Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 20 dicembre 2015

don Elia. Benedetto chi crede

Beata colei che ha creduto che quanto a lei detto da parte del Signore avrà compimento (Lc 1, 45).

Sì, beata l’anima che dà credito a ciò che Dio le comunica nella Rivelazione trasmessaci dalla santa Chiesa mediante la Sacra Scrittura e la Tradizione, fedelmente interpretate dal Magistero autentico, che è immutabile e perennemente valido. Beata l’anima che sulla roccia di quelle divine parole edifica la propria casa conformando ad esse le sue scelte e i suoi comportamenti; essa resisterà a tutte le tempeste e i cataclismi che stanno per abbattersi sull’umanità disobbediente (cf. Mt 7, 24-25). Beata l’anima che si rispecchia continuamente nell’Ancella del Signore ripetendo in ogni circostanza, lieta o avversa: «Ecce ancilla Domini: fiat, fiat, fiat mihi secundum verbum tuum!» (Lc 1, 38). Beata l’anima che, libera dalle zavorre dell’orgoglio e degli attaccamenti carnali, resa leggera dall’umiltà, dalla carità e dalla fiducia, mette le ali ai piedi e vola come Lei a portare a chi Lo attende quel Gesù che in essa vive e che da essa irradia il Suo Spirito di gioia e di pace.

È di tali anime che è composta la Chiesa viva, quella che conosce, ama e serve il Dio uno e trino, che nella Persona del Figlio si è incarnato per nascere come uomo, portarci la luce vivendo fra noi e rigenerarci alla Sua vita divina con la Sua morte e risurrezione. Questa Chiesa, ad immagine della Vergine Madre, è santa e immacolata non perché senza peccatori, ma perché senza peccato nella sua essenza. I peccati che commettiamo non le appartengono, ma sono totalmente roba nostra, di cui dobbiamo sbarazzarci nel modo più rapido e completo possibile perché nulla di noi le resti estraneo e, di conseguenza, sia esterno a Cristo. Chi è in peccato mortale non può esserne membro vivo: essa è il Corpo di Cristo, e non può esserci alcun rapporto tra la giustizia e l’iniquità, tra la luce e le tenebre, tra Cristo e Beliar (cf. 2 Cor 6, 14-15).

Abbiamo dunque bisogno di Pastori che, quali profeti coraggiosi, annuncino a tutti il vero Vangelo e mostrino agli uomini i loro peccati perché possano abbandonarli ed essere salvati; ma «non ci sono più profeti e fra di noi nessuno sa fino a quando…» (Sal 73, 9). Anzi, dopo aver svuotato la fede cristiana e reso irrilevante l’appartenenza alla Chiesa, ora i sedicenti Pastori si lambiccano perplessi domandandosi come mai nessuno creda più in niente né si senta vincolato dalla Legge divina. Visto che perfino gli psicologi e i sociologi cui da decenni si affidano hanno esaurito le loro ricette rigorosamente atee, hanno pensato bene di indire una grande svendita di fine stagione per regalare in offerta speciale il perdono di Dio a chi non si considera colpevole di nulla, mettendo ai saldi quella misericordia di cui, in fin dei conti, non c’è più bisogno.

Non ti curar di lor, ma guarda e passa… Fissa lo sguardo su Maria, guarda la Stella; come Lei, credi e obbedisci. Tappa le orecchie alle stucchevoli voci di tanti pseudobiblisti, pseudoteologi e pseudopastori che, come un vecchio e rigato disco in vinile, sembrano essersi inceppati e ripetono invariabilmente gli stessi ritornelli. Ricrea in te stesso il silenzio abissale del Suo Cuore immacolato, in cui il Verbo divino risuonò sovrano per esservi concepito nello spirito prima ancora che nel grembo. Accogli in te la Parola che non passa, perché, prendendo carne dalla tua carne, possa essere vista, udita e toccata da coloro che ti incontrano: è il Verbo della vita, che era fin dal principio ed è venuto ad abitare fra noi (cf. Gv 1,1.14; 1 Gv 1,1). Ricevilo da Maria e sussulta di gioia per la grazia dello Spirito Santo, che da Lei si irradia e inabita anche te: làsciati introdurre da Lei nel meraviglioso mondo di quel Dio-Amore di cui è figlia, sposa e madre.

«Gesù, che si trovava nell’utero di Lei, aveva fretta di santificare Giovanni ancora posto nel ventre della madre. Quindi, prima che Maria arrivasse e salutasse Elisabetta, non esultò il bambino nel grembo; ma non appena Maria ebbe pronunciato la parola che il Figlio di Dio nel ventre della madre le aveva suggerito, il bambino esultò di gioia e allora, per la prima volta, Gesù rese profeta il Suo precursore». Così Origene; e sant’Ambrogio: «Subito si manifestano i benefici dell’arrivo di Maria e della presenza del Signore […]. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni sentì per primo la grazia: lei udì nell’ordine della natura, lui esultò a motivo del mistero; lei sentì l’arrivo di Maria, lui quello del Signore, la donna l’arrivo della donna e il bambino l’arrivo del bambino. Esse esprimono la grazia, essi la operano all’interno e avviano il mistero della pietà a vantaggio delle madri, le quali, per un duplice miracolo, profetizzano con lo Spirito dei piccoli».

Se vuoi udire la voce di Maria e sentire la presenza di Gesù, onde esultare come Giovanni Battista per l’azione dello Spirito Santo, rinchiuditi nel grembo della Chiesa – quella di sempre – e persegui quella dotta ignoranza che rese sapiente san Benedetto, scienter nescius et sapienter indoctus. Non ingolfarti di notizie e discussioni sulle vicende del mondo e sui misfatti dei traditori di Cristo; cerca di sapere quanto basta per esserne avvisato e poterti difendere, ma non lasciarti avvelenare da ciò che, pur detestandolo, rischi di assorbire insensibilmente. Come la Vergine santa, riempi le tue viscere della divina Parola; gustala interiormente, ripetendola spesso, per assimilarla quale vero cibo dell’anima, fatta ad immagine del Verbo. Così, a lungo andare, potrai restituirla nel tuo parlare da Lui trasformato in parola di vita, proprio come il Pane del cielo, con i tuoi sforzi di santificazione, ti trasmuta a poco a poco in se stesso e ti cristifica. Beata, beata l’anima che crede al compimento di quanto il Signore in essa dice e realizza per renderla Sua figlia, sposa e madre: «Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi; nel tabernacolo della fede della Chiesa dimorerà fino alla consumazione del mondo, nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele nei secoli dei secoli» (beato Isacco della Stella). Amen. 

10 commenti:

mic ha detto...

Amen.

mic ha detto...

DOMINICA QUARTA ADVENTUS

Ant. ad Introitum
Isai. 45, 8 - Rorate, caeli, desuper, et nubes pluant iustum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem.
Ps. 18,2 - Caeli enarrant gloriam Dei: et opera manuum eius annuntiat firmamentum. V. Gloria Patri.

tralcio ha detto...

I tempi di Dio non sono quelli della slot machine, cari al mondo.

L'uomo è portato a mettere monetine o gettoni, azionare una leva e attendersi combinazioni premianti (senza pensare troppo al fatto che chi "organizza" il gioco è il solo sicuro di guadagnarci davvero).

Il Signore invece punteggia la storia di svolte apparentemente insignificanti nel loro contesto, per rivelarsi assai "conseguenti" ad uno sguardo più ampio, che richiede attesa e speranza. Certe cose si "serbano e si meditano nel cuore", ricevute da Dio e affidate a Lui.

Quasi duemila anni fa Gesù è finì in croce, per risorgere da morte e ascendere al cielo.
Ha detto (Atti) che tornerà allo stesso modo (Atti 1,10).
Ma si era palesato al tempio, da ragazzino che stupiva i dottori, una ventina d'anni prima.
Fu annunciato, incarnandosi in Maria e nascendo a Betlemme, una dozzina d'anni addietro.
E quella ragazza, che nemmeno lo sapeva ma poi disse un "fiat" decisivo, era nata Immacolata in un tempo di qualche lustro anteriore.

Sì, beata l’anima che dà credito a ciò che Dio le comunica nella Rivelazione e attende il compimento delle promesse che non sono "da marinaio" ma passano da una navigazione spesso perigliosa sulla barca di Pietro. Il quale può essere così accecato (dal buio o dalla tempesta e dall'orgoglio) da poter evitare gli scogli e il naufragio solo grazie al "pilota automatico" che è misteriosamente inserito e sta al timone da molto prima che l'uomo si ingegnasse con l'elettronica, l'hardware, il software e "gli inchini" alla Schettino.

Beata l’anima che sulla roccia di quelle divine parole edifica la propria casa conformando ad esse le sue scelte e i suoi comportamenti; essa resisterà a tutte le tempeste e i cataclismi che stanno per abbattersi sull’umanità disobbediente (cf. Mt 7, 24-25)

Il mondo con cui dovremmo dialogare (per cercare insieme Colui che ci ha già trovati (perduti) venendoci a salvare e chiedendo di annunciarne a tutti la salvezza) sperimenta tragedie immani. Sembrerebbe attrezzato a mettere a disposizione dei sopravvissuti gli psicologi e i sociologi che da decenni hanno esaurito le loro ricette rigorosamente atee. Ultimamente hanno pensato bene di indire una grande svendita religiosa di fine stagione per regalare in saldo il perdono di Dio a chi non si considera colpevole di nulla, mettendo mano (lercia) alla "misericordia" di cui, in fin dei conti, non c’è più bisogno.

Il mondo ti regala o ti svende i fondi di magazzino... La roba di valore te la farebbe pagare. Dio ti regala la perla preziosa e paga Lui per te! C'è una grossa differenza.

Beata, beata l’anima che crede al compimento di quanto il Signore in essa dice e realizza per renderla Sua figlia, sposa e madre: «Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi; nel tabernacolo della fede della Chiesa dimorerà fino alla consumazione del mondo, nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele nei secoli dei secoli» (beato Isacco della Stella).

L'avvento volge al termine. Siamo in attesa. Dolce attesa. Passando dal travaglio del parto. Ma con la gioia di chi attende il venire alla luce della vita nuova.

mic ha detto...

Grazie ancora una volta, tralcio.
Si avverte l'opera della Grazia nelle tue parole che risultano 'saporose' e nutrienti per tutti noi.

Anonimo ha detto...

Nella nuova tavola di valori del “cattolico medio”, il vero avversario da battere, così, non è più l’irreligioso, il blasfemo, il senza-Dio. Anzi, presentandosi spesso tutto questo come “di sinistra”, è visto come un cristianesimo anonimo, delle cui accuse fare tesoro. Avversario, in questa prospettiva neocattolica, avversario vero è “l’integrista”, cioè colui che vuole servirsi della sua fede fino in fondo, trasformandola da vago sentimento in guida e prospettiva per la sua concreta attività. Ammoniva, Del Noce, di diffidare di «ogni presunta avanguardia cattolica che, in realtà, è sempre la retroguardia del progressismo di ogni maniera». Si difendeva dall’accusa di respingere il neomodernismo teologico per paura del nuovo: «No, lo avverso come un pericolo gravissimo per la fede: non perché nuovo, ma perché falso». Ripeteva, soprattutto (e qui scatenava la reazione spesso inconsulta e violenta di molti clericali): «La prima condizione perché l’eclissi abbia termine e il cattolicesimo esca dalla sua crisi è che la Chiesa riprenda la sua funzione: che non è di adeguarsi al mondo, ma, al contrario, di contestarlo». «Il Cristo non ci ha detto di sposare il mondo, bensì di battezzarlo».
http://www.papalepapale.com/develop/lultimo-filosofo-cattolico-augusto-del-noce-che-capi-come-sarebbe-andata-a-finire/

Anonimo ha detto...

Si per non perdersi in questa oscura palude pestilenziale che è la nuova chiesa è quanto mai indispensabile riferirsi solo alla fonte e ai solidi esempi sperimentati per duemila anni.
Miles

marius ha detto...

Segnalo due articoli molto molto interessanti:

http://blog.messainlatino.it/2015/12/ancora-su-leoni-e-zebre-e-sulla-madre.html
L'esaltazione dei leoni che nell'arena sbranarono i primi cristiani

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/12/19/troppa-misericordia-una-supplica-di-gotti-tedeschi-al-papa/

marius ha detto...

http://www.radiospada.org/2015/12/la-questione-del-papa-eretico/

don Curzio Nitoglia:
Da “sinistra” i modernisti conciliaristi in nome di una pretesa Collegialità episcopale equiparano “democraticamente” il Papa all’Episcopato subordinato e distruggono la Monarchia petrina; mentre da “destra” i neo-Tradizionalisti gallicaneggianti ecclesiologici negando ogni valore al Magistero vorrebbero “ortodossicamente” sottomettere il Papa alla sola Traditio da loro interpretata e non dal potere magisteriale vivente del Pontefice romano regnante in atto. La retta soluzione è quella indicata dalla S. Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero: il Redentore ha affidato il Deposito della Rivelazione per la sua retta interpretazione non ai singoli fedeli, né ai teologi, ma solo al Magistero ecclesiastico» (Pio XII, Encilica Humani generis, 12 agosto 1950, DS 3384, 3386).

marius ha detto...

http://oblatiorationabilis.blogspot.it/2015/12/paolo-vi-bisogna-rimpiciolire-il-papa.html?m=1
Osservazione di un mosaico del Pantocrator a S.Paolo fuori le mura in un commento di PVI (!!!)

Anonimo ha detto...

http://www.abruzzoin.com/Teramo-inaspettata-reazione-di-un-giovane-straniero-all-omelia-del-parroco.htm

Contestato il parroco che nel'omelia difende il Presepe e le tradizioni.