Sintesi chiara sui dibattiti che hanno portato all'Europa di oggi. Dove ci si occupa dei tappi delle bottiglie mentre non si può criticare l'islam purché si verrebbe accusati di islamofobia. La svolta per l’Europa auspicata da Benedetto XVI all’indomani della caduta del muro di Berlino non c’è stata. Tanto il materialismo che il relativismo avevano proseguito nella loro inarrestabile avanzata. “Un odio che si può considerare solo come qualcosa di patologico”: il nuovo libro di Elio Guerriero. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Perché l'occidente si è ridotto a odiare
se stesso. Firmato Joseph Ratzinger
Pubblichiamo un estratto di “Benedetto XVI. L’eredità dalla vita e dalle opere”, il nuovo libro di Elio Guerriero (Edizioni San Paolo, 254 pp., 20 euro). L’autore, storico e teologo, è stato a lungo direttore della rivista Communio.
Il 9 novembre del 1989, tra la sorpresa mondiale, cadeva il muro di Berlino, la cortina di ferro che, dagli anni Sessanta, separava l’Europa dell’est da quella dell’ovest. In realtà vi erano stati diversi segnali della disgregazione del potere sovietico in Europa. La sorpresa fu, comunque, enorme e, sulla scia dell’entusiasmo trascinatore di Giovanni Paolo II, Ratzinger si convinse che “è un dovere ineludibile per il teologo come per il pastore della Chiesa, entrare nel dibattito”. Accettò dunque di tenere conferenze, di scrivere articoli, di partecipare a dibattiti. Alla fine di questa lunga serie di interventi mise insieme ben tre volumi dedicati al futuro dell’Europa.