente sbagliato ad usare la V.

Anonimo ha detto...

Sto rileggendo gli articoli di giornale relativi al colpo di Stato in Ucraina del 2014. La Polonia era in prima fila nell'UE per allontanare Yanukovich. Si era già capito tutto.

Anonimo ha detto...

... La Polonia, che sembrava tanto "cattolica", tanto "tradizionalista"!
Io non ci sono mai cascato. Peraltro da sempre i "cattolici" - leggi DEMOCRISTIANI - sono i più infidi di tutti.

Anonimo ha detto...

Volevo chiarire una cosa. Io non parteggio per Putin, non dico che ciò che ha fatto sia giusto né che i suoi missili siano buoni. Io da cristiano dico che il fine non giustifica mai i mezzi e che una guerra porta altra guerra, altra distruzione e sofferenza. Putin ha causato, e causa, problemi e sofferenze anche ai soldati russi e alle loro famiglie. Detto questo, a me dà fastidio pure l'ipocrisia occidentale che arma gli ucraini e sanziona cittadini colpevoli solo di essere russi. Mi infastidisce la censura e la manipolazione mediatica che fa pensare ad altri disegni e cioè che sia una guerra voluta e cercata un po' da tutti. Cercare la verità è una necessità sempre e comunque, e vale soprattutto per i cristiani perché Dio è Verità.
Antonio Rossix

Anonimo ha detto...

Francesco Agnoli
Anno 1999, Giulio Andretti (cioè quando l'Italia aveva ancora una politica estera) e la Nato post URSS impegnata in Serbia... quante somiglianze con l'attualità..

Andreotti:

"Crollata l’Unione Sovietica e dissolto il Patto di Varsavia, il fondato timore di un attacco, convenzionale o nucleare, da parte di Mosca venne meno. La Nato avrebbe potuto dichiarare il proprio scioglimento per raggiunto fine sociale, spingendo altri scenari: potenziamento effettivo dell’Unione europea occidentale; creazione di una forza di polizia interna tra tutti i Paesi dell’Osce, ecc. Si è deciso invece di mantenere in piedi la Nato, aprendola a nuove adesioni.
Che la Russia si sentisse minacciata da tale ipotesi, era ovvio...

Con oggettiva sintonia, il Papa, la Russia e il Parlamento italiano hanno invocato il cedant arma togae, con impegni precisi da parte serba, ma anche con la smentita di disegni occulti della Nato o di altri per andare oltre l’autonomia. Mi auguro e prego Dio perché questo possa avvenire. È paradossale intanto che per aiutare un popolo si sia dovuto provocare in esso un massiccio esodo…"
https://www.30giorni.it/articoli_id_14150_l1.htm

Basta così per oggi,domani e' un altro giorno. ha detto...

La più grande bugia nella storia del mondo: il database è difettoso. Non c'è mai stata una pandemia.
https://gloria.tv/post/6BupEHVc16pJ1djeZASPy7fuK

Anonimo ha detto...

"Ci accorgeremo troppo tardi che eravamo figli della stessa madre e che la Russia era Europa a tutti gli effetti. Parte di un’Europa che, anche nel mito greco, è fino a prova contraria una donna che viene da Est". Paolo Rumiz, autore di "Canto per l'Europa"

Anonimo ha detto...

Giulio Meotti
"Noi Armeni saremo cancellati dal 'nuovo ordine mondiale'?". Intervista per la newsletter al filologo armeno Grigor Ghazaryan, mentre gli Armeni contano 60 morti dall'ultima offensiva. "Perché l'Europa si astiene sulla guerra al mio popolo e invece si schiera con l'Ucraina? Così Turchi e Azeri usano la guerra in corso per 'finire il lavoro' e liberarsi di noi. E hanno il tacito sostegno dell'Occidente, che trangugia petrolio azero". Il rischio, proprio come durante la Prima guerra mondiale quando si consumò il genocidio armeno (nella foto orfani armeni), è che oggi c’è chi sia tentato di risolvere la “questione armena”, che si può sintetizzare come l’intollerabile presenza dell’enclave del più antico popolo cristiano (oltre che di una democrazia di cultura europea) in un oceano islamico...

Anonimo ha detto...

So che non è elegante pubblicizzare altri blog, ma consiglio la lettura dell'interessantissimo articolo apparso su Stilum curiae, una analisi molto dettagliata da parte di un componente dei servizi segreti CH sulle verità nascoste sul conflitto RUS UA.