Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 11 ottobre 2025

Il Pellegrinaggio Normanno tradizionale: grande successo popolare e cattolico beneficiando dell'asilo liturgico della Bretagna

Lettera n.1284, 9 ottobre di Paix Liturgique
Il Pellegrinaggio Normanno tradizionale:
grande successo popolare e cattolico

beneficiando dell'asilo liturgico della Bretagna

Ogni vescovo dovrebbe essere contento di un pellegrinaggio che, per la sua prima edizione, ha radunato 600 camminatori con un'età media di 22 anni, con tanto di bandiere, inni e preghiere. Non Mons. Cador, l'eccentrico vescovo di Coutances (Manche) che ha inaugurato il suo mandato episcopale trasferendo nella sua cattedrale un concerto – inizialmente previsto in una chiesa in disuso – che includeva tra i brani eseguiti una chiamata islamica alla preghiera.

Dopo aver trascinato le trattative con gli organizzatori, l'uomo che sta chiaramente facendo di tutto per essere l'ultimo vescovo di Avranches e Coutances ha inviato una lettera incendiaria agli organizzatori in cui si oppone alla messa tradizionale – e proibisce ai sacerdoti legati alla Tradizione presenti nella diocesi di parteciparvi, pena l'esclusione – è lo stesso vescovo che, attingendo alla sua esperienza in Africa, elogia ogni volta l'accoglienza dei migranti provenienti da altrove, senza poter accogliere qui i suoi fedeli.

Ma questo non è stato un motivo sufficiente a scoraggiare i manifestanti: il vescovo Cador, con un colpo di bacchetta magica, ha trasformato i Normanni in Bretoni.

Provenienti da tutta la Normandia, da Fécamp, Coutances, Avranches, Le Havre, Rouen, Caen e molti dall'Orne – tra cui un buon numero di volontari – i marciatori sono partiti da Saint James, fermandosi a dormire ad Ardevon – dove una grandinata ha cercato, senza successo, di interrompere la loro veglia presso il fuoco – e la mattina del 5 ottobre hanno proseguito verso Mont Saint-Michel, nonostante terribili turbini di ghiaccio e acquazzoni, dove sono saliti a passo svelto per essere accolti dal rettore di Mont Saint-Michel per un incontro e poi per recarsi alla chiesa di Saint Pierre per un momento di preghiera – c'era così tanta gente che si è reso necessario dividere la colonna in due.

Perché camminavano? "Per Dio e la cultura normanna", "per stare insieme e pregare", e per questo padre, "i pellegrinaggi al Mont sono più facili che andare a Chartres per i nostri tre figli, ed è per questo che torneremo l'anno prossimo", o per quelli della Franca Contea che sono venuti dall'altra parte del paese, "perché andare al Mont Saint-Michel è simbolico". C'erano anche alcuni dalla Charente: "dove viviamo, non c'è (ancora?) un pellegrinaggio locale tradizionale. Quindi veniamo qui e per chiedere la protezione di San Michele, visto quello che sta succedendo dentro e intorno al paese, è il momento giusto" . Un altro da Rouen è venuto "per chiedere la protezione di San Michele, ora che mio figlio si è arruolato nell'esercito". Uno dei pellegrini era a Domrémy la scorsa settimana, "era il 600° giubileo delle apparizioni di San Michele a Santa Giovanna d'Arco. Venire qui dopo è logico".

Accompagnato da diversi sacerdoti che hanno ascoltato le confessioni dei pellegrini durante il cammino, e dai padri e fratelli dell'abbazia di Chémeré, nella Mayenne, il pellegrinaggio con i suoi numerosi capitoli locali, quello di SOS Chrétiens d'Orient tempestato di bandiere dell'Armenia, del Libano e di altri paesi cristiani orientali, e quello di SOS Calvaires con la sua croce pellegrina, è arrivato al Monte, il cui rettore ha ricordato loro il messaggio del santuario: "la prima ragione del santuario è pregare per i defunti, la seconda per San Michele, arcangelo della lotta contro il male". Gioia ai defunti, che non devono più sopportare il vescovo di Coutances!

Il pellegrinaggio non è passato inosservato nelle comunità circostanti. Vicino a Pontorson, un sacerdote diocesano ha trovato "indescrivibile l'atteggiamento del vescovo. C'è un evento per i giovani nella nostra diocesi e ha cercato di interromperlo". Questo ha suscitato anche la reazione di un autista di autobus: "C'è ancora un problema di coerenza nella Chiesa quando afferma di voler accogliere i migranti, e i suoi fedeli devono spostarsi in un altro dipartimento per assistere alla Messa. È davvero ridicolo".

E infatti, una volta raggiunto il Monte, i pellegrini hanno fatto marcia indietro per percorrere altri dieci chilometri attraverso le paludi fino a raggiungere una terra accogliente: la chiesa di Roz sur Couesnon, arroccata su una sporgenza rocciosa a 8 km dal Monte, in terra bretone, da dove si è superata la meschinità del vescovo Cador e si gode di una splendida vista sul Monte. La messa si è svolta in una chiesa gremita, grazie alla generosità del vescovo di Rennes: la Bretagna conquista, ed è una terra di accoglienza incondizionata.

E questo anche se è un po' strano vedere centinaia di bandiere normanne in una chiesa bretone, graziosa con il suo monumento dedicato ai caduti della guerra del 14 e le sue vetrate di San Sansone e Saint-Malo - Dol e Saint-Malo non sono molto lontane. Ma sulla finestra principale dell'altare, la vetrata è quella del Christus Regnat. Nonostante le miserie di questo mondo e certi vescovi contrari, i pellegrini accorrono, Cristo regna e la Croce rimane.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

“Per la cultura normanna”…poveri noi.

mic ha detto...

E perché? Anche la cultura può far parte del patrimonio spirituale!