Nella nostra traduzione da Rorate Caeli, una presa di posizione cattolica, da parte di un porporato... Precedente qui. Tolto qualche spiraglio, contraddetto dalle nuove restrizioni attuate dai vescovi USA, manca ancora un intervento concreto del papa nei confronti della tradizione [qui - qui - qui - qui].
Card. Sarah: Ho parlato con il Papa della Messa tradizionale,
lui ne è consapevole, è il Padre di tutti.
[Intervistatore:] A Saint-Anne d'Auray, ci ha ricordato che l'uomo è grande quando è in ginocchio. Un uomo è grande quando è in ginocchio. Conosciamo quindi il suo attaccamento alla liturgia tradizionale. Recentemente ha affermato di sperare che il motu proprio Traditionis custodes possa essere modificato. Oggi, beh, non c'è nulla di veramente nuovo. Cosa si aspetta dal nuovo papa riguardo a questo motu proprio, che è stato particolarmente doloroso in Francia, a causa dell'applicazione a volte molto malevola di questo motu proprio da parte di alcuni vescovi? Spera che venga almeno modificato o ritirato?
[Cardinale Sarah:] Credo ancora che tutti noi abbiamo bisogno di riflettere all'interno della Chiesa. Quando Gesù istituì il sacramento dell'Eucaristia, pregò per la nostra unità. Che tutti siano una cosa sola.
Oh, abbiamo trasformato la Messa in un campo di battaglia tra tradizionalisti e progressisti, questo e quello, e stiamo profanando l'Eucaristia, mentre Gesù è morto per riunire i figli di Dio sparsi nel mondo nell'unità attraverso il sacramento dell'Eucaristia, attraverso il sacramento della liturgia. Perché abbiamo trasformato la liturgia in un campo di battaglia?
Penso che dobbiamo riflettere su questo. È l'unico momento in cui l'uomo è in relazione faccia a faccia con Dio. È l'unico momento in cui l'uomo è in contatto diretto con Dio, in cui Dio lo ascolta, in cui parla con Dio. Perché dobbiamo combattere? Perché proibire questo? Perché proibire quello? Chi ci dà questo diritto? Chi ci dà questo potere? Qualcuno che ha una relazione personale con Dio? Non abbiamo mai visto una cosa del genere nella storia della Chiesa.
Quindi penso che se il Papa cerca di vedere questo non sia facile, perché la questione è una questione di fede. Il modo in cui crediamo è il modo in cui preghiamo. Se non abbiamo fede, non possiamo agire. Se le persone non credono, nulla cambierà. Continuiamo a litigare per la liturgia, continuiamo a fare bullismo su certe persone. Mentre in realtà, quando guardiamo davvero ai cristiani praticanti oggi, sono loro che vanno alla Messa tradizionale. Quindi perché proibirglielo? Al contrario, dovremmo incoraggiarli.
Non so cosa farà il Papa, ma è consapevole di questa battaglia. È consapevole di questa difficoltà.
[Intervistatore:] Ha avuto l'opportunità di parlarne con lui quando lo ha incontrato.
[Cardinale Sarah:] Sì, [ho avuto] l'opportunità.
[Intervistatore:] Il cardinale Burke ha ottenuto questa messa tradizionale [a San Pietro]. (qui)
[Cardinale Sarah:] Ciò avverrà, ma a tutti deve essere dato spazio. Il Papa è il padre di tutti, di ognuno di noi. È il padre dei tradizionalisti. È il padre dei progressisti, il padre di tutti. Non può ignorare i suoi figli. Ognuno ha il suo carattere, la sua sensibilità. Tutti devono essere tenuti in considerazione. Credo che cercherà di agire in questo modo.
[Fonte: Tribune Chrétienne (in francese), su YouTube]

9 commenti:
"Credo che agirà in questo modo", cioè accogliendo tutti, progressisti e tradizionalisti, per non rompere l'unità della Chiesa.
È il metodo della "coincidenza degli opposti", vigente nella Chiesa soprattutto a partire da Benedetto XVI. In verità, i vertici vaticani pensavano che la Messa di rito romano antico sarebbe sparita da sola, di fronte al Novus Ordo voluto ed imposto dal Papa. Ma l'ostinata resistenza di mons. Lefebvre e mons. Castro Meyer (brasiliano), lo ha impedito. I papi "conciliari" non osavano abrogare espressamente il rito antico, la cosa avrebbe potuto creare anche intricati problemi di diritto canonico. Meglio lasciar fare al tempo.
Ma il tempo è galantuomo, come si suol dire. La coraggiosa consacrazione di quattro vescovi da parte di mons. Lefebvre, pur mancando l'approvazione papale (Roma la tirava in lungo, in modo estenuante) costrinse Giovanni Paolo II ad una politica di compromesso, ossia ad autorizzare la continuazione dell'antico rito presso le c.d. congregazioni "Ecclesia Dei", dal nome del rescritto pontificio che le stabiliva. Il compromesso era reciproco, dovendo evitare gli Ecclesia Dei ogni critica al Vaticano II ed accettare la legittimità del Novus Ordo. Questa politica di compromesso fu elaborata in teoria da Ratzinger, con la tesi della "riforma nella continuità" (ermeneutica della continuità), una teoria che propone la coincidenza degli opposti grazie allo pseudo-concetto di un unico rito realizzantesi in due forme diverse, ordinaria e straordinaria, non poste comunque sullo stesso piano.
Papa Francesco voleva eliminare l'ambiguità, dichiarando obsoleto l'antico rito, riducendo di nuovo il culto pubblico al solo Novus Ordo. Sembra sia andato vicino a sopprimere formalmente l'antico rito? Se ne ha avuto il pensiero non ne ha avuto tuttavia il coraggio, nonostante tutta la sua avversione nei confronti del rito antico.
La situazione è e resta anomala, Cristo e Belial non possono coesistere. Il NOvus Ordo oscura il Sacrificio, la Croce, mette l'accento sulla Resurrezione e l'avvento finale del Signore, fa dell'assemblea il vero celebrante, sotto la semplice presidenza del sacerdote officiante. Non è pertanto cattolico.
Non sappiamo cosa farà il nuovo papa. L'impressione attuale è che continui nella politica di compromesso, deleteria per la fede.
Bisogna scegliere. L'unica scelta giusta sarebbe quella di tornare al rito antico, abolendo il Novus Ordo. Una rivoluzione, il caos. Almeno all'inizio. Bisognerebbe allora ridiscutere il VAticano II. E quando lo faranno? Piuttosto si faranno maomettani.
Anche la posizione del card. Sarah resta ambigua, anche lui sembra accettare, di fatto, il concetto dell'unità da mantenersi mantenendo la molteplicità. Ma questa è una falsa unità, quando la molteplicità nutre gruppi e dottrine apertamente contrarie alla morale e alla fede cristiana.
Sbaglio, o era in processione dietro alla pachamama in San Pietro il 7 ottobre 2019, la più grande profanazione e offesa a Dio della storia, più del Vitello d'Oro ? Infatti basta ricordare quello che è successo dopo...
Claudio Gazzoli
Ho la certezza che si tratta di una nuova conversione, che non si
limita alla Liturgia Cattolica ma, a tutta la Dottrina Cattolica, alla Storia Cattolica, alla Cultura Cattolica quali devono essere, questa nuova conversione Leone XIV ancora non l'ha attraversata, fatta propria, avuta dal Cielo.
Il resto chiacchiere. È lui in mezzo al guado e le pecore a mollo. Chi deve guidare non può e non deve fare il piacione, deve imboccare la via stretta e organiizzare che tutti seguano, cioè deve avere un esercito di sacerdoti capaci di affrontare il maremoto nel quale viviamo. Visto che non è proprio possibile far contenti tutti, almeno instradiamo tutti sulla via giusta.
Ognuno ha il suo carattere, la sua sensibilità.
... fosse una questione di "carattere" e di "sensibilità"...
Bene, oggi è il 15 ottobre, vediamo questa famosa "consapevolezza" quanto ci metterà ad entrare in funzione.
Intanto permettetemi di segnalarvi il Calendarium Ambrosianum (calendario liturgico 2025-2026 basato sull'ultima edizione del Breviarium Ambrosianum tradizionale approvato nel 1954 dal card. Schuster).
Il buon cardinal Sarah si illude. A meno di un intervento diretto dello Spirito Santo sulla capoccia di Prevosto non succederà nulla. Di fatto, ogni giorno che passa, ogni decisione che prende, ogni nomina che fa, sono chiodi piantati sulla bara del tradizionalismo, che si vorrebbe sotterrare al più presto.
Illusoria anche la possibilità di una convivenza pacifica anzi gioiosa di Tradizione e modernismo nella stessa Chiesa Sinodalica A-Cattolica, perché la convergenza degli opposti è matematicamente impossibile, e sicuramente detestata da Cristo. Inoltre, se si mettono Verità ed errore, Verità ed eresia sullo stesso piano ideologico, concettuale e pseudo-morale, a vincere temporaneamente la partita saranno l'errore e la eresia, non la Verità. E questo non ci può lasciare indifferenti, nonostante si possa sempre sperare in un futuro "trionfo del Cuore Immacolato di Maria" che però non ci esime dal prendere una posizione chiara nel combattimento presente.
Il Cielo dà le stesse opportunità a tutti, anche se con modalità diverse e specifiche per ognuno. Ma perché ci sia una conversione è necessaria la convinzione di essere peccatori, l'apertura al Cielo e la volontà di sfruttare le opportunità che il Cielo benignamente ci elargisce... In caso contrario le opportunità vengono sprecate e la Chiesa tutta ahimè fa un passo indietro.
La vicenda di Lefebvre ai tempi e quella di Viganò al presente sono state grandi opportunità date ai papi di riflettere e dare una sterzata al rovinoso precipitare della Chiesa verso l'abisso, ma non sembrano aver sortito l'effetto sperato. Anzi, la cieca gerarchia della Chiesa si è indurita e arroccata sulla sua posizione fallace, grazie alla quale sta trascinando verso il macello una grandissima parte del suo gregge.
In attesa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria pensiamo alle tante anime che si perdono a causa del modernismo e facciamo la nostra parte con coraggio per salvarle, anche a costo di essere perseguitati dalla Chiesa ufficiale.
"Nessun sinodo può inventare un 'sacerdozio femminile"'
Il cardinale Robert Sarah, prefetto emerito del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha sottolineato che "il sacerdozio è unico" e ha avvertito che "nessun consiglio, nessun sinodo" può "inventare un sacerdozio femminile. "
Nella sua conferenza sul sacerdozio, intitolata "Gioiosi servi del Vangelo" tenuta il 3 luglio al Seminario conciliare di Città del Messico, il cardinale ha assicurato che nessuno "ha il potere di trasformare questo dono divino per adattarlo e ridurne il valore trascendente in campo culturale e ambientale. ”
"Nessun consiglio, nessun sinodo, nessuna autorità ecclesiastica ha il potere di inventare un sacerdozio femminile... senza danneggiare seriamente la fisiognomia perenne del sacerdote, la sua identità sacramentale, all'interno della rinnovata visione ecclesiologica della Chiesa, del mistero, della comunione e della missione", ha sottolineato.
Sarah ha sottolineato che "la fede cattolica professa che il sacramento degli Ordini Santi, istituito da Cristo Signore, è uno, è identico per la Chiesa universale. Per Gesù, non esiste sacerdozio africano, tedesco, amazzonia o europeo. Il sacerdozio è unico, identico alla Chiesa universale. ”
Sacerdozio 'un dono'
Nella sua conferenza, il prefetto emerito ha riflettuto anche sull'"essere prete" e ha sottolineato che "il sacerdozio è un grande, grande mistero, un dono così grande che sarebbe un peccato sprecarlo. "
"È un dono divino che va ricevuto, compreso e vissuto, e la Chiesa ha sempre cercato di capire ed entrare più a fondo nell'essere reale e proprio del sacerdote, come uomo battezzato, chiamato ad essere un alter Christus, un altro Cristo, ancor di più un ipse Christus, Cristo se stesso, per rappresentarlo, per conformarsi a Lui, per essere configurato e mediato in Cristo con ordinazione sacerdotale", ha spiegato.
Per il prelato guineano, "il sacerdote è un uomo di Dio che è giorno e notte davanti a Dio per glorificarlo, per adorarlo. Il sacerdote è un uomo immolato nel sacrificio per prolungare il sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo. ”
Il cardinale ha detto che il "primo compito" dei sacerdoti "è pregare, perché il sacerdote è un uomo di preghiera: inizia la sua giornata con l'Ufficio delle Letture e conclude la sua giornata con l'Ufficio. "
"Un prete che non prega sta per morire. Una Chiesa che non prega è una Chiesa morta", ha avvertito.
Per quanto riguarda la mancanza di vocazioni sacerdotali, ha incoraggiato i fedeli a pregare perché "non è che siamo pochi. "
"Cristo ne ha ordinati 12 per il mondo intero. Quanti di noi sono preti oggi? Siamo quasi 400.000 preti nel mondo. Siamo troppi", ha detto, citando la stessa osservazione fatta da Papa Gregorio Magno nel VII secolo.
"Molti hanno accettato il sacerdozio, ma non stanno facendo il lavoro del prete", ha spiegato Sarah.
"Quindi, in risposta, dobbiamo pregare. Chiedigli di mandare operai al suo raccolto, pregate. E fate vedere che noi sacerdoti siamo felici, perché se i giovani vedono che siamo tristi, non attiriamo nessuno. ” ha esortato. "Dobbiamo essere felici, anche se soffriamo. ”
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