Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 12 aprile 2016

Card. Burke: l'esortazione del Papa non è magisteriale, non può cambiare l'insegnamento della Chiesa

In sintesi la posizione del cardinale Burke sull'Esortazione post-sinodale : Lifesitenews, 11 aprile. Domani la traduzione del testo integrale dal National Catholic Register. Forse, al momento presente, è il modo più saggio per mettere in chiaro le cose senza creare scandalo.

Il Card Raymond Burke ha dichiarato che l'Esortazione apostolica post-sinodale del Papa appena rilasciata non può cambiare l'insegnamento e la prassi della Chiesa, sottolineando che il documento non è magisteriale.

"Storicamente la Chiesa è da sempre reattiva alla tendenza erronea di interpretare ogni parola del papa come obbligo di coscienza; il che, naturalmente, è assurdo", ha scritto in un articolo pubblicato oggi dal National Catholic Register. "Papa Francesco chiarisce, fin dall'inizio, che l'Esortazione post-sinodale, non è un atto di magistero".

Burke aggiunge che la Chiesa si premura che "una riflessione personale del Papa, mentre è ricevuta col rispetto dovuto alla sua persona, non sia confusa con la fede vincolante dovuta all'esercizio del magistero".

"Alcuni commentatori confondono tale rispetto", giustamente dovuto al Papa, "con l'obbligo di dover 'credere per fede divina e cattolica' (Canone 750, § 1) tutto quanto contenuto nel documento", dice Burke. "Ma la Chiesa cattolica, pur insistendo sul rispetto dovuto al ministero petrino in quanto istituito da Nostro Signore stesso, non ha mai affermato che ogni espressione del Successore di Pietro debba essere ricevuta come parte del suo magistero infallibile".

Il cardinale Burke invita la Chiesa a chiarire che le opinioni personali del Papa non sono magisteriali. "Mentre il Romano Pontefice può esprimere riflessioni personali interessanti e che possono essere fonte di ispirazione, la Chiesa deve essere sempre attenta a sottolineare che la loro pubblicazione è un atto personale e non un esercizio del magistero pontificio".

Il cardinale avverte che mancare nella distinzione tra l'opinione personale del Papa e l'insegnamento magisteriale" è dannoso per i fedeli e indebolisce la testimonianza della Chiesa come Corpo di Cristo nel mondo".

Secondo il Cardinale Burke l'esortazione non può essere interpretata come una "rivoluzione nella Chiesa, come un cambiamento radicale rispetto alla dottrina ed alla prassi della Chiesa", dal momento che "l'unica chiave per la corretta interpretazione dell' Amoris Laetitia è il costante insegnamento della Chiesa e la sua disciplina che tutela e promuove questo insegnamento".

"Una tale visione del documento è contemporaneamente fonte di stupore e confusione per i fedeli, e potenzialmente una fonte di scandalo, non solo per i fedeli ma per gli altri di buona volontà che guardano a Cristo e alla sua Chiesa per insegnare e riflettere in pratica la verità sul matrimonio e il suo frutto, la vita familiare, la prima cellula della vita della Chiesa e di ogni società".
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

112 commenti:

Luís Luiz ha detto...

Chiamare "opinione personale" l'esortazione APOSTOLICA Amoris laetitia, dopo tutta la preparazione, i due sinodi, la discussione mondiale sul tema, i libri scritti, le conferenze, la proclamazione urbi et orbi ai vescovi, ai presbiteri, ai diaconi, alle persone consacrate, agli sposi cristiani e a tutti i fedeli laici", cioè, a tutta la Chiesa, scusate, non è cosa seria.

bedwere ha detto...

Nell'articolo su NCR ci sono ben 6 interpretare/intepretazione. Che un documento interpretativo abbia bisogno di massiccia interpretazione e` pure questo segno dei tempi.

Anonimo ha detto...

E va beh, ma se non dobbiamo dare peso ad un'esortazione apostolica, a cosa dobbiamo dare peso? Cosa è stata scritta a fare? Qui stiamo cadendo nel ridicolo.

irina ha detto...

Sulle riflessioni personali.
Un tempo, la sera, su un quaderno apposito si scrivevano i fatti salienti della giornata e le proprie riflessioni su di essi.Era il diario. Molte persone continuano questa abitudine anche oggi, nei tempi post moderni; molti medici, molti scrittori, molti artisti e molti di coloro che hanno responsabilità verso gli altri consigliano esplicitamente questo esercizio: aiuto insostituibile per verificare, in modo particolare, quali siano i trabocchetti nei quali si casca più spesso vuoi con le azioni, vuoi con i pensieri.Insomma il diario è considerato dai più una specie di doccia dove poniamo noi stessi,la memoria di tanti fatti e pensieri fertili e lasciamo scivolar via il superfluo, il ridondante non utile a noi stessi nè ad altri.

Luisa ha detto...

In attesa domani di leggere la traduzione italiana integrale, di cui già ringrazio mic, vi propongo il testo tradotto in francese:


http://leblogdejeannesmits.blogspot.ch/2016/04/reaction-cardinal-burke-amoris-laetitia-analyse-critique.html

Posso capire che si resti senza parole ma a me sembra che il cardinale, pur nel rispetto dell`autorità del vescovo di Roma, parla chiaro e forte, certo potrebbe ancor più chiaramente sottolineare e puntare il dito sui paragrafi e note che immancabilmente saranno usati per sganciarsi dalla Dottrina, il cardinale sceglie la lettura già promossa dal card.Brandmüller, cioè una lettura che DEVE essere fatta alla luce della Dottrina.
Dire che è solo l`opinione personale del papa alla quale non siamo tenuti di obbedire può essere il modo per non attaccarlo frontalmente e nel contempo relativizzare la portata dell`AL, è il modo per non dar ragione a chi parla di rivoluzione senza ritorni possibili, e non essere accusato di essere fattore di divisione...

Certo che possano essere accusati di essere fattori di divisione coloro che difendono la Dottrina è di per sè il segno del ribaltamento, del caos, che viviamo in questa chiesa, ma così è .

hr ha detto...

una traduzione si può leggere su

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-burke-amoris-laetitia-va-accolta-con-rispettoma-non-e-magistero-lo-dice-papa-francesco-15838.htm

Cesare Baronio ha detto...

Dunque vediamo se ho capito bene...

1. Un professore, regolarmente assunto dal Provveditorato agli Studj, sale in cattedra all'ora prevista ed imparte una lezione di matematica, durante la quale afferma che 2 + 2 = 5. Il bidello passa a portare gli spolverini per la lavagna ed osserva che il professore, ancorché sia tale, in quel momento non sta insegnando matematica, ma usando l'ora di matematica per esprimere pareri personali come docente privato.

2. Un chirurgo, nominato dall'ASL al reparto di ortopedia, opera un paziente e gli amputa la gamba anziché mettergli un perno alla frattura del femore. Il ferrista, davanti allo sconcerto dei parenti, dichiara che il medico, in quel caso non stava operando in quanto chirurgo ortopedico, ma come dottore privato.

Ora, pur essendo evidente che il professore e il chirurgo si sono comportati in modo contrario a quanto richiede la loro professione, non è altrettanto evidente che li allievi hanno ricevuto una lezione piena di errori, e che il paziente si trova con una gamba di meno? Chi ripara a quei danni? Il bidello e il ferrista?

mic ha detto...

In un primo momento sono rimasta delusa. Poi ho pensato quel che ho scritto stanotte. È stato un modo saggio per non opporsi frontalmente con conseguenze imprevedibili.
Tuttavia resta il problema, più volte ribadito, della inevitabile deformazione provocata dalla prassi, di fatto comunque innestata e confermata nelle ambiguità e negli elementi di rottura. Penso sia deleterio continuare a ignorarlo.
Nell'articolo integrale Burle scrive che quel che vale è solo l'insegnamento costante della Chiesa ed è questo che dovrebbe essere portato avanti da sacerdoti coraggiosi. Ha aggiunto che il papa non punisce chi non ubbidisce, dal momento che ha lasciato esortazioni aprendo un dibattito. È una situazione anomala, ma in fondo non fa altro che riprodurre i meccanismi conciliari: il cambiamento indotto dalla prassi. Ma ci sono i presupposti per resistere. Bisognerebbe però che la pastorale tradizionale avesse i suoi pastori e che i sacerdoti ricevessero il loro concreto insostituibile appoggio. Cosa che finora non abbiamo visto.
Pensavo anche che l'acqua sul fuoco portata autorevolmente da Burke è anche un argomento che può favorire il rientro canonico della FSSPX. Un ristoro per la Tradizione tutta...

Luisa ha detto...

È comunque totalmente anormale che un documento papale sia fonte di una deplorevole e deprecabile confusione ( a mio senso voluta) obbligando i custodi della fede, quelli che ancora lo sono, e per ora non li vedo fare la coda per esprimersi e affollare i media, ad intervenire per tentare di contraddire le interpretazioni in rottura con la Dottrina.
Il fatto è che quel documento può molto difficilmente essere letto in continuità, è molto difficile il compito di chi vuole o si sente in dovere o pensa più intelligente difenderlo promuovendo quella lettura, chi lo fa è obbligato di fare come se l`AL FOSSE in continuità, DEVE partire dal principio che l`AL non ha modificato la Dottrina.
Per me il male è fatto,

chi già era sulla linea Bergoglio continuerà gonfiando i muscoli,
chi esitava si sentirà legittimato a oltrepassare i limiti,
chi invece restsrà fedele all`insegnamento della Chiesa sarà esposto alle critiche e sarà bollato come un doganiere dal cuore duro.

Vi propongo l`analisi di padre Michelet, un domenicano che insegna all`Angelicum:

http://lesalonbeige.blogs.com/my_weblog/2016/04/amoris-laetitia-gaudium-de-veritate.html

mic ha detto...

Che l'insegnamento costante della Chiesa debba esser portato avanti da sacerdoti coraggiosi l'ho aggiunto io. Di fatto è questo il punctum dolens.
In ogni caso quella del card. Burke è una posizione forte ed autorevole che di certo ridimensiona i peana rivoluzionari dei novatori.
Il timone della barca può ancora esser raddrizzato...

mic ha detto...

Luisa,
Grazue della segnalazione. In effetti avevo già letto e da due giorni sto traducendo (e chiosando) il testo del Padre domenicano, che si pone sulla falsariga di Burke. Ma con affermazioni sulle quali occorre correggere il tiro.

Matteo ha detto...

Ammesso e concesso che il Card. Burke abbia ragione, e che questa esortazione apostolica sia la sola opinione del Papa circa l'interpretazione dei lavori dei 2 sinodi, mi spiegate come potrebbe un semplice fedele, o anche un sacerdote non tenerne conto? Possibile che a giorni dalla pubblicazione non si sia in grado di capire il pensiero del Papa? Chi interpreta in un modo, chi interpreta in un altro... chi ci vede un vento di riforma... chi ci vede un consiglio per stare al passo con i tempi..l chi incece parole scritte in libertà senza alcun valore magisteriale...
Indipendentementeda ciò che ci sta scritto, e che sfido chiunque a riuscire a leggerlo integralmente e in poco tempo, siamo di fronte ad un errore di sistema, un errore di linguaggio, un errore di comunicazione.
Il Papa dovrebbe esprimersi in una paginetta, questo sì, questo no, questo sì quando è sì questo, questo spetta al Vescovo, questo spetta al sacerdote. Sta cosa non va bene, ma non per questo si condanna con la discriminazione.
Così è Babele.
Mi ricordo quando dopo sposati con mia moglie leggemmo insieme l'Humanae Vitae di Paolo VI. Mezz'oretta e avevamo capito tutto. E già il germe del Concilio era seminato con le paginone dei documenti...

mic ha detto...

Magister fa suonare l'altra campana:

Nel presentare oggi l'esortazione postsinodale "Amoris lætitia" sull'ultimo numero de "La Civiltà Cattolica" – tempestivamente diffuso in contemporanea con la pubblicazione del documento papale – padre Spadaro non mostra alcuna esitazione nel dichiarare adempiuta quella profezia.

Francesco – scrive sicuro – ha tolto infatti tutti i "limiti" del passato, anche nella "disciplina sacramentale", per le coppie "cosiddette irregolari": un "cosiddette" che non è di Spadaro ma del papa, e che a giudizio dello storico della Chiesa Alberto Melloni "vale tutta l'esortazione" perché da solo assolve tali coppie e ne fa "i destinatari dell'eucaristia".

E ciò nonostante anche questa volta nelle 264 pagine e nei 325 paragrafi dell'esortazione papale non vi sia una sola parola chiara a favore della comunione ai divorziati risposati, ma soltanto vi si trovino un paio di allusioni in due minuscole note a piè di pagina, la numero 351 e la numero 336, quest'ultima però puntualmente definita da Melloni "cruciale".

Padre Spadaro non è un gesuita qualsiasi. È il direttore de "La Civiltà Cattolica", cioè di quella che storicamente è sempre stata "la rivista del papa" e oggi lo è più che mai...

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351273

leo ha detto...

solo delle donne, oltre che gli equilibristi, possono sostenere i circiterismi di burke

Marcus ha detto...

L'unica nostra fortuna è che non impegna (e non avrebbe potuto farlo) l'infallibilità papale.

Beati pauperes spiritu ha detto...

Come Cattolico non posso accettare questo documento. Non insegnerò ai miei figli ciò che è contenuto nel documento Amoris Laetitia. Spiegherò loro che il matrimonio è indissolubile, che l'uomo non ha diritto di scioglierlo se valido e che la fedeltà è la chiave del Sacramento. Insegnerò loro, come già sto facendo, che non ci si accosta all'Eucarestia per commettere un sacrilegio, ma con le dovute disposizioni di cuore, fatta salva la Grazia di Dio e la coscienza retta dalla Fede.

Mi rifiuto di propinargli questo caos di informazioni.

Da Il Timone ha detto...

Commissione teologica internazionale: Comunione ai risposati rende la Chiesa contro-testimone di Cristo

«Senza misconoscere le circostanze attenuanti e talvolta anche la qualità di un matrimonio civile successivo al divorzio, l’accesso dei divorziati risposati all’eucaristia risulta incompatibile con il mistero di cui la chiesa è servitrice e testimone. Accogliendo i divorziati risposati all’eucaristia, la chiesa lascerebbe credere a tali coniugi che essi possono, sul piano dei segni, comunicare con colui del quale essi rifiutano il mistero coniugale sul piano della realtà.

Fare una cosa del genere, significherebbe inoltre che la chiesa si dichiara d’accordo con battezzati, al momento in cui essi entrano o restano in una contraddizione obiettiva ed evidente con la vita, il pensiero e lo stesso essere del Signore come sposo della chiesa. Se essa potesse comunicare il sacramento dell’unità a quelli e a quelle che, su un punto essenziale del mistero di Cristo, hanno rotto con lui, essa non sarebbe più segno e testimone del Cristo, ma suo contro-segno e suo contro-testimone. Non di meno, però, tale rifiuto non giustifica assolutamente una qualche procedura infamante che sarebbe in contraddizione, a sua volta, con la misericordia di Cristo verso noi peccatori».

Anonimo ha detto...

Ma in mezzo a tutto questo la voce dell'emerito almeno si è fatta sentire o no?

mic ha detto...

solo delle donne, oltre che gli equilibristi, possono sostenere i circiterismi di burke

Quelli di Burke non sono circiterismi. Ha affermato una cosa più che esatta e precisa, che smorza non poco il peso del documento.
Ciò non toglie che questo sia solo un aspetto del problema, come ampiamente sottolineato.

Anonimo ha detto...

“Non separi l'uomo ciò che Dio ha unito”, e infatti l’uomo fino a ieri non separava nulla, non poteva.
Oggi ci troviamo ben oltre quel “Non separi …”, siamo di fronte a peccati mortali che non sono sanabili. E la chiesa ne sta prendendo atto con grande affanno, questa è la nuova realtà.
L’esortazione del papa non è magisteriale e non può cambiare l’insegnamento della Chiesa! Vero, ma oggi la Chiesa è costretta a confrontarsi con una realtà che fino a qualche decennio fa non era nemmeno immaginabile.
La situazione più dirompente è la possibilità anche per chi si è sposato in chiesa di divorziare in maniera unilaterale e di risposarsi in modo legittimo. Questa è soltanto una delle novità degli ultimi cinquant’anni, ma ci sono molti altri aspetti, altrettanto gravi nel campo dell'etica, che nessuno aveva previsto.
Per l’insegnamento della Chiesa ci troviamo di fronte al paradosso che soltanto chi, in prime nozze si è sposato in chiesa, anche se abbandonato senza colpe, è condannato alla solitudine perenne.
Chi si sposa civilmente può divorziare e risposarsi in chiesa, quando vuole e senza alcun ostacolo e anche la convivenza iniziale può essere sanata da un successivo matrimonio religioso con un'altra persona. Aspetti questi che rappresentano una palese ingiustizia e minano alla base la propensione al matrimonio sacramentale.
Per questo la risposta da dare oggi non può più scaturire dal modello fin qui utilizzato per diciannove secoli, quando un abbandono non consentiva in nessun caso una nuova unione. Non si può pretendere una continuità con una tradizione che è stata concepita quando queste situazioni non esistevano, ma di cui oggi non si può non tener conto.

Anonimo ha detto...

Nell'intervento delle 08.56, viene riportato non Burke, ma Burle. Ottima svista, perché piccole parti di Verità sono solo burle, sono scherzi del demonio, che mischia furbescamente, un po' di bene con tanto male, si fa beffe della Parola che salva! Non ascolterò più chi non professa, per intero, l'Unica Vera Fede in Cristo. magistero si, magistero no, pastorale si, pastorale no, solo l'intera Verità. Troppi pastori, impiegando gran parte del tempo a giustificare ciò che mantiene una parvenza di retta dottrina, di retta prassi, ma che in realtà è già stata contaminata, perdono solo tempo prezioso. Non si può accogliere questa esortazione, che rompe con l'insegnamento autentico di Gesù Cristo, quindi va rigettata nella spazzatura, perché da lì è stata estratta, meglio se bruciata (se sono solo pensieri privati, non vincolanti, perché tanta perdita di tempo per partorirli e proporli al mondo intero, come rivoluzionari?) Santi, non innovatori scardinati, solo Santi Sacerdoti ascolto e ascolterò, mentre pregherò per tutti quelli che possono ancora essere aggiunti al resto Santo, anche se ora si arrampicano sugli specchi.

Luisa ha detto...

Eccellente Magister che ci riporta lo Spadaro-pensiero che è poi quello di Bergoglio e non è un segreto quale fosse non solo il pensiero ma la pratica di Bergoglio quando era a Baires, lui la Comunione ai divorziati risposati la dava già, è evidente però che diventato papa non poteva semplicemente dire, su un tema così fondamentale, "io lo faccio e quel che io faccio voglio che diventi legge per la Chiesa", è troppo furbo e sapeva di non poterlo fare allora, in modo molto astuto e con l`ausilio dei suoi consiglieri, fa passare quella sua volontà di slegare la pastorale dalla dottrina sotto e dietro un torrente di parole, psicologismi, tenerezza e amooooore.

Non siamo ingenui, quale siano gli intenti di Bergoglio con l`AL lo abbiamo capito da tempo, noi che siamo "aggrappati alla dottrina" ( vedi meditazione di ieri a Santa Marta), è terribile che i veri Custodi della Fede, e spero che Burke non sarà lasciato solo, Custodi che nell`era bergogliana sono diventati solo dei doganieri senza cuore, debbano raddrizzare le storture di Bergoglio per tentare di farle recepire come conformi alla Dottrina, che ci domandino a noi fedeli di fare l`esercizio paziente di leggerle in continuità con la Dottrina.
Dolente, io non ci riesco.


Luís Luiz ha detto...

Ha aggiunto che il papa non punisce chi non ubbidisce, dal momento che ha lasciato esortazioni aprendo un dibattito.

Disastro ancora peggiore. Vuol dire che il papa rinuncia alla sua autorità magisteriale e dottrinale, è ormai solo un fedele tra i fedeli, un cristiano tra i cristiani, con le proprie opinioni che valgono quello che valgono le opinioni umane. Così si può essere budista o lefebvriano (moderatamente, ragazzi), musulmano o ebreo, ecc. ecc. è tutto lo stesso. Cioè, con Amoris laetitia non solo i sacramenti, la dottrina, la dsciplina, la morale sono distrutti, ma la natura del papato inquanto tale.

mic ha detto...

Per l’insegnamento della Chiesa ci troviamo di fronte al paradosso che soltanto chi, in prime nozze si è sposato in chiesa, anche se abbandonato senza colpe, è condannato alla solitudine perenne.

L'insegnamento della Chiesa non fa altro che riprendere le parole di Cristo e non può non ricordare che la fedeltà e l'indissolubilità del matrimonio Sacramentale rappresentano la fedeltà e l'indissolubilità del rapporto tra il Signore e la Sua Sposa (la Chiesa ed ogni anima credente in Lui).
Può apparire un paradosso in una società secolarizzata; ma questo non cambia la realtà ontologica dalla quale la chiesa modernista si è allontanata. Ed è questa realtà che, nonostante le difficoltà solo umanamente insormontabili, va riaffermata e vissuta o recuperata.

Aggrappiamoci alla Roccia della ns.salvezza...! ha detto...

Lodate il Signore dei Cieli
Rit.:
Lodate il Signore dai Cieli,
nell'alto dei Cieli lodateLo,
lodateLo voi, Suoi angeli,
lodateLo voi Sue schiere.

LodateLo sole e luna,
lodateLo, fulgide stelle.
LodateLo, Cieli dei cieli,
voi acque al di sopra dei cieli.
Rit. x2

Perché il Suo Nome è sublime,
la gloria Sua splende sul mondo.
È lode per i Suoi fedeli,
il popolo che Egli ama.

https://www.youtube.com/watch?v=akM4uXEN0qs

Anonimo ha detto...


@ Leo
"Solo delle donne...": il rilievo e' ridicolo. Sono 50 anni che siamo sommersi dai "circiterismi": tutti approvati o giustificati dalle donne solamente?

@ Osservazione del cardinale Burke
In prima battuta e' positiva, essa cerca di depotenziare il documento senza entrare apertamente in conflitto con il Papa. Tuttavia, non sfugge nemmeno essa ad una fondamentale contradddizione, anzi la porta alla luce. E cioe':
si tratta di un'esortazione apostolica, documento ufficiale del Papa al quale un Papa vuol attribuire in genere valore (solo) pastorale: indicazioni di massima sulla via da seguire nella prassi. Ora, si deve supporre che un tale documento sia sempre in armonia con la dottrina di sempre della Chiesa, per definizione. E cio' sostengono i suoi settatori.

La dichiarazione del cardinale Burke, che in sostanza invita a non tener conto del documento ma della dottrina di sempre della Chiesa, implicitamente fa vedere che l'esortazione bergogliana non e' in armonia con la dottrina di sempre della Chiesa. Se lo fosse, perche' invitare a non tenerne conto, non essendo essa "insegnamento magisteriale"? Il Papa l'ha emanata come semplice indicazione di un percorso da seguire, ma non certo con l'idea di non tenerne conto e per il motivo che bisogna tener conto dell'insegnamento tradizionale della Chiesa sui Sacramenti e non di quello che lui sta dicendo sui Sacramenti!

La frattura dunque, tra l'esortazione e la dottrina della Chiesa esiste, il cardinale Burke
di fatto la sanziona proprio con la sua dichiarazione. Fino a quando il card. Burke potra' egli stesso sottrarsi alle conseguenze inevitabili, sul piano logico e della fede, del dualismo insuperabile che la sua coraggiosa ma forzatamente ancora preliminare dichiarazione rileva?
PP

Luís Luiz ha detto...

Arriverà il tempo, è già arrivato, dove non sarà e non è più possibile sostenere la validità del pontificato di Jorge Bergoglio senza peccare contro la Fede: una classica e irrefutabile dimostrazione per assurdo.

Luís Luiz ha detto...

Bisogna riconoscere che per un cardinale non è facile dire con tutte le lettere l'ovvio, che Jorge Bergoglio è eretico e non appartiene alla Chiesa Cattolica. La Croce fa infinita paura.

mic ha detto...

debbano raddrizzare le storture di Bergoglio per tentare di farle recepire come conformi alla Dottrina, che ci domandino a noi fedeli di fare l`esercizio paziente di leggerle in continuità con la Dottrina.

Loro lo fanno. Ma hanno tutti gli strumenti per poterlo fare. Peccato che li mettano a disposizione solo di quei pochi (in rapporto all'intero corpo mistico di Cristo) che riescono a raggiungere nelle loro infaticabili missioni evangelizzatrici in molti contesti dell'orbe cattolico.
E' la pastorale tradizionale pubblica che soffre e geme nelle doglie di un parto ormai improcrastinabile. Il problema è che difettano (o sono soffocati nella loro azione) gli esperti nell'ars maieutica.
E' per questo che le sagge parole del cardinale, se al momento evitano il rischio di fratture e contrapposizioni dagli esiti inimmaginabili, restano pur sempre agganciate alle dinamiche conciliariste.
E ancora non si trova il modo per oltrepassare queste dinamiche perverse, visto che è così difficile neutralizzarle.
O meglio, l'unico modo praticabile è quello di portare avanti comunque e con determinazione la pastorale tradizionale prendendosi ogni possibile spazio. Ma è molto difficile portare avanti una battaglia dai ranghi (mentre chiunque può sparare a zero su chi ci mette la faccia), mentre i comandanti sono sparpagliati o rattrappiti dalle situazioni contingenti.

Anonimo ha detto...

Per l’insegnamento della Chiesa ci troviamo di fronte al paradosso che soltanto chi, in prime nozze si è sposato in chiesa, anche se abbandonato senza colpe, è condannato alla solitudine perenne.
[...]Aspetti questi che rappresentano una palese ingiustizia e minano alla base la propensione al matrimonio sacramentale.
Palese ingiustizia commessa da coniuge COLPEVOLE, NON CERTO DALLA CHIESA.
Se gli Apostoli, sentendo i discorsi di Gesù sul matrimonio, commentarono che allora è meglio non sposarsi, un motivo c'era. Leggete ciò che scrive Romano Amerio su Jota Unum, circa le risposte GIUSTAMENTE negative che, questo tipo di argomentazioni ricevette nel corso del Vat.II, quando il problema fu posto sul tappeto dal patriarca dei Uniati di Grecia.

Anonimo ha detto...

@Mic

grazie per la tua infaticabile "battaglia". Ero rimasto preoccupato della tua debacle di ieri sera. hai reagito e cercato di decifrare lo stato delle cose in modo razionale. adesso viene il difficile ma boia chi molla...

Anonimo ha detto...

Forse è opportuno rammentare che in Italia come in Europa, l'istituto del matrimonio non nasce indissolubile, anzi.
Il diritto romano vedeva la causa del matrimonio nell'affectio maritalis, considerazione reciproca dei coniugi che poteva anche venir meno ed il suo venir meno determinava ipso iure la risoluzione dello stesso matrimonio.
Il matrimonio diventa indissolubile con la predicazione cattolica a Roma come nel continente europeo per cui si riconosce al matrimonio la natura di sacramento con la sua conseguente indissolubilità.
Chiaro quindi che affermare che il concetto di annullabilità, meglio risolvibilità del matrimonio sia frutto del "cammino" giunto ai tempi moderni è cosa completamente errata ed infondata.
Sembra viceversa più corretto dire che ciò sia il portato della scristianizzazione dell'Italia come del resto d'Europa, con la conseguente annichilimento della consapevolezza di cosa sia un sacramento.

Anonimo ha detto...

@Anonimo delle 11.38
La mia era una riflessione sulla realtà odierna da cui, io credo, non si possa prescindere ed è questo che sta cercando di fare la Chiesa. Compito arduo.
E' evidente che la colpa del paradosso non è della Chiesa, ma è altrettanto evidente che il paradosso resta tale per chi lo vive sulla propria pelle.
E se gli Apostoli alle parole di Gesù sul matrimonio commentarono che allora è meglio non sposarsi, non sbagliarono. E infatti è quello che sta succedendo oggi: le persone preferiscono evitare il matrimonio, soprattutto quello sacramentale.

mic ha detto...

Ringrazio di cuore Anonimo 11:50, ma soprattutto tutti voi che con i vostri commenti rappresentate il 'valore aggiunto' di questo blog.
E' per questo, oltre che per la mia inguaribile testardaggine, che non riesco a 'mollare', con l'aiuto del Signore naturalmente.

Stanotte ho riacceso il computer per aggiungere il commento alla dichiarazione ufficiale del card. Burke, che di fatto smorza la portata del documento e implicitamente ne riconosce gli elementi di 'discontinuità' senza porsi in aperta contrapposizione, che potrebbe avere esiti imprevedibili, come dicevo. Una presa di posizione, quella del cardinale, tanto più autorevole in quanto non è la solita intervista, ma un suo scritto sul National Catholic Register, del quale già la sintesi dice tutto.
Questo pensiero, tradotto in rapido ma essenziale commento, mi è venuto, come un lampo, prima di addormentarmi. Ed ho avvertito contemporaneamente tutta la responsabilità di contenere la pur sana indignazione nonché lo scoramento su quanto accade, per incanalarli in riflessioni propositive e puntuali. Anche per non contribuire ad alimentare il clima di contrapposizione, ma incentivare la critica, irrinunciabile e tuttavia costruttiva.
E' questo il nostro posto qui e adesso. Il resto lo vedremo...

Cesare Baronio ha detto...

Il Card. Burke si comporta da Cardinale, ed è normale che voglia stendere un velo pietoso sulle nudità di un Noè ebbro.
Il paradosso non è quel che dice Burke, ma quel che dice il Papa. E' assurdo dover ricorrere a tutti gli escamotages della dottrina per spiegare ai fedeli che il Papa insegna degli errori, o quantomeno li insinua pericolosamente. Se Bergoglio avesse scritto un libro, o avesse espresso un parere personale in un contesto privato, si potrebbe certamente applicare la nozione del "dottore privato". Ma quando scrive un documento a conclusione di un Sinodo, è il Papa che parla, a prescindere dalle precisazioni che si possano fare sulla portata teologica di quel che afferma. E' una cosa inaudita.

mic ha detto...

è il Papa che parla, a prescindere dalle precisazioni che si possano fare sulla portata teologica di quel che afferma.

E' il papa che parla, ma è lui stesso ad aprire la discussione con il suo documento. Dunque, dove c'è una discussione aperta non può volere l'infallibilità che, come giustamente ricorda il cardinale non appartiene a tutte le pronunce papali.
Giusto quindi averlo ricordato, invitato anche la Chiesa a chiarirlo, anche se gli effetti della prassi di 'rottura', portata avanti dai corifei e dai modernisti allineati che pullulano, non mancheranno di aumentare lo iato generazionale che già ha raggiunto, e forse superato, i livelli di guardia...

Luisa ha detto...

Segnalo:


http://caminante-wanderer.blogspot.ch/2016/04/reflexiones-sobre-los-amores-de-leticia.html

Tradotto in francese da Béatrice:

http://benoit-et-moi.fr/2016/actualite/deux-lectures-damoris-laetitia.html


E segnalo il cinguettio di Bergoglio:

https://mobile.twitter.com/Pontifex_it/status/719434917432561664

...

Anonimo ha detto...

Io dico due cose, come linee guida per orientarci. Come contesto, invito a leggere questo commento - severo su Burke - di 1Peter5:

http://www.onepeterfive.com/cardinal-burkes-exhortation-response-leaves-faithful-wanting/

Da un lato, l'atteggiamento di Burke (e di altri) che è una sfumatura di "normalismo" (certo, non alla Introvigne) poteva essere comprensibile durante il Sinodo e prima dell'esortazione; perché si poteva ancora sperare e lavorare diplomaticamente per spostare gli equilibri. Ora non è più possibile: l'apostasia non è più una cosa "in potenza", ma è stata messa "in atto" esplicitamente. Questo cambia le cose. D'altro canto, non dobbiamo giudicare a caldo, come internet ci ha abituati a fare, pensando che le reazioni avvengano in cinque minuti. La crisi ariana, che noi oggi descriviamo in pochi minuti, non si chiuse in quattro e quattr'otto; Cristo non è risorto dopo cinque minuti. Dunque apprestiamoci a vivere una sorta di "Sabato santo" prolungato.

Nel linkato pezzo di 1Peter5 penso che queste due considerazioni sono ben riassunte in questa coppia di commenti:

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Veritas81
Anche Atanasio si rifiutò di condannare Papa Liberio perché si riteneva avesse firmato un documento eretico. Ilario di Poitiers addirittura sosteneva che il Papa non aveva firmato niente. Entrambi sono santi. Nel frattempo, Lucifero di Cagliari si oppose a Liberio e i suoi seguaci si opposero a Damaso, successore di Libero, al punto di creare uno scisma. Penso che è meglio seguire l'esempio dei santi rispetto agli scismatici e penso che è quello che il buon Cardinale sta facendo.

@FMShyanguya
I santi vanno imitati nelle virtù, in quelle eroiche, non negli errori (ndr che uno sia santo non implica che tutti i suoi atti siano perfetti).
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Penso che i buoni cardinali stiano attenti a non creare uno scisma. D'altronde, ora che è caduto il Pastore, avremo un periodo di caos e molti buoni cristiani avranno problemi a trovare un modo di reagire stando uniti. Il Diavolo rimesterà in questo caos e dobbiamo stare attenti.
D'altro canto, penso che Mueller e la CDF non possono non parlare esplicitamente: le tre famigerate note della AL e qualche altro passo sono una contraddizione della sana dottrina ed è loro preciso dovere vigilare.

Preghiamo per prelati, giornalisti, scrittori e blogger, perché trovino il modo di opporsi concretamente e prudentemente a questa apostasia.

Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

Se non fosse drammatico sarebbe ridicolo. Il vdr parla ma non lo dobbiamo obbedire. Stiamo scherzando? E' come dire che parla a vanvera perchè esprime opinioni personali contrarie al depositum fidei! Facciamo finta che non abbia detto niente.....Che ci sta a fare allora? Mi chiedo cosa aspettino ancora cardinali e vescovi a parlare chiaro. Non dimentichiamo, poi, che l'opinione pubblica legge dai giornali considerazioni che, talvolta imprecise, portano a conclusioni del tutto opposte ai principoi della Chiesa. Il danno è enorme!

Anonimo ha detto...

Si, rivoluzione senza ritorno e quando mai le rivoluzioni sono state senza ritorno? Questa secondo me non è gente da prendere sul serio?Se non vi fate influenzare dal ruolo che ricoprono nella Chiesa e li guardate giudicando semplicemente il loro comportamento e le loro parole scoprirete facilmente che si tratta di gente modesta che non dirige un bel niente ma segue le mode del momento .Tranquilli che pur mettendosi d'impegno anche i danni che faranno saranno modesti e facilmente riparabili.bobo

Anonimo ha detto...

http://www.antoniosocci.com/12-aprile-anniversario-dellapparizione-delle-tre-fontane-un-libro-adesso-rivela-bruno-cornacchiola-ebbe-la-rivelazione-un-futuro-papa-eretico/#more-4351
A forza di compromessi col mondo i giovani sono atei, anche i modernisti giovani sono di fatto atei. Cosa lasceremo ai nostri figli? Qualcuno si chiede se il primo comandamento è di mettere Dio al primo posto e non il papa?

Luís Luiz ha detto...

L'interesse della Fede è, come l'interesse della Patria nella guerra, sovrano. La Fede è la chiave che apre i Cieli; perduta la chiave, si perde la salvazione. Qui non si può tergiversare. E non c'è più dubbio che è la Fede il bersaglio di Bergoglio & friends.
E anche quelli che difendono il "Santo Padre Francesco" debbono riconoscere che un magistero eretico è fatale alla Fede. Se questo pontificato non viene denunciato adesso, dovrà essere denunciato più tardi, è solo una questione di tempo. In tutti i casi, ha già perduto l'autorità.

Aloisius ha detto...

Ottima la precisazione di Burke.

Precisa a tutti, tradizionalisti e fanfaroni modernisti, che questa 'esortazione', per quanto estesa e proveniente dal Papa, NON È VINCOLANTE per i fedeli, nè spiritualmente nè giuridicamente.

Vi pare poco?

Non importa che stia avvenendo il contrario perché in questa confusione da stadio, con gli ultras bergogliani cattolici e laici che trovano addirittura il sostegno del papa per giustificare sviamenti alla Parola, o nel caso dei laicisti al loro odio anticattolico, mi sembra un bel colpo.

E anche un conforto per gli indecisi in buona fede, frastornati e in conflitto tra gli insegnamenti tradizionali e le esortazioni del papa eretico.

mic ha detto...

Qualcuno si chiede se il primo comandamento è di mettere Dio al primo posto e non il papa?

Mi pare che è da quel dì che ce lo siamo chiesto e da quel dì che abbiamo già risposto. Come del resto ha risposto il card. Burke

Francesco ha detto...

econdo me il cardinale ha letto solo il cap. VIII. Dà per scontato che gli altri 8 capitoli vadano bene! Questo non è un documento che, purgato della questione della Comunione ai divorziati risposati, va bene. No. Esso è totalmente e radicalmente inaccettabile anche nel resto.

Anonimo ha detto...

Scusate, ma non so dove inserire questo documento che è molto importante, se consideriamo che è stato prodotto nel novembre scorso, quando ci furono già queste dichiarazioni in BELGIO da parte di un leader islamico che poté affermare in un video incorporato nell'articolo che in parte riporto:


"GLI OCCIDENTALI SI PREPARINO A UN'ONDATA DI SHARIA E ISLAM"

Il documentario choc dal quartiere islamico di Bruxelles. Parla il leader di Sharia4Belgium: "La vittoria di Allah è molto vicina"

In Belgio i musulmani radicalizzati hanno iniziato a mostrare i muscoli. Sono state assalite ragazze in bikini. Simboli cristiani ed ebraici sono stati colpiti da atti vandalici. E, in alcuni quartieri a maggioraza musulmana, è già stata instaurata la sharia. L'idea di Fouad Belkacem e dei seguaci di Sharia4Belgium è rimpiazzare le leggi del Belgio con la sharia, icluse le amputazioni per i ladri, la lapidazione delle donne per adulterio e la condanna a morte per gli omosessuali.

"Noi crediamo che la sharia avrà il dominio e verrà adottata in tutto il mondo - dice Fouad Belkacem al giornalista della Cbn News - dobbiamo essere chiari. NON C'E' ALCUNA DIFFERENZA TRA L'ISLAM E LA SHARIA. È solo una questione di nome. La democrazia è l’opposto della sharia e dell'islam.


Tratto da

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/occidentali-si-preparino-unondata-sharia-e-islam-1195656.html

Luisa ha detto...

Segnalo:


"Amoris lætitia" non è magistero. La linea di resistenza del cardinale Burke"


http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/04/12/amoris-l%C3%A6titia-non-e-magistero-la-linea-di-resistenza-del-cardinale-burke/

mic ha detto...

La nostra traduzione è pronta. Ma nella sintesi c'è già l'essenziale e sarà sufficiente che ne citi i punti salienti nel commento allargato che sto preparando.

SACERDOS QUIDAM ha detto...

Eppure dovremmo essere stati ammaestrati dall'esperienza di cinquant'anni di 'sirianisimo' (= prassi del fu card. Siri) praticato da vescovi e cardinali 'conservatori', come oggi il card. Burke. Tutti possiamo constatare dove ha portato la loro 'prudenza', tutta e solo umana.
Ma a quanto pare tutto ciò non basta ancora, e dal sirianesimo dovremmo passare oggi al 'burkenianismo'! No grazie, io non ci sto.
Ma l'avete vista l'ondata di peana dei mass-media universali per la 'rivoluzione sessuale nella Chiesa' operata da Francesco? Ed i proclami esultanti all'interno della Chiesa da parte di Avvenire, Spadaro, Paglia, Schoenborn, Kasper, Melloni, Bianchi e compagni?
La 'ggggggente' ormai segue le loro indicazioni, del resto avallate da Papa Francesco, vista l'assenza di qualsiasi rettifica da parte sua.
E Burke &C. stanno lì a stendere pannicelli caldi su questo disastro.
L'unico Prelato che finora ha parlato chiaro, anche se col massimo rispetto, è stato Mons. Fellay.
Se Burke e gli altri lo appoggiassero, invece di lasciarlo isolato come al solito e perder tempo in inutili diplomazie che di fatto giovano solo ai neomodernisti, si potrebbe creare un fronte comune ed innescare una sana reazione anche in altri ora silenziosi per paura o indecisione. Le anime hanno bisogno di VERITA', chiara e limpida, oggi più che mai.

mic ha detto...

La nostra traduzione è pronta. Ma nella sintesi c'è già l'essenziale e sarà sufficiente che ne citi i punti salienti nel commento allargato che sto preparando.

Anonimo ha detto...

...è condannato alla solitudine perenne...

Dipende: se si crede che solo con un uomo o una donna nel proprio letto, non si è soli, se ci si dimentica dell'amore che danno i figli, se si è abbandonata la famiglia d'origine, se non si sono coltivate amicizie sincere e durature, se non si ha un lavoro, né un hobby, ma soprattutto se non si confida in Nostro Signore, allora, sì, si è condannati alla solitudine perenne.
Ma allora sono ugualmente condannati coloro che non si sposano, né convivono, coloro che "meglio soli che mal accompagnati " ?

Anonimo ha detto...

C'è stata l' Evqngelium gaudium e Burke ha detto che non sapeva esattamente cosa fosse e come definirla,ma sicuramente NON era Magistero. C'è stato il Sinodo straordinario, Burke ha parlato, risultato: ha perso il posto. E così han potuto scrivere quell'aborto giuridico di Motu proprio senza avere il "professore" a mettersi di mezzo e di contro. Reazioni non molto forti, libri, conferenze, i motu proprio sono lì, tutti hanno capito che ora c'è il divorzio cattolico, ma niente azioni clamorose.
Poi il secondo Sinodo, vescovi e cardinali han parlato, discusso, litigato, si sono opposti, Bergoglio si è adirato (per usare una parola elegante), altri han parlato e scritto e fatto conferenze, si sono agitati un po', incluso Burke, prima dell'esortazione (e nella frattempo la liturgia del Giovedì Santo ufficialmente cambiata, lo spettacolo su S.Pietro l'8 dicembre, un'Enciclica pietosa, come solo un dipendente di Al Gore avrebbe potuto scriverla, i video di intenzione di preghiera di ogni mese, ecc.ecc.).
Ora arriva l'esortazione e: "va tutto ben, Madama la Marchesa, è uno scritto privato"?
(privati erano i libri di Ratzinger).
Ma cosa aspettano, che salga su e proclami che lui, in realtà, al dogma della transustanziazione (probabilmente manco riesce a pronunciarla la parola, né in Italiano, né in Spagnolo) non ci crede - ed infatti non si inginocchia MAI!- né a quello dell'Incarnazione e figuriamoci alla Morte e Resurrezione, perché quando mai s'è visto un povero di "villa miseria" (tutta la sua conoscenza ed esperienza di vita e di pastorale lì sta, oltre che nei bar malfamati del suo quartiere portegno di Baires) resuscitare da morto dopo l' ennesima sbronza e fumata di coca, dopo una notte di orgia con la minorenne figlia del vicino di baracca ?
Beh, che aspettino, non lo farà mai. In autunno s'abbraccerà coi Luterani in Svezia e resisterà fino alla proclamazione della santità di Lutero, dopo di che se ne andrà, lasciando dietro macerie. Non basterà forse un Atanasio stavolta, forse solo San Michele potrà rimettere in piedi la Catholica prima del ritorno di Nostro Signore. Sempre che non intervenga Lui direttamente.

Luís Luiz ha detto...

La reazione a catena continua: all'ultrafarisaismo bergogliano adesso risponde l'"astuzia" non meno farisaica del cardinale ("opinione personale del Santo Padre") e così via. La Verità sulla croce ancora una volta.
Non si può salvare la Fede con mezze verità e menzogne. Se Cristo ci ha dato una lezione nel suo comportamento coi farisei, è proprio questa.

Anonimo ha detto...

Gl uni sperano di riempire le chiese (e le tasche) aprendo a tutti, divorziati, omosessuali, immigrati, tutto fa brodo.
Gli altri han paura di prender di petto la questione perché non vogliono innescare uno scisma che esiste già e da anni, dall'indomani del CVII, quando le chiese del Nord Europa proseguirono nel loro modernismo filoprotestante e si estinsero, o quasi (v. Belgio, Olanda, Francia, Austria...).
I primi scontentano gli atei, gli agnostici e quelli delle altre religioni perché non arrivano fino alla fine - dichiarare apertamente che 2000 anni sono stati tutto uno sbaglio, e "liberi tutti" di andare dove si vuole -, gli altri scontentano i veri cattolici che si sentono sempre più abbandonati a se stessi, e si chiedono : -ma chi ce lo fa fare? -.
E poi ci si meraviglia che un qualche imam da strapazzo, armato solo delle sue becere convinzioni (ma convinzioni !) riesca a persuadere ragazzi smaliziati del XXI sec. a combattere in mezzo al deserto, rischiando la pelle, e non solo ragazzi di famiglia musulmana, ma anche quelli di famiglia cattolica.

Luisa ha detto...

Scrive anonimo alle 13:40

"Se non fosse drammatico sarebbe ridicolo. Il vdr parla ma non lo dobbiamo obbedire. Stiamo scherzando? E' come dire che parla a vanvera perchè esprime opinioni personali contrarie al depositum fidei! Facciamo finta che non abbia detto niente.....Che ci sta a fare allora? Mi chiedo cosa aspettino ancora cardinali e vescovi a parlare chiaro. Non dimentichiamo, poi, che l'opinione pubblica legge dai giornali considerazioni che, talvolta imprecise, portano a conclusioni del tutto opposte ai principoi della Chiesa. Il danno è enorme!

È vero che le acrobazie alle quali quasto papa obbliga chi non vuole apertamente ribellarsi ma vuole comunque rimettere la Dottrina al centro, sono vertiginose.
Ci viene domandato di aver la carità e pazienza di leggere l`AL alla luce della Dottrina, già questo in sè è stravagante trattandosi di un documento di un papa, e poi chi, chi, oggi fra i cattolici ha la capacità, la voglia o la curiosità di farlo?
E chi fra i pastori lo farà?

mic ha detto...

Anonimo 17:44
C'è stata l' Evangelium gaudium e Burke ha detto che non sapeva esattamente cosa fosse e come definirla,ma sicuramente NON era Magistero.

Per favore, prima di sparare affermazioni apodittiche, cerchiamo di documentarci.
Infatti l'affermazione qui è falsa: il cardinale Burke ha ripetutamente affermato che l'EV non è magistero:
"Lo stesso Papa afferma al principio del documento che non è magisteriale, che offre solo indicazioni sulla direzione verso cui condurrà la Chiesa.
Per questo c'è bisogno di una presentazione attenta ai fedeli, spiegando loro la natura e il peso del documento. Nell'Evangelii gaudium ci sono affermazioni che esprimono il pensiero del Papa. Le riceviamo con rispetto, ma non insegnano una dottrina ufficiale".

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/11/intervista-completa-al-cardinal-burke.html

Anonimo ha detto...

Burke disse che non sapeva esattamente come definire la natura del documento, ma che sicuramente NON era Magistero.
Cosa c'è di falso in quel che ho scritto sopra ? Tant'è vero che alcuni commentatori americani ritennero che fosse stato allontanato dalla Segnatura apostolica proprio per queste sue affermazioni.

gianlub ha detto...

Se "dall'alto" ora mi si dice che 2+2 fanno 5 e coloro che dovrebbero vigorosamente opporsi a tale "stravaganza" si limitano a dire che però questo risultato "va letto" alla luce della Tradizione e del Magistero; con tutto il rispetto per il Card Burke si ha ben donde di star lì ad arrovellarsi il cervello a cercare una soluzione impossibile ed il tutto per evitare di dire che è una palese eresia che nessuna interpretazione può cambiarne la natura

lister ha detto...

Ben più incisivo Mons. Fellay:
[Amoris laetitia è una]:"Esortazione terrificante che fa tanto male alla Chiesa"

Di più:
"...c’è un gran numero di prelati, e perfino di cardinali, e diremmo perfino il Papa, che dicono non soltanto delle sciocchezze ma delle eresie, che aprono la strada al peccato."

mic ha detto...

La reazione a catena continua: all'ultrafarisaismo bergogliano adesso risponde l'"astuzia" non meno farisaica del cardinale ("opinione personale del Santo Padre") e così via.

Può sembrare una scappatoia. Ma in realtà questa posizione, pubblica e precisa:

1. dichiara apertamente che il documento non è magistero e conseguentemente non è de fide definitive tenenda e non va accolto come tale.
2. che senso ha l'affermare con enfasi e reiteratamente che il documento può essere interpretato solo alla luce del Magistero costante, se non che sostanzialmente ne riconosce gli scostamenti?
3. che senso ha questo forte invito a non tenerne conto, proprio in quanto NON E' "insegnamento magisteriale", se non perché se ne discosta?

E' certamente un atteggiamento sottile e prudente, probabilmente al momento quello più saggio.
Per ora voglio vederla così. Avremo presto delle verifiche, anche in rapporto ad altri eventi che si preannunciano.

mic ha detto...

Anche la seguente precisazione del cardinaleè importante:

Alcuni commentatori confondono questo rispetto con un presunto obbligo di credere “per fede divina e cattolica” (can. 750, § 1) tutto ciò che è contenuto nel documento. Ma la Chiesa cattolica, mentre insiste sul rispetto dovuto all’Ufficio petrino, in quanto istituito da Nostro Signore stesso, non ha mai sostenuto che ogni affermazione del Successore di Pietro debba essere ricevuta come parte del suo Magistero infallibile.

Storicamente la Chiesa è sempre stata attenta a quelle tendenze erronee che interpretavano ogni parola del Papa come vincolante per la coscienza, il che è certamente assurdo. Secondo l’insegnamento tradizionale, il Papa ha due “corpi”, uno in quanto membro individuale dei fedeli e perciò soggetto a mortalità e l’altro in qualità di Vicario di Cristo sulla Terra, e questo, secondo la promessa di Nostro Signore, perdurerà fino al suo ritorno nella gloria. Il primo corpo è il suo corpo mortale; il secondo è l’istituzione divina dell’Ufficio di San Pietro e dei suoi successori. I riti liturgici e gli abiti che rivestono il Papa sottolineano tale distinzione, cosicché una riflessione personale del Papa, mentre è ricevuta con il rispetto dovuto alla sua persona, non viene confusa con la fede vincolante dovuta all’esercizio del Magistero. Nell’esercizio del Magistero, il Romano Pontefice quale Vicario di Cristo agisce in una ininterrotta comunione con i suoi predecessori a partire da San Pietro.

mic ha detto...

Burke disse che non sapeva esattamente come definire la natura del documento, ma che sicuramente NON era Magistero.
Cosa c'è di falso in quel che ho scritto sopra ?


C'è di strano che ha scritto solo la prima parte... e smettiamola con i toni polemici che non servono a nessuno.

Lo dico anche per tutti i numerosi commenti apoditticamente catastrofici, di conio sedevacantista, che non pubblico, perché ho speso fin troppe energie a confutarli fino ad ora e ne ho fin sopra i capelli.
Anche certe ritrite geremiadi non servono a nessuno.

Anonimo ha detto...

Prendendo mazzate pressochè quotidiane è umano come minimo esserne "lievemente" scossi. Per non parlare della orrenda confusione in cui siamo stati precipitati da tre anni a questa parte. Roba da rompicapo continuo. A maggior ragione un grande, grandissimo grazie a Mic e a questo blog.
Poi è verissimo che a immergersi in questi continui miasmi c'è da rimanerne intossicati. Alla faccia del famoso e dimenticato "Si, si. No, no".
Miles
PS (OT): sarà brutto da dire ma se avete approfondito le fasi e gli atti della disgregazione dell'URSS noterete somiglianze impressionanti, personaggi compresi, con l'attuale trasformazione (eufemismo...) della Chiesa Cattolica.

Anonimo ha detto...

Alcune saranno pure "geremiadi", ma anche il lasciare passare ogni volta l'idea - come ha fatto l'anonimo delle 17.44 nella sua riconoscibilissima ennesima tirata sulle mancanze dell'attuale pontefice - che ogni magagna, compresa la celebrazione del 500 anno dalla riforma luterana, sia opera di chi è al governo attuale della Chiesa, senza lasciar invece passare il commento in cui si cercava solo di riportare la verità INTEGRALE delle cose, cioè che tale celebrazione era stata annunciata e preparata dal predecessore, ora "emerito" (BXVI) non mi pare francamente un bello spettacolo.

L'avrei capito se si fosse censurato anche quell'intervento catalogandolo come "apertamente fuori tema" per quanto concerne molti punti buttati dentro al calderone di tutte le colpe attribuite solo all'attuale; ma invece, così a senso unico, impedendo una doverosa precisazione con due links appena a supporto e senza tante parole, giusto giusto per riportare la verità dei fatti, proprio non riesco e anche se non interessa non posso minimamente approvarlo.

Ma anche questa è purtroppo cosa già vista e rivista, anche se uno ingenuamente spera sempre che certi atteggiamenti possano mutare.

Francesco P. ha detto...

"Il card. Burke ha tradito il suo gregge"
mi spiace moltissimo doverlo ammettere, ma è così: https://mundabor.wordpress.com/2016/04/12/cardinal-burke-has-betrayed-his-flock/

Alessandro Mirabelli ha detto...

Il card. Burke non ha alcun gregge. Lui è persona seria e al di sopra di ogni sospetto. Uomo dalle idee straordinariamente chiare, vescovo coraggioso. Lavora non per se stesso ma per la diffusione del Vangelo.

mic ha detto...

L'avrei capito se si fosse censurato anche quell'intervento catalogandolo come "apertamente fuori tema" per quanto concerne molti punti buttati dentro al calderone di tutte le colpe attribuite solo all'attuale;

Non c'era bisogno di ribadirlo qui; il che di solito innesca il processo a Ratzinger delle cui ambiguità abbiamo discusso a lungo e diffusamente e ottiene il risultato di snervare la discussione. Anche questo l'ho fatto presente in miriadi di occasioni.
Credo che questa spiegazione sia già una dimostrazione di rispetto, che mi aspetterei anch'io. specialmente tra cristiani.
Non siamo su fronti contrapposti, anche se possiamo avere diversità di vedute.

mic ha detto...

Il card. Burke non ha alcun gregge. Lui è persona seria e al di sopra di ogni sospetto. Uomo dalle idee straordinariamente chiare, vescovo coraggioso. Lavora non per se stesso ma per la diffusione del Vangelo.

Non è vero che non ha un gregge. Credo che sappia benissimo di essere il nostro punto di riferimento. Il che significa non solo noi ma moltissimi cattolici in tutto il mondo.
Che sia un uomo dalle idee chiare e soprattutto saggio e prudente sono d'accordo.
In questo caso, pur avendo cercato di comprendere le ragioni di una posizione prudente in rapporto alle possibili conseguenze, non nascondo le mie riserve su molti punti della sua presa di posizione.
Lascerò decantare la cosa, ci pregherò su e ne riparleremo con uno sguardo d'insieme rivolto anche ad altre posizioni analoghe.

Silvano ha detto...

E comunque era largamente prevedibile l'epilogo viste le premesse . Restano gravi i 2 motu propri , quelli sì, un fulmine a ciel sereno. E le immotivate dimissioni di Benedetto, anche loro gravissime..

marius ha detto...

A Bergoglio non dice nulla l'espressione idiomatica "papale papale"?
Qualcuno forse dovrebbe spiegargliela.

http://forum.corriere.it/scioglilingua/19-04-2008/papale_papale-1000032.html

irina ha detto...

Veramente ora ognuno è solo. Il parlare, lo scrivere,sono diventati pericolosissimi non solo perchè possono essere usati in modo strumentale, farisaico,ipocrita e manipolatorio, ma anche perchè, pur usando con grande circospezione il linguaggio, basta un'inezia che tutta l'impalcatura anche la più fondata crolla su se stessa. Proprio qui stiamo sperimentando come solo la semplice Verità resiste agli attacchi concentrici dell'equivoco, del ribaltamento, della menzogna, dell'illusionismo. In modo particolare penso ai nostri campioni,tra i quali il card. Burke. Bisogna espungere dai discorsi, dagli scritti "le inezie". Sono quelle che aprono le porte ai guastatori.

Luisa ha detto...

Non apro più il blog del turiferario massimo da tempo, ho voluto vedere se commentava l`AL, non son stata delusa, lo ha fatto a modo suo, Tornielli non si rende conto che ridicolizzare e usare il suo solito e stucchevole sarcasmo contro chi ha l`ardire di criticare il vescovo di Roma non è un argomento, come non è un argomento paragonare due documenti ineccepibili dal punto di vista dottrinale, e non scelti a caso dal nostro, con l`AL, un testo che già si presta alle interpretazioni e ricezioni più progressiste di chi vi vede una svolta radicale che lascia definitivamente dietro di sè una Chiesa senza cuore e sterile che ha allontanato la gente applicando norme astratte.
Così è oggi vista e rispettata la Dottrina, un mucchio di regole astratte che complicano inutilmente la vita dela gente, che la Dottrina sia di Cristo non sembra preoccupare chi sa meglio del Signore quel di cui hannno bisogno le anime per la loro salvezza.

http://www.andreatornielli.it/?p=8329

mic ha detto...

Marius, sopra, voleva ricordare:

"Per "papale, papale" o "alla papale" per significare con parole semplici e chiare di uso (anche letterario) molto antico. Da cosa nasca è intuibile più che documentato: nasce dal presupposto che il Papa sia portatore di verità, la quale non può che essere semplice e chiara".

Possiamo dire che oggi è ancora così?

Quando la sana Dottrina era ribadita ha detto...

Ritornando un po' al sano MAGISTERO di sempre della Chiesa di sempre, dopo aver visto in precedenza cosa dice il Catechismo, sia quello di San Pio X, sia pure quello del 1992 circa le cosiddette "unioni libere", mi permetterei di dare ora una rapida occhiata ad alcuni passaggi chiave di ciò che il Santo Padre Pio XI scriveva nella sua Lettera Enciclica CASTI CONNUBI. Mi pare che non ci sia bisogno di commento, vista la CHIAREZZA assoluta, il nitore di ogni parola, di ogni espressione sull'argomento, senza possibilità di deviare, di fumigare a destra e a manca, senza appunto, quel "ma-anchismo" ormai da mezzo secolo così deturpante in molti, troppi documenti e dichiarazioni ecclesiali, con le ultime terribili accelerazioni che conosciamo.


Dalla Lettera Enciclica “CASTI CONNUBII” sul Matrimonio cristiano.

PIO PP. XI

[…] Mediante il connubio [nota: si riferisce al Matrimonio], dunque, si congiungono e si stringono intimamente gli animi, e questi prima e più fortemente che non i corpi, né già per un passeggero affetto dei sensi o dell’animo, ma per un decreto fermo e deliberato di volontà; e da questa fusione di anime, così avendo Dio stabilito, sorge un VINCOLO SACRO ED INVIOLABILE.

Tale natura, affatto propria e speciale di questo contratto, lo rende totalmente diverso, non solo dagli accoppiamenti fatti per cieco istinto naturale fra gli animali, in cui non può esservi ragione o volontà deliberata, ma altresì da QUEGLI INSTABILI CONNUBII UMANI, che sono disgiunti da qualsivoglia vero ed onesto vincolo di volontà e DESTITUITI di qualsiasi diritto di domestica convivenza.

[…]Movendo da tali princìpi, alcuni giunsero al punto di INVENTARE ALTRE FORME DI UNIONE, adatte, come essi credono, alle presenti condizioni degli uomini e dei tempi, e propongono quasi nuove forme di matrimonio: l’uno « TEMPORANEO », l’altro « A ESPERIMENTO », un terzo che dicono « amichevole », e che SI ATTRIBUISCE la piena libertà e tutti i diritti del matrimonio, eccettuato il vincolo indissolubile

E ciò che è peggio, NON MANCANO COLORO I QUALI PRETENDONO e si adoperano perché simili abominazioni siano coonestate dall’intervento delle LEGGI o, se non altro, vengano giustificate in forza delle pubbliche consuetudini di popoli e delle loro istituzioni; e sembra non sospettino nemmeno che simili cose, LUNGI DAL POTERSI ESALTARE QUALI CONQUISTE DELLA «CULTURA» MODERNA, di cui menano sì gran vanto, sono invece aberrazioni nefande, che ridurrebbero senza dubbio anche le nazioni civili ai costumi barbarici di alcuni popoli selvaggi […]”.

marius ha detto...

Un breve sguardo a ritroso su quanto si diceva 6 mesi fa:
The Spectator, sabato 7 novembre
Domenica 1° novembre, il quotidiano italiano la Repubblica ha pubblicato un editoriale a firma di Eugenio Scalfari, uno dei più celebri giornalisti del Paese, in cui questi sosteneva che il Papa gli avrebbe confidato che «alla fine di percorsi più veloci o più lenti tutti i divorziati che lo chiedono saranno ammessi» al sacramento della comunione........

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/11/09/spectator-il-papa-sta-distruggendo-la-chiesa___1-v-134738-rubriche_c247.htm

Anonimo ha detto...

http://lesalonbeige.blogs.com/my_weblog/2016/04/amoris-laetitia-gaudium-de-veritate.html

irina ha detto...

Ha un modo di esprimersi semplicistico con il quale propone i veri luoghi comuni del giorno.
Appartiene a quelle nature, forse, nelle quali la volontà ha cacciato nell'angolo il sentimento per non soffrire ed il pensiero per non sbagliare.

Anonimo ha detto...

https://www.lifesitenews.com/blogs/cardinal-burkes-puzzling-response-to-the-popes-exhortationmakes-perfect-sen

Anonimo ha detto...

LETTERINA AL CARD. BURKE E AI SUOI SODALI DIRETTAMENTE DA SUA SANTITA' PIO XII:

"I Pontefici infatti - essi(i modernisti) vanno dicendo - non intendono dare un giudizio sulle questioni che sono oggetto di disputa tra i teologi; è quindi necessario ritornare alle fonti primitive, e con gli scritti degli antichi si devono spiegare le costituzioni e i decreti del Magistero. Queste affermazioni vengono fatte forse con eleganza di stile; però esse non mancano di falsità"
( Humani Generis, Pio XII )

Luís Luiz ha detto...

"Papa Francesco chiarisce, fin dall'inizio, che l'Esortazione post-sinodale, non è un atto di magistero".

Mi sembra che questo sia un errore d'interpretazione da parte del cardinale.

Ecco l'unica menzione al magistero in tutta l'esortazione:

"Ricordando che il tempo è superiore allo spazio [!!], desidero ribadire che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. "

La frase non tratta della natura magisteriale o meno dell'esortazione, ma sul modo di trattare certi problemi della Chiesa. L'esortazione, inquanto documento magisteriale, non vuole dare una soluzione definitiva ai problemi, ma semplicemente aprire nuove prospettive per la loro soluzione. E questa apertura l'esortazione lo fa, naturalmente, come magistero.
La natura magisteriale dell'esortazione è anzi un presupposto di questa frase: non voglio in questo documento magisteriale dare una soluzione finale ai problemi dottrinali, morali ecc., ma soltanto aprire nuovi processi di discussione ecc. ecc.
Ossia, Bergoglio afferma magisterialmente che ci sono problemi nella Chiesa che non vanno risolti con definizioni magisteriali. Ciò che è molto differente di dire che l'esortazione non sia magistero.

In questa frase non si dice nulla sul carattere magisteriale o meno dell'esortazione; si dice semplicemente quello che dice, che "non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. "

Luisa ha detto...

Anonimo, ho già segnalato ieri il commento di padre Michelet su Salon Beige, un commento che sembra essere in linea con quello del car. Burke, dico sembra perchè chi ha letto il cardinale scorge subito certe differenze, mic ci ha detto ieri che sta traducendolo.
Un commento comunque interessante che riconosce i problemi posti dall`AL, le zone d`ombra, i silenzi le ambiguità, MA che ci domanda di recepirla alla luce della Dottrina, con un`ermeneutica della continutà per non essere fattori di divisione, per non dar ragione a chi parla di rivoluzione senza ritorno.
Dobbiamo dunque , secondo Michelet, leggere l`AL COME SE FOSSE CONFORME alla Dottrina e avremo così una ricezione veramente cattolica(!) del documento e saremo fermenti di unione e pace, un COMPITO DIFFICILE ma non impossibile!!
Che si possa dire questo a proposito del documento di un papa è semplicemente siderante.

hr ha detto...

lectio di mons. Livi

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-tante-affermazioni-che-contrastano-tra-loro-15849.htm

Luisa ha detto...

Segnalo di Camillo Langone:

Francesco è cattolico. Le sue encicliche no... 

http://blog.messainlatino.it/2016/04/sono-cattoliche-le-encicliche-di.html#more


E la sua Esortazione è cattolica?

Luisa ha detto...

La Bussola intervista Padre Michelet, il suo intervento deve essere comnpletato col suo commento su Salon Beige molto più esplicito, sulla Bussola gli angoli sono molto arronditi!

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-michelet-troppe-cattive-interpretazioniamoris-laetitia-coscienza-e-verita-vanno-insieme-15843.htm

http://lesalonbeige.blogs.com/my_weblog/2016/04/amoris-laetitia-gaudium-de-veritate.html

Mazzarino ha detto...

Direi che il problema è tutto ed esclusivamente del clero. Che deve dire un sacerdote ad una persona in peccato mortale pubblico che in fila pretende con la mano tesa il corpo di Cristo? Decide di finire all'inferno? Credo che l'intervento di Burke sia l'estremo tentativo di evitare un rompete le righe caotico. Ma senza un progetto e un rigoroso diagramma di Gant è solo una temporanea terapia del dolore. Per quanto mi riguarda magisteriale o non magisteriale non cambia nulla. Io seguo la dottrina cattolica di sempre sul matrimonio e coloro che la ribadiscono pubblicamente. Per me Bergoglio, come sento dire ormai un po' dovunque, non esiste. Mi resta una ultima curiosità. Le eresie della Laudato sono atti di magistero?

Luisa ha detto...

Ringrazio hr per aver segnalato l`analisi dell`Al fatta da Mons. Livi.
Dopo un lungo preambolo, e con tutte le precauzioni di linguaggio, arriva quel "PERÒ" che apre la via alla sua analisi.

Capisco che si preferisce e si sceglie di attribuire a Jorge Bergoglio solo intenti e sentimenti positivi ma se Avvenire, Spadaro, Kasper e compagnia cantante possono cantar vittoria, se a farlo è Spadaro il consigliere più vicino a Bergoglio, non si può pensare che quel canto di vittoria non sia anche quello di Bergoglio.

Sono grata a Mons. Livi per la sua analisi, spero che altri pastori oseranno prendere la parola, senza troppe precauzioni, o solo con le "necessarie" precauzioni, non penso in effetti che il compito dei custodi della Fede sia quello di proteggere il papa da lui stesso.

Non è comunque tollerabile che un documento papale sia fonte di "sconcerto in mezzo al popolo di Dio. "

Anonimo ha detto...

http://sinodo2015.lanuovabq.it/veritatis-splendor-e-i-rischi-di-unetica-della-situazione/

Anonimo ha detto...

"E' certamente un atteggiamento sottile e prudente, probabilmente al momento quello più saggio."

Non lo è, ed è evidente perché: perché non c'è unanimità su questo punto e si creano altre divisioni. Basta leggere mons. Livi nel citato link o l'ultimo post di Rorate per capire che altri "conservatori" la pensano diversamente sulla "magisterialità". In altre parole, si sta creando il caos nello schieramento "conservatore", che quindi rischia di non essere più un punto di riferimento coerente per i fedeli. Terra terra, la mia osservazione è che il ragionamento di Burke pecca di un punto: non spiega qual'è il motivo razionale per cui AL non è Magistero. Lui cita quel "tempo superiore allo spazio" cercando di far dire la cosa allo stesso Francesco, ma non ci vedo una conseguenza logica cogente. Questo è pericoloso, perché può introdurre arbitrarietà soggettiva nel decidere cosa è Magistero e cosa non lo è. Ovviamente Burke non sta pensando soggetivamente: lui sa benissimo qual'è la ragione, cioè la contraddizione di AL con il Magistero, ma non si sente di dirlo. Qui si cade nella trappola post-conciliare di ridurre tutto a discussioni formaliste "smussando gli angoli", invece che affrontare di petto le questioni che hanno a che fare con il vero o il falso.

"con tutto il rispetto per il Card Burke si ha ben donde di star lì ad arrovellarsi il cervello a cercare una soluzione impossibile ed il tutto per evitare di dire che è una palese eresia che nessuna interpretazione può cambiarne la natura"

Senza essere espliciti non se ne esce: ha ragione 1Peter5, ci vuole un Paolo che abbia il coraggio di dire "Pietro sbaglia". Temo che dovrà essere un laico.

Detto questo, ribadisco che non dobbiamo avere fretta.

Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

1 - Ancora un punto di vista
http://www.radiobuonconsiglio.it/catechesi-e-spiritualita/p-serafino-m-lanzetta-e-antonio-farina/

2 - e la sofferenza vissuta come dono per la Chiesa
QUESTO PROBLEMA DEI DIVORZIATI RISPOSATI E' UNA DELLE GRANDI SOFFERENZE DELLA CHIESA DI OGGI.
E non abbiamo semplici ricette. La sofferenza è grande e possiamo solo aiutare le parrocchie, i singoli ad aiutare queste persone a sopportare la sofferenza di questo divorzio.
Io direi che molto importante sarebbe, naturalmente, la prevenzione, cioè approfondire fin dall’inizio l’innamoramento in una decisione profonda, maturata; inoltre, l’accompagnamento durante il matrimonio, affinché le famiglie non siano mai sole ma siano realmente accompagnate nel loro cammino.
E poi, quanto a queste persone, dobbiamo dire – come lei ha detto – che la Chiesa le ama, ma esse devono vedere e sentire questo amore. Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunità cattolica, di fare realmente il possibile perché esse sentano di essere amate, accettate, che non sono «fuori» anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia: devono vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa. Forse, se non è possibile l’assoluzione nella Confessione, tuttavia un contatto permanente con un sacerdote, con una guida dell’anima, è molto importante perché possano vedere che sono accompagnati, guidati.
Poi è anche molto importante che sentano che l’Eucaristia è vera e partecipata se realmente entrano in comunione con il Corpo di Cristo. Anche senza la ricezione «corporale» del Sacramento, possiamo essere spiritualmente uniti a Cristo nel suo Corpo.
E far capire questo è importante. Che realmente trovino la possibilità di vivere una vita di fede, con la Parola di Dio, con la comunione della Chiesa e possano vedere che la loro sofferenza è un dono per la Chiesa, perché servono così a tutti anche per difendere la stabilità dell’amore, del Matrimonio; e che questa sofferenza non è solo un tormento fisico e psichico, ma è anche un soffrire nella comunità della Chiesa per i grandi valori della nostra fede. Penso che la loro sofferenza, se realmente interiormente accettata, sia un dono per la Chiesa. Devono saperlo, che proprio così servono la Chiesa, sono nel cuore della Chiesa. Grazie per il vostro impegno.
BXVI - BRESSO 2 GIUGNO 2012

hr ha detto...

Il domenicano Padre Angelo Bellon rispondendo alle domande dei lettori ricorda le norme della DOTTRINA CATTOLICA.
Occorre tener presente che le risposte vengono fornite privatamente e pubblicate a distanza di giorni/mesi secondo quanto è scritto sul sito. Vale a dire che la prima risposta è precedente alle disposizioni del capitolo 8 dell'Amoris Laetitia. Ergo la coincidenza col tema di attualità è meramente casuale.

http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4495

L'angustia di un sacerdote confessore che se negasse l'assoluzione esporrebbe una persona ad un certo disonore 12/04/2016

http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4243

A proposito della Comunione ai divorziati risposati ecco alcuni problemi che devono essere risolti 02/08/2015

Anonimo ha detto...


= Una pausa linguistica, per tirare il fiato...

Due francesismi di Luisa, perfettamente comprensibili :

1. "siderant" : non "siderante" ma: "sbalorditivo".

2. "arrondis" : non "arronditi" ma "arrotondati".

Gramaticus

[P.S. tornando a bomba. Mi sembra si esageri nelle critiche al card. Burke. Si e' mantenuto su di una linea di prudenza e' vero. Come primo passo, era inevitabile. Il suo intervento e' comunque importante ed e' critico: si premura di informare i fedeli e i parroci che il documento del Papa puo' essere disatteso (e' l'implicito ovvio delle sue dichiarazioni) perche' "non e' un atto magisteriale", disatteso (ovvio) dove si allontana dalla retta dottrina. Questa e' gia' una presa di posizione critica o no? Siamo tutti convinti che non basti. Certo. Bisogna pero' anche mettersi nei suoi panni. L'ulteriore passo, che tutti invochiamo, quale dovrebbe essere? Dichiarare apertamente che certe ambiguita' del documento sono contrarie alla dottrina cattolica, in pratica accusare il Papa di diffondere eresie in senso materiale. Come ha fatto in sostanza mons. Fellay. E' ovvio che effettuare un passo del genere, da parte di un cardinale, sia comunque psicologicamente molto difficile. Anche perche' sarebbe una mossa senza possibilita' di ritorno, per chi la facesse. Sarebbe l'inizio della crisi ufficiale nella Chiesa. Siamo convinti che una mossa cosi' dolorosa debba esser fatta, anzi che avrebbe dovuto esser fatta tanti anni fa. Per esempio, quando Paolo VI impose la Nuova Messa. E al Concilio. Pero' bisogna rendersi conto delle difficolta', anche morali, di chi deve assumersi una responsabilita' cosi' grande. Come ha detto Mic : Preghiamo per lui e per gli altri difensori della fede perche' lo Spirito Santo li illumini ma, dal canto nostro, cerchiamo di pungolarli con un atteggiamento equilibrato e razionale, senza fare processi, cosa che non ci compete].

hr ha detto...

Per quel che vale, è cominciata la "controoffensiva" verso Burke.
Tornielli stizzito
http://www.andreatornielli.it/?p=8329

Badilla piuttosto irridente
http://ilsismografo.blogspot.it/2016/04/vaticano-in-onda-il-solito-desueto.html#more

mic ha detto...

"Tornielli stizzito" è lo specchio di quanto sia indispettito Bergoglio, che prosegue a briglia sciolta come un bulldozer, ma non ama le critiche, tant'è che spesso ama confonderle con la mormorazione o con la maldicenza.
No ho ancora letto. Sarà interessante scoprire qual è il nervo scoperto e, se del caso, ribattere.
Idem per il Sismografo, che si pone allo stesso livello.

Anonimo ha detto...

"E' ovvio che effettuare un passo del genere, da parte di un cardinale, sia comunque psicologicamente molto difficile. "

Aggiungo che mi aspetto che, se verrà fatto, non sarà un singolo cardinale, ma si tratterà di un fronte unito. Cosa che richiede del tempo per essere messa in piedi (anche se, in realtà, visto che le cose si sono evolute come tutti si attendevano, spero che un po' di lavoro sia già stato fatto nei mesi passati).


Se poi vi piace il paradosso - e d'altronde viviamo in tempi paradossali - leggete cosa dice Franco Grillini:

http://www.lafedequotidiana.it/franco-grillini-lamoris-laetitia-e-un-documento-reazionario/

D. Qualche commentatore accusa il testo di una sorta apertura addirittura al relativismo…

R. “Se ci fate caso, il documento è criticato da sinistra, dai progressisti più avanzati, ed anche da destra, dai conservatori. Entrambi hanno le loro validissime ragioni, specie i conservatori che da questo punto di vista sono coerenti. Perché? Bergoglio è una sorta di pesce in barile, vuole piacere a tutti stando al centro. E’ un gesuita nella più tradizionale e negativa accezione del vocabolo. Intende accontentare tutti. Io credo che il documento finirà col creare confusione interpretativa, cosa assolutamente fuorviante per la Chiesa”.

D. Davvero?

R. ” Infatti per quanto riguarda la comunione al divorziato lascia di fatto il problema a vescovi e preti. In questo modo Bergoglio, per non scivolare in eresia, crea un pasticcio. Potrebbe accadere che casi assolutamente identici vengano valutati in modo diverso a seconda delle diocesi di appartenenza con tanti saluti alla universalità o cattolicità della Chiesa. Anzi questa istituzione si balcanizza, smarrisce la sua universalità e cede al relativismo. Del resto anche la idea di peccato nel testo indulge al relativismo”.

Fabrizio Giudici

irina ha detto...

Dopo la guerra tutti ebbero l'obbligo di consegnare le armi.
Armi che erano state usate per i motivi più disparati, non ultima la vendetta privata.Ora questa consegna(delle armi, leggi arzigogoli), dal Papa che ha piena autorità, deve essere comandata a tutti, ribadendo quanto detto dal Signore Gesù Cristo che solo ha avuto ed ha parole e mezzi per sanare ogni ferita.Se l'uomo ha voluto fare di testa sua il problema è suo. Diventa della Chiesa se l'uomo si pente e bussa per essere curato. E la Chiesa può curare e cura solo ed unicamente con la Parola del Signore ed i Sacramenti che Lui ha lasciato. L'uomo, quand'anche consacrato, non può e non deve escogitare altro nè aggiungere altro. Se il confessore è onesto e ben formato, capirà se nel penitente che sta ascoltando è all'opera Dio, Uno e Trino, o altro. E l'aiuterà con la parola del Signore, con l'esempio dei Santi, con il Magistero che mai dalla Parola del Signore si è discosto.

Anonimo ha detto...

Cara Mic, Tornielli(che francamente NON reggo) sarà anche stizzito MA non facciamo finta che non abbia centrato il punto! Il card. Burke ha messo una toppa che è peggio del buco! E chiunque abbia un briciolo di buonsenso, per quanto possa essergli grato per quel che in passato ha fatto(e, a mio avviso, proprio dimostrare gratitudine e carità), lo dovrebbe ammettere e basta! La domanda infine è: ma il card. Burke considera davvero Bergoglio Papa o semplicemente DICE di considerarlo Papa. Se ritiene che sia eretico o che propaghi l'eresia dovrebbe quanto meno fare una pubblica dichiarazione in merito, assumendosi tutte le conseguenze del proprio atto. Quello che non può fare è continuare a decidere cosa, tra le parole del Papa, appartiene al Magistero o no. Bergolgio in un intervista, qualche tempo fa, ha addirittura detto che appartengono al suo Magistero Ordinario anche le omelie di Santa Marta, oltre ad encicliche, esortazioni e documenti ufficiali! Quindi o tutto va bene oppure c'è un problema grosso: la logica conduce a questo punto, il resto sono parole, parole, parole che nessuno ascolta e a buon diritto, visto che il Papa c'è e non è il card. Burke o il card. Sarah.

Tradizionista59 ha detto...


" Mi sembra si esageri nelle critiche al card. Burke. Si e' mantenuto su di una linea di prudenza e' vero. Come primo passo, era inevitabile."

Temo che questo sia per Burke, e per molti altri, il primo passo ma anche il secondo, il terzo, il quarto...

Mons. Livi:Riguardo alle indicazioni contenute nella Amoris laetitia, non mi è lecito dubitare che le intenzioni pastorali del Papa siano tutte sante e tutte a vantaggio del bene comune della Chiesa di Cristo. Nemmeno posso dubitare che gli indirizzi pratici da lui suggeriti siano di per sé atti a provvedere il maggior bene possibile dei fedeli di tutto il mondo cattolico.

...allora avrebbero ragione coloro che hanno visto la sua Esortazione come una resa totale del Magistero all’opinione pubblica, alla secolarizzazione, alla teologia progressista che esalta il soggettivismo (quella che afferma che ogni soggetto è in buona fede, e la Chiesa deve confermarlo nella sua infondata presunzione di essere in grazia!).


Per Livi solo il Papa è sempre in buona fede e animato da sante intenzioni.
Ma quando Papa Stefano VI fece riesumare il cadavere di papa Formoso, lo fece sedere sul trono papale e, dopo aver inscenato un macabro processo durante il Sinodo, gli fece tranciare le due dita benedicenti per poi farlo gettare nel Tevere, era animato da pie e sante intenzioni? Mah!


Beati pauperes spiritu ha detto...

Dio benedica Padre Angelo e la sua lucida chiarezza. Alla faccia dei Tornielli e di tutti gli altri corifei osannanti.

Luís Luiz ha detto...

Quello di evitare atti di conseguenze imprevedibili come regola suprema non è cattolico. La Croce è il modello di tutti quelli atti, e è proprio la Croce quello che manca di più alla Chiesa oggi. Dio ci ha messi alle corde: non c'è fuoriuscita senza il coraggio, la verità, la fede e sopratutto la Croce.

Luisa ha detto...

Avevo riportato ieri il link al blog di Tornielli, ieri come oggi dico che il suo stucchevole sarcasmo, con il quale crede di poter rintuzzare le critiche al vescovo di Roma, e in particolare quelle del Cardinale Burke all`AL, non riesce a coprire la realtà della fondatezza dei commenti critici alla AL che non vengono solo da persone che egli ama ridicolizzare.
La sua irritazione lo spinge anche a osare paragonare due documenti ineccepibili dal punto di vista dottrinale, e non scelti a caso dal nostro, con l`AL, un testo che già si presta alle interpretazioni e ricezioni più progressiste di chi vi vede una svolta radicale che lascia definitivamente dietro di sè una Chiesa senza cuore e sterile che ha allontanato la gente applicando norme astratte.
Paragonare l`Humanae Vitae e la Familiaris Consortio con l`Al, il fallait oser le faire, Tornielli l`a fait!

Tradizionista59 ha detto...


Dice Camillo Langone:
Quando per mettermi in difficoltà o per ansia sincera la pongono a me, io me la cavo dicendo che Bergoglio lo ha messo lì lo Spirito Santo (se i conclavi venissero davvero decisi dai cardinali la Chiesa si sarebbe estinta da molti secoli) e che da lì deve toglierlo lo Spirito Santo.

Lo Spirito Santo suggerisce ma non elegge nessuno. Diceva S. Vincenzo di Lerins che il Signore alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri ancora ce li infligge.

Cita un libro di Cuniberto.
«La riconversione eco-teologica proposta dall’enciclica delinea un cristianesimo senza Croce e senza Incarnazione, dove la figura storica di Gesù non è più fondante. Quel che rimane è una sorta di deismo neo-illuministico». Ed aggiunge:

"Non mi concedo di aderire appieno al virgolettato di Cuniberto ma, dopo Madonna Povertà, sebbene continui a credere che Papa Francesco sia cattolico non sono più tanto sicuro che lo siano le sue encicliche."

A parte il fatto che proprio Bergoglio ha affermato che Dio non è cattolico ( dunque,per coerenza, nemmeno lui ), ma come può un papa scrivere encicliche ( si riferisce alla E.G. e alla Laudato sii ) non cattoliche? Ancora mah!

Si parla tanto della fede ma io vedo messa sotto i piedi innanzitutto la ragione.

Anonimo ha detto...

"Paragonare l`Humanae Vitae e la Familiaris Consortio con l`Al, il fallait oser le faire, Tornielli l`a fait!"

Ma è come dicevo sopra: se non si va nel merito del discorso, e non si dice chiaramente che l'AL contraddice il Magistero, si cade nel soggettivismo nel giudicare il Magistero.

"MA non facciamo finta che non abbia centrato il punto! Il card. Burke ha messo una toppa che è peggio del buco!"

Eh sì: Burle ha "servito la schiacciata" a Tornielli in questo caso.

Fabrizio Giudici

Cesare Baronio ha detto...

Tornielli sarà anche stizzito, ma paradossalmente solleva un problema reale e concreto: non è normale - per usare un eufemismo - che si debba ricorrere agli escamotages teologici per tenere insieme l'ortodossia del Magistero, l'infallibilità papale e la palese eterodossia di Bergoglio.

D'altra parte, cosa si può fare? Tornielli dice - e su questo gli si potrebbe dar ragione - che i documenti papali sono da intendersi sempre come atti del magistero ordinario. Così è sempre stato, in condizioni di normalità cattolica (ossia sino al Vaticano II). Ma da quell'assise la serena obbedienza verso la voce della Chiesa si deve confrontare con l'equivocità di alcuni documenti, con l'evidente eterodossia di altri (che contraddicono precedenti pronunciamenti della Chiesa), con la diffusione e l'enfasi data dai media ad alcuni documenti rispetto ad altri, ed anche con un magistero che, nel momento stesso in cui promulga gli atti conciliari, li destituisce della propria autorità definendoli pastorali e non dottrinali.

Oggi poi le Encicliche bergogliane e l'ultima infausta Esortazione postsinodale contengono affermazioni talmente eterodosse, da non sconcertare solo i tradizionalisti, ma addirittura i moderati conservatori, che devono correre ai ripari come possono, appellandosi al fatto che - secondo loro - il Papa parla a titolo personale e che i fedeli non sono tenuti a prestare incondizionato ossequio alle sue uscite estemporanee.

Certo, sotto il glorioso pontificato di Pio XII, anche una semplice allocuzione era studiata, calibrata, attentamente redatta ed ancor più attentamente tradotta, e nessuno osava - né poteva - considerarla stridente rispetto al Magistero precedente. Perché? Perché Pio XII era cattolico, e lo era tanto come Supremo Pastore della Chiesa quanto come privato dottore. Egli era cattolico anche quando passeggiava per i giardini vaticani, quando leggeva l'Osservatore Romano o quando dormiva. Non vi era una dicotomia - una dissociazione della personalità, un disturbo bipolare - che faceva di lui il vindice dell'ortodossia quando indossava la tiara, e un eretico quando parlava con suor Pasqualina.

Con questo papa invece ci troviamo nell'assurda - ed inaudita - situazione di dover introdurre una sorta di libero esame magisteriale, cercando di metter insieme la capra dell'infallibilità papale con i cavoli dei farneticamenti dell'Amor laetitiae (sic) o della delirante Enciclica sull'ecologia.

Tornielli sarà pure stizzito - è noto ch'egli si considera defensor Francisci d'ufficio - ma su questo non gli si può dar torto.
Si dovrebbe invece dire chiaramente - papale papale - che Bergoglio perito chimico Jorge Mario afferma da sempre eresie, le conferma col proprio comportamento e le assevera dal pulpito di Santa Marta con invettive al limite del patologico e del monomaniacale.

E si dovrebbe aver il coraggio di ammonire Bergoglio perito chimico Jorge Mario che, nell'affermare eresie, egli si rende eretico. Bisognerebbe chiedergli se egli si rende conto della gravità del suo comportamento, e qualora non ritorni sui propri passi, bisognerebbe prendere atto ch'egli, in quanto incorso in eresia ostinata, è formalmente eretico. Sarà pur Papa, ma un Papa eretico.



Anonimo ha detto...

luisa tornieli non lo leggo, ma anch'io do ragione all'anonimo delle 11.41. Un atto è magisteriale, non per quanto c'è scritto sull'atto ma in quanto viene emanato dal Sommo Pontefice. Se l'esortazione apostolica di Bergoglio non è magistero non lo è neanche la familiaris consortio di Giovanni Paolo II. Non è un atto magisteriale neanche un'enciclica......
Antonino

tralcio ha detto...

Giovanni Paolo II 1984 (Reconciliatio et Paenitentia, par. 26)

Alla radice della raccomandazione del Sinodo, così opportuna, si trova un presupposto fondamentale: ciò che è pastorale non si oppone al dottrinale, né può l'azione pastorale prescindere dal contenuto dottrinale, dal quale, anzi, trae la sua sostanza e la sua reale validità. Ora, se la Chiesa è «colonna e sostegno della verità» (1Tm 3,15) ed è posta nel mondo come madre e maestra, come potrebbe tralasciare il compito di insegnare la verità che costituisce un cammino di vita?

Quindi, per tutti i pastori che "odorano di pecora", sia chiara che cosa sia la pastorale: prendere la dottrina e condurla alle persone.
In altre parole il pastore conduce il gregge alla verità della dottrina. Il sentiero che porta dall'ovile al pascolo e viceversa è l'azione pastorale. Il pascolo è la verità e la pastorale è il sentiero e guai a disperdere il gregge lungo il percorso.

Esiste la possibilità che la pastorale sia difforme dalla dottrina e che il gregge si divida? Purtroppo sì, specialmente se il pastore si diverte a dire che ogni pascolo è ugualmente buono e che dall'ovile bisogna soprattutto uscire.
La dottrina va spiegata e non interpretata, ne' essa va resa interpretabile.
Se un'esortazione (quindi un invito a fare qualcosa) viene capita in tanti modi diversi su che cosa fare, significa che il pastore disperde le pecore.
Non solo: le abbandona ai lupi.

Luisa ha detto...

Antonino quel che dico è che Tornielli per dimostrare che l`AL è Magistero non ha trovato nulla di meglio che chiamare in causa l`Humanae vitae e la Familiaris Consortio per paragonarle alla AL, non le ha scelte a caso e ci vuole un bel fegato per farlo.

Luisa ha detto...

Riporto qui, e spero che Cesare Baronio non me ne vorrà, un suo commento:


A proposito di eccezioni in deroga alla norma:

- il Canone Romano, o Preghiera Eucaristica I, rimane nel Messale riformato > oggi è usato dal 3% dei sacerdoti; il 74% usa la Preghiera Eucaristica II
- il Confiteor è facoltativo nella Messa riformata: viene recitato solo nel 9% delle Messe
- il colore nero rimane, nella liturgia riformata, per le celebrazioni esequiali > oggi è scomparso del tutto
- la Comunione in ginocchio e in bocca rimane la prassi ordinaria > oggi il 95% dei fedeli riceve la Comunione in mano
- la veste talare rimane l'abito normale del chierico: il clergyman è solo permesso in certi casi > oggi solo il 4% del clero indossa la talare, il 33% il clergyman e il restante 63% veste in borghese
- nell'Alma Urbe la veste talare è obbligatoria > la usa saltuariamente solo il 3% del Clero romano
- alle Udienze Papali la veste talare è obbligatoria > la usa solo il 27% dei sacerdoti (padre Lombardi non la mette MAI)
- la berretta non è mai stata abolita > oggi la usano saltuariamente solo i Prelati
- il velo del calice è facoltativo nella Messa riformata > oggi è praticamente scomparso
- calzari e chiroteche per i Pontificali del rito riformato sono facoltativi > oggi sono completamente scomparsi
- le Rogazioni e le Tempora nel nuovo Messale sono facoltative > oggi sono di fatto abolite
- le Quarantore non sono state abolite > solo il 2% delle chiese celebra la solenne esposizione delle Quarantore
- il conopeo è facoltativo > 89 chiese su 100 non hanno il conopeo sul tabernacolo
- il canto gregoriano non è mai stato abolito > il 99% delle chiese non usa mai nemmeno il Kyriale VIII per le feste
- l'uso della stola per la concelebrazione è tollerato solo in casi di grande affluenza di sacerdoti > 9 concelebranti su 10 non usano mai la casula

Questi sono solo alcuni esempi pratici che dimostrano come, nel momento in cui si deroga ad una norma, invariabilmente viene scelta l'opzione più comoda, più sciatta, più lassista. Lo dimostrano i 50 anni di orrori e abusi non solo tollerati, ma addirittura incoraggiati dalla Gerarchia.

Figuriamoci cosa accadrà per la morale matrimoniale. Pensare che i casi di concubinari che verranno ammessi alla Comunione possano essere rari, è come credere che ci si possa ancora accostare alla balaustra in ginocchio senza essere insultati dal celebrante.

Bergoglio dimostrerebbe più onestà intellettuale se dicesse ore rotundo che il Matrimonio non è più indissolubile: non ci sentiremmo, se non altro, presi in giro.

mic ha detto...

Mi sono limitata a pubblicare due delle lenzuolate di copia-incolla proposte da 'Parlano i Legionari', che sembrerebbero mirate ad un'attenta e serena analisi del documento, presentato come dono ineguagliabile.

Confesso che non sono riuscita a leggerlo tutto e occorrerà del tempo prima di estrarne luci e ombre, con l'impressione di trovarmi nel Porto delle nebbie insieme ai colpi contundenti di molte affermazioni che non esito e definire 'spurie'.
Certo, prima di scrivere bisognerà esaminare e motivare adeguatamente.

Luisa ha detto...

Mic, non penso di sbagliarmi se dico che i "legionari che parlano" è solo un banalissimo troll.

Anonimo ha detto...

"I dibattiti e i contrasti sulla stampa sembrano alieni a quel che il Papa ha detto o non ha detto."
"In questo momento, quindi, forse la cosa più importante è disporci e orientarci a una lettura attenta di questa esortazione, prima di iniziare a commentare i contenuti. E proprio nei primi sette punti di AL, papa Francesco ci offre alcune indicazioni."

Veramente mi pare che di quello che dice la stampa laica qui non frega niente a nessuno. Ma se Avvenire e La Civiltà Cattolica, che sono un organo ufficiale della Chiesa, scrivono certe cose, soprattutto se prelati come Schönborn, Baldisseri, Spadaro, eccetera, tutti scelti uno ad uno da Francesco, dicono che il documento va interpretato in un senso, è veramente sciocco continuare a puntare il dito sulla stampa. O forse "legionari" pensa che quei prelati non hanno letto tutto il documento e non l'hanno capito?

Mi pare evidente che chi commenta ha letto, per lo meno i punti critici: e che il resto del documento dica cose ortodosse importa poco, perché novecento pagine di ortodossia non bilanciano una riga eterodossa. E ci sono già commenti autorevoli, come quello di padre Livi.

E qui un'altra gran numero di commenti, di gente che presumo ha letto tutto:

https://www.lifesitenews.com/blogs/number-of-catholic-writers-expressing-concern-about-popes-exhortation-rapid

Io per ora ne ho letti due, interessanti. Il primo è un'analisi del "gesuitismo" presente nell'esortazione:
http://www.firstthings.com/web-exclusives/2016/04/a-stubborn-givenness

Il secondo è un'analisi della parzialità dei princìpi cristiani così come viene presa in considerazione nel documento:
https://www.firstthings.com/web-exclusives/2016/04/always-fear-always-love


Fabrizio Giudici

Alfonso ha detto...

"leggere con calma e profondità questo attesissimo testo su una questione vitale per le persone, le famiglie, la società e la Chiesa: «L’amore nella famiglia»."
Premessa: "Ho letto di corsa, ma non con scarsa attenzione, e da cima a fondo, il libro che mi avete mandato, carissimi figli Timasio e Giacomo!, mettendo da parte per un poco le altre occupazioni che avevo tra mano." Così inizia lo scritto sulla "Natura e la Grazia" di Sant'Agostino.
Domanda di un misero credente che cerca con la ragione di fortificare la propria fede con letture appropriate: in attesa che una "Autorità" ufficiale lo accusi di eresia, è consentito a chi già da tempo lo considera eterodosso, ed anche qualcosa di più, di non leggere checchessia degli scritti firmati dal Nostro?
Ritorno a leggere Sant'Agostino.

Anonimo ha detto...

"Domanda di un misero credente che cerca con la ragione di fortificare la propria fede con letture appropriate: in attesa che una "Autorità" ufficiale lo accusi di eresia, è consentito a chi già da tempo lo considera eterodosso, ed anche qualcosa di più, di non leggere checchessia degli scritti firmati dal Nostro? "

Risposta da misero credente (che mentre risponde a lei risponde innanzitutto a sé stesso, perché si pone lo stesso problema): no, è pericoloso. Perché, come diceva (credo) Lewis, il diavolo manda sempre le tentazioni in coppia di opposti: a volte, per eccesso di foga nell'evitarne uno, si cade nell'altro. È uno dei peggiori trucchi del Demonio, dirottare la nostra buona passione per ciò che è vero. Il rischio è che lentamente, subdolamente, l'avversione verso gli errori di un papa si tramutino nell'avversione verso il papato stesso... e ci siamo capiti.

E poi, se è vero che un papa può scrivere cose sbagliate, penso sia impossibile scriva tutte cose sbagliate. Per cui, ben sapendo che quei documenti sono dannosi, rimane sempre il concetto di "vagliare le cose buone" di San Paolo.

Con questo non dico che bisogna leggere proprio tutto: ma che bisogna evitare di cadere nella tentazione di non rigettare tutto.

Costa? Onestamente, e lo confesso pubblicamente, a me costa anche sentirlo parlare all'Angelus. Ma si sopporti e si prenda la cosa come una forma di penitenza.

PS Dal punto di vista pratico, c'è un'altro vantaggio: durante la nostra quotidiana evangelizzazione del prossimo, il troll di turno può rinfacciarci "ma voi il documento l'avete letto?". E ci si toglierà la soddisfazione di rispondergli: "sì".

Fabrizio Giudici