Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 8 marzo 2025

Mons. Viganò / Parce, Domine. Omelia per il mercoledì delle Sacre Ceneri

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.

Parce, Domine
Omelia per il mercoledì delle Sacre Ceneri

Flectamus iram vindicem,
ploremus ante Judicem;
clamemus ore supplici,
dicamus omnes cernui:
Parce, Domine;
parce populo tuo:
ne in æternum irascaris nobis.
La divina Liturgia ci accompagna attraverso l’anno solare come in uno specchio, nel quale vediamo compendiata e rappresentata la storia della Redenzione. Il tempo d’Avvento ci rimanda all’attesa del Messia nell’antica Legge; il tempo di Natale celebra la Sua santissima Incarnazione; la santa Quaresima e il tempo di Passione ci riportano ai tempi che precedettero il Sacrificio della Croce; il tempo di Pasqua celebra la Resurrezione e l’Ascensione al cielo del Signore; il tempo di Pentecoste ripercorre la vita terrena del Salvatore, i Suoi miracoli, i Suoi insegnamenti; e alla fine del ciclo liturgico – così come al suo principio – siamo proiettati alla fine dei tempi, al Giudizio universale, al premio o alla condanna di tutti e ciascuno. Le stesse stagioni dell’anno, in qualche modo, accompagnano questo riepilogo sacro della storia della Salvezza, sicché nei rigori dell’inverno comprendiamo le pene del Re Bambino nato in una mangiatoia, e nel risveglio della natura in primavera possiamo vedere l’omaggio del Creato al Signore che risorge e trionfa sulla morte.

Il 'Veni Sanctificator'

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement ancora una volta un magnifico commento per una preghiera sublime. Si riallaccia ai precedenti Il Suscipe Sancte Pater qui - qui e L'Offérimus tibi, Dómine qui.

Il 'Veni Sanctificator'

Dopo essersi inchinato per recitare l'In spiritu humilitatis, il sacerdote si alza, alza le mani in cerchio e alza gli occhi al cielo. Come nota Gregory DiPippo, "È lo stesso gesto che fa all'inizio del Gloria, del Credo e del Canone, a indicare l'importanza dell'azione".

Poi il sacerdote fa il segno della croce sul pane e sul vino mentre dice:
Veni, Sanctificátor, onnipotens aeterne Deus: et bénedic hoc sacrificium, tuo sancto nómini praeparátum.
Che traduco come:
Vieni, o Santificatore, Dio onnipotente ed eterno, e benedici questo sacrificio preparato nel Tuo santo nome.
Dopo essere apparso per la prima volta nel Messale irlandese di Stowe (inizio del IX secolo), il Veni Sanctificator trovò posto in vari Messali medievali in diversi punti durante l'Offertorio, mentre negli ordines italiani occupa il posto che ha ancora nel Messale Romano del 1570/1962. [1]

venerdì 7 marzo 2025

L'aspirazione verso l'alto di Michelangelo

Ricorreva ieri il 559° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, genio del Rinascimento nato il 6 marzo 1475! Scultore, pittore, architetto, poeta ecc.. ci ha regalato capolavori immortali come il David e la Cappella Sistina. Un talento ineguagliabile che Massimo Scapin commemora nel testo che segue, nella nostra traduzione da OnePeterFive.

L'aspirazione verso l'alto di Michelangelo

Oggi [ieri 6 marzo -ndT] celebriamo il 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, l'artista più tormentato e rivoluzionario del Rinascimento, la cui influenza ha plasmato in modo indelebile Firenze, Roma e la storia dell'arte come la conosciamo. Nato il 6 marzo 1475 a Caprese, vicino ad Arezzo, in Toscana, dove suo padre Ludovico era podestà, l'impatto di Michelangelo sul mondo dell'arte rimane senza pari.

A soli 13 anni, Michelangelo si trasferì a Firenze, dove studiò pittura sotto Domenico Ghirlandaio († 1494). Tuttavia, presto si concentrò sulla scultura, la sua vera vocazione. Sotto il patrocinio di Lorenzo de' Medici († 1492), Michelangelo approfondì la sua comprensione dell'anatomia umana studiando le statue classiche nella collezione dei Medici. Nel 1496, si trasferì a Roma e creò la sua prima Pietà, un capolavoro scolpito all'età di 23 anni, che è ora esposto alla porta del Giubileo della Basilica Vaticana. Al ritorno a Firenze, realizzò il David, simbolo della Repubblica fiorentina, e la Sacra Famiglia ( Tondo Doni ). Nel 1504, fu incaricato, insieme a Leonardo da Vinci († 1519), di affrescare Palazzo Vecchio. Tuttavia, il progetto rimase incompiuto poiché Papa Giulio II († 1513) richiamò Michelangelo a Roma per lavorare alla sua tomba.

Il Cardinal Roche rinnega Traditionis custodes!

Da non credere! su The Catholic Herald il Cardinale Roche afferma: "Non c'è niente di male a partecipare alla messa celebrata col Messale del 1962, accettato dai tempi di Giovanni Paolo II, Benedetto e ora Francesco... Celebro spesso la Messa in latino!” Ovviamente la 'Messa in latino' da lui celebrata non poteva essere altro che la versione latina del Novus Ordo... Stavo per pubblicare l'intervista, peraltro prolissa e dispersiva, tradotta da The Catholic Herald; ma poi invece trovo e traduco da New Liturgical Movement, il commento-sintesi assolutamente geniale di Gregory di Pippo che trovate di seguito. Precedenti qui - qui - qui - qui; qui le dichiarazioni più gravi; qui l'indice degli articoli in tema.

Il Cardinal Roche rinnega Traditionis custodes!

Roche prega per Bergoglio
in P.za San Pietro
Da quando Traditionis Custodes è stato emanato più di 3 anni e mezzo fa, i suoi difensori hanno faticato a trovare una spiegazione logica per la sua emanazione. Ciò non sorprende. Il motu proprio Summorum Pontificum, per ripudiare il quale è stato scritto, era il frutto di decenni di attenta meditazione sul problema della liturgia della Chiesa, da parte di una delle menti più sottili dei nostri tempi. E i problemi teologici e pastorali che Benedetto XVI ha affrontato con tale saggezza e sensibilità non sono per nulla meno reali e seri ora di quanto non lo fossero quando l'ha emanato. Questo è un fatto che non cambierà nel corso della nostra vita.

Traditionis Custodes, d'altro canto, era soprattutto un'espressione di paura, la paura dei rivoluzionari che sanno che la loro rivoluzione sta morendo, perché non interessa alle generazioni emergenti. Sarebbe sempre stata una prospettiva difficile difendere lo spettacolo di uomini tra i 70 e gli 80 anni che rimproverano con rabbia le persone tra i 18 e i 20 anni dicendo loro che devono stare al passo con i tempi, ma ci hanno sicuramente provato.

Il futuro corso della Chiesa

Nella nostra traduzione da Rorate caeli un richiamo che a noi può sembrare scontato; ma che nella situazione attuale purtroppo va riaffermato con vigore . Arciv, Aguer: "La Chiesa vive della Tradizione, deve sempre ritornare ad essa, soprattutto quando le è stata indifferente o se ne è allontanata, affascinata dall’agenda mondana."

Il futuro corso della Chiesa
dell'arcivescovo Hector Agüer
Emerito di La Plata Buenos Aires, 3 marzo 2025

Quando un pontificato dura molti anni, è naturale pensare a cosa accadrà quando finirà. I cattolici guardano al futuro della Chiesa. Cosa è aspettarci, dunque, per il tempo a venire?

La Chiesa vive della Tradizione, deve sempre ritornare ad essa, soprattutto quando le è stata indifferente o se ne è allontanata, affascinata dall’agenda mondana. La Tradizione non è una mera ripetizione della stessa cosa, ma una realtà viva che cresce e si sviluppa. Molti secoli fa, San Vincenzo de Lerins enunciò la sua legge: “ In eodem scilicet dogmate, eodem sensu, eademque sententia ”: cioè uno sviluppo in cui la Tradizione rimane sempre identica, ma sempre nuova. Questa è la sua ricchezza. La Chiesa dei prossimi anni deve ritornare alla ricchezza della Tradizione. In molti Paesi, i giovani lo hanno capito, mentre i più anziani rimangono attaccati alle novità passeggere. Questo fatto, che si può dimostrare statisticamente, è paradossale.

giovedì 6 marzo 2025

La “res nova” odierna è la separazione tra naturale e soprannaturale nella vita politica

Precedenti a partire da qui. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
La “res nova” odierna è la separazione tra naturale
e soprannaturale nella vita politica


Nel 2025 saranno trascorsi 100 anni dalla pubblicazione della lettera enciclica Quas Primas (11/12/1925) di Pio XI, nella quale venne proclamata la regalità sociale di Cristo. Questa è un’occasione propizia per riflettere sulla validità dei suoi insegnamenti.

È opportuno partire dallo stato attuale della vita sociale ai nostri giorni. L’analisi offre il seguente panorama: assenza di giustizia e, quindi, di pace. Assenza di giustizia, innanzitutto, poiché prevale la “verità fattuale” degli interessi e non il bene comune. Da tempo ormai “ciò che è comune” è scomparso dall’orizzonte della vita nei Paesi. È vero che le ingiustizie venivano commesse anche prima della modernità, ma è anche vero che, almeno allora, il primato del “comune” sull’individuale era ancora valido.

R. Garrigou-Lagrange - «La nouvelle théologie : oú va-t-elle? Elle revient au modernisme». Redazione e “Note di commento” di Paolo Pasqualucci

Ripubblico - a richiesta e in riferimento a questa analisi - la nota e il commento di Paolo Pasqualucci ad un testo di R. Garrigou Lagrange, non facile ma molto rivelatore dei prodromi della temperie attuale, inviatoci nell'originale francese. Il commento è opportuno al fine di render più chiare alcune verità di fede, del resto così ben illustrate da Garrigou-Lagrange. Pasqualucci si è soffermato, ad esempio, sul concetto di "causa formale". Infatti, chi lo comprende, oggi, che si è rinunciato al principio di causalità in tutte le sue forme?  Non mancano alcuni agganci polemici con la triste attualità della Chiesa, ineludibili, anche per far vedere la continuità tra gli errori del recente passato e quelli del presente.
Lo ringrazio toto corde, sia per il testo che per l'accurato e proficuo lavoro che mette a nostra disposizione.
Metto il corposo documento a disposizione [qui] per i lettori francofoni e per i molti altri che leggono agevolmente il francese; ma vi anticipo che sarà presto disponibile anche la traduzione in italiano, che metterò in evidenza tra le Pagine fisse consultabili nella colonna in alto a destra del blog, nel novero del nostro costante impegno di allargare l'attenzione all'orizzonte internazionale, sia nell'intento di superare l'autoreferenzialità, che per l'esigenza di arricchire i nostri contenuti con l'approfondimento di temi e testi di particolare rilievo. 

GARRIGOU-LAGRANGE, Réginald : La nouvelle théologie :
oú va-t-elle?  Elle revient au modernisme


Note di commento, di Paolo Pasqualucci

Queste “note” riguardano solo alcuni punti dell’articolo di Garrigou-Lagrange.

1. La necessaria aggiunta nel titolo.  La frase “elle revient au modernisme”, di cui al titolo dell’articolo, non si trova nel titolo originale ma nel testo, ove il concetto che essa esprime è ribadito più volte.  L’ho aggiunta al titolo al fine di  render subito chiaro il contenuto dell’articolo.

mercoledì 5 marzo 2025

Mercoledì delle Ceneri

Vedi anche:  Il tempo di Quaresima ; L'inizio della Quaresima e l'ideale di mortificazione volontaria - Cristiano Lugli ; Quaresima, palestra per l'anima e per il corpo - Cristina Siccardi

L’appello del profeta
Ieri il mondo si agitava nei piaceri e gli stessi cristiani si abbandonavano ai leciti divertimenti; ma questa mattina ha squillato la sacra tromba di cui parla il Profeta Gioele per annunciare l’apertura solenne del digiuno quaresimale, il tempo dell’espiazione, I’imminente avvicinarsi dei grandi anniversari della nostra salvezza.
Destiamoci, cristiani, e prepariamoci a combattere le battaglie del Signore. L’armatura spirituale Ricordiamoci, però, che nella lotta dello spirito contro la carne dobbiamo essere armati: ecco perché la santa Chiesa ci raccoglie nei suoi templi per iniziarci alla milizia spirituale.
San Paolo ce ne ha già fatto conoscere i dettagli della difesa con queste parole: «Siate dunque saldi, cingendo il vostro fianco con la verità vestiti della corazza della giustizia, avendo i piedi calzati in preparazione al Vangelo di pace. Prendete soprattutto lo scudo della fede, l’elmo della saldezza e la spada dello spirito, cioè la Parola di Dio». Il principe degli apostoli aggiunge: «Avendo Cristo patito nella carne, armatevi anche voi dello stesso pensiero ».
Ricordandoci oggi la Chiesa questi apostolici insegnamenti, ne aggiunge un altro non meno eloquente, obbligandoci a risalire al giorno della prevaricazione, che rese necessarie quelle lotte che stiamo per intraprendere e le espiazioni attraverso le quali dobbiamo passare.

Colligite fragmenta / Domenica di Quinquagesima

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui
L'inizio del ciclo pasquale con la Dominica in septuagesima [qui - Colligite qui] ; Dominica in sexagesima [qui - Colligite qui]


Colligite fragmenta / Domenica di Quinquagesima 

Con la domenica di Quinquagesima siamo alle soglie della stagione della Quaresima. La Santa Madre Chiesa ci ha preparato al combattimento spirituale attraverso queste domeniche preparatorie. Quando segui il Vetus Ordo del Rito Romano, la Quaresima non può mai coglierti di sorpresa. Come parte del nostro armamento per la battaglia, questa domenica ci chiede di considerare il tema della carità e il potere della fede.

La lettura dell'Epistola da 1 Corinzi 13:1-13 è tra i passaggi più sublimi e famosi di tutta la Sacra Scrittura. Ispirato dallo Spirito Santo, San Paolo esalta l'eccellenza della carità ("amore", greco agápe ):
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore ( agápe ), sarei un bronzo risonante o uno squillante cembalo (v. 1).

Durante questa “veglia”, ogni sera a San Pietro si canta il canto gregoriano… ma quasi nessuno canta. Perché?

Da un prete, via Fr. Z, qui nella nostra traduzione. Qui l'indice egli articoli sulla Latina Lingua
Durante questa “veglia”, ogni sera a San Pietro si canta 
il canto gregoriano… ma quasi nessuno canta. Perché?

Scrive un sacerdote:
Come sicuramente avrete notato, ogni sera in piazza San Pietro, una piccola schola canta l'Oremus pro Pontifice per il Santo Padre. (clicca sull'immagine per ingrandire)-
È un gesto contemporaneamente riverente e tradizionale, ma incredibilmente semplice. Per chi di noi è a conoscenza, però, i video del canto notturno di questa antifona danno uno sguardo agli effetti della riforma liturgica sulla Chiesa in generale:
  1. Il Movimento Liturgico avrebbe dovuto riportare il canto al suo posto di orgoglio. Ogni sera, fedeli, religiosi e sacerdoti presenti fissano la scuola senza capire il significato del canto. Su questo punto, se il Movimento Liturgico avesse avuto successo, questo sarebbe un punto fondamentale del repertorio cattolico; un canto comune cantato regolarmente nelle parrocchie.

martedì 4 marzo 2025

La Venerazione del Santissimo Volto

Mentre sulla terra si festeggia il martedì grasso, in cielo si contempla il Volto Santo. Oggi ricorre la festa del Volto Santo di Nostro Signore. Una bellissima devozione da recuperare. Per questo continuiamo a disseppellire, e comunque a ricordare o a riscoprire i tesori de La Catholica. Per l'occasione, possiamo cercare di approfondire il volto santo per eccellenza, la Sindone [qui - qui - qui - qui - qui]. La sua storia, le sue peripezie (non del tutto chiare ma tracciabili), la sua veridicità.

La Venerazione del Santissimo Volto

La Beata Maria Pierina de' Micheli, nel 1938, mentre era raccolta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, vide in un'apparizione la Madonna che le diede uno scapolare.
Raffigurava il Santo Volto di Gesù, circondato dalla scritta “Domine, vultum tuum super nos” ovvero “Signore, fa brillare il tuo Volto su di noi” e la Santissima Eucarestia, circondata da raggi e dalla scritta “Mane nobiscum, Domine” cioè “Resta con noi, Signore”. La Madre di Gesù disse pressappoco così: “Questo scapolare è un pegno d'amore e di misericordia che Gesù vuole dare al mondo in questi tempi di odio contro Dio e la Chiesa. È necessario un rimedio divino. E questo rimedio è il Santo Volto di Gesù. Tutti quelli che indosseranno uno scapolare come questo e faranno, potendo, ogni martedì una visita al Santissimo sacramento per riparare gli oltraggi ricevuti dal Santo Volto di mio Figlio durante la sua Passione verranno fortificati nella fede, saranno pronti a difenderla superando le difficoltà e avranno una morte serena sotto l'amabile sguardo del mio Divin Figlio".
In seguito, lo scapolare fu sostituito, per comodità, con una medaglia. Il culto ne fu approvato il 9 agosto 1940 e la celebrazione, ne fu sancita per ogni martedì, soprattutto il martedì grasso.

Marcello Veneziani / Giudicheremo Trump dai risultati

Qui l'indice degli articoli sullaguerra in Ucraina.
Giudicheremo Trump dai risultati

Tra ricatti e spintoni Donald Trump trascina il mondo sulla via della pace. Tra baci sulla testa e messaggi di pace Joe Biden ci portava sulla via della guerra. La differenza è qui. C’è chi si sofferma sul metodo e chi invece punta al risultato. C’è chi giudica i mezzi e chi valuta i fini. Se il dito indica la luna, c’è chi si sofferma sul dito, anzi sulla manona manesca, e chi invece è proteso verso la luna, l’obbiettivo. Naturalmente potremo dar ragione a Trump se e quando porterà a casa il risultato, quando cioè la pace e un ragionevole equilibrio mondiale riuscirà a essere ristabilito e nessuno dovrà soffrirne troppo, anzi ciascuno alla fine starà meglio rispetto a prima.

lunedì 3 marzo 2025

Avvisi da Sant'Anna al Laterano

Carissimi,
Mercoledì 5 marzo sarà feria IV Cinerum mercoledì delle Ceneri.
Solennemente iniziamo così il Sacro Tempo di Quaresima al quale siamo stati preparati dalle domeniche di Settuagesima, Sexagesima e Quinquagesima. Pur non rientrando tra i giorni di precetto festivo, la Chiesa ci invita con forza a iniziare questo tempo di conversione e di grazia partecipando alla Messa e ricevendo l’austero segno delle Sacre Ceneri (o nella Chiesa dell'Immacolata dei Miracoli, Via Sebastiano Veniero 3, alle ore 18.00 o nella Chiesa della Trinità dei Pellegrini e nella Chiesa di S. Giuseppe a Capolecase).

“L’espressione più perfetta dell’essere vivi” Alla riscoperta della contemplazione

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis
“L’espressione più perfetta dell’essere vivi” 
Alla riscoperta della contemplazione
Robert Keim 2 marzo

Questo è il terzo articolo di una serie sul significato della vita (non ci tiriamo indietro di fronte alle grandi domande qui a Via Mediaevalis…). Gli articoli precedenti sono elencati di seguito.
Sei qui per guardare le stelle”: vita antica, vita moderna e crisi di significato;  Il senso della vita e la chiusura delle porte

Il post di oggi proseguirà questa serie e chiarirà anche la sua particolare rilevanza per gli "eventi attuali", intendendo con ciò l'avvicinarsi del periodo liturgico e del sacro digiuno della Quaresima.

“Eccetto le cieche forze della Natura”, ha affermato lo storico britannico Sir Henry Maine, “nulla si muove in questo mondo che non sia greco nella sua origine”. A parte l’esagerazione di Maine, è quasi vertiginoso considerare quanta parte della cultura occidentale derivi direttamente o indirettamente da
Le isole della Grecia, le isole della Grecia! Dove l'ardente Saffo amò e cantò, Dove crebbero le arti della guerra e della pace.

domenica 2 marzo 2025

2 marzo 1939. Habemus Papam: il Pastor Angelicus, Pio XII Pacelli

La sera del 2 marzo 1939 Papa Pio XII Pacelli, il Pastor Angelicus, viene esaltato al Sommo Pontificato. "Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Eugenium Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Pacelli, qui sibi nomen imposuit Pium". Precedente qui. Qui l'indice degli articoli dedicati a Pio XII.

Accadde oggi. 2 marzo 1939: l’elezione di Papa Pio XII. 

Il cardinale Eugenio Pacelli fu eletto Papa proprio nel giorno del suo 63º compleanno. Pio XII è stato il 260º papa della Chiesa cattolica e il 2º sovrano dello Stato della Città del Vaticano dal 1939 alla sua morte, il 9 ottobre 1958. 
Nel 1990, a conclusione della prima fase di beatificazione, ha ricevuto il titolo di servo di Dio. Mentre il 19 dicembre 2009, a conclusione della seconda fase, da papa Benedetto XVI, ha ricevuto il titolo di venerabile, che ne attesta l’eroicità delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidata alla Compagnia di Gesù. Alcune considerazioni qui.
Cito di seguito, dalla Summi pontificatus, l'Enciclica in apertura del suo mandato, un sapiente richiamo alla Regalità di Cristo, che ci aiuta a colmare l'enorme lacuna che penalizza le generazioni successive, e particolarmente la nostra:

Zelensky stretto all’angolo dai fendenti trumpiani

Non è così sicuro che sia finita l'era globalista. I politici guerrafondai europei mi fanno paura. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.

C’è un’immagine che più di tutte dà la misura di ciò che è avvenuto nel famoso incontro alla sala ovale tra Trump e Zelensky, quella dell’ambasciatrice ucraina che sgomenta assiste a ciò accade di fronte ai suoi occhi, il suo presidente è colpito dai potenti fendenti trumpiani. Zelensky stretto nell’angolo, lo sguardo perso di chi non si rende conto di ciò che gli accade intorno, lui che fino a poco fa era esibito come un eroe, scompostamente pietisce un po’ di considerazione.
L’ambasciatrice, Oksana Makarova, è riversa sulla sedia, avvilita, con la testa tra le mani, quasi piangente. Con Vance che rafforza la dose e ricorda a Zelensky: avete preso un sacco di soldi, ci avete raccontato un sacco di baggianate. E poi ancora Trump: la tua gente sta morendo e tu non vuoi che finisca la guerra, fosse per te andremmo alla terza guerra mondiale.
Lo Zelensky di ieri è la plastica rappresentazione dell’Utile Idiota, infine bastonato dal padrone. Utile agli Usa innanzitutto, poi anche ai suoi padrini europei, con questi, ora che gli americani hanno altro da fare, a cianciare di difesa europea e sostegno all’Ucraina fino alla vittoria.
Molti commentatori ricordano che gli Usa non sono nuovi a questi scenari di abbandono repentino del campo di guerra divenuto scottante o non più fruttifero: il veloce ripiego da Saigon nel 1975, l’altrettanto veloce quanta indecorosa fuga da Kabul nel 2021… Con Trump certo le cose hanno subito un’accelerazione impressionante, si è aperto un tavolo di pace, che ovviamente non può includere l’isterica Europa a trazione baltica, e la brutalità con la quale il presidente americano ha trattato il servo Zelensky ad alcuni, deboli nelle emozioni, può essere sembrata addirittura odiosa, ma la storia non procede per forme galanti e garbate, solo che il tutto ora è avvenuto in visione mondiale.
A Zelensky che insolentisce Putin Trump risponde con voce sonante che il presidente russo non rispettava né Obama né Biden, ma rispetta lui; che Putin è un leader saggio che vuole solo la sicurezza del proprio paese e che non avrebbe iniziato nessuna guerra se solo fosse stato rispettato.
L’approccio di Trump è brutale perché lui sa di aver messo al tappeto non la Russia ma l’Europa, durante l’amministrazione Biden convinta a investire nella guerra per procura ucraina.
Gli americani sono riusciti a privare delle risorse a buon mercato provenienti dalla Russia gli europei – rendendoli ancor più subalterni agli Usa – i quali ora pensano di poter contare sulle risorse russe solo a condizione di una sua sconfitta strategica, la qual cosa non fa che incoraggiare la propria partecipazione al conflitto in Ucraina.
Insomma, gli americani dopo aver ottenuto l’obiettivo strategico di ridimensionare l’Europa possono ora dedicarsi ad altro, in un mondo già diventato multipolare. L’odio del mondo globalista per Trump non è odio ideologico ma odio per chi rappresenta la fine della stagione globalista, con le sue guerre e le sue follie.
Antonio Catalano, 1 marzo 2025

Domenica di Quinquagesima

Ripropongo contenuti come questo che uno strumento come il blog inghiotte inesorabilmente,  per ritrovarne ogni anno le ricchezze e farne tesoro per una sempre maggiore interiorizzazione. Vedi: L'inizio del ciclo pasquale con la Dominica in septuagesima [qui] ; Dominica in sexagesima [qui]

Domenica di Quinquagesima

La vocazione di Abramo

L’argomento che presenta oggi la Chiesa da meditare è la vocazione di Abramo.

Scomparse le acque del diluvio, la terra cominciò di nuovo a riempirsi di uomini; ma insieme comparve la corruzione, e l’idolatria venne a colmare la misura dei disordini. Ora prevedendo il Signore nella sua divina sapienza, la defezione dei popoli, volle costituire una nazione che gli sarebbe stata particolarmente devota, e nella quale si sarebbero conservate le sacre verità destinate a diffondersi fra i Gentili. Questo nuovo popolo doveva cominciare da un solo uomo, padre e tipo dei credenti, Abramo. Pieno di fede e di obbedienza verso il Signore, egli era chiamato ad essere il padre dei figli di Dio, il capo di quella generazione spirituale, alla quale appartennero ed apparterranno fino alla fine dei tempi tutti gli eletti, sia dell’Antico Testamento che della Chiesa Cristiana.

sabato 1 marzo 2025

Marzo 2025- Sante Messe in Rito antico a Pavia

Care Amiche, cari Amici,
ecco il consueto "foglietto" con gli avvisi per il mese di marzo 2025 delle Sante Messe che si celebrano ogni domenica alle ore 10,00 nella chiesa di San Luca (corso Garibaldi 59, Pavia).
Innanzitutto vi invitiamo a partecipare alla Santa Messa cantata di domani, domenica 2 marzo, alle ore 10,00 alla quale assisterà il nostro vescovo, S. E. Mons. Corrado Sanguineti, nell'ambito della visita pastorale che sta svolgendo nelle parrocchie del centro città. Sarà un'occasione importante per vivere la comunione con la Chiesa, locale e universale, per conoscere il nostro Pastore e per farci conoscere da lui.
Un cordiale saluto nel Signore, don Fabio e don Marino

Di seguito il calendario completo: Ordinario della Santa Messa

La vita di un filosofo e teologo intransigente: Padre Réginald Garrigou-Lagrange

Su segnalazione di Res Novae – Perspectives romaines
La vita di un filosofo e teologo intransigente:
Padre Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964)
don Christophe Vigneau

Pochi sanno che il celebre filosofo e teologo domenicano Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964) fosse di origine guascone, benché nessuna strada di Auch, sua città d’origine, porti il suo nome. Noi diamo qui i tratti fondamentali di questa vita donata allo studio, vita che iniziò sulle rive del Gers e che si svolse in buona parte su quelle del Tevere, a Roma, ove terminò. Non abbiamo osato intitolarla: «Il Gers sfocia nel Tevere».

Un Guascone
Marie-Aubin-Gontran Garrigou-Lagrange nacque ad Auch il 21 febbraio 1877. Il registro di stato civile indica che i suoi genitori abitavano all’epoca in via dell’Oratorio (attuale via Victor Hugo)[1]. Suo padre, François-Léonard-Junien Garrigou-Lagrange, era un funzionario dell’ufficio imposte. Era nato nella regione francese del Limosino, a Marval, nel 1844. Suo zio paterno, don Maurice Garrigou (1766-1852), era stato canonico a Tolosa. Durante la Rivoluzione, si distinse per il suo coraggio durante le persecuzioni alle quali riuscì a sfuggire per poco. Fondò in seguito una congregazione di religiose, poi morì in odore di santità. Il suo processo di beatificazione è in corso a Roma e papa Francesco l’ha proclamato Venerabile nel 2013[2].