Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 11 dicembre 2015

Venerdì 11 dicembre. Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Su Riscossa Cristiana potrete trovare alcuni avvisi [qui].

Gentili amici, lo scorso martedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, sotto gli occhi di tutto il mondo si è consumato un sacrilegio [qui] che addolora profondamente tutti i cattolici e che impone di pregare in riparazione. Sulla facciata della Basilica di San Pietro, la chiesa centro della cristianità, dove è sepolto Pietro, sono state proiettate le immagini di un inqualificabile spettacolo ispirato al più pagano ambientalismo e animalismo. Le stesse dichiarazioni di Mons. Fisichella confermano la natura delle proiezioni, nelle quali il messaggio di Cristo Salvatore è stato sostituito da un servile inchino al conformismo materialista imperante: «immagini ispirate alla misericordia, all’umanità, al mondo naturale e ai cambiamenti climatici»… «un’opera d’arte contemporanea che racconta la storia visiva della dipendenza reciproca degli uomini e della vita sulla terra con il pianeta, al fine di educare e ispirare un cambiamento sui temi del cambiamento climatico senza distinzione di generazioni, culture, lingue, religioni e classi».
Preghiamo in riparazione di questo oltraggio non solo ai simboli del cattolicesimo, ma a Nostro Signore Gesù Cristo, ormai dimenticato e negletto in una Chiesa, flagellata dal sincretismo, che sta vivendo la più profonda sofferenza della sua storia. Moltiplichiamo i S. Rosari affinché la Beata Vergine interceda perché il Signore doni alla Sua Chiesa pastori santi, che conducano il gregge smarrito verso la salvezza.
Come lettura di formazione riportiamo in calce la seconda e ultima parte del settimo esercizio di riparazione per i peccati e di preparazione alla morte, tratto dagli Esercizi Spirituali di Santa Gertrude la Grande. (per leggere la prima parte, clicca qui)
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ESTRATTO DA 
“LE RIVELAZIONI” DI SANTA GERTRUDE LA GRANDE
settimo esercizio di riparazione per i peccati e di preparazione alla morte (seconda e ultima parte).

All’ora Nona intrattieni un colloquio con l’Amore e la Dilezione, affinché in cambio dei tuoi mali ti diano i loro beni e tu possa avvolgere la tua morte nella morte dell’Agnello, per affrontare il trapasso con sicurezza sotto una tale protezione. Recita dunque così
Versetto: Da ricco ti sei fatto povero,
Per noi sei stato crocifisso;
Lavandoci con l’acqua sgorgata dal tuo costato
Purificaci dalla nostra vecchia vita.
Poi aggiungi come sopra:
“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.
Quindi di’:
O bella Dilezione di Dio,o passione della carità, più forte della morte [Ct 8,6]! Tu sei il rinnovamento della creatura, la salvezza e la redenzione di tutto il mondo. Quanto è dolce conversare con te! Cosa non è intrattenersi con te! Vivendo insieme con te non si conosce la noia [Sap 8,16]. Stare sempre in tua compagnia è gioia vera senza fine. Entra nella mia indegna stanzetta e riposa con me! Fammi ascoltare le tue conversazioni piene di Spirito Santo, affinché con te io dimentichi tutte le mie difficoltà e tribolazioni. Su questa via per la quale cammino [cf Sal 141,4], sii con me, poiché insieme con te mi raggiunge ogni bene [Sap 7,11] 

O Dilezione degna d’onore, eccomi qui, misera e povera creatura umana, sconquassata da ogni parte dal vento impetuoso della mia negligenza e atterrita dal tuono della consapevolezza dei miei peccati: mi rifugio sotto il tetto della tua pietà, poiché avverto che non mi resta più nessuna speranza se non in te, né trovo riposo in nessun altro luogo all’infuori di te. Tu, come una madre, tieni in grembo [cf Lc 15,5], riscaldandolo, chi è perduto. Tu, con un disegno estremamente provvidenziale e accuratamente studiato, metti in pericolo il Figlio dell’Altissimo fino al punto di portarlo alla morte e non lo risparmi, pur di venire in aiuto di un misero disperato.

O Carità, o Dilezione, tu a vantaggio dei peccatori hai compiuto verso il Figlio della Vergine una cosa tale che in te hai donato speranza a tutti i disperati. Tu con la tua propria benevolenza spingi tutti ad agire con fiducia verso di te e, affinché nessun misero possa avere pretesti da addurre contro di te, tu poni sul Salvatore il giudizio che grava su tutti. O Carità, per me abbandonata, per me derelitta, prepara un luogo in cui possa trovar consiglio in te, un nido di rifugio in cui possa riposare [cf Mt 8,20] il mio spirito tribolato.

Porta con me la mia condizione di esilio. Infondi vigore al mio spirito tanto meschino [cf Sal54,9]. Consola l’angoscia del mio cuore dicendomi: “Io non mi dimenticherò mai di te” [Is 49,15]. Si avveri in questo la tua parola, o Carità; e chiamami, per cortesia, alle tue calende [= giorni in cui si tenevano fiere e mercati]. La mia anima, infatti, brama con passione il tuo mercato, affinché, alla fiera della tua benevolenza, tu mi dia in cambio dei miei mali i tuoi beni. Tu tieni il mio Gesù, il mio dolce Salvatore, confitto con tanta forza alla croce che, spirando sotto la tua mano, viene meno per amore.

O Carità, che fai? Chi assali? Tu non ti dai pace, né tregua sino a che non sia venuta in soccorso dei miseri. Tu non poni nessuna misura all’amore. Tu tormenti con la sete [cf Gv 4,7; 19,28] la fonte della vita [Sal 35,10] in modo tale che non gli basta morire una sola volta, ma che, già morendo, si abbandoni ancora all’amore al punto da desiderare e aver sete di morire con parecchie morti per ciascuno degli uomini, riscattando coloro che erano perduti con un prezzo più caro. O amore, il tuo zelo ha toccato con tale violenza il vigore del cuore del mio Gesù che, sfibrato dall’amore, si è completamente consunto. O amore, ti basti ormai, poni ormai fine, ora che il mio Gesù pende morto ai tuoi occhi. Morto, del tutto morto, perché io abbia la vita in abbondanza [Gv10,10]. Morto, perché il Padre mi adottasse come figlio con maggiore tenerezza: morto, perché io vivessi con più felicità.

O morte carissima, tu sei il mio felicissimo destino. Che la mia anima trovi in te il suo nido o morte! O morte che generi frutti di vita eterna, mi sommergano completamente i tuoi flutti di vita! O morte, vita perenne, ch’io speri sempre al riparo delle tue ali [cf Sal 90,4]. O morte salvatrice, la mia anima dimori tra i tuoi magnifici beni. O morte preziosissima, tu sei la mia carissima redenzione. Ti prego, assorbi in te tutta la mia vita ed immergi in te la mia morte.

O morte efficacissima, sotto la tua protezione la mia morte sia ben difesa e sicura. O morte che dai la vita, possa io dissolvermi all’ombra delle tue ali! O morte, goccia di vita, arda per sempre in me la dolcissima scintilla della tua azione vivificante! O morte gloriosa, o morte fruttuosa! O morte, culmine di tutta la mia salvezza, amabile alleanza del mio riscatto, saldissimo patto della mia riconciliazione. O morte che sei un trionfo, dolce dono di vita, in te splende per me una carità tale che in cielo e in terra non se ne è mai trovata una uguale.

O morte d’immensa tenerezza, tu sei la fiducia spirituale del mio cuore. O morte d’immenso amore, in te sono per me riposti tutti i beni9. Prenditi amorevolmente cura di me, affinché morendo io trovi dolcemente riposo sotto la tua ombra. O morte misericordiosissima, tu sei la mia vita felicissima. Tu sei la mia parte migliore. Tu sei la mia sovrabbondante redenzione. Tu sei la mia gloriosissima eredità. Ti prego avvolgimi tutta in te, nascondi in te tutta la mia vita, riponi in te la mia morte.

O morte che stilli dolcezza, provvedi tu alla mia morte: circondami interamente nelle strettezze della morte. Per merito tuo possa io avere un trapasso sicuro, senza briganti che si appostino per ostacolare la mia dipartita. Nel grembo della tua pienissima carità accogli l’anima mia, assorbi in te la mia vita, immergimi interamente in te. O cara morte, preparami allora in te il riposo. Fammi felicemente spirare e dolcemente addormentare in te. O morte amatissima, serbami allora in perpetuo per te, nella tua paterna carità, avendomi acquistata e dunque possedendomi per sempre.

O Amore, sei stato tu a farmi dono di quella morte quanto mai salutare, di quella preziosissima sorte. Tu hai fatto per me cose tanto meravigliose e di tale rilevanza da obbligarmi in perpetuo al tuo servizio. Che cosa ti renderò in cambio di beni tanto smisurati e infiniti [cf Sal115,12]? Che lode e ringraziamento potrei offrirti, quand’anche offrissi me stessa mille volte? Che cosa sono io, misera creatura umana, rispetto a te, o mia ricchissima redenzione? Offrirò dunque a te tutta la mia anima, che tu hai redento, ti donerò la mai vita in te! Porta tutta me stessa in te e rinchiudendomi in te fa’ ch’io diventi una cosa sola con te.

O Amore, l’ardore della tua divinità mi ha dischiuso il dolcissimo Cuore del mio Gesù. O Cuore che diffondi dolcezza! O Cuore che trabocchi di tenerezza! O Cuore straripante di carità! O Cuore che stilla soavità! O Cuore pieno di compassione! Fammi morire per l’amore e la dilezione di te. O carissimo Cuore, ti prego, assorbi in te tutto il mio cuore. Perla quanto mai cara del mio cuore [cf Mt 13,45-46], invitami ai tuoi banchetti che donano vita. a me, benché indegna, offri da bere i vini della tua consolazione, affinché la rovina del mio spirito sia riempita dalla tua carità divina e attingendo all’abbondanza della tua carità sia compensata la povertà e la miseria della mia anima.

O Amore, quanto vorrei che questo Cuore, questo profumo dolcissimo, questo incenso immensamente soave, questo sacrificio sublime, tu ora lo offrissi per me sull’altare d’oro [Ap 8,3] della riconciliazione degli uomini, per supplire a tutti i giorni che io ho vissuto senza portare frutto per te [cf Lc 13,6-9]! O Amore, immergi il mio spirito nel fiume di quel Cuore stillante dolcezza, seppellendo nelle profondità della divina misericordia tutto il peso della mia iniquità e negligenza. In Gesù rendimi un intelletto limpidissimo, un affetto purissimo, affinché per merito tuo io possegga un cuore estraneo, lontano e libero da tutto ciò che è carnale, perché nell’ora della morte io riconsegni a Dio, sotto la tua guida, uno spirito immacolato.

O Cuore prediletto, a te grida il mio cuore. Ricordati di me: ti prego, la dolcezza della tua compassione si intenerisca per me, perché ho molte colpe per il male commesso, nessun merito per il bene compiuto. O mio Gesù, il merito della tua preziosa morte, che solo ebbe il potere di saldare il debito universale, in te condoni la colpa di qualunque male da me commesso e mi ridoni in te tutti i beni nei quali mi sono perduta. Mi converta a te in modo così efficace che, completamente rinnovata rispetto a quella che ero prima per la forza dell’amore divino, io trovi ai tuoi occhi quella grazia e ottenga quella misericordia che tu hai meritato per me quando, morendo in croce per amore dell’amore mio, sei venuto meno. Concedimi da ultimo di rendere alla tua morte un degno contraccambio, affinché nell’ora della morte io meriti di sperimentare senza alcun ritardo il frutto dolcissimo della mia redenzione e il merito eccelso della tua morte, con tanta efficacia quanta tu ne desiderasti per me quando, assetato della mia salvezza, emettesti lo spirito e mi riscattasti al caro prezzo del tuo sangue [cf 1Cor 6,20]. O Amore, al momento della mia morte dimmi tu un dolce Addio, affinché in te io riposi soavemente nella pace.
Amen.

Ai Vespri incontrati con l’Amore e la Pietà allo scopo di placare Dio, perché al termine della tua vita rispondano loro per te al Signore di ogni tuo debito e imperfezione. Leggi dunque:
Versetto: Felice chi ha sete, o Carità,
Di te, fonte viva:o verità,
Quanto sono beati gli occhi
Del popolo che ti contempla!
Poi aggiungi come sopra:
“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.
Quindi di’:
O Dolce Pietà di Dio! O cara liberalità di Dio! Tu sei pronta ad accogliere tutti in grembo, tu sei il rifugio dei poveri. O Pietà, che decisioni prendi? Dove fuggirò all’apparire del freddo, io che già non sono in grado di sopportare l’asprezza dell’inverno? La tiepidezza del mio animo [cf Ap3,16] ha già stretto nella morsa del gelo tutti i campi del mio cuore. Proteggimi, ti prego, all’ombra delle tue ali [Sal 90,4], coprendola vergogna della mia nudità [Gen 3,21; Ap 3,18], cosicché io mi riscaldi sotto le tue piume e speri in eterno sotto la protezione delle tue ali [Sal 90,4].

O Pietà, Pietà, non abbandonarmi in preda all’angoscia! Non distogliere da me il tuo volto senza curarti dei miei singhiozzi e del grido con cui ti chiamo [cf Sal 21,25; 101,3]! La tua carità ti induca ad ascoltarmi con pazienza. Accoglimi nel tuo grembo, dove io possa riposare un po’ ed effondere davanti a te il mio spirito [cf Sal 61,9], certa della tua bontà, della tenerezza propria della tua stessa natura, del fatto che tu non disdegni nessuno che sia desolato, né disprezzi nessuno che sia tribolato. Quanto sono appropriate le tue maniere a chi è nella miseria! Quanto sono gradevoli i profumi dei tuoi unguenti [Ct 1,3] per coloro che sono ormai privi di forze!

Tu sollevi gli oppressi, tu liberi i prigionieri [Sal 145,7-8]. Tu non guardi con disprezzo nessuno che sia immerso nella tribolazione, ma con sguardo materno e misericordioso ti prendi cura delle necessità di tutti. Tu provvedi amorevolmente a chi è disperato. Tu con estrema bontà vieni incontro al bisogno di tutti. Porgi ora l’orecchio a me bisognosa, perché io possa avere con te preziosi colloqui e ricevere da te preziosi consigli per il bene della mia anima.

Ecco, temo fortemente le colpe da me commesse, arrossisco violentemente delle mie omissioni, tremo veramente di paura pensando a come ho sperperato la mia vita. Temo quell’esame a cui un giorno sarò sottoposta, durante il quale Cristo, uomo di nobile stirpe [Lc 19,12], farà i conti con me. Se vorrà riscuotere da me il tempo che mi aveva affiato in custodia e gli interessi del talento dell’intelligenza che mi aveva consegnato, non trovo proprio nessuna risposta conveniente da rivolgere alla tua carità.

Che fare? Dove mi rivolgerò? Zappare, non ho forza; mendicare, mi vergogno [Lc 16,3]. O Pietà, Pietà, apri ora la tua bocca! Il tuo dolce consiglio conforti, ti supplico, il mio spirito. Rispondimi, spiegandomi che cosa ti sembra opportuno fare nei miei riguardi in questa situazione, poiché tu, conformemente al nome che porti, hai un cuore veramente pietoso, e sai benissimo che cosa mi convenga in questa situazione. Ti prego, perdonami e aiutami, e non essermi indifferente in questa tribolazione. Possa commuoverti la povertà del mio spirito e, presa dalla compassione del cuore, dimmi amorevolmente: “Una sola borsa sia in comune tra me e te” [cf Pr 1,14].

O Pietà, Pietà, tu conservi riposate presso di te tante e tali ricchezze che il cielo e la terra non bastano a contenerle. Tu hai spinto il mio Gesù a dare per l’anima mia la sua anima, per la mia vita la sua, perché tu rendessi mie tutte le cose sue [cf Gv 17,10] e così, grazie alla tua abbondanza, crescesse il patrimonio di chi è nella povertà. Chiama la mia anima affamata a ricevere la tua offerta, perché io viva delle tue ricchezze per tutta la vita! Se sarai tu ad educarmi, tu a nutrirmi, io non verrò meno nella scuola del Signore, sino a quando, sotto la tua guida, ritornerò al mi oDio e renderò il mio spirito a Colui che l’ha dato [Qo 12,7].

O Pietà, o bontà, o dolce liberalità di Dio, tu tieni riposto nella tua stanza un dono ammirabile che costituisce lo stupore del cielo, la meraviglia della terra; dal principio dei secoli alla loro fine non se ne può trovare uno simile. Tu ogni giorno offri per me a Dio Padre, all’altare, un tale sacrificio, un tale incenso d’olocausto che supera ogni merito ed è davvero in grado di saldare ogni mio debito. Tu, al Padre, ripresenti il Figlio, oggetto, della sua vera e perfetta compiacenza, per renderlo nei miei confronti placato e veramente riconciliato.

Ti prego, per questo sacramento che può eccellentemente compensare la mia imperfezione e riparare ogni mio difetto, rinnova la mia vita e restituiscimi al centuplo tutto ciò che io ho perduto, affinché in te esulti la mia anima, per te si rinnovi la mia giovinezza come quella dell’aquila [Sal102,5], a te si converta la mia vita, te serva tutta la mia forza, te glorifichi tutto il mio essere. O mio Gesù, per la tua pietà cancella tutte le mie colpe [Sal 50,11], con la tua carità copri e nascondi tutti i miei peccati [cf 1Pt 4,9], con la tua dilezione supplisci ad ogni mia negligenza, con il tuo amore restituiscimi a quella libertà di spirito con cui tu, erede dell’innocenza [cf Mt 21,38], mi rendesti libera morendo per me e offrendo come prezzo il tuo sangue. Rendimi conforme alla tua volontà, perché io trasformi in te la mia vita. Rendimi tutta come tu vorresti ch’io fosse, affinché dopo questa vita, lasciata la nuvolaglia del corpo, io veda nella gioia il tuo dolcissimo volto.
Amen.

A Compieta intrattieni un colloquio con l’Amore e la Perseveranza, affinché, avendo scambiato la tua vile esistenza con la degnissima vita del Signore Gesù, nell’ora della morte tu sia trovata, per suo merito, giunta a piena maturità in totale santità e perfezione di vita religiosa. Quindi leggi così:
Versetto: Grande è per te la gloria,
Della tua lode la memoria
Che senza fine celebrano
Quanti dal profondo il cuor elevano.
Poi aggiungi come sopra:
“La tua pietà ti induca a vincere i nostri mali col perdono; e, per quanto sia indegna di veder esaudito il mio desiderio, nell’ora della morte, senza più alcun ostacolo, saziami con il tuo dolcissimo volto, perché io possa trovare in te il riposo eterno”.
Quindi di’:
O perseverante Carità, davvero la tua voce è dolce e melodiosa, il tuo viso soave e leggiadro [cf Ct 2,14]. Tu raccogli dal deserto doni tanto rari, tanto numerose specie di virtù e aromi [cf 1Re10,10], che il Dio del cielo guarda con gioia e rispetto il tuo volto, desiderando e lodando la tua bellezza e avvenenza. A preferenza di tutti, Dio viene in aiuto a te col suo sguardo: in mezzo a te, infatti, resta saldo, riposando come uno sposo nel suo talamo. O vero meriggio, soccorrimi prima del mattino [Sal 45,6], preservando in te la mia anima da ogni crepuscolo di cecità.

O perseverante Carità, tu sei la perfezione di tutte le virtù e la salute dello spirito. Tu rendi leggeri i pesi gravosi; se si ha una buona familiarità con te, tu fai diventare dolci le fatiche di tutte le virtù e la consuetudine con te le rende piacevoli. O perfetta carità di Dio, in t è riposta ogni dolcezza e soavità. Tu sei la vera pace e sicurezza. In te si trova imperscrutabile pace e tranquillità. Tu sei la fine e il compimento di tutti i beni, il pieno adempimento dei comandamenti di Dio. Tu sei il sabato dei sabati. In te la Sapienza stabilisce i lsuo riposo, in te l’Amore porta a compimento il suo lavoro.

O perseverante Carità, tu nel mio Gesù hai compiuto l’opera [cf Gv 17,4] che gli ingiunse la Pietà. Tu hai portato a compimento l’opera della nostra redenzione, per richiamare alla condizione di figli adottivi coloro che erano perduti. Tu fai dolcemente addormentare il mio Gesù nella pace, in te gli doni ristoro dalla fatica, sotto la tua ombra lo fai riposare, nella tranquillità gli fai godere con dolcezza la festa del sabato, chiuso e sepolto sotto il tuo sigillo [cf Mt 27,66] gli fai gustare il sonno dell’amore.

O Carità, sotto la tua custodia, sotto la tua sempre vigile attenzione, tu serbi il prezzo scelto dell’anima mia, più amato dell’oro e del topazio [Sal 118,27], il solo che può riparare ogni mio difetto e rimettere a posto ogni mia imperfezione. Colloca e riponi anche il mio cuore nel luogo in cui conservi in te risposto il mio carissimo tesoro, affinché per mezzo tuo il mio spirito rimanga tutto lì dove abita quanto mi è caro, anzi carissimo!

O invincibile Carità,o forte perseveranza del Signore Gesù, dal profondo del cuore sale a te il grido del mio spirito. Fammi tu da ambasciatrice, sii tu a parlare bene in mio favore, affinché il mio Gesù, mio Re e mio Dio, che in te ha compiuto l’opera che il Padre gli ha dato da fare [cf Gv 17,4] ponendogliela tra le mani, per tuo tramite doni anche a me, vile vermiciattolo, un cuore puro, uno spirito invincibile per servirlo con zelo diligente e fedele, la capacità di portare con perseveranza, sotto il giogo dell’amore, i suoi comandamenti, caricandomeli volontariamente sulle spalle. In tal modo tu, o amore efficace, invita così come dopo la morte, sarai la mia vera ricompensa centuplicata [cf Mt 19.29] e riceverò te stesso in premio, poiché in te si trova tutta la mia gioia, e gioia piena.

In una contrizione sgorgata dall’amore e in umile penitenza fammi sempre rodere come un cagnolino i miei peccati e le opere imperfette dovute ai miei difetti, affinché dopo questa vita io riceva quella dolcissima briciola [cf Mt 15,27] che è il dolcissimo godimento del volto del mio Gesù che stilla miele, così da essere saziata, grazie a te, in eterna letizia, quando apparirà la gloria del mio Gesù [Sal 16,15].

O Amore stabile, forte e insuperabile, la tua solerzia mi insegni ad amare Gesù con invincibile costanza e a servirlo con invitta perseveranza. Se tu mi svegli, se tu mi scuoti, sarò sempre pronta quando verrà il mio Signore, alla prima o alla seconda vigilia della notte [cf Lc 12,38], così da non essere assopita né sonnecchiare quando a mezzanotte si leverà il grido [Mt 25,6], ma se sarai tu ad accompagnarmi e a farmi strada, potrò entrare in modo degno alle nozze con l’Agnello. E allora sii tu, te ne prego, a fare in modo che la mia lampada sia trovata piena dell’olio della carità [cf Mt25,4], piena della vampa infiammata dell’amore, piena della luce splendida delle opere di una fede viva, perché per merito tuo io entri in possesso delle delizie della vita eterna.

Gesù mio dolcissimo, Sposo amato al di sopra di tutto, risveglia ora in te il mio spirito immerso nel torpore, nella tua morte restituiscimi una vita che viva per te solo. Donami uno stile di vita che corrisponda in modo degno al prezzo del tuo sangue. Donami uno spirito che abbia gusto per te, una sensibilità che ti senta, un’anima che capisca la tua volontà, un’energia capace di compiere quanto ti è gradito, una stabilità che perseveri con te. Ti prego, nell’ora della morte aprimi senza indugio la porta del tuo Cuore colmo di benevolenza, in modo che, grazie a te, possa meritare di accedere senza alcun impedimento al talamo del tuo vivo amore, dove godrò di te, o vera gioia del mio cuore, e ti possederò! Amen.

Nello stesso giorno in cui celebri la suddetta riparazione, a mezzogiorno prega il Signore di introdurti nel giardino di delizie [cf Dn 13,7] del suo Cuore divino, affinché lì tu possa lavarti sette volte nel Giordano [2Re 5,10] dei meriti della sua vita e passione, cosicché, purificata da ogni macchia nel giorno della tua morte, tu sia introdotta tutta bella [Ct 4,7] nel talamo del suo amore divino.

O Gesù, mio vivente Salvatore, che vieni dalla terra degli angeli splendido e bello! Ahimè, ahimè, la mia anima, creatura da te amata, si trova nelle tenebre della cecità. Ti prego, sii tu la mia salvezza e la mia limpida illuminazione. O mio diletto, per le lacrime pure dei tuoi luminosissimi occhi, lava via tutte le macchie dei peccati dei miei occhi, perché al termine della mia vita io possa vedere, senza alcun impedimento, con l’occhio puro del cuore [cf Mt 5,8], il tuo volto dolcissimo nello specchio della Santa Trinità, poiché tu solo sei colui che desidero con tutto il cuore. Sommergimi al più presto, te ne prego, nell’abisso del godimento di te.

O Gesù, mia amabile speranza, Sposo fedele e pieno di misericordia, che non disprezzi mai i sospiri dei miseri, ahimè, ahimè, il mio orecchio è divenuto sordo a causa del suo peccato. Padre delle misericordie [2Cor 1,3], la mai vita ti obbedisca non appena il mio orecchio ti ode [Sal17,45]! O mio diletto, per la dolce pietà delle tue orecchie benedette, lava ia tutta l’iniquità delle mie orecchie peccatrici, affinché nell’ora della morte io non tema di udire parole di sventura [Sal111,7], ma al sentire la tua dolcissima chiamata il mio orecchio provi gioia e letizia [Sal 50,10], poiché tu solo sei la mia attesa. Sollevami al più presto all’unione con te!

O eterna dolcezza dell’anima mia, unico diletto del mio cuore, il cui volto è colmo di ogni amabilità, e il Cuore di ogni soavità, ahimè, ahimè, i miei pensieri vanno errando lontano da te. Ti prego, Dio del mio cuore, raccogli in te la dispersione della mia mente. O mio diletto, per la pura intenzione dei tuoi santissimi pensieri e l’ardente amore del tuo Cuore trafitto, lava via ogni peccato dei miei pensieri cattivi e del mio cuore colpevole, affinché la tua amarissima passione sia il mio riparo in punto di morte e il tuo Cuore squarciato dall’amore sia la mia perenne dimora, poiché tu solo sei per me l’amato al di sopra di ogni creatura. Non permettere che io stia a lungo lontano da te, unico diletto del mio cuore!

O Gesù, Figlio unigenito del Padre celeste, Signore clemente e misericordioso, che non lasci mai nella desolazione i tuoi figli d’adozione, ahimè, ahimè, molto ho peccato con la mia lingua! O mia gloria, riempi tu la mia bocca della tua lode [Sal 70,8]. O mio diletto, per la vivificante potenza delle dolci parole della tua bocca benedetta, cancella ogni offesa della mia bocca contaminata, affinché nel bacio della tua dolcissima pace io lasci lieta questo mondo, poiché solo la tua bocca che stilla miele può consolare l’intimo del mio cuore. O amore splendente di bellezza, conficca nel mio cuore il dardo della tua viva dilezione, così che io cada esanime nell’abisso della tua sorgente di vita.

O Gesù, che operi con estrema sapienza, eccelso artista, che hai riparato in modo così lodevole l’opera delle tue mani che io avevo distrutto, ahimè, ahimè, tutte le mie opere sono imperfette e non conformi alla tua legge. O mio rifugio e forza [Sal 45,2], ogni mia opera sia santificata in te dalla cooperazione del tuo vivo amore. O mio diletto, per la perfezione delle tue opere e la crocifissione delle tue mani, lava via ogni offesa delle mie mani empie, affinché senza impedimento, nell’ora della morte, io precipiti senza indugio nei tuoi dolcissimi abbracci, poiché tu sei il mio legittimo Sposo, scelto tra miele [Ct 5,10]. Ti prego, nella mia ultima ora, non per mio merito, ma per la tua innata bontà, riconoscimi come tua, appartenente a te.

O Gesù, giovane amabile, amichevole e desiderabile, la cui compagnia è tanto nobile e auspicabile, ahimè, ahimè, mi sono allontanata dalla via retta e non ho custodito i tuoi comandi. O mia cara guida, dirigi i miei passi nella tua volontà [cf Sal 118,133]. O mio diletto, per la dolorosa fatica dei tuoi piedi benedetti, e per le divine ferite che li hanno trapassati, lava via ogni macchia dei miei piedi peccatori, affinché per merito tuo, o fedele scorta del mio cammino, io acceda con gioia al luogo della mirabile dimora, fino alla casa di Dio [Sal 41,5], poiché tu sei il mio unico premio, per il quale corro [1Cor 9,24]. Ti prego, concedimi un amore ricco di slancio, che non mi consenta di agire in modo tiepido o negligente, ma che mi faccia correre dietro di te senza mai cedere alla stanchezza.

O Gesù, Dio grande, dolce e benevolo, che non sai dare se non immensi beni! O Dio vivente, il cui flusso infuocato riconduce al suo seno tutto ciò che da te sia mai scaturito, ahimè, ahimè, tutta la mia vita è andata in rovina, è inaridita, è giunta alla fine! Ti supplico, o Dio della mia vita, in te la mia vita possa rinverdire, rifiorire e ritrovare forza per produrre degni frutti. O mio diletto, per la nobile innocenza della tua vita e per la tua pura santità, lava via ogni bruttura della mia vita corrotta, affinché la mia vita ormai non sia più con me, ma sia totalmente portata via con te nella forza infuocata del tuo amore. Così, nell’ora della morte io mi troverò felicemente in te, o mia vera vita, poiché tu sei il mio sommo e prediletto bene e l’unico rifugio dell’anima mia. Concedimi di languire d’amore per te, di morire dal desiderio di lodarti con giubilo e di ardere in eterno nell’incendio della tua carità.
Amen.

Alla sera, come per cogliere fiori con il Diletto, prega per ricevere la sua benedizione e queste virtù:


Gesù caro, mi benedica oggi, te ne prego, l’anima tua. Mi benedica la tua sovrana divinità. La tua umanità ricca di frutti mi benedica con tanta efficacia che la tua regale munificenza mi lasci segni evidenti della tua benedizione e così, completamente trasformata in te, io aderisca inseparabilmente a te con amore invincibile. Rendimi perfetta nel tuo timore. Rendimi a te gradita nell’umiltà di spirito, nella carità fraterna, nella casta semplicità, nell’umile riserbo, nella dolce pazienza, nella disciplina spirituale, nella povertà volontaria, nella santa dolcezza, nella maturità dei costumi, nella giovialità dello spirito e in ogni verità, in una buona coscienza, nella costanza della fede, in santa perseveranza, nella fortezza della speranza, nella pienezza della carità e nel felice compimento della tua dilezione, affinché il cespuglio spinoso del mio cuore si trasformi nel paradiso di tutte le virtù e nel roveto di ogni perfezione, come un campo pieno di ogni pace, santità e pietà, che il Signore ha benedetto [Gen 27,27].
O Gesù, tu che mi sei immensamente caro, sii sempre con me, perché il mio cuore rimanga con te e il tuo amore perseveri con me senza possibilità di divisione e il mio transito sia benedetto da te, così che il mio spirito, sciolto dai lacci della carne, possa immediatamente trovare riposo in te. Amen.
Prima parte qui

1 commento:

Anonimo ha detto...

La preghiera insegnata dall'Angelo a Fatima:
" Mio Dio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano. Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui viene offeso e per i meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori."

"riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio".