Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 26 luglio 2019

I Vescovi cattolici di Terra Santa denunciano le violenze ebraiche (impunite) verso i Cristiani

Rappresentanti cristiani avanti al Santo Sepolcro per
protesta contro il congelamento dei beni ecclesiastici
L’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa ha denunciato i recenti atti intimidatori perpetrati nei confronti delle comunità cristiane locali da parte di gruppi estremisti ebraici, considerati vicini al movimento dei coloni.
La mattina di venerdì 19 luglio, a Jish, in Galilea, ignoti assalitori hanno danneggiato auto e scritto sui muri slogan in ebraico offensivi nei confronti dei cristiani. La settimana precedente, venerdì 12 luglio, i partecipanti a una festa parrocchiale organizzata presso la chiesa di San Giacomo a Beit Hanina, sobborgo di Gerusalemme est, sono stati raggiunti dal lancio di pomodori e altri oggetti scagliati da provocatori residenti presso il vicino insediamento ebraico di Naveh Yaacov.
Almeno nel primo caso, l’atto intimidatorio è attribuibile ai gruppi che negli ultimi anni hanno colpito in vari modi moschee o luoghi cristiani (Tabgha, Beit Jamal, Latrun, la Dormizione, ecc.), siglando i propri atti violenti e le proprie profanazioni con la formula “Price Tag” (il prezzo da pagare).  I Vescovi ordinari cattolici di Terra Santa hanno diffuso venerdì 19 luglio una dichiarazione in cui, tra le altre cose, esprimono amarezza e dispiacere per il ripetersi di atti criminali che non vengono perseguiti, nonostante le numerose denunce effettuate.
Gli attacchi e le profanazioni a danno di monasteri, chiese e cimiteri cristiani perpetrati da gruppi estremisti identificati con lo slogan “Price Tag” sono iniziati nel febbraio 2012. Da allora, militanti oltranzisti di gruppi vicini al movimento dei coloni hanno portato attacchi anche contro moschee frequentate dagli arabi palestinesi di religione islamica.
I crimini commessi da “Price tag” esprimono l’odio razziale della destra ebraica ultranazionalista, e rimangono sovente impuniti.
Nel maggio 2016, come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 24/5/2016), anche l’associazione dei Rabbini per i diritti umani, con base in Israele, aveva lanciato una campagna volta a sensibilizzare le forze politiche israeliane intorno alla emergenza rappresentata dagli attacchi contro obiettivi religiosi cristiani e musulmani compiuti dalle bande estremiste. (GV) (Agenzia Fides 22/7/2019)
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Esiste un Accordo fondamentale tra Santa Sede e lo Stato d'Israele, con l'intento di di studiare e definire insieme i punti di comune interesse, e nella prospettiva di una normalizzazione delle loro relazioni; ma la situazione è sempre stata controversa [vedi - qui una panoramica - non aggiornata ma significativa - sui cristiani in Israele]

2 commenti:

mic ha detto...

Vent'anni fa ero a Gerusalemme per lavoro. Nella circostanza ho avuto occasione di fare esperienze molto belle nella parrocchia dei cristiani di lingua ebraica tenuta dai francescani.
Mi ha molto colpita, nel percorrere con un collega le strade (in quel momento deserte) limitrofe al patriarcato latino, di dover interrompere la nostra esplorazione perché siamo diventati bersaglio di sassate da parte di una torma di ragazzi...

Anonimo ha detto...

Non lo dite a Bergoglio... tanto lui pensa solo ai migranti..
Renato Vico