Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 27 ottobre 2025

Peregrinatio ad Petri Sedem – Summorum Pontificum /Omelia del card. Burke in San Pietro

Di seguito il testo italiano dell’omelia del card. Raymond Leo Burke sabato 25 ottobre durante la Santa Messa pontificale nella Basilica di San Pietro in Vaticano, in occasione della 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem. [vedi]

Omelia del card. Burke
Messa della Beata Vergine Maria in Sabato
Peregrinatio ad Petri Sedem – Summorum Pontificum
Basilica Papale di San Pietro in Vaticano Città del Vaticano

25 ottobre 2025

Eccl 24, 23-31
Gv 19, 25-27
Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.
È per me fonte di profonda gioia celebrare la Santa Messa Pontificale all’Altare della Cattedra di San Pietro, come culmine del Pellegrinaggio Summorum Pontificum del 2025. A nome di tutti i presenti, esprimo la mia sincera gratitudine a coloro che hanno lavorato con tanto impegno e dedizione per rendere possibile questo pellegrinaggio. Offro la Santa Messa per i fedeli della Chiesa in tutto il mondo, che si adoperano per custodire e promuovere la bellezza dell’Usus Antiquior del Rito Romano. Possa l’offerta odierna della Messa Pontificale incoraggiare e rafforzare tutti noi nell’amore verso il nostro Signore Eucaristico, il Quale, attraverso la Tradizione Apostolica e con amore instancabile e incommensurabile per noi, rinnova sacramentalmente il Suo Sacrificio sul Calvario e ci nutre con il frutto incomparabile di quel Sacrificio: il Cibo Celeste del Suo Corpo, del Suo Sangue, della Sua Anima e della Sua Divinità.

Celebrando la Santa Messa della Beata Vergine Maria in Sabato, contempliamo il Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, assunto nella gloria e che non cessa mai di battere d’amore per noi, figli che il suo Divin Figlio, morendo sulla Croce, ha affidato alla sua materna cura. Quando il Signore pronunciò le parole: «Donna, ecco tuo figlio! … Ecco tua madre!» rivolgendosi a Sua Madre e a San Giovanni Apostolo ed Evangelista, che stavano ai piedi della Croce, Egli esprimeva una realtà essenziale della salvezza che stava conquistando per noi: la piena cooperazione di Sua Madre, la Beata Vergine Maria, nell’opera della Redenzione.

Dio Padre, nel Suo piano d’amore per la nostra salvezza eterna, volle che la Beata Vergine Maria, fin dal primo istante della sua concezione, partecipasse alla grazia della salvezza che il Suo Divin Figlio avrebbe ottenuto sul Calvario. Con la sua Immacolata Concezione, Maria fu totalmente per Cristo e, in Cristo, totalmente per noi, fin dal primo momento del suo essere. La mediazione della nostra salvezza attraverso il Cuore Addolorato e Immacolato di Maria si manifesta nelle ultime parole pronunciate dalla Vergine Madre del Salvatore riportate nei Vangeli. Ella le rivolse ai servi durante le Nozze di Cana, quando questi, angosciati, si rivolsero a Lei per la mancanza di vino sufficiente per gli invitati degli sposi. Maria rispose al loro turbamento conducendoli al suo Divin Figlio, anch’Egli invitato al banchetto nuziale, con la sua istruzione materna: «Fate tutto quello che vi dirà».

Queste semplici parole esprimono il mistero della Divina Maternità, per il quale la Vergine Maria divenne Madre di Dio, portando nel mondo il Figlio di Dio incarnato per la nostra salvezza. Attraverso lo stesso mistero, Ella continua ad essere il canale di tutte le grazie che, in modo incommensurabile e incessante, sgorgano dal Cuore glorioso e trafitto del suo Divin Figlio nei cuori dei Suoi fratelli e sorelle, adottati nel Battesimo, mentre compiono il loro pellegrinaggio terreno verso la dimora eterna con Lui in Cielo. Noi siamo figli e figlie di Maria nel suo Figlio, Dio Figlio incarnato. Con sollecitudine materna, Ella attira i nostri cuori al suo Cuore Immacolato e glorioso, e li conduce a Lui, al Suo Sacratissimo Cuore, istruendoci con le stesse parole: «Fate tutto quello che vi dirà».

Nella Beata Vergine Maria contempliamo “l’espressione più perfetta” della Sapienza eterna di Dio — il Figlio di Dio, il Verbo all’opera fin dal principio della creazione, che ordina tutte le cose e, soprattutto, il cuore umano secondo la perfezione divina — “sia per la particolare fedeltà con cui vive la sua condizione di «serva» del Signore, sia perché in lei, in quanto madre del Cristo, i disegni divini hanno trovato il loro pieno compimento”. Ella è, secondo le parole ispirate del Libro dell’Ecclesiastico, “la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza”. Siamo ricolmi di speranza che il nostro Signore, Sapienza divina incarnata, ascoltando le preghiere della Madre della divina Grazia, sempre presente davanti a Lui, voglia avere misericordia anche della nostra generazione, ristabilendo l’ordine d’amore scritto da Dio nella creazione e, soprattutto, nel cuore di ogni uomo. Sforzandoci, in ogni momento della giornata, di riposare i nostri cuori nel Cuore glorioso e trafitto di Gesù, annunciamo al mondo la verità che la salvezza è venuta nel mondo. Uniti di cuore al Cuore Immacolato e glorioso di Maria, attiriamo le anime a Cristo, pienezza della misericordia e dell’amore di Dio in mezzo a noi, nella Sua santa Chiesa.

Quest’anno celebriamo sia il centenario dell’apparizione del Bambino Gesù, insieme alla Madonna di Fatima, alla Venerabile Serva di Dio suor Lúcia dos Santos, avvenuta il 10 dicembre 1925, sia il centenario della pubblicazione della Lettera Enciclica Quas Primas di Papa Pio XI, con la quale venne istituita nella Chiesa universale la festa di Cristo Re del Cielo e della Terra, l’11 dicembre 1925. Con ciò rendiamo testimonianza alla verità che Nostro Signore Gesù Cristo è il Re di tutti i cuori per mezzo del Mistero della Croce, e che la Sua Vergine Madre è la mediatrice attraverso la quale Egli conduce i nostri cuori ad abitare sempre più pienamente nel Suo Sacratissimo Cuore.

Nell’apparizione alla Venerabile Serva di Dio suor Lúcia dos Santos, il Signore ci ha mostrato il Cuore Addolorato e Immacolato della Madonna, coperto di molte spine a causa della nostra indifferenza e ingratitudine, e a causa dei nostri peccati. In modo particolare, la Madonna di Fatima desidera proteggerci dal male del comunismo ateo, che allontana i cuori dal Cuore di Gesù — unica fonte di salvezza — e li conduce alla ribellione contro Dio e contro l’ordine che Egli ha posto nella creazione e scritto nel cuore di ogni uomo. Attraverso le sue apparizioni e il messaggio che ha confidato ai pastorelli, i santi Francesco e Giacinta Marto, e alla Venerabile Lúcia dos Santos — messaggio destinato a tutta la Chiesa — la Madonna denunciava l’influsso della cultura atea sulla Chiesa stessa, che ha portato molti all’apostasia e all’abbandono delle verità della fede cattolica.

Allo stesso tempo, la Madonna ci ha insegnato a compiere atti d’amore e di riparazione per le offese arrecate al Sacratissimo Cuore di Gesù e al Suo Cuore Immacolato mediante la Devozione dei Primi Sabati del mese. Essa consiste nel confessare sacramentalmente i propri peccati, nel ricevere degnamente la Santa Comunione, nel recitare cinque decine del Santo Rosario e nel fare compagnia alla Madonna meditando sui misteri del Rosario. Dal messaggio della Madonna risulta chiaro che solo la fede, che pone l’uomo in una relazione di unità di cuore con il Sacratissimo Cuore di Gesù — attraverso la mediazione del Suo Cuore Immacolato — può salvare l’uomo dai castighi spirituali che la ribellione contro Dio porta inevitabilmente su chi la compie e sull’intera società, come pure sulla Chiesa stessa. La Devozione dei Primi Sabati è la nostra risposta di obbedienza alla Madre celeste, la quale non mancherà di intercedere per ottenere tutte le grazie di cui abbiamo così urgentemente bisogno, noi e il mondo intero. Questa devozione non è un atto isolato, ma esprime uno stile di vita: la conversione quotidiana del cuore al Sacratissimo Cuore di Gesù, sotto la guida e la materna protezione del Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Quando riflettiamo sulla ribellione contro l’ordine e la pace che Dio ha impresso in ogni cuore umano — ribellione che trascina il mondo, e perfino la Chiesa, in una crescente confusione, divisione e distruzione degli altri e di sé stessi — comprendiamo, come comprese Papa Pio XI, l’importanza del nostro culto a Cristo sotto il titolo di Re del Cielo e della Terra. Un simile culto non è una forma di ideologia. Non è l’adorazione di un’idea o di un ideale astratto. È comunione con Cristo Re, soprattutto mediante la Santissima Eucaristia, nella quale comprendiamo, accogliamo e viviamo la nostra stessa missione regale in Lui. È la realtà nella quale siamo chiamati a vivere: la realtà dell’obbedienza alla Legge di Dio scritta nei nostri cuori e nella stessa natura di tutte le cose. È la realtà dei nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, e che trovano sempre più pienamente il loro riposo nel Sacratissimo Cuore di Gesù.

La Messa Pontificale di oggi è celebrata secondo la Forma più antica del Rito Romano, l’Usus Antiquior. La Chiesa celebra il 18º anniversario della promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, con il quale Papa Benedetto XVI ha reso possibile la celebrazione regolare della Messa secondo questa forma, in uso sin dai tempi di San Gregorio Magno. Nel privilegio di partecipare oggi al Santo Sacrificio della Messa, non possiamo non pensare ai fedeli che, nel corso dei secoli cristiani, hanno incontrato il Signore e hanno approfondito la loro vita in Lui attraverso questa venerabile forma del Rito Romano. Molti furono ispirati a praticare l’eroismo della santità, fino al martirio. Coloro fra noi che sono abbastanza anziani da essere cresciuti pregando Dio secondo l’Usus Antiquior non possono non ricordare quanto esso ci abbia aiutato a mantenere lo sguardo fisso su Gesù, specialmente nel rispondere alla nostra vocazione nella vita. Infine, non possiamo non ringraziare Dio per il modo in cui questa venerabile forma del Rito Romano ha condotto molti alla fede e ha approfondito la vita di fede di coloro che, per la prima volta, ne hanno scoperto l’incomparabile bellezza, grazie alla disciplina stabilita da Summorum Pontificum. Rendiamo grazie a Dio perché, attraverso Summorum Pontificum, tutta la Chiesa va maturando una comprensione e un amore sempre più profondi per il grande dono della Sacra Liturgia, così come ci è stata trasmessa, in una linea ininterrotta, dalla Tradizione Apostolica, dagli Apostoli e dai loro successori. Attraverso la Sacra Liturgia, nella nostra adorazione di Dio “in spirito e verità”, il Signore è con noi nel modo più perfetto possibile su questa terra: essa è la più alta espressione della nostra vita in Lui. Ora, contemplando la grande bellezza del Rito della Messa, lasciamoci ispirare e fortificare per riflettere quella stessa bellezza nella bontà della nostra vita quotidiana, sotto la materna protezione della Madonna.

Eleviamo adesso i nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, verso il Cuore glorioso e trafitto di Gesù, aperto per noi nel Sacrificio Eucaristico, mediante il quale Egli rende sacramentalmente presente il Suo Sacrificio sul Calvario. Eleviamo i nostri cuori — colmi di tante gioie e di tante sofferenze — alla sorgente inesauribile della Divina Misericordia e dell’Amore, confidando che nel Cuore Eucaristico di Gesù saremo confermati nella pace e fortificati nel portare la croce delle nostre pene con la stessa fiducia della Vergine Maria. Così, sotto lo sguardo costante e misericordioso della Beata Vergine Maria, potremo progredire con fedeltà e con tutto il cuore lungo il cammino del nostro pellegrinaggio terreno, fino alla nostra dimora eterna in Cielo. Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.

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