Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 ottobre 2022

Dominica XIX post Pentecosten ("Salus populi")

Dominica XIX post Pentecosten 
("Salus populi")

Messa

Il capo augusto del popolo di Dio è salvezza dei suoi in tutti i loro mali e lo ha dimostrato in modo evidente domenica scorsa, ridonando salute al corpo e all'anima del povero paralitico, che ci raffigurava tutti. Ascoltiamo con riconoscenza ed amore la sua voce e promettiamo la fedeltà che chiede. La sua legge osservata ci difenderà dalle ricadute.

Intróitus
Salus populi ego sum, dicit Dóminus: de quacumque tribulatione clamaverint ad me, exaudiam eos: et ero illorum Dominus in perpetuum.
 (Ps. 77, 1) Attendite, popule meus, legem meam: inclinate aurem vestram in verba oris mei.
V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen. 
 – Salus populi (usque ad Ps.).

Orátio
Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde: ut mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt, líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.  M. - Amen.

Graduale
Dirigatur orátio mea, sicut incensum in conspectu tuo, Dómine.
Elevátio mánum mearum sacrificium vespertinum.
Allelúia, Allelúia
Ps 104,1 Confitémini Dómino, et invocáte nomen eius annuntiáte inter gentes ópera eius. Allelúia
Introito
Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore: in qualunque calamità mi invocheranno, io li esaudirò, e sarò il loro Signore in perpetuo.
Sal. 77, 1 - Ascolta, o popolo mio, la mia legge: porgi orecchio alle parole della mia bocca. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli, Amen…
Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore...

Colletta
Onnipotente e misericordioso Iddio, allontana propizio da noi quanto ci avversa: affinché, ugualmente spediti d’anima e di corpo, compiamo con libero cuore i tuoi comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.

Graduale
Salga, o Signore, la mia preghiera come incenso al tuo cospetto. 
Le mie mani si innalzino verso di te, come il sacrificio della sera.
Allelúia Allelúia
Sl 104,1 Lodate il Signore ed invocate il suo nome; narrate alle genti le sue opere. Allelúia
EPISTOLA (Efes. 4, 23-28). - Fratelli: Rinnovatevi nello spirito della vostra mente, rivestitevi dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità. Lasciate quindi da parte ogni menzogna, parli ciascuno secondo la verità al suo prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri. se vi adirate guardatevi dal peccare: il sole non tramonti sopra l'ira vostra, né fate posto al diavolo. Chi rubava non rubi più, ma faccia piuttosto con le sue mani qualche onesto lavoro in modo che abbia qualcosa da donare ai bisognosi.
La Chiesa riprende oggi la lettura della lettera agli Efesini sospesa domenica. L'Apostolo che ha posto prima i principi della vera santità, ne deduce adesso le conseguenze morali.

L'uomo nuovo.
Apprendiamo nell'Epistola la morale di san Paolo, che cosa egli intenda per giustizia della verità, che è quella di Cristo (Rom. 13, 14) e dell'uomo nuovo, che chi aspira al possesso delle ricchezze enumerate nei passi precedenti della sua lettera immortale deve rivestire. Chi rilegge l'Epistola della domenica decimasettima trova che tutte le regole dell'ascetismo cristiano e della vita mistica si riassumono per l'Apostolo in queste parole: Preoccupiamoci dell'unità (Efes. 4, 3). Questa massima che egli dà ai principianti e ai perfetti è il coronamento delle vocazioni più sublimi nell'ordine della grazia, come è fondamento e ragione di tutti i comandamenti di Dio, sicché, se noi dobbiamo evitare la menzogna e dire il vero a chi ci ascolta, per l'Apostolo il motivo è questo: Perché noi siamo membra l'uno dell'altro!
È santo lo sdegno di cui parlava il salmista destato (Sal 4,5) in certe occasioni dallo zelo della legge divina e della carità, ma il movimento di irritazione sorto nell'anima deve anche allora calmarsi prestissimo. Il prolungarlo sarebbe far posto al diavolo e dargli modo di scuotere e rovesciare in noi l'edificio della santa unità con il rancore e l'astio.
Prima della nostra conversione, il prossimo soffriva non meno di Dio per i nostri falli, l'ingiustizia ci toccava poco, quando passava inavvertita, l'egoismo era legge per noi ed era a garanzia del regno di Satana nelle nostre anime. Ora lo Spirito di santità ha cacciato l'indegno usurpatore e il segno migliore del dominio riconquistato è il fatto che noi non solo sentiamo che i diritti del prossimo sono sacri, ma ancora che il nostro lavoro e tutta la nostra attività si ispira al pensiero delle necessità del prossimo, alle quali occorre provvedere, e come l'Apostolo prosegue e conclude poco dopo, essendo imitatori di Dio, come figli suoi carissimi, camminiamo nell'amore (Efes. 5, 1-2).
VANGELO (Mt. 22, 2-14). - In quel tempo: Gesù parlava ai principi dei sacerdoti e ai Farisei in parabole, dicendo: Il regno dei cieli è simile ad un re il quale fece le nozze a suo figlio. E mandò i servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò ancora altri servi, dicendo: Dite agli invitati: Ecco il mio pranzo è già apparecchiato, si sono ammazzati i buoi e gli animali ingrassati, e tutto è pronto: venite alle nozze. Ma quelli non se ne presero cura e andarono chi al suo campo e chi al suo negozio. Allora poi presero i servitori, li oltraggiarono e li uccisero. Avendo udito quanto era avvenuto, il re fu pieno d'ira e mandò le sue milizie a sterminare quegli omicidi e a dar fuoco alle loro città. Quindi disse ai suoi servi: Le nozze son pronte, ma gli invitati non erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e, quanti troverete, chiamateli alle nozze. E usciti per le strade i servi di lui radunarono quanto trovarono, buoni e cattivi, e la sala delle nozze fu piena d'invitati. Or entrato il re a vederli, vi notò un uomo che non era in abito di nozze. E gli disse: Amico, come sei entrato qua senza la veste da nozze? E colui ammutolì. Allora disse il re ai servi: Legatelo mani e piedi, e gettatelo fuori, nel buio; ivi sarà pianto e stridor di denti. Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.
Le nozze del Figlio di Dio.
Tutto quanto abbiamo veduto nelle domeniche scorse ci ha mostrato la Chiesa preoccupata soltanto di preparare l'umanità a queste meravigliose nozze, che sono l'unico fine perseguito dal Verbo, venendo sulla terra. Nell'esilio che si prolunga, la Sposa del Figlio di Dio ci è apparsa modello vivente dei suoi figli e ha sempre cercato di istruire questi figli, perché potessero capire il grande mistero della unione divina. Tre settimane or sono (XVI Domenica dopo Pentecoste) sentendo direttamente la sua sola preoccupazione di Madre e di Sposa, ricordava ai figli la chiamata ineffabile e, otto giorni dopo (XVII Domenica dopo Pentecoste) per le sue premure, lo sposo delle nozze cui erano invitati si rivelava nell'Uomo-Dio, oggetto del doppio precetto dell'amore, che riassume tutta la legge. Oggi l'insegnamento si completa e la Chiesa lo precisa nella Officiatura della notte, in cui abbiamo tutto il pensiero di san Gregorio, eminente Dottore e grande Papa che, in nome della Chiesa, spiega il Vangelo così:

 Il commento di san Gregorio.
"Il regno dei cieli è l'assemblea dei giusti. Il Signore dice infatti per mezzo di un profeta: Mio trono è il cielo (Is. 56, 1); e Salomone dice a sua volta: L'anima del giusto è il trono della Sapienza (Sap. 7, 27), mentre Paolo chiama il Cristo: Sapienza di Dio (I Cor. 1, 24). Se il cielo è il trono di Dio, essendo la Sapienza Dio ed essendo l'anima del giusto trono della Sapienza, dobbiamo concludere che l'anima del giusto è un cielo... e veramente il regno dei cieli è l'assemblea dei giusti... Se questo regno è detto simile a un re che celebra le nozze del figlio, il vostro amore comprende subito quale sia questo re, padre di un figlio, che è re come lui e cioè che è quello di cui nel salmo è detto: Concedi, o Dio, al Re il tuo diritto e al Figlio del Re la tua giustizia (Sal. 71, 2). Dio Padre fece le nozze di Dio, suo Figlio, quando lo unì alla natura umana e dispose che colui, che era Dio prima dei secoli, divenisse uomo alla fine dei tempi, ma noi dobbiamo evitare il pericolo che si possa intendere una dualità di persone nel nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo e perciò è più chiaro e più sicuro dire che il Padre fece le nozze del Re, suo Figlio, unendo a Lui, nel mistero dell'Incarnazione, la Santa Chiesa. In seno alla Vergine Madre fu la camera nuziale di questo Sposo di cui il salmista disse (Sal. 18, 6): Stabilì la sua tenda nel sole, egli è lo Sposo che esce dalla camera nuziale" (Omelia XXXVIII sul Vangelo).

Preghiamo
Dio onnipotente e misericordioso, togli ogni ostacolo dal nostro cammino, affinché, liberi nell'anima e nel corpo, ti serviamo con tutto lo slancio del cuore.

(da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 511-514.)

13 commenti:

Catholicus.2 ha detto...

E' risaputo che stiamo vivendo tempi bui, di crisi economica e morale, caratterizzati da odio sfrenato e rancoroso e violenza inaudita. Ciononostante io resto ancorato ai principi cristiani a cui credo fermamente poichè nel corso della mia vita ho avuto la grande fortuna di incontrare il Signore, di conoscerlo intimamente, di apprezzare la sua dottrina, di assecondarlo in tutto e per tutto, di vivere in definitiva in comunione con Lui, per Lui ed in Lui.
( Per Ipso, cum Ipso et in Ipso )

In memoriam ha detto...

16 ottobre 1793 - 16 ottobre 2022
S. M. la Regina Marie-Antoinette.
Una prece.

Les souffrances de Marie-Antoinette n'ont donc pas été vaines : elles sont, comme toute souffrance, le prix dont se paie régulièrement la révélation de l'essence même du mal, par conséquence aussi la définition, la certitude et l'évidence du bien. On prie, avec Jesus, que s'éloigne le Calice. Mais le calice bu jusqu'à la lie devient un calice de salut. Les ténèbres deviennent lumière. Et la victime de l'injustice, par témoignage immortel qu'elle rend à la justice et à la vérité, devient object d'amour.
Personne ne sait, nous ne savons pas nous même, combien nous sommes qui formons de par le monde, et à travers les générations, cette étrange confrérie, cette société secrète qui n'a pourtant rien à cacher : celle des amoureux de Marie-Antoinette.
Amoureux sans espoir, pour la plupart non déclarés, n'ayant même pas hérité ni encore même reçu en gage une fleur séchée, une mèche de cheveux, un bout de ruban sur quoi fixer leur dévotion et verser une larme aux jours anniversaires, tous néanmoins unis dans un même sentiment aussi puissant qu'inexprimable, dans un même rêve plus net et plus réel qu'un souvenir vécu.
Il n'y a pas de comité, pas de règlement, pas de condition d'affiliation, pas de liste de membres adhérents. Ceux-ci, fût-ce quand l'un d'eux en rencontre un autre par hasard, se devinent aussitôt entre eux sans recourir à aucun signe de reconnaissance. C'est un ordre de chevalerie qui se recrute non par droit mais par grâce native, encore qu'il soit ouvert à tous, et qu'il ne soit pas rare que les gens de peu s'y distinguent plus que les seigneurs.
Alexis Cuvers
(Dalla sua prefazione al libro di Gérard Hupin: Marie-Antoinette Victime de la subversion, NEL, Paris, 1972).

Anonimo ha detto...

Era il 16 ottobre 1978 quando veniva eletto Giovanni Paolo II

Anonimo ha detto...

Era l'anno 1917.
Il sole autunnale stava avvicinandosi in fretta all'orizzonte e Roma si immergeva sempre più nelle tenebre che la circondavano, difendendosi da esse con centinaia e migliaia di lampade accese.
Nel Collegio internazionale dei PP. Francescani, alcuni giovani religiosi penetrarono quasi furtivamente in una cella.
Entrò il settimo: ormai c'erano tutti.
Nella porta si diede una mandata alla chiave e il gruppetto si mise attorno ad un tavolo rettangolare, al centro del quale, sopra un piedistallo, dominava una bella statuetta dell'Immacolata
tra due candele accese.
Dopo una preghiera introduttiva fu data lettura
di una lettera del confessore del santo Padre, p.Alessandro Basile: in essa egli dichiarava
che avrebbe presentato la causa della Milizia dell'Immacolata al Vicario di Cristo.
Successivamente fu letto il progetto di “programma”: scopo, mezzi, condizioni.
Discussione su ognuno di questi punti, infine la deliberazione mediante votazione.
Si consultano molto a lungo, ma sui volti di tutti si riflette la serenità, la fiducia e un amore pronto a sacrificarsi per la salvezza delle anime attraverso l'Immacolata, e insieme la preoccupazione per una buona impostazione della causa.
Tre di loro sono giovani sacerdoti:
uno rumeno [p. Giuseppe Pietro Pal], il secondo italiano [p.Quirico Pignalberi] e il terzo, p. Antonio Maria Głowiński, nato ed educato nella citta rumena di Galati, ma da padre polacco e madre rumena.
Gli altri sono ancora chierici più o meno vicini al giorno solenne dell'ordinazione sacerdotale.
E quella prima riunione della Milizia si svolse con il permesso dei superiori, proprio nella cella di uno di essi, precisamente di fr. Antonio M. Mansi.
Nato a Londra, ma da genitori italiani, poeta valente, musico, parlava bene non solo la lingua materna, ma anche l'inglese, il francese, il latino classico.
Ma soprattutto era un religioso esemplare.
Questo avvenne il 16 ottobre. SK1040
San Massimiliano Maria Kolbe

Atto di Consacrazione solenne
composto da San Massimiliano Maria Kolbe

O Immacolata,
Regina del cielo e della terra,
rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l'intera economia della misericordia,
io …....................., indegno peccatore, mi prostro ai Tuoi piedi supplicandoTi umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare con me e con tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, con la mia vita, morte ed eternità,ciò che Ti piace.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva per compiere ciò che
è stato detto di Te: “Ella ti schiaccerà il capo” [Gen 3, 15], come pure: “Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero” [ufficio della B.V. Maria], affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la Tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo,
quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo Cuore di Gesù.
Dove Tu entri. infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre attraverso le Tue mani dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi
R. Concedimi di lodarti, o Vergine santissima.
V. Dammi forza contro i tuoi nemici SK37
San Massimiliano Maria Kolbe

16 ottobre1917 anno di fondazione della Milizia dell'Immacolata
Auguri di santità a tutti i Militi dell'Immacolata

Anonimo ha detto...

XIX domenica dopo la Pentecoste.

“Il re della parabola è Dio, il figliuolo è Gesù Cristo. Il convito è l'insieme dei beni spirituali meritatici dalla Passione e morte di Gesù. Il Signore è buono ma è anche giusto. Vuole che tutti si salvino, ma esige che gli uomini rispondano al suo invito e non abusino della sua misericordia. Si illude chi crede di salvarsi creandosi una sua religione, formandosi una propria legge. È necessario fare la volontà di Dio e non la nostra, osservare la legge di Gesù Cristo e non obbedire alle nostre passioni o capricci; fare tutto il possibile per non essere indegni dell'amore di Dio ed entrare nel numero degli eletti” (Evangeliario festivo, Marietti 1959, note di mons. Salvatore Garofalo).

Stiamo ascoltando l'omelìa di Don Alberto Secci: ha detto...

�� Diretta Santa Messa XIX Domenica dopo Pentecoste in rito tradizionale - Vocogno 16 Ottobre 2022
Radicati nella fede
Per i fedeli che sono impossibilitati a spostarsi per raggiungere la chiesa per la S. Messa ecco la possibilità di seguirla in diretta streaming trasmessa dalla Chiesa di S. Caterina V. M. in Vocogno (VB).

XIX Domenica dopo Pentecoste in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB).
Santa Messa cantata.
Domenica 16 Ottobre 2022 ore 10.30.
https://www.youtube.com/watch?v=UmndnLz8d_Q

Anonimo ha detto...

Condivido toto corde. Anch'io ricordo oggi la grande Regina. Vittima di immondi gossip. E di un totalitarismo quasi staliniano. Citata solo per la battuta sulle brioches, che non è sua.

Nel rito ambrosiano... ha detto...

...la terza domenica di ottobre è una festa liturgica molto importante: la Dedicazione della Chiesa cattedrale (Dominica in Dedicatione Ecclesiæ Maioris).

mic ha detto...

Dirigatur Domine oratio mea

Santa notte! ha detto...

La veste nuziale della Fede e della Grazia - Omelia del 16 ottobre 2022
Dogma TV
Omelia del 16 ottobre 2022
don Alfredo Maria Morsellli
https://www.youtube.com/watch?v=9Tvt9MRwkX8

Al termine del giorno,
o Sommo Creatore,
veglia sul nostro riposo
con amore di Padre.

Dona salute al corpo
e fervore allo spirito,
la Tua luce rischiari
le ombre della notte.

Nel sonno delle membra
resti fedele il cuore,
e al ritorno dell'alba
intoni la Tua lode.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

Anonimo ha detto...

Non è corretto dire che nella preghiera noi comunichiamo con Dio, usando l'analogia della conversazione con gli uomini. Noi non comunichiamo con Dio. Noi ci rendiamo unicamente comunicabili. Cioè il rapporto con Dio non è una conquista. Non devo catturare la sua attenzione. Siamo noi che ci rendiamo oggetto al suo pensiero, per essere da Lui conosciuti. Per colui che pensa Dio è l'oggetto. Per colui che prega Dio è il soggetto.
A. J. Heschel

Occasione per chi vuol ripassare il Catechismo. ha detto...

Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica
7° Comandamento: Non rubare (3)

Lunedì 17 Ottobre 2022
ore 20.45: S. Rosario
ore 21.15: Catechesi

YT
https://youtu.be/vEzXbh7yRAQ

FB
https://fb.me/e/2GRupD0vV

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YouTube
LUX MUNDI - Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica

I 10 Comandamenti
7° Non rubare (3)
20.45: S. Rosario
21.15: Catechesi
22.15 termine

Anonimo ha detto...

" La meditazione è il braciere dove si ravviva la
custodia del cuore. Con la fedeltà alla meditazione saranno vivificati tutti gli altri esercizi di pietà.
L’anima acquisterà a poco a poco la vigilanza e lo spirito di orazione, ossia l’abitudine di ricorrere e con
più frequenza a Dio. L’unione con Dio nell’orazione produrrà l’unione intima con Lui anche durante le
occupazioni più assorbenti.
L’anima che vive così unita a Dio con la custodia del cuore, attirerà sempre di più sopra di sé i doni
dello Spirito Santo e le virtù infuse, e forse Iddio la chiamerà, ad un grado di orazione più elevato. "

Tratto da L'anima dell'apostolato