Parlando a bordo dell’aereo papale da Dublino a Roma il 26 agosto, Bergoglio ha detto ai membri della stampa di credere nella “capacità giornalistica di trarre le proprie conclusioni”, definendolo un “atto di fede”. “Quando passerà un po’ di tempo e avrete tratto le vostre conclusioni, potrò parlare. Ma vorrei che la vostra maturità professionale facesse il lavoro per voi. Sarà un bene per voi”.
Interrogato in una domanda di follow-up di quando ha saputo delle accuse di abusi contro McCarrick, Papa Francesco ha risposto: “Questo fa parte della dichiarazione. Studiatelo e poi dirò”.
Stralcio di seguito dall'articolo di Stilum Curiae. Osserva, tra l'altro Tosatti:
Un lavoro necessario, perché solerti prezzolati umettatori (e umettatrici come no) di terga ecclesiastiche si sono messi alacremente al lavoro per sminuire in tutti i modi la figura dell’arcivescovo trovando motivazioni e rancori di ogni genere, soprattutto inesistenti. Contano poco, gente pagata, in maniera diretta o indiretta; ma il fango nel ventilatore dà sempre fastidio. Altri invece, più fantasiosi sono arrivati a ipotizzare che dietro il documento ci sia la longa manus dei vescovi americani colpiti dalle accuse e dalla cosiddetta politica di durezza di papa Bergoglio. Ma se sono le sue creature politiche i colpiti! McCarrick, Wuerl, Farrell, Tobin, e per amicizia con loro Cupich, McElroy, e anche Sean O’Malley! Che finezza di ragionamento politico si cela dietro questa ipotesi… Infine abbiamo avuto anche un personaggio femminile[1] dell’avanspettacolo vaticano (o del burlesque?) che ha “saputo” da sue fonti (ce le immaginiamo….) che Viganò prenderebbe psicofarmaci. Sono altri, madame, quelli che prendono medicine per la testa, in Vaticano. E quelli che non hanno saputo scrivere altro, come qualche collega di agenzia straniera, l’hanno descritto come conservatore e strettamente anti-gay. Se fosse vero, sarebbe un crimine? Visto quello che l’omosessualità ha combinato nella Chiesa americana, lo si potrebbe solo elogiare, magari. Ma il politically correct impera nell’informazione, e lo sappiamo bene.Perché Viganò si è deciso a parlare, anzi a scrivere
Dimenticando, tutti, che il punto è uno solo, ed è questo su cui deve esserci una risposta, o una spiegazione: il 23 giugno 2013 Viganò ha raccontato di McCarrick al Pontefice? Solo questo conta... (non qualunque altra considerazione su Viganò).
Iniziamo con il dire che Carlo Maria Viganò, l’autore del memoriale bomba pubblicato su la Verità, non è Dario Edoardo Viganò, monsignorino in auge presso il mondo gay vaticano, sino allo scoppio dello scandalo mediatico che lo ha travolto e lo ha svelato al mondo come un pataccaro, creatore di fake news per presentare il Sommo Capo Bergoglio come continuatore dell’opera di Benedetto XVI [qui].
No, Carlo Maria Viganò, che Bergoglio sull’aereo non ha smentito!, non è né un membro della lobby gay vaticana, né un venditore di fake news con bollino pontificio.
O meglio, quest’uomo che con la sua denuncia ha tutto da perdere e nulla da guadagnare, il bollino lo aveva, ai tempi di Benedetto XVI, che nutriva per lui profonda stima: poi il cardinal Tarcisio Bertone (quello dell’attico e dei soldi sottratti al Bambin Gesù), ha visto bene di rimuoverlo, mandandolo come nunzio negli Usa. Senza immaginare che la Provvidenza segue vie molto strane: sì perché Bertone pensava di togliersi dai piedi un nemico per i suoi affari italiani, e senza volerlo ha spedito Viganò in quello che sarebbe diventato, con Bergoglio, un paese chiave per il redde rationem nella Chiesa.
Viganò viene dunque allontanato ad insaputa del papa tedesco, che, ormai accerchiato e senza poteri, si dimette, di lì a poco, quasi ammettendo di non potercela fare: troppi sono i Giuda che lo circondano!
Intanto il nuovo capo, Bergoglio, mentre in Italia piazza ovunque uomini proni al verbo gay, dal citato Dario Edoardo Viganò a Nunzio Galantino, passando per Vincenzo Paglia, sceglie nel contempo di scatenare una guerra senza quartiere contro l’episcopato americano, colpevole di essersi contrapposto all’aggenda pro gender e aborto di Obama.
E così Bergoglio isola il cardinal Raymond Burke, cerca di mettere all’angolo i cardinali conservatori Dolan e Di Nardo, attingendo al vivaio di chi? Del cardinale abusatore seriale McCarrick! Non serve leggere il memoriale precisissimo di Carlo Maria Viganò per capirlo: basta scorrere il curriculum pubblico dei cardinali bergogliani Wuerl, Cupich, Tobin ecc. Si tratta sempre di amici intimi di McCarrick, e si tratta sempre di persone vicine alla lobby gay!
Certo, Viganò ci offre dettagli ulteriori sul sistema di coperture di cui costoro, McCarrick in primis, hanno goduto sotto Sodano, Bertone e soci, prima di spiccare il volo grazie a Bergy. Viganò non ha un obiettivo a priori, Bergoglio: dice tutta la verità, anche su chi c’era prima!
Dunque, come dicevamo, Viganò allontanato da Roma, finisce negli Usa, dove si combatte questa guerra interna all’episcopato scatenata dalle nuove nomine di Bergoglio, e dai vecchi progressisti in disarmo sotto Benedetto. Come aveva fatto a Roma, anche in questo caso Viganò segue la via canonica e denuncia ai superiori. Parla anche con Bergoglio di McCarrick, ma senza risultati.
Poi arriva la pensione, e Viganò continua ad osservare; in qualche occasione parla con autorevoli personalità cattoliche, che lo invitano a parlare: “Dica tutto, per carità, per il bene della Chiesa!”.
Ma Viganò probabilmente ha i suoi scrupoli, ama la Chiesa e non vuole farle del male… fino a che i tempi non diventano maturi; fino a che tutto ciò che ha visto non diventa, almeno in parte, di pubblico dominio, perchè McCarrick, Maradiaga, Wuerl… finiscono nell’occhio del ciclone. Cosa fa il Sommo Capo? Continua a far finta di nulla; peggio, chiama “pedofilia” l’ omosessualità, ed evita accuratamente, ancora una volta di dare la colpa a chi la ha davvero.
Poteva Viganò, sapendo tutto, tollerare che si continuassero a dare le colpe degli abomini avvenuti negli Usa ad un vago “clericalismo”, alla chiesa in generale, a soggetti non identificabili?
No. Per questo, per amore della Giustizia e della Chiesa ha parlato: i colpevoli, gli abusatori come McCarrick, hanno nomi e cognomi, così come gli insabbiatori (da Bertone a Bergoglio).
Dire quei nomi può costare insulti, maldicenze, mal di fegato… ma ci vuole pure un vescovo, uno solo, che abbia il coraggio di lavare con il suo coraggio e il suo sacrificio lo schifo abominevole cui i fedeli stanno assistendo?
Ecco, Viganò ha scelto di fare questo. La Chiesa vera lo ringrazia e lo ringrazierà ancora di più domani, quando avrà del tutto superato questa terribile e lunga tragedia, che ha più di 40 anni, ma che ha raggiunto il suo culmine, oggi, in questo clima grottesco in cui mentre il mondo chiede conto degli abusi di preti e cardinali omosessuali su seminaristi e minori, un gesuita americano di nome James Martin, protetto dalle alte sfere, cerca di sdoganare anche dottrinalmente il comportamento osceno dei suoi protettori americani e non.
Ps. Il 30 gennaio 2012, il vaticanista Andrea Tornielli, raccontando lo strano allontanamento di Viganò dal governatorato del Vaticano, ad opera di Bertone, ricordava gli “innegabili risultati di moralizzazione e di tagli alle spese” di Viganò, e aggiunge: l’ “innegabile opera moralizzatrice e risanatrice della gestione Viganò sui bilanci – il presepe in piazza San Pietro, ad esempio, è passato da un costo di 550.000 euro a 300.000 – è stata un merito non attribuibile soltanto al suo impegno, ma anche a quello del suo superiore diretto, il cardinale Giovanni Lajolo, come pure alla gestione più oculata dei Musei Vaticani: tutto ciò ha permesso ai conti di tornare in attivo di qualche milione di euro, mentre in precedenza di registrava un pesante deficit”. Dunque Tornielli, che oggi cerca di mettere in cattiva luce Viganò, solo alcuni anni fa ne lodava il comportamento, e riconosceva che questa lode proveniva anche da Benedetto XVI: la “piena fiducia nutrita dal Pontefice verso Viganò, sta a indicare il riconoscimento dei suoi meriti nel processo di risanamento”. Di più: “Certo, ci si potrebbe anche domandare per quale motivo, se si sono considerate tutte infondate le accuse rivolte dal prelato nelle lettere, lo si è considerato poi degno di ricoprire un incarico delicato e di prestigio qual è quello di capo dell’ufficio diplomatico di Washington, responsabile dei rapporti con la Casa Bianca e stretto collaboratore del Papa nella scelta della classe dirigente della Chiesa statunitense. Un incarico che richiede equilibrio, riservatezza e ottime capacità diplomatiche. Un’altra domanda riguarda la continuazione o l’eventuale rallentamento, del processo di risanamento operato da Viganò. E su questo dovrebbe rimanere alta l’attenzione, fuori e dentro le mura, per evitare che si ripetano o continuino episodi oggettivamente scandalosi, tanto più un periodo di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo. È stato scioccante apprendere che un presepe composto di una stalla o di una grotta ricostruita in Piazza San Pietro costava tanto quanto una bifamiliare nella campagna romana. Quest’anno, il primo dopo la «cura Viganò», il presepe è costato come l’anno precedente, 300.000 euro, e secondo alcune indiscrezioni si starebbe lavorando per dimezzarne il costo nel 2012” (qui)
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Nota di Chiesa e post-concilio
Nota di Chiesa e post-concilio
1. Anche Stefania Falasca, su Avvenire, così si è espressa, in alcune righe inserite in un articolo sull’incontro del Papa con le famiglie, nelle quali annota tra l’accorato, lo stupito e l’indignato: “Sembra tuttavia che tutto questo fin qui detto e compiuto con limpidezza e rigore dal Papa conti niente. Proprio oggi infatti è stato diffuso un documento di undici pagine firmato da Carlo Maria Viganò, ex segretario del Governatorato ed ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, che venne allontanato dal Vaticano e inviato nella sede diplomatica di Washington nel 2011, chiaramente indirizzato contro papa Francesco. Testo nel quale l’ex nunzio chiede persino le sue dimissioni perché a suo dire avrebbe tolto delle sanzioni esistenti negli anni passati contro l’arcivescovo emerito di Washington, Theodore McCarrick, creato cardinale da Giovanni Paolo II, accusato di molestie e al quale Papa Francesco ha già imposto di vivere ritirato e tolto la porpora cardinalizia con una prima vera e radicale sanzione contro l’ex arcivescovo, che peraltro non ha precedenti nella storia più recente della Chiesa”.
19 commenti:
Dal National Catholic Report del 21 giugno 2014, un anno dopo il primo colloquio tra Viganò e il Papa.《I dottori a Roma furono veloci nel diagnosticare un problema cardiaco e il Cardinale fu presto nuovamente nella sua camera d'alloggio al Seminario Statunitense quando il telefono squillò. Era Francesco. I due si conoscevano da anni, quando il Papa argentino era ancora il Cardinale Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires. McCarrick assicurò Francesco di stare bene.
"Immagino che il Signore non abbia ancora finito con me", disse al Papa.
"O il diavolo non ha ancora finito di prepararti la stanza!" Rispose Francesco con una risata.
McCarrick ama raccontare questo aneddoto perchè ama i buoni racconti e perchè ha un senso dell'umorismo affine a quello del Papa.
McCarrick è solo uno dei prelati più anziani che sono stati più o meno messi da parte durante gli otto anni di pontificato di Papa Benedetto XVI. Ma ora il Papa è Francesco, e prelati come il Cardinal Walter Kasper (un altro vecchio amico di McCarrick) e McCarrick stesso sono di nuovo nella mischia e più impegnati che mai.
McCarrick in particolare è stato occupato nell'anno passato, viaggiando nelle Filippine per consolare le vittime del tifone e visitando punti chiave geopolitici cone la Cina e l'Iran per avviare trattative rilevanti sulla libertà religiosa e la proliferazione del settore nucleare.
A volte McCarrick viaggia all'estero per conto del Vaticano. Occasionalmente il Dipartimento di Stato americano gli chiede di fare un viaggio, come quando visitò la Repubblica Centrafricana in Aprile con l'Imam Mohamed Magid della Società Islamica Nordamericana Leith Anderson, capo dell'Associazione Nazionale Evangelica.
Francesco, che ha riportato il Vaticano sul palcoscenico geopolitico, sa che quando ha bisogno di un esperto inviato nelle retrovie può rivolgersi a McCarrick, come ha fatto per il viaggio in Armenia.》https://www.ncronline.org/news/people/globe-trotting-cardinal-theodore-mccarrick-almost-84-and-working-harder-ever
http://www.marcotosatti.com/2018/08/29/il-sismografo-impazzito-risposta-a-luis-badilla-esule-dalla-realta-e-dalla-verita/
Adesso il 'cattivo' è Viganò... non il maniaco seriale McCarrick...
Sembra di vedere i modus operandi pd... Povera Chiesa.
http://stanzevaticane.tgcom24.it/2018/08/29/vigano-torna-a-colpire-da-un-rifugio-segreto/#more-2262
BERGOGLIO NON VUOLE ANDARSENE FICNCHE' NON HA FINITO DI DISTRUGGERE TUTTO. MA STAVOLTA SI HA LA SENSAZIONE CHE QUALCUNO ABBIA DETTO "BASTA!"
Antonio Socci
All'Antonio Socci chiederei: ma tu che sei amico dei neocatecumenali, cosa dici del fatto che McCarrick dopo il pensionamento si è rifugiato in un Redemptoris Mater (seminario Neoc) e lì è stato per anni? Non è che anche i Neoc siano conniventi?
AS
P.S. E chissà cosa avrà combinato a cui poveri seminaristi.
Che Dio benedica e sostenga mons. Viganò per aver aver avuto il coraggio di scrivere la verità!
Nero su bianco, in modo preciso, con riferimenti temporali, circostanze, nomi e cognomi.
Un toccasana per noi piccoli fedeli.
Speriamo e preghiamo perche' mons. Viganò sopravviva ancora e sopporti come espiazione queste calunnie e cattiverie di cui viene e verrà fatto oggetto, sia dalla rete omosessuale pedofila e senza fede, per essere stata scoperta, sia dai lacche' del papa.
E preghiamo affinche' mons. Vigano' non muoia di crepacuore, come altri servi fedeli che, per singolare e macabra coincidenza, sono morti dopo aver esternato la difesa della Verità.
Da insignificante fedele ringrazio mons. Vigano' e prego per lui e per tutti gli esponenti del clero, come il card. Burke, che hanno il coraggio di difenderlo in nome della verità e di far luce sulle vere cause di questi delitti orrendi contro Dio, contro gli uomini e contro i bambini, a Gesù tanto cari.
Criminali che non temono più il giudizio del Padre onnipotente, nonostante colpe tanto gravi quanto grande è la responsabilità che hanno, essendo alla guida della Chiesa.
Tra i tanti motivi di scandalo già esaminati e commentati, questo indicato da Maria nell'articolo e' il più significativo e anomalo.
Un papa che, di fronte ad accuse così gravi, delega ai giornalisti la risposta, dando a loro il compito di 'studiare' e anticipando che risponderà loro dopo questi studi.
Nel testo riportato da Magister, si aggiunge che "forse" parlerà dopo l'esame dei giornalisti.
Dunque, oltre allo scandalo di una stampa sfacciatamente partigiana, cieca, scorretta e in mala fede, dobbiamo anche assistere ad un' altrettanto scandalosa risposta del papa.
Una sola evidenza:
Bergoglio e' talmente sicuro che la stampa, le tv e i "poteri forti" - in contatto fra di loro nelle varie associazioni, segrete o meno, e concordi nel sostenere papa e cricca omosessuale/massonico-ecclesiastica nel rinnovamento/distruzione dall'interno della Chiesa - sono dalla sua parte, che delega a loro, in modo arrogante, il compito di trattare il caso.
Come se non fosse affar suo e come se i giornalisti fossero abilitati a decidere la credibilità di mons. Vigano' e la veridicità del di accise tanto gravi.
Bene, ora sappiamo che nella nuova Chiesa modernista, retta da due papi e diretta verso la collegialità, abbiamo "IL SINODO DEI GIORNALISTI", che in base a un 'atto di fede'del papa (non veso il Signore Gesu', ma verso i giornalisti), avranno la competenza a decidere se un membro del clero e degno o meno di credibilità.
Veramente al peggio non c'è mai fine!
Che il Signore ci aiuti.
"Uno dei grilletti che hanno deciso Viganò a parlare è stato leggere in un articolo scritto da un fedele del Pontefice, allusioni a omissioni da parte dei due nunzi che l’hanno preceduto, Montalvo e Sambi, e da parte di Benedetto XVI. Lo zelo eccessivo di un difensore di papa Bergoglio ha contribuito a creare al Pontefice una difficoltà difficile da gestire e superare."
«Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Così risponde Gesù al Sommo Sacerdote di quella Sinagoga che non lo sa riconoscere.
“Se ho parlato male, ditemi dove è il male, l’errore, la menzogna; se ho detto la verità, perchè vi affannate a screditare non ciò che ho scritto, ma la mia persona?”: così potrebbe rispondere Carlo Maria Viganò, a tutti quei signori di nome Alberto Melloni, Fabio Marchese Ragona, Andrea Tornielli eccetera… intenti a infangare il suo passato, e ad inventare e suggerire orrende motivazioni dietro la chiarissima denuncia.
Siccome poi i giornalisti citati sono nomi noti, verrebbe anche da aggiungere qualcosina: i detrattori di Viganò hanno tutti una vita specchiata? Sono davvero super partes? Sono piissime verginelle incaricate di inquisire il peccatore?
Di Alberto Melloni si potrebbero ricordare la simpatia per certo mondo massonico; la grande abilità nel raccogliere finanziamenti dalla Chiesa e dallo Stato; l’invettiva scritta contro Benedetto XVI, dopo il suo messaggio in occasione della morte del cardinal J. Meisner (messaggio in cui Ratzinger elogiava il cardinale oppositore di Bergoglio, e definiva la Chiesa una “barca che sta per capovolgersi”).
Di Tornielli potremmo ricordare le incredibili capriole politiche ed ecclesiastiche; il passato come direttore di quel giornale online, La Bussola quotidiana, che oggi spende tanto tempo a denigrare; e molto altro… Quanto a Fabio Marchese Ragona, beh, è meglio non infierire perché in questo caso manca davvero il quid su cui discutere: de minimis non curat praetor.
Ma il fatto è questo: “chi sono io per giudicare” Melloni, Ragona, Tornielli, e la loro vita personale, i loro interessi più o meno evidenti, i loro legami politico-ecclesiastici? Nessuno.
A me interessa solo leggere ciò che hanno scritto sul dossier Vigano: pettegolezzi, chiacchiere da osteria, fumo… Non si sono neppure chiesti se la denuncia, nella sostanza, è vera o falsa. Hanno solo cercato di ribaltare il processo, di capovolgere l’accusa, di screditare un uomo che ha avuto presso Benedetto un grande credito (dice nulla il fatto che Ratzinger potrebbe smentirlo, e non lo fa?).
Si vede che non avevano altro… Ma siccome devono mangiare, e hanno l’obbligo di scrivere, non hanno potuto fare come Bergoglio, che richiesto di dire qualcosa ha deciso di giocare, come con i Dubia, a nascondino.
" Lui aveva tempo di telefonare a Pannella e Bonino, ma non d'incontrare Carlo Cafarra, cardinale di Santa Romana Chiesa. Questa volta, però, il non dire nulla è ancora più grave, perchè Bergoglio, con una decisione senza precedenti nella storia della Chiesa, ha affidato l’accertamento della veridicità della testimonianza di Viganò al giudizio e alle “indagini” dei giornalisti, non ad un’indagine canonica. Per mons. Viganò inizia così il “processo” sui media e si apre la “gogna mediatica”.
"...ha affidato l’accertamento della veridicità della testimonianza di Viganò al giudizio e alle “indagini” dei giornalisti, non ad un’indagine canonica..." =
= polverone.
Vivono di polvere, di fumo, di caos visivo, uditivo, olfattivo, agito come offesa altrui e difesa personale.
Perché si pensa che Carrick sia solo la scusa per aggredire e fare fuori Francesco.
Non sappiamo se il “dossier Viganò” sarà confermato o meno nella sua fondatezza, quello che da subito possiamo dire con certezza è che ha rotto un pesante velo di omertà sulla questione della potente rete omosessuale nella Chiesa, la cosiddetta lobby gay di cui ha parlato lo stesso Benedetto XVI nel suo ultimo libro intervista. Di questo va dato atto a Viganò.
Bergoglio si comporta in tutto e per tutto come il suo idolo giovanile mai abbandonato e che risponde al nome di Juan Domingo Peron, il quale amava dire ' Se ti attaccano da destra o da sinistra, tu non dire neanche una parola, mai, e vedrai che la ragione sarà sempre tua'. Applicata alla lettera per 60 anni, da quando entrò nella compagnia SJ pare per un rifiuto da parte di una ragazza che non lo voleva come companero de tango, altra sua smisurata passione.
El jefe verrà fatto fuori da fuoco amico quando non servirà più, al momento regge, anche se perde vistosamente terreno e seguito e il grandangolo non basta più x inquadrare le non folle........
...
Perché ha deciso di far pubblicare e diffondere la sua testimonianza?
Ho parlato perché oramai la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchia della Chiesa. Mi rivolgo ai giornalisti: perché non chiedono che fine ha fatto la cassa di documenti che, l’abbiamo visto tutti, fu consegnata a Castelgandolfo da papa Benedetto a papa Francesco? Tutto è stato inutile? Sarebbe stato sufficiente seguire il mio rapporto ed il verbale che fu fatto alla mia deposizione davanti ai tre cardinali incaricati delle indagini sul caso Vatileaks (Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi) per iniziare a fare un po’ di pulizia in Curia. Ma sapete che cosa mi rispose il cardinale Herranz quando lo chiamai da Washington, dato che era passato molto tempo da quando era stata nominata questa Commissione da papa Benedetto senza che mai fossi stato contattato? Allora ci davamo del tu e gli dissi: “Non credi che abbia anch’io qualche cosa da dire sulla questione delle mie lettere, pubblicate a mia insaputa?”. Mi rispose: “Ah, se proprio vuoi”.
...
... ma non sara' che il gesto e' stato male interpretato ?
....ma non sara' che ha capito che in quello scatolone e nei due plichi sopra lo scatolone c'era l'elenco degli " eletti "?
Condivido appieno. Questo è uno dei post più acuti e sinceri che abbia mai letto.
O magari ha pensato che era carta usata da riciclare e l'ha diligentemente deposta nel bidone color bianco.
Organizzato ad Albano Laziale il forum dei cristiani (!?)lgbt . Ci sara' J.Martin secondo il quale gli omosessuali non dovrebbero praticare la castita' , e il vescovo Marcello Semeraro che si occupa di minori .
https://www.laverita.info/il-clero-fara-il-proprio-gay-pride-lobiettivo-e-cambiare-la-dottrina-2600183376.html
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