Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 8 gennaio 2016

Due risposte chiarificatrici di don Curzio Nitoglia


Pubblico le risposte di don Curzio agli interessanti interventi di due Lettori dell'articolo: Le lezioni da trarre dal grande scisma d'Occidente [qui].


Anna* - 4 gennaio 2016 19:28 - “La “convalidazione” riguarda un fatto successivo (accettazione da parte dei cardinali o della Chiesa docente e discente) ad un atto giuridico annullabile (l’elezione di un Papa), per cui quest’ultimo atto giuridico perde la sua annullabilità e de facto diviene perfetto (Papa in atto riconosciuto come tale) o sanato in radice”.
La convalida in diritto civile riguarda solo alcuni vizi del contratto, che lo inficiano di un grado di invalidità minore, detta annullabilità, la quale fa’ sì che esso possa essere privato dei suoi effetti giuridici (annullato). Il contratto affetto da gravi vizi (di forma o di sostanza), che lo rendono nullo (non semplicemente annullabile), è inefficace sin dall’origine. La nullità infatti va soltanto dichiarata (cioè si dà atto che quel contratto non ha mai prodotto alcun effetto giuridico). Il contratto nullo pertanto non è convalidabile, né sanabile in alcun modo (salvo i casi eccezionali previsti dalla legge). Può invece produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma.
Leggo che la disciplina è simile, per quanto riguarda il matrimonio invalido, in diritto canonico, il quale prevede la non convalidabilità del matrimonio in alcuni casi di invalidità (nullità derivante da un impedimento dirimente non dispensabile). Inoltre prevede solo in alcune ipotesi (nei casi in cui il consenso sia stato validamente prestato e perseveri e si tratti di nullità derivante solo da impedimento dirimente o da difetto di forma) e con provvedimento dell’autorità ecclesiastica, la retroattività degli effetti della convalida, cioè la sanatio in radice, con effetti ex tunc.
La convalida semplice, che è consentita nei tre casi di nullità a causa di un impedimento dirimente dispensabile (è necessario che l’impedimento cessi o venga dispensato e che venga rinnovato il consenso almeno dalla parte che è consapevole dell’impedimento), di nullità a causa di un vizio di consenso (il matrimonio si convalida se dà il consenso la parte che non lo aveva dato, purché perseveri il consenso dell’altra parte) e di nullità a causa di un vizio di forma (il matrimonio, per diventare valido, deve essere nuovamente contratto secondo la forma canonica), invece, agisce ex nunc.
In diritto canonico (come in quello civile), quindi, non tutti gli atti sono sanabili e non tutti gli atti sanabili lo sono ex tunc. Per la convalida ex tunc occorre inoltre un provvedimento (non un comportamento) dell’autorità ecclesiastica. La convalida è inoltre un istituto non di carattere generale ma specifico del matrimonio, che è un atto di diritto privato. Infine la convalida non ha nulla a che fare con “l’accettazione” comunitaria dell’atto annullabile (l’unica “accettazione” rilevante è quella della parte che aveva prestato un consenso viziato e che era lesa dal vizio invalidante)
Ho cercato “convalidazione”, sanatoria e simili, in diritto pubblico canonico ma non ho trovato nulla (tranne che per le sentenze). Meno che mai di convalida “per accettazione”. Se possibile vorrei trovare riscontri sul punto. Mi sembra strano che un ordinamento giuridico (e in particolare quello della Chiesa, volto al Bene oggettivo) possa consentire ad un’accettazione (peraltro per avere effetti la convalida, il convalidante o i convalidanti dovrebbero essere consapevoli del vizio che invalida l’atto) ed a maggior ragione ad una informale ed indistinta acquiescenza, di trasformare l’atto invalido, se contra legem, soprattutto in caso di vizio non di forma ma di sostanza, in atto valido. 
La sanatoria riguarda inoltre un atto. Il problema affrontato invece non riguarda un atto (l’elezione del pontefice, ma un fatto (perdurante, persino): l’eventualità che l’eletto sia o divenga eretico, non cattolico, cioè che non appartenga alla Chiesa o fuoriesca da essa. Sbaglierò certamente ma non riesco a capacitarmi del fatto che l’accettazione di un pontefice (tra l’altro come si fa a sapere se esso sia stato accettato da tutta la Chiesa o da tutti i vescovi e come si fa a sapere se essi erano consapevoli di chi stessero eleggendo e se al momento attuale essi siano tutti convinti della cattolicità del pontefice: non esternare una convinzione non significa necessariamente non averla o avere quanto meno un dubbio al riguardo) che sia realmente, ostinatamente e in maniera palese eretico possa “sanare” il suo stato, possa rendere pontefice della Chiesa chi ad essa non appartiene e non può pertanto esserne a capo. E se fosse eletto (Dio non voglia), un massone infiltratosi nella Chiesa per distruggerla? L’accettazione sanerebbe? L’accettazione sanerebbe ogni cosa? 
Vorrei inoltre capire una cosa: negli ultimi tempi la Chiesa (la donna dell’apocalisse) sarà nascosta nel deserto col suo papa e con la sua gerarchia visibili ? Nascosto e visibile non sono antitetici? Ed evidenziarne un’altra: la situazione attuale mi sembra più simile alla crisi ariana che a quella dello scisma d’occidente. Simile e peggiore. Perché allora i fedeli per la gran parte erano rimasti “fedeli” e c’era S. Atanasio. Adesso invece l’intera gerarchia ecclesiastica sembra in parte apostata e in parte, minima, confusa e timida. La stragrande maggioranza di fedeli e preti, poi, si pensa cattolico senza avere la più pallida idea di cosa sia la dottrina cattolica.
Gentile Signora Anna,
  1. Non sono un giurista, ma un prete. Ho fatto soltanto un’analogia (somiglianza dissomigliante, ove la dissomiglianza supera la somiglianza) tra la dottrina giuridica sulla convalidazione, la dottrina canonica sulla sanatio in radice e la dottrina teologica sul “Papa dubius, Papa nullus”[qui].
  2. Per la “convalidazione” e la “sanatio in radice” ho citato in nota A. Gennaro, Sanazione in radice, in Perfice munus, 1932, p. 349 ss.; P. Palazzini, De sanatione in radice, Roma, 1954; F. Crarnelutti, Teoria generale del diritto, Roma, 1940; R. Danieli, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1950, vol. IV, coll. 480-481, voce Convalidazione; F. Roberti – P. Palazzini, Dizionario di Teologia Morale, Roma, Studium, IV ed., 1968, vol. I, p. 425, voce Convalidazione
  3. Per quanto riguarda il Papa dubbio se nessun Vescovo o Cardinale mette in dubbio pubblicamente la sua elezione canonica essa è ritenuta valida. Non è si tratta di dubbi interni sulla sua elezione. L’elezione di Paolo VI (sino a quella di Francesco I) non è stata messa in dubbio da nessun Vescovo con giurisdizione (nemmeno da mons. M. Lefebvre e mons. A. de Castro Mayer) e da nessun cardinale. Quindi essa è ritenuta valida, convalidata o sanata dalla Chiesa. Il cardinal Louis Billot insegna: “nel caso dell’ipotesi della possibilità di un Papa ritenuto eretico[1], l’adesione della Chiesa universale sarà sempre in se stessa, il segno infallibile della legittimità di tale o tal altro Pontefice”[2] (De Ecclesia Christi, Roma, Gregoriana, 1903, vol. I, pp. 612-613). Se la Chiesa nella sua totalità morale (non matematica) aderisse ad un falso Pontefice “le porte dell’inferno” avrebbero prevalso contro di Essa poiché l’erronea adesione ad un falso Pontefice sarebbe la stessa cosa di un’erronea adesione ad un falsa regola della Fede. Infatti il Papa e il Magistero vivente nel Papa regnante son la regola prossima dell’atto di Fede[3], per cui se si aderisse ad un falso Papa si aderirebbe implicitamente ad una falsa Fede.
  4. L’elezione del Papa è “la designazione di una persona” (F. Roberti – P. Palazzini, Dizionario di Teologia Morale, Roma, Studium, IV ed., 1968, vol. I, p. 591, voce Elezioni ecclesiastiche) quindi è un atto[4] con cui i cardinali scelgono chi sarà il Papa al quale Gesù dà direttamente il sommo Potere sulla Chiesa universale e non tramite i cardinali. Una volta scelto o eletto il Papa, non gli si può ritirare il potere poiché su questa terra non c’è un’autorità superiore al Papa Vicario di Cristo. 
  5. La Chiesa per divina istituzione è una società gerarchica e visibile e tale resterà sino alla fine del mondo, è una verità di Fede. Attenzione al pericolo del millenarismo e all’errore luterano della Chiesa spirituale o invisibile. 
  6. La Donna che si ripara nel deserto è Maria Madre della Chiesa. La Chiesa sarà perseguitata, sarà nella catacombe, ma sempre con una gerarchia visibile In cielo appare “un grande segno: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sulla testa una corona di dodici stelle” (v. 1). La “donna” simboleggia la Chiesa nel suo senso più largo, comprendente l’Antico e il Nuovo Testamento. Essa compare nel cielo poiché la sua origine è celeste: l’ha fondata Dio e celeste è il suo fine: condurre le anime in Paradiso. Landucci (Commento all’Apocalisse di Giovanni, cit., p. 123, nota 1) commenta che la donna immediatamente è simbolo di Maria e mediatamente è simbolo della Chiesa. lo stesso commento è dato da Dom de Monléon (cit., Le sens mystique de l’Apocalypse, p. 191). Mons. Antonino Romeo commenta che la “donna” rappresenta, per la maggior parte dei Padri, un’allegoria della Chiesa, mentre essa è in senso stretto una persona fisica, madre di Cristo e dei cristiani, madre della Chiesa (La Sacra Bibbia, cit., p. 806, nota 1). Ma la donna fugge “nel deserto, in un luogo preparatole da Dio, per essere nutrita durante 1260 giorni” (v. 6). Queste parole alludono alla protezione specialissima accordata da Dio alla Chiesa negli ultimi tempi contraddistinti dalle persecuzioni più cruente. Si noti che ritorna la cifra di “1260 giorni”, ossia 42 mesi o 3 anni e ½, cioè il tempo del regno dell’anticristo. La patristica è unanime in questa interpretazione. Tanto per fare un esempio, Berengardo un monaco del IX secolo, nella sua Expositio in Apocalypsin (PL 17, 763-907), commenta l’Apocalisse (XII, 6-14) analogamente alla Genesi (III, 14-15) che descrive la ‘donna’ (Maria/Chiesa), suo Figlio (Gesù Cristo e i Cristiani) e il ‘dragone rosso’ che è il ‘serpente’ infernale, ossia satana e i suoi seguaci, (cfr. Ap., XX, 2). Il dragone sferra un primo attacco contro il Figlio appena nato dalla donna, ma Costui sfugge ai suoi attacchi ed è rapito in Cielo; in una seconda offensiva il dragone attacca la donna, che ha appena dato alla luce il Figlio, ma anche costei sfugge alle sue insidie e si rifugia nel deserto’ simbolo della protezione divina (Ap., XII, 6 e 14), che inghiotte ‘l’ondata d’acqua’ lanciata dal serpente infernale per affogare la donna; nella terza offensiva il dragone attacca con ‘inimicizia’ i figli o il ‘seme’ e il ‘tallone’ (Gen., III, 15) della donna e di Gesù, ossia i cristiani e la Chiesa, ma, grazie al Sangue dell’Agnello e ai dolori spirituali di Maria, essi vincono il dragone (“Ipsa conteret caput tuum”) come Re e Regina. La Chiesa, infatti è il Corpo Mistico di Cristo, il Verbo Incarnato nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, conseguentemente i cristiani, membri della Chiesa e la Chiesa figlia di Gesù e di Maria, vincono il dragone, sotto la bandiera di Cristo Re e Maria Regina, in virtù del Sangue fisico e mistico di Gesù e di Maria corredentrice (Ap., XII, 11).[5] L’idea fondamentale dal primo Libro Sacro dell’Antico Testamento (Genesi) all’ultimo Libro del Nuovo Testamento (Apocalisse) è la piena vittoria di Cristo Re e Maria Regina su satana e i suoi suppositi. Ora San Giovanni presenta Maria come Madre del vero Re dell’Universo (Ap., XII) in lotta con satana, il falso Re, che è il “Principe di questo mondo” (Gv., XII, 32; XIV, 30; XVI, 11). 
Distinti saluti
In Jesu et Maria
d. Curzio Nitoglia
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1. Anche se l’Ecclesiologia reputa tale opinione una pura ipotesi possibile o non ripugnante, poco probabile, anzi molto improbabile e per nulla certa, per cui non la si può prendere come punto di partenza di una seria tesi teologica che deve partire da una certezza e non da una mera non-assurdità, non-ripugnanza o non-contraddizione.
2. Per esempio anche se ciò che scrive e documenta Antonio Socci è verosimile e ha un fondamento nella realtà, il fatto che la Chiesa gerarchica (Cardinali, Vescovi) e della Chiesa discente (preti e fedeli) lo abbia accettato come Papa “è segno infallibile della sua legittimità” (L. Billot).
3. J. Bainvel, De Magistero vivo et Traditione, Paris, 1905.
4. Passerinus de Sextulla, De electione canonica tractatus, Roma, 1661. 
5. Cfr. F. Spedalieri, Maria et Ecclesia in Apocalypsi XII, in “Maria et Ecclesia”, n. 30, 1959, pp. 61-70.
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Bellarmino ha detto...
Grazie per la risposta che mi ha confermato e chiarito un punto. C'è una cosa sola che rimane. Scusate se faccio il pignolo ma mi chiedevo appunto se Benedetto XII fosse veramente in errore da cardinale poiché oltre a pubblicare la ritrattazione del predecessore pubblicò un' altra bolla, la "Benedictus Deus" ,che è famosa come una delle bolle in cui ravvisare l'uso dell'infallibilità pontificia ante definizione del Vaticano I secondo il Billot e altri, dove con forza , e tra l'altro facendo ampio e magistrale uso della filosofia tomista, definisce irreformabilmente la verità. Perciò mi chiedevo la genesi da cardinale a papa della sua posizione che è la prima volta che lo leggo. Grazie ancora e scusate il particolarismo ma a mio avviso sarebbe molto utile nell'intento apologetico che si prefigge lo stimato articolista e che voglio propagare per quel che posso.
In Jesu et Maria - 4 gennaio 2016 15:25
BENEDETTO XII 

«Il successore di Clemente V fu Giovanni XXII (1316-1334), che come dottore privato sosteneva la tesi teologicamente erronea secondo cui le anime dei giusti non godono la Visione Beatifica dopo la morte ma solo dopo il giudizio universale, tesi difesa anche dal cardinale Jacques Fournier poi suo successore (1334-1342) col nome di papa Benedetto XII»[1].

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Secondo Pio Paschini la tesi di Giovanni XXII non fu difesa dal card. Jacques Fournier, come scrive sopra Bruno Andreolli, ma fu avversata. Poi il card. Fournier divenuto papa Benedetto XII promulgò la Bolla Benedictus Deus (20 gennaio 1336) con cui condannò l’errore personale di Giovanni XXII come dottore privato (DB 530), errore che già aveva combattuto da cardinale nella sua opera De statu animarum sanctarum ante generale judicium.

Il professor Bernard Guillemain sostiene invece la medesima tesi dell’Andreolli. Egli infatti scrive che il cardinal Fournier era il teologo della Curia pontificia avignonese (B. Guillemain, Enciclopedia dei Papi, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 2000, vol. II, p. 524). Ivi il Fournier intervenne come teologo nella questione sulla Visione Beatifica sostenuta da Giovanni XXII. Il cardinal Fournier nel De statu animarum sanctarum ante generale judicium “pur confermando le opinioni comuni e tradizionali, tuttavia andava incontro a quella del Pontefice” (ibid., p. 526). Mentre da Papa pose fine alla controversia sulla Visione Beatifica riaffermando la dottrina tradizionale e sconfessando quella di Giovanni XXII (ibid., p. 527).

Ciò che è certo, tra tante dispute, che perdurano ancor oggi, è la grande confusione che regnava nel Papato avignonese anche da un punto di vista dottrinale, ma solo i conciliaristi si son sognati di deporre il Papa perché ritenuto eretico.  
d. Curzio Nitoglia
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1. Cfr. I Papi e gli antipapi, Milano, Tea, 1993, voce Benedetto XII, a cura di Bruno Andreolli, p. 92. Nella Premessa al volume citato (I Papi e gli antipapi…) si legge: “Il presente volume accoglie i profili biografici di tutti i Pontefici […]. Le voci relative, tratte dal Grande Dizionario Enciclopedico della Utet (20 volumi, IV edizione, 1984-1991, sono state disposte in ordine cronologico…”. Ora il GDE è un’opera di grande valore scientifico e i collaboratori sono professori universitari molto qualificati. Ho citato, quindi, il testo del prof. Andreolli con tranquillità.
2. Cfr. Pio Paschini, voce Benedetto XII, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1949, vol. II, coll. 1277. 

23 commenti:

Ricco otto su Radio Spada ha detto...

Egli confessa tuttavia, che in certi casi si può convocare un Concilio senza l’autorità del Papa, se egli non vuol convocarlo, essendone richiesto (necessario); ed in caso che il Papa meriti di essere deposto per eresia, o che vi sia una questione fra molti “papi” (scisma), che pretendano di avere diritto tutti al Pontificato supremo.

Il Gaetano tuttavia restringe la facoltà di questo Concilio (imperfetto) unicamente a provvedere al Pontificato (redimere lo scisma o risolvere il problema dell’eresia/apostasia nel sedente), e ad eleggere un legittimo Papa (come fu per il Concilio di Costanza, per esempio).

Egli dichiara che in ogni altro caso, se si convocasse un Concilio Generale, quando vi sia un Papa certo e non eretico, questa convocazione sarebbe inutile e non avrebbe nessun effetto; avendo il Papa l’autorità di cassare tutto ciò che facesse ed ordinasse questo Concilio (senza di lui).

Il Gaetano non si libera facilmente dalla seguente obiezione: come possa il Concilio deporre un Papa eretico, se non ha l’autorità sopra di lui.

Porta varie soluzioni.

La prima soluzione è quella di coloro i quali dicono che il Papa, che ha perduto la fede, non è più membro della Chiesa; che nello stesso tempo è privo della autorità e cessa di essere Papa.

Potrebbe sembrare più che logico, tuttavia il Gaetano non approva questa risposta, poiché il Papa, divenuto Eretico, non è deposto di fatto, ma merita solamente di essere deposto.

Egli dice: “Vi sono alcuni che vogliono, che quantunque il Papa in altri casi non abbia nessun superiore sulla terra, uno ne abbia nel caso di eresia”.

Il Gaetano non approva questa riposta.

Distingue tre cose con l’autorità Papale, la persona, e la unione della persona con l’autorità.

Quantunque l’autorità Pontificia venga immediatamente da Dio, l’unione di questa autorità ad una tale persona si fa con l’assenso degli uomini, cioè della persona eletta, e di quelli che la eleggono.

Così un uomo può essere fatto Papa, e cessare di esserlo dipendentemente da una potestà umana, che non ne è superiore, né uguale, ma anzi è inferiore, che non ha diritto sopra la potestà Pontificia, ma solamente sopra la unione di quella potestà ad un dato uomo.

E’ chiarissimo che chi depone non ha assolutamente autorità sopra la potestà Pontificia, ma solo sopra la unione di quella potestà ad un dato uomo [uomo che per vizio cessa di essere Papa o non lo diventa (questo lo preciso io, in futuro capiremo perché)]. Secondo il Gaetano, più precisamente, la sentenza del Concilio che depone il Papa eretico non ha altro effetto che di sciogliere la unione esistente fra la persona del Papa ed il Papato (cf. De Concilio generale e della pace religiosa, p. I, vol. II, Lecce, Del Vecchio, 1870, pag. 131 – testo utile solo per comparare alcune citazioni).

Gaetano spiega: “Vi ha tre cose nel Papa, cioè: il papato, la persona del Papa, Pietro per esempio, e l’unione del papato con Pietro … dalla quale unione risulta che Pietro è Papa … Destituendo un Papa, sia che egli rinunzi da se stesso a questa dignità, o che venga deposto, e che ne sia cacciato, non si distrugge né il Papato e né Pietro, ma solamente l’unione che vi è fra Pietro ed il papato. Quando dunque si tratta di destituire un Papa, si deve sempre avere innanzi agli occhi questa regola piena di sapienza e buon senso, che non è necessario che vi sia una potestà superiore a quella del Papa, ma solamente alla unione di Pietro col papato” (Auctoritas Papae, cap. XX).

Mazzarino ha detto...

Purtroppo da qualche tempo non condivido più molte posizioni di don Nitoglia.
In questo momento da dove scrivo non riesco ad argomentare in maniera più estesa. Mi preme però lasciare almeno questa mia personale considerazione. Posso anche condividere il fatto che non serva molto alla Verità sostenere pubblicamente che Bergoglio non sia Sommo Pontefice di Santa Romana Chiesa, ma penso serva ancor meno sostenerne il contrario mentre costui promuove pubblicamente eresie e compie atti apostatici. L'ho già scritto ma in questo momento critico ed esiziale per la Cattolicità voglio ripeterlo: sostenere pubblicamente che Bergoglio sicuramenete (agli occhi di Cristo) sia papa significa partecipare alla sua opera dichiarata e palese di distruzione del Papato e di annientamento della Chiesa Cattolica Romana. Il sedevancantismo, e la giusta paura di ciò, non ha più ragion d'essere in una Chiesa senza papato. Non siamo in presenza di un papa che sbaglia o di un papa eretico. Siamo in presenza di un tizio che siede su di un trono proprio per distruggerlo. Come del resto ha detto e dice apertamente. Non sta a noi dichiararne l'apostasia? Bene. Non si faccia però l'errore di riconoscerne e promuoverne apertamente l'autorità. E' solo questo che lui vuole. Infatti se gli obbedisci, tramite i suoi sgherri, ti garantisce l'immunità. In questa trappola (la stessa trappola con cui è stato introdotto il NO) sono finiti quasi tutti pensando di poter così giocare una battaglia contro di lui a viso aperto. In verità costui è menzognero e continuamente cambia le regole del gioco. Don Nitoglia è uno degli ultimi che si sottomette. Prima di lui piano piano lo hanno fatto molti altri amici e bei nomi cattolici. Che non lo si debba seguire è scontato ed ormai lo fanno la maggior parte dei cattolici. Se si ritiene per opportunità o calcolo di non dichiararne apertamente l'apostasia, pazienza. Ma dichiarane apertamente l'autorità pensando così di salvare il Papato è veramente incomprensibile a meno di non essere certi che gli auspici di Mons Negri e di tanti sacerdoti si possano verificare entro pochi giorni. Ma è anche su questo che gli ami e le esche sono stati lanciati.

mic ha detto...

Devo pensare che il primo intervento sia di 'Ricciotti' su Radio Spada.

irina ha detto...

Bisogna forse iniziare a pensare ad una pedina, di massima rilevanza mondiale, su scacchiera sconosciuta, con pedine sconosciute. La pedina non potrebbe fare quello che fa se non come comprimaria di facciata. Anni fa mi stupii che una persona, che stimo intelligente e colta, non avesse superato il colloquio per un posto molto al di sotto della sua preparazione e del suo naturale modo di porsi. Solo con gli anni ho capito che ci sono qualità diverse che vengono richieste per posti diversi che non concernono affatto le competenze, le qualifiche, la preparazione ma il modo d'essere della persona. Se il suo modo d'essere o non essere si accorda ai fini che il datore di lavoro si propone. La nostra pedina comprimaria mondiale è umorale, che a volte si definisce persona di carattere, mentre sarebbe più giusto definire caratteriale. Queste persone, di carattere, rimangono spesso senza preparazione adeguata per la loro stessa indocilità che, paradossalmente, viene poi sfruttata da altri per compiere la loro propria volontà attraverso quella loro stessa indocilità.In sintesi non siamo usciti dall'adolescenza. Siamo alle prese con un vecchio puledro, a cui nessuno ha messo il morso e scorazza nelle prateria con la sua compagnia di scavezzacolli mentre fischia la frusta di Mangiafuoco che indica la direzione.

RR ha detto...

Assolutamente d'accordo con Irina: quanto dici e descrivi corrisponde esattamente alla mia personale esperienza di anni di lavoro all'università, in ospedale, in ambulatorio, nonché di amici, parenti e conoscenti in altri ambiti lavorativi.
Al momento buono, il padrone fischia, ed i puledri affamati rientrano obbedienti in stalla.
RR

marius ha detto...

@ Irina
Ha dipinto perfettamente la situazione

Annarè ha detto...

in effetti non comprendo come mai oggi, in questi giorni tremendi ci sia così la corsa a difendere la legitimità del Papa, proprio mentre lui offende Gesù e perseguita i cattolici. Probabilmente perchè la battaglia si deve condurre nella verità? Probabilmente perchè la battaglia non divenga causa di nuovi errori? Che nel dar battaglia e nella foga del combattimento non si sbagli a sferzar il colpo? Non so perchè ultimamente si difenda così la legittimità di papa Francesco,cosa non fatta per i suoi predecessori. Sta di fatto che quando si è nel bel mezzo di una fitta nebbia, si può perdere il senso dell'orientamento e non solo i tiepidi possono perdere la strada, ma anche i fervorosi, allora forse è utile rimanere ancorati alle certezze, più che ai sentimenti e alle passioni. Credo sia per questo che si vuole oggi, nel disastro totale della fede, sottolineare cosa dice la Chiesa sulla figura del Papa. Sta di fatto che ne don Nitoglia, nè chi sostiene il sedevacantismo, può consolarci: Il sapere che papa Francesco è Papa non consola tanto quanto il credere che non lo sia, perchè siamo comunque smarriti, feriti, confusi. credo che l'unica cosa certa nel nebbione, sia che c'è da patire, che Dio ci vuole con Lui lungo il calvario e che ora ci chiede di essere martiri spiritualmente, agonizzanti nell'anima, naufraghi. Chi l'ha detto che per santificarsi bisogna per forza stare a cavillare sul papa o non Papa? Chi l'ha detto che dobbbiamo aver capito tutto e dobbiamo dare un giudizio su tutto per andare in cielo? Non ci si salverà volendo ciò che Dio vuole? E se Dio vuole lasciarci ancora un po' nell'abbandono, non sarà per il nostro bene? Non sarà per farci guadagnare la palma della vittoria? Non sarà per renderci umili e farci capire che non siamo noi a salvare, ma solo Lui? Credo con certezza, che quando frequentiamo buoni sacerdoti, ci istruiamo sul catechismo di S.Pio X, leggiamo libri buoni, frequentiamo la Messa di sempre e i buoni sacramenti, preghiamo il Rosario in famiglia, cerchiamo di migliorare nei nostri doveri particolari che il nostro stato richiede, cerchiamo di essere portatori di Verità verso chi Dio ci mette vicino, specialmente con l'esempio concreto, abbiamo già a sufficienza i mezzi per santificarci, senza impazzire su chi sia Bergoglio. Bergoglio poi risponderà a Dio del suo operato e delle eventuali anime portate all'errore.
Certo non potrò mai dire a chi me lo chiede, che questo sia un buon Papa e non potrò mai credere che si possa obbedire agli errori da lui professati, ben sapendo che l'obbedienza è al servizio della Verità e del Bene, non dell'errore e del male.
Per il resto ci pensino i teologi a sbrogliare la matassa.

mic ha detto...

Non so perchè ultimamente si difenda così la legittimità di papa Francesco,cosa non fatta per i suoi predecessori.

Non mi pare che i suoi predecessori abbiano mai agito e parlato come lui... Si sta cercando una posizione giusta prima ancora che equilibrata. E non è commisurata alla persona ma al papato.

mic ha detto...

Credo con certezza, che quando frequentiamo buoni sacerdoti, ci istruiamo sul catechismo di S.Pio X, leggiamo libri buoni, frequentiamo la Messa di sempre e i buoni sacramenti, preghiamo il Rosario in famiglia, cerchiamo di migliorare nei nostri doveri particolari che il nostro stato richiede, cerchiamo di essere portatori di Verità verso chi Dio ci mette vicino, specialmente con l'esempio concreto, abbiamo già a sufficienza i mezzi per santificarci, senza impazzire su chi sia Bergoglio. Bergoglio poi risponderà a Dio del suo operato e delle eventuali anime portate all'errore.

A questo proposito, visto che ci troviamo imbarcati in questa impresa, continuiamo a dire quel che ci sembra giusto nella speranza, non credo sia un'illusione, di contribuire - sia pur nel nostro piccolo - a limitare i danni. Ovvio che questo poi richiede frequentare santi sacerdoti e vivere una vita di fede coerente come tu giustamente richiami, ma senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà.
Chi fosse arrivato al limite del sopportabile, può sempre smettere di informarsi o intervenire.

John Bell Hood ha detto...

Da un sacco di tempo, mi ritrovo a porre (e pormi) una domanda, che ho notato essere trattata con un certo fastidio; capisco che possa essere percepita come provocatoria, pur non essendo questa la mia intenzione. La domanda è:ma in fin dei conti, qual'è la gran differenza tra un falso Papa, un impostore, e un vero Papa che sia con ogni evidenza impegnato a volere e realizzare il male per la Chiesa? E giunti al punto in cui siamo, avrebbe questa differenza una importanza sostanziale?

boldie ha detto...

D'accordissimo con Annarè. Caro Anonimo, qui non si tratta d'interpretazioni contorte, ma purtroppo di fatti. Dire, ad esempio, che siamo tutti figli di Dio è un'eresia patente: il bambino già a Catechismo imparava, fino almeno a 50 anni fa circa, e comunque anche dopo il Concilio, che con il Battesimo si diventa figli di Dio. Le sembra poca cosa che il Papa si esprima diversamente in um videomessaggio rivolto a tutto il mondo?!? Per lei non si tratta di eresia? E non le pare blasfemo ed eretico l'accostamento di cristianesimo, islamismo, ebraismo e buddismo in nome di un generico mellifluo "amore" che non si sa che contorni e contenuti abbia?!?

viandante ha detto...

@Annarè

Certo ciò che hai indicato è utile, anzi necessario, per la nostra santificazione.
Parlare quindi di sedevacantismo è inutile?
Non credo, ma la cosa che più mi infastidisce è la veemenza con cui alcune di queste persone arrivano ad accusare coloro che frequentano, non dico una Messa NO, ma addirittura una Messa tridentina che sia "una cum"! Già solo con quella per loro siamo all'inferno, perché è un modo di professare di essere solidali con papa Francesco.
Ora va bene tutto, ma forse sarebbe meglio non attribuirsi l'autorità di mandare qualcuno all'inferno, senza nulla sapere del foro interno di un'anima.
Questo sì infastidisce e ha del settario.

Che poi questo sia un momento di grande crisi è evidente ed è dato anche dal fatto che finora, ognuno interpreti tutto come vuole, ma qualche contraddizione rimane sempre a tutti.
Siamo tutti in grado di rispondere a questi quesiti senza contraddirci?

Un papa eretico è possibile?
Attualmente non vi è alcun papa perché colui che ha assunto tale carica è eretico?
Questa situazione perdura da 50 anni?
Chi deve decretarne l'eresia? Ogni singolo fedele come alcuni pretendono, un concilio, dei vescovi o il successore?
Come la mettiamo con la successione apostolica?
Gesù aveva detto che sarebbe stato con noi fino alla fine del mondo, o no?
Quindi la Chiesa durerà fino alla fine del mondo, visto che Cristo, che ne è il capo sarà con noi fino alla fine.
Ma può esistere la Chiesa senza Vicario? Non dovrebbe la Chiesa avere una struttura monarchica? Ma allora dove è il capo di questa gerarchia e tanti dei suoi alti gerarchi?
Un eretico che non è più cattolico non può essere capo dei cattolici?
Un peccatore impenitente, che senza pentimento finirà all'inferno, invece può esserne capo?
Si può essere santi senza sapere chi sia il vero papa? O la figura del papa è indispensabile alla nostra santificazione?
Lo stato di necessità può spingersi fino a supplire ad una eventuale vacanza della sede apostolica che dura da più di una generazione?
La chiesa deve essere visibile? Ma a chi? Solo ai suoi fedeli o anche agli altri?

Mi fermo qui anche se chi vuole può andare avanti.

Quello che è certo è che in queste discussioni perdiamo troppo di quel tempo che sarebbe più utile impiegare altrimenti. Satana è sicuramente soddisfatto, d'altronde è lui che ispira le divisioni, se poi queste ostacolano la preghiera...

Anonimo ha detto...

@ don Nitoglia

Grazie di cuore per avere dedicato parte del suo tempo per cercare di diradare le nebbie che avvolgono la mia mente sulla questione di cui in tanti si discute da tempo e che non è un cavillo intellettuale ma dolore acuto che trafigge come chiodi nella carne ogni santo giorno che siamo chiamati a vivere in questi tempi difficili. Sudore di sangue, pur nel cielo sereno di una fede e di una speranza che restano comunque saldi, perché fondate in Lui e nutrite da Lui. D’altro canto sta scritto che la Sposa subirà la stessa passione del suo Sposo. E la passione non riguarda solo il corpo, ma anche la mente e il cuore. E questa passione, per noi occidentali, è simile, per adesso, a quella spada che trafisse il cuore della Madre di Dio, nel vederlo massacrato, innocente e mansueto come un agnello. Perché noi stiamo assistendo a questo nuovo massacro. Rinnegato, disprezzato, impiccato da bambino inerme, sostituito con i burqa del politicamente corretto, oscurato dalle facce di scimmione di “Madre Terra”, mescolato agli idoli delle false religioni, denudato dei suoi segni divini. E molti di noi sono confusi e impauriti (io sono tra questi: Signore, che io non resti confusa in eterno) quasi come gli apostoli prima della Pentecoste.

Ho trovato il Signore perché cercavo la Verità. Adesso cerco di capire cosa sta succedendo e dove camminare, in queste sabbie mobili. I miei limiti non mi consentono di rinunciare alla logica cristallina del principio di identità e di non contraddizione e non mi consentono nemmeno di capire come vada applicato (perché è certo che una spiegazione coerente c’è) al momento che stiamo vivendo.

I miei dubbi purtroppo persistono.

Ammetto di non comprendere i chiarimenti n.1. e 2: non conosco i testi che lei cita e mi pare che rimanga ignota la fonte di questa sanatoria retroattiva che convaliderebbe addirittura un’elezione quale pontefice di una persona non cattolica (sembrerebbe ad una ignorante come me che i vizi gravi di sostanza - e tra questi soprattutto l’eresia/apostasia pubblica dell’eletto – non possano essere sanati in nessun caso e in nessun modo, se permanga la causa sostanziale di invalidità). Inoltre continuo a non comprendere il valore di un accettazione “cieca” (cioè nell’ignoranza della causa invalidante) , né come possa riferirsi alla Santa Chiesa la consapevole elezione da parte della gerarchia di un apostata/eretico .

Quello che sto svolgendo è un puro ragionamento. Possiamo anche, se vogliamo, qualificarlo come “ipotesi dell’irrealtà”. Davvero se si verificasse questa ipotesi l’elezione dell’apostata, del massone infiltrato, sarebbe valida se l’apostasia si venisse a conoscere solo successivamente e dunque se non vi fosse alcuna contestazione al momento dell’elezione ? E davvero la sopravvenuta apostasia sarebbe irrilevante ? Continua a sembrarmi una contraddizione in termini

(continua)

Anonimo ha detto...

Sul punto 3 ribadisco che sostenere che un determinato pontefice non sia eretico o apostata perché non può esserlo in base a un certo ragionamento è come dire che una determinata cosa non è una mela perché non può esserlo. Bisogna guardarla, assaggiarla, confrontarla ecc. per dire se è una mela o no. O è una mela o non lo é. E’ lo stesso ragionamento di chi afferma che il CVII è esente da errori e ambiguità: sarebbe esente da errori perché un concilio ecumenico non può esserlo (assistenza dello Spirito Santo ecc.). Così si evita sempre di entrare nel merito. E noi continuiamo ad avere davanti agli occhi mele che non dovrebbero esserci perché non potrebbero essersi.

4. Lei ritiene che “Una volta scelto o eletto il Papa, non gli si può ritirare il potere poiché su questa terra non c’è un’autorità superiore al Papa Vicario di Cristo”. Ma se il papa apostatasse non sarebbe più papa perché non sarebbe più cattolico (sarebbe automaticamente scomunicato, fuori della Chiesa, come qualsiasi altro cattolico), quindi chi lo deponesse si limiterebbe a dare atto di una realtà, non lo priverebbe di alcunché, non si renderebbe superiore al Papa Vicario di Cristo ma si renderebbe superiore un apostata che sarebbe già fuori della Chiesa.

5. Quanto all’affermazione: “La Chiesa per divina istituzione è una società gerarchica e visibile e tale resterà sino alla fine del mondo, è una verità di Fede” vorrei, se possibile, sapere se è stato condannato in modo esplicito l’errore in ordine alle condizioni e stato della Chiesa alla fine dei tempi. Oggi leggevo nel CCC che la Chiesa subirà la passione di Cristo e MORIRA’, come Lui, per poi risorgere ad opera di Dio.

6. Inoltre, dato che la donna è simbolo mediatamente della Chiesa, ed è scritto che la donna resterà nel deserto tre anni e mezzo nutrita direttamente da Dio, può negarsi che la Chiesa (con la sua Santa Madre) sarà nascosta negli ultimi tempi ? E che sarà nutrita da Dio ? Siccome Dio da quando Cristo ha istituito la Chiesa ci nutre con il SS Sacramento e con gli altri sacramenti, non potrebbe prefigurare tutto questo proprio il periodo della “morte” della Chiesa, prima della resurrezione, o comunque un periodo in cui la Chiesa sarà protetta e nutrita direttamente da Dio, come a supplire vizi e ostacoli (ordinazioni invalide, apostasia dei ministri di Dio) che si frapporrebbero alla ordinaria “nutrizione” ? Altrimenti cosa significherebbe la donna nel deserto nutrita da Dio?

Anna*

Anonimo ha detto...

In riguardo alla questione della legittimità di un eretico o scismatico eletto come papa, mi pare tutto possibile che la cosa può accadere senza la conoscenza del collegio dei cardinali per mere fatto che sono costretti dal voto di silenzio e non possano duranti il breve conclave conoscere tutto circa una persona nominata come candidato. In seguito, questo silenzio ostacola l'indagine alla verità anche se vengono fuori testimoni che indicano la possibilità di eresia prima il conclave o irregolarità durante il conclave. Quindi, mi pare necessario che i fedeli gridando e insistano che il collego in tali casi riunire e fare un indagine in virtù della loro autorità durante il conclave per discutere tali dubbi circa la validità e la cattolicità di un papa apparentemente mancanti le grazie dell'ufficio. Questa necessità di insistenza a parte dei fideli sorge dalla imperfezione della legge papale per l'elezione di un sommo pontefici e dal diritto naturale e divino dei fedeli come membri del Corpo Mistico che è la Chiesa Cattolica, che ha bisogno di un papa vero e verificabile.

Romano

Giustina ha detto...

Sinceramente non capisco tutto questo cavillare della commentatrice Anna*.

Trovo invece che simili ragionamenti siano confacenti a chi guarda con occhio di riguardo la "sede vacante". Ora per quanto riguarda possibilità o meno che il Papa attui gesta e formuli pensieri non prettamente cattolici: e dunque eretico, a lei che cosa cambierebbe?
Abbandonerebbe la Chiesa e i Sacramenti di Sacerdoti, che malgrado critichino e si pongono lontano dai insegnamenti non cattolici da lui impartiti lo riconoscono comunque come suprema autorità? Si consideri che al di sopra del Vicario non vi è nessuno. Ancora, si staccherebbe dalla vite e andrebbe ad innestarsi in un'altra e quale? Credo che le sia noto che fuori della Chiesa Cattolica (con a capo il Vicario di Cristo), non vi è salvezza, dunque come si comporterebbe? Accetta, spera e prega(come tutti noi) affinchè l'eretico si converta e che Dio abbia di noi misericordia donandoci finalmente un Papa veramente cattolico? Oppure?

La Divina Provvidenza non mancherà di assistere coloro i quali cercano di rimanere saldi nella fede, malgrado guide che,invece di difendere il gregge, lo hanno consegnato ai lupi. Nulla è impossibile a Dio (gravidanza di S. Elisabetta ricorda?) e la Chiesa è la Sposa di Cristo a cui non mancherà l'assitenza: le porte degli inferi non prevvarranno!!
Se nella gloriosa Battaglia di Lepanto i comandanti delle galee cristiane (in minoranza) si fossero messe a disquisire nessi e connessi così come li ho letti, non avrebbero certo vinto e noi non saremmo qui a discutere.

Concordo con quanto scritto da viandante:

Quello che è certo è che in queste discussioni perdiamo troppo di quel tempo che sarebbe più utile impiegare altrimenti. Satana è sicuramente soddisfatto, d'altronde è lui che ispira le divisioni, se poi queste ostacolano la preghiera...

Aloisius ha detto...

Molto interessanti sia l'articolo che gli interventi.
Tanti gli spunti di riflessione su questioni corpose, quindi mi limito a condividere le riflessioni di Irina, Annare'e Mic, che si integrano.

Però, come la metti la metti, questo Papa e gli effetti che provoca sui suoi seguaci mi addolora, mi avvilisce.
Dice spesso cose giuste ma sospetto che siano solo la copertura di un'opera volontaria.
Il mio dubbio angosciante è infatti che questo 'vecchio puledro', come dice Irina, non sia affatto 'umorale' ma sappia molto bene quello che fa.
Ha un progetto, fiuta bene gli orientamenti della massa e usa benissimo i mezzi di comunicazione, da esperto di marketing.

Il video che avete segnalato è sconvolgente ed è una prova.
Ma non lo fa al servizio del Vangelo.
La missione del Papa non e' più quella di annunciare il Vangelo, di portare le anime a Gesù e garantire l'unità della Chiesa come servo di Cristo.
Questo fine, comandato da Gesù, non è più di moda, non piace più alla gente, è scomodo.

Oggi il Papa ha come obiettivo la pace e la giustizia su questa terra, il pianeta pulito, la Religione mondiale.
Troppo Gesù e troppa Maria disturbano questo scopo, creano separazione con i fratelli mussulmani, protestanti e laicisti, che si sentono offesi se ne parliamo troppo, se prendiamo troppo sul serio quello che dicono.

Il mezzo per raggiungere questo fine comune è la demolizione dei pilastri della nostra fede perché creano divisione e disturbano il Nuovo Scopo della Chiesa dato dal Papa.
Quindi non importa se si levano a Crocefissi, Presepi, Natale:SILENZIO.
Lui prega anche alla Mecca, dice che è normale che se ti offendono la madre tiri un pugno (Gesù, allora, doveva diventare come Tyson, altro che porgiamo l'altra guancia), e via dicendo.
Si illude che i mussulmani seguiranno il suo 'buon esempio' demolendo i pilastri della loro fede per affratellarsi a noi nell'unico scopo della pace e giustizia sulla terra e del pianeta pulito.
E invece nessuno si è mosso di un millimetro dalle proprie posizioni, ci compatiscono e i laicisti livorosi, come Augias, godono a vedere i cattolici veri beffeggiati dal proprio Papa che gli dà ragione su tutto.

È più importante l'ecumenismo di Gesù, anche a costo di farsi imporre le mani da un sacerdote protestante (come hanno fatto Cantalamessa e il Card. Bergoglio) e rinnegare l'importanza della Santissima Vergine Maria (Cantalamessa).
Bisogna riconoscere che il Papa formalmente adora la Madonna, ma spesso la piega a 'donna moderna', quando ad esempio sgrida Gesù ragazzino per la sua scappatella a fare quattro chiacchiere con i dotti del Tempio.
O quando dice che non è una postina, disprezzando le apparizioni mariane non ancora riconosciute, ma tacendo sempre su quelle che lo sono state.
Troppo soprannaturali, 'si sente a disagio', 'diventa diffidente' se il soprannaturale divino si manifesta talvolta anche oggi con guarigioni miracolose accertate dalla scienza o centinaia di conversioni vere.

Sottilmente evidenzia che il miracolismo è sbagliato, ed è vero, ma non mette MAI un contrappeso alle sue battutacce sprezzanti, mai un'affermazione equilibratrice che richiami la Dottrina tradizionale o mitighi le frustate continue ai cattolici veri.

Usa la tattica di fare il Masaniello che butta via l'acqua sporca, ma con il bambino, anzi con il Bambinello dentro, camuffato in mezzo ai panni.
Scusate lo sfogo, io lo rispetto perché giuridicamente è il nostro Papa, è sterile discutere sulla validità giuridica dell'elezione e prego per lui.

Non lo giudico, ma come pecora non mi fido più di questo pastore e non mi è mai successo di diffidare di un Papa.

Quel video sembra proprio un manifesto della massoneria.
Non è un giudizio, è un sospetto, spero infondato.
Un abbraccio a tutti. Luigi

Anonimo ha detto...

Non c'è nulla di chissà quanto complesso da capire per chi voglia usare la ragione, che è dono di Dio. Come la Costituzione è legge fondamentale dello Stato, e in quanto tale dirimente circa l'appartenenza o meno al corpo sociale, tale per cui se domattina ricostituissi il Partito Fascista verrei immediatamente arrestato; così l'adesione al Credo Apostolico dirime sull'appartenenza o meno di ciascuno al Corpus Mysticum che è la Chiesa. Un eretico manifesto non può essere capo della Chiesa per il semplice fatto... che non ne è membro! Ciò dacché è assurdo che qualcuno da fuori la Chiesa, comandi sopra la stessa (Papa Leone XIII, "Satis cognitum"). Non necessita sottoporsi ai cavilli dei codici.
Sulla scorta di questo, l'utente firmantesi 'Viandante' dovrebbe capire che non è questione di lana caprina il pregare o meno in comunione con Bergoglio, perocché dichiarare l'eresia persistente con l'ortodossia nel seno della Chiesa, è rinnegare il tratto che il Credo indica primo distintivo della Stessa, l'unità del Corpo Mistico nella comune Fede.
Questo è quanto il tradizionalismo presunto cattolico si ostina a non voler capire, esso sì agendo come una setta, in una maniera certo poco romana, si direbbe gallicana. E non lo capisce perché è nell'equivoco di una ragione, come la modernista, barbaramente riflessiva, incapace di forma, dispersiva.
Dico questo non da "sedevacantista" o come si dice, né da seguace di Don Ricossa e nemmeno sposando la tesi di Cassiciacum, ma solo nell'intento di ri-comporre, come d'altronde tentate voi, il Cattolicesimo, reso pubblicamente irriconoscibile, mettendo ordine sui princìpi, secondo il loro grado di importanza, e senza barare.
Senza barare, cioè conseguendo nel ragionamento, anche se facendo l'ultima deduzione ti senti arrivare come una coltellata nello stomaco.
Infine vorrei capire perché il "caso Bergoglio"; perché agitarsi proprio ora. Forse che ha cominciato lui a visitare sinagoghe, pregare Allah, farsi segnare dagli induisti, flirtare coi luterani e lodare gli ecologisti? Suvvia. E cos'è lo stesso lodatissimo Summorum Pontificum, se non la concessione del ricco padrone; il modo con cui i cd. "tradizionalisti" hanno dimostrato una volta di più di stare al gioco dello scorporamento della chiesa in due partiti, ciò che è peccato contro la sua 'Costituzione'?
Senza spirito polemico, leggerei volentieri vostre opinioni.

Vincenzo

Annarè ha detto...

Cara Mic forse non hai capito che la mia non era una critica a ciò che si scrive qui, anzi, era solo una riflessione scaturita da ciò che dice Mazzarino, diciamo una riflessione tra me e me. Perchè se dovessi badare ai miei sentimenti direi che questo Papa è un demonio fatto uomo, ma poi mi rendo conto che in realtà non ci capisco più nulla, sono estremamente confusa, mica su ciò che bisogna fare, ho scelto la FSSPX 23 anni fa e ho la fortuna di poter avere cose buone, la mia confusione è su cosa pensare e fino a dove possono arrivare le mie critiche sul Papa. Non sono per il sedevacantismo perchè credo e la Chiesa ci ha insegnato, che la Chiesa di Cristo è una Chiesa visibile, ma nello stesso modo sto cercando a capire perchè ci sia bisogno di ripetere così tanto che Bergoglio è vero Papa. Penso di averlo detto sopra, credo sia perchè la battaglia si combatta nella verità. Per me rimane comunque un mistero e non credo che in realtà ci siano tante certezze ne dalla parte di chi dice che è Papa, nè da quella di chi dice che non lo è, sarà un Papa a dirlo un giorno. Sta di fatto che l'unica cosa certa è che è un pessimo Papa. Mi dispiace tu abbia pensato che criticavo la tua opera, che ritengo importante, la mia era solo una riflessione dolorosa, perchè vedere lo scempio che fa papa Francesco e chi lo segue nell'ideologia, mi riempie di dubbi che purtroppo anche se don Nitoglia in qualche modo li dissipa, non ho comunque consolazione e non mi fornisce nessun mezzo in più per difendermi da questa realtà. Per questo dico che le dispute tra sedevacantiosti e non, alla fine non risolvono nessun problema, mi consola il fatto però che ci si può santificare comunque.

Anonimo ha detto...

http://www.osservatorecattolico.com/

Catholicus ha detto...

"le dispute tra sedevacantiosti e non, alla fine non risolvono nessun problema, (mi consola il fatto) però (che) ci si può santificare comunque". Proprio così, cara Annarè, basta non dargli ascolto, a quell'uomo biancovestito, e fare lo stesso con tutta la sua coorte, tutto il clero modernista "osservante" solo l'ideologia vaticansecondista, non certo la Santa Tradizione Catotlica e la retta dottrina bimillenaria dela Chiesa di Roma. Se io decidessi di ritirarmi in cima ad un monte, in un eremitaggio sperduto, senza voler più vedere nessun prete, o vexcovo, o papa, ma pregando intensamente e continuamente e facendo penitenza, ché forse mi alontanerei dalla salvezza? questo invece succede ascoltando questi soloni modernisti, anche un semplice pretino alla "don Chichì" come quello che l'estate scorsa, all'omelia disse, tutto serio e convinto, che il cristiano non deve guardare verso l'alto, ma verso il basso, non deve cercare di perfeionarsi (tenendone al corrente il confesore), perché così porterebbe la divisione nella sua comunità. Capito che razza di preti? (e vescovi, e papi)

Annarè ha detto...

Il problema è che a volte ci si dimentica che l'importante è essere cattolici, non ci è chiesto di stabilire con certezza se Bergoglio sia papa o meno, questo lo potrà dire con autorità solo un futuro Papa. Perciò sarebbe ora che come cattolici fossimo uniti e che i sacerdoti che frequentiamo ci facessero conoscere meglio il buon Dio, per meglio amarlo, questo ci serve e ci servono i buoni sacramenti per rafforzarci. Credo che troppo spesso nel mondo sedevacante ci si perda a cercare le mosse false della FSSPX, si fa a mio parere più politica che spiritualità, mentre credo che alle anime serva ciò che oggi neppure il Papa dice e fa più. Dunque cosa si vuole fare? Continuare a giocare alla botta e risposta, o arginare il male che ci sta affogando e che ci sommerge da ogni parte? Ribadisco, chi ha compreso la battaglia da fare e ha le possibilità, produca opere di bene come su una catena di montaggio, solo così contrasteremo nel nostro piccolo il liquame che avanza. Apriamo scuole buone, invitiamo amici al catechismo, appoggiamo i buoni sacerdoti, uniamo le forze, evitiamo di farci la guerra tra noi, perchè tanto nessuno di noi ha la potestà di far andar via Papa Francesco, possiamo però pregare Dio, che può tutto e possiamo fare ciò che ci compete, anche se piccola cosa.
Io rimango allibita quando ascolto rari vescovi che denunciano l'errore, ma poi concretamente non fanno nulla. Perchè non controrivoluzionano i seminari a loro sottoposti? Perchè+ non promuovono scuole parentali acessibili anche ai non ricchi? Perchè non danno chiese a chi onora Dio da tanti anni in ex bar? Paura di cosa? Perdere la stima di una curia corrotta? Essere scomunicati? O messi in pensione prima del tempo? Il timore di Dio questo solo bisogna avere. Però comprendo che non tutti possono essere un mons Lefebvre, spero comunque che prima o poi la grazia di Dio renda forti quelli che mancano di forza e pazienti gli impazienti come me e che finalmente alle parole forti si uniscano fatti altrettanto incisivi.

Anonimo ha detto...

Io continuo a rilevare che Don Curzio per valutare l'ipotesi che Bergoglio sia eretico continua a citare il Billot invece di confrontare le affermazioni di Bergoglio con la dottrina definita come "De Fide" della Chiesa cattolica.

Se un papa cade in eresia e nessun vescovo o cardinale gliela ascrive pubblicamente
quella eresia diventa forse retta dottrina?

Forse è ora di prendere atto che al riguardo (ipotesi di un papa eretico) il magistero e la teologia hanno ancora molto da approfondire e definire e comunque una cosa è certa: una eresia se è stata tale, tale resta perché non può essere
eresia e retta dottrina a seconda dei tempi e dei momenti e questo a prescindere
da quanto possa essere pusillanime e corrotta la gerarchia ecclesiastica di oggi o di ieri.

Va anche affermato che pure i fedeli fanno parte della Chiesa e la rappresentano
pubblicamente dando testimonianza della loro fede e sono oramai moltissimi i semplici fedeli ed anche qualche sacerdote che denunciano Bergoglio come eretico e apostata, io ne ho sentiti alcuni farlo anche dall'altare.

Se nessun Cardinale o Vescovo ancora non lo fa (pubblicamente, perché in privato moltissimi già tempo lo dicono) è solo per opportunismo e viltà.