Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 4 dicembre 2015

Venerdì 4 dicembre. Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Su Riscossa Cristiana potrete trovare alcuni avvisi [qui].

Il nostro comune impegno nella preghiera di riparazione deve proseguire instancabilmente. Le esternazioni di Bergoglio, che nel recente viaggio in Africa non ha parlato da Vicario di Cristo, ma da politico dei luoghi comuni (aggiungendo, nell’immancabile intervista nel viaggio di ritorno, discorsi confusi e sfuggenti sulla contraccezione), e le dichiarazioni del vescovo di Padova, Cipolla, che si è detto disponibile a “rinunciare” al dovere della testimonianza in occasione del Natale, in nome di una pacificazione unicamente materiale, ci mostrano una Chiesa sempre più sofferente a partire dai suoi vertici.
Siamo perciò fortemente impegnati a pregare in riparazione delle offese che ormai si consumano quotidianamente al Sacro Cuore di Gesù e a pregare affinché il Signore doni alla sua Chiesa Pastori santi che la guidino con Fede e sapienza cristiana, senza alcun calcolo di convenienza umana e conducano il gregge loro affidato verso la salvezza e non verso la confusione, anticamera della perdizione.

La proposta di Lettura di formazione di questa settimana:

ESTRATTO DA 
“LE RIVELAZIONI” DI SANTA GERTRUDE LA GRANDE
settimo esercizio di riparazione per i peccati e di preparazione alla morte (prima parte).

Quando vorrai celebrare un giorno di riparazione, raccogliti tutta quanta dentro di te a ciascuna delle sette ore [Mattutino – Prima – Terza – Sesta – Nona – Vespro – Compieta], per poter avere un colloquio con Colui che è Amore; affida a lui l’incarico di intercedere per te presso il Padre delle misericordie [2Cor 1,3] come per placarlo, affinché, attingendo al tesoro della passione di suo Figlio rimetta ogni tuo debito [Mt 6,12], sino all’ultimo punto di negligenza, perché nel momento della tua fine tu sia sicura che tutti i tuoi peccati siano stati pienamente perdonati.

Incomincia leggendo a mattutino la prima strofa dell’inno:

Innalza a te, dispensatore del perdono,
l’amore della nostra coscienza;
perché tu si clemente coi nostri cuori,
purificati dalle loro sozzure.

Poi aggiungi:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

E così in compagnia della Misericordia e dell’Amore placherai il Padre con queste parole, dicendo con il cuore e con la bocca:

O dolce misericordia di Dio, piena di pietà e di clemenza, ecco che io, misera, nel dolore e nell’angoscia del mio cuore ricorro ai tuoi consigli, poiché tu sei tutta la mia speranza e la mia fiducia. Tu non hai mai disprezzato il misero. Tu non hai respinto nessun peccatore, fosse anche il più disgustoso. Tu non hai rigettato nessuno che abbia cercato rifugio presso di te [cf Gv 6,37]. Tu non sei passata oltre ad alcuno [cf Lc 10,31] che si trovasse nelle angosce senza provarne compassione. Tu hai sempre soccorso come una madre chiunque fosse nell’indigenza. Tu hai assistito con tenerezza, secondo il tuo nome, tutti coloro che ti invocano. Non allontanandomi da te, benché indegna, a causa dei miei peccati, non mi respingere per via dell’inutilità della mia vita religiosa!

Non mi disprezzare e non dire di me: “Perché ancora occupa la terra [Lc 13,7]?”, ma secondo la tua natura, con pietà, con pietà, abbi cura di me! Ecco che io, pur essendo ultima per mancanza di meriti, vengo, vengo a quegli alberghi dei poveri pieni di carità che si trovano presso di te, per non morire all’addiaccio della mia vita infeconda, sferzata dal freddo e dalla pioggia. Spero che dalla tua mano generosa mi sia donata l’elemosina, grazie alla quale la mia vita perduta possa essere riparata. Lì, coi velli della tua abbondante compassione riscalda i fianchi della mia nudità [cf Gen3,21; Ap 3,18], affinché dalla tua carità siano coperti tutti i miei peccati [cf Rm 4,7; Sal 31,1] e compensate tutte le mie negligenze. Aprimi le tue dimore sicure, affinché lì sia salvata dalla tua grazia! Per te mi venga in aiuto l’amorevole carità di Dio, in cui sola è sicura la salute della mia anima e del mio spirito.

O amore, amore, volgi il tuo sguardo al mio Gesù, quel tuo regale prigioniero, fregiato del diadema della misericordia, che in quest’ora catturasti con tanta violenza: puoi dunque rivendicare come tua proprietà, insieme con lui, tutti i suoi beni, arricchendo quanto si trova in cielo e sulla terra con quella nobilissima preda e riempiendo tutto di beni, attingendo all’abbondanza del tuo gloriosissimo prigioniero.

Con quel preziosissimo bottino, con quel tuo prigioniero mille volte prediletto, riscatta la mia vita sciupata e restituiscimi la mia inutile esistenza non già sette volte, ma cento volte. Anche se, infatti, possedessi da sola la vita di tutti gli uomini e gli angeli, non potrei assolutamente avere un prezzo paragonabile al valore di quel tuo prigioniero sommamente desiderabile: quanto meno l’avrò, dal momento che sono un vile essere umano, polvere e cenere? [Gen 18,27].

Oh, se mi fosse donato quanto desidero… che tu, cioè, insieme con il carissimo Gesù facessi prigioniera anche me, benché così piccina, mi incatenassi e mi ereditassi come tua personale proprietà! Per effetto della compagnia e del dialogo con quel prigioniero divino, da peccatrice diventerei santa; da persona inutile, veramente spirituale; da nemica, vera amica di Dio; da tiepida, veramente assetata di Dio; da sterile e infeconda, capace di far germogliare la perfezione di tutte le virtù e la santità dell’intera vita religiosa. Lì, o mio caro Gesù, il seno della tua misericordia sia il carcere della mia prigionia. Lì la catena del tuo Cuore divino sia per me come un laccio, in modo che, nella violenza del tuo vivo amore, io divenga tua prigioniera per sempre, unita a te in modo invisibile, interamente vivente per te e stretta a te al punto da non poter mai essere separata da te in eterno.
Amen.

All’ora di Prima intrattieni un colloquio con l’Amore e la Verità, affinché, essendo loro stessi a parlare per te, nell’ora della morte tu giunga sicura al giudizio, avendo lo stesso Gesù, tuo giudice, come pietoso avvocato e difensore.

Versetto: Con grande benevolenza, Signore,

tu conosci nell’uomo l’errore:
inferma è la materia,
ci troviamo nella miseria

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Incomincia a placare Dio così:

O cara Verità, o giusta Equità di Dio [cf Sal 84], come comparirò dinanzi al tuo volto, recando la mia iniquità, la colpa di aver perduto la mia vita, il peso della mia smisurata negligenza? Il denaro della fede cristiana e della vita spirituale non l’ho affidato, ahimè, ahimè, ai banchieri al banco della carità, in modo che tu, come avresti voluto, potessi recuperarlo con gli interessi [Lci 19,23; Mt 25,27] di un aumento di tutta la perfezione. Il talento del tempo a me affidato non solo l’ho sperperato in vanità, ma l’ho addirittura trascurato, rovinato e perso completamente. Dove andrò, dove mi volgerò, dove fuggirò dal tuo volto [Sal 138,7]?

O Verità, tu hai sempre accanto a te, come compagne inseparabili, la giustizia e l’equità. Tu giudichi tutto secondo il numero, il peso, e la misura [cf Sap11,21]. Tutto ciò che esamini lo poni su di una bilancia assai giusta. Povera me, e mille volte povera me, se dovessi essere consegnata a te senza avere un avvocato che risponda per me! O carità, intervieni tu in mia divisa. Rispondi tu per me! O carità, intervieni tu in mia difesa. Rispondi tu per me. Ottienimi tu il perdono. Tratta tu la mia causa, affinché io viva per tua grazia.

So che cosa fare [Lc 16,4]: prenderò il calice della salvezza [Sal 115,13]. Porrò il calice di Gesù sulla bilancia vuota della verità. Così, così supplirò a tutto ciò che mi manca. Così coprirò tutti i miei peccati. Con quel calice riparerò tutte le mie rovine. Con quel calice supplirò in modo più che degno ad ogni mia imperfezione. O amore, quel tuo regale  prigioniero, il mio Gesù, indebolito fin nelle intime fibre dal fremito di commozione delle viscere della tua misericordia, tu in quest’ora hai trascinato in tribunale con tanta violenza da addossare su  di lui il peccato di tutto il mondo, benché egli non avesse alcuna macchia, se non unicamente la causa del mio amore, e la mia colpa di cui tu domandavi conto a lui. Quell’uomo innocentissimo, carissimo, condannato per amore dell’amore mio, e giudicato reo di morte al mio posto, possa io riceverlo oggi da te, o amore carissimo, come compagno del mio giudizio! Dammi un simile ostaggio, perché possa avere proprio lui come difensore di tuta la mia causa.

O cara Verità, venire a te senza il mio Gesù sarebbe per intollerabile, ma presentarmi al tuo cospetto col mio Gesù è infinitamente piacevole e amabile. O Verità, siedi ora in tribunale [cf Gv19,13]: entra ora nel pretorio [cf Gv 18,33] ed esprimi su di me qualsiasi giudizio ti piacerà. Non temerò alcun male [Sal 22,4]: so, so che il tuo volto non potrà per niente confondermi, dato che è con me la mia grande speranza e tutta la mia fiducia. Vorrei sapere quale sentenza pronuncerai su di me ora che ho con me il mio Gesù, lui carissimo, lui fedelissimo, che ha preso su di sé la mia miseria, per ottenermi presso di te una grande misericordia.

Gesù mio dolcissimo, amabile pegno della mia redenzione, vieni tu con me al giudizio. Ti prego, stiamo insieme! Sii tu il mio giudice e il mio avvocato. Narra che cosa sei diventato per me, quali disegni di bene hai pensato a mio riguardo [cf Ger 29,11], a quale caro prezzo mi hai acquistata, affinché io non perissi. Tu hai portato i miei peccati. Tu sei morto per me, affinché io non morissi in eterno. Tu mi hai conferito tutto ciò che è tuo, affinché io divenissi grazie a te ricca di merito. Ti prego, nell’ora della morte giudicami secondo quella innocenza, secondo quella purezza immacolata che mi hai conferito in te, quando hai saldato tutto il mio debito, lasciandoti giudicare e condannare per me, affinché io, che da me stessa sono povera e indegne [Sal 85,1], possa abbondare di tutti i beni grazie a te. 

All’ora Terza rivolgiti alla Pace e all’Amore, perché la forza e l’intimo dei tuoi sensi siano consacrati in eterno al Signore e, nell’ora della morte, tu possa essere trovata grazie a loro pienamente riconciliata con Dio. Di’, allora:

Versetto: La mia causa a te sia nota:
Nessuna anima a te è ignota;
Allontana da noi tutti i sogni
Del mondo che inganna

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O pace di Dio,che sorpassi ogni conoscenza [Fil 4,8], soave e amabile, dolce e preferibile a tutto, dovunque tu giunga, l’ si trova una sicurezza imperturbabile, Tu sola puoi frenare l’ira del principe. Tu adorni di clemenza il trono del Re. Tu rendi illustre il regno della augusta gloria con la pietà e la misericordia. Ti prego, difendi la causa di questo colpevole e povero che sono io. Accoglimi sotto le tue ali [Sal 16,8; 35,8; 60,5; 62,8; 90,4], affinché lì trovi protezione dai mali che mi sovrastano e di cui ho timore per le mie numerose e gravi negligenze.

Ecco che già il creditore sta alla porta, reclamando da parte mia il deposito della mia vita. L’esattore esige da me il tributo del mio tempo: non è prudente per me parlare con lui, dal momento che non sono in grado di saldare il debito. O mia pace [cf Ef 2,14], Gesù dolcissimo, fino a quando starai in silenzio? Fino a quando farai finta di niente? Fino a quando tacerai? Parla almeno ora in mio favore, dicendo nella carità la parola: “Lo riscatterò io”. Tu sei davvero il rifugio di tutti i miseri. Tu non passi oltre a nessuno, senza avergli portato salvezza. Tu non hai mai rimandato nessuno che abbia cercato rifugio presso di te senza il dono della riconciliazione. Ti prego, non passare oltre a me, misero e disperato, senza dimostrarmi carità! Fa’ sì che il Padre torni ad essere sereno nei miei confronti. Accoglimi nel grembo della tua carità. Porgimi il sorso d’acqua fresca della santa speranza, affinché possa vivere. O carità, rinfresca tu la mia lingua [Lc 16,24]. Infondi tu nuova vita nella mia anima, che ormai si va spegnendo per la povertà dello spirito.

O amore, amore, donami il mio Gesù che in quest’ora per me fu flagellato, coronato di spine, inebriato di sofferenza da suscitare pietà, Gesù mio vero Re, all’infuri del quale non ne conosco altro, che tu rendesti obbrobrio degli uomini, abietto e disprezzato come un lebbroso [cf Is 53,3-4;Sal 30,12], al punto che la Giudea sosteneva che non fosse suo [re] [cf Gv 19,14-15], mentre io, per tua grazia, posso considerarlo propriamente mio… quell’innocentissimo , quel carissimo Gesù, che per me pagò in modo perfetto il prezzo di quanto lui non aveva rubato [Sal 678.5], se tu melo donassi, il mio Gesù, come sostegno dell’anima mia, perché io possa accoglierlo sul mio cuore, confortando così il mio spirito con l’amarezza dei suoi dolori e della sua Passione! Quell’amarissimo castigo che gli infliggesti e da cui derivò la mia pace [cf Is 53,5; 1Pt 2,25], assolva, te ne prego, tutte le mie negligenze e i miei debiti.

O Pace, sii tu il mio caro, perpetuo legame con Gesù. Sii tu la carissima colonna della mia fortezza, affinché, legata a te con un vincolo di amicizia indivisibile, io diventi un cuor solo e un’anima sola con Gesù. In te, o dolcissima Pace, riceverò i flagelli della carità, le intime ferite dell’amore; attraverso di te rimarrò per sempre unita al mio Gesù. o Pace, permettimi ancora una sola parolina. Aprimi quel prezioso vaso d’alabastro dell’amore [cf Mc 14,3; Mt 26,7; Lc 7,37] che è riposto presso di te e che col suo profumo i vita potrà risvegliare il mio spirito intorpidito.

Cospargi ed ungi i miei sensi col sangue di quel gloriosissimo capo, col dolore di quei sensi degni di venerazione, affinché, grazie a quel balsamico sapore, tutta io mi converta dall’ignavia e dal torpore del mio spirito, proprio come la sterilità della terra, in primavera, si trasforma ammantandosi di novità coi suoi fiori. O Gesù mio dolcissimo, gli atti dei tuoi santissimi sensi coprano ogni mia colpa, e suppliscano a tutte le mie negligenze, affinché tutto ciò che mi manca in me stessa, possa averlo per intero in te, che tutto ti sei speso per me.
Amen.

All’ora Sesta intrattieni un colloquio con la Sapienza e con l’Amore, perché si rinnovi tutto quanto ti appartiene e nell’ora della morte tu sia difesa dalla potenza della croce preziosa di Cristo contro ogni tentazione e contro le insidie del nemico; leggi dunque questo:

Versetto: Estranei, qui giungiamo,

Nell’esilio gemiamo:

Tu sei porto e patria,
Guidaci agli atri della vita.

Poi aggiungi come sopra:

“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.

Quindi di’:

O ammirabile Sapienza di Dio, quanto è forte, quanto è chiara la tua voce! Tu senza alcuna eccezione chiami a te tutti coloro che ti desiderano. Tu stabilisci negli umili la tua dimora. Tu ami quanti ti amano [Pr 8,17]. Tu giudichi la causa del povero. Tu hai pietà e compassione di tutti. Tu non odi nulla di quanto hai creato [Sap 11,24-25]. Tu non tieni conto dei peccati degli uomini e con misericordia li aspetti sinché giungano al pentimento [Sap 11,23]. Ti prego, dischiudi anche a me la sorgente della vita, porgendomi la coppa dell’indulgenza, perché io sappia che cosa è gradito ai tuoi occhi in ogni tempo [cf Sap 9,10].

O Sapienza, tu porti nella tua destra il santo vessillo del tempo: dietro a te si susseguono con prosperità tutte le cose. Tu, unica e sola, puoi tutto. Rimanendo in te stessa, tutto rinnovi [Sap7,27]; sii dunque tu a rinnovare e santificare me in te, per poterti trasferire nell’anima mia. Tu formi amici di Dio [Ibid.]; ottienimi dunque tu l’amicizia di Dio! Fa’ che fin dal mattino io vegli per te [Is26,9; Sal 62,2; cf Pr 8,17.34; Sap 6,15], per poterti trovare nella verità. Sii tu ad impadronirti per prima di me, onde io provi veramente desiderio per te.

Con questa prudenza procedi stabilendo ordine! Con quale provvidenza tutto disponi, quando, al fine di salvare l’uomo, accostandoti al re della gloria col tuo consiglio colmo di prudenza ti industriavi di convincerlo, mostrandogli chiaramente il pensiero della pace, il compimento della carità, e trattenendo la sua maestà originaria hai imposto alle sue spalle un’occasione di amore, in modo che portasse sul legno della croce l’iniquità del popolo [1Pt 2,24]. Ti prego, ti prego, o splendida Sapienza di Dio: le tue magnifiche opere non poterono essere ostacolate da alcuna malizia diabolica, i tuoi pietosi disegni non poté cambiarli l’ignoranza di tutta la malvagità umana; la tua abbondanza di misericordia, la tua immensità d’amore, la tua pienezza di bontà non riuscì a spegnerla nessuna gravità di colpe. Anzi, prevalse la tua operosità sovrana, perché tu disponessi tutto con dolcezza, estendendoti da un confine all’altro con forza [Sap 8,1].

O Sapienza, potenza assolutamente irresistibile della maestà divina, la tua efficacia abbia il sopravvento su di me, per quanto indegna! Se tu facessi spirare su di me, tanto piccina, il soffio della tua bocca e annientassi tutto quanto è d’intralcio alla tua volontà e al tuo beneplacito, affinché io per merito tuo possa vincere tutte le tentazioni, per merito tuo superare tutti gli ostacoli! Così, nell’immensità dell’amore, morendo a me stessa, io potrei vivere in te; e sotto la tua guida potrei felicemente sfuggire al naufragio di questa vita, ricevendo da te il rivestimento della carità, la copertura della benevolenza, stabilendo con te il patto di un amore vivo.

O Sapienza, quale gioco tu compi, con quale ludibrio raggiri il mio Gesù! Tu spogli il Re della gloria, rendendolo uno spettacolo che attira gli insulti. Tu inchiodi al patibolo il riscatto del mondo intero. Tu sola soppesi e distingui quale sia il valore di questo mistero per saldare il debito di ogni peccato. Tu innalzi da terra, sulla croce, colui che è la vita di tutti, affinché attirando ogni cosa a sé nella sua morte gli doni la vita [Gv 12,32].

O Amore sapiente, quale farmaco prepari perché abbia termine la rovina universale! Quale unguento medicinale tu applichi per curare la ferita di tutti! O Amore, il tuo disegno è di soccorrere chi è perduto. Tu condanni colui che è senza colpa per donare la salvezza al colpevole infelice. Tu versi sangue innocente per poter placare l’ira della giustizia e ottenere a chi è povero e indigente la clemenza del Padre. O sapiente amore, il tuo decreto è sollievo dei miseri. Tu difendi la causa della pace, Tu esaudisci l’intercessione della misericordia. Tu con il tuo prudente consiglio vieni in aiuto alle difficoltà di tutti, per la volontà infinitamente benevola della tua clemenza. Tu metti fine alla miseria universale grazie alla gloriosa opera della tua misericordia. O Amore, ciò che tu hai escogitato è occasione di salvezza per chi è perduto.

Ecco, o Sapienza, è ormai aperta la tua dispensa piena di tenerezza. Volgi il tuo sguardo su di me, colpevole, che sto fuori, alla porta della tua carità. Riempi il piccolo mantello [cf Rt 3,15] della mia povertà con la benedizione delle tue dolcezze! Ecco, sta davanti a te la piccola coppa vuota del mio desiderio [cf Sal 37,10]. Si apra, te ne prego, il chiavistello della tua pazienza! Insegna al mio cuore i tuoi casti consigli, i tuoi precetti luminosi, le tue veraci testimonianze [Sal 18,8-9]. Fa’ che mi ricordi i tuoi comandamenti perché li metta in pratica [Sal 102,18]. O mio Gesù, non trattarmi secondo i miei peccati, non ripagarmi secondo le mie colpe [Sal 102,10]! Come nel tuo sangue mi hai dimostrato di essermi veramente propizio, così per la potenza della tua croce preziosa ristabilisci per me nell’integrità originaria tutto ciò che la mia vita ha mandato in rovina. O Amore sapiente, copri ed occulta ogni mia colpa [cf 1Cor 13,7]. Supplisci per me ad ogni mia negligenza per il mio Gesù, che si è spontaneamente abbandonato alla tua volontà.
(continua)

5 commenti:

irina ha detto...

E' morta la mamma di Eluana Englaro.

mic ha detto...

Riposi in Pace anche lei.

Cor Iesu Sacratissimum miserere nobis! ha detto...

L’indizio decisivo è il fatto che i due di San Bernardino – musulmani, lui inserito e benestante, che aveva appena comprato casa – abbiano lasciato la loro bambina di sei mesi per andare a massacrare e ad essere ammazzati, abbandonandola per sempre: non può essere qui all’opera che Satana. Solo un’ossessione o possessione satanicamente indotta può, credo, far superare i più elementari sentimenti naturali. C’è un satana scatenato nel mondo terminale d’oggi, le sue manifestazioni – anzi i suoi trionfi – sono troppo presenti per far finta di non vederli: omicidio, menzogna, contagio psichico verso il male e la morte per suicidio è una epidemia, un fungo nato sul terreno di tutti i nichilismi coltivati, non rigettati ma abbracciati.
La seconda domanda, almeno per me, è stata: chi ha potuto condizionarli fino a questo punto? Quale è il metodo di condizionamento – perché sicuramente esiste – che enti sagaci, luciferini, hanno messo a punto per creare “kamikaze islamici”, due termini che dovrebbero essere incompatibili, e in così gran numero? Così funzionali, da essere usati come armi a volontà del mandante?
La terza questione è: questo Satana è dentro l’Islam. Vi è inserito come una nera possibilità, uno scorpione in agguato col suo aculeo velenoso. Perché? Che cosa è? Dovrebbero rispondere i musulmani, perché rende orrenda e vergognosa la loro fede. E alla fine, sconfitta, odiosa al genere umano.
[....]
http://www.maurizioblondet.it/il-satana-nellislam-con-quale-metodo-viene-suscitato/

Alba ha detto...

http://gloria.tv/media/ieN1PKX62ZR

Padre Pio modello di spiritualita' Eucaristico Mariana .
Riflessione per il nostro arricchimento spirituale .
Santa notte !

irina ha detto...

La madre di Eluana Englaro, da quello che ho letto, ha iniziato a morire il giorno dell'incidente della figlia.Riposino entrambe in Pace.
Sulla terra Nostro Signore Gesù Cristo lasci tutto il tempo necessario al padre per poterle raggiungere in piena consapevolezza alla luce della Verità.