Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 12 maggio 2022

Com'è andata realmente con Draghi a Washington? Si smarca da Macron che si smarca da Biden?

Quella che segue, ripresa da Atlantico quotidiano, è una lunga interessante disamina piena di distinguo che tuttavia ignora che i russi non hanno mai detto di voler invadere il pianeta ma solo di voler mettere in sicurezza le zone russofone e tenere a distanza la NATO (e smantellare i laboratori delle armi biologiche). Una volta ottenuto quel che volevano, per quanto li riguarda, attendibilmente la guerra finirà. Per quanto li riguarda... Di fatto, riferisce Gian Micalessin [qui], secondo Tsaryov, l’ex deputato ucraino filo-russo che doveva prendere il posto di Zelensky: “Dopo il ritiro russo dal nord Mosca e Kiev avevano un accordo per il cessate il fuoco, ma Bucha e gli inglesi hanno fatto saltare tutto”. E non rassicura il dichiarato intento di Biden di voler indebolire Putin (sulla pelle e sulla sorte dell'Europa). Tuttavia, wusnto a Draghi e Biden, si tratta di due leader entrambi deboli ma ancora capaci di far danni in uno scacchiere di grande complessità; salvo elementi imponderabili.  Oltre a questo incipit, non ho potuto fare a meno di inserire alcune chiose. Altro spero scaturisca dalla discussione.

Com'è andata realmente con Draghi a Washington?
Si smarca da Macron che si smarca da Biden?


Per alcuni il presidente del Consiglio Mario Draghi, ieri a Washington, ha recapitato al presidente Usa Biden il messaggio di pace dell’Europa, sposando di fatto la linea Macron di compiere maggiori sforzi diplomatici per arrivare alla fine della guerra in Ucraina. Per altri – e diciamo subito che siamo più orientati verso questa seconda lettura – si è trattato piuttosto di un contentino al partito “pacifista” nostrano, che si sta allargando a macchia d’olio all’interno dei partiti di maggioranza e sta prendendo piede anche sui media mainstream e in settori dell’establishment economico. È il fronte dei contrari all’invio di armi a Kiev – il cui effetto, a loro avviso, è quello di prolungare il conflitto – che con sempre maggiore insistenza criticano le posizioni Usa e Nato e spingono per una soluzione diplomatica, ignari o disinteressati del fatto che ad oggi non potrebbe che consistere in una resa anticipata di Kiev.

In effetti, nella parte pubblica del colloquio tra il premier italiano e il presidente statunitense, ben a favore di telecamere e microfoni, Draghi lo ha fatto presente a Biden: “… ma devo dirti che le persone in Italia e in Europa ora vogliono la fine dei massacri, vogliono la pace e ci chiedono cosa possiamo fare per portare la pace”, implicitamente sottolineando che ad oggi non facciamo abbastanza. Il primo ad applaudire, ieri sera, è stato il segretario del Pd Enrico Letta, con uno stentoreo “Draghi ci rappresenta” rivolto all’ala “pacifista” del suo partito, a cui ha dato voce l’ex ministro Delrio con la recente intervista sul Corriere.

Ma come ha osservato la Repubblica, “Draghi ha spinto sul cessate-il-fuoco anche per ragioni di politica interna, che Biden capisce. Per ottenerlo però bisogna convincere Putin, e secondo gli Usa l’unica strada per arrivarci passa dal fallimento dell’invasione”. Ieri sera, ad una domanda precisa riguardo le parole di Draghi sugli sforzi di pace, così ha risposto la portavoce della Casa Bianca: “Continuiamo ad essere aperti ad una soluzione diplomatica in Ucraina ma non vediamo alcun segnale da parte della Russia”, “i russi non sono disponibili ad una tregua”. L’indisponibilità di Putin a sedersi al tavolo delle trattative (al contrario, sembra pronto ad una guerra di mesi) sembra una realtà dura da accettare per gli europei, e comoda da ignorare per gli antiamericani, ma che Draghi ha ben presente e ha più volte sottolineato (“Putin non vuole la pace”).

Lo stesso premier, davanti a Biden, aveva premesso: “Siamo uniti nel condannare l’invasione dell’Ucraina, nel sanzionare la Russia e nell’aiutare l’Ucraina come ci chiede Zelensky“. E come ci chiede Zelensky (e Washington) significa invio di armi, anche pesanti, e superamento della dipendenza energetica dalla Russia. Possiamo solo immaginare (ed auspicare) che Draghi abbia chiesto in cambio all’alleato di sostenere il Btp italiano, sottoposto a pressioni crescenti nelle prossime settimane e mesi a causa del progressivo ritiro del sostegno Bce, e di aiutarci a trovare forniture di gas alternative a quelle russe.

Insomma, Draghi l’europeo, che rinnova a Biden la vicinanza dell’Italia ma sposa la linea Macron, oppure Draghi l’americano, che riporta il sentimento espresso nella maggioranza da quasi tutti i partiti, ma di fatto sposa la linea atlantista [tutto tranne che l'italiano - ndr] ?

A nostro avviso la lettura più corretta è la seconda e la richiesta di maggiori sforzi per la pace recapitata ieri a Washington va inquadrata in una cornice domestica piuttosto che intesa come allineamento del premier al sempre più visibile smarcamento franco-tedesco. Un esercizio di cerchiobottismo, certo, ma della miglior scuola, per tenere unita la sua eterogenea maggioranza, dovendo fare i conti sia con i residui filorussi nella Lega e nei 5 Stelle, Conte e Salvini, sia con l’influente partito francese (il Pd), ben ramificato nelle nostre istituzioni e nel mondo economico.

Al di là delle parole di Macron sulla necessità di non umiliare la Russia, sintesi un po’ grossolana di una frase come vedremo più articolata, non v’è dubbio che dall’inizio del conflitto il presidente francese, anche per motivi elettorali, stia facendo di tutto per riaprire la via diplomatica, con frequenti e prolungati colloqui telefonici con Vladimir Putin, fino ad oggi infruttuosi.

Parigi scalpita per un negoziato con Mosca e se finora non l’ha ottenuto è solo per le resistenze del Cremlino, che evidentemente vuole prima ottenere risultati netti sui campi di battaglia. L’obiettivo dei francesi (e dei tedeschi) è la fine della guerra il prima possibile, a prescindere dal sacrificio richiesto a Kiev. L’unica preoccupazione è che l’Ucraina resti uno stato indipendente e non diventi un protettorato russo, quindi che non cada Kiev, risultato che ad oggi pare acquisito (anche se, come vedremo, solo apparentemente). Non si pongono però il problema delle conseguenze di concedere a Putin fette di territorio ucraino (ben più ampie del Donbass), qualcosa che il leader russo potrebbe facilmente presentare come una vittoria. Concessioni il cui rischio sarebbe quello di incoraggiare Putin e costituire quindi le premesse per ulteriori aggressioni future [1].

Insomma, si muovono sul solco degli accordi di Minsk, targati Merkel-Obama, che hanno spalancato le porte all’invasione del 24 febbraio. Parigi è ossessionata dal marcare l’autonomia francese e dell’Ue da Washington, Berlino ansiosa di porre fine alla guerra prima che sia essa a porre fine al suo modello economico basato sul gas russo e sui legami con Mosca.

L’argomento che va per la maggiore in questi giorni, evocato anche da Macron, è quello dell’umiliazione russa da evitare, perché porterebbe ad una escalation fino all’uso di testate nucleari da parte di Mosca. “Armiamo gli ucraini perché battano i russi, ma non troppo”, si legge su Limes. “Perché se la sconfitta di Putin nella sua Piccola Russia apparisse totale, il regime dunque lo Stato rischierebbe di sparire. Quanto potrebbe indurre il Cremlino alla mossa della disperazione”.

Un punto di vista non infondato, al quale però se ne può accostare uno speculare. Premesso che siamo ancora lontani da una “umiliazione” russa in Ucraina, e che anzi una vittoria russa è ancora possibile, specie se l’aiuto militare a Kiev si indebolisse (tagliare fuori l’Ucraina dal Mar Nero significherebbe di fatto porre fine alla sua esistenza come Stato indipendente), se Putin non vede nemmeno l’ombra del fallimento della sua invasione, con il rischio di un downgrade dello status internazionale della Russia e della sua personale uscita di scena, quale sarebbe l’incentivo a mollare la preda? C’è un rischio escalation anche nel lasciare intendere ad un aggressore che alla fine, anche se gli sta andando male, ci sarà una via d’uscita e sicuramente nessuna umiliazione.

La verità, scomoda da accettare, è che nessuno può sapere quale dei due punti di vista seguire, perché in gran parte l’esito dipenderà dalle scelte della leadership russa.

Ma torniamo all’integrale della frase pronunciata dal presidente francese a Strasburgo in chiusura dei lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa: “Quando la pace tornerà sul suolo europeo, dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e non dovremo mai cedere alla tentazione né dell’umiliazione né dello spirito di vendetta”.

Qui Macron va oltre l’esortazione a non ripetere con la Russia l’errore commesso con la Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale. Fa intravedere a Putin la disponibilità Ue a trattare con lui, nonostante l’aggressione all’Ucraina [2], “nuovi equilibri di sicurezza” in Europa, cioè proprio quello che il presidente russo pretendeva nei mesi precedenti l’invasione. [3] Un conto è non umiliare la Russia, un altro è premiare Putin concedendogli di ridisegnare a suon di cannonate gli equilibri di sicurezza europei. [4]
____________________________
Note di Chiesa e post-concilio
1. E chi conosce le vere intenzioni di Putin, a parte quanto ritenuto attendibile nell'incipit? Putin quei territori se li è conquistati sul campo, dopo che il governo Zelenski, per anni armato spalleggiato e addestrato dagli USA, percepito da Mosca come una minaccia crescente, ha perseguitato i russofoni violando gli accordi di Minsk e insistendo col voler entrare nella NATO con prospettive di scontato successo 
2. come se la storia iniziasse da qui. Su quanto l'ha preceduta nulla quaestio
3. ma i nuovi equilibri di sicurezza si impongono anche nel nostro interesse, soprattutto al fine di sottrarci, per quanto possibile e ammesso che lo sia (ma almeno proviamoci a rialzare la schiena), allo strapotere USA 
4. chi davvero vuole la pace non si pone il problema di premi (o castighi) e, per gli equilibri, si dà da fare 

53 commenti:

Anonimo ha detto...

Dice bene mic sulla debolezza dei due leader.
Su Draghi, così conclude La Bussola:
...Draghi, quindi, rischia di ritrovarsi comunque molto debole sul fronte interno, soprattutto dopo l’estate. Non è detto che i partiti lo seguiranno fino in fondo nelle sue scelte di politica estera. Il peggioramento del quadro socio-economico, dovuto all’inflazione e alla crescita della disoccupazione, potrebbe rendere la navigazione dell’esecutivo sempre più burrascosa. E i richiami di Washington, a quel punto, potrebbero cadere nel vuoto.

Anonimo ha detto...

Fulvio Grimaldi a La7
"L'obiettivo degli Stati Uniti è colpire l'Europa, non solo la Russia di Putin"

Anonimo ha detto...

Solo una sparuta minoranza (senza peso) sosteneva la resa a prescindere, mentre quasi tutti avrebbero voluto un'Europa mediatrice degli interessi delle parti (Russia- Nato) nell'interesse di ucraini e europei. Anche quelli che tifano guerra a tutti i costi sono una minoranza ma hanno i media e le imprese di armi quindi sono quelli che parlano di più. Una pace era possibile senza resa o guerra. O meglio sarebbe stata possibile in un mondo senza imperialismi forse. Per l'imperialismo la guerra è linfa vitale.

DARE UNA POSSIBILITÀ ALLA PACE ha detto...

Un nuovo ordine mondiale basato su regole stabilite dalle élites di Washington, Londra e Tel Aviv io non lo voglio.
Ciò non fa di me un "putiniano", perché io non tifo per la Russia; come non tifo per la NATO che usa l'Ucraina e il suo popolo per una schifosa guerra per procura, cercata per anni.
Io desidero la pace con la libera autodeterminazione di tutti i popoli e ferree garanzie speciali per le aree di confine.
Cit. Davide Lovat

Anonimo ha detto...

Guerra Russia-Ucraina, Orsini a teatro: “Governo Draghi infeudato alla Casa Bianca, Italia si sganci da politiche belliciste”

Al riparo dalla dimensione plateale e litigiosa dei pollai televisivi, lontano quanto basta da tweet, hashtag e opinionismi da stadio, le parole di Alessandro Orsini arrivano chiare, semplici. Tutt’altro che sconvolgenti. È difficile anzi farsi un’idea della ragione per cui la figura di questo professore di Sociologia abbia attirato pose scandalizzate e sentimenti tanto radicali, al punto da divenire talvolta – nel mefitico dibattito pubblico italiano – più divisivo della guerra stessa.

La prima data del suo spettacolo – “Ucraina, tutto quello che non ci dicono” – è un sold out al Teatro Sala Umberto di Roma, 500 posti, a una manciata di passi da Montecitorio. In platea spunta a sorpresa l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ci sono Alessandro Di Battista, Sergio Castellitto con il figlio Pietro, il direttore del Fatto, Marco Travaglio.

Ecco le prossime date del tour

EVENTO SPECIALE A TEATRO CON ALESSANDRO ORSINI
𝗨𝗰𝗿𝗮𝗶𝗻𝗮, 𝗹𝗲 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮
Biglietti disponibili
23 maggio, Livorno: https://ilfat.to/orsini-livorno
30 maggio, Firenze: https://ilfat.to/orsini-firenze

Anonimo ha detto...

RELAZIONI EURO-RUSSE. IN QUESTO QUADRO PUTIN È UN DETTAGLIO
di Robi Ronza, 11 maggio 2022

Ieri a Washington, nel corso di uno scambio di battute davanti alle telecamere, a proposito della guerra in Ucraina Draghi ha detto fra l’altro a Biden che in Europa si avverte la necessità di “promuovere negoziati credibili per costruire una pace duratura” e che “la gente in Europa vuole la fine di violenze e massacri” e si domanda se a tal fine “venga fatto abbastanza”. È una posizione diversa da quella del governo degli Stati Uniti che mira evidentemente alla continuazione della guerra fino all’esaurimento della Russia e ad un sostanziale indebolimento di Putin se non alla sua caduta.

Francamente non mi aspettavo da Draghi questa aperta presa di posizione e sono tra coloro che se ne compiacciono. Non sta infatti a noi occidentali stabilire chi debba governare la Russia, e tantomeno cercare di provocare dall’esterno un cambio della guardia al Cremlino in modi che non garantirebbero affatto che il successore di Putin sia meglio di lui.

Diversamente dagli Stati Uniti, e dal loro avamposto in Europa, ossia la Gran Bretagna, a noi interessa che la Russia non si sfasci ma che sussista dalle nostre frontiere fino alle sponde del Pacifico come uno spazio continuo, come un oceano di terra che ci collega all’Estremo Oriente. Questo oceano di terra, percorso dalla Transiberiana e da altre ferrovie del genere, ci collegherebbe all’area del Pacifico in positiva concorrenza con il trasporto marittimo. Queste ferrovie inoltre seminerebbero sviluppo lungo tutto il loro percorso anche creando per noi ottime occasioni di scambio. Purtroppo questa possibilità è molto più chiara ai nordatlantici, che ovviamente la contrastano, di quanto sia agli europei, che ne trarrebbero grande vantaggio.

In questa prospettiva la guerra attualmente in corso in Ucraina per noi europei, diversamente che per gli americani, non è una buona occasione da sfruttare al massimo, bensì un tragico episodio cui porre termine al più presto. Non solo per il gas, che la Russia ha interesse a venderci non meno di quanto noi abbiamo interesse a comprarlo, ma anche per le ragioni che si sono dette noi dobbiamo puntare ad un futuro di buone relazioni con Mosca, e Mosca deve puntare ad un futuro di buone relazioni con noi. E lo stesso vale per l’Ucraina, che avrebbe tutto da guadagnare come crocevia dei rapporti tra Europa e Russia. In questo quadro Putin è un dettaglio. Anche quando non ci sarà più lui resteranno i motivi delle buone relazioni di cui si diceva. Perciò nel confrontarci con Putin dobbiamo badare attentamente a non compromettere tali prospettive. E dobbiamo augurarci che quanto Draghi ha inaspettatamente detto a Biden sia non qualcosa di estemporaneo bensì un contenuto strutturale della politica estera sia dell’attuale governo italiano che di quelli che lo seguiranno.

https://robironza.wordpress.com/2022/05/11/relazioni-euro-russe-in-questo-quadro-putin-e-un-dettaglio/

Anonimo ha detto...

Mah, io non mi fido per niente, Macron alza la voce perché sta per finire il suo semestre a guida UE e vuole portare a casa un qualcosa di simile ad un successo politico, anche in scala minore, sarà difficile, cosa voglia effettivamente VP è difficile da decifrare, sicuramente non vuole Kiev, tutto il sud est e i controlli dei porti certamente, quello che ora gli interessa è che escano i ratti dall'acciaieria, la delegazione nazi Azov uscita a parlamentare è stata rispedita a casa, voleva assicurazioni sulla discrezione della reale identità dei ratti, che sono molti di più di quanto non si pensi, a leggere i messaggi degli ucraini le armi dall'occidente, inteso USA UE Canada et alii in ordine sparso,
arrivano, ma non quelle che servirebbero veramente, i civili arruolati più o meno forzatamente vengono chiamati cannon fodder, si capisce anche senza conoscere l'inglese, noi manderemo autoblindo Lince, armi automatiche leggere , maschere antigas, mine di ogni tipo insomma tutto ciò che esce dalla FA (ex Fiat), per il resto montagne di bugie anche malcelate e l'imbarazzante impotenza nonché imbecillità dei governi UE, ho letto un bellissimo commento di un blogger francese 'L'Europa è stata unita solo sotto il gladio di Cesare e sotto la spada di Carlomagno' sintesi hegeliana perfetta.

L'Oste ha detto...

Come disse a tempo suo il Patriarca Kirill I, si tratta di una guerra metafisica. Per cui io mi auguro che la guerra continui e che vinca la Russia, con l'aiuto di Dio. Le soluzioni prospettate dai politici sono nauseanti. All'inizio tutti erano furiosamente schierati per la guerra, le sanzioni, l'invio di armi e già speravano in una riedizione dell'orrore di Piazzale Loreto. Poi, visti più danni che benefici prospettarsi all'orizzonte, i guerrafondai democratici e antifascisti ecco che hanno incominciato a telefonare a Putin, a scorrazzare indecorosamente di qua e di là per raggiungere i loro sporchi intenti - great reset e nuovo ordine mondiale - senza troppi danni. Riusciranno i mondialisti, i politicanti di infimo ordine ad ottenere la botte piena e la moglie ubriaca? Umanamente sì. Tuttavia, mai fare il conto senza l'Oste!

Osservatore ha detto...

Una presa di posizione svoncertante quella dell'autrice del blog, che finisce col giustificare Putin...

No al Pensiero Unico ha detto...

Ciascuno deve essere libero di esprimere le proprie opinioni.
È garantito dalla nostra Costituzione. Almeno per ora.

Un punto importante ha detto...

"I valori dell'Occidente".
Quante volte abbiamo sentito questa frase ripetuta come un mantra, in un mondo nichilista ed economicizzato (nichilista anche perchè economicizzato) dove in realtà, per citare Oscar Wilde, nulla ha più valore, ma tutto ha un prezzo?
Ebbene, se ci pensiamo, anche questa frase apparentemente insensata e continuamente ripetuta, "i valori dell'Occidente", nasconde un grumo di verità.
L'Occidente conserva in fondo dei "valori", mentre non conserva più principi, i quali soli trascendono il singolo individuo.
Mentre i principi sono infatti trascendenti e immutablii, i valori sono soggettivi. Nel senso che è' il soggetto -ormai quasi sempre individuale, l'atomo individuo - che decide di dare o non dare valore a qualcosa. E poichè è il soggetto a deciderlo, la verità sarà quasi sempre quella che al soggetto piace, oppure fa comodo. Persino Dio sarà o non sarà, a seconda della soggettiva decisione di quel nulla individuale che si crede tutto.
I diritti dell'atomo individuale, invece, saranno indiscutibili, anche per chi non sa nemmeno più cosa sia veramente l'uomo. E che però blatera di umani diritti.
E quindi ecco l'Occidente moderno e postmoderno dove qualsiasi follia diventa un "valore", o un "diritto" se una minoranza di folli, magari ricchi e potenti, o sostenuti da ricchi e potenti, decide che esso sia tale. Oggi Caligola o Eliogabalo non sono imperatori di Roma, ma signori di Wall Street o di Silicon Valley. E' l'americanismo senz'anima.
L' Occidente ha quindi ancora dei valori, del tutto arbitari ( come tutti i "valori"), anzi ne ha molti. Li moltiplica a getto continuo, sotto forma di "diritti" delle minoranze, tanto vittimizzate, a parole, quanto privilegiate.
Sono invece i veri principi che l'Occidente ha completamente dimenticato, incamminandosi verso trionfale sventura. Perchè alla fine dietro i "valori" che sbandiera vi è solo l'Ego, cioè poco più del nulla. L'amor Sui, insomma, contro l'amor Dei. La Città terrena contro la Città celeste, come insegna il grande Agostino.
L'attuale Occidente è proprio la Citta terrena nella sua forma più radicale, Babilonia, cioè l'amor Sui che non conosce nulla all'infuori di sè.
E' chiaro che ogni forma di risanamento passerà necessariamente dalla restaurazione dei principi e dall'accontonamento dei "valori".
Martino Mora

mic ha detto...

Osservatore 15:41
Da quando in qua, aver presenti le cause prossime remote e perduranti di un evento complesso come la crisi Russo-Ucraina (e altrettanto complessi e variegati risvolti), dovrebbe tradursi in giustificazione di Putin?

Ci mancava ha detto...

Mi domando: se questo passaggio nella Nato da parte della Finlandia e della Svezia fosse successo qualche anno fa, avrebbe causato una crisi senza precedenti? Oggi invece ritengo che rappresenti un’ autentica minaccia al futuro dell'Europa e agli equilibri geopolitici mondiali. Era proprio necessario formulare l’istanza di adesione alla NATO in questo delicato momento, infrangendo la permanenza a stato neutrale come aveva a suo tempo deciso? Così facendo penso che la strada per la pace sia ancora di più in salita e che la Russia possa diventare, a questo punto, più aggressiva e pericolosa. E pensare che l’esasperazione è uno stato d’animo di indignazione e irritazione che fa superare ogni limite della sopportazione.
Buona serata.

Anonimo ha detto...

Un garzone di bottega al servizio di esseri immondi.

Anonimo ha detto...

Non è solo l'autrice di questo blog a guardare oltre la vulgata mainstream
https://www.marcotosatti.com/2022/05/12/lazzaretti-chi-comanda-davvero-in-ucraina-e-ha-voluto-e-vuole-una-guerra/

Anonimo ha detto...

A me l'Ucraina fa veramente pena, è da anni oggetto di manipolazione americana,non solo sul piano geopolitico, ma per tutta una serie di sperimentazioni scientifiche americane sul suo territorio che hanno fatto del suo popolo una cavia. Veramente al limite del mercimonio di se stessa. Volodymyr Zelens'kyj un uomo di spettacolo dal cabaret alla tivvì, alle conferenze da remoto in vari stati. Tutto questo dramma nasce dalla corruzione che gli Usa vi hanno seminato negli anni a piene mani. Spero che si arrivi presto ad una tregua, ma l'Ucraina va salvata da se stessa e non deve essere più permesso agli USA di infilarsi prima sottotraccia, poi con lo specchietto per le allodole della democrazia esportanda in paesi che non sono il suo proprio. Se la Russia è intervenuta, credo che sia stato essenzialmente per tre motivi: 1)perché il patrimonio russo fa gola a moltissimi; 2)perché la stanno provocando da tempo ai confini e hanno condotto lunghe guerre contro i russi che antichi trattati hanno lasciato all'interno dell'Ucraina; 3) perché non ha nessunissima intenzione di far trasformare La Federazione Russa nella Ucraina attuale asservita e saccheggiata dai pirati.

Brava Federica Picchi! ha detto...

CONTRO AMAZON. Con Silvana De Mari
https://gloria.tv/post/JJRHhUHjSyXz6c4fiMwjim1jB#2730

Anonimo ha detto...


La guerra sembra giunta ad un punto di non ritorno, nel senso che una soluzione negoziata appare ora impossibile.
I russi hanno avuto troppe perdite per tornarsene a casa con le mani vuote. Devono insistere, nonostante le perdite, l'inferiorità tecnologica in certi settori, sperando nella forza del numero e nel logoramento dell'avversario, che sia peggiore di quello proprio, e nella crisi economica, che non è da sottovalutare. In Ucraina quest'anno il raccolto dovrebbe ridursi della metà a causa della guerra.
La volontà americana di far condurre la guerra sino alla vittoria finale dell'Ucraina e alla caduta di Putin (un'idea irrealistica e pericolosa) potrebbe comunque rafforzare il patriottismo russo.
Certo, l'entità dei modernissimi armamenti americani che si inviano agli ucraini è tale, da far sembrare realistica, in senso strettamente militare, l'ipotesi di una sconfitta russa sul campo.
Non bisogna però sottovalutare i russi. Poiché economicamente stanno strangolando l'Ucraina, che praticamente non esporta più nulla, il tempo gioca a loro favore.
Miles

Anonimo ha detto...

Ricordo ancora il mio maestro delle elementari che tutto compiaciuto ci raccontava l'intervento del Piemonte nella guerra di Crimea ,al fianco di Inghilterra e Francia,e la (decisiva?)vittoria dei bersaglieri sul fiume Cernaia.Da allora sembra che il tempo si sia fermato e che gli Inglesi ,adesso anche gli americani,vogliano impedire ai russi ,come in passato,il controllo degli Stretti.Tornando ai nostri giorni la guerra per noi europei è un disastro sotto tutti i punti di vista.Strano che un economista come Draghi non colga i danni gravissimi che da questa guerra derivano alla nostra economia.Gonfiamo il petto e mostriamo i muscoli ,usiamo paroloni come libertà e democrazia ,quando praticamente siamo con le pezze al sedere e la nostra economia non può reggere ad un inverno senza il gas russo.Draghi parla di un piano di ricostruzione per l'Ucraina costosissimo e non dice chi dovrebbe finanziarlo.L'Italia non ne ha i mezzi,gli Usa hanno anche loro un sacco di problemi,va a finire che i soldi li chiederanno alla Germania...L'unico che ha colto il pericolo che può venire da questa guerra è Macron che si sta adoperando perchè finisca in fretta.

Anonimo ha detto...

Ora anche la Finlandia è diventata uno Stato partigiano. La guerra avanza in Occidente. La neutralità fa schifo al Tiranno.
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

I mondialisti gonfiano il petto, mostrano i muscoli, e non si preoccupano del gaz per il prossimo inverno perché sanno benissimo che vinceranno la guerra. Una volta sconfitta la Russia, i rifornimenti di gaz russo/globalizzato riprenderanno il ritmo di prima, e per Natale potremo restare in casa nudi! Macron non è Santa Milvia!

Anonimo ha detto...

Alla Finlandia si aggiungerà pure la Svezia. Il Nuovo Ordine Mondiale sta per vedere la luce.

Anonimo ha detto...

Esiste un Ordine Mondiale? E, se esiste, che cos'è?
Dal libro di Henry Kissinger "Ordine Mondiale":
"Un ordine mondiale veramente globale, cioè un assetto delle relazioni internazionali riconosciuto e condiviso da tutti gli Stati, non è mai esistito nella storia, perché le diverse civiltà hanno sempre considerato la propria cultura e le proprie leggi le uniche universalmente valide. Così ogni epoca è stata caratterizzata dalla supremazia di una o più potenze egemoni che hanno cercato di imporre, nelle rispettive zone d'influenza, il proprio modello di organizzazione politica e statuale, con esiti più o meno duraturi, ma comunque sempre transitori. Lo dimostra l'attuale sistema unipolare a guida statunitense, affermatosi ormai da un quarto di secolo, che dopo aver tentato di esportare su scala planetaria i principi della democrazia e del libero mercato, sembra avviato verso un inarrestabile declino."

Catholicus ha detto...

Dicevano che eravamo complottisti...
Ora la Von der Leyen: "La Russia mette in pericolo l'ordine mondiale"

Anonimo ha detto...

La Finlandia decide di perdere per sempre la propria sovranità entrando nella Nato. Ben miserabile è la sua classe politica, che svende la libertà del Paese all'Impero del dollaro per un piatto di lenticchie. Immagino che, ovviamente, i media finlandesi si siano lavorati ben bene la plebe, presentando il Paese come il prossimo obiettivo di Putin. Ma quando i militari americani entrano in un Paese e vi piazzano i missili nucleari, esso non se ne libera più. E infatti i finlandesi non se ne liberaranno mai più.
La morsa nella Nato si stringe ulteriormente intorno alla Russia. L'obiettivo dell'impero del dollaro è impedire a qualsiasi costo la nascita di un mondo multipolare, la nascita di grandi spazi alternativi di civiltà, rispetto all'infera civiltà del denaro e della deboscia che esso rappresenta.
Il potere finanziario non può accettare altro che suoi burattini. Lo scontro di civiltà è già in atto da molto tempo.
Martino Mora

Da Tempi ha detto...

Ucraina. La strategia di Biden è sempre più rischiosa (anche per gli americani)
Perfino il New York Times denuncia il pericolo di «un confronto diretto» tra Stati Uniti e Russia, deciso però senza passare dal Congresso. Ignorati gli appelli di Draghi per la pace

Anonimo ha detto...

In Belgio già cominciano i piani di razionamento, pare che più di uno stato si sia piegato al diktat di pagare in rubli, Polonia and friends non hanno più gas da un paio di settimane, intenzione Russi chiudere i rubinetti a tutti, tanto torneranno, alla spicciolata, da queste parti, tornando molto seri, un altro piccolo imprenditore si è tolto la vita perché la sua ditta era fallita e 140 operai erano già in mezzo alla strada, sono circa una decina i suicidi solo in queste zone, non so in tutto il territorio nazionale, ma a lorsignori frega niente, per loro mai nulla mancherà, a certi commenti, che si commentano tra l'altro da soli, c'è niente da rispondere, vedere che il re è sempre più nudo, non è filoputinismo, è non avere mattoni sugli occhi, stiamo precipitando e non si può dire che tutto è ok, anche l'orchestrina ha smesso di suonare.

Anonimo ha detto...

La visita di Mario Draghi negli Stati Uniti e il colloquio con Joe Biden non sono stati esattamente quel successo che alcuni giornali, come Repubblica o Corriere, descrivono. Il tentativo del premier italiano di fare da ponte tra le esigenze dell’Unione Europea in Ucraina e gli obiettivi americani, una vera mission impossibile, non è riuscito. Se Draghi infatti, pur concordando sulla necessità di sostenere l’Ucraina e fermare l’aggressione di Vladimir Putin, ha chiesto al presidente Usa di ricercare «la pace, un cessate il fuoco e negoziati credibili», Biden ha delineato una strategia completamente diversa: produrre un fallimento strategico del leader russo, indebolirne il regime per renderlo quantomeno inoffensivo fino «alla vittoria dell’Ucraina». Quindi nuove armi e nuove sanzioni. In questa strategia è evidente che non c’è alcuno spazio per le richieste fatte da Draghi.

Gli obiettivi di Usa e Ue sono diversi
Come scrive in un commento Domenico Quirico sulla Stampa, gli obiettivi di Stati Uniti e Unione Europea non coincidono. Quando Emmanuel Macron parla di «negoziare sul serio» ha in mente paletti precisi: «Salvare l’indipendenza dell’Ucraina, non quella di prima del 2014 ma quella di prima del 23 febbraio, data dell’invasione russa. Accettando quindi la spiacevole necessità di negoziare con Putin visto che sembra saldo al Cremlino nonostante i fervidi auspici di tirannicidio; e riducendo le pretese di Zelensky di fantascientifiche “revanche”».


Gli americani invece, continua Quirico, «sono passati dal progetto di un modello Afghanistan anni Ottanta, limare con una lunga guerriglia ucraina il regime di Putin, alla più radicale tentazione di spazzare via la potenza russa come pericolo permanente». Insomma, «altro che umiliazione, una seconda “katastrojka” questa volta militare e non economica e di sistema come l’89 sovietico».

Pierre Hillard ha detto...

Con l'ingresso della Finlandia nella NATO la Russia si ritrova completamente accerchiata e la partita può considerarsi definitivamente chiusa: il trionfo del nuovo ordine mondiale, preparato da gran tempo, è certissimo e imminente.

Pierre Hillard : Des origines du mondialisme à la grande réinitialisation. Paganisme Écologie Réparation Covidisme Sacrifice, Editions Culture & Racines, pp. 364, Euro 28.00

Appena visto! ha detto...

Video de IL VASO DI PANDORA

Green Pass. L`Unione Europea ha già votato la proroga.

Green Pass : Non illudiamoci, è solo sospeso per l'estate. Fabio Sarzi Amadé

Anonimo ha detto...

È un "rischio" a metà e che gli Americani corrono volentieri: sono sicuri di stravincere.

Anonimo ha detto...

"... In questa strategia è evidente che non c’è alcuno spazio per le richieste fatte da Draghi..."

Potrebbe darsi che 'le richieste' Draghi le abbia fatte, proprio perché non c'era alcuno spazio, quindi per salvare la faccia, sua personale, davanti agli italioti e davanti all'universo mondo. Della serie, 'quanto è umano lei' di fantozziana memoria.

Anonimo ha detto...

Commento alla foto: " Ride bene, chi ride ultimo!"

Anonimo ha detto...

"... gli Americani corrono volentieri..."

Chi va piano, va sano e va lontano!

Anonimo ha detto...


La guerra in Ucraina però non è ancora decisa a favore dell'Ucraina, come sembrano sostenere i media di regime.

Le forze di Kiev avanzano verso il confine russo ma è anche vero che quelle russe si stanno ritirando, sembra di loro spontanea iniziativa. In effetti, che cosa ci stavano a fare attorno a Kharkov, grande città che non avrebbero mai conquistato?
Rispetto all'esercito ucraino, forte, ottimamente armato e ben addestrato, la Russia ha attaccato con effettivi relativamente modesti.
Data anche la vastità del territorio. In più è arrivata la superiorità di droni, missili, sistemi di intelligence elettronica, sia locali che sorretti dagli americani. L'esercito russo doveva quindi "riposizionarsi" ossia concentrare le forze nel settore decisivo, che non è al Nord ma nel Donbass e nelle sue immediate retrovie in Ucraina. Lì, ci dicono, c'è la parte migliore dell'esercito ucraino. Infatti, se i russi riuscissero addirittura a "sfondare" nel Donbass, potrebbero poi tagliare l'Ucraina in due o quasi.
Oggi, per la prima volta il CdSera, nella sezione militare, scrive che gli Ucraini comincerebbero ad essere in difficoltà in quella vitale zona, sotto l'offensiva russa. La guerra d'attrito condotta da Mosca, con largo impiego dell'artiglieria campale e l'azione tenace delle fanterie, nelle migliori tradizioni militari russe, comincia a dare i suoi frutti? Forse è ancora presto per dirlo.
Ma la situazione appare comunque ancora fluida, con la Russia ancora in grado di vincere la partita ossia di assicurarsi un territorio ucraino occupato sufficiente alle sue necessità strategiche.
Miles

Anonimo ha detto...

La Russia non riuscirà mai a vincere militarmente gli Stati Uniti d'America. Invece la chiusura dei rubinetti del gaz da parte della Russia sarebbe catastrofica per l'Europa. E questa sarebbe un'altra guerra. Tuttavia la Russia finora non ha chiuso i rubinetti del gaz, ha soltanto minacciato di farlo. Perché non li chiude? Mistero.

Anonimo ha detto...

Il referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno non è quasi citato dal mainstream e viene ignorato dai programmi di approfondimento politico o di attualità, appiattiti sul tema della guerra dopo avere sparso terrore a iosa negli ultimi 27 mesi.
Il fatto che si debba necessariamente prendere atto che i quesiti a cui gli italiani saranno chiamati a rispondere sono rilevanti ai fini di un ripensamento di una Giustizia italiana disastrata, non deve in alcun modo farci abbassare la guardia visto che la devastante dittatura sanitaria che è ancora saldamente al potere ha mietuto altre due vittime illustri, il professor Frajese e la dottoressa Balanzoni, rei di avere fatto luce in modo puntuale e scientifico sui sieri che non immunizzano e provocano in diversi casi reazioni avverse gravissime. I due valenti medici sono stati sospesi dall'Ordine e certamente non mancheranno i soloni che si arrampicheranno sugli specchi per affermare che tali sospensioni sono cosa buona e giusta.
Il solco fra la realtà ed il palco del mainstream è sempre più profondo e questo lo si constata ormai ad ogni livello.
Io continuo a notare che il sottoscritto e tutti coloro che ingiustamente Facebook ha punito vigliaccamente con lo Shadow ban, non raggiungono più il numero di utenti di questo social per cui diventa quasi inutile scrivere senza essere letti anche da chi ha posizioni diverse.
E nonostante le evidenze di una censura al pensiero sempre più stringente, c'è chi nega che siamo in un regime totalitarista. A proposito, Il papà di Facebook, Zuckenberg, è stato ricevuto da Draghi e qualche mese fa anche Schwab era passato da Palazzo Chigi. Chissà di cosa hanno parlato i due alfieri del globalismo con il bancario premier (non) per caso.
Ma no, sono tesi da ottuso complottista, cosa andiamo a pensare?

Anonimo ha detto...

"... cosa andiamo a pensare?"

Che hanno messo a punto un particolare del 'combino', aum aum alla luce del sole, a danno sempre della povera gente sedata dalla propaganda di regime.

Credo che la povera gente, un giorno, si risveglierà e per lorsignori sarà un pessimo giorno.

B.B. ha detto...

Il pericolo dell’O.M.S. - MASSIMA CONDIVISIONE!!
https://gloria.tv/post/6qDir3TTsMthDp214Uq2onaFm#140

Anonimo ha detto...

Veto di Recep Tayyip Erdogan su Svezia e Finlandia nella NATO: «Ospitano terroristi». Centrale il ruolo di garanzia di BoJo. Mosca: «Basta elettricità a Helsinki».

Anonimo ha detto...

Stanno provocando Putin, vogliono a tutti i costi la guerra !

Anonimo ha detto...

BoJo nel pensier si finge d'esser Sir Winston Leonard Spencer Churchill!!! Bisogna sempre informarsi chi furono gli eroi della primissima giovinezza degli uomini che andranno a ricoprire cariche pubbliche. Eppoi Churchill ebbe una sola moglie che amò per tutta la vita, dettaglio importante, in particolare per un uomo che va ad immergersi in un mare di signore che fanno le graziose.

Interessante ha detto...


Una distinzione da tenere presente nell'attuale contesto

Ribelle e partigiano

Bisognerebbe distinguere il "partigiano" dal "ribelle" (nel senso di Waldgänger o, in termini più storici, di insorgente). Il ribelle insorge esercitando un diritto proprio, naturale o storico ( = non attribuitogli dal potere statale), mentre il "partigiano", prendendo "parte", agisce sempre per conto di terzi. Principale preoccupazione del ribelle dovrebbe essere quella di non essere attratto nel campo dei partigiani, di non divenire partigiano. Il ribelle non prende parte: rappresenta la totalità della propria libertà.
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

La NATO rappresenta la pulsione di morte dell’Occidente.

Anonimo ha detto...

È ovvio che la Nato ha deciso di combattere fino all’ultimo ucraino, usandolo come carne da macello. Questa ormai è chiaramente una guerra degli Stati Uniti e della Nato contro la Russia grazie soprattutto al servilismo dei governanti ucraini che hanno accettato di combattere per interposta persona sulla pelle della popolazione. In Ucraina erano in funzione 14 laboratori biotecnologici e si stava preparando l’attacco definitivo al Donbass. Nella storia non ci sono colpe ma confronti di potere. I nodi prima o poi vengono al pettine. L’obiettivo era quello di azzerare la resistenza della Russia omologando tutto il pianeta, i russi si sono ribellati e oggi ne vediamo i risultati.

https://www.lospecialegiornale.it/2022/05/12/ucraina-meluzzi-kiev-ci-chiude-il-gas-e-noi-parliamo-di-putin/

mic ha detto...

Sempre Meluzzi sull'attribuzione di responsabilità a Putin

"Nella storia non ci sono colpe ma confronti di potere. I nodi prima o poi vengono al pettine. L’obiettivo di un certo mondo bancario e finanziario era quello di azzerare la resistenza della Russia omologando tutto il pianeta, i russi si sono ribellati e oggi ne vediamo i risultati. Forse dimentichiamo troppo spesso che esiste un’altra parte di mondo che non è disposta ad uniformarsi alle politiche di Davos e che non si lascerà mai sottomettere"

Anonimo ha detto...

Bah, che gli USA siano poi militarmente molto ben messi, mi pare eccessivo, anche Zelenskij ammette che al sud hanno difficoltà e perdono terreno, la Russia lascia ampie zone di territorio ritirandosi, ma sono state tutte imbottite di mine, stime approx per ripulire il tutto, 20 anni o giù di lì, i rubinetti del gaz, chiusi per alcuni, per altri a mezzo regime, ma aperti, se interessa, ENI già ha fatto versamenti in rubli, come D ed altri paesi , se poi si stringono patti con Azerbaijan e dintorni, hai voglia, solo per attivare e costruire un nuovo tratto del gasdotto con l'Algeria, occorrono 3 anni e un mucchio di soldi.......a' dda passà a nuttata......

Anonimo ha detto...

Dobbiamo fermare la guerra, non gettare benzina sul fuoco. No a Svezia e Finlandia nella NATO, ora. Curioso poi come la Svezia, così tanto preoccupata per la propria incolumità, non faccia nulla per opporsi alle "società parallele", alle mafie straniere e agli islamisti che si sono impossessati del Paese, come ha appena ammesso la stessa premier di sinistra in un drammatico discorso. Davvero curioso.

Anonimo ha detto...

Ucraina, il cardinale Parolin a Orsini e Travaglio : "Il diritto alla difesa armata in caso di aggressione c'è anche nel catechismo"

Si, ma cosa c’entra dare armi? Significa entrare in guerra.
Antonio Rossix

Anonimo ha detto...

Di Sabina Musotto

La verità è stata detta oggi, velocemente, senza soffermarsi sul grande senso che aveva..." la Russia è rimasta indietro, una sola lingua, una sola religione" !!!
La Russia sta cercando di impedire che i Paesi i cui governanti tifano x fare approvare il DDL ZAN continuino ad operare la loro dittatura che non ha più niente della democrazia e della libertà x la quale i nostri nonni hanno lottato, vuole fermare i capi di stato che negli asili vorrebbero i Trans Gender, vuole fermare l' evoluzione di una società che vuole uomini che partoriscono xchè nati donne, ma che nel cambio del sesso hanno lasciato gli organi femminili x riprodursi, vuole evitare che si arrivi a concepire una famiglia che di tradizionale non ha più niente, che i nomi di Giuseppe e Maria che vengano banditi, che la croce a scuola che venga tolta in rispetto di altre religioni che gridando il nome del loro Dio, portano persone a fare stragi, vuole evitare che sulla carta di identità venga messo " maschio, femmina, altro " xchè si è confusi su ciò che si vuole essere ...
Non avete capito niente come sempre...vi bevete la storiella di un burattino che va in TV 3 volte al giorno chiedendo continuamente aiuti e armi, che vi racconta la storia di una offensiva Russa omettendo di dirvi che loro i russi li castrano xchè ritenuti degli animali, dimenticando di dirvi che loro stessi violentano e torturano donne e bambini con una ferocia disumana.
Non avete capito niente come al solito xchè siete il popolo dalle lacrime facili, avete bisogno necessariamente di soffrire x qualcuno senza pensare a come state messi voi stessi.

Anonimo ha detto...

L'occidente europeo, seguendo anche un erroneo influsso americano, ha demonizzato la Russia, erigendo ai confini dell'Ucraina un muro ,considerando assurdamente la Russia il male, la barbarie.
Invece occorreva ed occorre fare il contrario ora più che mai, un'azione culturale e politica di pacifica unione di Ucraina ed Occidente con la Russia,un ponte, poiché l'Ucraina e l'occidente sono a livello culturale un grande tesoro per la Russia e viceversa.

Anonimo ha detto...


"La Russia essere il Male, la Barbarie.."

La Russia di Stalin lo era certamente, come lo erano i suoi emissari in Occidente, i partiti comunisti. Adesso ci si è dimenticati di com'era la situazione nel Secondo Dopoguerra. Troppo comodo avere la memoria corta. E non dimentichiamo l'appoggio sovietico al terrorismo internazionale, Brigate Rosse e tutto il resto.
Quest'immagine la Russia comunista se la è cucita addosso e le è rimasta appiccicata ancora oggi, come un'ombra sinistra. Il che non è giusto perché la Russia ha fatto dei passi concreti verso un ristabilimento della religione e della morale cristiana e naturale, calpestate sempre di più invece in un Occidente ormai via di testa. Ma tant'è.
L'America di oggi non è nemmeno lontana parente di quella del II dopoguerra, nonostante gli evidenti difetti che si notavano già, nel senso dell'edonismo e del materialismo di taglio capitalista.

# Commento delle 18:11 : le notizie sulle citate atrocità ucraine da dove provengono?

Anonimo ha detto...

"Ucraina l'altra verità" - documentario completo
Categoria: Geopolitica
Pubblicato: 15 Aprile 2022
https://www.luogocomune.net/16-geopolitica/5983-ucraina-l-altra-verit%C3%A0-documentario-completo